Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 26 maggio 2025

Papa Leone XIV lascia Santa Marta per il Palazzo Apostolico: i motivi dietro la scelta

Papa Leone XIV abbandona Santa Marta e sceglie il Palazzo Apostolico come residenza. Le ragioni economiche e simboliche.

L’elezione di Papa Leone XIV ha segnato un punto di svolta nella storia recente della Chiesa cattolica. Dopo anni in cui l’immagine papale si è progressivamente allontanata dalla tradizione, il nuovo Pontefice ha intrapreso una serie di azioni volte a ristabilire la dignità e l’autorità della figura del Sommo Pontefice. I suoi primi gesti hanno colpito non solo per la compostezza simbolica ma anche per la chiarezza con cui ha delineato il suo stile di governo: sobrio, determinato e profondamente legato al significato istituzionale del suo ruolo.

Un nuovo inizio per il Pontificato
Papa Leone ha infatti ripristinato segni e usanze che, sotto il pontificato precedente, erano stati in parte abbandonati. Dall’uso quotidiano dell’anello del Pescatore al rifiuto dei selfie, ogni dettaglio sembra voler ricostruire un’immagine papale più solenne e coerente con la tradizione millenaria. Anche l’abbigliamento, tornato formale con mozzetta rossa e rocchetto, contribuisce a questa visione.

Una scelta simbolica e pragmatica
La scelta più significativa, però, riguarda la residenza papale. Fin dal primo giorno, Leone XIV ha deciso di non soggiornare a Santa Marta, l’edificio che dal 2013 aveva ospitato il suo predecessore, Papa Francesco. Quella che inizialmente era stata presentata come una scelta di semplicità e umiltà si è rivelata, nel tempo, un’operazione logisticamente complessa e economicamente insostenibile.

Durante gli anni di permanenza a Santa Marta, le stanze a disposizione del Papa si sono moltiplicate, trasformando il secondo piano in un’area esclusiva con cappella, cucina, salone di rappresentanza e ambienti riservati allo staff. Tutto questo ha comportato costi mensili di quasi 200.000 euro, tra manutenzione, sicurezza raddoppiata e ampliamento del personale della Gendarmeria e delle Guardie Svizzere.

Ecco quindi la decisione tanto attesa: Papa Leone XIV ha scelto di tornare a vivere nel Palazzo Apostolico, dove i Papi hanno sempre risieduto dal 1870 fino al 2013. Una mossa che unisce prudenza finanziaria e rispetto per la tradizione, segnando simbolicamente l’inizio di una nuova fase per il Vaticano. Santa Marta tornerà così al suo uso originale, riservato ai cardinali in Conclave e agli ospiti temporanei. - Fonte

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe ora!

Anonimo ha detto...

Ci credero' quando lo vedro' veramente alloggiato lì.

Anonimo ha detto...

una cosa si può sicuramente dire di questo inizio di papato: Leone XIV sta ristabilendo il decoro del pontificato, gravemente compromesso dal comportamento del precedente papa.
Il decoro riguarda soprattutto la forma, tuttavia esprime anche la sostanza.

mic ha detto...

Le ragioni non sono solo economiche...

Anonimo ha detto...

Intanto spuntano notizie, dal biografo ufficiale del defunto pontefice, che il card. Prevost sia stato accuratamente preparato e scelto da Francesco, che lo riceveva tutti i sabati per due ore, eletto con la complicità della filiera americana già nota. Questo spiegherebbe la rapida elezione e anche il cambio di forme.
I prossimi mesi saranno rivelatori, anche se segnali poco incoraggianti abbondano.

tralcio ha detto...

C'è discontinuità con il triste dodicennio bergogliano, ma con grande carità cristiana e realismo Leone XIV rammenta il suo vissuto accanto a Francesco, grato di come la Provvidenza ha saputo tessere la vicenda che lo vede ora nel ruolo di Papa.

E adesso? Adesso è importante non disperdere il gregge, stordito da dodici anni di fischi a casaccio, spesso capendo fischi per fiaschi, a volte invertendo il regolamento.

La sapienza del reale caratterizza una spiritualità aliena dall'idealismo e dall'ideologia e questa è una grande discontinuità, insieme al profondo senso del sacro e a quella semplicità umile tipica dei devoti a Maria, molto differente dalla modestia di facciata, sfacciata nello spacciarsi per umiltà, abilissima nel manipolare con i ricatti affettivi.

Da Leone XIV mi attendo il coraggio per definire dogmaticamente Maria corredentrice.

Ma anche altre forme di coerenza con la Parola ascoltata e annunciata missonariamente e non politicamente: ad esempio la pace di Cristo, che non impedì
agli apostoli, tutti cresciuti nella fede veterotestamentari, di distaccarsi dalle pretese giudaizzanti di rinchiudere la salvezza nelle proprie pratiche che escludono Cristo.
Amare Gesù è testimoniarlo con verità, essendo molto onesti con tutti.

L'inferno c'è e non è vuoto: predicare e curare la salvezza delle anime e attendere alla loro salute non può mentire sull'esistenza del Male e sulle sue potenziali derive.

La grazia è quella che riempie l'anima impedendo di poter presumere di meritare da sè, agendo nel fare terreno. Senza Gesù non si fa nulla e il merito allora non sta prima nel fare, ma nel fare spazio a Dio, convertendosi, diminuendo perchè Lui cresca. E' quindi necessario combattersi nelle tendenze peccaminose, lungi dall'assecondarle.

La fratellanza in Cristo è tutt'altro da quella massonicheggiante e filantropica: non si devono fare confusioni e guai a seminare relativismo, fino a non capire la differenza.

La città di Dio e quella dell'uomo sono unite nell'esperienza storica della Chiesa militante, ma totalmente diverse nel Regno e nella prospettiva missionaria.

Dunque è importante coltivare l'unità per non vedere le pecore del gregge azzuffarsi agitate dalle catechesi dei lupi; tuttavia tornerà la catechesi del pastore, altrimenti le pecore potrebbero vivere un ateismo di fatto anche restando dentro l'ovile.

Anonimo ha detto...

È importante che il Papa sia d'esempio in ogni aspetto della vita religiosa e in ambito politico, sociale e comportamentale. Si ama meglio il prossimo quando ognuno sta al posto suo. In questo mondo svaccato, sboccato, snudato, tatuato il Papa deve essere Santo e signorile, deve essere d'esempio in tutto, parlare poco e incisivo. Niente bagni di folla. Curare la preparazione dei consacrati e delle consacrate, preparazione a vita. Questo Papa si trova in una Chiesa terremotata entro una società alluvionata terremotata senza Timor di Dio. Deve risanare la Chiesa ed un miliardo e mezzo di cattolici. O Santo, o Santo. Non ha alternative!

Gederson Falcometa ha detto...

Quando Bergoglio fu eletto, ha detto ai suoi parenti, amici e fedeli di non recarsi a Roma per assistere alla cerimonia della sua intronizzazione e dell'insediamento sulla cattedra romana, per donare il denaro ai poveri. Scelse di vivere a Santa Marta perché sarebbe stato un posto più umile in cui vivere. Ora scopriamo il costo di questa barzelletta. Molto probabilmente appariranno altre "verità" bergogliane che sono delle bufale.

Anonimo ha detto...

"...ma con grande carità cristiana e realismo Leone XIV rammenta il suo vissuto accanto a Francesco..."

Mah, più che carità cristiana e realismo io ci vedo una strategia... Sa che il collegio dei cardinali, i vescovi e i preti sono in maggioranza franciscani, dunque non si può cambiare dalla mattina alla sera perché le eresie del Bergoglione hanno fatto presa nelle menti degli stolti, però mi sembra che nelle poche settimane da che è stato eletto abbia dato una bella sterzata. Il vero banco di prova sarà il sinodo. Rimaniamo speranzosi ma con i piedi per terra.

Anonimo ha detto...

C'è una foto che li ritrae insieme durante l'ultima messa presieduta da Francesco in piazza San Pietro prima del ricovero di febbraio .. mani nelle mani , un sorriso da Padre a figlio.
E ricordiamo che è stato Bergoglio a nominarlo vescovo in una piccola diocesi Peruviana per poi portarlo a Roma..È stato Francesco a volerlo lì.. senz'altro c'è sintonia
Basta leggere quello che scrive Viganò.

Mauro

Anonimo ha detto...

La bizzarra Lettera della Segreteria del Sinodo: si vuole sostituire a Leone? #papaleonexiv #sinodo
https://blog.messainlatino.it/2025/05/la-bizzarra-lettera-della-segreteria.html
Quanto ci piace contare qualcosa..
E' per questo che mi par di ricordare che sotto il fascismo si erano
inventati la carica di "capo-palazzo"

Anonimo ha detto...

Finora Leone XIV ha evitato le questioni scottanti, il che è perfettamente comprensibile. È ancora in fase di rodaggio, per così dire, piena di inevitabili (e forse scontate) dichiarazioni di fedeltà al suo predecessore.
Ha ristabilito il decoro del papato, nei suoi atteggiamenti e discorsi, e questo è finora l'unico fatto positivo certo.
Bisognerà però vedere come affronterà i grossi problemi sul tappeto : diaconato femminile; celebrazione della Messa Ordo Vetus; benedizioni alle coppie irregolari di ogni tipo; comunione ai divorziati risposati; rapporti con l'Islam, con il mondo arcobaleno.
Con l'ebraismo ha subito messo le mani avanti, confermando la politica ispirata dalla 'Nostra Aetate'.
Insomma, il bello deve ancora venire, siamo solo alle battute iniziali.
L'impressione è quella di un papato alla Ratzinger, per così dire: indietro non si torna ma si deve procedere in avanti con giudizio e ponderazione.
È solo un'impressione, che sarà comunque presto confermata o smentita dai fatti.

Anonimo ha detto...

Sulle scarpe nere o sulle scarpe rosse del sangue dei martiri?
Della serie : i simboli contano.

Anonimo ha detto...

Rispetto a quanto scrive giustamente l'anonimo delle 11:30.
Credo che quando si subisce una rivoluzione, come per la Chiesa cattolica fu il CVII, un concilio pastorale "dogmatizzato post mortem", occorra essere obiettivi, e prendere atto che gli errori si pagano, come li stiamo pagando, e cari.
Di fronte ad una rivoluzione non vi è via d'uscita che una rigorosa controrivoluzione, che più tardi si farà e più cara e dolorosa sarà per tutti.
Ora: ha ragione Mons. Viganò? Han ragione i sedeprivazionisti di Ricossa? Han ragione i lefebvriani? Ha ragione lo zoccolo duro dei tradizionalisti moderati (quelli che seguono la linea ratzingeriana, per intenderci)?
La Gerarchia vaticana si è infilata in una strada lastricata di buche e insidie, nel momento in cui ha ceduto alle sirene moderniste e filo massoniche, tradendo secoli di sana dottrina. La gravissima crisi cattolica, forse quella più dura di sempre, è data dal fatto che a smarrirsi è stato non qualche pecora del gregge, ma il pastore, con tutte le conseguenze del caso.
A mio modesto avviso, il ritorno alla ortodossia sarà, in ogni caso, inevitabile e tanto più doloroso quanto più tardivo.
¥¥¥

Anonimo ha detto...

Nuovo presidente della Pontificia Accademia per la Vita:
Nel 2022, Pegoraro ha giustificato pubblicamente il suicidio assistito come “male minore” nella legislazione secolare. Pur riconoscendo che né il suicidio assistito né l'eutanasia rappresentano la posizione cattolica, ha tuttavia chiesto che il primo sia legalizzato a determinate condizioni, un approccio fortemente condannato dall'Evangelium Vitae, che dichiara che il suicidio assistito “non è mai scusabile, nemmeno su richiesta della persona che chiede aiuto” (EV 65-66).
Pegoraro propone un quadro giuridico per l'istituzionalizzazione di un peccato mortale e ora dirige l'organismo vaticano che era stato creato per impedire proprio questo.
https://gloria.tv/Don%20Cesare%20Toscano
Questo il suo curriculum?

Anonimo ha detto...

Credo che molti siano diventati preti perché cercavano il posto fisso, di Dio poi...sarà quel che sarà! Senza vocazione, senza conversioni...quei ragazzi dei quali l'insegnante dice: Potrebbe fare di più, non si impegna! E questi vivono da disimpegnati a vita.