Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 24 dicembre 2023

Quimper / Motivi molto poco pastorali per spedire la FSSP... "lontano dagli occhi, lontano dal cuore"

Nella nostra traduzione la Lettera di Paix Liturgique n. 980 del 28 novembre 2023.
Quimper / Motivi molto poco pastorali per spedire 
la FSSP... "lontano dagli occhi, lontano dal cuore"
Perché tanto odio?

All'inizio di settembre, padre Claude Caill, sul settimanale Côté Quimper, annunciava il desiderio della parrocchia di Quimper, in forte declino, di espellere la FSSP e i suoi 250 fedeli (fino al doppio d'estate) per mandarli 15 km a nord-ovest, col pretesto di recuperare la chiesa per un'unica messa anticipata il sabato sera. Si moltiplicano le reazioni in seguito a questo spostamento, che difficilmente sembra motivato da ragioni pastorali o dalla preoccupazione per i fedeli.

L'associazione Tradizione e Unità, che rappresenta i fedeli di San Matteo di Quimper, ha condotto un sondaggio tra 120 dei suoi membri, cioè quelli presenti tutto l'anno, e il 19 ottobre ha diffuso i risultati.
Circa un quarto dei fedeli si reca a Saint Matthieu a piedi, un altro terzo è a meno di 20 minuti di macchina – abita cioè nella stessa Quimper o nei dintorni, non a caso, il 97% dei fedeli - di cui il 45% ha 50 anni e più - è contrario allo spostamento della messa tradizionale in periferia; il 92% desidera essere consultato dalla diocesi – che finora si è guardata bene dal farlo – e il 95% prova una totale incomprensione riguardo a questo progetto di allontanamento della messa tradizionale.

Le risposte inviate dai membri e trascritte testualmente dall'associazione Tradition et Unité testimoniano questa incomprensione. Ecco una piccola sintesi:
“a volte vediamo, durante la messa domenicale, parrocchiani, inviati dall'équipe pastorale della cattedrale, che fingono di assistere alla messa, ma sono lì solo per osservarci e controllare”;
“ qual è il motivo per mandarci in periferia?” In un tempo in cui si parla di unità nella Chiesa, di ecologia, è davvero opportuno? »;
“ I servizi che possiamo fornire alla parrocchia d’ora in poi sono indesiderati? Non potrebbe [padre Claude Caill] che è il nostro parroco, venire a parlare direttamente con noi, per un esercizio di correzione fraterna, anche solo per chiarire la posizione del vescovo? »
“Se la FSSP venisse estromessa da Quimper avremmo l’impressione di non far più parte della comunità cattolica di Quimper in senso lato, o addirittura della netta imposizione di una rottura con la diocesi e il vescovo”
“ Che scioccante ingiustizia. Voler impedire ad un buon sacerdote di svolgere normalmente il suo ministero spostandolo in un altro luogo meno visibile ”.
Padre Caill, parroco di Quimper “aperto a tutti”, tranne che ai cattolici?

Del resto, quando guardiamo la parrocchia di Quimper – che oggi si estende su tutta la città e il suo agglomerato, e tuttavia conta solo 1.300 fedeli, compresi quelli della messa tradizionale, scopriamo alcuni elementi sorprendenti.

Ad esempio il sacerdote Claude Caill, arrivato nel 2019 alla guida della parrocchia cattedrale, e a Quimper nel 2017, dopo dieci anni trascorsi a Brest – la parte della diocesi nettamente più a sinistra, dove qualche anno fa i preti avevano bloccato l'arrivo della comunità un po' di destra dell'Emmanuel.

Come ha ricordato Côté Brest nel gennaio 2015, «originario di Plouzévédé, battezzato a Saint-Louis [la chiesa monumentale nel centro di Brest], ha studiato [lettere] al Kerichen [liceo] prima di partire per Genova in Italia come seminarista. Ordinato sacerdote a Blois, nel 2000 è tornato volentieri in Bretagna, prima a Quimper poi a Brest nel 2008». Al Télégramme de Brest nel 2017 ha spiegato di aver fatto tutti i corsi preparatori alle scuole superiori prima di entrare in seminario, poi è rimasto dieci anni a Blois dopo la sua ordinazione nel 1990, in particolare nella parrocchia San Giuseppe e come delegato episcopale per l'iniziazione cristiana.

Il suo identikit realizzato da Ouest-France il 4 gennaio 2019 è costellato di segnali per gli addetti ai lavori: “nel suo ufficio, nel presbiterio di Quimper, tre sedie formano un triangolo”, tutte rivolte verso una biblioteca piena di libri, religiosi e non. Mancano solo le colonne del tempio e le tessere della scacchiera. Poi, un po’ più avanti, dopo un paragrafo sull’afflusso turistico nella cattedrale di Saint Corentin, padre Claude Caill afferma che “non c’è la Chiesa da una parte e l’umanità dall’altra. È un polmone spirituale che non deve stare in alto ma deve collaborare con la società civile. La cattedrale è accoglienza umana”, conclude questo sacerdote che secondo Ouest-France è “aperto a tutti”, ma visibilmente più ai turisti, “cristiani o no” che ai fedeli della messa tradizionale.

Pastorale giovanile a Quimper: lavoro a breve termine fino in fondo

Lo spostamento della messa tradizionale a 15 km da Quimper sembra così poco legato alla preoccupazione pastorale dei fedeli interessati e giustificato dall'utilizzo di San Matteo solo per la messa del sabato sera che viene da chiedersi a chi giova il delitto.

Un fedele di Quimper che frequenta sia le messe del novus che quelle del vetus ordo vuota il sacco: “In effetti, a loro non interessa nulla della chiesa di Saint-Matthieu. Una volta scomparsa la FSSP tornerà come prima, cioè vuota e sporca. Forse lo apriranno in estate per i turisti, e ancora. D'altra parte, ciò che infastidisce molto la parrocchia del centro di Quimper è che la messa tradizionale attira i giovani, che in generale non sono più così numerosi.
Sperano che spostandola il più lontano possibile dalla città, i giovani siano troppo pigri per andarci e che tornino alla messa moderna, insieme alla pastorale che ne consegue. Probabilmente non sanno che questo è già stato provato altrove e che non funziona mai”.

Pastorale, che nonostante il locale all'angolo tra place de la Tour d'Auvergne e rue de Rosmadec, contiguo al vescovado – e ad appena 300 metri in linea d'aria dalla chiesa di Saint Matthieu – appare senza senso. Questa cura pastorale è affidata a padre Laurent Daniellou, ordinato nel giugno 2021 e originario di Morlais, del quale apprendiamo sempre da Ouest-France (26/12/2022) che prima della sua ordinazione ha studiato ingegneria poi ha lavorato quattro anni nel campo dell'energia come direttore RTE.

Su richiesta del suo vescovo, colui che allora era solo seminarista a Rennes “andò a formarsi sul tema dell'ecologia”, cioè all'epoca sull'enciclica Laudato Si di papa Francesco. Ciò consente a padre Daniellou di parlare della “salvaguardia della casa comune […] dell’idea che dobbiamo prenderci cura del mondo che ci circonda” e della “dimensione spirituale” che il rispetto dell’ambiente rappresenta, ma anche del fatto che “la questione ecologica è onnipresente tra i giovani”.

Giovani che apprezzeranno sicuramente di dover percorrere chilometri in auto con carburante a quasi 2 euro al litro per andare a messa, grazie alle decisioni della parrocchia di Quimper-center oltre all'innegabile “dimensione spirituale” di viaggiare per 15 chilometri in campagna, in un luogo non servito dai mezzi pubblici, una messa dove un quarto dei parrocchiani presenti tutto l'anno vengono a piedi...

A Côté Quimper, il 16 dicembre 2022, padre Daniellou ha affermato che «il punto in comune [del suo sacerdozio] con la [sua] professione precedente è trasmettere la luce». Sul piano pastorale, come per l’ecologia, invece, ci stiamo avvicinando al blackout, al suo culmine…

Black out nella comunicazione: ma chi guida la diocesi di Quimper?

Dopo l'annuncio della decisione del parroco di Quimper, circa San Matteo e i suoi fedeli, sul settimanale Côté Quimper all'inizio di settembre, non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale su questo argomento, da parte della diocesi che a differenza di molte altre, si guarda bene dal mettere online i recapiti dei preti. Ci chiediamo perché.

E sembra molto difficile ottenerli attraverso i canali ufficiali: nella parrocchia di Quimper, il parroco Claude Caill è assente, il giovane padre Daniellou non ha mai risposto, nonostante diverse richieste – è stato un laico a richiamarci al cellulare, per informarci della sua assenza – e la segreteria del monsignore fa riferimento alla comunicazione diocesana, anch'essa assente. È vero che espellere 250 fedeli da Quimper per organizzare nella loro chiesa, che usano durante la settimana e la domenica, solo una messa mattutina il sabato sera, sembra difficile da spiegare...

In assenza di parole ufficiali che giustifichino l’ingiustificabile, lasciamo che un abitante di Quimper, buon conoscitore della tormentata storia della diocesi del Finistère, concluda: “Mons. Dognin ha un solo timore: non che gli cada il cielo sulla testa, ma che sia fatto sbarcare dal suo clero come lo è stato mons. Verte", vescovo dal 2007 al 2014 spinto inizialmente dal suo clero e sospeso da papa Francesco "per motivi di salute" prima di essere inviato a Bordeaux.

“Sotto forte pressione, ha finito per pubblicare nel giugno scorso un’ordinanza di attuazione della Traditionis Custodes che si impegna a mantenere “tre messe sparse sul territorio del Finistère” che possono “essere spostate per qualsiasi motivo pastorale” e “dipendono attualmente dalle parrocchie di Brest centro, Pays de Morlaix e Quimper Saint Corentin”. In altre parole, se potesse inviarli a Ouessant, Sein e Molène affinché i preti più progressisti... o i più gelosi delle folle delle messe tradizionali che sono le uniche a crescere mentre le parrocchie territoriali e le messe moderne vedono diminuire inesorabilmente loro ricchezza, lo lasciassero in pace per un po', non se ne sarebbe privato”.
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[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio] 
A I U T A T E, anche con poco, 
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni 
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Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra tutte le civiltà della storia solo la civiltà moderna, e in particolare quella anglosassone, ha deciso di farsi guidare da false elite.
False elite sono ovviamente quelle che guidano la società non in virtù della saggezza, della fede, dell'intelligenza, dell'eroismo o di qualsiasi forma di superiorità spirituale, ma soltanto in virtù di un principio materiale: il denaro che possiedono.
Cioè di un principio volgarmente quantitativo, visto che il denaro è quantità pura priva di qualità. E' il femoneno dela plutocrazia.
La plutocrazia, conseguenza dell' economia ipertrofica, cioè del capitalismo, mette alla testa della società chi possiede o gestisce il denaro in enormi quantità.
Sono infatti chiaramente loro (I Rotschild, i Rockefeller, i Fink, i Gates, i Soros, I Musk, i Bloomberg, I Bezos, ecc) e non i politici democratici a tirare le fila nell'attuale Occidente, soprattutto laddove l'elezione dei politici, come nella superpotenza Usa, dipende direttamente dalle loro "donazioni".
E del tutto evidente che una civiltà di questo tipo, avendo sostituito non solo nel cuore degli uomini, ma al vertice stesso della società, la materia allo spirito, che è come dire la quantità alla qualità, non potrà che essere completamente sovvertita. E non potrà che portare sempre più in basso l'umanità. Innanzitutto in nome dell'individualismo e dell'egualitarismo, quindi del "dirittismo", essendo essi principi tipici della mentalità dell'homo oeconomicus. Poi precipitando nel consumismo sfrenato, nella società multirazziale e multireligiosa, e infine nell'istintualismo senza freni.
Il passo decisivo è quando la pesudodemocrazia dei plutocrati riesce a sottomettere ai propri principi ("pluralisti, liberali, "americanisti", soggettivisti) l'autorità religiosa, come è avvenuto per la Chiesa dal Concilio Vaticano II in poi.
Così la Sovversione spazza via il Katechon.
Gli ultimi passi della plutocrazia al potere, oltre alla sovversione pansessualista, saranno ovviamente la dissoluzione transumanista e il luciferismo di massa.
Se Dio non avrà altri progetti.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

D'accordo.
E tuttavia il prof. Mora dovrebbe anche citare l'altra faccia della medaglia, quella marxista, che impera in Cina, Corea del Nord, in larga parte del Centro e Sudamerica, dove soprattutto la libertà religiosa e' una chimera.
E, inoltre, la soffocante realtà musulmana, che inghiotte sempre più territori e uomini e, complice una delirante politica sinistrorsa europea e vaticana, sta ponendo le basi per una guerra civile strisciante in Europa.

Gz

Anonimo ha detto...

D'accordo anche da parte mia. Per il momento c'è una saldatura tra varie potenze del male, ma alla fine si scontreranno. O assisteremo a una stratificazione, come una torre di Babele,?

Anonimo ha detto...

Il Card. Zuppi dimostra (se ce ne fosse ancora bisogno) che il neomodernismo e' per sua natura falso, ipocrita, menzognero e, come sanzionava S.Pio X, eretico.
Come si fa a parlare di "presepe divisivo" a proposito di una proposta di legge di FDI che non lo impone affatto, ma ne vieta -giustamente- il divieto, che e' cosa ben diversa.
Sul resto della sua intervista meglio stendere un velo, perché nulla di nuovo sotto il sole del sulfureo neomodernismo.
Piuttosto interessante quanto dice Mosebach a proposito della sua terra nell'intervista a La Verità di ieri, e cioè che "non vi e' più praticamente differenza sulle questioni di fede tra Chiesa cattolica e protestante in Germania". A questo siamo giunti in decenni di scivolamento dottrinale, e diciamo che il papa argentino in questo ha qualche attenuante.

Gz

Anonimo ha detto...

Ma scusate un po', i Rotschild ed i loro accoliti agiscono fin dal XVIII secolo in avanti, la City da secoli decide il futuro dell'Occidente, da dove pensate derivi il nostro mostruoso debito? Dai prestiti che fecero ai Savoia per le guerre d'Indipendenza, oltre alle generose donazioni a Garibaldi che, come unico scopo, voleva distruggere la CC e impiccare il Papa, cosa assai gradita anche ai proddies di ogni parte d'Europa, adesso le cose sono peggiorate, tutti sono indebitati con la City, tranne 5 paesi : Russia, Cina, Corea nord e sud e Turchia, quindi c'è poco da stare allegri, non so se la ex Europa abbia il coraggio di ribellarsi e sfociare in guerre civili, casomai l'incontrario, saranno gli Islamici a farci guerra, per noi persa in partenza, btw si temono attentati terroristici questa notte in E, D, F, speriamo in bene.

Anonimo ha detto...


# Il nostro mostruoso debito pubblico deriverebbe dai prestiti che la City fece a CAvour per le nostre guerre d'indipendenza e a Garibaldi etc?

Mai sentita una castroneria simile. La guerra di Crimea fu finanziata con un prestito dei Rotschild, che fu ripagato in circa quarant'anni, sino all'ultimo centesimo. I "prestiti" che Garibaldi riceveva erano in genere somme raccolte da qualche colletta organizzata (presumibilmente) dalla Massoneria, che all'epoca era clandestina. Niente di eccezionale, anzi roba da ridere. Durante il governo della Destra Storica si raggiunse il pareggio di bilancio, con gravi sacrifici, cosa che provocò rivolte e disordini sociali seri.
Alla fine della II gm il Diktat impostoci dai vincitori ci impose di pagare notevoli somme a tutti quelli cui avevamo dichiarato guerra, come Italia fascista (eravamo stati cobelligeranti ma "nemici" sempre). Le notevoli somme furono pagate in gran parte con il notevolissimo patrimonio industriale e agricolo che avevamo nelle colonie. Cioè con il bottino di guerra ai nostri danni.
Pagammo tutto e tutti, a quanto mi risulta. "Pagammo" anche con tutte le ruberie, persino di boschi interi (nella Sila p.e.), fatte dai "Liberatori", ma quelle non vennero conteggiate.
Circa i prestiti ai Savoia e i pagamenti dei relativi debiti, informarsi sulla biograia di Cavour scritta da Rosario Romeo, uno dei migliori storici italiani delle ultime generazioni.
Il nostro mostruoso debito, 2870 miliardi di debito, pari al 140% del Prodotto interno lordo (media europea 91,4%), che ci costa 78 miliardi di euro di soli interessi, somma destinata a salire nel 2024 per l'aumentare dei redditi dei nostri titoli di Stato (vedi art. su NQC) - questo debito dipende soprattutto da noi stessi, dalla nostra incapacità di fare i sacrifici necessari per ridurlo, almeno in parte consistente.
Continuando così saremo alla fine costretti a ricorrere al Mes o marchingegno equivalente. Allora i sacrifici che non abbiamo voluto fare finora ci saranno imposti in modo sicuramente più duro dagli Stati che ci presteranno i loro soldi. Tenendo presente che noi non siamo gli Stati Uniti, ma solo l'Italietta, non in grado di "ricattare" o condizionare qualcuno.
ar

Anonimo ha detto...

"Nell’aldilà la consapevolezza ci farà male, ma ci porterà sempre alla misericordia»: estrapolo dell'intervista concessa da Zuppi a Cazzullo del CdS. È solo una delle affermazioni, improntate a un mieloso modernismo, ma appare davvero inquietante. Tutta l'intervista meriterebbe una seria analisi sia politica sua dottrinale. Per il momento direi che ...fa venire l'orticaria!

Anonimo ha detto...

Invece di disputare sui massimi sistemi perche' non invoçare il santo patrono di Quimper ? Si tratta dì san Corentin a cui wikipedia dedica ampia biografia. Biografia dato che siamo in ambito laico. Mi scuso di non aver controllato i siti dedicati alle agiografie dei santi , ma quanto dice wikipedia e' abbastanza ampio. San Corentin e' sepolto nella cattefrale di Quimper , davanti all' altare. Se le guglie che svettano sulle case di Quimper nella foto dedicata da wikipedia alla cittadina (63.000 abitanti circa) sono quelle della cattedrale allora la cattedrale stessa deve essere decisamente bella.
E non trovate un segno il fatto che oggi noi tutti si sia stati informati dell'esistenza di questo santo ? Che alcuni oggi commemorano

Anonimo ha detto...

Ora gli euri da dove escono? Da una miniera o da una stampante? Personalmente li raccolgo dal bancomat ed escono sempre nuovissimi. Come giustifichiamo questi euri nuovissimi? Una squadra di gnometti li prende in miniera? Oppure qualcuno li stampa a iosa, a suo estro, come capita capita? Eppoi li manda in Ucraina per fare ammazzare ucraini e russi tra loro? Qualcuno che sa, spieghi per favore. Stiamo giocando tragicamente a monopoli o che?

Anonimo ha detto...


# La frase ambigua del cardinale Zuppi. È uno dei modi, per forza di cose sempe ambiguo, nei quali si vuol continuare a predicare l'eresia della salvezza garantita a tutti.
Questi sono pervicaci, non mollano l'osso.
Misericordia per tutti, todos caballeros...

Anonimo ha detto...

Per ar 24 dic. h.22.33

Oltre a tanti articoli di varie tendenze politiche che non collimano con la sua tesi, ci sono molti libri che P. Ratto ha dedicato alla famiglia in questione, non c'è che da scegliere. Poi ognuno è libero di rimanere sulle sue posizioni.


Anonimo ha detto...


# Ci sono molti libri che P. Ratto ha dedicato alla famiglia in questione...

P. Ratto? Scusi la mia ignoranza, ma chi è?

(Bisognerebbe comunque basarsi su storici accreditati, che hanno fatto ricerche serie e documentate, secondo l'opinione degli studiosi).

Anonimo ha detto...

La Chiesa sinodale è un tralcio reciso dalla Vite, che è Cristo Signore. Dunque non riceve più linfa vitale (cioè la Grazia Santificante) dal Divin Redentore. È destinato a seccarsi e ad essere gettato nel fuoco eterno.
Ne vedremo di peggio, purtroppo. Quando una persona o un gruppo di persone (la setta Bergogliana) si stacca dalla vera Chiesa e quindi dall'Infinito è capace di tutto. Da ora in poi, tra Vescovi e Cardinali, ma anche tra i laici, chi non capisce e non parla a chiare lettere, è complice di questo vile attentato alla Santa Chiesa di Dio e all'onore della Santissima Trinità.

Anonimo ha detto...

La storia dovrebbe seguire la verità, non l'opinione di questo e quello. Che poi sulle menzogne della storia ufficiale si stenda il telo scusante che la storia sia scritta dai vincitori, non esime lo storico onesto di studiare molto accontentandosi di pubblicare poco.