Della vicenda di impadronisce anche una fonte laicissima che riprendo di seguito. Non era solo uno sfogo quello del Pontefice contro il porporato conservatore. Ecco cosa sta succedendo. Precedenti qui - qui.
Papa Francesco ha mandato via il cardinale Burke dal 1° dicembre.
di Franco Bechis
Non era solo uno sfogo quello di Papa Francesco sul cardinale conservatore Raymond Leo Burke: nel giro di una settimana secondo quanto risulta ad Open sono arrivate all’abitazione romana dell’Eminenza americana due raccomandate. Una con un decreto pontificio che gli ha comunicato la revoca dello stipendio cardinalizio. Una da parte dell’Apsa, la società vaticana che amministra anche il patrimonio ex Propaganda Fide, che gli comunica la fine del comodato gratuito dell’appartamento oggi in uso. Per entrambi i provvedimenti la decorrenza è quella del 1° dicembre 2022.
La sfuriata ai capi della Curia
Era appena il 20 novembre scorso il giorno in cui il Papa aveva – secondo autorevoli indiscrezioni – dato il preavviso di sfratto al cardinale durante una riunione con i Capi Dicastero della Curia Romana: «Il cardinale Burke», aveva motivato il pontefice, «è un mio nemico; perciò gli tolgo l’appartamento e lo stipendio». La frase ha rapidamente fatto il giro del mondo, suscitando scalpore e polemiche soprattutto negli Usa dove la componente conservatrice della Chiesa cattolica è molto forte ed influente.
Il dilemma dell’Obolo di San Pietro
A qualche giorno di distanza però non c’era stata notizia di atti concreti, e quello del Papa era sembrato più che altro uno sfogo che segnalava certamente i difficili rapporti con quel cardinale. Da ambienti della segreteria di Stato al Papa per altro era stata consigliata una certa prudenza, rimarcando come quella parte della Chiesa americana che certamente sostiene Burke era non solo influente, ma assai ricca e fra le principali donatrici dell’Obolo di San Pietro.
Il Cardinale, paghi 10 mila euro al mese e può restare qui
Quando Papa Francesco però si mette in testa una cosa, non c’è realpolitik in grado di frenarlo. Tanto è che i provvedimenti erano già stati messi in moto e il cardinale che ne era l’obiettivo – stando in questo momento negli Stati Uniti – ne è venuto a conoscenza solo nelle ultime ore, chiedendo ai suoi collaboratori romani di aprire la corrispondenza comunicandone il contenuto. Nel decreto curiale la revoca dello stipendio è motivata con l’attività di “disunione” della Chiesa che avrebbe lungamente contraddistinto atti, lettere e discorsi del cardinale. Nella lettera dell’Apsa si comunicava la fine al 30 novembre del comodato gratuito dell’appartamento di circa 400 metri quadrati, aggiungendo che se il cardinale avesse voluto restare inquilino sarebbe stato possibile pagando di tasca sua una cifra a metro quadro che avrebbe comportato un affitto superiore ai 10 mila euro mensili.
Il chiarimento del Papa al suo biografo
Al di là degli atti formali Papa Francesco ha voluto spiegare la sua decisione anche a un giornalista amico incontrato in Vaticano il pomeriggio del 27 novembre scorso. Si tratta del suo biografo britannico Austen Ivereigh, che ha raccontato il contenuto di quell’incontro sul sito wherepeteris.com dopo essere stato autorizzato a farlo dallo stesso Papa. Nella ricostruzione Francesco nega di avere pronunciato il 20 novembre la frase che gli era stata attribuita: «Non ho mai usato la parola ‘nemico’ né il pronome ‘mio’. Ho semplicemente annunciato il fatto alla riunione dei capi dicastero, senza dare spiegazioni specifiche», ha scritto a Ivereigh. [qui]
Francesco non voleva un annuncio pubblico
Il giornalista britannico spiega che il 27 novembre «nel corso della nostra conversazione, Francesco mi ha detto di aver deciso di togliere al cardinale Burke i privilegi cardinalizi – l’appartamento e lo stipendio – perché li aveva usati contro la Chiesa. Mi disse che, sebbene la decisione non fosse segreta, non intendeva fare un annuncio pubblico, ma che quel giorno (lunedì) era trapelata la notizia». Ivereigh nell’articolo commenta di suo: «Un cardinale, nel suo giuramento, promette obbedienza ‘al beato Pietro nella persona del Sommo Pontefice’. La formulazione non è casuale. Chiunque sia il Papa ha il carisma dell’autorità che Gesù ha affidato all’apostolo Pietro. Non è una questione di preferenze personali per questo o quel Papa. Minare, mettere in discussione e mettere in dubbio la legittimità dell’autorità dell’ufficio di Pietro sostenendo che il suo occupante non può essere fidato di tale ufficio va direttamente contro il giuramento che i cardinali fanno. Se un cardinale raggiunge questa convinzione in coscienza, l’integrità richiede che si dimetta dal suo ufficio».
Che farà oggi il cardinale Burke
Il cardinale Burke sfrattato resterà ancora negli Stati Uniti per due o tre settimane. Prima della fine di dicembre sicuramente tornerà a Roma, ma non ha ancora deciso se celebrare il Natale con i suoi fedeli in Wisconsin nel Santuario di Nostra signora di Guadalupe da lui fondato o se invece farlo in Vaticano con tutti gli altri cardinali e il Papa. Ai suoi collaboratori ha comunque chiesto di cercare fra le agenzie immobiliari un altro appartamento in affitto non lontano dal Vaticano ma a prezzi più abbordabili. Resterà quindi a Roma sostenuto anche economicamente dai numerosi fedeli americani che lo seguono da anni. - Fonte
18 commenti:
"È un mio nemico quindi gli tolgo lo stipendio", che dire? C'è tutto lo spirito del Vangelo in questa frase.
La meschina vendetta di Bergoglio. L'appartamento riservato ai cardinali di passaggio a Roma.
Non potendo replicare alle più che giustificate critiche, sempre rispettose, del card. Burke, papa Francesco si vendica impedendogli di risiedere a Roma, quando è a Roma, nel palazzetto riservato ai cardinali di passaggio. Gli ha tolto, dal 1mo dicembre 2023 anche lo stipendio di cardinale. Poco male. Dio provvederà.
Si legge di un appartamento di circa 400 mq.
Alcuni anni fa ho avuto il piacere e l'onore di conoscere il cardinale Burke, che mi ha ricevuto per un breve colloquio privato assieme ad un sacerdote che mi presentava, appunto nella sua sede romana.
Si tratta di un palazzo non molto grande di alcuni piani, situato in una corta traversa alla fine di via della Conciliazione, sulla destra
per chi guarda verso S. Pietro, pertanto in territorio italiano. Il palazzetto appare lussuoso all'interno nel senso che possiede un ampio ingresso, decorato con marmi e cose simili però in maniera dignitosa, come si conviene al compito cui è destinato. Vi albergano infatti i cardinali di passaggio per Roma, ovviamente per ragioni d'ufficio. Quindi si tratta sino ad un certo punto di un "privilegio". Altrimenti, dove dovrebbero andare, in albergo?
In tante foto (sempre le stesse) si vede il cardinale Burke con alle spalle il muro di un appartamento ricoperto di quello che sembra damasco giallo. Si tratta appunto del tessuto che ricopre i muri dell'appartamento pro tempore occupato dal cardinale quando si trova a Roma. Il damasco sui muri è un'antica abitudine romana, lo si trovava anche nelle case della borghesia benestante di un tempo e prima ancora in quelle dell'aristocrazia.
L'ambiente è decorato con gusto e un minimo di lusso ma contenuto e decoroso, come si conviene allo scopo cui è dedicato.
Ho riferito questa mia esperienza per controbattere eventuali false idee che qualcuno si facesse nell'apprendere di un appartamento di 400 mq etc. A me l'appartamento occupato dal cardinale non è sembrato così grande. Tra l'altro, l'appartamento contiene anche una bella cappella, nella quale ci siamo recati a pregare per la Chiesa alla fine del colloquio. La Cappella va inclusa nei 400 mq.
Si tratta di quello che una volta si chiamava "appartamento di rappresentanza", usato per diplomatici o statisti in missione - trattandosi della Chiesa, di cardinali e fors'anche nunzi.
Invito i fedeli degli Stati Uniti, e in generale tutti, a non mandare più offerte alla Santa Sede
Questa è l'ennesima storiaccia Vaticana. Da un lato bene, molto bene, perché diventa sempre più chiaro che non si tratta di fisime di questo o quello. Piano piano i cattolici apriranno gli occhi e troveranno un seguace di Gesù Cristo Suo fedele amico e Suo degno Vicario. Purtroppo per lui, ma JMB, per ora solo simbolicamente, si sta scavando la fossa da solo.
Dio abbia pieta' dei suoi pensieri, delle sue parole, delle sue azioni, e delle sue omissioni (come anche di me che scrivo).
#anonimo 12:13
Vorrei concordare con la sua disamina fiduciosa, ma non vi riesco.....
"I cattolici piano piano apriranno gli occhi...": in verità avrebbero già dovuto aprirli, viste le numerose stravaganze papali dell'ultimo decennio.
Il problema sta nel fatto che i mass media vendono bene il prodotto Bergoglio, nel senso che questo Papa e' funzionale ai poteri che contano ed ai loro programmi, come noi sappiamo.
Quindi si vende, dalla gran parte della stampa cattolica e dalla quasi totalità di quella laica il prodotto di questo Papa vicino ai poveri, sensibile all'ambiente, prossimo alla causa LGBT, un Papa che costruisce ponti e non muri, finanzia le ONG e così via.
In tale ottica, la defenestrazione di un Cardinale conservatore, come di un Vescovo ligio al deposito della Fede, viene venduto come un fatto positivo, nel senso di un Papa che non guarda in faccia a nessuno e toglie "privilegi" e prebende.
La stragrande massa cattolica, tiepida e informe, difficilmente aprirà gli occhi, e se lo farà sarà per vedere ciò che si vorrà farle vedere.
Diverso e' il discorso per il mondo ecclesiastico, laddove tuttavia la paura di perdere la poltrona ha la meglio sul resto (e Bergoglio usa una politica maoista, conoscendone l'efficacia).
Gz
"La stragrande massa cattolica, tiepida e deforme..."
È così. Avrebbero dovuto aprire gli occhi già da subito dopo il Concilio. Una parte sicuramente lo ha fatto e magari neanche tanto piccola, ma la perseveranza del clero nel nuovo corso ha soffocato tutto.
Adesso "la grande massa cattolica" sta percorrendo allegramente e alla grande la Via Larga, quella che conduce alla perdizione, con alla testa tutto il clero fedele al VAticano II.
La "grande massa" infatti inghiotte senza batter ciglio la giustificazione dell'adulterio e del condubinato, del divorzio, contenuta in Amoris Laetitia, le aperture verso il femminismo e il sacerdozio femminile, quelle ultrascandalose verso le perversioni sessuali; l'equiparazione del cattolicesimo a tutte le altre religioni, l'invito agli islamici a venir qui in massa, nemici come sono da sempre della nostra religione.
Sullo stomaco la "grande massa cattolica" si è lasciata crescere un pelo che è diventato una foresta.
Ma allora il numero dei dannati sarebbe altissimo? Non sta a noi stabilire il numero dei dannati, porci problemi del genere. Noi preghiamo per tutti, nelle nostre devozioni quotidiane, invochiamo sempre la misericordia su tutti oltre che su di noi. Possiamo però dire che il numero dei dannati, anche molto alto, non rappresenta certo un problema per la S.ma Trinità, la cui esigenza di giustizia deve esser comunque soddisfatta, alla fine dei tempi.
I ponti che dovrebbe costruire un Pontefice sono quelli con il Cielo, con la Vita eterna, con Gesù Cristo. Gli altri ponti li costruiscono gli ingegneri con i muratori; i ponti relazionali li costruiscono gli uomini tra loro cominciando dalla famiglia, parenti, amici, colleghi, vicini di casa, incontri casuali sulla scala mobile e via accadendo. I ponti propri del Pontefice sono verso l alto, spirituali ed in particolare sono ponti verso Gesù Cristo. (questo pensiero lo derivo da, the keys and the kingdom, dove un signore sottolineava che, oltre fare questo e quello e il giramondo, compito del Pontefice è rendere possibile e costante il rapporto con Gesù Cristo.)
Se fossi nel Cardinale Burke resterei negli USA. Solo se chiamato tornerei a Roma.
Ma io e la diplomazia non andiamo troppo d'accordo...
Il fatto in oggetto si commenta da se'..
Togliere lo stipendio poi...forse e' il primo caso
Qui non si tratta, quindi, di tifoserie: tradizionalisti o modernisti. La situazione è ben più grave. In gioco c’è la funzione stessa, l’essenza, del ministero episcopale e del cardinalato. Se un vescovo non è più libero di parlare perché altrimenti rischia di vedersi tolta la diocesi o addirittura lo stipendio, di quale parresia stiamo parlando? Al Papa piacerà anche l’immagine del poliedro ma qui comprendere quale faccia abbia lui è veramente difficile se ogni giorno cambia idea repentinamente.
Memorare Novissima tua..Valutare l'esito delle proprie azioni...Valutare la conseguenza dei nostri atti...Pensare ai Novissimi mattina e sera...Alla nostra morte che sara'...quando lo Spirito Santo ritirera' il Suo respiro da noi...!
@ Forse.. ha detto...
Anche a mons. Gaenswein è stato tolto lo stipendio, l'appartamento personale che aveva pure ristrutturato a sue spese, il tutto dopo essere stato sfrattato dal monastero Mater Ecclesiae, per sua fortuna, essendo tedesco, ha uno stipendio favoloso se rapportato a quelli italiani, ma resta il fatto che sono atti dispotici e tirannici da parte di JMB.
Quindi in questo pontificato risultano due non piu' stipendiati? Ci sono stati casi simili in altri pontificati? Spero che i confratelli del Cardinale e tutti i cattolici di buona volonta' indìcano una silenziosa colletta per aiutare il Cardinale così come si dovrebbe fare sempre, da buoni cristiani.
Sicuramente nel prossimo conclave la maggioranza sarà modernista, pochi saranno i Cardinali con la testa sul collo, tuttavia credo che le pressioni da fuori, dalla piazza, dai cattolici, rimasti tali nel mondo intero, si farà sentire. Eccome!
Bisognava immaginarlo: hanno subito gridato alla bufala, ma la notizia era vera.
Ma lo stipendio tolto da dove arrivava: da una carica per la quale il Card. Burke è stato sollevato con la motivazione, formale, dei limiti di età (infatti ha 75 anni compiuti) o dal ruolo stesso di cardinale?
Il fatto che sia stato allontanato proprio al compimento dei 75 anni sembra quasi un'imboscata.
# Il cardinale non è stato dimesso dal papa dal ruolo di cardinale.
Bergoglio gli ha tagliato i viveri e gli ha proibito l'uso dell'appartamento di rappresentanza, riservato ai cardinali quando sono in visita a Roma. Tutto qui.
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