In cinere et cilicio
Omelia nel Mercoledì delle Ceneri, in capite jejunii.
Omnipotens sempiterne Deus,
qui Ninivitis, in cinere et cilicio pænitentibus,
indulgentiæ tuæ remedia præstitisti:
concede propitius; ut sic eos imitemur habitu,
quatenus veniæ prosequamur obtentu.
Or. IV in benedictione Cinerum
VI È UNA SOLA COSA che muove a compassione il Signore, dinanzi alla moltitudine dei nostri peccati: la penitenza. Quella penitenza sincera che conferma nell’atteggiamento esteriore il vero pentimento per le colpe commesse, l’intenzione di non più compierle, la volontà di ripararle e soprattutto il dolore per aver con queste offeso la divina Maestà. In cinere et cilicio, con la cenere e con il cilicio, ossia con quella stoffa ispida e pungente proveniente dalla Cilicia, tessuta di pelo di capra o di crini di cavallo, che era usata come veste dai soldati romani e che rappresenta l’abito spirituale e materiale del penitente.
La divina Liturgia di questo giorno era anticamente riservata ai pubblici peccatori, ai quali era imposto un periodo di penitenza sino al Giovedì Santo, nel quale il Vescovo impartiva loro l’assoluzione. Ecce ejicimini vos hodie a liminibus sanctæ matris Ecclesiæ propter peccata, et scelera vestra, sicut Adam primus homo ejectus est de paradiso propter transgressionem suam. Vi scacciamo fuori dal recinto di santa madre Chiesa a causa dei vostri peccati e delitti, come fu scacciato fuori dal Paradiso il primo uomo Adamo a causa della sua trasgressione. (Pont. Rom., De expulsione publice Pœnitentium). Così intimava il Vescovo nel commovente rito descritto nel Pontificale Romano, prima di rivolgere loro un’esortazione a non disperare della misericordia del Signore, impegnandosi con il digiuno, la preghiera, i pellegrinaggi, le elemosine e le altre opere buone a conseguire i frutti di una vera penitenza. Terminato questo monito paterno e severo, i penitenti inginocchiati a piedi scalzi sul sagrato si vedevano chiudere le porte della Cattedrale, dove il Vescovo celebrava i divini Misteri. Quaranta giorni dopo, il Giovedì Santo, essi sarebbero tornati dinanzi a quelle porte con le medesime vesti dimesse, in ginocchio, tenendo una candela spenta in mano. State in silentio: audientes audite, avrebbe intimato loro l’Arcidiacono. E avrebbe proseguito, rivolto al Vescovo a nome dei pubblici penitenti, ricordando le loro opere di riparazione. Lavant aquæ, lavant lachrimæ. Poi per tre volte il Vescovo avrebbe intonato l’antifona Venite e li avrebbe accolti in chiesa, dove essi si sarebbero gettati commossi ai suoi piedi, prostrati et flentes. A questo punto l’Arcidiacono avrebbe detto: Ripristina in essi, apostolico Pontefice, ciò che le seduzioni del demonio hanno corrotto; per i meriti delle tue preghiere e per mezzo della grazia della riconciliazione, rendi questi uomini vicini a Dio, affinché coloro che prima si vergognavano dei propri peccati, ora si rallegrino di piacere al Signore nella terra dei viventi, dopo aver sconfitto l’autore della propria rovina (Pont. Rom., De reconciliatione Pœnitentium).
Ho voluto soffermarmi su questo rito antichissimo – e che vi esorto a leggere e meditare per la vostra edificazione – allo scopo di farvi comprendere come la giusta severità della Chiesa non sia mai disgiunta dalla sua materna misericordia, sull’esempio del Signore. Se essa negasse che vi siano delle colpe da espiare, verrebbe meno alla giustizia; se illudesse i peccatori di poter meritare il perdono senza sincero pentimento, offenderebbe la misericordia di Dio e mancherebbe alla carità. E invece essa non cessa di ricordarci che siamo figli dell’ira, a causa del peccato di Adamo, dei nostri peccati, di quelli dei nostri fratelli e di quelli pubblici – oggi esecrandi – delle nazioni. La Santa Chiesa ci ricorda la penitenza di Adamo ed Eva, la redenzione iniziata in quel medesimo paradiso con la maledizione del Serpente e l’annuncio del protoevangelo: Porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: Ella ti schiaccerà il capo, e tu Le insidierai il calcagno (Gen 3, 15). La Santa Chiesa ci mostra le molteplici occasioni in cui sotto l’Antica Legge i nostri padri nuovamente peccarono, e nuovamente ottennero misericordia presso Dio grazie alla penitenza: l’esempio degli abitanti di Ninive è richiamato anche nelle orazioni e nei testi della benedizione delle Sacre Ceneri. Ci mostra – specialmente nella liturgia della Quaresima, della Settimana di Passione e della Settimana Santa – l’obbedienza del Figlio di Dio alla volontà del Padre, per compiere l’opera mirabile della Redenzione portata a termine sul legno della Croce. Ci propone l’esempio dei Santi penitenti, ci addita la necessità del pentimento e della conversione, ci istruisce con la mirabile pedagogia dei sacri riti a comprendere la gravità del peccato, l’enormità dell’offesa alla Maestà divina, l’infinità dei meriti del Sacrificio di Nostro Signore che essa rinnova sui nostri altari.
Quella porta che si muove lenta e pesante sui cardini per chiudersi ai penitenti lasciandoli lontani dall’altare non è sorda crudeltà, ma sofferta severità di una madre che non cessa di pregare per loro, che li attende fiduciosa di vederli pentiti e consapevoli del sommo Bene di cui le loro colpe li hanno privati. Per lo stesso motivo, dalla Settimana di Passione e fino alla Veglia pasquale, le croci e le immagini sacre nelle chiese sono velate, per ricordarci la nostra indegnità di peccatori e il silenzio di Dio, un silenzio che sperimentò anche Nostro Signore nell’orto del Getsemani e sulla Croce, e che similmente provarono i mistici nei tormenti spirituali della Notte oscura.
Dov’è finito tutto questo? Perché proprio nel momento in cui il mondo aveva maggior bisogno di esser richiamato alla fedeltà a Cristo, la liturgia della Chiesa è stata spogliata dei suoi simboli più pedagogicamente efficaci? Perché è stato abolito il rito dell’espulsione dei pubblici penitenti, e con esso quello della loro riconciliazione? E ancora: perché i Pastori non ci parlano più del peccato originale, della via della Croce, della necessità della penitenza? Perché la giustizia divina è taciuta o negata, mentre si stravolge e vanifica la misericordia di Dio, quasi ne avessimo diritto a prescindere dalla nostra contrizione? Perché sentiamo dire che l’Assoluzione non va negata a nessuno, quando il pentimento – come insegna il Concilio di Trento – è materia inscindibile del Sacramento, assieme alla confessione dei propri peccati e alla soddisfazione della penitenza? Perché si tace la meditazione della Morte, l’ineluttabilità del Giudizio, la realtà dell’Inferno per i dannati e del Paradiso per gli eletti?
Perché un orgoglio luciferino ha portato a costruire un idolo al posto del vero Dio.
Cosa c’è di più consolante di sapere che le nostre innumerevoli infedeltà, anche le più gravi, possono essere perdonate se solo ci riconosciamo con umiltà colpevoli e bisognosi della misericordia di Dio, che ha dato il Suo Figlio unigenito per salvarci e renderci beati per l’eternità?
È il mysterium iniquitatis, cari figli. Il mistero dell’iniquità, di come essa sia permessa da Dio per temprarci e renderci meritevoli del premio eterno; di come essa possa apparire trionfante nella sua oscena arroganza, mentre il Bene opera nel silenzio e senza strepito; di come essa riesca a sedurre gli uomini con false promesse, facendo loro dimenticare l’orrore del peccato, la mostruosità del renderci responsabili di ogni patimento subito dal Salvatore, di ogni sputo, ogni percossa, ogni colpo di flagello, ogni ferita, ogni spina, ogni goccia del Suo preziosissimo Sangue, ogni Sua lacrima, e soprattutto di ogni dolore spirituale causato all’Uomo-Dio dalla nostra ingratitudine. Responsabili di ogni sofferenza della Sua santissima Madre, il cui Cuore Immacolato è trafitto da spade acuminate, unendoLa alla Passione del Suo divin Figlio.
Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta! (Gio 3, 2), annuncia il profeta Giona. I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo. E poiché la notizia era giunta al re di Ninive, questi si alzò dal trono, si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere. Poi, per decreto del re e dei suoi grandi, fu reso noto in Ninive un ordine di questo tipo: «Uomini e animali, armenti e greggi, non assaggino nulla; non vadano al pascolo e non bevano acqua; uomini e animali si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si converta dalla sua malvagità e dalla violenza compiuta dalle sue mani. Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non periamo» (Gio 3, 5-9).
Ancora quaranta giorni: questo monito vale anche per noi, forse più di quanto non valesse per i Niniviti. Vale per questo mondo corrotto e ribelle, che ha tolto la corona regale a Cristo per farvi regnare Satana, omicida sin dal principio. Vale per le nazioni un tempo cattoliche, in cui l’orrore dell’aborto, dell’eutanasia, della manipolazione genetica, della perversione dei costumi grida vendetta al Cielo. Vale per la Chiesa, infestata da falsi pastori e da mercenari, resisi servi e complici del Principe di questo mondo, e che considerano nemici i fedeli loro affidati. Vale per ciascuno di noi, che dinanzi a questa sovversione universale crediamo di poterci sottrarre al combattimento cercando riparo nella confortevole prospettiva dell’intervento miracoloso di Dio, o fingendo di poter convivere con i Suoi nemici, accettando i loro ricatti a patto che ci lascino i nostri piccoli spazi in cui celebrare la Messa tridentina.
Ancora quaranta giorni: è il tempo che ci separa dal paventato documento “pontificio” con cui l’autorità di Pietro, istituita per preservare l’unità della Fede nel vincolo della Carità, verrà nuovamente usata per accusare di scisma chi non vorrà piegarsi a nuove, illecite restrizioni di ciò che per duemila anni è stato il più prezioso tesoro della Chiesa e il più tremendo baluardo contro gli eretici: il Santo Sacrificio della Messa; e colui che lacera la veste inconsutile di Cristo diffondendo eresie e scandali cercherà di bandire dal sacro recinto chi rimane fedele al Signore.
Ancora quaranta giorni: è il tempo propizio nel quale ciascuno di noi, nel segreto della sua camera, potrà pregare, digiunare, fare penitenza, donare elemosine e compiere opere buone per espiare le proprie colpe, per riparare ai peccati pubblici delle nazioni, per implorare la Maestà divina di non abbandonare la Sua eredità, la Santa Chiesa, all’obbrobrio di essere dominata dalle nazioni (Gio 2, 12).
Con queste disposizioni, cari figli, non occorrerà ricordarvi la legge dell’astinenza e del digiuno, perché saprete accumulare quei tesori spirituali che nessun potere terreno potrà sottrarvi, e che saranno la migliore preparazione alla celebrazione della Pasqua che ci attende alla fine del percorso quaresimale.
In cinere et cilicio: la cenere sia segno della vanità del mondo, dell’illusorietà delle sue promesse, dell’inesorabilità della morte temporale; il cilicio pungente che i soldati usavano per le vesti ci sproni alla buona battaglia, come ci esorta la preghiera conclusiva della Benedizione delle Ceneri: Concede nobis, Domine, præsidia militiæ christianæ sanctis inchoare jejuniis: ut contra spiritales nequitias pugnaturi, continentiæ muniamur auxiliis. Concedi a noi, Signore, di iniziare con santi digiuni le difese della milizia cristiana, affinché siamo muniti della protezione della continenza, dovendo combattere contro nemici spirituali.
E così sia.+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
22 Febbraio MMXXIII
Feria IV Cinerum
27 commenti:
Parce Domine, parce populo Tuo...
Perdonatemi, ma non posso concordare con la posizione del Governo italiano sulla crisi Ucraina.
La sudditanza a Biden nuoce in maniera drammatica agli interessi del nostro Paese, compromettendone oltretutto e in modo serio la sicurezza.
Tutto questo per prendere le parti di uno Stato che non è esente da colpe per quanto gli è accaduto e verso il quale noi non abbiamo alcun obbligo di trattato, essendo l'Ucraina fuori dalla NATO.
Il ruolo del nostro Paese dovrebbe essere quello di mediatore internazionale fra le parti in lotta, di promotore di un processo di pace, senza schierarsi in alcun modo, pur assicurando un conveniente supporto umanitario alle popolazioni civili vittime del conflitto. Siamo una nazione che per vocazione, per posizione geografica e per disponibilità di materie prime, non può permettersi nemici né da una parte, né dall'altra. Ne rimarrebbe inevitabilmente schiacciata in ogni caso.
G.Morcellini -
Sono anni che i governi non rispondono agli Italiani, ma a poteri stranieri, anglo/americani, meglio apolidi. Il popolo è stato drogato, corrotto, plagiato. Non sa più chi è.
Vedo le immagini della Meloni con Zelensky.
Siamo arrivati a un tale grado di vergognosa sottomissione alla demo-plutocrazia americana, che mi viene da piangere.
L'impero del dollaro comanda, noi europei ubbidiamo - e mandiamo armi in Ucraina- come cagnolini scondinzolanti.
Mai la politica degli Stati è stata tanto asservita al potere del denaro. L'oro trionfa mentre lo spirito muore.
Martino Mora
DIVIDE ET IMPERA
Locuzione attribuita a Filippo il Macedone, significa «dividi e conquista». Se in un gruppo di persone si semina discordia, divisione e rivalità si otterrà la perdita di forza e la conseguente vulnerabilità dei soggetti che lo compongono. Chi vuole conquistare deve dividere, quantomeno facilità di molto il risultato. “Se un regno è diviso in parti contrarie, quel regno non può durare”, dice Gesù Cristo nel Vangelo di San Marco.
Questa locuzione è valida in molteplici campi, dall’arte militare alle più svariate situazioni della vita. Pensiamo alla famiglia. Laddove marito e moglie sono uniti dall’amore rispettoso e coesi nelle decisioni, che concernono loro stessi e la progenie, è molto difficile che si verifichino perniciosi naufragi. Non è un caso che etimologicamente diavolo significhi “separatore”. La separazione, invece, è cosa buona e giusta quando concerne la verità; non si deve fare comunione con l’errore. Citandomi, posso aggiungere che il capolavoro di satana non è la divisione, ma la concordia nell’errore.
Roberto Bonaventura
Elucubrazioni Latine
«Cum ieiunatis, nolite fieri sicut hypocritae, tristes.» (Mt 6, 16)
La Meloni chi rappresenta?
Vedo la Meloni e mi par di vedere Draghi e complici.
Il vecchio Cavaliere, se non altro, a volte sa distinguersi (nel bene e nel male).
Il declino progressivo dell'Occidente si nota anche dalla pochezza dei suoi uomini politici di punta, che nell'ultimo trentennio ha raggiunto vette ineguagliate.
Oggi la politica è a rimorchio della finanza come non mai.
Non si capirebbe altrimenti la sudditanza patetica dei vertici italiani ed europei, che sanno di contare poco o nulla nel circo mondiale dei burattinai.
Gz
Siamo alla comiche nella Chiesa di Bergoglio, dove l'ecologia ha preso il posto della teologia: "Quaresima: un tempo per disinvestire nei fossili - i cattolici sono chiamati a osservare il digiuno del gas" (dall'Osservatore Romano, il giornale del Vaticano)
Salvatore Canto
QUARESIMA 2023 - S.E.R. Raymond Leo Burke : TEMPO DI CONVERSIONE - "Signore fa che io veda di nuovo"
Scuola Ecclesia Mater IPC
https://www.youtube.com/watch?v=EGRX8qsCfGc
Messaggio di S.E.R. Card. Raymond Leo Burke, ai partecipanti al raduno invernale della Scuola Ecclesia Mater.
"Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore, vostro Dio".
Anche a me dà fastidio vedere il servilismo subliminato di GM, ma, francamente, dopo le roboanti dichiarazioni, giusto un anno fa, di MD, non poteva fare altro, forse restare un po' più dritta, io mi sento la coscienza pulita, non l'ho votata e quindi, male per chi pensava che con un governo di cdx si potesse fare chissà che, la triste verità è che non serviamo più, politicamente l'asse si è spostato dal sud al nord, adesso tocca alla Polonia strategicamente molto più utile, leggo che il governo ucraino ha stipulato contratti col fondo di investimenti Black Rock, USA and co. per la ricostruzione, quindi per noi neanche mattoni possiamo fornire, in compenso, è uscito il nuovissimo libro di Schwab titolo : La IV rivoluzione industriale, prefazione di John Elkan.......per palati raffinati.
Ci sta insegnando ora, anche grazie alla Sua storica e multilaterale competenza il Generale Tricarico che, nel caso dell'Ukraina, una volta di più con gli USA "siamo entrati in una guerra senza stabilire prima a qual punto vogliamo fermarci" - E prosegue: "Così come è accaduto con Milòsevic, Gheddafi, Assad e con l'esperienza tragica dell'Afghanistan". - Infine "che sarebbe opportuno che qualcuno di questi politici, che straparlano senza molto costrutto, facesse comprendere a Zelenski che, se va avanti così, nella UE non entrerà mai.".
L'esperienza tragica non pare sia stata solamente quella dell'Afghanistan: il dramma è che siamo in mano non da oggi ad apprendisti stregoni -i cosiddetti leaders mondiali- ignoranti della storia, incapaci nella politica, e in alcuni casi in aggiunta corrotti (ad esempio la von der Leyen).
Speriamo in Dio, anche se la Sua misericordia è infinita, ma la Sua pazienza forse no. God bless us !
(Arnaldo T. Maria Canziani)
Un Paese che deve ancora ricostruire città per il terremoto e con la sanità in ginocchio non può mandare armi per un'assurda guerra che, tra l'altro, l'Ukr non potrà mai vincere. E' immorale, oltre che indecente.
@23 febbraio, 2023 16:03
E come se non bastasse vanno avanti a testa bassa con la martellante pubblicita'della transizione energetica "io,noi e il sole" con l'ausilio di quella famosa campionessa paralimpica popolare in grado di influenzare l'opinione pubblica riguardo a certi argomenti. Senza contare poi della sfiancante spinta verso le sole carte di credito e quant'altro. Sembra proprio che debba regnare satana in persona!
L'Osservatore Pagano e gli ecologisti da sacrestia
https://lanuovabq.it/it/losservatore-pagano-e-gli-ecologisti-da-sacrestia
@23 febbraio, 2023 15:25
Ma si puo' sapere quale sarebbe il vero autentico fine di tutta questa carneficina ?
Quanto sangue martire !
Il vero fine? Il dominio mondiale di coloro che hanno "per padre il diavolo".
Male per quelli che, votando G Meloni, hanno pensato che un governo di CD potesse fare chissà che...
Ma chi è che votando per Meloni ha pensato che il suo goveerno di CD potesse fare chissà che? Forse qualche anima candida.
Si è dovuta votare l'unica alleanza possibile per non avere la legge Zan e l'utero in affitto approvato per legge, per poter mantenere l'obiezione di coscienza nella 194 (sempre più attaccata dalle sinistre), per avere un esecutivo che almeno tentasse di opporsi all'invasione dei pseudomigranti, che mettesse mano alla riforma della giustizia (cosa che sta facendo con Nordio, una battaglia durissima e dall'esito tutt'altro che scontato, come si può vedere); che in qualche modo aiutasse le famiglie. Anche bloccare l'invasione è tutt'altro che facile, troppi poteri forti la sostengono, ma i risultati sono stati finora modesti non certo per colpa della Meloni.
Purtroppo, la guerra in Ucraina è un campo nel quale non ci si potevano aspettare mutamente di rilievo. Per tante ragioni, la più importante della quale è che gli Stati europei sono trattati dagli americani come vassalli. Il sabotaggio del famoso oleodotto Nordstream (un fatto molto grave) ha fatto subito capire che con l'attuale dirigenza americana non si scherza, sono pronti a colpire in modo spietato, persino gangsteristico.
Naturalmente, ci si può sempre ribellare e si spera sempre, anche invano, in un atto di coraggio, quale p.e. chiedere che vengano chiaramente, finalmente definiti gli scopi di guerra dell'Ucraina che stiamo aiutando, se solo difensivi questi scopi o se offensivi, miranti cioè a sconfiggere la Russia e addirittura a far cadere il regime (obbiettivo utopistico ed anche demenziale, che nessuna persona normale si augura).
Forse l'unica buona notizia sulla guerra è l'indiscrezione di un ministro svizzero, secondo la quale colloqui segreti sono in corso in Svizzera, tra russi e altri, tra funzionari di grado inferiore. Chi siano gli altri non viene specificato (il Giornale di oggi).
Le cifre delle perdite russe fornite da ucraini e americani non sono credibili, tuttavia le perdite devono essere alte per tutti e due gli eserciti, probabilmente stremati, allo stato incapaci di sopraffarsi.
Tornando ai nostri politici: l'unico che in politica estera sembra avere una visione più ampia è il Cavaliere, da prendere con le molle per altri aspetti, lo sappiamo. La mancanza nostra di spessore in politica estera forse proviene anche dalla mediocrità in cui da secoli
vegetavano gli Staterelli preunitari, consunti e divorati dalle tarme, circoscritti alla parrocchia e al campanile, al dialetto, impossibilitati a pensare in grande: un fattore ereditario negativo, una tabe che appare incurabile.
Z
@ Anonimo 16:03 : concordo pienamente col professor Nicola Liberio : è ora che queste voci si levino, alte e numerose, per giungere alle orecchie di Giorgia Meloni e farla rinsavire, visto che da novella Giovanna D'Arco, appena giunta al governo ha gettato alle ortiche l' armatura per indossare il grembiule da servetta dei guerrafondai euroatlantici (Ue, Usa, Biden, élite mondialista, Nato, ecc.)
Purtroppo il governo attuale si guarderà bene dal toccare la 194 e le altre, si obbedirà secondo copione, capisco non sia facile, ma la vedo nera per noi Italiani, avere notizie più o meno veritiere è cosa difficile, ma secondo alcune fonti no gov. si parla di 350.400.000 morti per UA, 200.000 per i Russi, riferisco quello che ho sentito, il generale Mini, uno dei pochi che vede chiaro, dice che l'Occidente sta facendo una vera e propria follia, svuotando i propri arsenali e rimanendo sguarnito, in primis l'UE, VP non ha ancora schierato e messo in campo tutto quello di cui dispone, staremo a vedere, mi piace spezzare una lancia in favore di JMB, attaccato ingiustamente perché nei suoi appelli alla pace non nomina mai il mostro aggressore, lui è un capo religioso, deve pregare per la pace, non fare scelte politiche schierate, che ne ha già fatte fin troppe, ho letto che sta male, ufficialmente influenza e grosso raffreddore, ma voci parlano di cure radio terapiche 2 volte a settimana ed altri acciacchi.
Le cifre dei caduti.
Durante una guerra non si riesce a sapere niente di sicuro. Sulla I e sulla II gm sappiamo quasi tutto, ma dopo anni di studi e di analisi di tonnellate di documenti.
Tuttavia ci sono delle impressioni che successivamente si rivelano abbastanza vicine al vero.
Le cifre di 350-400.000 morti per gli ucraini e di 200.000 per i russi non sono credibili. Oltre ai morti bisogna aggiungere i feriti e i dispersi. Se i morti sono così tanti, sommandovi i feriti e i dispersi, ai due eserciti non dovrebbe esser rimasto quasi niente con cui combattere.
Sono cifre da I gm. Ma a quel tempo si combatteva con sciagurati attacchi a ondate delle fanterie (decine di migliaia di uomini) allo scoperto contro trincee e bunker protetti da filo spinato e dal tiro incrociato delle mitragliatrici.
Le ecatombi furono spavaentose, come lo furono sul fronte orientale nella II gm, perché Stalin dovette puntare anch'egli sugli attacchi frontali delle fanterie,nonostante disponesse di notevoli divisioni corazzate con tutto il loro seguito.
Per quanto se ne sa, nella campagna ucraina attuale non ci sono stati combattimenti di questo tipo. Ci sono stati combattimenti sanguinosi, ma stile Stalingrado, casa per casa. Ci devono esser stati anche migliaia di caduti nei tanti mezzi corazzati e meccanizzati inceneriti dai missili anticarro. Ma anche così siamo lontani dalle cifre indicate.
Comunque, i due eserciti sembrano entrambi provati e soprattutto privi della capacità di inferire un colpo mortale all'altro, salvo imprevisti al momento non quantificabili.
Buon senso vorrebbe che qualche governo occidentale si facesse paladino di una seria proposta di pace, previa sospensione immediata dei combattimenti. Invece niente.
Al contrario, in Occidente, i media fanno o ospitano discorsi surreali su come organizzare la ricostruzione dell'Ucraina dopo l'immancabile vittoria dell'Ucraina contro la Russia. Si è creato un clima per cui l'estate prossima gli ucraini dovrebbero vincere a mani basse la guerra, dopo essersi ben addestrati sui nuovi mezzi occidentali nel frattempo ricevuti.
Si pensa a vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso.
La follia regna sovrana e anche la cattiveria, poiché non si tiene alcun conto dei grandi sacrifici e drammi imposti alle disgraziate popolazioni.
Miles
Messaggio quaresima Viganò
https://m.youtube.com/watch?v=IXQozht9mjY&feature=share
L’IMPERO EUROPEO
✒️Giorgio Agamben
[…] Vediamo che l’Europa che si è costituita come un patto fra stati nazionali, non solo non ha né ha mai avuto alcuna realtà al di fuori della moneta e dell’economia, ma è oggi ridotta a un fantasma, di fatto integralmente assoggettato agli interessi militari di una potenza ed essa estranea…
Se si vuole che qualcosa come l’Europa acquisisca una realtà politica autonoma, ciò sarà possibile solo attraverso la creazione di un’Impero europeo simile a quello austro-ungarico o all’Imperium che Dante nel De monarchia concepiva come il principio unitario che doveva ordinare come «un ultimo fine» i regni particolari verso la pace. È possibile, cioè, che, nella situazione estrema in cui ci troviamo, proprio modelli politici che sono considerati del tutto obsoleti possano ritrovare un’inaspettata attualità. Ma per questo occorrerebbe che i cittadini degli stati nazionali europei ritrovassero un legame con i propri luoghi e con le proprie tradizioni culturali abbastanza forte da poter deporre senza riserve le cittadinanze statuali e sostituirle con un’unica cittadinanza europea, che fosse incarnata non in un parlamento e in commissioni, ma in un potere simbolico in qualche modo simile al Sacro Romano Impero. Il problema se un tale Impero europeo sia o meno possibile non c’interessa né corrisponde ai nostri ideali: nondimeno esso acquisisce un significato particolare se si prende coscienza che l’attuale comunità europea non ha oggi alcuna reale consistenza politica e si è anzi trasformata, come tutti gli stati che ne fanno parte, in un organismo malato che corre più o meno consapevolmente verso la propria autodistruzione.
Giorgio Agamben
6 Febbraio 2023
Il Sacro Romano IMpero del tempo che fu si fondava sulla fede cristiana.
Il trono non aveva senso senza l'altare. Fu sempre dilaniato dalle lotte interne e dal contrasto anche grave tra i due sommi poteri ma almeno contribuì a mantenere l'unità spirituale e morale dei popoli europei per diversi secoli. Politicamente limitato ed instabile ma moralmente stabile, grazie alla fede nei valori essenziali del cristianesimo, garantiti dalla Chiesa.
Ora, parlare di un futuro "impero europeo" ispirato ai modelli del passato mi sembra del tutto utopistico ed anzi assurdo se tale impero europeo prescinde del tutto dalla religione. Quali dovrebbero essere i valori di un possibile futuro impero europeo? E ci potrebbe essere una dinastia regnante? Le classi dirigenti europee sono in gran parte via di testa e la Chiesa attuale pure: il grande problema sembra essere quello della "benedizione alle coppie omosessuali"! O il sacerdozio alle donne. Ci rendiamo conto in quale abisso siamo caduti?
Agamben e gli intellettuali laici come lui non considerano mai il fattore religioso, che ha un'importanza fondamentale. Né sembrano capaci di andare alle cause profonde della decadenza morale attuale.
Perciò le loro proposte restano astratte.
Bisogna in primo luogo tornare alla fede, alla vera fede cattolica.
L'impero cristiano medievale fu possibile solo perché l'impero romano era diventato cristiano (AD 315-381). L'impero medievale ne raccolse l'eredità. Oggi, siamo nel gorgo dell'Apocalisse, i poteri forti (dei Biden, dei Soros, etc) ci stanno follemente coinvolgendo in una catastrofe spirituale prima ancora che politico-militare.
L'imperativo non è tanto quello di pensare ad un'Europa unita su una diversa base, non meglio identificata; è quello di combattere contro i nostri persecutori, veri e propri nemici del genere umano, perché coscienti distruttori delle identità nazionali, dei popoli, delle famiglia, degli Stati.
PP
Riposte laïque
Ukraine-24 février : un jour d'asservissement pour la presse française
La tour Eiffel illuminée aux couleurs de l'Ukraine
Dove si può vedere anche un'immagine della torre illuminata, espressione della certezza della sfolgorante 'vittoria finale' di NATO, USA, UE.
Anche Marine Le Pen si è prudentemente allineata dalla parte dei vincitori.
Bravo, PP!!! Noi cattolici siamo molto contaminati dall ipocrisia e non siamo più in grado di riconoscere il bene dal male, non siamo più capaci di dire, con consapevolezza ed in verità, si sì, no no.
L'AntiDiplomatico (post Telegram)
Dove compare un manifesto di FdI con la dicitura:
Vittoria!
È stata approvata la nostra risoluzione per la tutela del patrimonio culturale ucraino che impegna il governo a restaurare i beni culturali e a sostenere gli artisti ucraini.
Federico Mollicone
Deputato Responsabile nazionale
Cultura Fratelli d'Italia
Dal manifesto si deduce la certezza della vittoria e l'impegno del governo per la ricostruzione in Ucraina.
NON SONO IO CHE LO SCRIVO.
@ Miles
Vero che è difficile credere alle narrazioni, ma sul numero dei soldati russi pare ci sia concordanza con quanto comunicato da fonti NATO e USA, per i morti ucraini si fa fatica perché sono in massima parte civili usati da VZ come scudi umani e quindi con pesantissime perdite umane, ho visto filmati di vari corrispondenti indipendenti, anche se con molti pixel per attenuare la vista, erano impressionanti montagne di cadaveri in stato pietoso, ho letto da fonti provenienti da Romania e dintorni che gli Ucraini stanno scavando un canale con pareti alte 6 metri alla foce del Danubio, per fare passare navi e quant'altro, i Romeni sono molto preoccupati, sarebbe un disastro ecologico, al momento non si sa altro anche perché VZ fa arrestare tutti i corrispondenti esteri not aligned e sequestra tutto il materiale, alcuni di loro sono stato malmenati e quindi è sempre più difficile far uscire news non di regime.
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