Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 1 marzo 2020

Il Vescovo Schneider pubblica un saggio “sulla questione del vero papa”

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews (28 febbraio 2020) un importante testo diffuso dal Vescovo Athanasius Schneider in cui egli commenta alcune questioni chiave che hanno tormentato molti fedeli cattolici nel corso della crisi attuale della Chiesa sotto il pontificato di Bergoglio.
Rilevo che Mons. Schneider ha già prodotto un documento sulla questione del papa eretico, da noi pubblicato [qui], su cui il prof. Pasqualucci ha formulato alcune osservazioni [qui]

Tutti i veri figli e le vere figlie della Chiesa dovrebbero indire una seria crociata mondiale di preghiere e di penitenza per implorare l’intervento divino
Sulla questione del vero papa
alla luce della teoria della perdita automatica dell’ufficio papale per eresia
e delle speculazioni sulle dimissioni di Benedetto XVI


L’ipotesi che avalla la possibilità che un papa sia eretico si trova nel Decreto di Graziano (dist. XL, cap. 6, col. 146) del XII secolo. Secondo l’opinione espressa in questo decreto, il papa non può essere giudicato da nessuna autorità umana, salvo nel caso in cui sia caduto nell’eresia (a nemine est iudicandus, nisi deprehendatur a fide devius). Basandosi su questo decreto spurio attribuito erroneamente a San Bonifacio (+754) e accettato da Graziano, i teologi medievali e quelli dei secoli successivi hanno continuato a ritenere valida l’ipotesi – ma non la certezza – della caduta nell’eresia di un papa. L’eventuale condanna per eresia di un papa da parte di un Concilio di vescovi cosiddetto imperfetto fa capo alla tesi del semi-conciliarismo. Le tesi eretiche del conciliarismo sostengono che un Concilio sia superiore al papa.

Anche se – secondo l’opinione della perdita automatica del pontificato in caso di eresia – il giudizio della perdita dell’ufficio papale verrebbe pronunciato dal papa eretico su se stesso e pertanto egli perderebbe l’ufficio senza alcun giudizio da parte della Chiesa, siffatta opinione contiene una contraddizione e rivela un accenno di cripto-conciliarismo. Infatti, secondo questa opinione il Collegio dei Cardinali o un gruppo di vescovi dovrebbe emanare una dichiarazione ufficiale sull’avvenuta perdita automatica dell’ufficio papale. Secondo un’altra opinione, la perdita automatica per eresia dell’ufficio papale sarebbe equivalente alla rinuncia a detto ufficio. Tuttavia, bisogna tenere a mente l’inevitabile possibilità di un disaccordo tra i membri del Collegio dei Cardinali o dell’episcopato sulla questione se il papa sia o no colpevole di eresia. Pertanto, esisteranno sempre dubbi sulla perdita automatica dell’ufficio papale.

Il papa in quanto pontefice non può cadere nell’eresia formale nel senso della proclamazione di un’eresia ex cathedra. Ma secondo alcuni insigni teologi tradizionalisti egli può favorire l’eresia o cadere in essa come dottore privato o anche come papa, ma solo nel suo Magistero non definitorio e non definitivo, che non è infallibile.

L’opinione di San Roberto Bellarmino è che “un papa manifestamente eretico cessa di per sé di essere papa e capo [della Chiesa], così come cessa di per sé di essere cristiano e membro del corpo della Chiesa: pertanto, [in tal caso] può essere giudicato e punito dalla Chiesa” (De Romano Pontifice, II, 30). Questa e altre opinioni simili sulla perdita dell’ufficio papale per eresia si basano sul decreto spurio di Graziano contenuto nel Corpus Iuris Canonici. Una tale opinione non è mai stata approvata esplicitamente dal Magistero né supportata da alcun insegnamento esplicito sulla sua validità dottrinale da nessun Romano Pontefice in un lasso di tempo considerevole. In realtà, questa questione non è stata decisa dal Magistero della Chiesa e non costituisce una dottrina definitiva appartenente al Magistero Universale e Ordinario. Questa opinione gode solo del supporto di teologi, e nemmeno di quello di tutti i Padri della Chiesa a partire dall’antichità. Essa non è stata insegnata unanimemente e universalmente dai vescovi e dai papi nel loro Magistero costante. Né Graziano, né San Roberto Bellarmino, né Sant’Alfonso, né altri insigni teologi hanno espresso con le loro opinioni una dottrina appartenente al Magistero della Chiesa. Anche gli interventi di alcuni Padri del Concilio Vaticano Primo che sembrano supportare l’opinione della perdita automatica del papato per eresia rimangono solo opinioni personali e non fanno parte dell’insegnamento formale del Concilio Vaticano Primo. E anche se un numero esiguo di papi è sembrato supportare tale opinione (per esempio Innocenzo III e Paolo IV), ciò non costituisce la prova del fatto che essa faccia parte dell’insegnamento costante del Magistero Universale e Ordinario. Pertanto non si può citare Papa Gregorio XVI a supporto dell’opinione della perdita automatica dell’ufficio papale per eresia, poiché egli sostenne questa tesi nel suo libro Il trionfo della Santa Sede e della Chiesa contro gli assalti dei novatori prima di diventare papa, e quindi non esercitando il suo Magistero papale.

La perdita automatica dell’ufficio papale di un papa eretico è un tema che riguarda non solo gli aspetti pratici o giuridici della vita della Chiesa, ma anche la dottrina della Chiesa – in questo caso, l’ecclesiologia. In questioni così delicate non si può seguire un’opinione, nemmeno se essa è stata sostenuta da insigni teologi (come San Roberto Bellarmino o Sant’Alfonso) per un considerevole periodo di tempo. Bisogna piuttosto aspettare una decisione esplicita e formale da parte del Magistero della Chiesa – decisione che il Magistero non ha ancora emesso.

Al contrario, il Magistero della Chiesa, dai tempi dei Papi Pio X e Benedetto XV, è sembrato respingere tale opinione, dato che la formulazione del decreto spurio di Graziano è stata eliminata nel Codice di Diritto Canonico del 1917. I canoni che affrontano il tema della perdita automatica per eresia di un ufficio ecclesiastico nel Codice di Diritto Canonico del 1917 (canone 188 §4) e in quello del 1983 (canone 194 §2) non possono essere applicati al papa, perché la Chiesa ha deliberatamente eliminato dal Codice di Diritto Canonico la seguente formula estratta dal precedente Corpus Iuris Canonici: “a meno che il papa non venga sorpreso nell’atto di deviare dalla fede (nisi deprehendatur a fide devius)”. Con questo atto, la Chiesa ha manifestato la sua comprensione, la mens ecclesiae, di questa questione cruciale. Anche se non si è d’accordo con questa posizione, la questione rimane comunque dubbia. In presenza di questioni dubbie, tuttavia, non si può procedere ad atti che hanno implicazioni fondamentali per la vita della Chiesa, come per esempio non nominare un papa sospettato di eresia o la cui elezione si sospetta essere invalida nel Canone della Messa o nelle preparazioni di una nuova elezione papale.

Anche se si supporta l’opinione della perdita automatica per eresia dell’ufficio papale, nel caso di Papa Francesco né il Collegio dei Cardinali né un gruppo significativo di vescovi ha emesso alcuna dichiarazione sulla perdita automatica dell’ufficio papale, specificando le dichiarazioni eretiche concrete e la data in cui sono state pronunciate.

Secondo l’opinione di San Roberto Bellarmino un singolo vescovo, sacerdote o fedele laico non può sancire il fatto dell’avvenuta perdita dell’ufficio papale per eresia. Di conseguenza, anche se un singolo vescovo o sacerdote è convinto del fatto che Papa Francesco abbia commesso il crimine di eresia, egli non ha l’autorità di eliminare il suo nome dal Canone della Messa.

Anche se si aderisce all’opinione di San Roberto Bellarmino, nel caso di Papa Francesco rimangono ancora dei dubbi, e non è stata ancora emessa nessuna dichiarazione da parte del Collegio dei Cardinali o di un gruppo di vescovi che affermi l’automatica perdita dell’ufficio papale e informi di ciò l’intera Chiesa.

I fedeli cattolici possono distanziarsi moralmente (ma non canonicamente) dagli insegnamenti e dagli atti erronei o malvagi di un papa. Ciò è avvenuto diverse volte nel corso della storia della Chiesa. Tuttavia, obbedendo al principio secondo cui si dovrebbe dare il beneficio del dubbio alle opinioni del proprio superiore (in dubio pro superiore semper sit præsumendum), i cattolici dovrebbero anche considerare gli insegnamenti corretti del papa Magistero della Chiesa, le sue decisioni corrette elementi validi della legislazione ecclesiastica e la sua nomina di vescovi e cardinali valida. Poiché anche se si aderisce all’opinione di San Roberto Bellarmino, la dichiarazione necessaria sulla perdita automatica dell’ufficio papale non è stata ancora emessa.

Il “distanziamento” morale e intellettuale di una persona dagli insegnamenti erronei di un papa include anche l’opporsi ai suoi errori. Tuttavia, tutto ciò dovrebbe sempre essere fatto con il dovuto rispetto tanto per l’ufficio papale come per la persona del Papa. Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena – due sante che hanno ammonito i papi dei loro tempi – sono eccellenti esempi di tale rispetto. San Roberto Bellarmino ha scritto: “Così come è lecito resistere a un Pontefice che attacchi il corpo, è altrettanto lecito resistere colui che attacca l’anima o distrugge l’ordine civile o, soprattutto, cerca di distruggere la Chiesa. Affermo che è lecito resistergli non obbedendo a quanto egli ordina e impedendo l’esecuzione della sua volontà” (De Romano Pontifice, II, 29).

Per mettere in guardia il popolo contro il pericolo rappresentato dagli insegnamenti e dalle azioni erronei di un papa non è necessario convincerlo del fatto che egli non sia il vero papa. Ciò si deve al fatto che la Chiesa cattolica è per sua natura una società visibile, contrariamente alla concezione protestante e alle teorie del conciliarismo e del semi-conciliarismo, secondo le quali le convinzioni di un singolo individuo o di un gruppo particolare all’interno della Chiesa possono decidere chi sia il vero e valido pastore della Chiesa.

La Chiesa è abbastanza forte e possiede mezzi sufficienti per proteggere i fedeli dai danni spirituali provocati da un papa eretico. In primo luogo, esiste il sensus fidelium, il senso sovrannaturale della fede (sensus fidei). È un dono dello Spirito Santo grazie al quale i membri della Chiesa possiedono il vero senso della fede. Si tratta di un tipo di istinto spirituale e sovrannaturale che permette al fedele di sentire cum Ecclesia (pensare con la mente della Chiesa) e di discernere cosa è conforme alla fede cattolica e apostolica tramandata da tutti i vescovi e i papi per mezzo del Magistero Universale Ordinario.

È anche doveroso ricordare le sagge parole che il Cardinal Consalvi rivolse a un furioso Imperatore Napoleone, quando quest’ultimo minacciò di distruggere la Chiesa: “Sicuramente non riuscirai a fare quel che noi [ossia, il clero] abbiamo già cercato di fare senza riuscirci”. Parafrasando queste parole si potrebbe affermare: “Nemmeno un papa eretico può distruggere la Chiesa”. Il papa e la Chiesa, difatti, non sono totalmente identici. Il papa è il capo visibile della Chiesa Militante sulla terra, ma allo stesso tempo egli è anche un membro del Corpo Mistico di Cristo.

Il sentire cum Ecclesia esige che un vero figlio o una vera figlia della Chiesa onori il papa anche quando non commette atti giusti, chiedendogli allo stesso tempo di agire meglio e pregando affinché Dio lo illumini in modo tale che possa divenire un valoroso araldo e difensore della fede cattolica.

L’ex-papa Benedetto XVI non è più papa. Per convincersene è sufficiente rileggere il nucleo dell’annuncio delle sue dimissioni. Le seguenti affermazioni dell’ex-papa Benedetto XVI eliminano ogni ragionevole dubbio sulla validità della sua abdicazione e sul suo riconoscimento di Papa Francesco come unico vero papa: “Tra di voi, nel Collegio dei Cardinali, si trova anche il futuro papa a cui prometto oggi la mia reverenza e obbedienza incondizionali” (discorso di commiato ai cardinali del 28 febbraio 2013). “Ho preso questo passo con piena consapevolezza della sua gravità e anche della sua novità, ma con profonda serenità interiore” (ultima udienza generale, 27 febbraio 2013). “Non vi è il minimo dubbio sulla validità della mia rinuncia al ministero petrino. L’unica condizione di validità è la completa libertà di decisione. Le speculazioni sull’invalidità delle dimissioni sono semplicemente assurde” (lettera del 18 febbraio 2014 ad Andrea Tornielli pubblicata ne La Stampa del 27 febbraio 2014) [qui - qui]. Durante una conversazione con un giornalista del quotidiano italiano Corriere della Sera, l’ex-papa Benedetto XVI ha affermato: “Il papa è uno, è Francesco”. Queste parole di Benedetto XVI sono state riportate dalla versione stampata del Corriere della Sera del 28 giugno 2019 ed erano state anticipate dalla versione italiana di Vatican News del 27 giugno 2019.

La Chiesa è una società visibile. Pertanto, ciò che era essenziale per la validità delle dimissioni di Benedetto XVI non erano i suoi possibili pensieri interiori ma quanto egli ha dichiarato pubblicamente, poiché la Chiesa non giudica le intenzioni interiori (de internis non iudicat Ecclesia). Gli atti ambigui di Benedetto XVI, come l’indossare l’abito bianco, il mantenimento del suo nome, l’impartizione della benedizione apostolica, etc. non hanno alcun influsso sul significato inequivocabile del suo rassegnare le dimissioni. Anche molte delle sue parole esplicite e azioni chiare successive alle sue dimissioni confermano il fatto che egli ritenga che Papa Francesco, e non lui, sia il vero papa.

Dichiarare che Papa Francesco non è un papa valido a causa delle sue eresie o delle sue elezioni non valide (a causa di presunte violazioni delle norme del conclave o perché Papa Benedetto XVI sarebbe ancora papa per via dell’invalidità delle sue dimissioni) sono atti soggettivi e disperati che mirano a porre rimedio all’attuale crisi senza precedenti del papato. Sono atti meramente umani e tradiscono una miopia spirituale. Tutti i tentativi di questo genere alla fine conducono a un vicolo cieco. Siffatte soluzioni rivelano un approccio implicitamente pelagiano che vuole risolvere con mezzi umani un problema che esige piuttosto l’intervento divino.

Basta esaminare casi analoghi di deposizione di un papa o di dichiarazione dell’invalidità della sua elezione nella storia della Chiesa per constatare che essi hanno sempre provocato rivalità e conflitti tra i pretendenti all’ufficio papale.

Situazioni del genere provocano nella Chiesa una confusione ancor più grande rispetto al tollerare un papa eretico o eletto in modo dubbio conservando però la visione sovrannaturale della Chiesa e la fiducia nella Divina Provvidenza.

Alla fine, la Chiesa non è una realtà unicamente umana ma umana e divina al contempo. È il Corpo Mistico di Cristo. I tentativi di risolvere la crisi attuale del papato che favoriscono l’opinione di San Roberto Bellarmino e le sue soluzioni concrete o il rifugiarsi nella teoria non dimostrata secondo cui Benedetto XVI sarebbe l’unico vero papa sono destinate a morire sul nascere. La Chiesa è nelle mani di Dio, anche nelle sue epoche più oscure.

Non dobbiamo stancarci di proclamare la verità cattolica, di mettere in guardia e ammonire quando le parole e le azioni del papa danneggiano in modo evidente la fede. Ma ciò che tutti i veri figli e le vere figlie della Chiesa dovrebbero fare oggi è indire una seria crociata mondiale di preghiere e di penitenza per implorare l’intervento divino. Abbiamo fede nelle parole del Signore: “E Dio non farà giustizia ai Suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui, e li farà a lungo aspettare?” (Lc 18, 7).
28 febbraio 2020
+ Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria in Astana
[Traduzione per Chiesa e Post-Concilio di Antonio Marcantonio]

58 commenti:

Anonimo ha detto...

Nei fatti le anime soffrono. E soffrono per colpa di malfattori, presenti in gran numero dentro la chiesa, mascherati chi da novizio, chi da vescovo, chi da sacerdote, chi da papi. A questo punto i decreti e controdecreti lasciano il tempo che trovano. La chiesa sta venendo meno al suo compito. Se la Chiesa Invisibile è quella giusta allora per me questa visibile può schiattare serenamente.

tralcio ha detto...

Estrapolo quelli che reputo i cinque passaggi fondamentali dell'importante scritto del Vescovo Schneider, dopo aver percorso il ventaglio di ipotesi e di "soluzioni" descritte, nelle quali non nascondo d'essermi addentrato (vicoli ciechi inclusi) in questi anni.

-Il papa e la Chiesa non sono totalmente identici. Il papa è il capo visibile della Chiesa Militante sulla terra, ma allo stesso tempo egli è anche un membro del Corpo Mistico di Cristo.

-Situazioni del genere (nota mia: ovvero inventarsi "soluzioni" non previste dal magistero e comunque senza averne alcun titolo) provocano nella Chiesa una confusione ancor più grande rispetto al tollerare un papa eretico o eletto in modo dubbio conservando però la visione sovrannaturale della Chiesa e la fiducia nella Divina Provvidenza.

-Alla fine, la Chiesa non è una realtà unicamente umana ma umana e divina al contempo. È il Corpo Mistico di Cristo.

-La Chiesa è nelle mani di Dio, anche nelle sue epoche più oscure.

-Ciò che tutti i veri figli e le vere figlie della Chiesa dovrebbero fare oggi è indire una seria crociata mondiale di preghiere e di penitenza per implorare l’intervento divino.

Il Vescovo Schneider pone alla fine una domanda molto, ma molto pesante e ci riguarda.

Abbiamo fede nelle parole del Signore: “E Dio non farà giustizia ai Suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui, e li farà a lungo aspettare?” (Lc 18,7)

E' una domanda che ne ricorda un'altra, di Gesù: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18,8)

Perché, al dunque, è una questione di fede in Dio, non negli uomini, compreso un uomo molto speciale come il Pontefice.
Nostro Signore Gesù Cristo ci ha istruiti anche su questo (vangelo di Matteo, capitolo 24: "sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato".
E San Paolo nella seconda lettera ai Tessalonicesi rivolto ai credenti li prega così: "Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio".

Qualunque scenario si manifesti sulla terra, Dio è Oltre e più grande. In chi abbiamo fede?

Anonimo ha detto...

Esempio di sana fede del popolo:

Bellissimo oggi alla messa delle 8,15 le anziane che si rifiutano di prendere la Comunione in mano asserendo di non essere capaci.

Anonimo ha detto...

Da un Vescovo che non ha avuto il coraggio di ammonire pubblicamente Bergoglio non mi sarei aspettato nulla di diverso di uno scritto come questo.
Che farà Schneider se Bergoglio dovesse proclamare un'evidente eresia impegnando l'infallibilità e "vincolando" l'intera Chiesa?
Si arrampicherebbe ancora sugli specchi per provare a giustificare l'ingiustificabile? O seguirebbe Bergoglio in una nuova religione?
Inoltre l'opinione dei teologi (fossero anche tutti i teologi della storia) sul fatto che possa esserci o no un Papa eretico non vale nulla di fronte alla prova dei fatti: chiunque contraddica una verità DEFINITORIA (=DOGMA) è ERETICO PER DEFINIZIONE (contro il fatto non vale l'opinione): quindi la questione verterebbe tutta sul fatto che sia eretico MATERIALE o FORMALE (ed a questo scopo sarebbero fondamentali le ammonizioni canoniche, che Mons. Schneider si è ben guardato dal fare).

Anonimo ha detto...

Grazie per questa "perla". In un periodo di confusione e disorientamento come è il nostro, benedetto sia chiunque porta luce con autorevolezza argomentando con il richiamo a fonti corrette. Paola

Anonimo ha detto...

sante parole

Anonimo ha detto...

Vergognoso da leggere. Commenterò con calma.

mic ha detto...

Da un Vescovo che non ha avuto il coraggio di ammonire pubblicamente Bergoglio non mi sarei aspettato nulla di diverso di uno scritto come questo.

Non è esatto. È l'unico che gli ha chiesto direttamente di ritrattare le affermazioni del documento di Abu Dhabi. Purtroppo senza esito, il perché è noto...

Anonimo ha detto...

Concordo al 100%.

Anonimo ha detto...

INTERVERRÀ LA MADRE DI DIO LA TUTTA SANTA E SALVERÀ LA CHIESA. NON PRAEVALEBUNT..

Anonimo ha detto...


Il "quietismo" rischia di far svoltare su quella ben nota via larga e ben lastricata di buone intenzioni...

Ma mons. Schneider non si limita ad esortare alla preghiera. Lui stesso è intervenuto più volte e continua ad intervenire criticando l' andazzo dominante ed anche direttamente il papa, come ha giustamente ricordato Mic. Non possiamo certo risolvere una crisi del genere con i nostri soli modesti interventi. Però dobbiamo fare la nostra parte, vedi Parabola dei Talenti, anche per non rischiare di essere respinti nelle Tenebre Esteriori dal Signore nel giorno del nostro Giudizio, perché troppo inclini alla tepidezza, al "quietismo".
Perciò, accanto alla preghiera costante, costante deve essere l' azione di denuncia degli errori ed eresie che questo papa tollera e addirittura promuove, con consumata tecnica da uomo di potere; denuncia che non deve mai mancare di rispetto alla figura del Papa, concentrandosi sulle errate e nefaste dottrine non sulle persone.
Non è detto che papa Francesco si renda ben conto della gravità dei suoi errori. La denuncia serve anche a questo: a risvegliare in lui la coscienza del retto sentire cattolico, affinché cambi rotta. Nel caso peggiore, di un suo indurimento irrimediabile, affinché si crei un movimento di opinione tra i fedeli e il clero in favore della retta dottrina, così vasto da costringerlo a sospendere il suo piano di "riforme" o, alla fin fine, alle dimissioni. La denuncia contenuta nel libro del card. Sarah in difesa del celibato ecclesiastico, sorretta anche dallo scritto di Ratzinger, ha creato o no a Bergoglio qualche problema, impedendo per ora quell' ultimo passo che la maggioranza dei vescovi e cardinali tedeschi riteneva ormai scontato, dopo che loro l' avevano preparato da anni, ormai, passando per l' Amazzonia?
Certo, questa piccola-grande vittoria dovrebbe esser sfruttata a dovere. Ma come la sfruttiamo, con le preghiere solamente? Senza il libro di Sarah e Ratzinger le preghiere a nulla avrebbero portato: occorrono anche le opere, quelle giuste al momento opportuno, se vogliamo essere cattolici coerenti fino in fondo.
T.

Diego B. ha detto...

Giustissimo. Mai essere indolenti,rassegnati o in attesa che qualcun altro faccia qualcosa di risolutivo. Io ritengo che ognuno deve agire cattolicamente nel suo stato. Io tengo duro al lavoro, mi adopero per la S. Messa in rito antico ed i soma faccio tutto il possibile. Chi dirige un blog continua a dare informazioni, supporto, contatti e stimoli. Io non mi posso inventare blogger. Questo per dire che tutti noi siamo pedoni in punto preciso della scacchiera. Facciamo il nostro al meglio. Il Generale sa il fatto suo per vincere anche nel secolo dopo aver trionfato nell'Eternità

Per l'anonimo paziente del 1 marzo 2020 10:00 : ha detto...

Un giorno, una monaca morta in odore di santità, stava vivendo un periodo doloroso e avendo imparato la Comunione Spirituale, aveva iniziato a NON ricevere più Gesù Eucaristia a causa del sacerdote che santo non lo era davvero... la monaca era assai combattuta perché riteneva un peccato ricevere l'Eucaristia in quel modo... Dopo tanto combattimento spirituale e di suppliche a Gesù per farle capire cosa fosse stato meglio, durante una Comunione e mentre si accingeva a fare quella spirituale, le appare Gesù accanto al sacerdote che stava distribuendo la Comunione, dall'altra parte del sacerdote c'era un demone.... Gesù dice alla monaca: "sì è vero, qui c'è indegnità ma IO SONO QUI, COSA FARAI ORA, MI RIFIUTERAI UN'ALTRA VOLTA??" - lasciamo a lei, V........, e a tutti voi, la risposta da dare al Signore.... non certo a noi!
Alcune scelte e prese di posizione contro l'obbedienza corretta al vescovo, non renderà migliore la situazione: OGNI PENA MI E' DILETTO, diceva san Francesco d'Assisi... e la Comunione NON E' MAGIA O SUPERSTIZIONE... un conto è credere nella Presenza reale che guarisce, altra cosa è affermare che con la Comunione nessuno morirebbe o nessuno si contagerebbe... questa è superstizione... mancare di fede è piuttosto disobbedire a quanto i Vescovi stanno imponendo in questo frangente di EMERGENZA... passata la quale ritorneremo a fare battaglia per la Comunione alla bocca.... come dice la Bibbia: OGNI TEMPO HA LA SUA PENA, e Gesù specifica: AD OGNI GIORNO BASTA LA SUA PENA... oggi è questa la situazione, domani Dio vede e provvede, fidiamoci di LUI e non delle nostre opinioni personali....
Dal sito Cooperatores Veritatis in risposta alla domanda di V.... .

https://www.youtube.com/watch?v=W53d1aCKpws

Anonimo ha detto...

https://it.wikipedia.org/wiki/Corpus_Iuris_Canonici
1582 Corpus Juris Canonici composto di 5 parti di cui una era il cosiddetto decreto Graziano del XII secolo, anche completamento modificato dagli estensori. Allora il Codice del 1582 fa testo senza appellarlo con decreto Graziano, che non è veritiero, ma resta valido come il Codice del 1917 (il Codice e non già il Graziano).I Codici non possono cambiare la dottrina: quindi i codici di cui tenere conto sono sia 1582, che 1917 e 1983 (perché Monsignore cita solo gli ultimi due?). Parlando esattamente , Mons.Scnheider deve citare che il CJC, Codice del 1572, stabilisce che un Papa può essere giudicato per eresia. Ma, come i sedevacantisti don Ricossa e collegati, egli dice che allora il concilio giudicante sarebbe superiore, fingendo come i primi di non capire che non è più Papa. Però capisce ed infatti "sebbene si affermi che perda da solo la carica" ci vede un principio di cripto-conciliarismo ancora, perché il Codice prevede una dichiarazione dei cardinali, che secondo lui litigherebbero su questo (lo Spirito Santo non lo considera proprio), anche se più oltre dichiara necessaria la dichiarazione per poi riattorcigliarsi di nuovo dicendo che non è stata fatta , ignorando peraltro i Dubia, e lui stesso su Abu Dhabi, ed i vari richiami. Concordo che manchi tale Dichiarazione urbi et orbi nel senso di dire chiaro e tondo : il Papa non è Papa ma è antipapa per questi motivi. Capisce benissimo che il Codice parla di Papa che si autogiudica ed esamina anche l'altra tesi del considerare questo autogiudizio come rinuncia, dimissioni. Il che richiede sempre una Dichiarazione. ( nota mia: Se il Papa è stato validamente eletto cioè, il Papa si autogiudica con l'eresia ipso facto, si autodepone, e questa autodeposizione può essere considerata secondo alcuni come dimissioni. Il fatto di non usare dell'infallibilità lo denuncia di per sé come autogiudicato e dimesso, oltre ad esserci nel caso anche l'invalidità dell'elezione) . Sul disaccordo dei cardinali che teme trascura che: 1) molti cardinali sono nella situazione di papa Francesco e vanno dichiarati eretici anche loro col primo
2) il conclave regolare gode dell'assistenza dello Spirito Santo, lo considera dal lato solo umano, proprio lui che accusa gli altri di ciò
3)secondo lui esisterebbero sempre dubbi ma il Papa dubbio è nullo dicono i canonisti, lo scriveva Guido Ferro Canale se ricordo bene.
continua

Anonimo ha detto...

Bergoglio vince il disagio dell'influenza per parlare all'Angelus. Per pregare per le vittime del Coronavirus? ahahhahaha, illusi.
Per protestare contro lo Stato italiano che ha imposto la sospensione delle Messe in Lombardia e Veneto mentre lascia aperti i centri commericali anche alla domenica? ahhahhaha, illusi.
Bergoglio vince il disagio dell'influenza per parlare all'Angelus di ...."migranti"!!!
Tanto per essere originale, una volta tanto.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

"Pertanto non si può citare Papa Gregorio XVI..."
Come vuole...
È invece l'Enciclica di Gregorio XVI "Mirari vos" - stupenda - ad altri propositi, si può citare? Sì o no?

Anonimo ha detto...

Briefing straordinario. Comunione alla mano: in caso di emergenza nella Divina Volontà
Cooperatores Veritatis 1 mar 2020
https://www.youtube.com/watch?v=rkfRxpVzzX8

Intenzione : "Io mi fondo in Gesu' e con le Sue stesse mani fuse con le mie Lo ricevo "
Gesu' desidera venire nel tuo cuore , e lo desidera fortemente , se tu non lo ricevi Gli dai solo un dispiacere.

Anonimo ha detto...

Non mi sembrano argomentazioni solide. Schneider purtroppo non è la prima volta che presenta questo tipo di incoerenze.
In passato in un documento (Catholic Church: Where are you heading? intervista con Dániel Fülep) aveva detto che anche se il conclave del 2013 è stato manipolato (mafia di San Gallo) e quindi invalido, Bergoglio è comunque vero Papa in quanto il golpe è riuscito e i brogli non sono stati scoperti subito. L'accettazione mediatica e sociale è posta come base, superiore alla coerenza con la verità divina e anche alle norme canoniche.

Mi dispiace dirlo (perché avevo fino a qualche tempo fa ancora fiducia in lui, che ha fatto molto contro la deriva in atto) ma Schneider passa di palo in frasca e fa il gioco delle tre carte, adoperando argomenti a suo uso e consumo, per legittimare la propria tesi: svaluta una cosa dicendo che è storicamente superata, poi ne svaluta un'altra dicendo che nei tempi antichi la prassi era differente; sostiene una argomentazione con il diritto canonico, poi sorvola in modo impressionante sulle violazioni canoniche, mettendo in primo piano l'accettazione socio-mediatica e il fatto compiuto.
Dice di guardare ai fatti per fare chiarezza e poi degrada a cose di poco conto degli elementi fattuali che dimostrano che c'è un problema (es. le azioni di Benedetto XVI che mettono in dubbio la rinuncia).

Il tutto per sostenere che un papa eretico (o anche apostata, pagano, satanista, ecc...) è sempre papa, non decade, non si può deporre, e anche se si potesse NON si dovrebbe deporre, perché si farebbe un danno peggiore (!).
E questo atteggiamento limita anche la resistenza al processo di demolizione in atto: Schnider ora sta molto attento a non fare cose che potrebbero portarlo in aperto contrasto con Bergoglio e gli altri, ecco perché ha detto che non bisogna fare la correctio formalis, ecco perché non ha più sostenuto Viganò e ha preso le distanze dalle petizioni contro il sinodo, invitando ad abbassare i toni.

Anonimo ha detto...

continua.
Il Papa, scrive, può proclamare eresie come dottore privato ed anche come Papa (?) ma nel Magistero non definitorio e non definitivo che non è infallibile: ora gli chiedo come sia possibile chiamare Magistero con la maiuscola un'eresia, come possa chiamare Magistero con la maiuscola magistero non infallibile, quando è magistero con la minuscola rientra nel ni satanico. Se è Magistero di un Papa deve essere privo di errori, solo se non è di un Papa può contenere errori ma allora….o è decaduto per autogiudizio o mai è stato.E non è Magistero.Apparente Papa ed apparente Magistero.Il criterio lo dà Gesù : chi non entra dalla Porta e la Porta è Gesù col Suo Vangelo: se l'apparente papa va contro il Vangelo è ladro o brigante, ovvero antipapa. E ci vuole la Dichiarazione. Poi c'è da mettersi le mani nei capelli nel leggere che Paolo IV, Innocenzo III, il futuro Papa Gregorio che cita, moltissimi teologi, nonché san Paolo (biblico:chi predica un altro Vangelo sia anatema) NON FANNO TESTO…..mentre fa testo la Querida,la laudato e tutti i connessi, nonché un'opinione di un solo teologo che cita più avanti.Infatti scrive "Una tale opinione mai è stata approvata esplicitamente dal Magistero". San Giovanni dice che chi non riconosce Cristo venuto nella Carne non è da Dio, è anticristo, come chi non crede nel Figlio non crede nel Padre e viceversa, e quanti cardinali lo fanno oggi, e pure vescovi, e pure preti, e pure fedeli: chiesa anticristica.Si tratta di buttare alle ortiche XX secoli di Chiesa. Il Codice del 1917canone 188 p.4 sì, il Codice del 1983 canone 194 p.2 sì, il Codice del 1592 NO? Non fa parte del Magistero costante universale? Papa Paolo IV con una Bolla Pontificia con cui rinnova e stabilisce IN PERPETUO le pene per gli eretici, chiunque siano, per lui non fa testo? Solo il cvII e l'eretico papa attuale lui considera , dato che lo definisce papa eretico da tollerare, e pure scrive che ha detto e scritto eresie. Cioè dà per scontato che dobbiamo accettare tutte le eresie locali e del papa, il cvII, l'elezione non a norma da prendere come normale….I Papi conciliari per lui dunque possono contraddire XX secoli e la Bibbia ed i Papi precedenti al Concilio. Il Codice del 1917 peraltro approva le sanzioni agli eretici, non è che le considera. Non cambiano le cose, anche se i modernisti hanno fatto bene il loro lavoro tagliando qua e là da secoli, d'altronde lessi che Benedetto XV e Pio XI non furono molto santi,tanto da ignorare Dio nel Suo messaggio di Fatima, ed il Codice del 1917 fu di uno di questi. Non è solo dal postconcilio la crisi ma da prima del 1900, fu combattuta dopo La Salette e poi si ricadde (al più tardi nella seconda metà del XX secolo...e così è stato). Paolo IV e san Paolo contraddicono mons.Schneider. La Chiesa del concilio è più intelligente di Dio stesso? E di venti secoli di Chiesa? I dubbi non vanno bene, rientrano nel ni che viene dal Maligno. Papa dubbio Papa nullo è tesi del Billot http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350960.html
... è tesi del Billot che contraddice quindi il Monsignore
Invalidità elezione di Bergoglio neppure contestata come tesi, ma da ignorare, arma del silenzio.
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/09/23/news/bergoglio-o-o-papa-nullo-e-ratzinger-ancora-lo-e-76860/
Per Monsignore va bene nominare "un ladro e brigante" nel canone, uno non entrato per la Porta ( il Vangelo che infatti sconfessa ) e neppure per la porta della valida elezione, avere un papa dubbio per lui va bene, avere un papa eretico pure, siamo alla stregua della scomunica di mons.Lefebvre, perché fu data tale scomunica ed ora invece non c'è più, senza nullo cambiare,non si sa, cioè quello che valeva per Giovanni Paolo II nell'era Bergoglio è al contrario.
Io lo trovo scandaloso, tutto va bene madama lamarchesa?

marius ha detto...

Un insegnamento coerente, limpido e autorevole sotto ogni aspetto.
Da divulgare il più possibile.

Anonimo ha detto...

Mons.Schneider "anche se si supporta la perdita dell'ufficio papale per eresia, nel caso di papa Francesco né il collegio dei cardinali né gruppi significativi di Vescovi ha emesso dichiarazione". Mah, allora si va avanti all'infinito con gli errori, visto che nessuno lo dice? E poi i "Dubia" cos'erano? E tutti gli altri richiami? Pure ai Vescovi e pure lui ha fatto richiami. Ma trarre le conclusioni non va bene?Gli Apostoli con Maria se ragionavano come lui dovevano aspettare di avere il sinedrio con loro?
Poi cita una singola frase di Bellarmino ( teologo che attesta l'impossibilità del papa eretico) con cui si dice che un singolo, vescovo, sacerdote o fedele, non può giudicare. Ma nel caso abbiamo tanti fedeli, diversi Sacerdoti ed alcuni Vescovi, il numero c'è.Emettere la dichiarazione necessaria, scrive -necessaria- e poi… Datevi da fare, state mandando le anime al macello, aumentano pure i flagelli all'intera umanità. Oltrettutto quale dubbio può esserci, due papi nella Chiesa non possono esistere, inutile ridurre ad atti ambigui quelli di Ratzinger, è un ex Papa che scrive però che sarà Papa fino alla morte: inutile citare dialoghi vari, o il Corriere della sera e Vatican news come Magistero, quando non si considera Magistero neanche san Paolo o Papa Paolo IV o il Codice del 1592, CJC e si considera valido uno che proferisce eresie blasfeme con pachamame varie e priapi. E' lo stesso Benedetto XVI a citare di essere conscio della "novità" delle sue dimissioni, quando le dimissioni pure e semplici non sono novità. Le novità non esistono nella Chiesa quando toccano le fondamenta, la dottrina, la liturgia, i sacramenti, perché l'annullano."La Chiesa non giudica le intenzioni interiori"? Non vero, non giudica finchè sono interiori ma giudica quando divengono esteriori. Ed ora sono pubbliche ed universali.
Manifeste e pertinaci. " papai, 2dottrine opposte, 2.... cozzano contro il credo,la Chiesa una. Bellarmino dice che " il Pontefice che attacchi il corpo" non va assecondato e poi non considera neppure possibile che un Papa attacchi l'anima della Chiesa tanto da dire che si deve resistere a "colui che attacca l'anima..". Mons.Scnheider è diventato lefebvriano, obbedienza a singhiozzo, invece il Papa va ubbidito se è tale e -nessuno può giudicare la prima sede in fede e morale- , non si può cattolicamente non obbedire al Papa, piuttosto il Papa non può essere nell'errore. L'unica cosa su cui anche il fedele ha il giudizio in base al sensus fidei, da lui citato, cioè l'infallibilità ordinaria (anche il pastorale non può contradire il dogma) di chiunque è nell'ANIMA della Chiesa, è proprio se uno è Papa o no, ed è Papa se è INFALLIBILE, altrimenti no e va combattuto. Il sensum fidei infatti ha reso le chiese vuote, anche se qualcuno non se ne accorge. Chi frequenta è solo perché ha accolto il modernismo, oppure i fedeli che la Madonna nelle sue apparizioni spinge ad andare mantenendo la retta dottrina.Le parrocchie,le curie sono come il vertice.

Anonimo ha detto...

Ho qualche dubbio su quanto affermato da Anonimo nell'intervento delle 13.52

Anche se il comportamento è permesso, è chiaro a tutti il rischio di disperdere frammenti del Santissimo Sacramento nel comunicarmi utilizzando le mani (a prescindere da questioni di igiene e di rispetto di Nostro Signore toccandolo con mani sporche).
Tenendo presente che l'emergenza virus non ha indotto a maggior cura nella distribuzione dell'Eucaristia e che quasi ovunque non si fa uso del piattino, qualora ci fosse l'OBBLIGO di comunicarsi ricevendo l'Ostia consacrata nelle mani, sono posto davanti all'alternativa:

-non mi comunico, anche potendolo fare, per evitare questo potenziale atto sacrilego: indubbiamente il non unirmi in comunione sacramentale può essere un dispiacere per Gesù, ma Lui legge il mio cuore e quindi conosce l'intenzione per cui non lo faccio, la fede nella transustanziazione e comunque segue la comunione spirituale di un'anima in grazia di Dio.

-mi comunico nel modo che avrei sempre evitato, potendolo:
rinunciando a una delicatezza che viene dall'amore per Gesù Eucaristia, considererei maggior amore l'essere venuto meno alla delicatezza e alla fede nella Presenza Reale di Gesù transustanziato nella particola consacrata; anche in questo caso Gesù legge la buona fede nel cuore nel fare comunione.

Dato che Gesù è comunque Presente e che Lui conosce perfettamente quello che porto nel cuore, poiché purtroppo il comportamento oggettivamente meno rispettoso e premuroso non è solo dettato dalle disposizioni di igiene ma viene in una perdita di senso della realtà del Santissimo Sacramento, penso che sia meglio non uscire nemmeno dal posto, evitare di sfidare il sacerdote a violare il consiglio e magari fare pure polemiche... Resto dove sto, raccolto, e faccio una bella comunione spirituale con il suo debito ringraziamento.

Anonimo ha detto...

Non si tratta di istinto per il fedele, il sensum fidei è l'infallibilità ordinaria, dono dello Spirito Santo che unisce l'anima del Corpo Mistico. Il Papa non è la Chiesa ? ...ma è un membro del corpo mistico? Il Corpo Mistico ha un corpo che però spesso è morto, amputato, autoamputato, ma nel Mistico sta solo l'anima e non quel corpo. Quale corpo allora? Perché se non è nell'anima ma solo nel corpo della Chiesa non è in unione con lo Spirito Santo, ma con un altro spirito che insegna un vangelo diverso. Non è Papa interiore? Il Papato deve essere accettato o basta l'elezione valida? Nel caso assente- carente. Don Ricossa dice che deve essere accettato interiormente, come l'Ordine, come l'Eucarestia è determinata dall'intenzione del celebrante. Però Benedetto si ritiene Papa fino alla morte.Il Papa non è la Chiesa? "Ubi Petrus ibi Ecclesia" san Ambrogio attesta contro mons.Scnheider. Se Pietro non è Pietro chi è, che chiesa c'è col non Pietro? Un vero fedele di Cristo non onora uno che non è Papa ma appare come tale, prega per lui, lo ama come nemico, ma non lo onora.
Il monsignore accetta come possibili e giustificate sia la tesi del papa eretico che del papa dubbio, che del papa invalido e dice che si deve accettare comunque, perché richiamarle significa "atti disperati..atti soggettivi...meramente umani (è lui a non considerare lo Spirito Santo nell'elezione papale però)...miopia spirituale...approccio pelagiano" . A me pare disperata questa difesa ad oltranza di un eretico. Dice che nei secoli quando ci sono stati papi c'è stato caos e conflitti, (come oggi che ne abbiamo 2 infatti) e che quindi è meglio non chiarire le cose? Mi risulta invece che la Dichiarazione valida ha posto fine al caos.La Dichiarazione deve venire per intervento dello Spirito Santo, l'uomo rispetti le regole e Dio agirà, ma finchè si ragiona con gli errori non lo fa. Noi continuiamo finchè si può tollerare , ma ormai si è giunti allo svincolo, i piedi in 2 paia di scarpe non si tengono. I Vescovi invece renderanno conto a Dio della loro connivenza col male, con l'errore. Sappia che nelle curie vescovili e nelle parrocchie la visione soprannaturale non esiste più, non credono all'inferno, predicano contro il Vangelo,ora poi fanno ferie grazie al coronavirus, grande visione soprannaturale forse...Dio si è messo nelle nostre mani, vuole la nostra libera partecipazione alla Sua Risurrezione. Tiriamolo fuori del Sepolcro con il nostro agire per la Verità ed anche la verità semplice. Quanti oggi sono scomunicati da Papa Pio X o Leone XIII o Pio IX?...e non lo sanno o fanno finta di non saperlo?

Anonimo ha detto...

Non sono in grado di trovare una risposta, non ne ho la competenza necessaria. Posso solo dire che mi lascia perplesso il fatto che diversi canonisti hanno messo in dubbio la validità delle dimissioni. Perché, se é tutto così chiaro?
Forse la risposta sta nel come ha espresso la rinuncia Benedetto XVI, ovvero la rinuncia al solo aspetto giuridico ecc...
Su questo Mons. Schneider non ha detto nulla, eppure mi sembra il nocciolo della questione.
Sulla questione della comunione sulla mano confessò di essere molto combattuto.
La soluzione del fazzoletto, tipo corporale, da usare sulla mano mi sembra poco praticabile, anche perché facilmente lo impedirebbe, forse anche giustamente. Così come mi sembrano poco attinenti gli esempi riportati in riferimento ad alcuni mistici.
Sono situazioni diverse e, inoltre, contrariamente a quanto affermato da alcune donne nel video propostoci, non è una semplice questione di principio.
Detto ciò non ho una risposta certa.

Anonimo ha detto...

La situazione di oggi, relativa ai 2 papi, è peggiore di quella del passato. Allora era molto chiaro che solo uno poteva essere il legittimo papa,adesso vogliono farci credere é tutto normale.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Sono certo (fino a prova contraria) che Francesco è vero Papa, ma non sono sicuro che Benedetto non sia un vero Papa emerito, cioè un Papa che, pur non guidando la Chiesa, sia rimasto in possesso del "munus" papale, a cui non ha mai esplicitamente rinunciato (ha rinunciato solo al ministero, cioè al servizio).
A inserire nel Codice di Diritto Canonico il termine "munus" fu Giovanni Paolo II e Benedetto non vi ha esplicitamente rinunciato e, anzi, ha continuato a vestire e a firmarsi come Papa, per cui mi rimane il dubbio che non vi volesse rinunciare.
E se non voleva, è difficile affermare che non è più Papa. Ma forse voleva... non lo so.
So però che Francesco è Papa. Troppo comodo dire che non lo è: le difficoltà non vanno fuggite, ma affrontate.
Un Papa può essere eretico?
Forse, ma per dirlo l'eresia deve essere EVIDENTE, altrimenti c'è il beneficio dell'interpretazione e, anche, del fatto che senza una prova contraria, va presupposta la volontà di non voler proclamare l'eresia, per cui le parole dette, anche se confuse e fuorvianti, vanno interpretate in modo conforme alla fede della Tradizione.
L'eresia deve perciò essere EVIDENTE. Perciò per essere considerato eretico il Papa dovrebbe, ad esempio, dire CHIARAMENTE che Maria non è Immacolata. E dovrebbe insistere su questa posizione.
Alcuni però dicono che il Papa non PUO' dire una cosa del genere, così come 2 più 2 non può non fare 4, per cui il problema non si pone.
Di conseguenza, se questa teoria fosse vera, e nonostante ciò il Papa dicesse un'eresia evidente, vorrebbe dire che quello che noi crediamo Papa non è il vero Papa, ma è un falso Papa.
Se invece il Papa può essere eretico, se l'eresia è EVIDENTE, è anche evidente che non fa parte del deposito della fede della Chiesa, per cui parla di cose che non chiamano in causa il suo Magistero papale, che riguarda solo la fede cattolica.
E' come se il Papa volesse insegnarci cosa è l'islamismo: io mi fido di più di un esperto come Magdi Allam che di lui.
Così se dicesse, o anche pretendesse di insegnare, che l'Islam è una religione pacifista, impegnerebbe forse il suo Magistero?
No di certo.
Allo stesso modo se proclamasse che Maria non è Immacolata o che le unioni tra omosessuali non sono in se stesse immorali.
I 2000 anni di magistero infallibile che lo hanno preceduto ridurrebbero una eventuale affermazione del genere a opinione privata, a cui si può lecitamente rispondere, per rispetto al Papa, con una risata (altrimenti al posto della risata sarebbe potuto essere lecito anche uno sberleffo).

Anonimo ha detto...

Caro Pietro, non si può rinunciare solo ad un aspetto. È proprio questo il punto. Se non puoi dimostrare che Benedetto XVI ha rinunciato validamente non puoi nemmeno avere certezza che Bergoglio sia veramente papà.
Si può essere cattolici oppure ortodossi ma la Parola di Dio è chiara, Pietra su cui Cristo ha edificato la sua Chiesa è sempre e solo una, dovresti saperlo.
Capisco la tua avversione verso il Papato ma bisogna essere coerenti, ovvero intellettualmente onesti.

Anonimo ha detto...


Una dizione errata: "Il Codice del 1582" riferita al Corpus Iuris Canonici. Alcuni tra i problemi sollevati dall' intervento di mons. Schneider.

Non so se il Corpus sia definito come Codice da Wikipedia. Di sicuro non è un Codice.
Il diritto canonico è stato formalmente codificato solo nel 1917 e poi di nuovo nel 1983.
Il "corpo" del 1582 era una raccolta più o meno organica di fonti di diritto canonico, di diverso tipo, considerate in blocco come norme costituenti il diritto della Chiesa nel suo complesso, anche se di diversa autorità.
Il Codice, come ogni codice, costituisce invece una raccolta sistematica e razionalmente ordinata di tutto il diritto vigente, in un dato ambito (civile, penale, processuale) o di un dato ordinamento, come nel caso del diritto della Chiesa.

Il problema circa la possibilità di giudicare un papa per eresia manifesta nasce dal fatto che il Decreto di Graziano che contemplava questa possibilità come eccezione ammessa al principio della ingiudicabilità della Prima Sedes, collazionato nel Corpus, non è stato recepito per questa parte nel Codice del 1917 né in quello, in parte ancora basato su di esso, del 1983. Un' interpretazione che chi non è d' accordo può considerare troppo "positivista" sostiene che il principio della giudicabilità per eresia, risultando omesso, deve ritenersi abrogato.

A prescindere da questo aspetto, di per sé abbastanza intricato, bisogna comunque tener presente che la tesi secondo la quale il papa manifestamente eretico cessa da solo di esser papa non è dottrina della Chiesa (come sembrano ritenere alcuni) ma solo opinione di alcuni teologi, sia pure molto autorevoli, come Bellarmino, contrastata da altri. Si tratterebbe però di un decadere del tutto virtuale che, per diventar reale, abbisognerebbe pur sempre di un processo canonico in piena regola. E qui nascono altri problemi, legati all' errore conciliarista e semi-conciliarista, richiamati a ragione da mons. Schneider.
Possiamo pur dissentire da alcune proposizioni di mons. Schneider, preferibilmente, perô, in modo ragionato e rispettoso, anche per evitare di far la figura dei dilettanti della Domenica.
T.

mic ha detto...

Possiamo pur dissentire da alcune proposizioni di mons. Schneider, preferibilmente, perô, in modo ragionato e rispettoso, anche per evitare di far la figura dei dilettanti della Domenica.

Ringrazio T. anche per questo chiarimento e sottoscrivo la sua esortazione finale.
Come sempre ho pubblicato anche interventi che non condivido, proprio nell'intento di agevolare gli approfondimenti...

mic ha detto...

L'ennesima nefandezza.

Mentre le scuole sono chiuse ma le piscine comunali e le palestre sono aperte, veniamo a sapere che le piscine di Lourdes per i malati vengono chiuse.... il che è inaudito.
Un vera bestemmia alla Vergine che grida vendetta.
Come si fa a ignorare che lì da oltre 100 anni arriva ogni fonte di grazia spirituale e fisica?

L'acqua delle piscine è da sempre batteriologicamente STERILE nonostante nei decenni ci si siano immersi malati di ogni genere!
Dovrebbero vergognarsi!

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Caro ANONIMO delle 17 e 48:

di quello che hai scritto ho capito che non hai capito. Oppure hai scritto senza aver letto. Rileggi.
Di una cosa però sono certo: che sei tu che detesti il Papato.
Se facciamo una gara a chi è più papista, ti straccio.
E ti SFIDO: fai tu un TEST per stabilire il grado di papismo. Solo qualche domanda in modo che ti possa rispondere, Catechismo della Chiesa Cattolica alla mano.
Ci tengo che le domande le fai tu, perché così capisco il concetto che hai del Papato e della fedeltà che gli si deve.

Ritornando a Francesco e Benedetto, io non dico NULLA, perché non so come stanno esattamente le cose.
So che se Benedetto non voleva rinunciare al munus, è Papa, perché la volontà di un atto è fondamentale per la validità dell'atto stesso. E questo è di fede. Quello che ho detto è che può anche averci rinunciato, ma non è chiaro, tanto che fin da prima dell'elezione di Francesco si parlava se si dovesse chiamare Papa emerito. Per cui Papa.
Possono sussistere due Papi? Non lo so e non lo sai nemmeno tu.
Deciderà la Chiesa. Secondo Benedetto pare di sì.

Rr ha detto...

MIC,
siamo in Francia...

Anonimo ha detto...

Cara Mic, non credo che dire ti straccio o quant'altro sia accettabile e giusto farlo passare.
Per quanto riguarda il contenuto giudica tu, visto che sei una teologa, se la Chiesa deve ancora decidere se si possono avere due Papi.
Mi sembra un commento irricevibile, infatti non replicheró.
Decidi tu se pubblicarlo, per me non serve farlo.

Anonimo ha detto...


"La volontà di un atto è fondamentale per la validità dell' atto stesso"

L' atto qual è? Quello con il quale si rinuncia pubblicamente ad un ufficio, una carica, dando le dimissioni o abdicando.
Perché sia valido basta che risulti chiaramente il fine per il quale l' atto è posto in essere e l'atto sia realizzato secondo le modalità previste dalla legge o dalla consuetudine. Il fine dell' atto consiste qui nel lasciare libera la cattedra di Pietro. Questo fine Benedetto XVI l' ha dichiarato e posto in essere in piena coscienza e libertà, dichiarando aperta la vacanza della Sede Ap nelle forme previste dal diritto e dalla prassi. Non si è potuta dimostrare coartazione alcuna, da Benedetto XVI sempre negata, del resto.
Dove risulterebbe qui un vizio della volontà da parte del dimissionario?
I motivi personali per i quali l' atto viene compiuto sono qui irrilevanti.
A cosa rinuncia un papa che si dimetta? Alla titolarità della summa potestas su tutta la Chiesa, che possiede in quanto papa. Questa potestas è indivisa, si esercita come potere supremo di insegnamento e di governo. Il suo esercizio presuppone la titolarità in capo al soggetto che, designato dal conclave, l'accetta, ma l' accetta ricevendola iure divino, dal Signore, non dai cardinali che pur l' hanno eletto. Per questo le dimissioni del Papa non necessitano di essere accettate da alcuno, non essendoci un organo a lui superiore che le possa accettare e trattandosi di un potere che viene da Dio non dagli uomini.
Privandosi con le dimissioni del potere di insegnare e governare su tutta la Chiesa, il dimissionario non può poi continuare ad esercitarlo, se non in una forma atipica, anomala, solo spirituale, "mistica", del tutto irrituale e personale, come quella creata dallo stesso Ratzinger con la figura singolare del "Papa Emerito". Che a tutti gli effetti non è più papa.
Se Ratzinger è convinto di essersi privato solo in parte di tale potere, quest' errore non è tale da inficiare la sua dichiarata e attuata volontà di lasciare spontaneamente la Cattedra, risultante da segni e atti pubblici a tutti evidenti. Anzi, la validità delle sue dimissioni costituisce il presupposto indispensabile del suo riproporsi come "Papa Emerito".

mic ha detto...

ti straccio o quant'altro sia accettabile e giusto farlo passare.

Ti straccio non è un insulto. E' un modo enfatico per affermare l'amore per il papato...

se la Chiesa deve ancora decidere se si possono avere due Papi.

La Chiesa non può avere due papi.
Quel che dice Pietro (secondo Benedetto pare di sì) non è altro l'anomalia e l'ambiguità del "papato emerito" non sancito né teologicamente né canonicamente che, nel senso del cosiddetto "papato allargato" (come detto da Ganswein), Benedetto potrebbe aver introdotto de facto, ma del tutto arbitrariamente in base alla dottrina.
Se questo fosse acclarato non si metterebbe bene neppure nei confronti di Ratzinger...

Sul "papato allargato", vedi:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/07/papato-allargato-no-grazie.html

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/05/la-fine-del-vecchio-linizio-del-nuovo.html

Anonimo ha detto...

Nessuno può essere costretto a ricevere la Comunione sulla mano, scrive il vescovo Athanasius Schneider su Rorate-Caeli.Blogspot.com (28 febbraio).

Commentando a proposito dei vescovi che usano il coronavirus "come pretesto" per abolire la comunione sulla lingua, Schneider spiega che da un punto di vista igienico ricevere la Comunione sulla lingua è "certamente meno pericoloso e più genico" che ricevere la Comunione sulla mano: "Molti agenti patogeni vengono trasmessi dalle mani".

“Molte persone arrivano in chiesa e ricevono la Santa Comunione nelle mani dopo aver toccato le maniglie delle porte o i corrimano e dopo aver afferrato sostegni nel trasporto pubblico o in altri edifici".

Vietare la Comunione nella bocca pertanto "costituisce un abuso di autorità" per diffondere "sempre di più il processo di banalizzazione e dissacrazione" del sacramento dell'Eucarestia.

Schneider sottolinea che nei 2000 anni di storia della Chiesa non ci sono stati casi provati di contagio per aver ricevuto la Comunione.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Anonimo:
il "ti straccio" in riferimento a una GARA a cui ti "sfidavo", non è né un insulto, né, tanto meno, una minaccia.
A volte lo dico quando mi confronto in qualche gara con degli amici e nessuno si offende. Ma ognuno ha le sue sensibilità e ne prendo atto

marius ha detto...

Il commento di Anonimo1 marzo 2020 23:40
intitolato:
"La volontà di un atto è fondamentale per la validità dell' atto stesso"

è da incorniciare per lucidità chiarezza e senso della realtà.
In poche parole concetti molto chiari e comprensibili, facili da comunicare e perciò è molto adatto per essere diffuso. Grazie.

Da ricordare ha detto...

LA PRESUNZIONE DEL CONCILIO

«Sono perplesso nei riguardi del Concilio medesimo: la pletora dei documenti, la loro lunghezza, spesso il loro linguaggio, mi fanno paura. [...] Non sono stati impediti gli equivoci, l’ambiguità e soprattutto non è stata impedita la presunzione, non l’ambizione e il risentimento, non la superficialità e la volontà di un rinnovamento che voleva essere uno scardinamento, uno sradicamento della tradizione dogmatica, una diminuzione della tradizione spirituale»

Don Divo Barsotti

Antonio ha detto...

[1/3]

Sono il traduttore di questo e del precedente documento di Mons. Schneider, nonché - da anni - di numerosi articoli e documenti pubblicati da Chiesa e Post-Concilio. È la prima volta che intervengo per dire la mia, contravvenendo in via d'eccezione a una norma che mi sono auto-imposto da tempo per rimanere osservatore esterno e obiettivo dei fatti, riservandomi di conservare nel silenzio della mia anima le mie opinioni personali, come mero, modesto e indegno seguace di San Girolamo (che peraltro aveva un caratteraccio e agli avversari della fede, anche e soprattutto a quelli che possedevano un alto rango all'interno della Chiesa, rispondeva quando era d'uopo anche con insulti piuttosto pesanti - cosa che forse è da rimpiangere nell'era del politicamente corretto).

L'atteggiamento e le parole recenti di Mons. Schneider - lo dico con il massimo rispetto filiale, con costernazione e con non simulata umiltà - mi lasciano alquanto perplesso, per usare un termine riduttivo. Mi limito qui a riferire sui due documenti più recenti: la sua analisi dell'esortazione apostolica "Querida Amazonia" e il suo saggio sulla perdita automatica dell'ufficio papale per eresia e sulla questione del vero papa. Nel tradurre entrambi i testi ho cercato ovviamente e come sempre di rendere con la massima fedeltà, accuratezza e precisione il senso e la lettera originari anche dei passi che generavano in me dubbi considerevoli. È infatti compito di un traduttore l'essere fedele al testo e pilastro morale di Chiesa e Post-Concilio l'essere aperti al confronto e alla messa in discussione anche delle proprie idee laddove possano involontariamente essere in disaccordo con la Verità proclamata da Nostro Signore e tramandata dalla Chiesa, e l'essere capaci di riportare i fatti con puntualità e chiarezza.

La prima affermazione problematica - definiamola così - che mi sento di evidenziare è

"Situazioni del genere [l'eventuale proclamazione dell'eresia del papa] provocano nella Chiesa una confusione ancor più grande rispetto al tollerare un papa eretico o eletto in modo dubbio conservando però la visione sovrannaturale della Chiesa e la fiducia nella Divina Provvidenza".

Ripeto: ogni parola è stata tradotta in modo fedele e ponderato. Mi sono tuttavia azzardato ad aggiungere un "però" che è assente nel testo originale ritenendo che mitigasse una contraddizione che ritengo impossibile che risieda nei pensieri di Mons. Schneider laddove non sia attenuata dalla congiunzione avversativa. Ma il punto non è questo, bensì il seguente dilemma: cosa può esserci di peggio di un papa eretico? Quale evento più grave di esso potrebbe portare più facilmente alla distruzione della Chiesa dal suo interno? Mi viene da rispondere: nessuno.

Antonio ha detto...

[2/3]

Ciò che mi turba è che Mons. Schneider consideri il sensus fidei sufficiente a contrarrestare e addirittura ad avere la meglio su un papa eretico anche laddove quest'ultimo continui a diffondere le sue idee e pratiche contrarie alla Verità e alla volontà di Gesù Cristo. La domanda retorica e ironica che mi sarebbe piaciuto poter rivolgere al Nostro è: ma se il sensus fidei è così potente, per quale ragione Nostro Signore ha deciso di affidare la Sua Chiesa agli apostoli e di fondarla sulla roccia di Pietro? Mons. Schneider si scaglia giustamente e coraggiosamente contro la protestantizzazione della fede e della liturgia cattoliche, ma non è forse altrettanto "protestantizzante" attribuire un potere così assoluto al sensus fidei? È vero, il sensus fidei è dato dallo Spirito Santo, ma se lo Spirito Santo parla sempre nelle anime dei fedeli in modo così chiaro da vanificare la follia di un eventuale papa eretico - ossia di un anticristo, perché "chi non è con Me è contro di Me" (Mt 12, 30) - a cosa servono il papa e la gerarchia ecclesiastica? Non ci stiamo dimenticando della natura peccaminosa della persona umana dando per scontato che lo Spirito Santo parli sempre e comunque in cuori che sono corrotti se non aderiscono tenacemente al Cristo e alla Sua Parola? Cos'è, un neo-pentecostalismo?

Altra perplessità: secondo Mons. Schneider, chi si rifà alla tesi di San Roberto Bellarmino secondo cui "un papa manifestamente eretico cessa di per sé di essere papa e capo [della Chiesa], così come cessa di per sé di essere cristiano e membro del corpo della Chiesa: pertanto, [in tal caso] può essere giudicato e punito dalla Chiesa" ("De Romano Pontifice", II, 30) sarebbe un cripto-conciliarista e disprezzerebbe il primato petrino (laddove la preoccupazione che muove quanti non vogliono la presenza di un eretico sul soglio pontificio è proprio il sommo rispetto per il suddetto primato). E la prova - a mio avviso speciosa - di ciò sarebbe il fatto che l'"opinione" di San Roberto Bellarmino non è stata mai avallata da nessuna dichiarazione ufficiale che appartenga al Magistero Universale e Ordinario della Chiesa. Giuridicamente ineccepibile, eppure nemmeno Mons. Schneider nega che detta "opinione" non sia mai stata nemmeno scartata o ufficialmente respinta dal Magistero stesso (affermando tuttavia che esso "è sembrato respingere tale opinione" - ma stiamo parlando di ciò che sembra o delle cose come stanno?). Di nuovo, sul "cripto-conciliarismo": come si può affermare che i sostenitori della tesi di Bellarmino siano conciliaristi se - proprio in conformità a detta tesi - il concilio che annuncia la perdita dell'ufficio papale per eresia non sta giudicando colui che è papa ma colui che ha ipso facto rinunciato all'ufficio e ha smesso di appartenere alla Chiesa aderendo all'eresia? Dunque, non si può sostenere che chi aderisce a questa "opinione" consideri un concilio superiore al papa; egli considererà semmai un concilio superiore a un uomo che non è più papa.

Antonio ha detto...

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Aggiungo una domanda: quando San Paolo dovette imporsi su San Pietro, le questioni su cui gli si oppose erano già definite dal Magistero? No. Possibile obiezione: eh, ma San Paolo era un apostolo. E i vescovi e i cardinali non sono forse gli eredi del legato degli apostoli?

Tralascio l'esposizione della mia terza perplessità, che si riferisce all'argomento secondo cui l'unanimità di opinioni a proposito dell'eresia del papa all'interno del Collegio dei Cardinali o di un gruppo di vescovi sarebbe impossibile, perché a mio avviso la sua debolezza e pretestuosità è stata già efficacemente esposta da un altro commentatore qui sopra.

Quarta perplessità: alla fine ci si affida all'"intervento divino". È naturalmente cosa buona, giusta, retta e opportuna invocarlo in tutte le circostanze difficili della storia personale e di quella della Chiesa, ma la mia impressione è che ci si stia qui riducendo a considerarlo come unica opzione valida. Ancora una volta mi risuona nella mente la domanda retorica: "Ma se è solo l'intervento divino ciò che può e deve risolvere i problemi, la Chiesa che esiste a fare?".

Quinta perplessità (ce ne sarebbero altre ma mi sono già dilungato troppo), questa volta sul commento alla "Querida Amazonia": dopo aver mirabilmente denunciato il sottile e pericoloso insinuarsi del culto della dea madre anche all'interno del culto della Vergine così come è concepito da un passo dell'esortazione apostolica ("madre di tutte le creature", n. 111), come può Mons. Schneider lodare il fatto che "[a]l termine della 'Querida Amazonia', Papa Francesco offre un punto di vista sovrannaturale e piamente cattolico pregando: 'Madre, fa’ che il tuo Figlio nasca nei loro cuori' (n. 111); 'Madre, regna tu in Amazzonia insieme al tuo Figlio' (n. 111)" senza rendersi conto che poche righe più sopra, all'interno della stessa preghiera, Papa Francesco chiede proprio alla "madre di tutte le creature" di manifestarsi "nella bellezza dei fiori, dei fiumi"? Se non è culto naturalista e pagano della dea madre questo, cos'è? Perché dunque sperticarsi in tante lodi?

Per parafrasare il titolo di un film di qualche anno fa, mi sento veramente "lost in translation"...

Anonimo ha detto...

In occasione di un'intervista, concessa tempo fa ad un prete in uscita, in jeans e scarpe da ginnastica (don Marco il nome?), Bergoglio ha dichiarato: "Maria NON è nata Santa", aggiungendo poi:"perché era una donna come tutte le altre". Non sono un teologo, ma mi pare chiaro ed inequivocabile che il senso di tali parole sia rivolto a negare l'Immacolata Concezione di Maria SS.ma.

Anonimo ha detto...

Grazie Antonio.Ottima analisi. Aggiungo che quando sento parlare di papa eretico da accettare comunque o di intervento Divino dall'Alto per risolvere la cosa, mi sembra di sentire la tesi di mons.Lefebvre nel primo caso e di don Ricossa nel secondo. Allora sono loro la vera Chiesa? Perché allora mons.Schneider non si schiera con loro? Si chiarisca almeno fino in fondo e si abbia il coraggio di dirlo urbi et orbi. Per quanto riguarda il mio sensus fidei devo dire che Dio ci ha dato il libero arbitrio e siamo costretti ad usarlo: ammettere che siamo nelle Mani di Dio è diverso dall'affermazione della pretesa di un miracolo che è piuttosto tentare Dio, noi dobbiamo fare comunque, pur servi inutili, e ciò ancor più da quando Dio stesso si è messo nelle nostre mani con l'Incarnazione.

Anonimo ha detto...

Procedendo con voi ed osservando tutti i lacci e laccioli che vengono messi davanti quando qualcuno si avvicina ad una soluzione netta mi dico, ma qui esiste qualcosa che va oltre il modernismo. Che cosa è? Sicuramente è qualcosa che ha a che fare con la formazione/preparazione dei consacrati. Qualcosa in questo ambito è andato storta e va storto. Una volta andai alla presentazione di un libro in una casa editrice cattolica, eravamo pochissimi, un cerchio di dieci, dodici persone massimo. Essendo lì per caso ascoltavo attentamente, capendo pochissimo. Ad un tratto scoppiò un battibecco tra un signore ed una signora, le voci si alzavano mentre il signore diventava paonazzo ed argomentava incalzante,infine accidentalmente si capì che il signore era un sacerdote, piccato per certi diritti d'autore che non arrivavano. Non mi stupì il fatto che il sacerdote fosse vestito come un signor Mario Rossi qualunque e come tale parlasse, mi stupì la veemenza sui diritti d'autore. Ma lo stesso tipo di durezza, anche se diversamente motivata, l'ho riscontrata spesso nei sacerdoti. Così mi chiesi e mi chiedo, come accade che esista in molti sacerdoti questa durezza amara? Credo che dietro vi sia uno squilibrio tra comandare ed obbedire; tra il saper render ragione con gli argomenti che sono stati loro insegnati e il non saper rendere ragione, con le proprie parole, degli argomenti imparati. Per ora basta. Sono ipotesi abbozzate, nello sforzo di mettere insieme le tessere di diversi commenti.

Anonimo ha detto...

Grazie Antonio per aver espresso ciò che molti pensano (papa eretico da tollerare?). ma come ? il Grande Liquidatore prosegue nel suo lavoro di smantellamento della fede trascinando dietro di sé masse di pseudocattolici anestetizzati da 5 anni di contro magistero e ormai incapaci di qualsiasi reazione (tra l’altro la stragrande maggioranza di costoro, a partire dal clero, sostiene spudoratamente i partiti anti-cristiani, quelli che ci hanno portato divorzio ed aborto e che ora vorrebbero sdoganare l’eutanasia in attesa di altre e luminose tappe della loro marcia verso il progresso) e noi dovremmo appoggiarlo diventandone complici?
Leggendo quanto scritto da Mons. Schneider non credevo ai miei occhi. Il suo commento, Antonio, mi ha tolto un peso, dimostrando che, aiutati da fortezza e intelletto, possiamo, nonostante tutto, mantenere la fede e la ragione (spesso se ne vanno via entrambe).
Per quanto mi riguarda sono stanco delle elucubrazioni dei tiepidi (Chiesa di Laodicea). Preferisco seguire altri, come il cardinale Zen e l’arcivescovo Viganò,
OS
P.S. l’apertura del blog alla pluralità di voci ha l’inconveniente che ancora ci si debba confrontare con temi consunti, ad esempio con chi pensa che Benedetto XVI sia ancora il vero papa (una perdita enorme di tempo ed energie ascrivibile a Socci).
Viceversa non capisco la reazione di orrore davanti alle opinioni sedevacantiste, che – come ebbi a dire ad illustri relatori a maggio 2013 – davanti all’aberrante comportamento del sedente a Santa Marta – sembravano già allora più difendibili di quelle lefebvriane (cosa ammessa anche da uno di essi, sacerdote tradizionalista né sedevacantista né lefebvriano). Per inciso dissi allora che – a mio parere – Bergoglio sembrava un anticristo. 7 anni dopo mi sembra più che evidente (un papa eretico non lavora certo per Gesù Cristo) e pazienza per chi non se ne accorge.
OS

fabrizio giudici ha detto...

Io sui temi affrontati da mons. Schneider posso dire poco, richiedendo essi una competenza che non ho. Mi fido di lui, anche se pure io ho delle perplessità sul papa-eretico-male-minore (probabilmente non è corretto sintetizzare la sua posizione così, ma ci siamo capiti). Ma c'è una constatazione "esterna", per così dire, che per ora mi fa pensare che abbia ragione sull'intervento divino: la varietà di tutte le posizioni contrarie e l'incapacità di trarne una sintesi. Dopotutto chi cita San Bellarmino raramente cita l'altra cosa che dice: ovvero che non c'è nessun automatismo nella decadenza ed è necessaria una proclamazione esplicita. Bene, se non c'è nessuna autorità in grado di proclamare, non si può fare niente.

Anonimo ha detto...


La questione è forse più complessa di come sembra

Attenzione a non ripetere l' errore di presentare come dottrina della Chiesa o dato di fatto acquisito ciò che resta un' opinione teologica, anche se autorevole, come quella di S. Bellarmino e di altri.
E cioè che un Concilio che condannasse un papa come reo di eresia non farebbe altro che effettuare una presa d'atto perché quel papa, in quanto propalatore di eresie, si sarebbe già tolto da se stesso dalla cattedra di Pietro. In realtà, questo immaginario Concilio dovrebbe molto probabilmente vedersela con un papa che negherebbe di essere eretico, ben deciso a restare in sella, pronto a ribattere le accuse, laonde per cui tale Concilio non potrebbe rifugiarsi in una presa d' atto ma dovrebbe istruire e condurre a termine un processo regolare per cacciare l' eretico dal trono.
La perdita dell' officio papale ipotizzata da Bellarmino può intendersi in senso solo morale e quindi virtuale, quale delegittimazione che il papa eretico si è procurato agli occhi dei fedeli più consapevoli, cosa che li autorizza a denunciarne gli errori e a resistere a sue eventuali direttive ereticali. Occorre poi sempre un giudizio formale per liberare materialmente la S. Sede dall' eretico. E qui cominciano i problemi di competenza, apparentemente insolubili.
Chi lo convocherebbe questo Concilio, il papa stesso accusato di eresia? Se lo convocassero i cardinali senza l' autorizzazione del papa (c.d. concilio imperfetto), la sua legittimità sarebbe dubbia e comincerebbero subito le dispute più intricate. Anche ammettendo, contro mons. Schneider, che il principio della giudicabilità del papa eretico non possa esser stato abrogato dai codici, resta il problema di come attuarlo concretamente.

Allora siamo senza difesa contro un papa eretico, ce lo dobbiamo tenere sino a che non muore di morte naturale? Il problema di fondo resta il ritorno alla vera dottrina. Dopo la pubblica contestazione di S. Paolo, S. Pietro recedette dal suo errore. La difesa consiste nel denunciare a viso aperto il papa per i suoi errori, costringendolo a ravvedersi, sottoponendolo al "giudizio" dell' opinione pubblica dei fedeli tutti, laici ed ecclesiastici, che potrebbe anche articolarsi in "giudizi" informali, di esperti, laici ed ecclesiastici, riuniti in collegio, come faceva secoli fa la facoltà di teologia della Sorbona - giudizi che avrebbero un valore morale da non sottovalutare.
Ma bisognerebbe sottoporre a giudizio tutti i papi da Giovanni XXIII in poi e il VAticano II, poiché tutti hanno deviato dalla retta dottrina in varia misura, già con il promuovere l' ecumenismo, la nuova liturgia, la libertà religiosa, etc. Occorre una critica dottrinale globale. Invece ci si gingilla con L'Emerito che sarebbe ancora il vero papa eleggendolo a rappresentante di una purezza dottrinale che lui non ha in realtà mai conosciuto o si tende al sedevacantismo o ci si rifugia nella preghiera della conventicola in attesa del Giorno del Giudizio.
PP

marius ha detto...

La questione è semplice: nessuno può arrogarsi il diritto di porre in essere soluzioni non conformi al Depositum Fidei, cioè a quanto è stato creduto da tutti sempre ed ovunque.
Chi basa la sua fede su qualcosa di diverso da ciò, illude se stesso e disperde.

Mons. Schneider qui dà una lezione magistrale su come tenere i piedi per terra. Certo che se qualcuno è già irrevocabilmente convinto di qualcos'altro a nulla gli gioverà leggere queste sue parole.

Mons. Schneider anche me non sempre ha convinto, ma in questo particolare frangente devo riconoscere che ha ragione.

Tra le righe egli lascia trasparire un taglio genuinamente pastorale, in favore di quelle anime inquiete, anzi disperate, animate interiormente da un pur comprendibile spirito di rivalsa seppur motivato o forse anche dissimulato sotto le spoglie di zelo apostolico, le quali per il loro bene bisogna che comprendano che, piuttosto che agitarsi per decisioni più grandi di loro e che non le competono affatto, conviene piuttosto che si diano da fare per praticare e conservare con perseveranza la retta fede e la Messa Cattolica di sempre, ricostituendo, nel proprio ambito insieme ai compagni di viaggio, quel tessuto cattolico che si è perso da mezzo secolo. Cosa che non si fa a parole nel mondo virtuale, ma rimboccandosi le maniche nella vita reale.

Anonimo ha detto...

"... ricostituendo, nel proprio ambito insieme ai compagni di viaggio, quel tessuto cattolico che si è perso da mezzo secolo..."

Marius, questo è difficilissimo perché, per i motivi più vari, molti negano perfino l'evidenza. Lo strumento del blog, in particolare di questo, aiuta piano piano a restaurare le crepe, a ricostruire i crolli della mentalità comune e viceversa coloro, che tanto convinti non sono dell'andazzo al passo dei tempi, qui trovano conferma, conforto ed approfondimento. Naturalmente ognuno di noi è tentato di gettare la tastiera e fare altro; fare altro è una possibilità sempre aperta...per il momento qui siamo rammendando i pensieri, anche i nostri, bucati e bacati.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo, in quelle meditazioni suggerite da don Elia, dove si possa trovare oggi mons.Schneider confrontato al Sinedrio, a Gamaliele spero con altri come mons.Burke, Sarah...Magari al tempo del martirio del nuovo Stefano, che ormai si vede, prenderanno decisioni di tutela delle anime dei fedeli del mondo.Chi sono Giuseppe e Nicodemo invece? Mons.Lefebvre e don Ricossa e collegati ? Non mi convince, li vedo piuttosto nelle barche che si sono allontanate per l'infuriare della tempesta e che torneranno, del sogno di don Bosco, per cui i Giuseppe e Nicodemo li vedo piuttosto nel semplice clero come don Gobbi Stefano: leggere il suo libro aiuta molto a capire.

Anonimo ha detto...

@Marius
“anime inquiete, anzi disperate… spirito di rivalsa… dissimulato sotto le spoglie di zelo apostolico???”
Mi stupisce questa sua capacità di intromettersi nel foro interno.
E guardi che non mi agito affatto per decisioni più grandi di me e che non mi competono affatto, semplicemente preferisco leggere gli scritti di chi in qualche misura si oppone all’andazzo piuttosto che quelli che denotano un quietismo disposto a tollerare tutto, perfino la negazione di un dogma come l'Immacolata Concezione, confermato subito dopo dalle apparizioni di Lourdes.
Fermo restando che ha ragione PP: è necessaria una critica dottrinale globale partendo da Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II.
OS

Anonimo ha detto...

In parecchi commenti si può facilmente constatare come la confusione mentale sia imperante, al punto tale da scoraggiare qualsiasi tentativo di aiuto nel riordino delle idee.

Una cattolica ha detto...

Dico anch'io la mia in accordo con tanti di voi. La nostra generazione è così intelligente grazie al Cielo da sondare ogni minimo cavillo; anche su questo dei due Papi. Ora, se diamo la parola a un contadino dell' 800 secondo me in poche parole ci direbbe: due papi non possono esserci: chi dei due è quello Vero? Mi basta questo, altro sono solo arrampicate sui vetri, seppur legittime. Secondo direbbe: quello falso non lo vogliamo. Ora stabiliamo semplicemente chi dei due deve tornare a essere un semplice sacerdote, seppur della peggior specie. Solo il buon senso popolare può dare la risposta: questo Francesco è o può mai essere un papà dato che è stato mafiosamente eletto? Questione chiusa.( Grazie di cuore al blog che dà la possibilità di esprimerci)

fabrizio giudici ha detto...

piuttosto che quelli che denotano un quietismo disposto a tollerare tutto

Non è giudizio in foro interno pure questo? Perché tra coloro che dicono che non si può agire sul Papa ci sono molti che gli errori li hanno apertamente denunciati, quindi in foro esterno quietismo non ne hanno mostrato.

Anonimo ha detto...

Quello che ho letto in altri commentatori è una ricerca della verità, sarebbe molto comodo starsene con le mani in mano attendendo che dall'alto cali la soluzione, ma se non fosse grazie a quelle persone che censurate, criticate, derise per anni, hanno continuato la battaglia per la verità, e non dico che qualcuno avesse la soluzione pronta, c'era chi era avanti nella comprensione della realtà e chi era indietro, chi è passato ad una comprensione maggiore e chi è rimasto al punto di partenza, ma onore al merito: è grazie a costoro se io personalmente ho capito qualcosa nel caos, sbagliando e confrontandomi. Il confronto è sano quando non si riduce a posizioni sterili o demagogiche, il confronto va portato avanti. Se mons.Scnheider è giunto alla posizione attuale, seppure molto traballante ad esser buoni, è grazie a costoro ai quali mi inchino in omaggio. Martiri sono. Se non avessimo tante paure per schemi mentali errati, ameremmo cercare la verità. Il Maestro ha detto di cercarla. La verità vi renderà liberi ma forse non tutti amano questa libertà che costa nel mondo. Giusto quanto dice la cattolica sopra, un contadino sa affermare che 2 papi non possono coesistere, che non sia perfetto neppure il primo concordo ma che dobbiamo buttare tutto con l'acqua sporca non concordo. Partiamo dal primo, visto che il secondo è decisamente non cattolico, e vediamo di recuperare una Chiesa Cattolica: se il viaggio è stato da cattolico a fariseo a protestante a pagano, iniziamo a tornare protestanti nel viaggio di ritorno.

marius ha detto...

"Mi stupisce questa sua capacità di intromettersi nel foro interno. E guardi che non mi agito affatto per decisioni più grandi di me e che non mi competono affatto" (OS 3 marzo 2020 11:32)

Lei sta reagendo come se l'avessi tirato in ballo personalmente.
Io non La conosco, OS, che ne so io di Lei?

Sta di fatto che di persone agitate ma inconcludenti che pontificano sul papa e sui problemi della Chiesa senza però coltivare alcuna cura concreta per l'autenticità della propria fede ne conosco parecchie, come d'altronde ne conosco di quelle che non vedono il problema e quindi si crogiolano beatamente tranquille. Queste constatazioni derivano dalla conoscenza diretta di quelle persone: non si tratta di condannare, ma appunto di constatare atteggiamenti macroscopici, mentre dalle parole espresse su un blog si può forse solo supporre un simile atteggiamento da parte di alcuni, ma naturalmente senza la certezza derivante dalla conoscenza diretta e con il relativo approfondimento derivante dal dialogo personale orientato ad un aiuto secondo l'opera di misericordia spirituale "consigliare i dubbiosi".

Anonimo ha detto...

Anonimo T. 1/3 h 19,01 Gradirei conoscere dove sta l'errore.
Pietro non del cammnino.1/3 h 20,23 Le faccio presente che non sono l'anonimo che le ha scritto h.21.
Per quanto relativo al foro interno nessuno lo giudica salvo Dio, tutti lo giudicano dal foro esteriore. Quindi perché faccio una cosa nessuno può giudicarlo, chiunque può giudicare però il foro esterno. Di conseguenza giudicare il pensiero di chi scrive è impossibile, giudicare cosa scrive è possibile a chiunque legge. Su questo si snoda il confronto nella ricerca del vero. Un uso parziale del Magistero di 20 secoli è errato.