Riprendo da Le Forum Catholique. Si tratta di una riflessione che compendia interrogativi e risposte che penso siano ineludibili (molti da noi già conosciuti ed esaminati ma qui molto ben esposti e sistematizzati) sui quali è necessario soffermarsi. Confesso che ogni volta che leggo la Pascendi Dominici Gregis trovo anche in altri punti, oltre quelli segnalati di seguito, acuti e chiari riferimenti a situazioni e contesti per nulla superati, nei quali siamo dentro in pieno. Il problema circa l'oltrepassamento di questi insegnamenti credo sia nel fatto che è cambiata la valenza del termine Tradizione, attualmente inteso in senso 'storicistico' e dunque affidato ai cambiamenti indotti dall'evolversi dei tempi; il che relega i principi, enunciati dal Magistero che noi chiamiamo perenne, alle diverse situazioni storiche e antropologiche che si susseguono nelle diverse epoche storiche. Ciò vanifica la portata oggettiva e permanente dei principi, che, invece, non possono cambiare in base alle contingenze, alle quali appartiene la mutevolezza. Non so quale soluzione si possa dare a questo nodo drammatico.
Sul centenario della Pascendi passato sotto silenzio, è interessante leggere cosa ne dice Magister nel 2007.
Sul centenario della Pascendi passato sotto silenzio, è interessante leggere cosa ne dice Magister nel 2007.
Come tutti sapete, Papa San Pio X nel 1907 pubblicava l'enciclica Pascendi Dominici Gregis sugli errori del modernismo. Che ne è oggi di questi errori, nel 2013? Siamo in grado di dire se essi esistono ancora nella Chiesa e, in caso affermativo, è possibile indicarne i promotori (nomi di persone, istituzioni o scuole di pensiero) ?
Due cose mi hanno particolarmente colpito riguardo agli errori modernisti: lo spirito riformatore e il tentativo di sminuire il magistero ecclesiastico. Ecco dunque i passaggi in questione dell'enciclica:
In breve:52. ...Circa il culto, gridano che si debbano diminuire le devozioni esterne e proibire che si aumentino. Benché a dir vero, altri più favorevoli al simbolismo, si mostrino in questa parte più indulgenti. Strepitano a gran voce perché il regime ecclesiastico debba essere rinnovato per ogni verso, ma specialmente pel disciplinare e il dogmatico. Perciò pretendono che dentro e fuori si debba accordare colla coscienza moderna, che tutta è volta a democrazia; perché dicono doversi nel governo dar la sua parte al clero inferiore e perfino al laicato, e decentrare, Ci si passi la parola, l'autorità troppo riunita e ristretta nel centro. Le Congregazioni romane si devono svecchiare: e, in capo a tutte, quella del Santo Officio e dell'Indice. Deve cambiarsi l'atteggiamento dell'autorità ecclesiastica nelle questioni politiche e sociali, talché si tenga essa estranea dai civili ordinamenti, ma pur vi si acconci per penetrarli del suo spirito. In fatto di morale, danno voga al principio degli americanisti, che le virtù attive debbano anteporsi alle passive, e di quelle promuovere l'esercizio, con prevalenza su queste. Chiedono che il clero ritorni all'antica umiltà e povertà; ma lo vogliono di mente e di opere consenziente coi precetti del modernismo. Finalmente non mancano coloro che, obbedendo volentierissimo ai cenni dei loro maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato. Che si lascia dunque d'intatto nella Chiesa, che non si debba da costoro e secondo i lor principî riformare? [...]
60. ... Si studiano infine e si sforzano di attenuare e svilire l'autorità dello stesso Magistero ecclesiastico, sia pervertendo ne sacrilegamente l'origine, la natura, i diritti, sia ricantando liberamente contro di essa le calunnie dei nemici. Del gregge dei modernisti sembra detto ciò che con tanto dolore scriveva il Predecessore Nostro (Motu proprio "Ut mysticam", 14 marzo 1891): "Per rendere spregiata ed odiosa la mistica Sposa di Cristo, che è la luce vera, i figli delle tenebre furon soliti di opprimerla pubblicamente di una pazza calunnia, e, stravolto il significato e la forza delle cose e delle parole, chiamarla amica di oscurità, mentitrice d'ignoranza, nemica della luce e del progresso delle scienze". Dopo ciò, Venerabili Fratelli, qual meraviglia se i cattolici, strenui difensori della Chiesa, son fatti segno dai modernisti di somma malevolenza e di livore? [...]
- questa enciclica riguardava un'epoca passata oppure è più che mai di singolare attualità?
- Essa individua un nemico esterno alla Chiesa oppure un nemico che si situa al suo interno?
- Infine, l'enciclica trova eco solo tra i lefebvriani oppure trova eco favorevole in altri ambiti ecclesiali presso il clero e fedeli cattolici?
- E voi, cosa pensate di questa enciclica nell'attuale situazione della Chiesa?
... i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare....
Inoltre inserisco, dallo stesso Forum, una risposta quanto mai centrata, alla quale non c'è nulla da aggiungere. Solo prendere atto e meditare.
Dopo questa distizione preliminare:
- da un lato, il modernismo, che è una forma di progressismo intellettuale, che intende far progredire la Chiesa cattolica, nell'ordine dell'adesione a una intelligenza rinnovata della sua visione del cristianesimo,
- dall'altro, il progressismo, che è una forma di modernismo sociale, che intende far progredire la Chiesa cattolica nell'ordine dell'adesione ad una rinnovata esperienza della sua azione nel mondo moderno.
- Non vedo da cosa i modernisti dovrebbero nascondersi oggi :
- da una parte non hanno quasi più nulla da temere sul piano disciplinare [la medicina della misericordia e la non-condanna dell'errore]
- dall'altra si sono appropriati di una gran parte del potere intellettuale nel seno stesso della Chiesa cattolica. - Non vedo in cosa il clero modernista si dica modernista, oggi: non gli basta vedersi e dirsi nel "prolungamento" o nel "superamento", delle "intuizioni conciliari", del "rinnovamento conciliare", anche quando ricorrono a queste espressioni come si ricorre ad una bandiera di comodo o ad una usurpazione di eredità?
- Se dovessi citare una corrente teologica contemporanea portatrice di modernismo, citerei volentieri la teologia cristiana del pluralismo religioso, id est grosso modo la teologia del dialogo inter-religioso e delle relazioni con le religioni non cristiane che è non solo rispettosa della pluralità delle religioni, nell'ordine delle cose, ma che è anche sostenitrice del pluralismo religioso, nell'ordine dei valori.
Nell'ordine metafisico o filosofico, il modernismo contemporaneo è una conseguenza della confusione tra potenza e atto e tra accidente e sostanza: infatti, non è per il fatto che ogni uomo è salvato in potenza che ogni uomo sarà salvato in atto. E non è per il fatto che le religioni non cristiane comportano tutte accidenti più o meno comuni a tutte le religioni che esse sono della stessa sostanza della sola vera religione. - Si trovano elementi costitutivi di questa teologia nel gesuita Jacques DUPUIS e nel domenicano Claude GEFFRE ; se vi interessa potrei darvi riferimenti bibliografici.
- Oggi, ciò che è nascosto, non è il modernismo, anche se, ancora una volta, esso non si manifesta necessariamente rivendicando questa identità in maniera esplicita; oggi, ciò che è nascosto, è piuttosto l'ortodossia, cioè un certo numero di testi, portatori di ortodossia, formativi per i fedeli, testi che molti sacerdoti tendono a citare il meno possibile, o dei quali molti sacerdoti tendono a parlare il meno possibile: Il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, la Dichiarazione Dominus Iesus del 2000, lI Compendio del Catechismo del 2005, non meno delle tre encicliche di Giovanni Paolo II Veritatis Splendor, Evangelium Vitae, Fides et Ratio.
- Da considerare, ad esempio, specialmente oggi, la problematica del relativismo e del soggettivismo in materia morale e in materia religiosa; i vescovi francesi [e anche i non francesi -ndR], in grande maggioranza, si oppongono al relativismo e al soggettivismo in materia morale, ma si oppongono forse nello stesso modo al relativismo e al soggettivismo in materia religiosa, al punto d'essere, cosa necessaria e salutare, fautori di maggior normatività e oggettività, riguardo alla confessione della Fede e della formazione dei fedeli?
- Mi pare che sia sufficiente aderire ad una concezione "estensiva" dell'anti-dogmatismo, del consensualismo, dell'eudemonismo, dell'esegetismo, dell'ermeneutismo, dell'inclusivismo, dell'ecumenismo, del personalismo, per dimenticare, per far dimenticare o per lasciar dimenticare che questa concezione è monca disarmata, impotente, perché non obietta e non si oppone quasi a nulla, di fronte ad una "riduzione" del cristianesimo ad una corrente di pensiero e di azione che favorirebbe una ulteriore avanzata dell'agnosticismo, del federalismo interconfessionale, del naturalismo, dell'immanentismo, dello storicismo, dell'integralismo inter-religioso, del relativismo e del soggettivismo, negli spiriti, nei cuori, nelle azioni, nel seno stesso della Chiesa cattolica.
- In altre parole, ciò significa dir questo : una prassi di linguaggio e di messaggio funge oggi da ortodossia, non solo attraverso una dottrina, ma anche per mezzo di un clima caratterizzato, credo, dai sei tratti seguenti :A - l'intrinsecismo : la verità divina sarebbe "sempre già" presente e attiva in ciascuno di noi, non soltanto in ogni cristiano, ma anche in ogni credente, anzi in ogni essere umano ;B - il poliforismo : ci sarebbero, per esempio,
a) molte religioni dotate della stessa legittimità, ognuna delle quali ugualmente portatrice di luce divina,
b) molte confessioni cristiane aventi la stessa legittimità, ognuna delle quali allo stesso modo portatrice della luce cristiana;
C -l'evoluzionismo : equivale a ridurre la storia della Chiesa ad una evoluzione, caratterizzata da adattamenti e innovazioni progressive e successive,
a) non per essere e restare innanzitutto il più possibile in una situazione interiore, rivolta verso il cielo, di comunione col solo vero Dio, Padre Figlio Spirito Santo,
b) ma per essere innanzitutto sempre meglio e sempre più in una situazione interiore rivolta verso la Terra, di accompagnamento dell'umanità, di fraternizzazione con l'umanità, o con la visione che si riceve ciò che si dà ;
D - l'esistenzialismo : sarebbe la riduzione della vita cristiana a ciò che deriva dall'esistenza temporale: la vocazione del cristiano
- Dal mio punto di vista, necessariamente emendabile e perfettibile, il modernismo attualmente si dispiega in ciascuna delle direzioni che ho appena descritte; vi prego di scusarmi, se ho dimenticato una delle direzioni costitutive e fondamentali del modernismo contemporaneo, o se ho per caso ampliato il discorso al punto da evocare un elemento che non è, in quanto tale, associato o combinato con gli altri che favoriscono la costituzione e il rafforzamento di ciò che credo essere la dottrina e il clima modernisti attuali. (Scrutator)
a) non sarebbe quella di credere e vivere in maniera esplicita, radicale e sostanziale, nella Fede, la Speranza, La Carità,
b) sarebbe pensare e vivere nel Cristo la sua appartenenza alla storia umana, la sua immersione nella storia umana, la sua storicità ;
E - l'orizzontalismo : la riduzione del discorso cristiano ad un insieme di problematiche orizzontaliste (un invito a pensare e vivere la dignità, la libertà, la solidarietà nel Cristo), mentre le problematiche relative all'adorazione, alla contemplazione, alla spiritualità o comunque verticali, sono accusate o sospettate di non parlare più alla sensibilità di noi contemporanei, di non voler dire più nulla a noi contemporanei, di essere definitivamente fuori dalla nostra portata ;
F - l'umanitarismo : la riduzione del cristianesimo ad una delle religioni dell'umanità, ad una delle religioni più umanizzatrici dell'essere e dell'agire umano, attribuendo a ciascuna e a tutte le religioni lo stesso obbiettivo da portare a compimento.
In conclusione, il modernismo è accettato nel suo insieme (il che non significa "approvato" in tutti i suoi elementi), nello spirito di certi teologi e catechisti cattolici, quasi nessuno dei quali si direbbe pubblicamente anti-modernista; Il modernismo si giova del fatto che gli spiriti rimangono impregnati del pregiudizio secondo cui il fatto di esibire mostrare e assumere chiaramente e fermamente un anti-modernismo teologico, oggi, probabilmente o semplicemente, non sarebbe nemmeno comprensibile.
I modernisti d'oggi (Chenu, Rahner) sono i continuatori di una parte dei neo-modernisti di ieri piuttosto che dei primo-modernisti di fine XIX inizio XX secolo.
L'errore di San Pio X è stato quello di aver creduto che il modernismo fosse un complotto ordito dall'esterno per distruggere la Chiesa dall'interno. Mentre invece si trattava semplicemente e malauguratamente dell'arrivo delle idee della Rivoluzione nella Chiesa attraverso le nuove generazioni cattoliche, per impregnazione socio-culturale. Da quel momento, il combattimento nella Chiesa per sradicare il modernismo è stato condotto male e il modernismo alla fine ha vinto logicamente la battaglia nella Chiesa in occasione del Vaticano II.
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[Sintesi e traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
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[Sintesi e traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
12 commenti:
il combattimento nella Chiesa per sradicare il modernismo è stato condotto male ....
perchè è stato condotto male?
dobbiamo pensare che lo Spirito Santo, dopo S. Pio X (anzi già con lui) non abbia illuminato i papi a condurre nel giusto modo la santa battaglia contro i nemici interni della Chiesa ?
perchè tralasciare il fatto che la Massoneria si è infiltrata tra gli alti prelati, iniziando la sua distruzione proprio dall'interno come un cancro, fin dai tempi di Leone XIII, e che lo smantellamento progressivo delle difese soprannaturali è iniziato poco a poco, ad es. abolendo quelle importanti preghiere (quasi a privare il Corpo delle difese immunitarie indispensabili contro tutti i mali, compreso questo vero CANCRO modernista, collettore di tutte le eresie) come ricordava ieri Rafminimi, già alla morte di S. Pio X ?
si potrebbe approfondire questo tema, a vantaggio di tanti che ne sono all'oscuro, se si volesse guardare la realtà con sguardo soprannaturale, che vede all'opera, dietro quei movimenti di idee (illuminismo rivoluzionario qui menzionato) non solo cambiamenti sociali, fisiologici,(simili ai movimenti di terre e mari) ma "principati e potestà" delle tenebre in opera efficace, che hanno condotto (soggiogandole) le menti umane a seguire i nefasti errori del 1789, prima tra i maestri-pastori, poi tra gli allievi sedotti.
Io penso che S. Pio X non abbia fatto errori di valutazione, ma subito dopo di lui qualcuno ha iniziato a demolire le difese, naturali e soprannaturali.
Si dovrebbe chiarire quale fu il suo errore, e dimostrarlo a chi vuole capire (se è consentito, -finchè non saremo aggiogati al pensiero unico, come è temibile- ragionare su fatti, e loro cause recenti e remote, senza preclusioni di sorta quando vengono fuori dalle credibili fonti storiche certe realtà scomode o inquietanti: la verità dei fatti è a servizio della Verità, e i cattolici non dovrebbero mai temerla).
PS sto parlando dalla parte dei "discenti" in ricerca, se non fosse chiaro.
Il discorso merita di essere sviluppato, e certamente non altro che da "discenti" in ricerca di approfondire e comprendere dove ci stanno conducendo. Per questo mi interesserebbe e credo sarebbe utile a tutti ricevere ulteriori piste di riflessione nel senso da lei indicato da percorrere insieme.
Perché non si dà cortesemente un nick in modo da riconoscerla nel mare di Anonimi che qui si affacciano?
"Chiedono che il clero ritorni all'antica umiltà e povertà; ma lo vogliono di mente e di opere consenziente coi precetti del modernismo."
Ma guarda un po'. Chissà perché, mi viene in mente qualcuno che, da alcuni giorni, ci sta ripetendo che vorrebbe tanto una 'Chiesa povera'...
Mi aspettavo maggiore partecipazionr. Gli spunti non mancano.
I modernisti si trovano all'interno della stessa Chiesa visibile purtroppo. Il problema è che difficilmente vengono smascherati anche perché l'autorità a cui è preposto il compito di difendere i fedeli non interviene.
Il modernismo non vuol dire guardare al futuro essere più giovane ecc... Significa adottare una filosofia secondo la quale non esiste la verità assoluta, ma è il soggetto che la crea; significa prevalenza del sentimento interiore, rispetto al raziocinio; significa negazione della capacità della ragione umana di conoscere e dimostrare con certezza realtà che nono sono percepibili immediatamente dai sensi; significa negazione del principio di causa-effetto grazie al quale l'intelletto riesce a dimostrare l'esistenza di Dio. Da questi errori di filosofia si passa poi agli errori di teologia che secondo i modernisti non è una scienza oggettiva, ma una pura elucubrazione mentale astratta di sentimenti che si trovano nel sub-cosciente della persona.
La grande insidia del modernismo è che riesce a mimetizzarsi tramite l'uso di parole ambigue, tramite la mescolanza ad hoc di verità cattoliche e di errori in modo da confondere le menti inoculando il veleno mescolato a zucchero.
L'unico modo per smascherarli è prendere i loro libri, sviscerarli da teologi preparati, enucleare le parti erronee e costringere i modernisti stessi a ritrattare i loro errori con la massima chiarezza possibile.
Tra tutte le eresie è la peggiore. Almeno Lutero era chiaro nell'affermare i propri errori e nel rigettare la verità cattolica. I modernisti sono molto più sottili ed insidiosi, sono più difficili da scoprire ed i loro errori sono più gravi.
Papa Francesco ha iniziato il suo pontificato dando importanza alla preghiera, alla devozione alla Madonna, alla vita eterna (subito ricordata con l'indulgenza plenaria)....
Così ha tolto la parola a modernisti e a tradizionalisti!
mi chiamo rocco
In breve:
questa enciclica riguardava un'epoca passata oppure è più che mai di singolare attualità?
Essa individua un nemico esterno alla Chiesa oppure un nemico che si situa al suo interno?
Infine, l'enciclica trova eco solo tra i lefebvriani oppure trova eco favorevole in altri ambiti ecclesiali presso il clero e fedeli cattolici?
E voi, cosa pensate di questa enciclica nell'attuale situazione della Chiesa?
riguardo alla prima domanda, come tutte le encicliche "sociali" cioe' che parlano dei vari aspetti della societa' umana, l'enciclica credo che parli al presente e al futuro , quindi anche di oggi. inoltre si puo' aggiungere che si descrive una particolare visione della societa e dell'uomo che in quel periodo diventa sempre piu' forte e oggi e' dominante. e' piu' che mai di singolare attualita e rispecchia la lungimiranza tipica dei papi riguardo all'evoluzione della societa'( checche' ne dicano i rinnovatori)
per la seconda domanda , essa individua un nemico dell'uomo e come tale un nemico interno ed esterno alla Chiesa
per quanto riguarda la risposta alla terza domanda , posso portare ad esempio la mia esperienza personale: io ho studiato diritto civile alla Pontificia Universitas Lateranensis, bellissimo corso di studi e uno degli esami sostenuti e' stato sulla dottrina sociale della Chiesa. questa importante enciclica e' completamente trascurata. inoltre come credo immaginiate navigo molto per siti cattolici di vario genere e la sensazione e' che la Chesa sia nata nel 1968... i cattolici che guardano ancora alla tradizione mi sembra che abbiano un occhio piu' lucido sulla situazione.
p.s. da mic sto imparando la prudenza nel giudizio .... e vedere che anche lei comincia ad essere piu' "preoccupata" per me significa che non c'e' molto da stare tranquilli.
mi chiamo rocco.
scusate il reprise... sono andato a rileggere l'enciclica , e in essa viene citato il sillabo. ad onor del vero il sillabo faceva parte del programma dell'esame di dottrina sociale della Chiesa! farebbe bene rileggere anche il sillabo... per concludere , rileggendo l'enciclica in questione rimango sempre colpito dalla chiarezza e dalla lucidita' del pensiero ... in claris non fit interpretatio!
Nessuno di voi ricorda una dichiarazione di Ratzinger, all'epoca tra i protagonidti dell'alleanza renana, che si gloriava perché il concilio costituiva il contro-sillabo?
E successivamente (discorso 22 dicembre 2005) attribuendo la "ermeneutica della riforma" alla continuità del nuovo-soggetto chiesa anziché all'oggetto-rivelazione, attenua se non elimina l'autorità della tradizione preconciliare. Credo che il nodo sia qui.
Purtroppo è vero che il nuovo "paradigma" focalizzato da mic è IL nodo. Ma al momento è un nodo MOLTO difficile da sciogliere perchè gli interlocutori sono tutti o quasi tutti della stessa risma...
Il Card. Ratzinger ha pubblicato alcune scioccanti dichiarazioni nel suo libro del 1986, Principles of Catholic Theology.
A pag. 202, il Card. Ratzinger dice: “Il cattolico non deve insistere sulla dissoluzione della confessione protestante e sulla demolizione delle altre chiese, ma auspicare piuttosto che esse si rafforzino nelle rispettive confessioni e nelle loro realtà ecclesiali”. L’ovvia conclusione è che l’Autore si augura che i protestanti diventino più forti e si aggrappino sempre meglio alle loro credenze eretiche anatemizzate dall’infallibile Concilio di Trento.
A pag. 381, il Cad. Ratzinger scrive: “[Gaudium et Spes] nel complesso si può dire che, insieme ai testi sulla libertà religiosa e sulle religioni del mondo, si tratta di una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di contro-Sillabo… Qui ci accontentiamo di dire che il testo funge da contro-Sillabo e come tale rappresenta da parte della Chiesa un tentativo di riconciliazione ufficiale con la nuove era inaugurata nel 1789…”.
Egli parla della “unilateralità della posizione adottata dalla Chiesa sotto Pio IX e Pio X” e sostiene che il Sillabo rappresenta “una obsoleta relazione tra Chiesa e Stato”.
In altre parole, l’Autore afferma che due dei più grandi papi della storia della Chiesa furono “unilaterali” nei loro sforzi per proteggere la Chiesa dagli errori del liberalismo e del modernismo. E arriva fino a celebrare il Vaticano II per aver fatto il “tentativo” di “correggere” e “contrastare” l’insegnamento del beato Pio IX e di San Pio X e riconciliare la Chiesa con la massonica Rivoluzione Francese e con l’Illuminismo.
A pag. 191 dello stesso libro, si legge: “Non ci può essere un ritorno al Sillabo” del beato Pio IX. Cosa che può compiacere solo i Massoni, che hanno lavorato per rovesciare il Sillabo fin dal suo apparire nel 1864.
Il fatto che egli riconosca che il Vaticano II è come un contro-Sillabo, dimostra che il Concilio è in rottura col passato. Qualsiasi discorso sul Concilio nel contesto dell’“ermeneutica della continuità” non è realistico.
A pag. 334, il Card. Ratzinger dice: “L’impulso dato da Teilhard de Chardin ha esercitato una grande influenza. Con una visione audace, si incorpora lo storico movimento del cristianesimo nel grande processo di evoluzione cosmica”.
Teilhard, che fu un panteista e un evoluzionista, è stato ammirato e difeso dal mentore di Ratzinger: il Padre Henri de Lubac. Il Cardinale continua a gioire del fatto che questa teilhardiana influenza evolutiva sia particolarmente evidente nel documento conciliare Gaudium et Spes.
Dei cattolici tradizionali che si oppongono al Vaticano II, il Card. Ratzinger, a pag. 389, dice: “Fu il Concilio una strada sbagliata che oggi dobbiamo ritracciare se vogliamo salvare la Chiesa? Le voci di coloro che lo affermano stanno diventando sempre più forti e i loro seguaci sempre più numerosi. Tra i fenomeni più evidenti degli ultimi anni dobbiamo annoverare il crescente numero di gruppi integralisti che cercano soddisfazione per il loro desiderio di pietà, del senso del mistero. Dobbiamo guardarci dal minimizzare questi movimenti. Essi rappresentano indubbiamente un fanatismo settario che è l’antitesi della cattolicità. Non ci opporremo mai abbastanza a costoro”.
mi chiamo rocco,
" “Fu il Concilio una strada sbagliata che oggi dobbiamo ritracciare se vogliamo salvare la Chiesa? Le voci di coloro che lo affermano stanno diventando sempre più forti e i loro seguaci sempre più numerosi. Tra i fenomeni più evidenti degli ultimi anni dobbiamo annoverare il crescente numero di gruppi integralisti che cercano soddisfazione per il loro desiderio di pietà, del senso del mistero. Dobbiamo guardarci dal minimizzare questi movimenti. Essi rappresentano indubbiamente un fanatismo settario che è l’antitesi della cattolicità. Non ci opporremo mai abbastanza a costoro”."
piu' chiaro di cosi'.... cio significa che non si sono minimamente preoccupati di capire le nostre argomentazioni, e queste parole suonano da lupo mascherato da agnello....chi ha a cuore la Verita' passa da integralista.. con questa ormai credo che sia tutto chiaro . B16 con questa frase si fa perfetto interprete del modernismo. mi dispiace . dire che il concilio e' un controsillabo non significa dire che il sillabo si pone contro l'uomo moderno , ma viceversa, e il futuro papa ci accusa senza possibilita' di spiegazione. un tale superficiale giudizio su noi cattolici e la manica larga per i fratelli separati e' il tipico comportamento dell'uomo del pensiero debole. tra un po cominceranno a chiamarci conciliofobi.....
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