Tra i martiri che hanno forgiato la Chiesa lituana, nella cattedrale di Kaunas il papa ha fatto il nome dell’arcivescovo gesuita Sigitas Tamkevičius, classe 1938, oggi emerito. Nel 1983 venne arrestato dalle autorità sovietiche. La sua storia è raccontata nel libro “ El baile tras la tormenta” di José Miguel Cejas.
«In carcere sono riuscito a comprare qualche pezzo di pane e ho verificato che era fatto di frumento. Mi mancava solo il vino; in una lettera ho chiesto alla mia famiglia uva passa secca. Da allora dovevo solo trovare un buon momento, sapendo che il mio compagno di cella, come facevano in genere, era un criminale comune al quale promettevano di ridurre la pena se avesse fornito qualche informazione compromettente su di me».«Davo le spalle alla porta - ha raccontato Tamkevičius - con l’astuccio degli occhiali sul tavolino; un astuccio giallo di plastica dove avevo collocato un pezzo di pane e un piccolo recipiente con un po' di uva passa. Aspettavo che il compagno di cella si addormentasse e poi, lentamente, iniziavo a spremere l’uva passa tra le dita fino a ottenere qualche goccia di vino che in casi eccezionali risultava valido per celebrare l’eucaristia».«Grazie a Dio ho una buona memoria - continuava il vescovo - e ricordavo le preghiere della messa. Dopo la consacrazione, consumando il corpo e il sangue di Cristo, una gioia indescrivibile si impadroniva di me. Sperimentavo una gioia maggiore di quella che avevo provato la prima volta che avevo celebrato la Messa nella cattedrale di Kaunas. Dio mi confortava e mi consolava. Lo sentivo lì, al mio fianco, in modo ineffabile». «Celebrare la messa in quelle circostanze - spiegava Tamkevičius - mi dava una forza speciale, senza la quale non avrei potuto resistere. A volte dovevo celebrare steso sul letto, a notte fonda, con le sacre specie sul mio petto, trasformato in altare. Non ho mai pregato tanto intensamente come in quei momenti. È stato un dono di Dio. Non gli chiedevo di liberarmi; confidavo in Lui. Le braccia di Gesù mi sostenevano; non mi ha mai lasciato solo. È sempre stato la mia speranza».
10 commenti:
Per parlar un po' cattolico bisogna conoscere la Passione, persecuzione, dolore, consolazione.
Un grande esempio per tutti. Ecco cosa significa credere ed amare davvero.
"La pratica d' inginocchiarsi e ricevere la S. Comunione in bocca è un segno particolarmente eloquente di adorazione e d' umiltà, completamente adeguato alla luce della presenza, vera, reale e sostanziale di Nostro Signore Gesù Cristo, sotto le apparenze delle Specie Consacrate."
S.E. Rev.ma Mons. Mario Oliveri - La Divina Liturgia II, Nota Pastorale circa la Santa Comunione 25/11/2012
OT
Io vorrei fare una domanda; esiste nelle Chiesa Cattolica un tipo di meditazione che utilizza il respiro e la preghiera giaculatoria?
Io ho trovato questo testo dove però non si accenna al respiro:
Tramite la ripetizione costante di preghiere giaculatorie, l’anima si stacca dai pensieri frivoli ed inutili e si abitua progressivamente a mantenersi in contatto con le cose divine.I Padri del deserto avevano una predilezione speciale per il versetto: ‘Deus in adiutorium meum intende’ (nella foto), particolarmente in momenti di prova, e ci sono molte altre giaculatorie come ‘Dio abbia misericordia di me peccatore’ o semplicemente la sola parola ‘Dio’ o ‘Gesù’, pronunciata interiormente con tutta la forza di cui sia capace l’anima in un atto d’unione della volontà a Dio.
https://www.radioromalibera.org/spiritualita/le-preghiere-giaculatorie/
So che del respiro parla Sant'Ignazio negli Esercizi spirituali (terzo metodo di preghiera Es. n.258).
Vorrei chiedere se qualcuno può indicarmi qualche scritto moderno cattolico su come si prega usando il respiro e una parola o una breve frase.
Il respiro si regola da solo quando le parole sono ben articolate, ben formate ( in tutti i suoni delle loro consonanti e delle loro vocali), il pensiero ed il sentimento le permeano ed i punti di interpunzione sono vissuti come intervalli musicali, cioè pause dove il respiro si rinnova più o meno lentamente.
In sintesi dobbiamo diventare strumenti di emissione della parola. Più l'emissione è curata, più la parola parla da sola. Non dobbiamo essere controllori del respiro ma, cultori della parola ben articolata, ben formata.
Chissa' , forse dovrebbe indagare negli scritti di Padre Andrea Gasparino
Padre Andrea Gasparino - Maestro Insegnaci A Pregare - Corso introduttivo alla Preghiera. Padre Andrea Gasparino fonda il movimento contemplativo missionario Charles de Foucauld, con sede a Cuneo e 30 fraternita' in 9 paesi che si affidano completamente alla Provvidenza. Autore di oltre una decina di libri tradotti in varie lingue. P. Gasparino non si accontenta di rimanere nell'atrio della preghiera, invita decisamente ad entrare nel tempio stesso della preghiera, la' dove Dio si incontra nel silenzio anche materiale, nella fuga dal mondo, nel ricoscimento della nostra poverta' e dell'assoluto bisogno della grazia di Dio. Gesu' ha raccomandato molto di pregare. Cristo ha consigliato la preghiera per far fronte alle lotte della vita. Cristo ci dice che a certi incroci della vita bisogna pregare, solo la preghiera ci salva dal cadere. Purtroppo c'e' gente che non lo capisce fino a quando non si sfracella. Se Cristo ha comandato di pregare, e' segno che non si puo' vivere senza la preghiera. L'uomo ha bisogno dell'incontro diretto con la forza di Dio. L'influenza della preghiera sullo spirito e sul corpo e' dimostrabile quanto la secrezione ghiandolare. E' solo pregando che noi raggiungiamo l'unita' completa e armoniosa del corpo, dell'intelligenza e dell'anima, che conferisce alla struttura dell'uomo la forza. La preghiera e' il mezzo piu' importante per la ricostruzione e la riabilitazione della personalita' di un uomo. La preghiera puo' cambiare la tua vita in qualunque momento, in qualunque situazione ti trovi, a qualunque eta'. Esistono situazioni in cui la forza dell'uomo non basta piu', la sua buona volonta' non regge. Ci sono momenti nella vita in cui l'uomo, se vuole sopravvivere, ha bisogno dell'incontro diretto con la forza di Dio.
https://www.youtube.com/watch?v=njDmrQ5x0VM
Interessanto quanto leggo in questi commenti. Si parla tanto di pastorale, ma nessuno insegna più a pregare, meditare, adorare. I gesti, i ritmi, le posizioni del corpo, il luogo stesso non sono mai casuali, ma hanno i loro significati e scopi ben precisi. Dobbiamo riappropriarci di questo linguaggio.
Ricevi Gesù nella S. Comunione e accogli tutto dalle Sue mani, con l'umile disposizione che la SS. Vergine Maria ebbe nel momento dell'Annunciazione: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo quello che mi hai detto" (Lc1, 38). SK987/24
San Massimiliano Maria Kolbe
" nessuno insegna più a pregare, meditare, adorare "
In una omelìa domenicale il Sacerdote
ad un certo punto ha detto : " Si deve imparare a stare con Gesu' , non si sa fare e questo si vede anche nelle Confessioni " . Avrei voluto alzarmi in piedi per dire :" Perche' non ce lo insegnate !"
Io a più riprese avevo invitato il parroco, quando ancora andavo al NO, a insegnare ai bambini della prima comunione ad inginocchiarsi al proprio posto sul banco, la normale posizione di adorazione, appena ricevuta la comunione. No. Si preferiva che tutti fossero attorno all'altare in piedi dandosi la mano...
Ed è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare. Poi ci si lamenta dell'analfabetismo spirituale dei giovani e quello di ritorno degli adulti e anziani.
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