Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 20 aprile 2022

Sul significato di Occidente. Prendendo spunto dalla crisi ucraina

Non si può concepire la realtà esclusivamente da un punto di vista politico. Stiamo combattendo una guerra spirituale, non solo politica e culturale. Abbiamo l'opportunità di condividere la Nota dell’Osservatorio Card. Van Thuân ripresa di seguito. Riguarda l’Occidente che ci appare cieco di fronte ai mali che ormai lo hanno permeato nella sua stessa essenza. Una crisi resa ancor più drammatica in rapporto alle vicende che oggi si dipartono dall'Ucraina. Recuperandone il significato nella sua matrice europea greco-romana fecondata dal cristianesimo e nelle sue diverse proiezioni extraeuropee.

Sul significato di Occidente.
Prendendo spunto dalla crisi ucraina

Nota dell’Osservatorio Card. Van Thuân

Precisare la nozione di Occidente è di grande importanza, soprattutto oggi in riflesso della guerra in Ucraina. La corretta idea di Occidente può essere molto utile per la causa della pace. Con questa Nota l’Osservatorio non interviene in modo specifico sul conflitto in corso, propone invece un orizzonte che ci sembra più adeguato di quelli oggi prevalenti. Concepire il conflitto in corso come interno all’Occidente, quasi una “guerra civile nell’Occidente”, oppure concepirlo come lo scontro tra l’Occidente e altro a sé contrapposto, sono visioni molto diverse tra loro. Riteniamo che la prima – che qui intendiamo sostenere – sia la più corretta e, quindi, anche la più adatta a favorire il superamento della tensione, dato che indica una comune origine e matrice di provenienza.

Di certo l’Occidente non può essere inteso in senso geografico, non solo perché, data la sfericità della terra, nessuno è a occidente senza essere a sua volta ad oriente di un occidente, ma soprattutto perché ciò che viene considerato Occidente ha ampia libertà dalla geografia: ad esempio, Australia e Nuova Zelanda vengono considerate Occidente.

Si potrebbe allora dire che l’Occidente altro non sia che la Magna Europa, ovvero l’Europa e le sue proiezioni extraeuropee (le Americhe, l’Oceania, le Filippine, l’Africa cristiana). L‘Europa, intesa come Occidente non è allora un luogo geografico ma una civiltà. Geograficamente la Turchia (in parte), la Repubblica turca di Cipro del nord, il Kossovo islamico, la Bosnia e l’Albania mussulmane sono certamente Europa; lo sono anche nel senso di civiltà europea? Come c’è un’Europa, intesa come civiltà, fuori dell’Europa geografica, così ci sono dentro l’Europa geografica civiltà o aspetti di civiltà non conformi alla civiltà europea.

L’Occidente e l’Europa sono quindi una civiltà. Si tratta della civiltà nata dalla provvidenziale sintesi tra Divina Rivelazione, filosofia greca e diritto romano, vale a dire la civiltà cristiana. Cristianità, Europa ed Occidente sono concetti sovrapponibili. Il significato essenziale e non geografico di Occidente è la civiltà cristiana nata dall’incontro tra la classicità greco-romana e il Vangelo. Un incontro favorito, in modo straordinario dal monachesimo, che ha portato a sintesi il Vangelo, la latinitas e la germanitas, in un’unica peculiare realtà storica. La civiltà sorta da questa sintesi trascende i confini geografici, perché il suo centro non è geometrico, ma divino (Gesù Cristo). La stessa distinzione, in seno alla Cristianità, tra monachesimo d’Oriente e d’Occidente è effimera e non sostanziale: si tratta di uno stesso monachesimo, differente dai monachesimi non cristiani e incarnato nelle molteplici tradizioni popolari. Ciò fa dell’Occidente (inteso come Cristianità) una civiltà essenzialmente altra dal mondo islamico e dalle civiltà dell’India, della Cina, del Giappone, etc.

Così inteso, l’Occidente sarà certamente l’Europa e le sue proiezioni extraeuropee, ma anche si intenderà come non separabile da quelle Cristianità millenarie esterne all’ecumene greco-romana quali, ad esempio, l’etiope o l’armena. Un Occidente così inteso considererà unite indissolubilmente a sé le civiltà cristiane situate come minoranza in Paesi non-cristiani (ad es. i copti d’Egitto, i siriaci e i maroniti dell’Asia Minore, i caldei della Mesopotamia, i cristiani di san Tommaso in India, etc.), coltiverà stretti rapporti con loro, ne difenderà i diritti, ne sosterrà le cause.

Si potrebbe anche intendere l’Occidente non come civiltà cristiana, non come Europa e Magna Europa nella loro interezza ma solo nella parte occidentale, a ricalcare l’antica divisione tra l’Impero Romano d’Occidente e l’Impero Romano d’Oriente, tra mondo latino e mondo greco, tra Roma e Costantinopoli. Anche in questo caso però i conti non tornano, infatti la divisione Roma/Bisanzio presupporrebbe di considerare anche Grecia, Romania, Bulgaria … e la stessa Ucraina, come Oriente. Se scismatici sono i russi ortodossi, scismatici sono pure gli ucraini, in maggioranza ortodossi pure loro. All’universo bizantino-slavo appartengono la Russia ortodossa e anche, in larghissima maggioranza, l’Ucraina tanto ortodossa quanto uniate. Se la Russia è Oriente (e non Occidente) lo è pure l’Ucraina, con l’eccezione forse della sola ex Galizia orientale asburgica. Se la Grecia, la Romania, la Bulgaria e l’Ucraina sono Occidente, allora è evidente che il confine dell’Occidente non è l’antico confine col mondo bizantino e che il criterio non è lo scisma del 1054.

Intesi così l’Occidente e l’Europa, si deve dire che la Russia è geograficamente Europa sino agli Urali e fa parte della civiltà europea. La tradizione spirituale e liturgica, l’arte figurativa sacra e profana, la musica, il teatro, la letteratura della Russia sono alte pagine della civiltà europea. Giovanni Paolo II esprimeva questo concetto sostenendo che l’Europa andava considerata “dall’Atlantico agli Urali”. La Russia è Occidente in senso “essenziale”. Inoltre ha, nella sua millenaria storia, più volte svolto consapevolmente il ruolo di tutrice dei cristiani perseguitati o soggetti a un potere temporale non-cristiano: al tempo degli zar nei confronti degli armeni rispetto all’impero turco, verso i greci e i serbi promuovendone l’indipendenza nazionale dal sultano ottomano, di recente in Siria impedendo alle forze jihadiste del Califfato di instaurare un regime islamista, in Libano, in Egitto e in Artsakh a tutela dei cristiani armeni dalla violenza degli azeri islamici.

Inteso l’Occidente come civiltà cristiana non potrebbe non sorgere piuttosto un legittimo dubbio circa il protestantesimo di matrice luterana, data la sua rottura con la divina rivelazione (Sacra Scrittura e Sacra Tradizione affidate da Dio alla Santa Madre Chiesa), la sua radicale opzione anti-metafisica e anti-giuridica e, dunque, la sua inconciliabilità con l’eredità classica greco-romana. Il protestantesimo rifiuta alla radice la ragione speculativa, la conoscenza dell’essere, il realismo gnoseologico-metafisico, la concezione etico-finalistica della politica, il giusnaturalismo classico e cristiano dei giurisperiti romani, di Cicerone e di san Tommaso, l’antropologia classica. Se l’Occidente è la civiltà cristiana e il protestantesimo rende impossibile la civiltà cristiana, sarà necessario concludere che il protestantesimo non è Occidente e, anzi, è anti-Occidente.

Eppure chi oggi parla di Occidente fa riferimento a Paesi in massima parte protestanti almeno nella loro autocoscienza storica, anche se ormai atei nella realtà delle proprie élites, dei propri sistemi di potere e della propria cultura dominante.

Quanto abbiamo detto riguarda l’Occidente “essenziale”, ma stando alla comprensione corrente del termine Occidente si può concludere che esso sia oggi considerato il sistema delle liberal-democrazie poste sotto l’egemonia politica e culturale dell’Anglosfera. Questa definizione corrente di Occidente differisce radicalmente dall’Occidente “essenziale” compreso nella sua identità storico-culturale come civiltà cristiana (in toto o come civiltà cristiana latina). Vi sono allora due idee d’Occidente: l’Occidente come Cristianità e l’Occidente come liberal-democrazia, l’Occidente come civiltà classico-cristiana e l’Occidente come modernità/postmodernità ideologica. Questi due Occidenti non solo sono distinti e non sovrapponibili ma, dottrinalmente, sono inconciliabili.

L’Occidente inteso nel secondo senso potrà allora comprendere popoli e Paesi cattolici, protestanti, ortodossi, islamici, ebrei, buddhisti e scintoisti purché relativizzino il proprio essere tali subordinandolo al dogma della modernità ideologica laico-liberale. Sarà Occidente la Turchia kemalista laico-massonica, lo Stato d’Israele, la Corea del Sud e il Giappone, l’Ucraina di Zelensky.

La dottrina e la storia ci dicono che queste due modalità di essere Occidente non possono essere composte a formarne uno solo “per la contraddizion che nol consente” (Inf. XXVII, 120) essendo il protestantesimo incompatibile con l’idea stessa di civiltà cristiana, essendo liberalismo e democraticismo ideologie condannate dal Magistero come inconciliabili con la Verità, essendo stata la massoneria condannata dalla Chiesa. Senza contare poi gli sviluppi più attuali nel campo dei cosiddetti “nuovi diritti” che rivelano sempre più il volto anticristiano dell’Occidente inteso come sistema del potere liberal a pretesa globale.

Utilizzare equivocamente il termine Occidente, facendo credere di intenderlo come civiltà cristiana per significare invece l’Occidente come sistema delle liberal-democrazie, è una operazione intellettualmente scorretta, di un vero e proprio trasbordo ideologico, spesso operato a danno dei cattolici, dalla cristianità alla modernità e post-modernità assiologica realizzato tramite l’uso equivoco e incantatorio del termine “Occidente”.

Lungo la storia si sono avute molte prove della conflittualità tra le due concezioni di Occidente. Per esempio lo scontro epocale tra la Spagna cattolica di Filippo II e l’Inghilterra protestante di Elisabetta I; l’impegno costante dell’Inghilterra come potenza anti-cattolica e anti-papista, compreso il ruolo avuto nelle vicende che portarono alla fine dello Stato Pontificio e alla nascita dello Stato risorgimentale italiano; l’interventismo degli Stati Uniti nella guerra cristera in Messico; la politica degli stessi Stati Uniti in America Latina di contrasto dei rari e coraggiosi tentativi di instaurare regimi politici rispondenti all’idea di res publica christiana, l’impegno delle potenze “occidentali” a smembrare dopo la prima guerra mondiale l’Impero austriaco, ultimo Impero cristiano in Europa; la triste situazione dei cristiani dopo le recenti guerre in Kossovo, Libia, Iraq, Libia e Siria.

L’Occidente, inteso come civiltà cristiana, ha subito un lungo processo di secolarizzazione e di decomposizione al proprio interno, e questo è avvenuto sia nelle liberal-democrazie sia nella Russia. Un caso esemplare è rappresentato dal comunismo. Sulla base degli avvenimenti seguiti alla rivoluzione russa del 1917, si è abituati a contrapporre l’Occidente liberal-democratico e il comunismo sovietico della Russia. Però il comunismo è un prodotto dell’Occidente inteso come degenerazione della civiltà cristiana. Il Manifesto del partito comunista è stato scritto da un tedesco a Londra e Lenin è stato inviato dentro un vagone blindato dalla Svizzera alla Russia. Il marxismo rappresenta il compimento ideologico della modernità occidentale, facendo sintesi tra la gnosi tedesca (in radice luterana) di Hegel e il pensiero inglese ottocentesco (positivismo, evoluzionismo, economicismo). La guerra fredda tra liberal-democrazia e social-comunismo non è dunque stata uno scontro tra l’Occidente, inteso come civiltà cristiana, e un anti-Occidente marxista. È stata piuttosto una guerra civile tutta interna all’Occidente inteso come modernità ideologica. Il grande assente nella guerra fredda è stato proprio l’Occidente come civiltà cristiana ridotto a marginalità geopolitica e vivo ancora solo nel Magistero sociale di Pio XII … e poi, sotto certi aspetti, in quello di Giovanni Paolo II.

Il social-comunismo è tanto occidentale che oggi, ben più che nelle nostalgie sovietiche di una minoranza di russi e bielorussi, si ritrova potente e vincente nella social-democrazia nord-europea, nel social-capitalismo del controllo sociale dell’Unione Europea, in Canada, in Australia e in molti Paesi “occidentali”, nel socialismo che si è infiltrato anche nella politica USA (con una potente accelerazione sotto la presidenza Obama), nel trotskismo e nel gramscismo così di moda tra l’accademia e l’intellighenzia anglosassone, nel marxismo culturale dei vari movimenti occidentali a sfondo razziale o di genere, come anche della cosiddetta Cancel culture.

L’Occidente come civiltà cristiana langue sia ad Est che ad Ovest, sia nelle liberal democrazie del relativismo nichilista sia nella Russia dopo il pesante effetto secolarizzante dei decenni del comunismo. Le due realtà fanno parte dello stesso Occidente, sia per le loro comuni origini nella civiltà cristiana, sia per la loro comune partecipazione, fatte naturalmente le debite differenze storico-culturali, al degrado di quella stessa civiltà cristiana. In ambedue i “mondi” si notano però anche fenomeni nuovi di insofferenza per l’Occidente della libertà priva di criteri e di un globalismo imposto e soffocante, per la società artificiale imposta dal potere come naturale. In ambedue i campi questi fenomeni spesso sono ancora ambigui. In Russia, per esempio, le contraddizioni e le ambiguità riguardano il passato sovietico, il fascino sociale esercitato da molti elementi laico-liberali degli anni ’90, il riferimento al modello imperiale zarista e alla tradizione slava, con particolare attenzione alla dimensione religioso-spirituale rappresentata dall’Ortodossia. La Russia non esprime la cristianità latina, non è una potenza cattolica. Vuole essere, semmai, una potenza slava, imperiale bizantina (Terza Roma), ortodossa. Non può dunque rispondere alla necessità di una politica cattolica. Tuttavia i fenomeni di reazione consapevole al nuovo globalismo della vuota civiltà dell’Occidente nata dal rifiuto della civiltà cristiana, sono degni di attenzione sia quando avvengono ad Ovest sia quando avvengono ad Est dell’unico Occidente “essenziale”.

In questo momento di crisi tutta interna all’Occidente e non tra Occidente e altro a sé contrapposto, è importante recuperare il senso dell’Occidente “essenziale”, che non è l’Occidente che il pensiero dominante ci impone, rinnovare l’impegno per il vero Occidente ossia per la civiltà cristiana improntata al corretto rapporto tra ragione e fede, resistere e reagire alle contrapposizioni interessate, contribuire a sviluppare i germi di vera libertà dalle pretese globali dell’Occidente dall’anima vuota.

31 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo articolo è magnifico!
Grazie.

Anonimo ha detto...

ABOLIAMO LE ELEZIONI
La gestione dell'emergenza pandemica lo aveva chiaramente fatto capire: tutto il cosiddetto Occidente segue la linea dettata dalla Casa Bianca.
Per chi non è un novellino, e per chi ha studiato la politica in modo serio e ufficiale, questo è arcinoto; ma per l'opinione pubblica no.
Ora c'è la guerra in Europa e definitivamente cade il palco: gli Stati dell'UE non sono più "Europa", ma sono "Occidente", ovvero provincia americana. Il comando è del Presidente degli USA e i capi di Stato europei sono solo vassalli che devono obbedire, anche a discapito dell'interesse dei popoli da loro non governati, ma amministrati per conto degli USA.
A questo punto, votare diventa solo l'esercizio di designazione di funzionari locali, indicati ossessivamente da sondaggi continui, finalizzati a canalizzare il consenso della massa teleguidata nella direzione voluta da Washington.
Le sole elezioni che contano sono quelle americane e sulla loro regolarità comincia a sorgere qualche legittimo dubbio, se a vincere è un anziano sospettato di avere scheletri nell'armadio, da tempo in netto declino psicofisico e chiaramente eterodiretto. Siamo messi malissimo!

Anonimo ha detto...

Sulle elezioni francesi:

Jeune Nation

Rivarol : Second tour : l'affrontement de deux rejets

Anonimo ha detto...

"Attenzione, multiculturalismo altamente infiammabile". Città svedesi date alle fiamme per "vendicare il Corano" (nessuno appicca incendi quando distruggono una Bibbia). La giornalista svedese Paulina Neuding ci racconta quanto sta succedendo: “Uomini mascherati che lanciano pietre alla polizia, autobus della polizia dirottati da criminali, auto della polizia incendiate, tentativi di omicidio con bombe molotov contro un autobus che costringe i passeggeri a fuggire, scuole in fiamme, violenze contro soccorritori, poliziotti feriti e terrorizzati”. Fino al 2006, la Svezia era un paese pacifico. Oggi è il paese più pericoloso d'Europa (un terzo di tutte le donne uccise in Svezia sono vittime di “delitti d'onore"). Il modello dei progressisti di mezzo mondo ostaggio di un'immigrazione fuori controllo e sembra il Pakistan, dove per l’accusa di aver strappato un volantino che parlava di Islam un cristiano è stato appena linciato dalla folla e fatto a pezzi. Quando apriranno gli occhi sarà troppo tardi...

Anonimo ha detto...


Occidente e Oriente, l'ambiguità spirituale della Russia

Dicono le cronache più recenti che in una località del Donbass rioccupata dai filorussi è stata riedificata una statua di Lenin abbattuta nel 2015. Allora, la Russia è rimasta comunista? Non era Putin il rappresentante del Katechon, alla testa di una crociata (cristiana) contro l'Occidente corrotto e depravato, crociata sanzionata dal Patriarca di Mosca in persona?
La realtà sembra più complicata. La Russia non ha potuto rigettare il passato comunista. Putin (e da un lato ha fatto bene) ha posto fine alle indagini infinite sui crimini di Stalin, del resto ormai ben noti in molti dettagli, sciolto Memorial l'associazione che se ne occupava in pianta stabile. Stalin è stato rivalutato come un grande uomo politico che ha salvato la Russia dal nazismo e vinto la Grande Guerra Patriottica contro l'invasore, anche se si ammette che è stato un dittatore spietato. Rivalutato però, come sembra, anche il sanguinario conte polacco Zerzisnki, fondatore della polizia politica, teorico del Terrore rivol. Ma pare che i giovani ne sappiamo poco della ferocia del regime. La Russia si è nello stesso tempo riappropriata della sua religione nazionale, l'Ortodossia, con allegati i ben noti miti geo-politici, riassumibili nell'immagine della Russia Terza Roma incaricata di respingere (e magari conquistare) l'Occidente prima eretico (cattolico e protestante) poi capitalista, liberal-massonico e indubbiamente (oggi) depravato. Miti inquadrati dagli ideologhi in una non chiarissima (ma piuttosto aggressiva) prospettiva di missione "euro-asiatica" (vedi teorici come Dugin etc).
La Russia dal punto di vista dei valori sta in realtà a metà del guado. Formalmente, è uno Stato che rispetta e protegge la religione nazionale e le religioni ammesse, in vario grado (la cattolica è considerata "setta" e del resto non conta nulla, solo l'1% della popolazione). Ma è costituzionalmente uno Stato laico, democrazia presidenziale, nei fatti di tipo autoritario, secondo la tradizione nazionale. Poco male, quest'ultimo aspetto, se mantenuto nei giusti limiti.
Tutto questo non c'entra con le esigenze di sicurezza nazionale messe a repentaglio dal colpo di Stato in Ucraina nel 2014. Ma dal punto di vista dei valori bisognerebbe far chiarezza. Innanzitutto, rendersi conto della contraddizione della Russia attuale,che appare ancora contesa tra passato comunista e presente nazionalista (ortodosso e slavofilo).
H.


Anonimo ha detto...


https://visionetv.it/ignacio-ramonet-le-monde-al-consiglio-di-sicurezza-dellonu-rivelazioni-clamorose-sui-biolab/

Il sogno dell'America esportatrice di "democrazia" finisce qui (perlomeno per me) che fin da piccola sono cresciuta con questa illusione. E comunque ho creduto in un mondo migliore che non c'è forse mai stato.

Anonimo ha detto...

In collegamento dalla Situation Room della Casa Bianca, Joe Biden ha letteralmente interrogato i presidenti dei paesi "alleati" Nato.

Secondo quanto riportano i media, ovviamente con tono trionfalistico, il consenso all'ulteriore invio di armi in Ucraina è stato unanime. "Dobbiamo essere pronti a tutto per non far vincere Putin", questo pare sia il riassunto più attendibile della linea d'azione uscita fuori dalla riunione.

Più armi significa più guerra. Più guerra significa più morti. Se vi sembra un ragionamento semplicistico, vi rassicuro: non lo è.

Stiamo assistendo ad un conflitto ibrido tra Nato e Russia, in cui l'Ucraina viene spinta a suicidarsi per testare la forza militare e la determinatezza di Mosca. Il burattino Zelensky ha questo compito e lo porterà avanti fino a nuovo ordine.

Allo stesso modo, i russi non hanno la minima intenzione di rallentare. Anzi, sono passati alla cosiddetta "fase 2 dell'operazione speciale". I cieli ucraini, già totalmente in mano russa (al netto dei droni Nato) sono ora attraversati da bombardieri strategici Tupolev Tu-95MS e Tu-160. Il Donbass, e non solo, diverrà per le forze ucraine un inferno.

In Europa, una quantità industriale di giornalisti e intellettuali (in alcuni casi, non è difficile immaginarlo, profumatamente pagati) alimentano la propaganda bellica ogni giorno. La Russia è il nuovo nemico della parte democratica del mondo (segue risata) e la popolazione deve essere pronta ad ogni sacrificio per la vittoria.

Ci aspetta un'estate calda. E non parlo dei condizionatori.
Cit. Matteo Brandi

LE RIVELAZIONI ha detto...

Speriamo che le "rivelazioni clamorose" sui biolaboratori non siano invenzioni fantasiose, come ad esempio il kraken di Sydney Powell.
Io non credo finché non vedo.

Anonimo ha detto...

Purtroppo la vittoria della "parte democratica" è scontata.

Anonimo ha detto...

Marcello Veneziani
La politica marcia compatta sotto il comando NATO

Il regime dell’informazione ha adottato il parental control per filtrare e bloccare l’accesso dei cittadini all’altra faccia e all’altra versione, della guerra in Ucraina, come è già stato con la pandemia e con altre vicende, come il voto in Francia.

MARCIA COMPATTA ha detto...

Come giustamente scrive M. Veneziani "LA POLITICA MARCIA COMPATTA SOTTO IL COMANDO NATO".
Che significa, in poche parole: ormai, non c'è più niente da fare!

Anonimo ha detto...

@20 aprile 2022 10:41
Al confronto tutti i dittatori pregressi sono stati dei pivellini, qui siamo all'impero del male:"Se mi adorerai ti daro ' tutto questo".."i regni del mondo". Non per niente abbiamo sentito parlare di satanisti,della chiesa di Satana e via discorrendo..

« Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». » ( Matteo 4,8-9, su laparola.net.)

Anonimo ha detto...

Questa nuova guerra è in realtà un conflitto tra Russia e Stati Uniti, uno scontro che Mosca combatte direttamente mentre Washington ingaggia per procura, riempiendo di armi gli ucraini e lasciando che siano loro a morire. A questo punto, almeno per quanto ci riguarda, la scelta è semplice. Non si può stare con la Russia, non questa volta: l’invasione di uno stato sovrano è sempre da condannare e le bombe stanno colpendo anche civili incolpevoli come in ogni guerra. Ma il discorso non si può interrompere qui. Sarebbe troppo semplice, utile solo a dividere falsamente il mondo in buoni e cattivi come amano fare i governi e i media a loro asserviti. Perché dall’altra parte appunto c’è la NATO, ovvero gli Usa e gli altri 29 stati loro vassalli, Italia inclusa. Le guerre hanno sempre delle cause e la politica imperiale degli Usa, che da sempre cercano di mettere Mosca all’angolo e di circondarla, è la ragione primaria di quella in corso in Ucraina. Biden accusa i russi di genocidio, ma i presidenti americani criminali di guerra lo sono per professione, da Hiroshima ad Abu Ghraib, dal 1945 ad oggi. Nemmeno con gli Stati Uniti si può stare, visto che con i propri disegni di dominio costituisce una minaccia costante alla pace globale e alla sovranità delle nazioni che scelgono di non volersi allineare al suo volere.

Quello che non perdonano ha detto...

È vero che i monumenti a Lenin convivono con i monumenti alla Famiglia Imperiale Russa.
E sono proprio i monumenti in onore della Zar Martire che coloro che hanno "per padre il diavolo" non perdonano a V. Putin.
V. Putin partecipò di persona anche alla inaugurazione di un monumento al Gran Duca Sergio, assassinato a Mosca. Il precedente monumento fu distrutto dai bolscevichi ed è stato riedificato anche più bello. Sul sito en.kremlin si trova la cronaca della inaugurazione con fotografie.

Unveiling of monument to Grand Duke Sergei Alexandrovich
Vladimir Putin took part in a ceremony unveiling a monument to Grand Duke Sergei Alexandrovich on the site of his assassination in the park by the Kremlin's Nikolskaya Tower
May 4, 2017

Sarebbe come se la Chiesa Cattolica avesse il coraggio di canonizzare Luigi XVI, Maria Antonietta, Luigi XVII e Madame Élisabeth (per i quali furono aperti processi di canonizzazione, a tempo suo) e in Francia e altrove si avesse il coraggio di innalzare monumenti ai Sovrani-Martiri, in tempi di "cancel culture"!
Canonizzare i Sovrani-Martiri francesi significherebbe rinnegare la Rivoluzione francese, col suo falso trinomio e tutta la "civiltà" moderna, la democrazia (della quale abbiamo avuto un saggio in questi due anni) e insomma tutto un mondo che ha rigettato Cristo Re e la Sua Legge. Impossibile!
Purtuttavia, fintanto che non si troverà questo coraggio, si continuerà a tourner autour du pot, si continuerà la corsa verso il male e la morte (La démocratie c'est le mal, la démocratie c'est la mort. Charles Maurras) e nessuna combinazione politica riuscirà a cambiare le cose.
Ritornando a Putin e ai monumenti, mi creda: se la Russia cadrà in mano ai mondialisti (come sembra, ma che Dio non voglia!) i monumenti a Lenin resteranno in piedi, quelli ai Romanov verranno abbattuti.

Anonimo ha detto...

"C'è una guerra contro l'Occidente e non si combatte con gli eserciti, ma nella cultura". Il nuovo libro del saggista inglese Douglas Murray. La scrittrice americana Susan Sontag ha definito la civiltà bianca occidentale “il cancro della storia”. Murray ha scritto un libro per difendere quella civiltà. "La tradizione giudaico-cristiana che ci ha reso grandi è denigrata. Ogni scolaretto ora sa della schiavitù, ma nessuno studia più la cultura che ha prodotto Michelangelo, Leonardo, Bernini e Bach. Nessuno critica la Cina per i campi di concentramento o il razzismo in Medio Oriente. Così, solo a noi si chiede di lasciarci sommergere dall'immigrazione. Perché il problema è l'Occidente. E la dissoluzione dell'Occidente per loro è la soluzione..."

Anonimo ha detto...

Ogni società nazionale è divisa naturalmente in classi virtuose e non. Mediamente bisognerebbe mirare ad avere un terzo più o meno santo (meglio più che meno); un terzo più o meno virtuoso; un terzo che ha bisogno di essere variamente aiutato a vita; un decimo che deve essere portato sulle spalle a vita. Come ho già scritto altrove.

Quindi nessuno qui pensa ad un omogeneizzato sociale di tutti buonisti, NO. MAI! Però bisogna che santi, virtuosi, bisognosi e quelli portati sulle spalle abbiano tutti la possibilità di dare il loro buon contributo dignitoso al tutto.

Ed è estremamente necessario che ognuno possa esercitare il suo mestiere, il suo lavoro, il pescatore come il professore dedito anima e corpo ai suoi pazienti, ai suoi discenti, ai suoi patrocinati e che l'educazione cattolica ritorni in mano ai veri credenti in Gesù Cristo davanti al Quale restiamo tutti ragazzini discoli e ritardati a vita.

Anonimo ha detto...

"...Perché il problema è l'Occidente..."

Perchè? Perché si è prestato a farsi crescere ignorante con la scusa delle famose opportunità per tutti, cioè è cresciuto, è stato formato in modo tale che ignorasse il lascito, la cultura dei propri Padri, per dare spazio alla attualità, quindi non più Storia, ma solo attualità e quel pochissimo di storia studiata la si è studiata sempre con la lente del Momento. Così l'Occidente si è trovato, come per incanto, ignorante, cioè senza vero sapere. Se uno è senza un sapere di sostanza, assimilato, fatto proprio, resta scipito allora lo si può condire anche con rifiuti, con veleni. L'Occidente quindi non sapendo e dipendendo da chi gli porgeva l'attualità, ha capito di non aver niente di più attuale da dire, tanto meno aveva qualche modello antico al quale avrebbe potuto conformarsi. L'Occidente dal dopoguerra è cresciuto senza sostanza e senza spina dorsale, una ameba. E' diventato una colonia di amebe. La crisi non sta nel passato dell'Europa, sta nell'ignoranza di quel passato che l'attualità ha ridotto ad alcune poche caricature sempre ripetute ed ogni volta caricate in maniera più negativa. Ed una sola parola ha fatto da spartiacque tra bene e male del continuo presente attuale: fascista. Questo è stato così quasi in ogni paese europeo, non solo in Italia. Si è data troppa apparenza per non dare niente di sostanza formativa, così si sono ricoperte le menti ed i cuori con l'analfabetismo di ritorno intellettuale, di sentimento, di volontà. Il consumismo della attualità ci ha ricondotti nelle caverne illudendoci che stavamo progredendo verso un radioso domani ora a portata di mano. Ma siamo stati solo illusi, ci siamo lasciati prendere per il naso senza neanche accorgercene. Ora stiamo svegliandoci e cominciamo a capire di essere stati raggirati in tutti i modi possibili perfino dalla religione, dall'arte e dallo stesso stato incapace di governare e proteggere il popolo dal sempre incombente straniero. L'essere ed il rimanere svegli svela ad ognuno di noi la responsabilità che lo stato di veglia richiede: tenere gli occhi ben aperti per saper distinguere il bene dal male, il vero dal falso, il bello dal brutto. Questo non è un compito, ORA è un dovere, il solo in grado di formare un comune pensare, sentire, volere Italiano, cioè di popolo.

Anonimo ha detto...

... ora siamo arrivati a 144 giorni di digiuno ... ma quel che più conta è il digiuno civile, cioè il digiuno dalla follia e dall'accecamento che ci circonda ... al punto che l'aspetto tirannico e autoritario della gestione della società è diventato un fatto secondario: al primo posto è emersa una nuova realtà ... qui c'è la cecità di milioni e milioni di persone, anzi della massa codina e instupidita dai Media ... rdv

Cristoforo ieromonaco ha detto...

Articolo pregevole. Solo un appunto: se nei Balcani il Kosovo e la Bosnia sono indubbiamente (e purtroppo) a maggioranza musulmana, l'Albania è meno musulmana di quanto la si rappresenti. L'Islam ha certo una posizione notevole (acquisita soprattutto grazie a una recente massiccia campagna di propaganda turca, compresa la formazione di scuole islamiche che attirano studenti rispetto alle scuole pubbliche devastate dopo la guerra civile), e annovera circa il 40% degli albanesi, ma il Cristianesimo - pressoché annientato durante il regime di Hoxha - conta oggi tra il 20 e il 30% della popolazione, quasi equamente ripartita tra cattolici (al nord) e ortodossi (al sud). Certo, si risente ancora molto delle persecuzioni comuniste, perciò non è un "paese cristiano" come le vicine Grecia, Serbia, Romania... ma non è nemmeno un paese musulmano come i già citati Kosovo e Bosnia. Ed è comunque un paese le cui radici storiche e culturali sono profondamente greche (sembra che, complici le montagne, la popolazione albanese sia rimasta etnicamente pressoché intatta nei secoli, e discenda direttamente dagli Epiroti delle fonti greche classiche) e cristiane: i principali eroi nazionali, giusto per citarne alcuni, sono Skanderbeg, eroe della resistenza europea cristiana contro l'invasore ottomano, e Fan Noli, che oltre a essere patriota e letterato fu Arcivescovo Ortodosso di Tirana.

Anonimo ha detto...

Ma chi fu per primo ad affibbiare al termine ''occidente'' un significato, per dir così, metafisico? A chi è venuta questa brillante (e divisiva) idea? Chi è il colpevole?

Pare sia un (mis)fatto abbastanza recente (non avevo dubbi).


OCCIDENTE
Definizione: La plaga, dove il sole tramonta. Lat. occidens, occasus. Gr. δύσις.

(dall'antico vocabolario della Crusca: l'unica definizione riferita)

#@per Cristorforo Jeromonaco ha detto...

, e annovera circa il 40% degli albanesi, ma il Cristianesimo - pressoché annientato durante il regime di Hoxha - conta oggi tra il 20 e il 30% della popolazione, quasi equamente ripartita tra cattolici (al nord) e ortodossi (al sud).
Ho avuto vicina di casa una famiglia albanese. Padre musulmano . Madre Cattolica. Mia figlia ha fatto da babysitter al piccolo. Piccolo che, per non scntentare nessuno delle due famiglie è stato BATTEZZATO ORTODOSSO .
Aggiungo che, nel nord c'è ancora oggi una discreto presenza protestante.
E a Scutari e Tirana c'erano comunità ebraiche.

Anonimo ha detto...


Oggi, 21 aprile 2022, Natale di Roma

Secondo la tradizione è stata fondata nel 753 a. C., in questo giorno.
La civiltà romana, unita alla cultura greca classica, è alla base di quello che chiamiamo Occidente, oggi in crisi acuta di valori, per i
noti motivi.
La Roma cristiana è stata l'erede della Roma antica, dell'aspetto migliore di quest'ultima, sintetizzato nella personalità di papa San Gregorio Magno, della antica famiglia aristocratica degli Anici, "Consul Dei". Nel suo aspetto a sua volta migliore, la Roma cristiana ha fatto di Roma una città dello spirito, possiamo dire, in quanto capitale di un impero spirituale, la Cattolicità, estesasi in tutto il mondo; un impero spirituale che solo in parte è di questo mondo, essendo ricompreso nel Corpo Mistico di Cristo quale "Chiesa militante", i cui "milites" verranno giudicati davanti a tutti per l'eternità dal Comandante Supremo, Nostro Signore, alla fine del mondo.
Un impero spirituale e "militare".

Non credendo più nella Chiesa come "Corpo Mistico di Cristo", l'attuale Gerarchia ha anche smesso di credere nella romanità come fatto dello spirito e in Roma quale Città Santa e sede suprema della Cattolicità, da onorare e difendere in tutti i modi. Significativo l'abbandono del latino quale lingua liturgica, un tradimento della "romanità" della Chiesa.
Il peggior nemico della Roma cristiana e della romanità (includente anche la Roma classica) sembra essere proprio il papa attuale, prodotto tipico di una pseudo-teologia come quella "della liberazione o popular", alfiere di una pseudo-Chiesa paganeggiante o "dal volto amazzonico", un orrendo impasto di ignoranza della vera teologia e di subcultura andina.
In questo giorno anniversario, i cattolici rimasti fedeli al Dogma della Fede, al Deposito, proclamano, nonostante tutto, la loro fede nella rinascita della Roma cristiana, senza la quale la Cattolicità non può sopravvivere.
PP

Una delle conseguenze della crisi dell'occidente ha detto...

Succede tutto per le strade di Torino, città multietnica tra le più “ospitali”, nel giorno di Pasquetta. Hanno una croce al collo e uno dei due sta fumando una sigaretta. Un gruppo di nordafricani si avvicina minaccioso: «Non rispettate il Ramadan», e scatta il pestaggio in strada. Li hanno intercettati. Poi si sono avvicinati furiosamente, e dagli insulti all’aggressione sono passati solo pochi istanti. Ramadan violato, l’accusa del gruppo in spedizione punitiva. Un manipolo di sconosciuti che, individuati i due “trasgressori”, hanno preso a sferrare pugni, calci e ogni genere di invettiva fisica implicita in un attacco a freddo contro i due poveri malcapitati: due egiziani copti di 62 e 71 anni.

Anonimo ha detto...


A proposito di Albanesi

Antico modo di dire dei pastori abruzzesi:
"se lu sentiere se divide e c'hai da una parte lu lupe e dall'altre l'albenese, a chi shpari pe' prime?"
Indovina...
G.

Anonimo ha detto...

Ne abbiamo parlato qualche tempo fa: ignoranza, bruttezza, volgarita' hanno sostituto la cultura, la bellezza, il garbo di questo privilegiato Paese.
https://www.maurizioblondet.it/se-litalia-investe-nell-ignoranza/

Filiali dei centri sociali. ha detto...

Iustitia in Veritate. Studenti Russi Cacciati. Università, un Feticcio Superfluo.
https://www.marcotosatti.com/2022/04/21/iustitia-in-veritate-studenti-russi-cacciati-universita-un-feticcio-superfluo/

La disgregazione della nostra civiltà procede al galoppo. La distruzione del diritto è cosa fatta e la salute collettiva è ormai garantita. Salus populi suprema lex è stata assicurata da un cumulo di disposizioni normative puntigliose, la cui giustificazione, ormai sembra chiaro, è l’educazione del popolo bue alla volontà del potente di turno.

Il loglio e' cresciuto pian piano fino a soffocare il buon grano. ha detto...

https://www.byoblu.com/2022/04/17/abolire-gli-ordini-professionali-sono-il-braccio-armato-del-regime-presidio-a-milano-contro-gli-obblighi-vaccinali/

Ecco a che serve l'universita': ha detto...

https://www.facebook.com/photo?fbid=10226750888268738&set=gm.4690407847730170

Anonimo ha detto...

"...e la salute collettiva è ormai garantita..."

...e la salute collettiva è stata ormai vigliaccamente minata...

Anonimo ha detto...

Siamo tanto scemi che abbiamo pagato gli agricoltori per non produrre grano per importarlo, siamo tanto scemi che buttiamo le nostre arance per comprarle in spagna, siamo tanto scemi che buttiamo il nostro olio per comprarlo in tunisia, siamo tanto scemi che abbiamo chiuso le centrali nucleari per importare energia dalla francia, prodotta con centrali nucleari a 30 km dai nostri confini, siamo tanto scemi che affamiamo le nostre aziende e lavoratori per importare le schifezze dalla cina. Siamo tanto scemi che non abbiamo una banca centrale che stampa moneta. Potrei continuare ma mi fermo. Pare che adesso vogliano incentivare la produzione di grano in casa nostra. Abbiamo distrutto l'agricoltura e con essa il territorio, con conseguenti frane allagamenti e boschi che si sono presi i terreni coltivabili, abbiamo distrutto l'economia comprando da stati ove non esistono diritti umani e i bambini lavorano per un tozzo di pane. Abbiamo fatto affari con stati canaglia e banche "strane" anche all'interno della comunità europea. Siamo scemi e basta ma non i potenti noi poveri disgraziati. Io continuo a potare i miei ulivi e forse quando sarà ora seminerò il grano. Intanto mi faccio l'orto da anni. Siamo tanto scemi che mi rimane difficile capire come facciamo ad esserlo. Eppure lo siamo PUNTO

Anonimo ha detto...

@22 aprile 2022 19:44
Pertanto la scemitudine non e' iniziata col conte e c.