Di seguito il testo dell’intervista di Martina Pastorelli al vescovo Giampaolo Crepaldi pubblicata il 14 dicembre scorso dal quotidiano “La Verità” con il titolo “Il caso ONG? La carità senza verità fa danni”; dal sito dell'Osservatorio Card. Van Thuân.
“La divisione nella Chiesa riguarda l’intero quadro della fede”.
Crepaldi a “La Verità”
Eccellenza, che cosa sta succedendo?
C’è un problema di fede anche tra prelati?
«C’è il problema di come intendere la fede».
Martina Pastorelli - Fonte
L’inchiesta della Procura di Ragusa sul traffico di migranti clandestini di cui questo giornale sta dando conto in solitaria, ha gettato una luce sinistra sull’impegno sociale di tanti esponenti ecclesiali e rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso di una credibilità da tempo in esaurimento: molte persone sono disorientate e tra i cattolici cresce lo sconforto nel vedere che, davanti alle sfide del presente, la Chiesa di Roma sembra vivere un momento di debolezza e una sorta di crisi di identità rispetto al pensiero mondano.
L’ostinato rifiuto a riconoscere la gravità della situazione da parte dei chierici coinvolti nello scandalo dei finanziamenti alla Ong di Luca Casarini – dal presidente della Cei in giù – peggiora le cose, e va ad aggiungersi a una diffusa perplessità di fronte al misterioso allineamento del Vaticano sui temi dell’agenda mondialista: ultima in ordine di tempo la teoria del riscaldamento climatico causato dall’uomo, con la quale si ribalta l’antropocentrismo cristiano.
Nel silenzio desolante delle gerarchie si staglia una delle sue voci più autorevoli: quella di monsignor Giampaolo Crepaldi, che prima di essere nominato da papa Benedetto XVI Vescovo di Trieste (ora è emerito), aveva guidato il Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ed è uno dei più profondi conoscitori della Dottrina Sociale della Chiesa. Su questa fase particolarmente difficile, Crepaldi ha accettato di fare chiarezza. Le sue parole vanno lette attentamente poiché delineano un quadro grave, con la Chiesa che si adegua alle nuove emergenze create artificialmente, smarrisce la sua missione salvifica conformandosi e riducendosi ad agenzia etica, dimentica come debbano coniugarsi verità e carità per essere autentiche, ed è incapace di discernere sui fini finendo per stringere alleanze improvvide (caso Mediterranea docet). Il prelato ricorda anche una cosa molto importante, ovvero che non esiste il positivismo cattolico, il che implica che non tutto quello che viene insegnato dall’alto coincide con la verità. Infine, delinea una divisione nella Chiesa che non tocca solo qualche tema specifico ma l’intero impianto della fede.
Eccellenza, che cosa sta succedendo?
«Credo che le difficoltà del momento derivino in particolare dall’ansia pastoralista che rischia di venire anteposta alla luce della dottrina. Il giusto desiderio di esserci, di fare, di incontrare il mondo e di collaborare rischia di diventare criterio in se stesso, piuttosto che illuminata applicazione di un criterio dottrinale».
In questa fase di emergenza perenne l’Occidente sembra essere in balia di un centro di potere sovranazionale che bypassa il volere dei popoli: è a rischio la democrazia delle nostre società? E quale dovrebbe essere, in questa situazione, il ruolo della Chiesa?
«Su questo argomento faccio mie le analisi e le conclusioni che l’Osservatorio cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa ha di recente espresso nel suo Rapporto annuale dedicato a “Un Deep State planetario, la politica governata dall’ombra”. Esiste un sistema globale e coordinato che mette a rischio non solo la democrazia, dato che intende riplasmare una nuova umanità. La Chiesa, io penso, dovrebbe affrontarlo criticamente».
Questa nuova oligarchia mondiale mira a una società fondata sulla tecnologia e su una morale ambiguamente umanistica, post-naturale e post-cristiana. A questa pressione, che vuole la distruzione della natura e della soprannatura, i cattolici, laici e uomini di Chiesa, si adeguano o tentano di opporsi?
«In generale prevale l’adeguamento, anche se esistono realtà del mondo cattolico le quali sono contrarie al nuovo globalismo che sradica gli individui dalle società naturali, si oppongono a una unica religione universale delle buone pratiche come già voleva Immanuel Kant e poi illuminismo e massoneria, e sono critiche sulle nuove emergenze costruite artificialmente e le nuove conversioni richieste – e spesso imposte – dal potere politico».
Quali conseguenze comporta il fatto che oggi la Chiesa sembra relegata al ruolo di agenzia caritatevole mentre la fede pare ridotta a buone pratiche sociali?
«Comporta il pericolo che essa perda di vista la sua unicità salvifica e che diventi una delle tante agenzie di etica sociale secondo i desideri del mondo. Capita così che nella festa dell’Immacolata Concezione, come è successo lo scorso 8 dicembre, ci si limiti a dire che Maria Immacolata si opporrebbe oggi al “femminicidio”».
Questo sbilanciamento su certi temi – penso all’immigrazione – fa incappare in strumentalizzazioni, come accaduto nella vicenda dei finanziamenti ecclesiali all’Ong di Luca Casarini, imputato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Cosa ha pensato nel leggere i commenti sprezzanti degli indagati verso i suoi confratelli, ai quali veniva chiesto continuamente danaro?
«Credo che, come suona il titolo dell’enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate”, bisogna sempre fare la carità nella verità, oltre che, naturalmente, il contrario. Ho l’impressione che nella vicenda da lei ricordata ciò non sia stato fatto in modo adeguato».
Tra i protagonisti delle chat che rivelano i maneggi per ottenere fondi, c’è il cappellano della Mare Jonio, don Mattia Ferrari (che agli attivisti suggeriva pure le formule da scrivere: «Voi ci avete detto che noi facciamo l’opera di Dio? Se volete che questa opera di Dio continui, ci servono i finanziamenti»), il quale ha finito per coinvolgere – e dunque esporre – non solo cardinali e vescovi ma persino la figura del Santo Padre. Quanto danno crea tutto ciò presso i fedeli?
«Nella Chiesa di oggi si è fatta strada l’idea che si possa collaborare con tutti. Questo però non è vero, perché ad unire le persone in una comune azione sono i fini e se i fini discordano è bene non collaborare. La valutazione dei fini, però, richiede criteri dottrinali e non solo pratici».
Alle «Tavole di Assisi» lei ha ricordato le parole di Benedetto XVI: «Cristo accoglie tutti ma non accoglie tutto»: perché invece oggi la Chiesa collabora con persone, realtà e associazioni che promuovono pratiche in aperto contrasto con la dottrina, come aborto od omosessualità? Come mai tante realtà cattoliche fanno propria l’Agenda Onu per il 2030?
«Come già accennato, se vogliamo andare ancora più a fondo bisognerebbe esaminare le trasformazioni teologiche avvenute specialmente nel campo della teologia morale, in particolare il concetto di peccato come “inadeguatezza”, per cui tutti saremmo sulla buona strada, solo che alcuni sarebbero più avanti e altri più indietro. Ma nessuno fuori».
Oggi la voce della Chiesa si unisce a quella delle istituzioni che parlano di cambiamento climatico di origine antropica dando così l’impressione di avallare drastiche soluzioni, in nome di un’ideologia che vede la persona come elemento di disturbo per l’ecologia naturale. Che cosa ne pensa?
«Certamente le ideologie dell’ambientalismo e del climatismo ad origine umana hanno come scopo, perfino da loro non troppo nascosto, di eliminare il primato dell’uomo derivante dal suo essere ad immagine di Dio. Ci sono anche correnti teologiche che negano la “gerarchia dell’essere”. Le dottrine dell’antispecismo o movimenti come Extinction rebellion pretendono la fine del primato dell’uomo. Simili posizioni non sono compatibili con la dottrina cattolica».
In una recente intervista a questo giornale il vescovo statunitense Joseph Strickland ha parlato di un “programma” che verrebbe da alcuni ambienti vaticani che è in contrasto con il Vangelo e il deposito della fede. Lo pensa anche lei?
«L’espressione da lei adoperata di “ambienti vaticani” fa riferimento a singoli uomini di Chiesa che hanno una particolare formazione teologica e condividono tra loro l’idea di dover far fare alla Chiesa alcuni passi che su alcuni punti sembrano contrastare con la tradizione e il deposito della fede. Cosa pensare? Da un lato bisogna ricordare che non esiste un “positivismo cattolico” per cui tutto quanto viene insegnato dall’alto sia anche automaticamente vero. Dall’altro che gli uomini si agitano, ma è Dio che li conduce».
Dentro la Chiesa, sia nella gerarchia che tra i fedeli, si registra una progressiva radicalizzazione che ne mette sempre più in pericolo l’unità, tanto che si parla del rischio di uno scisma: le pare concreto?
«La Chiesa è una sola, ma in questo momento le tensioni sono molto forti e investono tutti i livelli ecclesiali. C’è una forte contrapposizione, che spesso rasenta l’incomunicabilità, che non riguarda solo qualche tema specifico ma l’intero quadro della fede cattolica. Questo contrasto era rimasto a lungo sotterraneo, ora è esploso».
C’è un problema di fede anche tra prelati?
«C’è il problema di come intendere la fede».
Martina Pastorelli - Fonte
21 commenti:
Quando sei disperato....
(S. Agostino)
Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda.
Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane.
Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona.
Se la morte ti spaventa, e temi il mistero e l'ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia.
Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde; è con noi, quando ci crediamo soli; ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni.
Colpisce che a segnalare la discrasia non dia una fonte diocesana, ma un quotidiano nazionale...
Errata corrige: non sia...
Il “teologo” (nordico) ai fedeli (troppo) in preghiera ed inginocchiati: “siete divisivi e turbate il clima di inclusività”.
Tempo d'Avvento: Maria Santissima porta in grembo Gesù. San Giuseppe veglia.
La Chiesa deve stare in questa scena, nascosta al mondo e che il mondo detesta.
Meravigliosa meditazione dall'Ufficio delle letture odierno
Dai «Discorsi» del beato Isacco della Stella, abate (Disc. 51; PL 194, 1862-1863. 1865)
Maria e la Chiesa
Il Figlio di Dio è il primogenito tra molti fratelli; essendo unico per natura, mediante la grazia si è associato molti, perché siano uno solo con lui.
Infatti «a quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 12).
Divenuto perciò figlio dell'uomo, ha fatto diventare figli di Dio molti.
Se ne è dunque associati molti, lui che è unico nel suo amore e nel suo potere; ed essi, pur essendo molti per generazione carnale, sono con lui uno solo per generazione divina.
Il Cristo è unico, perché Capo e Corpo formano un tutt'uno.
Il Cristo è unico perché è figlio di un unico Dio in cielo e di un'unica madre in terra.
Si hanno insieme molti figli e un solo figlio.
Come infatti Capo e membra sono insieme un solo figlio e molti figli, così Maria e la Chiesa sono una sola e molte madri, una sola e molte vergini.
Ambedue madri, ambedue vergini, ambedue concepiscono per opera dello Spirito santo senza concupiscenza, ambedue danno al Padre figli senza peccato.
Maria senza alcun peccato ha generato al corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i peccati ha partorito al Capo il corpo.
Tutt'e due sono madri di Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza l'altra.
Perciò giustamente nelle Scritture divinamente ispirate quel ch'è detto in generale della vergine madre Chiesa, s'intende singolarmente della vergine madre Maria; e quel che si dice in modo speciale della vergine madre Maria, va riferito in generale alla vergine madre Chiesa; e quanto si dice d'una delle due, può essere inteso indifferentemente dell'una e dell'altra.
Anche la singola anima fedele può essere considerata come Sposa del Verbo di Dio, madre figlia e sorella di Cristo, vergine e feconda.
Viene detto dunque in generale per la Chiesa, in modo speciale per Maria, in particolare anche per l'anima fedele, dalla stessa Sapienza di Dio che è il Verbo del Padre: fra tutti questi cercai un luogo di riposo e nell'eredità del Signore mi stabili (cfr. Sir 24, 12).
Eredità del Signore in modo universale è la Chiesa, in modo speciale Maria, in modo particolare ogni anima fedele.
Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo della fede della Chiesa sino alla fine del mondo, nella conoscenza e nell'amore dell'anima fedele per l'eternità.
"...tra i cattolici cresce lo sconforto nel vedere che, davanti alle sfide del presente, la Chiesa di Roma sembra vivere un momento di debolezza e una sorta di crisi di identità rispetto al pensiero mondano".
Questo momento di debolezza già dura quase 60 anni. La libertà religiosa prima di essere promulgata nella DH è stata promulgata fu promulgato dalle Nazioni Unite nella Dichiarazione universale dei diritti umani nel 1948.
Negli anni '70, P. Fabbro ha già denunciato questa "crisi di identità" dicendo:
"Perciò ci si può chiedere: quale messaggio di salvezza può annunziare al mondo una teologia che demitizza gli eventi di salvezza, che lascia in ombra – qualcuno li nega o li omette completamente – i misteri e dogmi fondamentali del Cristianesimo per applicarsi unicamente alle strutture socio-politico-economiche dell’uomo rifiutando il mistero della caduta e della redenzione dell’uomo ridotti a mera «metafora»? Quale principio di rinnovamento può essere una teologia che secolarizza senza scrupoli la morale e, quasi vergognosa dell’ideale di purezza e povertà cristiana, irrompe anch’essa per un’esistenza all’insegna del piacere, al rifiuto del sacrificio, per la celebrazione aperta del sesso (pornoteologia): brevemente, per allinearsi alla lotta di classe, per proclamare l’innocenza liberatrice degli istinti con la brutalità della psicanalisi più retriva? Che deve fare il mondo, o cosa può fare di una teologia senza pudore, che disarma di fronte al male? Cosa può significare per la società consumistica, che sprofonda nella noia e nella ribellione dell’atto gratuito, una teologia che per salvare il mondo si abbevera al veleno che intossica il mondo?" Cornelio Fabro: siamo di fronte all’irrompere di una «pornoteologia» che si abbevera al mondo - https://www.iltimone.org/news-timone/cornelio-fabro-siamo-di-fronte-allirrompere-di-una/
Mons. Crepaldi, Stefano Fontana e Osservatorio Van thuan hanno molti meriti, ma con tutto il rispetto questo tipo di affermazioni e la riduzione dei problemi all'attuale pontificatonon è onesto. Bergoglio, non è una meteora che è caduta dal cielo.
Cerca l'enciclica Caritas in veritate, ricordo la sua analise HUMANIST MANIFESTO - http://catholicapedia.net/Documents/abbe_scott_peter/2009-07_Fr.Peter-Scott-SSPX_THE-HUMANIST-MANIFESTO.pdf - fatta dal P. Peter Scott, FSSPX dove se vede chiaramente dei nuovi concetti di carità e verita, come i suoi sviluppi:
Carità
Yet the similarity with Catholic teaching goes no further than the words used, words whose meaning is radically changed. The first inkling of this is contained in the very title. The encyclical is not addressed uniquely to Catholics, but also to “all people of good will.” The understanding and acceptance of this document is not something that requires the Catholic Faith. This is also clearly apparent from the introduction, which does not pretend to outline the principles of a Catholic social order, but rather the principle for integral human development” for all men, which is charity. There is, from the very beginning of this encyclical, a new concept of charity, which “is the principal driving force behind the authentic development of every person and of all humanity” (§1) ! Clearly the Pope cannot be speaking of the supernatural and infused virtue of charity, for that would be to affirm that every man is in the state of sanctifying grace and that no man is in mortal sin !
No, the “charity” of which he writes belongs to every man : “Because it is a gift received by everyone, charity in truth is a force that builds community, it brings all people together without imposing barriers or limits“ (§34). He is referring to the new concept of charity that he elaborated in his very first encyclical Deus caritas est. There he explained the Church’s “true humanism” (Deus caritas est, §§ 9, 30), pretending to teach man his humanity by rising above the distinction between a natural self-love and a divine self-sacrificing love, for “the more the two (eros and agape) find a proper unity in the one reality of love, the more the true nature of love in general is realized” (Ibid.,
§8). Love is consequently a “single reality” (ibid.).
No longer ought we to speak of supernatural charity as such, but we must rather say that charity knows no such distinctions but embraces all human love. Hence the definition of charity in this present encyclical : “Charity can be recognized as an authentic expression of humanity, and as an element of fundamental importance in human relations” (§ 3). Charity belongs, then, to all mankind, and is characteristic of all good human relations. This is pure naturalism, which equates the natural and supernatural motives for charity by merging them into one. There is consequently no distinction to be made between the Church’s supernatural role with respect to her own members and a much more extensive, more universal, and higher role that she has with respect to all of humanity, and which the Pope proclaims to be her ultimate purpose.
Verità:
'Here is the Pope’s definition of truth, playing on the Greek expression for the Word (of God): “Truth, in fact, is lógos which creates diá-logos, and hence communication and communion.” Truth requires communication with others’ truth. The very next sentence explains what he means by communication, namely if a person is not willing to let go of his personal opinions, he cannot have the truth: “Truth, by enabling men and women to let go of their subjective opinions and impressions, allows them to move beyond cultural and historical limitations and to come together in the assessment of the value and substance of things” (§4). Without such a sharing with others there is no truth, for man is isolated in his “subjective opinions.” (Fr. Scott, “HUMANIST MANIFESTO: A commentary on the encyclical Caritas in veritate”)"
Ricordo ancora D. Divo Barsotti, commentando la concezione della Trinità richiamata da Romano Amerio:
"Amerio dice in sostanza che i più gravi mali presenti oggi nel pensiero occidentale, ivi compreso quello cattolico, sono dovuti principalmente ad un generale disordine mentale per cui viene messa la caritas avanti alla veritas, senza pensare che questo disordine mette sotto sopra anche la giusta concezione che noi dovremmo avere della Santissima Trinità. La cristianità, prima che nel suo seno si affermasse il pensiero di Cartesio, aveva sempre proceduto santamente facendo precedere la veritas alla caritas, così come sappiamo che dalla bocca divina del Cristo spira il soffio dello Spirito Santo, e non viceversa". https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2013/07/don-divo-barsotti-e-la-concezione-della.html
Mons. Crepaldi al dire "...sempre fare la carità nella verità" cade proprio, senza se rendere conto, in questo errore combattuto da Romano Amerio. Una volta che se mette la carità davanti alla verità è impossibile dire con Mons. Crepaldi "oltre che, naturalmente, il contrario". Inoltre la carità è qualcosa che dobbiamo fare, ma alla veritá dobbiamo assentire, non possiamo fare delle verità. Il problema dell'ordine del rapporto fra verità e carità, non è un problema matematico in cui l'ordine dei fattori non cambia il prodotto.
#Gederson Falcometa: "Bergoglio non e' una meteora...".
Leggo sempre con un'attenzione maggiore i suoi interventi, molto documentati, e concordo in pieno con quanto osserva in merito al "fenomeno" Bergoglio, che sembra il capro espiatorio di molti conservatori, i quali dimenticano in tal modo le radici malsane del CVII.
Quando aumenta il pericolo, cresce anche ciò che salva.
E Bergoglio ha aperto gli occhi di molti fedeli (compreso il sottoscritto), ma la stragrande maggioranza delle sue truppe non osa contraddire il Generale. Questo e' il punto: e qui vorrei introdurre un argomento che passa sempre sottotraccia, e cioè lo stato dei seminari, che vorrei che qualche studioso si peritasse di indagare, approfondire, al di là dei sondaggi che, vedi in USA, sembrerebbero dare risonanza ad un crescente interesse per la Tradizione. In realtà bisognerebbe capire se questi seminari, almeno dagli anni settanta in poi, siano ancora luoghi di formazione cattolica nel vero senso della parola (o se si studino libri come "Introduzione al Cristianesimo" di Ratzinger, tanto per fare un esempio, o teologi come Rahner).
Gz
Ecumenismo e integrazione
La Sindaca di Monfalcone chiude due centri di preghiera superaffollati e senza i requisiti minimi di sicurezza. La comunità islamica insorge, programmando una mega manifestazione il prossimo 23 dicembre nelle vie principali della città, quando i pochi esercizi commerciali superstiti contavano di ricavare qualche piccolo guadagno in quel pomeriggio della previgilia.
Ecco che un parroco illuminato offre l'oratorio parrocchiale per la preghiera, ma le associazioni islamiche rifiutano sdegnate.
Fine della storia
Vabbe' che sono nata alla fine del'49 ma la carica, secondo tradizione, non veniva indicata al neutro? Oppure..proprio in questa epoca storica..il neutro non va piu' di moda?
Un parroco di Monfalcone offre l'oratorio agli islamici per la preghiera ....
Io ricordo di aver imparato che in latino il genere "più nobile" prevale nelle concordanze, il maschile su femminile e neutro. E il femminile sul neutro.
# Ma come mai Monfalcone è adesso piena di musulmani? Non ci sono più operai italiani nei cantieri?
I paesi musulmani del Nord Africa, dalla fine della II guerra mondiale in poi hanno espulso tutte le comunità cristiane, comunque di bianchi. Cominciò l'Egitto di Nasser, il quale diede ad ogni espulso 500 dollari, dopo avergli sequestrato tutto (molti erano commercianti, piccoli imprenditori). Gheddafi cacciò rapidamente gli italiani, che vivevano in pace con i locali, senza rimborsi. Appena preso il potere esclamò : "Gli italiani sono come fratelli". Il giorno dopo gli sequestrò tutti i conti bancari. È morto malamente, in seguito da una guerra d'aggressione, condotta dai francesi. Ma non dimentichiamo che è sempre stato un nostro deciso nemico. Ci ricattava e ci sfotteva.
Le comunità europee in Africa del NOrd erano di numero limitato.
Invece adesso in Europa i musulmani sono molti milioni, un'eventuale espulsione futura appare alquanto difficile da attuare.
L'alternativa è la conversione a Cristo, ma con questa Gerarchia in preda all'apostasia e addirittura filomusulmana, dove vogliamo andare?
Al Convegno della Destra, Atreju, Elon Musk, ospite, ha detto agli italiani "fate figli". Ottimo suggerimento. Però lo fa Musk, uno straniero, l'uomo più ricco del mondo, dicono, che certe cose le ha capite d'intuito. Non lo dice la Meloni, non è la politica del governo, che continua a mancare di coraggio o di intelligenza nel non esporre mai le cause precise della denatalità.
Che sono innanzitutto morali e culturali.
Anche sul fatto che la c.d. immigrazione non è e non può essere un diritto, si continua a tacere, a non aprire nessun dibattito (forse anche per paura delle reazioni del papa attuale, nessuno osa mettersi contro la Chiesa istituzione, che conserva un peso politico notevole).
L'omertà regna sovrana.
Si legge poi che sui titoli di Stato nostri gli speculatori, stranieri in gran parte, guadagnano sino al 12%. Siamo una gallina dalle uova d'oro. Ma continuiamo ad aumentare il nostro debito con emissioni di BOT che servono anche a pagare gli interessi sul debito stesso e quindi ad arricchire gli speculatori.
Tagliare sulle tredicesime (che sono invece aumentate) e sulle liquidazioni (entrambe assenti in molti Paesi) non si può, il popolo insorgerebbe. Ma che dire della jungla delle esenzioni fiscali, anche piccole? Sembra che costino decine di miliardi di euro l'anno. Pare che nemmeno lo Stato sappia quanto ci spende. Non si potrebbe sfoltire un po', magari diminuendo in un secondo momento certe tasse?
Il pensionato cade in miseria se lo Stato non gli rimborsa la spesa per gli occhiali nuovi?
I soldi per tutti questi non vitali rimborsi vengono dall'indebitamento pubblico, in costante aumento...
Ma la maggioranza non lo capisce...
#il diluvio musulmano.
Una cosa dovrebbe esser chiara: coi musulmani non si può trattare, se non quando sono in minoranza.
La religione musulmana vuole fare tabula rasa di ogni uomo o donna che non sia musulmano.
Il clero e l'episcopato così aperto e dialogante coi musulmani, ansioso di farli venire qua, dovrà darsela a gambe quando i cattolici saranno sopraffatti dagli immigrati musulmani. L'immigrazione devi gestirla e costantemente monitorarla, se non vuoi finire male, soprattutto se si tratta di popoli totalmente estranei alla nostra civiltà, alla nostra cultura. In Francia stanno già facendo i conti con la loro cecità.
Gz
"Il sogno del globalismo è quello di fondare una nuova religione mondiale. Per questa elite, la Chiesa Cattolica deve trasformarsi oppure morire; abbandonando la dottrina e la morale, così da riuscire a realizzare una religione planetaria, senza Dio, una religione del consenso".
(Card. Sarah)
# Eminenza card. Sarah :
Eminenza illustrissima:
Il "sogno del globalismo" c'è già in certi testi del Vaticano II, in particolare nella Gaudium et spes, la costituzione che tratta della Chiesa nel mondo contemporaneo.
Il fine nuovo che il Concilio conferisce alla Chiesa è quello di porre in essere l'unità del genere umano (irredento in Cristo) del quale la Chiesa sarebbe il "segno" (Lumen gentium 1). Tale fine viene elaborato nella Gaudium et spes.
Per realizzare tale unità, che non converte nessuno a Cristo, occorrono il "dialogo", la condivisione di valori con i non cristiani, le liturgie interconfessionali ed interreligiose etc etc.: tutte le aberrazioni che ci affliggono da 60 anni.
Nel Concilio è la radice del "globalismo" che oggi affligge anche la Chiesa: non dall'esterno, Eminenza, dall'interno stesso della Chiesa gerarchica è partito questo mostruoso errore.
Versone modernista dell'errore millenarista.
Stupisce che l'Eminenza Vostra non se ne renda conto.
L'unità del genere umano è impossibile, l'uomo non ha le forze per farla. La Chiesa non deve lavorare per unificare il genere umano nella pace e nella concordia, deve invece convertire il maggior numero possibile di creature alla fede in Cristo, ampliare per quanto possibile il numero degli Eletti.
Come rivelato, alla fine dei tempi il genere umano sarà implacabilmente diviso da Nostro Signore in Eletti e Reprobi e per sempre (Mt 25, 31 ss).
Alla fine della storia ci sarà una divisione perenne e immodificabile di portata cosmica, altro che unità.
Non facciamo della Chiesa visibile una vittima della "globalizzazione" quando ne è essa stessa responsabile, nella misura in cui vi ha contribuito a partire dal funesto Concilio.
T.
Ottima ricostruzione dei punti critici più importanti, soprattutto il primo: dopo la dichiarazione pubblica del card. Daneels doveva scoppiare un putiferio.
Ma noi fedeli non possiamo fare nulla, se non denunciare, che ci unque è importante. E facendo anche a attenzione a usare toni consoni alla carica, attenendosi ai fatti co.e da lei ben scritti, altrimenti si passa subito dalla parte del torto, e arriva il fedele scandalizzato in difesa del papato, senza più guardare i fatti veramente scandalosi.
Aloisius
Nella Chiesa Cattolica si è avuto il ribaltamento dalla evangelizzazione alla globalizzazione, la prima partiva dallo spirituale per educare ed affinare con la Verità la via retta e la vita sana del corpo e della società ; la seconda parte dal Potere finanziario per introdurre con la menzogna, con la scienza e con la tecnica, portatrici ormai solo di schiavitù e morte, nel labirinto della dissoluzione sia le anime che i corpi delle moltitudini.
Ottimo commento, da inculcare nelle menti degli ormai sciagurati e bolliti preti, vescvi e cardinali ( il papa è solo un commediante, abusivo, quindi inutile citarlo...), sperando in un loro ravvedimento, per la verità umanamente impossibile....ma a Dio niente è impossibile
"#Gederson Falcometa: "Bergoglio non e' una meteora...".
Leggo sempre con un'attenzione maggiore i suoi interventi, molto documentati, e concordo in pieno con quanto osserva in merito al "fenomeno" Bergoglio, che sembra il capro espiatorio di molti conservatori, i quali dimenticano in tal modo le radici malsane del CVII".
Caro Gz,
grazie per il commento. Il principale problema em relazione a Francesco è che lui è un'uomo di azione con una personalità narcisista tiranica, lui è un'uomo volgare di basso livello intellettuale. Già i papi che lo hanno preceduto erano degli intellettuali ed alcuni con grande abilità teatrali. Se solleviamo la domanda:I papi conciliari che hanno preceduto Bergoglio erano freddi, caldi o tiepidi? Quale sarebbe la risposta?
Personalmente me sembra che loro erano tiepidi, in quanto Bergoglio è freddo. Forse, questo se spiega perchè i papi che lo hanno preceduto, bene o male, hanno avuto una formazione tradizionale. Lui è il primo Papa formato dal Concilio, e nel post-concilio, non c'e più gli scrupoli di chi sà che cosa sta negando. L'allora cardinale Ratzinger, quando ha datto la comunione al Fra Roger di Taizé, ha detto che aveva se preocupato con che la FSSPX avrebbe pensato di questo atto. Questo tipo di scrupolo, non esiste più in Bergoglio. In un certo senso, sembra peggio dei suoi predecessori, ma il peggio è che non lo è, lui è appena il frutto maturo del loro lavoro.
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