Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 3 settembre 2021

Ragionamenti sensati in un contesto distopico per neutralizzare la paura scientemente indotta

Il fatto è che siamo finiti in una distopia ma continuiamo a ragionare come se fossimo in un mondo normale. Ma non abbandoniamo la costanza coraggiosa di richiamare a un discorso di ragionevole buonsenso chi porta avanti motivazioni pretestuose per ragioni di potere oppure per paura scientemente indotta. 
Per questo riprendo di seguito da segnalazioni dei lettori riflessioni che condivido appieno.

La tesi di fondo delle critiche che richiamano al buon senso, presuppone 
  1. la buona fede e la retta coscienza di chi giustifica/avalla questi provvedimenti
  2. un terreno comune di razionalità su cui poter effettuare il dialogo e quindi 
  3. co-soggetti riconosciuti quale destinatari della tesi. 
Allo stato presente delle cose, scusate la volgarità, queste premesse, necessarie per qualsiasi dibattito, sono andate a farsi fottere. Purtroppo una persona che lavora dieci ore al giorno, (tralasciamo le condizioni di lavoro e le loro conseguenze), preso da preoccupazioni varie, martellato e bombardato per tutta la giornata dai telegiornali, dalle trasmissioni, ecc.. Hai voglia a parlare, a ragionare, a discutere, non c'è verso.
La verità,  costatata giorno per giorno, da chi ha per lavoro la possibilità di incontrare e sentire il parere di diverse persone, è che queste hanno già metabolizzato questo stato di cose, (questa narrazione) lo hanno naturalizzato, o meglio inserito come deviazione scocciante, ma imprescindibile nel loro orizzonte di vita. Ma non perché siano cattivi o stupidi (possono agire in buona fede), non si tratta di aver studiato l'Etica di Spinoza o della meccanica dei fluidi, si tratta del fatto che da un lato, una grossa fetta della popolazione, forse la maggior parte, non ha tempo né possibilità di progredire in uno sviluppo intellettivo-spirituale, né la forza o la capacità di districarsi in mezzo al mare di falsità che ci propinano, (es. il problema delle fonti) da ciò deriva che sono stati colti impreparati dalla narrazione dominante, che li ha travolti in pieno, affogandoli: chi detiene le redini del comando ha sfruttato appieno e consapevolmente la condizione di indigenza spirituale (che si inserisce in un processo più vasto di spersonalizzazione e atomizzazione dell'individuo) che negli anni una certa classe politica, intellettuale-universitaria e culturale-mediatica, ha fomentato e tenuta in vita, per questo è stato facile e sarà facile mantenere questi ritmi e questi modelli di narrazione.
Dall'altro lato, si inserisce invece il discorso della codardia e della inettitudine, di persone che sono messe in condizioni di non esercitare il loro spirito critico, facendogli odorare la possibilità delle più terribili rivalse (questi possono agire sia in buona che cattiva fede, per es. per opportunismo, vendetta, ecc.). Tutto questo fa sì che quando si discute si ha davanti un muro di cemento, anche se si portano le argomentazioni più probanti, le più logiche e le più sensate. Purtroppo siamo di fronte a dei sosia socializzati, per usare la geniale espressione di Ernst Fischer. Altro che contra factum non valet argumentum.
Tutto questo però non deve essere un alibi per alzare bandiera bianca. La battaglia avviene sul piano delle parole, delle informazioni, delle idee, e in questo orizzonte, e con questo spirito bisogna continuare a lottare, senza arrendersi, anche se la tentazione è forte. Comunque, la verità è figlia del tempo. Prima o poi tutto verrà alla luce. Forse è azzardato fare paragoni storici, ma alla fine potrebbe avvenire come al XX Congresso del Partito Comunista, con gli stessi criminali che con viso sorpreso e sguardo interdetto si chiederanno: come è stato possibile? Sotto i nostri occhi? E si stracceranno le vesti nel clamore e nello stupore generale. Ovviamente il tutto improntato non alla tipica prosopopea russa, ma alla farsa italiana.
Immagine Francesco Gonin

«l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!»

Purtroppo gli untori non sono il triste ricordo dell’epoca in cui si riteneva che responsabili del morbo della peste fossero gli spargitori di speciali unguenti, individui accusati di diffondere intenzionalmente la peste. Alessandro Manzoni nel 1840 scrisse un saggio storico in cui si ripercorrevano le vicende relative al processo intentato dal governo di Milano nel 1630 contro due sventurate persone accusate di essere “untori”. Torturati e barbaramente uccisi a Milano nel 1630. Su ordine del Senato milanese, a ricordo della sentenza, fu eretta nella zona della Vetra una colonna. Colonna che Manzoni definì infame nel titolo del suo saggio: Storia della Colonna infame.

Oggi Manzoni avrebbe vita facile? Sicuramente non l’hanno tutti coloro che osano semplicemente esprimere dei dubbi non solo sulla campagna vaccinale ma più semplicemente sull’uso discriminatorio del cosiddetto green pass. Nell’area dei cosiddetti democratici fioccano proposte di ogni tipo per colpire i renitenti alla inoculazione, c’è addirittura il costituzionalista che oltre ad augurarsi che si arrivi alla vaccinazione obbligatoria si arrivi a togliere ogni copertura sanitaria a chi intende sfuggire alla puntura. Proprio nell’area politica specializzatasi nella “lotta all’odio” vediamo spuntare comportamenti che ricordano il grido manzoniano dei “Promessi sposi” «l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!» che la vecchia donna urla contro Renzo scambiato per untore, richiamando così una folla inferocita.

Un odio che si scatena contro tutti coloro che sbrigativamente e strumentalmente vengono dichiarati “no vax”, e che invece un linguaggio più accorto (e inclusivo?) dovrebbe semplicemente definire “obiettori di coscienza”. I professionisti della lotta all’odio ci dicono infatti che è lecito odiare chi contesta non solo la vaccinazione obbligatoria ma anche il “green pass”. Chi non si converte al culto medico va non solo disprezzato pubblicamente, ma anche multato, danneggiato, confinato, insomma messo in condizione di non poter più tranquillamente vivere.

Gli odiatori che gridano “dagli all’untore” non intendono sentire nessuna ragione, per loro è così punto e basta, se un atleta subisce un danno cardiaco bisogna tacere per evitare di gettare discredito sulla campagna in corso, una campagna vendita che deve essere assolutamente blindata. Come scrive oggi la dott.ssa Silvana De Mari «chi cerchi correlazioni tra i cosiddetti vaccini e un numero di morti e di effetti collaterali ben superiore a quelli dichiarati, si trova non solo privo di fondi per fare una qualsiasi ricerca ma anche inquisito e forse radiato dall’Ordine dei medici, bloccato o espulso dalle associazioni mediche». Eppure c’è nella “comunità scientifica” chi nutre seri dubbi e sostiene che i vaccini Rna non servono perché il bersaglio è troppo soggetto a mutazioni e che non si vaccina mai durante un’epidemia perché così si scatenano mutazioni. «L’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!».

Andrea Zhok , professore di Antropologia filosofica e Filosofia morale presso l’università di Milano, nel suo ultimo intervento prova a spiegare perché il “green pass” è un’iniziativa inaccettabile e va abrogato. Lo cito di seguito (Antonio Catalano)

* * *

Andrea Zhok. Perché il Green Pass - nella forma che ha preso in Italia - è un'iniziativa inaccettabile e va abrogato?

Abbiamo speso molte parole, forse troppe, per spiegarne contorni, implicazioni, per mostrarne il pessimo significato politico, morale e strategico.

Proviamo ora a prendere la strada di un argomento minimalista, diretto, forse più comprensibile.

1) Premessa: Il requisito di Green Pass rappresenta una grave violazione della libertà personale. Vietare l'accesso di un ragazzo ad una biblioteca o ad una palestra, di uno studente all'università, o addirittura minacciare con la perdita del lavoro e del salario un insegnante sono atti di estrema gravità, discriminazioni pesantissime, non formalismi, non bazzecole.

2) Per giustificare un atto discriminatorio di questa gravità ci devono essere motivazioni a prova di bomba, non congetture, non illazioni, non auspici. Una simile limitazione della libertà può essere giustificata solo se è incontestabile che essa sia l'unico, o almeno il migliore, metodo disponibile per evitare che la libertà di qualcuno (il discriminato) produca un danno a qualcun altro (l'incluso). 

Questo sfondo motivazionale richiede due condizioni:

2.1) Dev'essere manifesto che l'accesso dell'escluso (no GP) ad un certo luogo possa creare un danno ai presenti che l'accesso dell'incluso (sì GP) non crea.
Così, se un bambino è malato e la sua malattia è contagiosa possiamo dover ricorrere alla sua esclusione dalla classe, sulla base del fatto che il suo accesso alla classe metterebbe a repentaglio la salute altrui, mentre l'accesso di un bambino sano non lo farebbe.

2.2) Dev'essere parimenti incontrovertibile che non vi sono strade alternative, egualmente percorribili, che potrebbero permettere di non procedere con l'atto di esclusione.
Nel caso in cui esistesse un modo semplice e non oneroso per fare in modo che il bambino non risultasse più contagioso per gli altri, insistere nel non ammetterlo sarebbe un atto ingiustificabilmente discriminatorio.

3) Né il primo punto, né il secondo corrispondono allo stato di cose nella presente fattispecie del Green Pass "anti-Covid", focalizzato sull'avvenuta vaccinazione.

3.1) In primo luogo non è vero che l'accesso, supponiamo, di uno studente non vaccinato rappresenti una minaccia alla salute dei presenti in un'aula che uno studente vaccinato non rappresenterebbe.
L'ipotesi su cui si poteva fondare una procedura del genere è che, come avviene per altri vaccini, anche qui il vaccino eliminasse la possibilità che il vaccinato risulti contagioso. Questo fatto è però oggi smentito al di là di ogni ragionevole dubbio: i vaccinati con gli attuali vaccini anti-Covid possono perfettamente trasmettere il virus. Dati epidemiologici e test di laboratorio provenienti da vari paesi lo hanno ampiamente confermato.
Circa quanto e come avvenga la diffusione, i dati sono ancora controversi. Alcuni studi testimoniano la presenza di un'equivalente carica infettante nei soggetti vaccinati e non vaccinati; a ciò alcuni replicano che però, forse, la durata della contagiosità è minore; altri replicano che, al contrario, la rilevante permanenza del virus nel cavo orofaringeo in assenza di sintomi, tenuti sotto controllo dal vaccino, fa dei vaccinati dei superdiffusori.
Qui siamo sul piano delle congetture.
Il dato solido è che un non vaccinato che entri in un ambiente di vaccinati può forse temere per sé (loro sono protetti, lui no), ma di principio non rappresenta una minaccia ai vaccinati diversa da quella che sarebbe rappresentata dall'ingresso di un ulteriore vaccinato.

3.2) Ma prima di lanciarci nell'usuale lotta a base di congetture, chiediamoci se la soluzione discriminante che è stata adottata non abbia alternative. Ora, si dà il caso che un'alternativa non discriminante, e soprattutto molto più sicura per tutti, esiste. Se vogliamo davvero minimizzare i rischi di contagio in certi ambienti la strada maestra non è il vaccino, ma un tampone rapido per tutti. È un'opzione adottata peraltro in molti paesi. In Austria, ad esempio, se vuoi accedere ad una palestra o alle terme o a un concerto fai un tampone salivare all'ingresso (gratuito), o porti il risultato di uno recente. Questo metodo è semplice, non invasivo, non oneroso, non discrimina nessuno ed è di gran lunga una garanzia di contenimento dei contagi migliore.

4) Conclusione. 

Se l'intento del Green Pass è quello dichiarato di fornire un presidio di sicurezza, la sua attuale forma è fallimentare, ingiustificabile, e gravemente discriminatoria: non garantisce nulla in termini di ridotto accesso del virus in certi ambienti e trascura soluzioni alternative che forniscono garanzie molto superiori.
Naturalmente se l'intento non è quello dichiarato, allora si spiega il carattere punitivo riservato alla strategia dei tamponi, concepiti come una piccola tortura (tampone molecolare nasale) a carico del cittadino (abbiamo i tamponi più cari d'Europa).
Ma qui entriamo su un piano squisitamente politico, di cui le argomentazioni di salute pubblica rappresentano semplicemente la foglia di fico, e di cui abbiamo discusso altre volte.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

La confusione artatamente suscitata e perseguita dai media asserviti al potere è il terreno sul quale si coltiva la determinazione di non voler ascoltare altro che possa minimamente aumentare il volume della confusione che regna ormai sovrana nelle menti. E questo può accadere a tutti.

tralcio ha detto...

Il miglior commento a questo articolo consiste nella richiesta a Dio di ricevere sapienza.
Un uomo giusto, il più giusto, si trovò costretto da leggi e poteri vari a numerose prove.
Saputa la gravidanza della sposa, accettarne il mistero sapendosi biologicamente estraneo.
Amarla fino a risparmiarle la lapidazione, ma anche amarla accettando l'accaduto.
Spostarsi con la sposa incinta al nono mese per assolvere ai doveri del censimento romano.
Era inverno, senza altri mezzi che i piedi e l'asino, senza viadotti e gallerie: 150 Km.
Vederla partorire in un luogo di fortuna, una stalla, nella città di Davide, suo antenato.
Eppure accorgersi di una luce imprevista, mai vista, che squarcia le tenebre notturne.
Dopo la nascita del figlio, la minaccia del Re Erode, incombente nella sua gelosa follia.
Ancora dover mollare tutto, casa e lavoro, per andare in una terra straniera.
E quel bambino, poi tornato nella città della madre e cresciuto, sparisce per tre giorni.
Trovatolo, gli tocca anche accettare che chieda, lui a loro, perchè fossero in ansia.

Ci vuole una sapienza speciale. E allora chiediamola a chi ne ebbe in abbondanza.

Ave Giuseppe, figlio di Davide,
uomo giusto e verginale, la Sapienza è con te,
tu sei benedetto fra tutti gli uomini e benedetto è Gesù,
il frutto di Maria tua sposa fedele.
San Giuseppe, degno Padre e protettore di Gesù Cristo e della Santa Chiesa,
prega per noi peccatori e ottienici da Dio la divina Sapienza,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen!

E' la preghiera che onora San Giuseppe, l'uomo giusto che ama la giustizia.
L'uomo dal cuore puro, sposo verginale della purissima Maria: cuori che vedono Dio!
Una preghiera scritta da San Luigi Maria Grignon de Monfort, una garanzia.

Anonimo ha detto...

C'è un vaccinismo tradizionalista fondato su una aberrante comprensione del rapporto tra natura e grazia, e che si articola in questi passaggi:

1) Il rapporto tra scienza e fede è un caso particolare del rapporto tra ragione e fede.

Dunque: dobbiamo accettare i prodotti della scienza come accettabili per la fede.

[omissione della definizione del concetto di scienza]

2) La condizione di scienziato non contraddice la condizione di fedele.

Dunque: dobbiamo seguire lo scienziato come espressione di una comunità fedele alla religione.

[omissione della definizione della deontologia dello scienziato]

3) Lo Stato sta alla Chiesa come la natura al Creatore.

Dunque: lo Stato assistito dalla scienza e dagli scienziati (il CTS) decide legittimamente sul bene comune della società statale.

[omissione del concetto di Stato nel contesto moderno]

4) Chi si oppone alle statuizioni statali in materia di salute fomenta un disordine anticristico.

Dunque: deve essere escluso.

[omissione della definizione del diritto]

Donde la regola: lo Stato e la scienza hanno competenza generale sulla salute degli uomini, la prima per autorità e il secondo per potestà. Lo Stato stabilisce l'unico ordine salutare gradito a Dio.

Forse bisognerebbe iniziare a parlare di un'eresia, tra le altre.
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

UN TEMPO SUL RED CARPET SFILAVANO LE STAR DEL CINEMA. ADESSO SFILANO I VIROLOGI!

Ma vi sembra normale che a fianco alle star del cinema e attori, sfilino sul red carpet i virologi?

Roberto Burioni, virologo ormai reso famoso dalle comparsate televisive, ha sfilato sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia come un attore.

Questa cosa, mi spiace, non è normale. Se un virologo è impegnato a costruirsi un personaggio mediatico, allo scopo di aumentare la propria popolarità, non deve poi lamentarsi se il pubblico prende sotto gamba o sminuisce, i richiami e gli appelli della scienza.

Gli scienziati dovrebbero essere discreti e razionali. Specialmente in un momento drammatico come questo dove l’informazione dovrebbe essere curata con attenzione per non fomentare caos e disordine sociale. Nessuna uscita dovrebbe essere pensata per stupire, provocare o divertire magari per far salire gli ascolti e le vendite dei libri.

Ci sono mestieri che richiedono sobrietà. Chi rappresenta certe categorie chiamate a guidare le scelte politiche che influenzano una nazione, dovrebbe accettare di mantenere un basso profilo, lavorando per la scienza e dunque per il bene comune. Non per il proprio successo.

Ormai viviamo nella confusione totale, bombardati da messaggi continui e da una mediatizzazione esasperata su qualunque argomento.

Siamo ridotti al punto tale che se ci vogliamo rilassare e guardare un po’ di tv, magari sognare immergendoci nel mondo del cinema, ci ritroviamo davanti le stesse facce di quelli che a tutte le ore del giorno e della notte ci parlano del virus in tutte le salse e in tutti i contenitori televisivi. Persino dalla D’Urso a parlare dei loro fatti personali, perché si sa, la pubblicità è l’anima del commercio e tutto fa brodo. Ma basta!

Anonimo ha detto...

A quanto pare ci sono ancora medici, infermieri e docenti che resistono all'imposizione commerciale (stile guerre dell'oppio nella Cina di metà '800). D'altronde per quanto la realtà si presenti piuttosto simile a un monolite essa è pur soggetta a mutamenti specie quando raggiunge determinati estremi. Nel Medio Oriente le "primavere arabe" sono alla fin fine miseramente fallite, quindi mi chiedo: davvero noi italiani siamo ormai così rammolliti da permettere di subire passivamente di ogni ? Non saprei. L'unica cosa positiva che ho potuto personalmente registrare nell'ultimo decennio è stata la riscoperta da parte di un numero crescente di cattolici della liturgia e del magistero tridentino (proprio oggi si commemora il grande pontefice San Pio X).

Anonimo ha detto...

Mi spiegate perché se compro un monopattino elettrico ho il bonus mentre quando compro i libri di scuola no?

Anonimo ha detto...

Guardando le prime pagine di quasi tutti i quotidiani di stamattina, tutti titolavano le stesse cose, roba da Tass, China news e dintorni, a caratteri cubitali : Draghi, obbligo vaccino anche senza legiferare ( eh, già se andasse ai voti non passerebbe, forse) per tutti da 6 a 100 anni, nessuno sfuggirà, perché il 'vaccino' è sicuro e ci aiuterà a superare l'emergenza che peraltro perdura fino a fine dicembre, sarà utile per non intasare le strutture ospedaliere ecc.ecc. Tanto per fare o dare alcuni numeri, in ER tot tamponi, tot contagiati, i morti non superano la 20ina in tutta la regione, qualcuno mi dica dove sta l'emergenza, ospedali deserti e ambulanze che gironzolano tanto per far vedere che sono operative h.24 sia mai che raikabul 3 faccia riprese, stesso per Marche ed altre regioni limitrofe........e la nave va.

Anonimo ha detto...

A proposito delle voci di dimissioni di Bergoglio, il cosidetto “papa Francesco”: “Essere costretti a smentire di volersi ritirare non è esattamente un indizio di forza politica, specie se uno si ritrova con due tumori così diffusi da non essere più operabili. Il liquidatore della Chiesa Cattolica si appressa al redde rationem, ma fa ancora in tempo a cambiare rotta, se vuole evitare il fuoco eterno.”
http://lascuredielia.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

Orbene, la dottrina cattolica ci insegna che il primo dovere della carità non consiste nella tolleranza delle convinzioni erronee, per quanto sincere esse siano, né nella indifferenza teorica o pratica per l’errore o per il vizio in cui vediamo immersi i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale, non meno che per il loro benessere materiale. Questa stessa dottrina cattolica ci insegna pure che la sorgente dell’amore per il prossimo si trova nell’amore di Dio, padre comune e comune fine di tutta l’umana famiglia, e nell’amore di Gesù Cristo, di cui siamo le membra al punto che consolare un infelice equivale a far bene a Gesù Cristo stesso.
San Pio X

Alberto ha detto...

Policy di Stanford:

https://healthalerts.stanford.edu/covid-19/2021/08/27/update-on-covid-testing-travel-and-employee-support/

Tutti i vaccinati devono comunque fare il test una volta alla settimana.

A conferma di svariati punti dell'intervento di Andrea Zhok, per quanto sia insensato un grim pass basato sulle avvenute iniezioni. Se avessero davvero a cuore di limitare i contagi, guarderebbero innanzitutto alla presenza di sintomi, ed in secondo luogo ai test.

Unknown ha detto...

Andrea Zhok, nell'intervista,se la suona e se la canta! Le risposte non sono per nulla ne' ovvie ne' esaustive, non portano nulla alla diuscussione!

Unknown ha detto...

A riprova del bailamme generale, ognuno dice la sua! Lo sai che puoi contagiare pur essendo senza sintomi ( asintomatici)? Io ho il green pass e non mi sento privato di alcuna liberta', senza scomodare filosofi come tanti pifferai!

Unknown ha detto...

La ventina in un solo giorno? Perche' mai se muore uno solo sul monopattino, personalmente mi addolora e mi fa rabbia, e' una tragedia nazionale e 50-60 morti al giorno sono trascurabili? Sara' l'egoismo?

Unknown ha detto...

Le voci fuori dal coro ottengono mai l'approvazione ad essere pubblicate? Perche' queste sono tutte assenti?

Anonimo ha detto...

I primi a non credere ciecamente nell'intruglio salvifico sono coloro che ci governano. Può sembrare assurdo, ma se riflettiamo attentamente non si può fare altro che constatare ciò. Prendiamo per vero, per reale, per sacrosanto, tutto ciò che i signori della politica affermano. Fidiamoci ciecamente, per una volta, di ciò che i virologi di regime ci spacciano per verità assoluta. Mettiamoci una muta da palombaro ed immergiamoci negli abissi pandemici, scrutandoli con attenzione. Lo Stato impone, anche per i benedetti, mascherina e distanziamento. Il premier impone tamponi per i pennivendoli accreditati alle sue conferenze stampa nonostante abbiano il lasciapassare verde. Gli accessi agli stadi ed ai grandi eventi sono limitati in capienza nonostante chi vi possa accedere sia immunizzato o tamponato. I vip o presunti tali ed i componenti del carrozzone mediatico devono sottoporsi ad un molecolare per partecipare al circo televisivo, anche se sono stati battezzati. La narrazione, anche guardata con i "loro occhi", poggia le sue fondamenta nella sabbia della menzogna e del ricatto. Stagna nel terreno melmoso dell'irrazionalità e della finzione. Ora capiamo perché alcuni dei nostri illuminati "scienziati" sono ospiti alla mostra del cinema di Venezia o posano per riviste scandalistiche. Anche se si da per buono ciò che ci raccontano, crederci è veramente un' impresa titanica. La sceneggiatura, neanche analizzata troppo attentamente, è veramente di pessima qualità.

"Invocare il sipario è normale, se una farsa è durata abbastanza" (Ianva)

mic ha detto...

Le voci fuori dal coro ottengono mai l'approvazione ad essere pubblicate?

La moderazione non è automatica e avviene saltuariamente.

Andrea Zhok, nell'intervista,se la suona e se la canta! Le risposte non sono per nulla ne' ovvie ne' esaustive,

Affermazioni come questa vanno argomentate, altrimenti restano illazioni...

mic ha detto...

A riprova del bailamme generale, ognuno dice la sua! Lo sai che puoi contagiare pur essendo senza sintomi ( asintomatici)?

Ma dove sta scritto che io sia malato se non ho sintomi?
E tra un asintomatico portatore sano non vaccinato e uno vaccinato c'è la stessa probabilità che siano contagiosi...

Io ho il green pass e non mi sento privato di alcuna liberta', senza scomodare filosofi come tanti pifferai!

Facciamo a capirci. Che càspita di libertà è quella condizionata con metodi ricattatori e in termini discriminanti?

Quante volte abbiamo sentito argomenti pretestuosi, come quello del semaforo ad esempio (che ben si presta a chiarire i principi), per giustificare il green pass come se l'analogia tra i due dispositivi fosse evidente, banale e sensata. In realtà, diciamocelo, l'argomento può soddisfare soltanto chi possiede capacità di ragionamento e analisi molto elementari.
Tipo quella della sua libertà condizionata.

Il semaforo si basa su un principio che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione. Se dobbiamo transitare per strada senza collidere, è necessario che ci sia un accordo condiviso su come gestire i ritmi, le gerarchie e gli spazi del movimento. Il semaforo funziona perchè si basa su un principio razionale che viene applicato in modo coerente e funzionale. Se per risolvere il problema delle collisioni e del traffico ci si fosse basati sul colore delle automobili o sull'età dei conducenti - cioè su fattori ininfluenti e non pertinenti con il problema da risolvere - di certo il sistema che ne sarebbe risultato sarebbe stato insoddisfacente e di certo sarebbe stato abbandonato in vista di qualcosa di più efficace.

Questo ci dice due cose. Innanzitutto che la regola non è buona perchè è una regola, ma è buona perchè è efficente, sensata e utile. Se non soddisfa questi requisiti, è una regola inadeguata se non dannosa, che è legittimo contestare e discutere, come chiunque contesterebbe un semaforo assurdo che garantisce il passaggio a chi è castano e blocca i biondi.

Il green pass è appunto una regola irrazionale, che vistosamente non risolve il problema che afferma di voler risolvere, e che anzi genera secondo i suoi stessi presupposti un coacervo di contraddizioni. Potrebbe essere considerato adeguato solo se il suo scopo fosse favorire la particolare categoria di cui garantisce il passaggio, ma allora il criterio sarebbe discriminare chi non appartiene a quella categoria nel tentativo di forzarne le scelte, cosa incompatibile con le sue pretese giustificazioni sanitarie, e più in generale con i fondamenti dello stato di diritto.

Fortunatamente i semafori sono ancora espressione di uguaglianza, di razionalità e di consenso al patto sociale, cose che ci permettono normalmente di poter condividere uno spazio comune senza ricorrere al conflitto, al ricatto e alla legge del più forte. Possiamo dire lo stesso della carta verde?

Anonimo ha detto...

“Le parole non sono state inventate perché gli uomini s'ingannino tra loro ma perché ciascuno passi all'altro la bontà dei propri pensieri.”

Sant’Agostino

Anonimo ha detto...

In Gran Bretagna è stato vietato il vaccino per la fascia12-15. Notizia che sconvolge l'attuale propaganda perché al livello comunicativo non si può insultare la Gran Bretagna chiamandola no-vax. Questo è infatti un appellativo che è solamente consentito da parte dei più forti contro i più deboli e quindi non utilizzabile da uno stato contro un altro (figuriamoci contro la Gran Bretagna). Quindi adesso tutti i propagantisti, con la stessa logica con cui si ipegnano a "spiegarci i dati di Israele" per dimostrare che non significano nulla rispetto al "dogma vaccino", si sono oggi impegnati a spiegarci perché la decisione della Gran Bretagna non significa nulla rispetto allo stesso dogma. Nessuno però ha chiesto scusa per non aver riservato lo stesso rispetto che adesso c'è per la Gran Bretagna a chi ha sempre detto che i vaccini ai bambini non si giustificano in base al rapporto rischi benefici. In sostanza, se lo dice un "soggetto debole" l'ordine di scuderia è di insultarlo, umiliarlo e dire a tutti quanto è stupido. Se lo dice la Gran Bretagna, i vigliacchi si calano le braghe e cercano di "spiegarne" le ragioni. Bravi bravi! Sempre più credibili e affidabili!

Anonimo ha detto...

UNA MAESTRA CON GLI ATTRIBUTI, RIMANDA AL MITTENTE L'OBBLIGO DI PUNZECCHIARSI.
COME HA FATTO:
Guai a chiamarla No vax.
Monica Chiavello, maestra di scuola elementare, al momento della vaccinazione, all’hub vaccinale del Teatro della Gioventù di Genova, non si è limitata a una sigla ma ha anche aggiunto una dichiarazione, forte e chiara, che è riuscita a mandare in tilt i medici presenti. «Mi sento costretta a sottopormi a questa vaccinazione (anti Covid, ndr) perché rischio il posto di lavoro», ha scritto sul modulo. «Accetto di essere vaccinata dal momento che, sotto coercizione e non per mia volontà, devo sottopormi come cavia in un vaccino in cui non credo a causa della sospensione dello stipendio. Non mi ritengo responsabile di eventuali danni o effetti avversi alla mia persona e in tal caso pretendo di essere risarcita dallo Stato», ha aggiunto. Ma i medici, spiazzati dalla sua dichiarazione, hanno deciso di non procedere al vaccino. La sua dichiarazione non è stata ritenuta idonea. Così lei, arrabbiata, ha contattato le forze dell’ordine e ha annunciato di voler procedere con una causa, incaricando Daniele Granara, il legale chiavarese che ieri mattina ha depositato alla Camera e al Senato la petizione con 27 mila firme di docenti, personale amministrativo e genitori per il no al Green pass a scuola. «Non sono una No vax, sono contraria a questo vaccino che è sperimentale», ha tuonato la maestra. La storia viene raccontata oggi dal Secolo XIX....

Anonimo ha detto...

Se rifiuti di firmare la delibera non ti vaccinano, punto, ti mandano via, se fai un po' di casino e chiami i carabinieri o il tuo avvocato, il risultato è identico, niente vax e non sperare che i magistrati ti diano ragione, se sei dipendente pubblico scatta l'obbligo, altrimenti sospensione o licenziamento, in Trentino già l'hanno fatto.

Anonimo ha detto...

Come l'aborto e l'indifferenziazione sessuale, Ivaccini sono uno strumento biopolitico malthusiano.

https://www.usmortality.com/excess#vermont

Anonimo ha detto...

Massimo Micaletti:
In Germania e - da ieri - nel Regno Unito, gli esperti sostengono che la vaccinazione tra i dodici e i quindici anni ha un'utilità marginale rispetto ai rischi per i ragazzi; lo stesso, e da tempo, affermano i medici e i ricercatori scandinavi. Ah, poi, in Danimarca già da aprile non si vaccina con Astrazeneca perché considerato troppo pericoloso, giovani, adulti o anziani che siano.

Ciononostante, nel Regno Unito Johnson ha dichiarato che i dodicenni saranno comunque vaccinati; Draghi manco si pone il problema. Frattanto, Astrazeneca è impiegato comunemente in molti Paesi europei e non.

Ditemi ancora che si tratta di una questione scientifica. Anzi, ditelo a voi stessi ché è ancora più difficile.

Si dessero all'ippica ! ha detto...

Supermercato Deco' sotto casa mia ha riservato un piccolo spazio con tavoli e sedie per chi vuol consumare il pasto all'interno del supermercato, naturalmente tutto acquistato lì al reparto di Gastronomia; ebbene, hanno subito affisso cartelli con scritto :"Chi vuol consumare il pasto seduto al tavolo deve esibire il green pass all'impiegato della reception"..!!!

Vi rendete conto?
Proni,proni,proni a qualunque diktat esercenti ed acquirenti!
Nonostante gli avvocati di riferimento tipo l'avv.Fusillo abbia predicato in lungo e in largo che i cosiddetti dati sensibili non vanno mostrati a un chiunque li chiedera',non c'e' verso, non ci sono resistenze..e allora, non si va da nessuna parte se stiamo sempre all'armiamoci e partite!

Censura di regime ha detto...

Nel gruppo in cui gli utenti segnalano i danni da vaccino per esperienza diretta, era già in corso una blanda procedura di censura da parte di Facebook.
Tuttavia il numero delle segnalazioni era talmente alto che i pochi post censurati erano ininfluenti. Nelle ultime ore quindi il social ha serrato i ranghi e ha fatto piovere decine di Ban per gli autori dei post con blocchi fino a 30 giorni, il tutto perché raccontare la propria esperienza negativa incentiverebbe alla violenza.