Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 27 settembre 2022

L'Occidente è diventato un manicomio

Qui l'indice dei precedenti su realtà distopica e transumanesimo.
L'Occidente è diventato un manicomio

Una bambina di otto anni che vuole cambiare sesso, tagliagole presentati come vittime del sistema e di sé stessi, una ragazza che non va più a scuola e profetizza la catastrofe climatica mentre il clero del suo paese dice che è la reincarnazione di Cristo, donne che vendono uteri, bambini su commissione, la chiesa cattolica che corre dietro alle mode del politicamente corretto, il quotidiano Libération che si dice progressista celebrando la coprofagia, i vegani che militano contro i cani guida, un antropologo che scopre che ci sono troppi dinosauri maschi e non abbastanza femmine nei musei… Sono alcuni dei frammenti della nuova opera di Michel Onfray, “La nef des fous: Des nouvelles du Bas-Empire”. Il titolo si riferisce al secondo periodo dell’Impero romano, ma anche al dipinto di Hieronymus Bosch, che mostra una serie di personaggi stretti su una piccola barca e in preda ai propri vizi.

È l’intellettuale francese meno facilmente classificabile. I cattolici lo criticano per quel suo “Trattato di ateologia” che gli diede enorme successo. Gli atei lo guardano con sospetto perché lamenta la fine dell’Europa giudaico-cristiana e attacca il “laicismo militante”. I liberali lo incasellano fra i populisti, specie da quando ha fondato una nuova rivista, il Front Populaire. I liberal non lo hanno mai sopportato molto, troppo “reazionario”. La destra lo accusa di essere un anarchico di sinistra. La sinistra lo taccia di cripto lepenismo, perché difende i ceti popolari. I custodi del 1789 non gli perdonano le troppe pagine dedicate alle decapitazioni di massa di Robespierre e al genocidio in Vandea. E nel paese di Jacques Lacan e Françoise Dolto, Onfray ha scritto anche un libro contro Freud. Non si può dire che non se le cerchi. Sessantadue anni, fondatore dell’Università popolare di Caen, Onfray vive ancora a Chambois, un magnifico paesino dimenticato da qualche parte della Normandia, nei pressi di Argentan (dove dal 16 al 24 agosto 1944 americani e inglesi circondarono l’esercito tedesco), storico feudo della sinistra che oggi vota massicciamente Marine Le Pen.

Sullo sfondo di una civiltà sull’orlo del collasso, nel libro di Onfray c’è una sinistra che ha rinunciato alle sue lotte per suicidarsi in un naufragio ideologico. L’idealismo marxista ha dominato la vita intellettuale francese per mezzo secolo, fino al ’68. “Il mese di maggio ha sepolto la vecchia sinistra sartriana a beneficio di una sinistra strutturalista incarnata da Foucault. Sartre, il vecchio papa del marxismo, è crollato come un castello di carte. Per Marx non c’erano neri, gialli, bianchi, ebrei, cristiani, musulmani, uomini o donne, eterosessuali o omosessuali, ma sfruttatori borghesi e proletari sfruttati”. Foucault incarna lo strutturalismo che, scrive Onfray, “fornisce la sua ideologia al nichilismo contemporaneo. Lo strutturalismo annuncia che esisterebbero strutture invisibili, indicibili, ineffabili. La sinistra francese non poteva più guardare a Mosca per pensare, tranne che per meditare su rovine e macerie. Quindi ha rivolto lo sguardo a occidente, affascinata dai campus americani”. Il proletariato non sarebbe più stato l’attore della storia, “gli viene ordinato di cedere il passo alle minoranze”. Il filosofo si è divertito a compilare sotto forma di effemeridi del 2020 “alcune cose piuttosto sorprendenti di questa èra del collasso”. Ricorda l’articolo su Libération del filosofo transessuale Paul B. Preciado, ex compagna della scrittrice e attivista di sinistra Virginie Despentes: “Affermiamoci come cittadini totali e non più come uteri riproduttivi. Attraverso l’astinenza e l'omosessualità, ma anche attraverso la masturbazione, la sodomia, il feticismo, la coprofagia, la bestialità… e l’aborto. Non lasciamo che una sola goccia di sperma nazionale cattolico entri nelle nostre vagine”. “E’ quella la sinistra? La mia sinistra non è coprofila e zoofila”, scrive Onfray.

Secondo il filosofo, il “crollo dei valori è totale” e denuncia Elon Musk come “il grande uomo della barbarie”. “Se la sinistra che ha difeso le persone, i poveri e gli indigenti ci invita a mangiare le feci e sodomizzare il nostro pesce rosso, c’è davvero qualcosa che non va”. Onfray attacca la cultura woke americana. “Non c’è molto dibattito, ma molti insulti. Siamo razzisti, siamo omofobi, siamo misogini, siamo fallocrati. E’ l’anatema. O sei con noi o sei contro di noi. E se sei contro di noi, sei il nemico. Questa è una guerra spietata e non un dibattito. Potremmo discutere, argomento contro argomento. Questo non è il caso. Alla fine sarai un fascista, un nazista, un pétainista, sei di estrema destra e la questione è risolta”. Sul Parisien, la politologa e attivista femminista Françoise Vergès ha descritto Napoleone I come “razzista, sessista, dispotico, militarista e colonizzatore”.

“Etimologicamente parlando, è il tempo della decomposizione della nostra civiltà”, spiega Michel Onfray al Foglio. “Tutto ciò che costituiva la civiltà giudeo-cristiana è oggi decomposto, sconfitto, distrutto. E’ la vecchia fantasia rivoluzionaria che si sta realizzando: ‘Facciamo tabula rasa del passato!’. Siamo in un periodo di transizione tra la fine di questa civiltà esaurita dopo duemila anni di esistenza e l’avvento della prossima, che sarà probabilmente quella del transumanesimo. Stiamo davvero vivendo momenti di barbarie come ce ne sono stati spesso nella storia con i suoi autodafé, i suoi roghi reali o virtuali di biblioteche, le sue inquisizioni, i suoi tribunali rivoluzionari, le sue condanne, le sue purificazioni…”.

Nei momenti di declino, dall’antica Grecia a oggi, emergono fantasie transessuali. “Per affermarsi ideologicamente, il transumanesimo ha bisogno di distruggere la differenza sessuale e l’antica definizione umanista dell’uomo a favore di un terzo sesso non più naturale ma artificiale, quindi deciso, scelto, voluto, costruito, prodotto, un corpo come oggetto che può essere venduto, affittato, riparato, modificato, migliorato… La teoria del gender lavora consciamente o inconsciamente su questo progetto, cancellando tutto ciò che è naturale a favore del culturale. Un bambino non è più un essere vivente, una persona, ma è un progetto: se non abbiamo più il progetto di questo bambino, una legge francese votata in Parlamento ha appena autorizzato la possibilità di metterlo a morte negli ospedali, per mano stessa dei medici, con il pretesto di ragioni psicosociali”. Onfray si riferisce all’aumento del periodo di aborto da dodici a quattordici settimane. “Stiamo andando verso la generalizzazione di questo concetto: l’uomo non sarà più un essere autonomo, un soggetto dotato di una coscienza e fornito di libero arbitrio, ma una cosa con un destino proprio – prendiamo, teniamo, buttiamo via, sostituiamo, gettiamo nella pattumiera?”.

Pochi intellettuali ormai, e quasi tutti della vecchia guardia, mettono in discussione questo nuovo consenso. “C’è una doppia tradizione in filosofia. C’è quella di Platone, che consiglia re e principi e diventa familiare con i potenti, e c’è quella di Diogene, un uomo libero che non trovava interesse nel frequentare i potenti. Ci sono molti filosofi nella prima categoria perché c’è molto da guadagnare mangiando alla tavola dei grandi. C’è molto da guadagnare nel futile, ma molto da perdere in ciò che costituisce l’onore e la dignità di un uomo. Anche la sua libertà. Le ho detto che ho una grande stima di Diogene?”.

Al giornale spagnolo El Mundo lei ha appena detto che la sinistra che compra e vende i bambini con la maternità surrogata non è la sua. “La mia sinistra non è la sinistra dei marxisti, che è la sinistra del filo spinato, né la sinistra dei liberali, che è la sinistra del denaro e dell’impoverimento. La mia sinistra è quella di Orwell, che si definiva un ‘anarchico conservatore’, e mi sta bene. La sinistra maastrichtiana, come ho appena detto, lavora per abolire la civiltà giudeo-cristiana e per realizzare il consumismo transumanista. Per farlo, ha gettato il popolo alle ortiche, con il pretesto che si è rifugiato nelle braccia dei populisti, e lo ha sostituito con un popolo composto da minoranze religiose, sessuali, culturali, corporali e razziali. Tocqueville non amava la democrazia perché vedeva in essa il pericolo della tirannia della maggioranza. Si sbagliava: la democrazia si spezza sottomettendosi alla tirannia delle minoranze, a cui dà pieno potere sulla maggioranza”.

La chiesa, scrive nel libro, si sta adagiando sulle ali di ogni venticello politicamente corretto. “Sì. Papa Francesco, a differenza del suo predecessore, Benedetto XVI, che gli ha resistito, è l’uomo della decadenza. Non sono cristiano, ma se lo fossi, vedrei in lui l’Anticristo annunciato nell’Apocalisse! Dal Concilio Vaticano II, la chiesa non vede l’ora di dare pegni alla modernità. Ha liquidato l’ontologia, la metafisica, la teologia, il sacro, la trascendenza, in favore di una fredda morale! Credendo di tenersi così i suoi seguaci, li ha persi”.

Lei ha scritto che noi abbiamo il monopattino, i musulmani invece hanno Allah. “Il potere dell’islam dipende meno da una questione di forza di questa religione e più dalla debolezza del cristianesimo, che, come ho appena detto, si sta lentamente ma inesorabilmente suicidando”, ci dice ancora Onfray. “Una civiltà non cade perché è attaccata dall’esterno, ma perché è minata dall’interno. Le ricordo, visto che è così gentile da citare ‘Decadenza’ (in Italia è uscito per Ponte alle Grazie), che in questo libro dico che la Sagrada Familia di Barcellona è stata decisa dal suo architetto nel XIX secolo, che il XX secolo non è stato sufficiente per costruirla, che è stata tuttavia santificata da un Papa nel XXI secolo e che questo Papa si è dimesso… A questo bisogna aggiungere che è stato sventato un attacco islamista che avrebbe distrutto quella che è già una rovina”.

Veniamo all’isteria generata dal fenomeno Greta Thunberg. “Il politicamente corretto avanza sul principio del cavallo di Troia: non dice mai che distruggerà, spezzerà, sopprimerà, devasterà una civiltà, ma che agisce per il bene degli uomini e dell’umanità. Il riscaldamento globale, un fatto provato le cui cause restano da determinare proprio evitando l’ideologia e preoccupandosi piuttosto di astrofisica, geologia e geomorfologia, climatologia, questo riscaldamento globale è quindi un eccellente argomento sofisticato e retorico per chi vuole abolire confini, popoli e nazioni a vantaggio di una politica post-nazionale e cosmopolita. La Terra è un Tutto la cui gestione ecologica richiede un governo planetario, è un’entità globale che richiede la fine del locale: abracadabra… Greta è la santa laica di questa nuova religione, la Giovanna d’Arco che deve cacciare l’ipotetico nemico del pianeta fuori dal cerchio della ragione”.

Onfray conclude, come ci si aspetta da lui, su una nota di pessimismo. Dice che il tempo sta per scadere. “La cultura occidentale sta cadendo a pezzi a grande velocità. Tanto più che l’odio per la cultura non è opera dei soliti nemici della cultura, barbari, soldati, guerrieri, bruti, ma viene ormai dagli stessi uomini di cultura, accademici, scrittori, sociologi, pensatori, giornalisti, artisti mondani che accendono ogni giorno cento falò intellettuali. Di questo passo, presto non ci saranno altro che le rovine della nostra civiltà”.
Michel Onfray - Fonte: Il Foglio

11 commenti:

Anonimo ha detto...

E' bene e salutare che queste analisi puntuali escano da un essere umano non cattolico. Quanti leggeranno? Pochi, pochissimi rispetto a quanti dovrebbero leggere, ma non importa, questa è l'era del lievito e del sale.

Anonimo ha detto...

I diritti civili sono tutelati dalla Costituzione.

Altro sono i desideri individuali - spesso mortiferi e contrati alla Legge Morale Naturale ed al Diritto Naturale - che si vogliono far riconoscere come diritti.

E' tempo di impegnarsi seriamente per i diritti sociali, aiutando i poveri, le famiglie, i lavoratori, sempre meno tutelati e lasciati soli di fronte alle difficoltà economiche.

I partiti che hanno puntato sugli pseudo-diritti-civili dimenticando la buona battaglia a favore dei diritti sociali non sono stati premiati dai cittadini.

Penso sia importante recuperare anche il complemento dei diritti: i doveri.

In particolare il dovere di:
- solidarietà verso ogni bisognoso;
- tutela dei deboli;
- onestà in ogni ambito in cui si svolge la vita umana (lavorativo e familiare);
- rispetto delle leggi (tranne quando siano chiaramente in contrasto con la Legge Morale Naturale);
- lavorare per il bene comune contribuendo a far crescere il benessere materiale e spirituale.

Anonimo ha detto...


La nostra attuale decadenza è ben peggiore di quella del Basso Impero, cosiddetto. Non si può proprio fare il paragone. Basta con le false immagini dell'impero romano.
Nel periodo del c.d. Basso Impero fioriva comunque il pensiero cristiano, abbiamo un gigante del pensiero come sant'Agostino, era ancora culturalmente operante l'eredità del pensiero classico. Lo stesso Agostino trovò nel neoplatonismo un importante elemento della sua formazione. E nel tramonto della romanità, nell'Italia dei re goti, abbiamo un Boezio, il cui concetto della persona è ancora quello usato da noi, i cui opuscoli teologico-filosofici sono ancora attuali, per tacere della sua "Consolazione della filosofia".
Insomma, quella romana fu una decadenza "normale", per inarrestabile senescenza, ma dovuta anche a fattori estrinseci (epidemie che decimarono generazioni intere, invasioni barbariche con i relativi stermini) non fu un totale rovesciamento dei valori, l'esplodere incontrastato degli istinti più sordidi, come oggi, la cultura e l'arte ridotte ad un deserto anzi alla caricatura di se stesse.
H.

mic ha detto...

Ottimo H.!

tralcio ha detto...

Non sono in grado di disquisire su quale fosse il grado di decadenza nei precedenti periodi in cui una civiltà precipitò nella barbarie. Anche perché i barbari avevano una loro identità e cultura, oltre alla forza per prevalere su chi invadevano e non riusciva a contenerli.

So però che oggi è evidente che c'è una volontà di dissolversi, un'assenza di amore per se stessi unita a un'ignoranza profonda, una sorta di amnesia voluta e praticata. Inoltre i barbari non vengono da fuori, ma sono i nostri stessi leader, la cosiddetta cultura dominante, un progetto deliberato e satanico di recidere i legami e i fondamenti.

La nostra attuale decadenza è inedita, perché non è dovuta a senescenza o a epidemie o guerre (anzi: questa volta le epidemie e le guerre sono appositamente provocate), bensì a una volontà programmatica di indirizzare lì il futuro.

Il fatto che se ne accorga anche un ateo, dimostra quanto sia disumana, oppure quanto sia umano il cristianesimo e dunque come si veda la differenza se viene meno anche per gli altri. Terribile il ruolo della Chiesa, che si accoda senza nemmeno più denunciare la deriva, ma benedicendone ogni sorta di depravazione.

Anonimo ha detto...


Ma Onfray non era quello che anni fa esaltava la liberazione/rivoluzione sessuale, insomma il libertinismo radicale, profeta dell'Eros, di una nuova (ennesima) forma di neo-paganesimo?
Evidentemente si è ricreduto di fronte alla barbarie dilagante, che in questi ultimi anni ha raggiunto livelli incredibili.
Tanto meglio per lui, che adesso cerca di remare contro la deriva dilagante.

Murmex ha detto...

Inoltre i barbari riconobbero la superiorità della cultura romana e nel giro di pochissime generazioni furono organizzati loro stessi. Il nostro è un processo inverso

tralcio ha detto...

L'uomo ridotto a res extensa è l'approdo paradossale del cogitare cartesiano che non vuole più coabitare con l'essere res cogitans. La postmodernità ha bisogno di un uomo manipolabile, frammentabile, calcolabile, programmabile, vendibile, scomponibile, ovvero di un non-più-uomo.

Il non-più-uomo terminale del turbocapitalismo finanziario è un numero, un chip, asservito all'avidità di pochi, ridotto a consumare e consumarsi, schiavo di bisogni indotti, di paure da plagio, di condizionamenti e minacce. E' il prodotto materialistico, numerico, cosificato della stessa follia che nel comunismo l'aveva reso uno schiavo dello stato, programmato ad essergli legato più che alla madre e al padre.

L'uomo res extensa è deprivato di memoria perchè senza anima né vita spirituale, o attese che vadano al di là dei bisogni primari quotidiani. Un uomo privo di meraviglia, assediato di idoli, idolatrie, paure e pulsioni totalmente fuori controllo, anche perchè chi esce dal branco del politically correct e dei like social subisce ogni sorta di pressione.

I barbari hanno preso le mosse dal cogito ergo sum per dubitare del bello, del buono e del vero, riducendosi progressivamente ad animale, proprio come pensano di essersi evoluti, venendo dal caso e protesi nel nulla. Hanno smesso di essere res cogitans, un lusso dissuaso fin da giovani, instupiditi da droghe, mode e influencers prezzolati. Sono solo res extensa, cioè materia soggetta a numeri, a bar code, green pass, identità digitale.

L'uomo tecnologico ha smarrito la filosofia, abbracciando siringhe e pasticche, sentendosi vivo possedendo, sentendosi sciocchi offrendo, rinnegando la croce per preferire altro.

Si è imbarbarito, abbrutito, impoverito pur con comodità e possibilità mai viste.
Nel poter fare, nella tecnicità anche di un amare come prestazione, ha perso l'interesse del significato e del destino ultimo, perdendosi nel nulla falso e apparente dell'effimero.

Pover'uomo, ridotto a res extensa, pesabile come un bue, stupido come una gallina.

Pio ha detto...

Agli ottimi commenti sin qui riportati, aggiungerei che il grave problema del tempo presente, in Occidente come in Oriente, sta nell'enorme discrasia che si è creata tra le capacità tecniche dell'essere umano, cresciute a dismisura, e la sua totale inadeguatezza morale e spirituale, il cui livello è probabilmente addirittura peggiorato rispetto ai secoli addietro.
La tecnica sfugge al controllo dell'uomo. E l'Occidente è tragicamente colpevole di fronte al mondo per il suo rifiuto di ogni senso del limite.

https://www.aldomariavalli.it/2022/09/29/investigatore-biblico-altre-traduzioni-insensate-nella-bibbia-cei-2008/ ha detto...

Investigatore Biblico / Altre traduzioni insensate nella Bibbia Cei 2008

Il versetto a cui mi riferisco oggi è Levitico, capitolo 18, versetti 22-23.

Vediamo le due traduzioni:

Cei 1974: “22 Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna; è abominio. 23 Non ti abbruttirai con alcuna bestia per contaminarti con essa” (Lv 18,22-23);

Cei 2008: “22 Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna

Manicomio e Babilonia ha detto...

"Voglio il diritto di abortire!". Così sento affermare, ad alta voce, qui a Milano, sulla filovia 90. Sono le 12:30 all'incirca e sono da poco uscito da scuola. La conducente (all'incirca trentacinquenne) e una signora (all'incirca sessantenne) stanno discutendo animatamente sull'esito delle elezioni.
La conducente del filobus sostiene che "ci sarà un governo neofascista", la sciura in piedi al suo fianco replica che non è vero, e e difende la Meloni (per la quale ha evidentemente votato) da questa accusa.
Non avendo votato per nessuno (scusate, non ce l'ho proprio fatta), assisto con distacco, tanto più che la conducente è partita bene, affermando che anche FdI è stata complice del green pass obbligatorio (in realtà non l'ha votato, ma non gli ha fatto alcuna opposizione). Un altro signore (sulla quarantina) dà ragione alla conducente. Io ascolto super partes, ma mi incurosisce in che senso, per l' autista del filobus, la Meloni sarebbe "neofascista". E qui viene il bello.
La Meloni sarebbe "neofascista" non perchè nazional-tricoloruta, centralista ed erede dell'Msi. Ma sarebbe "neofascista" perchè "contraria all'aborto" (cosa non vera, purtroppo). Per cui l'autista esclama forte, quasi gridando: "Voglio il diritto di abortire!" La sciura meloniana le risponde che è libera di abortire. L'autista risponde che non è vero, perche "se vado in ospedale mi trovo l'obiettore di coscienza". "Non li ha messi la Meloni", risponde la sciura. L'autista ribadisce: voglio essere libera di "gestire il mio corpo".
Solo a questo punto mi permetto di intervenire: "Mi scusi signora - affermo rivolgendomi all'autista - Lei parla come se l'embrione non fosse una vita umana, e fosse solo un grumo di materia, invece non è una cosa. Vorrei soltanto ricordarglielo. Se fosse una cosa senza vita non diventerebbe mai un bambino".
A questo punto la conducente, dopo un iniziale smarrimento (anche perchè non può vedermi) ribatte ad alta voce, per tre volte: "Io non lo voglio!". .Già sceso della filovia perchè giunto a destinazione, le replico: "Se non lo vuole, non batta la cavallina!",mentre un'anziana mi guarda, sorridendo, dal finestrino. Ma immagino che anche battere la cavallina in totale e incondizionata libertà sia per la conducente un diritto inviolabile.
Ora che ho appreso- non lo sapevo - che l'essenza del fascismo è essere contro l'aborto - quindi evidentemente il "fascismo eterno" in Italia sarebbe finito solo nel 1978, e tutte le società della storia sarebbero state "fasciste", molte lo sono ancora, e la morale cattolica idem- mi chiedo se una società (o una gran parte di essa) che è giunta a un tale grado di egoico oscuramento spirituale, individualista e soggettivista, meriti di sopravvivere. "IO, IO, IO , e soltanto IO", è la mentalità dominante, dietro a tanta dolciastra retorica umanitaria. L'IO come idolo assoluto, l'"amor sui" agostiniano. all'ennesima potenza.
Tante società sono precipitate nel fango della decadenza, del materialismo e della dissoluzione, da Babilonia a Roma. E infatti sono crollate. Ma non hanno mai reclamato "diritti".
Il dirittismo sarà la nostra morte.