Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 24 novembre 2020

Arcivescovo Carlo Maria Viganò. A margine del 'Report McCarrick'

Qui l'indice dei precedenti e correlati.
A MARGINE
DEL RAPPORTO DELLA SEGRETERIA DI STATO
SU THEODORE MCCARRICK


Il Rapporto McCarrick pubblicato dalla Segreteria di Stato il 10 Novembre 2020 è stato oggetto di molteplici commenti: alcuni ne rilevano le lacune, altri lo elogiano come prova della trasparenza di Bergoglio e dell’infondatezza delle mie accuse. Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che meritano di essere approfonditi, e che non mi riguardano personalmente. Scopo di queste riflessioni non è quindi addurre ulteriori prove circa la falsità delle argomentazioni mosse nei miei confronti, quanto piuttosto evidenziare le incongruenze e i conflitti di interesse che sussistono tra chi giudica e chi è giudicato, tali a mio parere da inficiare l’indagine, il processo e la sentenza. 

LA TERZIETÀ DELL’ORGANO GIUDICANTE

Premetto che, a differenza di un normale processo civile o penale, nelle indagini ecclesiastiche vi è una sorta di diritto implicito alla credibilità nelle testimonianze rese dai chierici. Questo mi pare abbia consentito di considerare come prove anche le testimonianze di Prelati che potrebbero trovarsi in una posizione di complicità nei riguardi di McCarrick e che quindi non avessero alcun interesse a rivelare la verità, anzi ne avrebbero tratto un danno per sé e per la propria immagine. Insomma, per prendere a prestito un’immagine di Collodi, è difficile pensare che il Gatto (Kevin Farrell) possa credibilmente scagionare la Volpe (Theodore McCarrick); eppure questo è avvenuto, così come è stato possibile ingannare Giovanni Paolo II sull’opportunità di nominare McCarrick Cardinale Arcivescovo di Washington, o Benedetto XVI sulla gravità delle accuse che gravavano sul porporato. 

Si è ormai compreso che questo diritto alla credibilità con l’Argentino è assurto a dogma, forse l’unico che non è possibile mettere in dubbio nella chiesa della misericordia, specialmente quando le interpretazioni alternative della realtà – che i mortali chiamano prosaicamente menzogne – sono formulate proprio da lui. 

Lascia inoltre sconcertati il fatto che la testimonianza di mons. Farrell in difesa di McCarrick sia stata riportata con enfasi – il Vescovo è addirittura chiamato con il titolo di «Eccellentissimo» – ma che allo stesso tempo la testimonianza di James Grein sia stata completamente omessa, così come prudentemente si è scelto di non far deporre i Segretari di Stato Sodano e Bertone. Né si comprende per quale motivo siano ritenute valide e credibili le parole di Farrell in difesa dell’amico e coinquilino, e non le mie, che pure sono Arcivescovo e Nunzio Apostolico. L’unico motivo che riesco a individuare è che mentre le parole di Farrell confermano la tesi di Bergoglio, le mie la confutano e mostrano che a mentire non è stato solo il Vescovo di Dallas. 

Andrebbe poi ricordato che il Card. Wuerl, successore di McCarrick sulla cattedra di Washington, si è dimesso il 12 Ottobre 2018 a causa delle pressioni dell’opinione pubblica dopo le sue iterate negazioni di essere stato a conoscenza della condotta depravata del suo confratello. Eppure nel 2004 Wuerl aveva dovuto gestire la denuncia contro McCarrick di Robert Ciolek, un ex sacerdote della Diocesi di Metuchen, inviandola all’allora Nunzio Apostolico mons. Gabriel Montalvo. Nel 2009 fu Wuerl a ordinare il suo trasferimento dal Seminario Redemptoris Mater alla parrocchia di San Tommaso Apostolo a Washington; e nel 2010 fu proprio Wuerl, assieme al Presidente della Conferenza Episcopale, Card. Francis George, a sconsigliare la Segreteria di Stato circa l’invio di un messaggio augurale a McCarrick in occasione del suo ottantesimo compleanno. Nel Rapporto è inoltre citata la corrispondenza tra il Nunzio Sambi e Wuerl concernente il pericolo di scandalo intorno alla persona di McCarrick; lo stesso dicasi per la corrispondenza del Card. Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, nella quale si conferma che Wuerl «ha costantemente favorito McCarrick anche quando non viveva in Seminario». Risulta quindi molto strano che i gravi sospetti che gravavano sul Cardinale prima della mia nomina, ampiamente documentati nel Rapporto, siano considerati motivo di censura nei miei confronti – nonostante li avessi notificati nuovamente alla Segreteria di Stato – ma non nei confronti di Wuerl; il quale, anche dopo le dimissioni da Arcivescovo di Washington, ha mantenuto i propri incarichi nei Dicasteri romani, ivi compresa la Congregazione dei Vescovi, in seno alla quale ha avuto voce in capitolo nella nomina dei Presuli. 

Non si comprende per quale motivo gli estensori del Rapporto siano così disinvolti nel giudicare Giovanni Paolo II per aver prestato fede alle parole del suo segretario in difesa di McCarrick, e così assolutori nei confronti di Bergoglio, nonostante si accumulassero dossier sul conto di Zio Ted, al quale il predecessore aveva chiesto di «tenere un basso profilo». 

Credo sia giunto il momento di chiarire una volta per tutte la posizione dell’organo giudicante – rectius: di questo organo giudicante – rispetto all’imputato. 

A norma del diritto, un giudice deve essere imparziale, e per essere tale non deve avere alcun interesse o legame con il giudicato. In realtà, questa imparzialità viene meno in uno dei processi più clamorosi della storia della Chiesa, quando gli scandali e i crimini contestati all’imputato sono di tale gravità da avergli meritato la deposizione da Cardinale e la riduzione allo stato laicale. 

L’ASSENZA DI UNA VERA CONDANNA

Occorre sottolineare l’estrema mitezza della condanna inflitta al reo, anzi si potrebbe dire la sua assenza, dal momento che l’imputato è stato solamente privato dello stato clericale con procedura amministrativa dal tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede ratificata come res iudicata da Bergoglio. Eppure sarebbe stato possibile condannarlo ad una pena detentiva, come fu fatto per il Consigliere alla Nunziatura di Washington, condannato nel 2018 a cinque anni di prigione in Vaticano per possesso e diffusione di materiale pedopornografico. 

In verità, la dimissione dallo stato clericale rivela l’essenza di quel clericalismo – tanto deplorato a parole – che considera lo stato laicale quasi una punizione in sé, mentre dovrebbe essere la premessa per l’erogazione della sanzione penale. Tra l’altro, la mancata reclusione in carcere o quantomeno agli arresti domiciliari permette a McCarrick una totale libertà di movimento e di azione che mantiene inalterata la sua situazione: egli pertanto è in condizione di commettere nuovi reati e di continuare ad esercitare le sue attività criminali tanto in ambito ecclesiale quanto in ambito politico. 

Infine, va ricordato che il processo canonico non fa venir meno le cause penali contro l’ex-porporato istruite nei tribunali americani, che stranamente languiscono nel massimo riserbo, a ulteriore dimostrazione del potere politico e dell’influenza mediatica di McCarrick non solo in Vaticano ma anche negli Stati Uniti. 

CONFLITTI DI INTERESSI E OMISSIONI

Risulta difficile guardare al “giudice” di questa causa senza considerare il fatto che egli possa trovarsi in una situazione di debito di riconoscenza verso l’imputato e i suoi complici. Che cioè egli si trovi in un palese conflitto di interessi. 

Se Jorge Mario Bergoglio deve la propria elezione alla congiura della cosiddetta Mafia di San Gallo, della quale facevano parte Cardinali ultra-progressisti in rapporto costante e assiduo con McCarrick; se gli endorsement di McCarrick al candidato Bergoglio hanno trovato ascolto negli Elettori del Conclave e in coloro che hanno un potere di persuasione in Vaticano, ad esempio il famoso «Italian gentleman» cui alludeva il Cardinale americano in una conferenza alla Villanova University; se la rinuncia di Benedetto XVI è stata in qualche modo provocata o favorita da un’interferenza della deep church e del deep state, è logico supporre che Bergoglio e i suoi collaboratori non abbiano alcuna intenzione di lasciar trapelare nel Rapporto né i nomi dei complici di McCarrick, né quanti lo hanno favorito nel suo cursus honorum ecclesiastico, né soprattutto coloro che dinanzi all’eventualità di una condanna potrebbero in qualche modo vendicarsi, ad esempio rivelando il coinvolgimento di personalità di spicco della Curia Romana, se non dello stesso Bergoglio. 

In palese contraddizione con la conclamata pretesa di trasparenza, il Rapporto si è ben guardato dal rivelare gli atti del processo amministrativo. Ci si può quindi chiedere se la difesa di McCarrick abbia pattuito la condanna del proprio assistito in cambio di una pena irrisoria, che di fatto lascia il reo di così gravi delitti in totale libertà, evitando che le vittime abbiano a ricusare il “giudice” e ad esigere un giusto risarcimento. Di certo l’anomalia è evidente anche a chi non è esperto di diritto. 

COINTERESSENZE TRA DEEP CHURCH E DEEP STATE

In questa rete di complicità e ricatti si possono evidenziare legami del “giudice” e dell’imputato anche con la politica, in particolare con il Partito Democratico americano, con la Cina comunista e più in generale con i movimenti e partiti globalisti. Il fatto che nel 2004 McCarrick, allora Arcivescovo di Washington, abbia boicottato strenuamente la diffusione della lettera dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Cardinal Ratzinger, all’Episcopato americano a proposito del divieto di amministrare la Comunione ai politici favorevoli all’aborto, rappresenta indubbiamente un assist ai politici Dem sedicenti cattolici, ad iniziare da John Kerry e per finire con Joe Biden. Quest’ultimo, convinto abortista, ha meritato l’appoggio quasi unanime della Gerarchia, potendo così contare sui voti di un elettorato altrimenti destinato a Trump. Strane coincidenze, ad onor del vero: da un lato il deep state ha colpito la Chiesa e Benedetto XVI con l’intento di eleggere Papa un rappresentante della deep church; dall’altro la deep church ha colpito lo Stato e Trump con l’intento di eleggere un rappresentante del deep state. Giudichi il lettore se i piani dei congiurati hanno raggiunto lo scopo prefisso. Questa collusione con la Sinistra mondiale è il necessario corollario di un progetto più vasto, in cui le quinte colonne della dissoluzione penetrate in seno alla Chiesa collaborano attivamente con il deep state seguendo un unico copione (script) sotto un’unica regia (direction): i protagonisti di questa pièce hanno parti diverse ma seguono la medesima trama (plot) sullo stesso palcoscenico. 

ANALOGIE CON LA PANDEMIA E I BROGLI ELETTORALI

A ben vedere, anche la pandemia e i brogli elettorali negli Stati Uniti presentano inquietanti analogie con il caso McCarrick e con quanto avviene nella Chiesa. Chi deve decidere se confinare in casa o obbligare al vaccino l’intera popolazione si avvale di strumenti di rilevazione inaffidabili, proprio perché tramite questi riesce a falsare i dati, con la complicità dei media mainstream. Poco importa se il virus ha una mortalità simile a quella di un’influenza stagionale e se il numero dei decessi è in linea con gli anni precedenti: qualcuno ha deciso che c’è una pandemia e che si deve demolire l’economia mondiale per creare le premesse del Great Reset. Gli argomenti razionali, le valutazioni scientifiche, l’esperienza di scienziati seri impegnati nella cura dei pazienti non valgono nulla, dinanzi al copione che è stato imposto agli attori. Lo stesso avviene per le elezioni negli USA: dinanzi all’evidenza della frode – che va acquisendo i contorni di un vero e proprio colpo di stato da parte di menti criminali – i media si ostinano a presentare Joe Biden come il vincitore, e i leader mondiali – ivi compresa la Santa Sede – si affrettano a riconoscergli la vittoria, a screditare gli avversari Repubblicani, a presentare Trump come un prepotente solitario che sta per esser abbandonato dai suoi e dalla stessa First Lady. Poco importa che su internet si vedano decine e decine di video con le irregolarità commesse durante le operazioni di spoglio, o che vi siano centinaia di testimonianze sui brogli: i Dem, i media e tutto il cast ripetono che Biden è Presidente eletto e che Trump deve farsi da parte. Perché, nel regno della menzogna, se la realtà non corrisponde alla narrazione, è la realtà che va corretta e censurata. Così milioni di persone in piazza per protestare contro il lockdown o contro le frodi elettorali non esistono, per il semplice fatto che il mainstream non li mostra in tv e li censura su internet; e quello che esso denuncia come fake news va acriticamente considerato tale. 

L’ASSERVIMENTO DI PARTE DELLA GERARCHIA

Non stupisce quindi se la Conferenza Episcopale Americana, seguita a ruota da Vatican News e da una telefonata affettuosa di Bergoglio a Biden, si affretta a dare prova di fedeltà al sistema: questi Ecclesiastici sono intrinsecamente coinvolti e devono attenersi scrupolosamente alla parte che è stata loro affidata. Hanno fatto lo stesso, a livello globale, assecondando le restrizioni per il Covid con la chiusura delle chiese, ordinando la sospensione delle celebrazioni e addirittura invitando i fedeli a obbedire alle autorità civili. L’Arcivescovo di Washington si è permesso di criticare la visita ufficiale della coppia presidenziale al Santuario San Giovanni Paolo II e si è espresso, assieme ad altri Vescovi e chierici, a favore dei BLM: tanta abnegazione per la causa gli ha meritato la Sacra Porpora proprio in questi giorni. E non a caso l’adesione all’agenda globalista viene da parte di personaggi ampiamente compromessi nell’appoggiare i movimenti LGBTQ, ad iniziare da Cupich, Tobin, Wuerl, McElroy e Stowe. Ed è significativo l’assordante silenzio della Santa Sede e dell’Episcopato mondiale dinanzi ai problemi etici che pongono i vaccini di imminente distribuzione, nei quali sono presenti cellule di feti umani abortiti. Dio non voglia che la speculazione delle case farmaceutiche sulla pandemia veda anche la deep church destinataria di generose elargizioni, come già accaduto con l’Accordo tra Cina e Vaticano. [vedi

I vizi e la corruzione trovano accomunati deep church e deep state, in una cloaca di crimini e peccati ripugnanti, dove gli indifesi e i bambini sono le vittime di sfruttamento, violenze e molestie compiuti da personaggi che allo stesso tempo promuovono l’aborto, l’ideologia gender e la libertà sessuale dei minori, ivi compresa quella di cambiare sesso. 

Anche l’immigrazione clandestina – favorita per destabilizzare le Nazioni e cancellarne l’identità – trova concordi la Sinistra e la chiesa di Bergoglio, nonostante essa sia direttamente connessa al traffico di minori, all’aumento della criminalità e alla distruzione del tessuto sociale. Anzi: proprio per questo motivo la si vuole favorire, così come si vuol favorire lo scontro politico per le elezioni USA, la crisi economica con la gestione criminale della pandemia e possibilmente anche la guerra religiosa con gli attentati di matrice islamica e le profanazioni di chiese in tutta Europa. 

NECESSITÀ DI UNO SGUARDO D’INSIEME

Desta altresì grande sconcerto che, in questo quadro perfettamente coerente, vi siano molti Prelati – se non la quasi totalità – che si limitano ad analizzare gli eventi che toccano la Chiesa Cattolica quasi come fossero a sé stanti, come se non avessero alcuna relazione con gli eventi politici e sociali che si svolgono a livello mondiale. Ci sono Vescovi che formulano qualche timida presa di posizione dinanzi alle parole di Bergoglio per la legalizzazione delle unioni civili, o per le incongruenze e le falsificazioni che emergono nel Rapporto McCarrick; ma nessuno di essi, ancorché animato da buone intenzioni, osa denunciare l’evidenza dei fatti, ossia l’esistenza di un pactum sceleris della parte deviata della Gerarchia – la deep church, appunto – con la parte deviata dello Stato, del mondo della finanza e dell’informazione. Eppure è talmente evidente da esser stata oggetto di analisi da parte di numerosi intellettuali, per lo più laici. 

LA PERDITA DI CREDIBILITÀ

Questo dev’essere denunciato ad alta voce: il Rapporto stilato dalla Segreteria di Stato è un indecoroso e maldestro tentativo di dare una parvenza di credibilità ad un’accolita di pervertiti e corrotti al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. La cosa surreale è che questa operazione di impudente mistificazione non è portata avanti dall’imputato, ma da quanti lo devono giudicare, e con esso dovrebbero giudicare paradossalmente se stessi, i propri confratelli, i propri amici, coloro ai quali essi hanno garantito impunità, promozioni e carriera. 

Questa credibilità degli estensori del Rapporto dovrebbe esser mostrata nella mite condanna di un Prelato organico al sistema, che lo stesso Bergoglio ha inviato come interlocutore della Santa Sede con la dittatura comunista cinese, e che allo stesso tempo svolgeva incarichi ufficiali per il Dipartimento di Stato americano, frequentava i Clinton, Obama, Biden e i Democratici. Questa credibilità dovrebbe essere confermata dall’avere semplicemente privato della dignità cardinalizia e dello stato clericale un omosessuale corrotto, un molestatore di giovani e fanciulli, un corruttore di chierici e seminaristi, senza alcuna pena detentiva e senza comminargli la scomunica per i delitti di cui si è macchiato, ivi compresa la «sollicitatio ad turpia» in Confessione, uno dei crimini più odiosi che un sacerdote possa commettere. In questo “processo” tanto sommario quanto omissorio, la dimensione spirituale della colpa è totalmente assente: al colpevole non è stata comminata la scomunica, che è sanzione eminentemente medicinale in ordine alla salvezza eterna, né lo si è esortato alla penitenza, alla pubblica ammenda e alla riparazione.

UNA COMMISSIONE INDIPENDENTE

Quando nel dopoguerra venne celebrato il processo di Norimberga contro i crimini del Nazismo, la corte fu presieduta da un giudice russo, incaricato di giudicare l’invasione della Polonia che la Germania, come sappiamo, si spartì proprio con la Russia. Non mi pare vi siano molte differenze con quanto vediamo accadere oggi, nel tentativo di far ricadere le responsabilità del caso McCarrick su Giovanni Paolo II, su Benedetto XVI e sul sottoscritto. L’unico che nella narrazione della Segreteria di Stato non può essere toccato da alcun sospetto, da alcuna accusa anche solo indiretta, da alcuna ombra di insabbiamento dovrebbe ovviamente essere l’Argentino. Sarebbe quantomai opportuno che si costituisse una Commissione indipendente – così come già auspicato dall’Episcopato americano nel novembre del 2018 e come fermamente impedito dalla Congregazione dei Vescovi su ordine di Bergoglio – che indagasse su questo caso senza subire influenze esterne e senza nascondere prove determinanti. Dubito tuttavia che improbabili auspici della Conferenza Episcopale statunitense troverebbero ascolto, dal momento che tra i porporati del prossimo Concistoro vi è l’Arcivescovo di Washington, esecutore degli ordini di Santa Marta, che viene ad aggiungersi ai fedelissimi Cupich e Tobin. Se si facesse davvero luce sull’intera vicenda, crollerebbe il castello di carte costruito in questi anni, e con esso emergerebbero complicità di esponenti della Gerarchia a livelli altissimi, oltre ai legami con i Democratici americani e con la Sinistra mondiale. Si confermerebbe, insomma, quello che molti non osano ancora ammettere, e cioè quale sia il ruolo svolto dalla deep church, sin dall’elezione di Giovanni XXIII, nel creare le premesse teologiche e il clima ecclesiale che consentissero di rendere la Chiesa serva del Nuovo Ordine Mondiale, e di sostituire il Papa con il falso profeta dell’Anticristo. Se questo non è ancora completamente avvenuto, ne dobbiamo rendere grazie soltanto alla Provvidenza. 

ONESTÀ INTELLETTUALE

Immagino che i moderati – oggi tanto silenti dinanzi al Covid quanto nel deplorare i brogli elettorali o la farsa del Rapporto McCarrick – inorridiscano al solo sentir chiamare in causa il Concilio Vaticano II. Inorridiscono anche i Democratici a sentir criticare le leggi grazie alle quali gli Stati Uniti sono giunti a veder sovvertita la volontà degli elettori. Inorridiscono i sedicenti esperti nel veder contestate le loro affermazioni che contrastano con la verità scientifica e con l’evidenza epidemiologica. Inorridiscono i fautori dell’accoglienza dei clandestini, quando si mostrano loro le percentuali di omicidi, stupri, violenze e rapine compiute da immigrati irregolari. Inorridiscono gli esponenti della lobby gay, quando si evidenzia che i reati penali di matrice predatoria compiuti da chierici riguardano una percentuale altissima di omosessuali. In questo generale stracciarsi le vesti, vorrei ricordare che basterebbe avere un po’ di onestà intellettuale e un po’ di giudizio critico per guardare in faccia l’evidenza dei fatti, ancorché dolorosa. 

IL LEGAME TRA ERESIA E SODOMIA

Questo legame intrinseco tra deviazione dottrinale e deviazione morale è emerso nella sua evidenza in occasione dello scontro frontale con gli insabbiatori del caso McCarrick: le persone coinvolte sono quasi sempre le stesse, con gli stessi vizi contro la Fede e la Morale. Esse si difendono, si coprono e si promuovono a vicenda, perché fanno parte di una vera e propria «lobby», intesa come gruppo di potere in grado di influenzare a proprio vantaggio l’attività del legislatore e le decisioni del governo o di altri organi dell’amministrazione. 

In campo ecclesiastico, questa lobby agisce per cancellare la condanna morale della sodomia, e lo fa prima di tutto a proprio vantaggio, essendo composta principalmente da sodomiti. Essa si adegua all’agenda politica nel legittimare le istanze dei movimenti LGBTQ, promosse da politici non meno viziosi. Ed è altresì evidente il ruolo che ha avuto in questi decenni la Chiesa cattolica – o meglio: la sua parte deviata moralmente e dottrinalmente – nell’aprire la finestra di Overton sull’omosessualità, in modo che il peccato contro natura che essa ha sempre condannato fosse in qualche modo sconfessato dall’evidenza degli scandali via via emergenti. Se quarant’anni fa destava orrore apprendere delle molestie compiute da un prete su un ragazzino, da qualche anno la cronaca ci informa dell’irruzione della Gendarmeria vaticana nell’appartamento del segretario del Cardinale Coccopalmerio nel palazzo del Sant’Uffizio, dove si teneva un festino di chierici con droga e prostituti. Da qui a legittimare la pedofilia, come vorrebbero alcuni politici, il passo sarà relativamente breve: le premesse poste dalla teorizzazione di presunti «diritti sessuali» dei minori, l’imposizione dell’educazione sessuale nelle scuole primarie su raccomandazione dell’ONU e i tentativi di legiferare nei Parlamenti per abbassare l’età del consenso vanno tutti nella medesima direzione. Qualche ingenuo – ammesso che di ingenuità ancora si possa parlare – dirà che mai la Chiesa potrà dirsi favorevole alla corruzione dei bambini, perché ciò contraddirebbe l’ininterrotto Magistero cattolico; io mi limito a ricordare ciò che solo qualche anno fa si diceva a proposito dei cosiddetti «matrimoni» omosessuali, o sull’ordinazione delle donne, il celibato ecclesiastico, l’abolizione della pena di morte, e ciò che viceversa si afferma impunemente oggi, col plauso del mondo. 

LA “FILIERA” DI MCCARRICK

Quello che va segnalato nel Rapporto non è tanto ciò che esso contiene, quanto piuttosto ciò che esso tace e nasconde sotto una montagna di documenti e testimonianze, per quanto raccapriccianti esse siano. Molti giornalisti e moltissimi ecclesiastici erano a conoscenza della vita scandalosa dell’«uomo con il cappello rosso», ma cionondimeno lo consideravano machiavellicamente utile agli interessi del Partito Democratico espressione del deep state e del progressismo cattolico espressione della deep church. Scriveva il Washingtonian nel 2004: «Con un cattolico controverso nella corsa presidenziale [John Kerry], il cardinale è visto da molti come l’uomo del Vaticano a Washington – e potrebbe svolgere un ruolo importante nella selezione del prossimo Papa» (qui). Un ruolo da lui orgogliosamente rivendicato nel discorso tenuto l’11 Ottobre 2013 alla Villanova University e che oggi, con il Card. Farrell assurto a Camerlengo di Santa Romana Chiesa su nomina di Bergoglio, potrebbe riconcretizzarsi. Dati i rapporti di fedeltà che si consolidano tra i membri della «lavender mafia», è quantomeno ragionevole pensare che McCarrick sia ancora in grado di intervenire nell’elezione del Pontefice non solo grazie alla rete di amici e complici, alcuni dei quali Cardinali elettori, ma anche attivamente nelle procedure del Conclave e nella sua stessa preparazione. 

Potremmo stupirci se, dopo aver constatato i brogli elettorali nell’elezione del Presidente degli Stati Uniti, “qualcuno” cercasse di manipolare anche l’elezione del Sommo Pontefice? Non dimentichiamo che, come già rilevato da più parti, alla quarta votazione del secondo giorno, nell’ultimo Conclave emerse una irregolarità nel computo delle schede, sanata con una nuova votazione in deroga a quanto previsto dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996. 

È comunque significativo che, se da un lato McCarrick ora è estromesso dalle sue funzioni e risiede in una località segreta (dove peraltro egli può continuare indisturbato la propria attività para-diplomatica per conto del deep state e della deep church nelle anonime vesti di laico), dall’altro sono tutt’ora al loro posto, ed anzi vengono promossi, quanti proprio grazie a McCarrick hanno fatto carriera nella Chiesa: tutti personaggi che egli ha favorito in ragione di un comune stile di vita e di comuni intenti; tutti ricattabili e ricattatori, per via dei segreti dei quali sono venuti a conoscenza grazie alla loro posizione; tutti pronti a tirar fuori nomi e circostanze e date, se solo qualcuno osasse toccarli. Alcuni potrebbero forse essere costretti ad obbedire al signor McCarrick, se questi può tenerli sotto ricatto o corromperli con l’ingente denaro a sua disposizione, anche ora che non è più un Principe della Chiesa. 

La “filiera” cui questo Cardinale ha dato origine è oggi in grado – come vediamo – di interferire ed operare nella vita della Chiesa e della società, col vantaggio di aver scaricato su un comodo capro espiatorio le colpe dell’intera «lavender mafia» e di poter oggi apparire essa stessa come estranea alle accuse di abusi. Ma basta varcare i cancelli di Porta Angelica per imbattersi in personaggi impresentabili, alcuni dei quali sono stati chiamati in Vaticano per sottrarli alle indagini che pendevano su di loro all’estero; altri sono addirittura assidui di Santa Marta o vi svolgono mansioni dirigenziali, consolidando la rete di connivenze e complicità sotto gli occhi indulgenti del Principe. D’altra parte, l’enfasi sul ruolo moralizzatore di Bergoglio si infrange sulla cruda realtà che nulla è mai davvero cambiato dietro le alte Mura Leonine, vista la protezione di cui godono, tra gli altri, Peña Parra e Zanchetta. 

LA MANCATA CONDANNA DELLA SODOMIA

Giustamente alcuni commentatori hanno evidenziato un dato sconsolante: i delitti per i quali McCarrick è stato chiamato in giudizio riguardano solo gli abusi su minori, mentre i rapporti contro natura compiuti con adulti consenzienti sono tranquillamente accettati e tollerati, quasi siano da deplorare non gli atti immorali e sacrileghi della sodomia di un chierico, ma la sua imprudenza nel non averli saputi tenere nel segreto delle mura domestiche. Anche di questo, a suo tempo, si dovrà chiedere conto ai responsabili. Soprattutto in considerazione della sempre più palese volontà di Bergoglio di applicare un approccio pastorale lassista – secondo il metodo sperimentato di Amoris laetitia – in deroga alla condanna morale della sodomia. 

I COLPEVOLI E LE VITTIME DEGLI SCANDALI

La cosa paradossale che emerge dagli scandali del Clero è che l’ultima preoccupazione del cerchio magico di Bergoglio è di dare giustizia alle vittime, non solo risarcendole (cosa che peraltro non fanno i colpevoli, ma le Diocesi, con i beni donati dai fedeli) ma anche punendo in modo esemplare i responsabili. E si dovrebbero punire non solo i delitti riconosciuti come crimini penali dalle legislazioni degli Stati, ma anche quelli morali, a causa dei quali persone non minorenni sono state indotte in peccato grave da ministri sacri. Chi sanerà le ferite dell’anima, le macchie alla purezza di tanti giovani, tra i quali anche seminaristi e sacerdoti? Pare invece che si sentano vere vittime coloro che sono stati scoperti ed esposti all’esecrazione pubblica: essi si sentono colpiti nei loro interessi, nei loro traffici, nei loro intrighi; mentre vengono considerati colpevoli coloro che hanno denunciato gli scandali, quelli che chiedono giustizia e verità, ad iniziare dai sacerdoti trasferiti o privati della cura d’anime perché avevano osato informare il loro Vescovo delle perversioni di un loro confratello. 

LA SANTA CHIESA È VITTIMA DEI CRIMINI DEI SUOI MINISTRI

Ma c’è un’altra vittima, completamente innocente, di questi scandali: la Santa Chiesa. L’immagine della Sposa di Cristo è stata infangata, oltraggiata, umiliata e screditata, perché chi ha commesso questi delitti ha agito sfruttando la fiducia verso l’abito che indossa, utilizzando il proprio ruolo di sacerdote o di Prelato per irretire e corrompere le anime. Di questo discredito della Chiesa sono responsabili anche quanti in Vaticano, nelle Diocesi, nei conventi, nelle scuole cattoliche e nelle organizzazioni religiose – pensiamo ai Boy Scout – non hanno estirpato sul nascere questa piaga, ma l’hanno anzi nascosta e negata. È ormai evidente che questa invasione di omosessuali e pervertiti è stata programmata e voluta: non si tratta di un evento fortuito che si è verificato solo per l’omissione di controlli, ma di un preciso piano di infiltrazione sistematica della Chiesa per demolirla dall’interno. E di questo risponderanno al Signore coloro ai quali Egli ha affidato il governo della Sua Sposa. 

In tutto questo, tuttavia, i nostri avversari dimenticano che la Chiesa non è un insieme di persone senza volto che obbediscono ciecamente a mercenari, ma un Corpo vivo con un Capo divino, Nostro Signore Gesù Cristo. Pensare di poter uccidere la Sposa di Cristo senza che lo Sposo intervenga è un delirio che solo Satana può credere possibile. Anzi si accorgerà che proprio nel crocifiggerla, nel coprirla di sputi e di colpi di flagello come duemila anni fa crocifisse il Salvatore, egli sta siglando la propria sconfitta definitiva. O mors, ero mors tua: morsus tuus ero, inferne. 
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
21 Novembre 2020 Presentazione della Beatissima Vergine Maria

16 commenti:

Anonimo ha detto...

https://www.medias-presse.info/le-pere-joseph-appelle-les-catholiques-a-entrer-en-dissidence-face-a-la-tyrannie-mondialiste-et-anti-catholique/136595/

Viator ha detto...

Sono un sacerdote, amo la Chiesa e il suo Magistero perenne, e voglio restare fedele alla Sede di Pietro fino alla fine dei miei giorni. La fedeltà a questo - e insegnare la verità su omosessualità e famiglia - mi provoca attacchi e persecuzioni e quel che è peggio sono lasciato solo da chi dovrebbe difendermi. E mi trovo davanti a una drammatica scelta....

https://www.lanuovabq.it/it/io-prete-costretto-a-tacere-su-omosessualita-e-famiglia

Anonimo ha detto...

Irlanda. Mullahoran, Contea di Cavan. 

La polizia irlandese ha ingiunto al parroco Don Patrik Hughes, tradito da una spia locale, di NON celebrare la Santa Messa con la presenza dei suoi parrocchiani a causa delle norme restrittive di "livello 5" emanate per contrastare la diffusione del coronavirus. 
Sta accadendo in Irlanda dove i cattolici hanno conosciuto la crudele repressione dei protestanti, la Messa veniva celebrata sulle rocce perché non era più praticabile in pubblico, secoli nei quali la fede dei padri è stata fedelmente custodita: un vero miracolo di una Nazione Cattolica! 
Vederla in queste condizioni rattrista veramente molto!
(Andrea Carradori)

Anonimo ha detto...

Sono un sacerdote cattolico italiano.
Amo la Chiesa nella quale sono cresciuto, amo il suo Magistero perenne e voglio restare fedele alla Sede di Pietro fino alla fine dei miei giorni. Amo la gente che mi è stata affidata, ogni singola persona che quotidianamente mi è dato di incontrare. Amo la mia vocazione e il ministero che svolgo a servizio del Popolo di Dio.
Non posso né voglio aggiungere altro alla mia presentazione. Di seguito capirete perché.
Mai come in questo momento della mia vita, la fedeltà a quanto sopra elencato mi procura attacchi e persecuzioni. Con la continua tentazione, se non di arrendermi, quantomeno di avvilirmi. E posso attestare che questa esperienza la stanno facendo tanti altri miei confratelli in tutta la Penisola.
La nostra colpa, agli occhi del mondo e agli occhi di buona parte cattolica, sta nell’insegnare sul tema dell’omosessualità e del matrimonio quel che la Chiesa ha sempre insegnato, quel che è scritto a chiare lettere nella Parola di Dio. E cioè che l’attrazione sessuale verso le persone dello stesso sesso è intrinsecamente disordinata e non può essere lecitamente assecondata in alcun caso; inoltre, che l’istituto naturale del matrimonio è soltanto fra un uomo e una donna.
La nostra prassi pastorale circa il prendersi cura delle persone con tendenze omosessuali (che non consiste in altro che nella medesima premura che si deve avere per ogni battezzato) non ha mai avuto bisogno di entrare in contrasto con la dottrina cattolica. Di più: sono precisamente le esigenze poste dal Vangelo di Cristo ad aver dato alle persone omosessuali che negli anni ho incontrato in confessionale, la speranza di abbracciare una vita nuova, libera da schiavitù e dipendenze sessuali ed affettive. Con molti di loro, lo dico con gratitudine, è nata anche una vera amicizia.
La vita mi ha insegnato che la Chiesa accetta tutti, ma non accetta tutto. E questo, lungi dal renderla lontana o retrograda, è precisamente ciò che la rende ancora utile agli uomini. Affinché essi guariscano (non ho alcuna paura di usare questo termine) da ogni miseria fisica e morale, e perché si salvino e si santifichino affrontando le lotte che la Provvidenza gli pone davanti.
Eppure, affermare ciò apertamente, con parola piana e nitida, è diventato la nostra rovina. Il sacerdote che, come me, è convinto della verità scritta nel cuore dell’uomo circa il sesso e il matrimonio, quando non si sia già rintanato in una catacomba di silenzio, tende comunque ad evitare ogni occasione di esporsi pubblicamente.
Sui piatti della bilancia si devono mettere, infatti, da una parte la possibilità di continuare a lavorare con frutto (aiutando tutti nel proprio piccolo, comprese le persone con tendenza omosessuale), dall’altra l’opportunità di far sentire con forza una voce diversa all’opinione pubblica che si è standardizzata su posizioni surreali, mutuate del tutto acriticamente dal gergo LGBT+.

Anonimo ha detto...

...segue
Sì, troppo spesso, si è arrivati al punto di dover operare una scelta fra le due strade, perché chi decide di alzare la voce in pubblico può pacificamente dire addio alla tranquillità personale, al proprio ufficio ecclesiale, alla sicurezza delle persone che gli sono vicine e -dulcis in fundo - alla propria fama.
Ho vissuto tutto questo sulla mia pelle, come tantissimi altri sacerdoti italiani, solo per aver espresso dissenso circa il DDL Zan, a seguito della dichiarazione della CEI che – giustamente – ne denunciava le derive liberticide. Ho ricevuto insulti, minacce di ogni genere e calunnie pubbliche (e continuo a riceverne a distanza di mesi), come li hanno ricevuti le persone a me vicine. Fino a cose che mi vergogno perfino di riportare. Il tutto, nel silenzio o – peggio – nelle dichiarazioni ambigue, di chi, più in alto, avrebbe dovuto difendermi.
Non recrimino, non porto rancore ad alcuno. È tutta gloria, per amore a Dio e all’uomo. Ma una cosa è certa: da qui in avanti, la mia scelta penderà per il primo piatto della bilancia, quello del lavoro umile e nascosto. Che se è vero che un prete deve avere il coraggio di denunciare le organizzazioni criminali (non ci sono altri termini per definire questa valanga di odio strutturato e coordinato da circoli e partiti di sinistra), è anche vero che fare l’eroe per qualche ora e finire schiantato per il resto della vita, non gioverà ad alcuna delle persone che vuole aiutare.
Spero che qualche testata indipendente dall’egemonia del Pensiero Unico, possa pubblicare questo mio personale sfogo, anche a nome di tanti altri confratelli che si trovano nella mia identica situazione.

Caro don Guido,
la ringrazio per la sua lettera così chiara e drammatica allo stesso tempo. Capisco benissimo il suo disagio e quello di tanti altri sacerdoti: essere perseguitati dal mondo viene messo in conto, trovarsi isolato ed emarginato all'interno della Chiesa per difendere il suo insegnamento è una spiacevole novità. Ma come dice lei "è tutta Gloria, per amore a Dio e all'uomo". Sono anche convinto però che non siamo noi a scegliere il momento e il luogo in cui siamo chiamati a dare testimonianza alla verità, se attraverso un lavoro umile e nascosto o con una ferma posizione pubblica. L'importante è farsi trovare pronti là dove siamo chiamati a testimoniare. Come dice Paul Claudel in "Annunzio a Maria": «Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare un lebbroso sulla bocca, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più alto».

Anonimo ha detto...


Precisazioni sul divieto della Messa in Irlanda

Il Livello 5 di lockdown, in vigore da circa un mese, e che dovrebbe scadere il 1 dicembre prossimo, prevede la proibizione di tutte le cerimonie e riunioni pubbliche al coperto. Fa minime eccezioni per i funerali (che sono all'aperto) e i matrimoni, limitando la presenza a pochissime persone. Infligge una multa di 400 euro e la denuncia penale per le violazioni.
Ci sono stati almeno tre casi di sacerdoti che hanno celebrato la Messa, nella Repubblica, nonostante il divieto, con pochi fedeli in grandi chiese vuote, osservando tutte le misure sanitarie del caso.
La polizia, informata, è dovuta intervenire. Però, bisogna precisare, lo ha fatto con moderazione. Invece di far pagare la multa e stilare la denuncia, si è limitata ad ammonire
verbalmente il sacerdote, aggiungendo che, la prossima volta, sarebbe stata costretta ad applicare alla lettera la legge. Evidentemente, anche ai poliziotti dà fastidio dover applicare norme del genere nei confronti della Messa.
Si sente dire di (pochi) sacerdoti che sono tornati a celebrare Messe clandestine, con poche decine di fedeli, nei boschi, usando rocce come altari, esattamente come ai tempi del dominio inglese e protestante sull'isola, che considerava la Messa un reato.
Questo dunque un risultato della presente pandemia e del modo nel quale il governo l'ha affrontata: la Chiesa è costretta a tornare nelle Catacombe, anche se solo per colpa del virus, a quanto sembra, e non per una volontà persecutoria specifica delle autorità, visto che colpiscono tutte le manifestazioni al chiuso, senza distinguere tra civili e religiose,
con grave danno anche per l'economia.
Sull'equiparazione della riunione al chiuso per la Messa alle riunioni al chiuso nei pubs, nei ristoranti etc, ci sarebbe naturalmente da obiettare.
S

Valeria Fusetti ha detto...

Concordo in pieno con questa risposta. Pregherò di più e meglio per i sacerdoti come lei caro don Guido, i sacerdoti nascosti dal Sacro Manto della Madre della Chiesa, preziosi ai Suoi occhi. Spero tanto che il Signore me ne faccia incontrare uno perché, qui dove abito, sembra esserci il deserto più crudele. Per il momento ci sono S.Messe in streaming, ma mi chiedo sino a quando ce le lasceranno. Temo che il modello che potremmo aspettarci, per il deep state e la speculare deep church, sia la Cina. Che il Signore la protegga.

bernardino guerrini ha detto...

Se qualcuno o molti o milioni di persone e sacerdoti, vescovi e religiosi, invece di assecondare tutte le novità conciliari le novità dal 1960 della falsa libertà religiosa, del falso ecumenismo, delle falsità in genere di quel concilio di tutto il falsume che ha prodotto e di tutti coloro che lo predicavano, avessero avuto il coraggio di salire sui pulpiti e gridare allo scandalo e gettare nel dimenticatoio come si fece per il concilio di Pistoia oppure come fece S.Atanasio o altri che a quel concilio si sono opposti, perchè vedevano lo scandalo di quel marciume e che avrebbe portato poi a questo disastro bergogliano e compagnia cantando... oggi non dovrebbero piangersi addosso o fare come i coccodrilli che prima si mangiano i figli poi piangono.. Dio vede e provvede e forse bergoglio e compagni che hanno fatto i disastri di quella che era la Chiesa Cattolica Romana e Apostolica, oggi non sarebbero neppure esistiti.. bastava dare retta a ciò che dicevano i Cardinali Bacci e Ottaviani, rileggersi S.Paolo oppure i veri testi della Chiesa ed i bergoglio non sarebbero sorti ne i loro predecessori... ne i falsi preti formati in quei seminari falsi.. comunque vedo che Dio fa ravvedere proprio sui mali che poi vengono avanti.. perchè dalle falsità poi si arriva alla morte quando si tratta di cancro.. e quello era stato un cancro... speriamo che molti sacerdoti rivedano dentro il loro cuore e la loro mente e capiscano rileggendo un po tutto il disastro di quell'evento dove ci ha portato un po alla volta.. che pensavate che ci si arrivava tutto di un colpo... ci siamo arrivati in 60 anni.... il concilio di Nicea insegna come insegnano i concilii tridentino e vat.primo... la Chiesa è la chiesa e non una barzelletta... e Dio ci fa ravvedere....

Anonimo ha detto...

Grazie Minsignor Viganò.Vero che ci siamo fatti abbindolare tutti e chi è fuggito pensando solo a sè neppure ha fatto un buon servizio,vero che quando poi i nodi vengono finalmente al pettine diventa difficile per tutti.Un solo Prelato che dica pane al pane è indicativo dell'inganno del mistero di iniquità a cui ci si è sottomessi...piango per i Pastori altri che pagheranno cara l'accidia.

Anonimo ha detto...

Importante è stato mettere in evidenza il 'sistema' in cui si inserisce T.McCarrick.
Su Wikipedia inglese ho trovato poche righe che riguardano anche i suoi primi anni ed i suoi studi. Mi sembra probabile che lui stesso avrebbe potuto essere vittima di attenzioni improprie. Capita in questi casi che si ripeta su altri quello che si è subito, ma più determinante è l'odio che si finisce col nutrire verso la Chiesa. Un odio che nessuno sa che forma potrà prendere. Questo per dire che il male di cui parliamo potrebbe essere stato presente nella Chiesa già agli inizi degli anni '40 del secolo scorso. In maniera più discreta, clandestina, ma operante fin d'allora se non anche da prima. Ora capiamo che il silenzio di tanti porporati parla anche la lingua della complicità. Non so quanto tempo, impegno, determinazione occorreranno per risanare la chiesa e non so se il suo risanamento sia voluto o no. Così com'è ora è già un'altra chiesa.

Anonimo ha detto...

Importante è stato mettere in evidenza il 'sistema' in cui si inserisce T.McCarrick.
Su Wikipedia inglese ho trovato poche righe che riguardano anche i suoi primi anni ed i suoi studi. Mi sembra probabile che lui stesso avrebbe potuto essere vittima di attenzioni improprie. Capita in questi casi che si ripeta su altri quello che si è subito, ma più determinante è l'odio che si finisce col nutrire verso la Chiesa. Un odio che nessuno sa che forma potrà prendere. Questo per dire che il male di cui parliamo potrebbe essere stato presente nella Chiesa già agli inizi degli anni '40 del secolo scorso. In maniera più discreta, clandestina, ma operante fin d'allora se non anche da prima. Ora capiamo che il silenzio di tanti porporati parla anche la lingua della complicità. Non so quanto tempo, impegno, determinazione occorreranno per risanare la chiesa e non so se il suo risanamento sia voluto o no. Così com'è ora è già un'altra chiesa.

Anonimo ha detto...

Anonimo 18.01.Certo che fu così.La Salette 1846..i preti e religiosi sono una cloaca di impurità( e amore ai piaceri del denaro e gloria)...se non si convertono Roma perderà la fede e vi arriva l'anticristo...in Portogallo si conserva il dogma...

tralcio ha detto...

Mons. Viganò ci espone la realtà, senza tacere l'abominio.
C'è chi finge di non vederla, come se ogni abominio fosse riconducibile alla normalità.
Se è normale che ogni uomo sia peccatore, dovrebbe essere normale che vi siano dei santi a sfidare la connivenza con il peccato combattendo persino contro se stessi fino al martirio.
Nella Chiesa dovrebbe essere la normalità coltivare lo slancio verso la santità.
Dovrebbe essere la normalità l'aderire a Cristo annunciandone l'unicità e l'insostituibilità.
Dio salva: è il nome di Gesù. Oggi il vangelo riporta due volte quel "del mio nome".
Il nome di Gesù è decisivo: in quel nome ha senso parlare di santità e sfidare il peccato.
Il morire è differente dalla morte: il morire è un istante, tra due vite; la morte dura.
Rinnegare se stessi è un morire che dà vita ed evita la morte.
Mons. Viganò mostra come molte anime morte vivano apparentemente una falsa normalità.
C'è anche chi non vuol sentire proprio parlare di diavolerie e maneggi e magheggi vari.
Però la rete di complicità e ricatti c'è.
L'appoggio/endorsement di certi apparati cattolici a personaggi "impresentabili" c'è.
Il deep state e la deep church ci sono, anche il progetto più vasto che perseguono.
Un unico copione (script) sotto un’unica regia (direction): i protagonisti di questa pièce hanno parti diverse ma seguono la medesima trama (plot) sullo stesso palcoscenico.

Da La Verità ha detto...

Il Rapporto sull'ex cardinale non ha credibilità perché le pene comminate sono quasi ridicole rispetto alla gravità dei fatti contestati. Segno che il gruppo clericale che lo ha protetto è saldamente al potere.

Aloisius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Aloisius ha detto...

Aggiungo il mio sincero e umile ringraziamento a Mons. Viganò, vero servo di Cristo ed esempio per noi piccoli.
Ha chiarito intrecci torbidi con la chiarezza lucida, ormai consueta, che gli deriva dai doni dello Spirito Santo che opera in lui.

E li riceve perché riga dritto nella via stretta segnata dal Sangue del Signore Gesù.

La mia intenzione del Rosario di oggi sarà per lui, perché solo se avremo altri Viganò la Santa Chiesa potrà far brillare il suo splendore di Sposa di Cristo.

Solo altri Viganò potranno proteggere i Sacerdoti come Don Guido, al quale estendo la mia intenzione di preghiera, e con loro, a scendere, guidare i piccoli apprendisti garzoni dei servi del Signore, come il sottoscritto.

Mi sforzo di essere degno di poter ricevere questa Grazia: che siano sempre di più i Viganò e i Don Guido, ma so che per riceverla devo rigare dritto anch'io, subendo le conseguenze.
L'aiuto del Signore va meritato con le opere.

Ma "se Dio è con noi, allora siamo la maggioranza" (San Giovanni Bosco).
Aloisius