Alcuni segnali d'inizio Pontificato ci danno l'impressione che in Conclave abbia vinto il conciliarismo anti-Ratzingeriano e da molti, pur nella prudente attesa, viene espresso il timore che la Chiesa possa essere ulteriormente trasformata se non sfigurata sotto la spinta di istanze riformiste che rischiano di rifondarla, sotto il pretesto dell'aggiornamento sempre necessario ed auspicabile nelle contingenze e non nelle essenze. E credo che oggi come non mai per noi fedeli, guidati dai nostri sacerdoti, sia giusto vigilare che non siano le essenze, cioè in fondamenti della nostra Fede nutrita dalla Rivelazione Apostolica, ad essere compromesse. Com'è ormai abitudine, faccio una sintesi dei numerosissimi interventi che si sono succeduti in questi giorni, che rispecchia il mio sentire e vuol essere il punto della situazione, dando le ragioni del nostro comportamento di attesa prudente e orante per il Papa e per la Chiesa tutta.
Molti di noi apprezzano e vivono la Messa di sempre che ha fatto riscoprire o approfondire, a seconda dei casi, la vera fede cattolica. In essa tutto parla di Cristo lì presente, della sua regalità e della vita soprannaturale che Lui ci dona.
Detto questo si ha l'impressione che troppi dimentichino però che il Regno di Cristo è dentro di noi (Lc 17, 21). È primariamente un regno spirituale.
Sappiamo bene che la nostra umanità necessita anche di segni esteriori per ben afferrare e interiorizzare i concetti e le realtà che essi esprimono, non devono però questi adombrare la loro vera essenza.
Ora ci si chiede, chi conosce ancora il senso delle scarpette rosse del papa? Ha senso investire tempo a spiegare alle persone il significato di queste o non è meglio concentrarsi nel portar loro l'essenza del messaggio cristiano ormai ben annacquato? Ammettiamo che danno fastidio coloro che arrogantemente parlano di "carnevalate" riguardo a queste cose, ma crediamo che la reazione migliore non sia quella di fare un'apologia su queste cose comunque marginali della fede cattolica. Anche se ci sono già gesti più gravi ma tuttora da verificare.
Il papa sta impostando il suo pontificato in un modo completamente nuovo rispetto al passato e ciò racchiude molti pericoli e tranelli. Anche per noi tradizionalisti che siamo obbligati, una volta ancora, a verificare cosa sia essenziale alla nostra fede. Ma già questo, e sembrerebbe contraddittorio, è un fatto positivo: la vita è e deve essere una lotta. Noi apparteniamo alla Chiesa militante, non alla Chiesa trionfante o magari scioperante di stampo modernista.
Attenzione però che le lamentele o le critiche rivolte all'operato degli ultimi papi o dei papi in generale se non conducono ad una fede più robusta, ad una speranza più salda e ad una carità più viva (in una parola a Cristo), altro non sono che vanità delle vanità.
Con queste premesse siamo disposti anche a prendere le distanze da certi gesti di papa Francesco e dei suoi predecessori. Ma non ci scandalizziamo oltre misura: nella nostra generazione di papi non modernisti non ne abbiamo potuti conoscere. La Tradizione ce li fa conoscere!
Con queste premesse siamo disposti anche a prendere le distanze da certi gesti di papa Francesco e dei suoi predecessori. Ma non ci scandalizziamo oltre misura: nella nostra generazione di papi non modernisti non ne abbiamo potuti conoscere. La Tradizione ce li fa conoscere!
Vedremo se questi segni che il nuovo Papa sta dando, alcuni poco rassicuranti, si confermeranno, vedremo se si farà plasmare dal suo Ministero, se sposerà il Papato, la sua funzione, o se lo piegherà alle sue idee e voglie, aderendo così alla ratzingeriana « “ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino », che vede il soggetto-Chiesa nel suo aspetto mutevole sostituire l'oggetto-Rivelazione da parte del Signore che è lo stesso ieri oggi e sempre, che la fonda.
E qui possiamo rifarci al discorso di congedo del Papa uscente (situazione già di per sé inconsueta pur se legittima). E soffermarci su questo punto
"... La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi."
L'affermazione è sacrosanta. Ciò che può lasciarci meno tranquilli è la possibilità di accentuare il discorso sulla Chiesa in divenire... È ovvio che noi lo interpretiamo nel senso che il divenire riguarda ogni generazione e le espressioni dell'Incarnazione manifestate dalla Chiesa; ma non la sua identità e la sua essenza. Però, se lo rapportiamo al famoso unico soggetto-Chiesa messo al posto dell'oggetto-Rivelazione nell'altrettanto famoso discorso del 22 dicembre del 2005 sopra citato, le nostre perplessità non possono che aumentare. E constatiamo che mentre il Papa-uscente lo teorizza, il Papa-regnante sembra applicarlo direttamente.
E alla fine dobbiamo riconoscere che è comunque un parlare e un agire ambiguo, caratteristico di questa Chiesa post-conciliare... Dipende da chi e da come lo interpreta: il che non garantisce nessuno!
Fatte tutte queste premesse, concludiamo con la esortazione di un sacerdote, che facciamo nostra:
Non ho messo gli occhiali rosa, ho tolto quelli scuri, che vanno a scrutare fin nel più lontano passato per trovare conferma per un giudizio negativo. È come se volessimo giudicare Benedetto XVI dalla foto in giacca e cravatta scattata quando era un giovane teologo o in base ai suoi pronunciamenti di anni fa. Certo è più che legittimo non condividere alcuni gesti citati in alcuni interventi, ma da lì a squalificare in tronco il pontificato ce ne corre.Mi pare proprio lo stesso abbaglio di Famiglia Cristiana che giudica questo Pontificato l'inizio della chiesa del concilio, dagli stessi segni che per alcuni sono invece il segno di una rottura: "Papa Bergoglio ha cominciato così, senza mozzetta rossa e senza troppi apparati il suo pontificato. Nel segno di quella Chiesa povera per i poveri..." Anch'io sono preoccupato di commenti siffatti, ma penso che il Papa abbia compiuto tali gesti non per spirito di novità, ma per la sua esperienza di vescovo in America Latina. Quindi, amici, non mettetevi a ragionare con un paio d'occhiali come quelli di Famiglia Cristiana, cambia il colore, ma il resto è lo stesso.
17 commenti:
Ed invece io non condivido il commento di don gianluigi, ma mi sono spiegata già a lungo, non si tratta di "squalificare in tronco il Pontificato", ma di non fare lo struzzo, di non minimizzare gesti di rottura, fatti dal primo momento, e confermati perfino nella sua Messa di inizio di Pontificato, gesti tutti legati ad un visibile rifiuto dei segni e simboli della sua suprema potestà di Successore di Pietro, di Pontefice massimo, di Papa.
Eppure è un uomo di governo, dal polso molto fermo, dalla forte volontà, voler subito imporre la sua differenza, attirando l`attenzione sulla sua persona e non sul Ministero che gli è stato affidato e che ha accettato( non poteva ignorare le concessioni e gli addattamenti che avrebbe dovuto fare), mettere subito la sua marca personale, e non solo a livello di personalità, e farlo in rottura con i suoi predecessori, ispira inquietudini e domanda, esige, una grande attenzione.
E' un'attenzione che tutti condividiamo, compreso don Gianluigi.
Si tratta solo di uscire da questa ubriacatura mediatica, che viviseziona ogni gesto e ogni parola e cogliere l'insieme quando sarà più delineato, senza per questo chiudere gli occhi se c'è qualcosa di anomalo.
Luisa e se lo avesse fatto per mettere a tacere tutti i nemici della chiesa che finora non hanno perso occasione per rinfacciarle la sua ricchezza, il suo potere, la sua lontananza dal popolo. Forse ha voluto togliere un'arma ai nemici. Preferisco vederla così e continuare a sperare. Spero non abbia ragione tu, spero.
Concordo con i sentimenti di don Gianluigi. Fatemi sperare un poco, non mi dico tanto... ma poco poco!
Dove dice: «E qui possiamo rifarci al discorso di congedo del Papa uscente (situazione già di per sé anomala pur se legittima)» È un' affermazione falsa: Se é legittimo non è anomalo, e se è anómalo non è legittimo. Le leggi possono dare fatti legittimi, con gravisime e cattive conseguense come questa.
Questo è il nodo che apre quest' epoca di relatività della dottrina. Alla situazione della dimissione ha fatto un bel argomento Enrico Maria Radaelli su Aurea Domus. Bergoglio è Papa? Lo dicono le leggi, ma la legge non è l' esenza del cristianesimo. La legge senza un po di senso comune apre la porta per il vero disordine e quindi la anomalia.
Cerchiamo di capirci bene: l'essenza esprime la sostanza di una realtá e quindi, in linea di principio, é separabile dalla dimensione accidentale. La sostanza tuttavia, in virtú della sua dimensione formale, é qualcosa che intrinsecamente si mostra e si manifesta e quindi penetra e sostiene ogni singolo accidente (questo vale soprattutto per la concezione tomista che sostiene l'unitá della forma sostanziale).
Questo carattere si riflette giá nel semplice fatto che ogni ogni sostanza ha i suoi particolari accidenti (e questa particolaritá puó essere talemte accentuata che alcuni accidenti accompagnano sempre la sostanza Proprium).
Ora, dire che la difesa di certi segni accidentali richia di coprire la vera essenza mi sembra una contraddizione. Noi difendiamo questi segni perché difendiamo la manifestazione della sostanza (la qual cosa coincide con la difesa della sostanza stessa).
Ricordiamoci inoltre che la negazione di una dimensione accidentale rischia di essere un ferimento che la sostanza puó sopportare fino ad un certo punto. Io rimango un essere umano anche se, tramite un'operazione chirurgica, mi faccio cambiare il colore della pelle, ma questo non signifca affatto che questo non abbia un influsso sulla sostanza (e dunque sulla mia umanitá). Questo lo si nota in maniera molto "plastica" in quelle persone che, a forza di sottoporsi ad operazioni estetiche, si sono sfigurate e hanno avuto gravissimi problemi di salute.
Detto questo, condivido l'invito alla prudenza (e a moderare i toni).
Roberto
A me sembra che la sbornia mediatica prende il tutto e esalta il tutto e non lo fa innocentemente.
A quella sbornia il vescovo di Roma ha dato e dà un mano, e i media gongolano.
Non si tratta di dare un giudizio fermo e definitivo, ma di osservare e dare una valutazione su ciò che finora ci è stato dato, mostrato e detto.
Svestire=rifiutare i simboli e segni del Papato, e farlo nei minuti che hanno seguito la sua elezione, non credo obbediscano ad una riflessione profonda per mostrare quel che suppone don Gianluigi, per me è solo imporre la propria volontà, la propria personalità che mal sembra sopportare protocolli e cerimoniali( almeno quelli legati alla su anuova funzione) che lo infastidiscono, è una mancanza di umiltà.
La cosa che mi preoccupa sono i gionali ed i media...mai vista tanta attenzione sul nuovo Papa, anche in radio...continui riferimenti a cio' che il Papa dice, questo Papa piace tanto al mondo, anche a Scalfari di Repubblica ?I media si sono organizzati per fare tanta pubbloicita' alla Chiesa.....strano!
Attendiamo ulteriori sviluppi..la solita musica sul dialogo religioso inclusi gli onori alla comunita' ebraica sono stati fatti....oramai e purtroppo aggiungo io, come dice il Rabbino di Segni, cio' e' stato istituzionalizzato cosi' come la visita alla sinagoga, per cui diventa un problema astenersi(nuovo dogma?)......staremo a vedere!
..in realtà il problema che sta al fondo di questi "timori" e di queste "esaltazioni" (a secondo degli "occhiali" ^__^ ) è il solito che sta al fondo del "post-conclio": L'AMBIGUITA'!
Tutto, e dico davvero TUTTO, si poteva risolvere con dei pronunicamenti CHIARI ED UFFICIALI! Il modo migliore per evitare che i FEDELI TUTTI si facciano proprie IDEE, e magari spesso SBAGLIATE, sta nel far parlare l'AUTORITA'. Ed in modo "solenne"!
Cosa ha detto la CURIA? Nulla. Cosa ha detto lo stesso Pontefice? Nulla. Cosa hanno detto i Cardinali, i Vescovi, i Sacerdoti? NULLA DI NULLA.
Da 50 anni a questa parte le cose, e spesso cose SOSTANZIALI (vedere il MESSALE), cambiano per IMPOSIZIONE. Ora, dopo 50 di MUTAMENTI, cambiano le scarpe di un PAPA e i Fedeli SI DIVIDONO pure su questa c..osa di "poco conto"..
Ma il problema non sono le scarpe, ma il FATTO in sè. Che determina una ulteriore conferma della ERMENEUTICA DELLA ROTTURA non tanto come principio ecclesiologici, quanto come FILOSOFIA PRATICA. TUTTO DEVE ESSERE ROTTO!
Ebbene: se l'AUTORITA', alla quale devotamente ci sottomettiamo, INSEGNASSE E CHIARISSE, le DIVISIONI non ci sarebbero! E NESSUNO ANDREBBE A FARE LE PULCI ALLE SCARPE DEL PAPA!
Inoltre, se lo stesso SANTO PADRE, visto che è LUI che sta usando questo "metodo", lo CHIARISSE (come ha chiarito il perchè del nome Francesco, e forse poteva anche essere non chiarito, davanti al resto!), allora i fedeli non metterebbero nessun OCCHIALE!
Quello che vado dicendo da anni, è questo: è la SITUAZIONE del CATTOLICESIMO attuale ad essere ASSURDA!
La ROTTURA dei legami fra Gerarchia e FEDELI E' EVIDENTE! E questa rottura viene "sanata" SOLO QUANDO SI TRATTA DI IMPORRE.
I fedeli sono ISOLATI dal "CAPO" e dal resto delle GIUNTURE. La Chiesa inizia e finisce in PARROCCHIA! E lo dico per dolorosa esperienza. Tolte lodevoli eccezioni (tutte TRADIZIONALI, guarda un po'!), la Parrocchia è la CHIESA. Lì inizia e lì finisce! Il PARROCO è il PAPA! A volte lo sono i LAICI! La linfa del MAGISTERO non circola più! Quando Circola è solo FILTRATA DA LOBBIES!
Dunque i fedeli si stanno, di fatto, autogestendo. E ciò che conoscono del Papato e della CHIESA viene dai MEDIA!
Il problema, dunque, E' QUESTO! Che è a monte degli "occhiali".
Intanto preghiamo per l'incontro di oggi!
Appena viste in TV le immagini da Castelgandolfo: Papa Benedetto sempre piu' fragile e piu' vecchio, sempre piu' stanco nel passo. Comunque sempre il mio Papa....
Il più importante quotidiano di Buenos Aires "La Nacion" spiegava il 21 mars 2013 (non siamo negli anni '50!) che uno principi di Bergoglio per governare é "la realtà é più determinate che le idee"
http://tradinews.blogspot.fr/2013/03/vini-ganimara-osservatore-vaticano_22.html
È un' affermazione falsa: Se é legittimo non è anomalo, e se è anómalo non è legittimo. Le leggi possono dare fatti legittimi, con gravisime e cattive conseguense come questa.
Sono d'accordo con Santiago. Mi sono espressa male nella foga del discorso. Il mio "anomalo", sta per inconsueto, direi quasi "surreale"...
Bisognerà riprendere gli argomenti di Roberto e di Stefano che danno indicazioni di grande interesse.
sono rocco,
mic, questo e' un messaggio privato per lei, le volevo chiedere scusa per i tre commenti consecutivi...scrivo di getto, e a volte sono prolisso. mi perdoni l'insistenza sulla beata Emmerick, poiche' di questa beata ho letto gli scritti anni fa e con molto piacere perche mi hanno aiutato...la mia vita non e' quella del perfetto cristiano, anzi. le scrivo abusando del blog per ringraziarla anche del lavoro che compie e per dirle che ogni volta che riterra' i miei commenti inopportuni , io accettero' la sua decisione senza eccepire ...sono ospite! non smetta co questo suo servizio! da la possibilita' agli animi pigri come il mio di confrontarsi e avvicinarsi alla Verita'. con stima la saluto e le dico che spesso mi sono trovato non troppo d'accordo con la sua prudenza, ma che ora vedo piu' che motivata! se puo' esserle di aiuto la mia stima...beh ce la ha tutta!
da pecora nera le dico che gli animi pigri hanno bisogno della fermezza e della severita' del maestro,poiche se sono intelligenti , in essi scorgono l'atto d'amore...piu' infermo e' l'uomo , piu' solido deve essere il bastone che lo sorregge. grazie infinite, la prego vada avanti!!
mi chiamo rocco,
stefano 78 sn d'accordo... in claris non fit interpretatio!
Nel caso specifico credo ci troviamo dinanzi ad uno smantellamento "politico" dei segni - più che dei simboli - del Papato.
Privando il Papa della sua sovranità si rende più facile la sua trasformazione in un banalissimo esponente di una fra le tante vie della spiritualità contemporanea.
La regalità di Pietro che è ampiamente sopravvissuta alla fine del potere "temporale" è infatti analogica alla regalità di Cristo sul mondo.
Se Pietro diventa un Dalai Lama qualunque, con l'aggiunta per soprammercato della sua ambizione rappresentativa delle Chiese cristiane (scismatiche o riformate) siamo dinanzi ad un grave momento per il cattolicesimo, nonostante o forse grazie all'esaltazione mondana di cui sta godendo l'attuale Vescovo di Roma.
In ciò vedo operante l'ideologia iconoclasta del potere regale che ebbe ampio spazio in epoca rivoluzionaria.
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