Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 3 febbraio 2013

Mons. Morerod spiega...

Le Forum Catholique riporta questa dichiarazione fatta da Mons. Morerod oggi pomeriggio su Facebook in ordine al provvedimento riguardante l'interdizione delle Chiese della sua diocesi alla FSSPX. (testo originale inglese - traduzione mia)
Le norme che ho pubblicato sono solo un aggiornamento deciso dalla Conferenza Episcopale Svizzera nel settembre del 2011 (prima che io ne facessi parte). In realtà ho aspettato un anno in più rispetto agli altri vescovi della Svizzera francese (Sion, Basilea, Abbazia di Saint Maurice) perché speravo che il dialogo funzionasse. Dopo che il Vescovo Fellay, nella sua predica dell'11 novembre 2012, ha affermato che la "nuova messa" è pericolosa e che il dialogo è tornato indietro al 1974-75, e dopo che egli, nel suo discorso del 28 dicembre 2012 a New Hamburg, ha definito gli ebrei "nemici della Chiesa", ho deciso di non aspettare più... La differenza tra l'uso delle chiese da parte dei protestanti o degli ortodossi da un lato e da parte della FSSPX dall'altro, risiede nel fatto che i sacerdoti della FSSPX sono considerati cattolici ma senza legittimo ministero: l'effetto di questa situazione è che essi dividono la Chiesa dall'interno e dicono cose che io non pronuncerei all'interno di chiese cattoliche.
Dunque la decisione è del vescovo in tandem con altri vescovi Svizzeri, ai quali egli si trova perfettamente allineato. Ma il suo chiarimento aggrava e non poco la situazione, almeno nella visuale che lui stesso dichiara di averne. Dice di aver atteso un anno sperando che il « dialogo funzionasse ». Intanto sembra già proiettato in una conclusione negativa che potrebbe apparire nell'aria, ma che nessuno lo autorizza a dare per scontata, oltretutto in contrasto con lo stile-Di Noia, molto più rispecchiante la mens e il cuore del Papa, che non chiude affatto sulla prosecuzione delle discussioni.
Inoltre c'è molto da osservare sulle motivazioni che adduce:
  1. « Fellay, nella sua predica dell'11 novembre 2012, ha affermato che la "nuova messa" è pericolosa ». Strano che uno che ha partecipato ai colloqui ne parli come se lo sentisse per la prima volta, mentre è noto a tutti che il rifiuto di adottare il messale del 1970 è stato la ragione dell'erezione della Fraternità.
  2. Mons. Fellay ha detto anche che « il dialogo è tornato indietro al 1974-75 ». E allora? Evidentemente non ha fatto altro che prender atto con rammarico di certi nodi che anziché sciogliersi si sono andati ingarbugliando, provocando una regressione, anziché un progresso. Sta di fatto che, inspiegabilmente c'è un prima e un dopo il nefasto 13 giugno...
  3. Mons. Fellay « il 28 dicembre 2012 a New Hamburg, ha definito gli ebrei "nemici della Chiesa" ». In questo caso Mons. Morerod sembra aver dato peso a ragioni politico-diplomatiche piuttosto che teologiche come ci si aspetterebbe da un vescovo, tanto più che il Distretto USA della Fraternità  (ma Morerod lo ignora o non condivide) non ha mancato di precisarlo con una dichiarazione ufficiale:
    « La parola nemici utilizzata qui da Mons. Fellay è, naturalmente, un concetto religioso e si riferisce a qualsiasi gruppo o setta religiosa che si oppone alla missione della Chiesa cattolica e ai suoi sforzi per compierla: la salvezza delle anime. Questo contesto religioso si basa sulle parole di Nostro Signore Gesù Cristo come tramandate nei Santi Vangeli: "Chi non è con me, è contro di me: e chi non raccoglie con me, disperde." (Matteo 12:30) In riferimento agli ebrei, il commento Mons. Fellay era rivolto ai leader delle organizzazioni ebraiche, e non al popolo ebraico, come è stato insinuato da parte dei giornalisti. Di conseguenza, la Fraternità di San Pio X denuncia le ripetute false accuse di antisemitismo o di espressioni di odio rivoltele nel tentativo di mettere a tacere il suo messaggio ».
  4. Infine, la discriminazione rispetto alle comunità acattoliche dipende dal fatto che - dice il vescovo - : « i sacerdoti della FSSPX sono considerati cattolici ma senza legittimo ministero: l'effetto di questa situazione è che essi dividono la Chiesa dall'interno e dicono cose che io non pronuncerei all'interno di chiese cattoliche ».
    Dunque, la celebrazione della Santa Messa che il Papa ha dichiarato « mai abrogata » e la contestazione di alcuni punti controversi del concilio sarebbero forieri di divisione dall'interno, mentre la difesa dei dogmi cattolici (quella della Fraternità non è altro che questo) non può essere pronunciata all'interno di Chiese cattoliche? O meglio lui non lo farebbe mai... Però chi professa un cristianesimo eretico può tranquillamente esprimere i suoi errori in un luogo sacro cattolico!
Si tratta di un atteggiamento di totale rifiuto che, se giuridicamente fondato su un documento del 1993, non può non esser visto come pastoralmente disastroso.

42 commenti:

Cesare Baronio ha detto...

Cos'altro ci si aspetta dai settari dell'idolo conciliare?

Nessuna libertà per i nemici della libertà, diceva Voltaire...

C'è da chiedersi se, per rimanere cattolici, non sia il caso di iniziare a frequentare in massa solo le cappelle della Fraternità, lasciando che questi sciagurati si tengano i loro templi profanati...

Anonimo ha detto...

Milanese,

è notevole che il Vescovo finisce il suo breve con la voglia di negare la libertà di espressione e la libertà religiosa a i sacerdoti della FSSPX...lasciando liberi i Protestanti e Orthodossi di dire e fare cose molte più grave nelle Chiese della sua diocesi !!!!

Si dalla vista della negazione o del permesso, non mostra se stesso pienamente d'accordo con il Concilio che afferme deve essere affermato da Fellay !!!

Seraafino ha detto...

Nessuna libertà per i nemici della libertà, diceva Voltaire...
Esattamente la frase è di Saint Just.

Seraafino ha detto...

C'è da chiedersi se, per rimanere cattolici, non sia il caso di iniziare a frequentare in massa solo le cappelle della Fraternità, lasciando che questi sciagurati si tengano i loro templi profanati...Finalmente lo avete capito.

Marco P. ha detto...

"...i sacerdoti della FSSPX sono considerati cattolici ma senza legittimo ministero: l'effetto di questa situazione è che essi dividono la Chiesa dall'interno e dicono cose che io non pronuncerei all'interno di chiese cattoliche"

Quindi, se Monsignor Vescovo non direbbe ciò che dicono coloro ai quali nega l'uso delle chiese e cappelle del territorio da lui governato, direbbe egli ciò che dicono coloro ai quale tale uso non è negato ?

Anonimo ha detto...

Piccola osservazione:
i preti FSSPX, in quanto sospesi a divinis non possono dare i sacramenti. Ma negare loro del tutto l'uso della Chiesa non è corretto, perché ci sono occasioni di "soste di preghiera", come nei pellegrinaggi. Anche in queste occasioni la FSSPX si vedrà precluse le Chiese in Svizzera, come già, purtroppo accade in Francia.

Se in Italia - soprattutto in S. Pietro - non è così, e dunque il Papa lo approva, quanti papi abbiamo oggi? Uno per ogni diocesi?

don Camillo ha detto...

Già che dica che la SPX non é "fuori", ma che sia secondo il suo pensiero una disputa interna alla Chiesa stessa, a detta di un modernista conservatore, é già un gran successo, direi. Per il resto, questo arrogante pastore se la vedrà un giorno con un suo grande e Santo predecessore: San Francesco di Sales, che certo non aveva la stessa pietà per i Calvinisti.

bernardino ha detto...

Si MIC., con la collegialita', in ogni diocesi il vescovo sente di aver l'autorita' Petrina, e pertanto, come nelle chiese ortodosse sente l'autonomia di far cio' che vuole. Parlando giorni fa' col vescovo della mia diocesi, gli ho ricordato che il Papa spinge i vescovi ad applicare ove possibile la S.P., la risposta e' stata perentoria "dobbiamo celebrare in italiano, la gente deve capire quello che diciamo". Diciamo che con questo vescovo ci conosciamo abbastanza bene, tanto che mi chiama il ribelle di...
Non esiste cosa peggiore che un dialogo tra sordi. Cosa ci possiamo aspettare in seguito da questi vescovi liberi di fare e disfare? Ecco perche' dobbiamo cercare di frequentare in massa le cappelle della FSSPX e portarci piu' gente possibile, e dobbiamo spingere i sacerdoti della Fraternita' di andare a celebrare la S.Messa Tridentina in tutte quelle chiese ove e' possibile, come e' stato per la Candelora in S.Nicola in Carcere. Si per rimanere Cattolici e' il caso di frequentare in massa la FSSPX, lasciando che questi sciagurati si tengano i loro (ma nostri) Templi profanati. Vi chiedo se avete mai assistito ad un funerale N.O. c'e' da mettersi le mani nei capelli.
Davanti la parrocchia ove abito, c'e' un enorme striscione colorato e disegnato con la scritta RIPARTIAMO DA TE PER COSTRUIRE LA NUOVA CHIESA DEL CONCILIO VATICANO II, considera che si tratta di una chiesa mediovale del 1400. L'interno e' stato devastato.

Luisa ha detto...

i sacerdoti della FSSPX sono considerati cattolici ma senza legittimo ministero: l'effetto di questa situazione è che essi dividono la Chiesa dall'interno e dicono cose che io non pronuncerei all'interno di chiese cattoliche »

Mons. Morerod è il mio vescovo, scrivo dunque queste parole con ancor maggiore consapevolezza e amarezza.
Attribuire alla FSSPX la colpa di dividere la Chiesa dall`interno sottointende che Mons. Morerod la considera nella Chiesa e non fuori, in sè non è una cattiva notizia...i suoi sacerdoti sono considerati cattolici, anche questo non tutti lo dicono, al contrario, abbiamo letto tutti in che termini sono vilipendiati.

Detto questo, come può il mio vescovo dire che la FSSPX non può celebrare la Santa Messa in una chiesa cattolica perchè direbbe cose che creano divisione?
Ma se questa è la norma nelle nostre chiese!
Ma se dagli amboni, con le animazioni pastorali e liturgiche , è la dottrina ad essere rivisitata e relativizzata , è la liturgia ad essere manipolata e devastata!

Su costoro, su coloro che VERAMENTE E CONCRETAMENTE seminano confusione e divisione non ha nulla da dire il mio vescovo?
Loro possono senza problemi celebrare in una chiesa, mettere in pratica le loro fantasie liturgiche, possono andare in televisione e sui media in generale per difendere le loro idee, non ho ancora visto o letto Mons, Morerod intervenire per smentire e correggere.

I sacerdoti della FSSPX, in una chiesa celebreranno la santa Messa con grande dignità, diranno e faranno solo "cose" cattoliche, quel che la Chiesa da sempre ha insegnato, non porteranno i loro fedeli sui vie altre, quelle vie altre che hanno libero accesso nella Chiesa, nelle parrocchie.

Anonimo ha detto...

Già che dica che la SPX non é "fuori", ma che sia secondo il suo pensiero una disputa interna alla Chiesa stessa, a detta di un modernista conservatore, é già un gran successo, direi.
E' un'arma a doppio taglio. Con le "Scomuniche" erano, a tutti gli effetti, dei ministri di chiese non cattoliche dalla successione apostolica certa. Togliendole sono ridiventati dei preti cattolci illegalmente ordinati. Non ci è resi conto che, stando così le cose, non c'era motivo di esultare.

Luisa ha detto...

E comunque la logica del mio vescovo mi sfugge, dice cose che potrebbero far credere che non conosce la FSSPX, che scopre solo oggi le sue psizioni, mentre la conosce benissimo, fa intervenire gli ebrei e come lo fa è molto deludente visto che mons. Morerod è un teologo, il politically correct impera.
La solidarietà fra vescovi della Svizzera Romanda sta producendo i suoi deleteri effetti, il mio vescovo si è allineato, pubblicamente, sugli altri che detestano la FSSPX!


giuseppe ha detto...

E' importante che il Vescovo abbia definito i sacerdoti della SPX cattolici. Si usa la frusta per accelerare i tempi?

giovanna ha detto...

Dice Mic:
i preti FSSPX, in quanto sospesi a divinis non possono dare i sacramenti.
Dice poi Luisa:
I sacerdoti della FSSPX, in una chiesa celebreranno la santa Messa con grande dignità, diranno e faranno solo "cose" cattoliche
Vorreste per favore spiegare meglio come stanno le cose?

Cesare Baronio ha detto...

Guardate qui:

http://opportuneimportune.blogspot.it/2013/02/lesilio-che-me-dato-onor-mi-tegno.html

B+

Anonimo ha detto...

i preti FSSPX, in quanto sospesi a divinis non possono dare i sacramenti.

E' così in quanto, al momento dell'ordinazione dei vescovi, Mons. Lebefvre non attribuì loro la 'giurisdizione', che spetta solo al Papa e, poiché la Chiesa è anche una istituzione in cui si applicano norme, le ordinazioni sacerdotali fatte da questi vescovi sono valide nei confronti della Successione Apostolica, ma illecite canonicamente; il che rende validi per i fedeli i sacramenti, ma inficia dal punto di vista canonico l'azione sacerdotale.

Ora, c'è da dire che sia Mons. Lefebvre che i vescovi e sacerdoti della Fraternità si sono sempre appellati, nella giustificazione del loro operato, al "grave stato di necessità" nei confronti della salus animarum che vedevano nella situazione che si andava mostrando in tutta la sua gravità e che, se vogliamo, tuttora perdura.
Ma è chiaro che una regolarizzazione canonica sanerebbe lo strappo iniziale e permetterebbe una pastorale tradizionale, pur con tutti i rischi della conclamata avversione della maggior parte dei vescovi (ormai modernisti). Ma sono rischi da metter in bilancio e affidare alla Provvidenza. Perché un eventuale irrigidimento non si sa dove potrebbe portare e, di fatto, non farebbe altro che aggravare la divaricazione già esistente. E neppure sarebbe realistico, subordinare l'accordo alla conversione di Roma che, per come stanno le cose, non sembra né imminente né possibile se non intervengono elementi risanatori della seria deriva in cui si è incamminati.

giuseppe ha detto...

Se posso tentare la spiegazione che chiede Giovanna, potrebbe essere la seguente.
Nella discussione, come nelle stesse parole del Vescovo interdittore, si intersecano aspetti dottrinali e giuridici.

1. Dottrinalmente si sottoliea da molti che i sacerdoti della Fraternità, in quanto cattolici, avrebbero titolo a celebrare nelle chiese cattoliche molto più di quanto non lo abbiano protestanti, anglicani e ortodossi ammessi per finalità pastorali ed ecumeniche, le cui dottrine contraddicono in più punti la Fede cattolica.

2. Giuridicamente si tratta di sacerdoti cattolici sospesi a divinis, cioè resi inabili - sul piano disciplinare e canonico - a dire Messa e amministrare i sacramenti, le cui attività in violazione dovrebbero quindi considerarsi sacrileghe, seppur valide.
Problema questo che non si pone per i "fratelli separati", i quali o non hanno ministeri sacramentalmente riconosciuti dalla Chiesa Cattolica o se li hanno non sono soggetti alla sua disciplina canonica. Ragione per cui le loro riunioni o celebrazioni sono appunto cosa "loro" accoglibile se rispettano la disciplina e le norme del Direttorio sull'ecumnismo.

Credo che sia questo il criterio applicato dai vescovi svizzeri (al di là di ciò che S.E. Morerod non vuole "sentire") e personalmente mi sembra francamente corretto.

Si possono fare tante altre considerazioni di diversa natura, ma sta di fatto che qui sta l' "inghippo"... uno dei tanti di questa vicenda infinita.

Antonio ha detto...

Ti ostini a non pubblicare la verità. COnsidera che se puoi parlare è anche per il lavoro della Campo, che forse non sai neppure chi sia, e che vale molto più --intellettualmente e moralmente....

Luisa ha detto...


Insomma se cerchiamo di seguire quella logica capiamo che gli eretici che negano i dogmi, i sacramenti della Chiesa, non credono alla Presenza reale e vomitano la Messa Cattolica, rigettano il Primato Petrino, possono usare, per ragioni pastorali, i nostri altari, ma non possono farlo i sacerdoti della Fraternità perchè creano divisione....gli altri non essendo cattolici possono fare quel che vogliono, anche mettere, se lo desiderano, un buddha sull`altare.

Ma quale è il crimine della FSSPX?
Nega qualche dogma?
Non crede alla Presenza Reale? Sconquassa il sacerdozio?
Insegna una dottrina non cattolica?

No, il suo grande crimine è di considerare che su alcuni punti ben precisi il Vaticano II non è in continuità con la Tradizione e che la Messa riformata non fa bene alle anime, è pericolosa per la fede, come già lo dicevano i card. Ottaviani e Bacci.
Certo, quest`ultima è un`affermazione grave, ma purtroppo se osserviamo in che stato i vari novatores hanno ridotto la sacra Liturgia, trasformata in un laboratorio sperimentale permanente, anche se non condividiamo la posizione della Fraternità, possiamo almeno porci delle domande.
( A titolo personale posso testimoniare che quella Messa mi fa sentire male, ma non mi spingo sino a dire che non è valida, come potrei farlo, è la Messa che celebra il Santo Padre).

Se seguiamo quella logica ne deduciamo che il CVII è diventato un superdogma, lo critichi, ne costesti l`assoluta infallibilità, e sei fuori dalla Chiesa.
Chi nega i dogmi può usare le nostre Chiese, chi contesta il Vaticano II,no.
Chi, invece, devasta Dottrina e Liturgia, non ha che esaltare il " Concilio" ed è libero, basta che dica di essere un frutto del Concilio, con una piccola spolveratina di Spirito Santo che fa di lui un dono di Dio , ed è tranquillo!

Livio Sterlicchio ha detto...

Inviterei a leggere su fidesetforma.blogspot.it del 2.2.13 quanto riferisce Francesco Colafemmina sulla coerenza pastorale di questo vescovo...

Luisa ha detto...

Se il non creare divisioni nella Chiesa dovesse essere il criterio per poter celebrare la Messa nelle chiese in Svizzera, particolarmente nella Svizzera francese e tedesca ( non so come vanno le cose in Ticino), in quante chiese verrebbe celebrata la Messa?

Anonimo ha detto...


http://fidesetforma.blogspot.it/2013/02/sulla-coerenza-pastorale-di-mons-moredod.html

Anonimo ha detto...

Antonio, mi ostino a non pubblicare dettagli che diventano pettegolezzi (che ci può importare della vendita di tappeti da parte di chicchessia?) e non ci aiutano per i problemi di fondo.

Ho già detto altrove che di Cristina Campo, ho letto alcune pagine di una profondità e di una delicatezza notevoli.
So che parte ha avuto tra coloro che difendevano la Liturgia Tridentina.
Credo che sia una di quelle persone non inquadrabili in schemi per di più preconcetti.
Per quanto ne so è una figura complessa e ha effettivamente avuto frequentazioni appartenenti ad un certo esoterismo gnostico.
Ho notato che tra illustri studiosi alcuni la esaltano (come Livi ad esempio) altri, invece, fanno una lettura molto severa della sua vita soprattutto spirituale.

Per quanto mi riguarda non ho altri elementi per giudicare; per cui mi astengo.

Luisa ha detto...

Nel mese di dicembre Mons. Morerod ha dato un `intervista, una specie di bilancio ad un anno dalla sua nomina, ebbene, pur rammaricandosi delle divisione fra cristiani ( non ha detto cattolici) non sembrava affatto preoccupato dell`impatto della FSSPX sulla diocesi, lo ha minimizzato, ha detto che si aspetta la loro risposta, che crede non è ancora arrivata, niente nelle sue parole poteva far presupporre che un mese dopo avrebbe pubblicato quel decreto!

http://www.laliberte.ch/l-info-regionale/le-betisier-du-message-anniversaire-de-mgr-morerod

Secondo video al 7mo minuto.

E questi sono i suoi auguri di Natale, un rebus:

http://www.laliberte.ch/l-info-regionale/mgr-morerod-adresse-des-voeux-egnimatiques

Eh sì il nostro vescovo ha molto humour ed è molto apprezzato dai media!

Anonimo ha detto...

Ho letto su Fides et Forma.
Ringrazio per la segnalazione. Emerge un quadro ancor più deprimente, direi. Non depone a favore del vescovo e mostra quanto sia deficitaria la situazione soprattutto in chi dovrebbe sanarla... e dire che era uno dei protagonisti dei colloqui!

Anonimo ha detto...

non sembrava affatto preoccupato dell`impatto della FSSPX sulla diocesi, lo ha minimizzato, ha detto che si aspetta la loro risposta, che crede non è ancora arrivata, niente nelle sue parole poteva far presupporre che un mese dopo avrebbe pubblicato quel decreto!

Potrebbe apparire complottismo, parlare di una manovra concertata di conio svizzero-tedesco...

viandante ha detto...

Luisa, non c'é bisogno di far notare l'incoerenza e la differenza tra FSSPX e cristiani non cattolici.
È sufficiente guardare in casa per trovare che un moltitudine di sacerdoti non é più dottrinalmente "allineata" a Roma (la Roma eterna): quanti sono i sacerdoti che non credono più alla presenza reale di Cristo nell'Eucaristia? Non ho la cifra sottomano, ma é impressionante.
Quanti sono i sacerdoti che non credono più ai dogmi mariani? Sicuramente molti, se già responsabili ecclesistici di alto rango sono assai "flessibili" su questo...
E quanti (mi riferisco sempre e solo a sacerdoti)non credono al diavolo, all'Inferno e sostengono che Dio salva tutti, indipendentemente dai nostri meriti (scusate la parola teologicamente scorretta).
E non parliamo di sottomissione al papa...
Ecco, per tutti questi le chiese sono aperte, anche se i loro superiori responsabili sanno queste cose.
Vogliamo andare avanti come nel gioco delle matrioska? Ebbene sì, vi sono anche vescovi che si trovano nelle stesse identiche situazioni dei sacerdoti appena menzionati.
Apriamo un'altra matrioska?
No, penso che il gioco sta diventando troppo facile.
Basta sapere che se un bel gioco deve durare poco (anche se questo dura ormai da decenni), Nostro Signore non giocherà a dadi al Giudizio finale, e la sua realtà durerà in eterno.
A Lui dobbiamo rendere conto delle nostre azioni e del nostro culto!
Lui viene prima di tutta la gerarchia ecclesistica.

Gederson Falcometa ha detto...

Il Concilio Vaticano I dice che la fede non contraddice la ragione, ma se la fede è un sentimento ...

C'è qualcosa di machiavellico in questo: quando conviene la FSSPX è scismatica ed eretica, quando no conviene se ricorda che lei è solo sospesa "a divinis". Curioso che la censura "a divinis" nel quadro Conciliare è più forte che la censura di eresia: sarebbe anche un diritto "vivo"?

Domanda interessante:

Per accedere alle chiese cattoliche FSSPX dovrebbe diventare eretici e scismatici?

Prima della rimozione delle scomuniche lo stavano vetati tutti i templi cattolici. Ma per i musulmani, gli ebrei, gli eretici e gli scismatici, erano (e sono) sempre le porte aperte. Qualcuni ricorda i cattolici di Amiens?



Luisa ha detto...

Condivido il tuo commento, viandante, noi siamo immersi in quel caos, questo è il tempo della Chiesa che viviamo, vedere il marcio, la connivenza, l`incoerenza fra parole e atti di alcuni, l`eterodossia palese e palesata di altri, eppure sapere che quella è la Chiesa, lì il nostro posto, è fonte di sofferenza.

"quanti sono i sacerdoti che non credono più alla presenza reale di Cristo nell'Eucaristia? Non ho la cifra sottomano, ma é impressionante."

Secondo un sondaggio ordinato dal giornale "la Croix", due o tre anni fa, il 27% dei sacerdoti francesi non crede alla Presenza Reale!

Luisa ha detto...

Decisamente il decreto pubblicato da mons.Morerod ha suscitato molte reazioni e perplessità, si è sentito dunque obbligato di reagire.
Innazitutto il decreto è del settembre 2011, il testo deciso dalla CES che ha lasciato i vescovi liberi di pubblicare o no.

"Le texte est le résultat d’une décision prise par la Conférence des Evêques Suisses (CES) en septembre 2011, "quand je n’en faisais pas encore partie", explique l’évêque de LGF. Il s’agissait alors de mettre à jour les normes de 1999, qui interdisaient déjà l’usage des églises par la FSSPX. Le texte du Décret a été préparé par la CES. Sa publication a été laissée à la décision de chaque évêque ou Abbé territorial. Il a été publié par exemple par le diocèse de Sion le 10 janvier 2012, indique Mgr Morerod."

Dice di aver aspettato un anno perchè non voleva far passare un segnale che avrebbe potuto suggerire che non credeva più nel dialogo, e poi non ne vedeva l`utilità visto che è già quella la pratica nella Diocesi, ma....diversi fatti che giudica gravi lo hanno fatto cambiare d`idea.

Per quel che riguarda gli ebrei, allacciate le cinture, ha detto:

"Entre autres à cause de drames historiques bien connus, le Concile Vatican II a voulu placer le dialogue religieux avec le judaïsme en termes positifs et amicaux", a souligné l’évêque. Toute déclaration en sens contraire d’un évêque ou d’un prêtre catholique "nuit gravement à la réputation de l’Eglise catholique", poursuit-t-il. "Cela justifie l’interdiction de parole dans les églises catholiques à un clergé susceptible de parler en de tels termes"."

Dunque la reputazione della Chiesa cattolica dipende da come si parla degli ebrei, chi non si inserisce nel dialogo con gli ebrei nei termini positivi e amicali voluti dal CVII è proibito di parola nelle chiese cattoliche.
Insomma nelle chiese cattoliche puoi fare e dire di tutto, contro la Dottrina, contro la Liturgia, puoi inventare, manipolare, aggiungere e togliere, questi abusi non nuociono alla reputazione della Chiesa, ma ricordare ad esempio il Vangelo, le parole di Paolo, è PROIBITO!

Ancora:

"A la différence des orthodoxes ou protestants qui peuvent utiliser les églises du diocèse dans certaines conditions et en cas de nécessité, les prêtres de la FSSPX se présentent comme catholiques", précise Mgr Morerod. Le dialogue n’est pas à proprement parler œcuménique, mais "interne".

A differenza degli ortodossi e protestanti che possono usare le chiese, i preti della FSSPX si presentano come cattolici, il diaologo non è a propriamente parlare ecumenico ma"interno".

E finisce dicendo:

"si l’attitude de la FSSPX devait évoluer, je serais heureux de reconnaître avoir été excessivement pessimiste"."

"Se l`attitudine della FSSPX dovesse evolvere, sarò felice di riconoscere di essere stato eccessivamente pessimista.


http://www.kipa-apic.ch/index.php?&pw=&na=0,0,0,0,f&ki=239751

giuseppe ha detto...

@mic
"Se in Italia - soprattutto in S. Pietro - non è così, e dunque il Papa lo approva, quanti papi abbiamo oggi? Uno per ogni diocesi?"
---------------------

(Chiedo scusa a Luisa se interrompo per un attimo la sua analisi per tornare all'argomento richiamato.)

In questa materia, come del resto in nessun altra, non si può equiparare il Papa ai Vescovi.

Per il munus petrinum che Gli appartiene, e nel suo esercizio, il potere del Papa è assoluto, è lui il supremo legislatore e giudice. Può fare e disfare le leggi canoniche come vuole; così come può stabilire, anche in deroga alla legge vigente, una giurisprudenza particolare per casi specifici, quando lo giudichi conveniente. Ha il potere di legare e di sciogliere proprio di Pietro.
Non così per i Vescovi, i quali sono sempre vincolati alle leggi canoniche vigenti.

Non mi risulta personalmente (forse è accaduto in occasione dei "colloqui dottrinali"); ma se il Papa ha concesso la basilica di San Pietro, per l'Ufficio Divino, ad alcuni sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X, ha esercitato il suo potere avendone evidentemente ravvisato in concreto la possibilità ed utilità.
Questo non autorizza nessun vescovo a "imitarlo" in mancanza di disposizioni in tal senso.

Semmai il fatto segnala ancora un volta le disposizioni cordiali del Santo Padre e di nuovo dovrebbe risultare molto incoraggiante (per esempio, vorrebbe dire che, in quei casi specifici, il Papa ha ritenuto la buona fede dei sacerdoti). Sempre che si abbia voglia di essere incoraggiati, cioè di prendere coraggio.

Anonimo ha detto...

In questa materia, come del resto in nessun altra, non si può equiparare il Papa ai Vescovi.

Per il munus petrinum che Gli appartiene, e nel suo esercizio, il potere del Papa è assoluto, è lui il supremo legislatore e giudice. Può fare e disfare le leggi canoniche come vuole; così come può stabilire, anche in deroga alla legge vigente, una giurisprudenza particolare per casi specifici, quando lo giudichi conveniente. Ha il potere di legare e di sciogliere proprio di Pietro.


Giuseppe, non e' che avessimo bisogno di questa lezioncina...
E' che l'esercizio di questo primato petrino appare assai compromesso in pratica dalla collegialita', ma anche dalla mancanza di obbedienza e dallo scollamento totale, oltre che da una certa desistenza del papa ad esercitarlo, ancora non e' chiaro se a causa di una sua personale disposizione o convinzione oppure da rapporti di forza ingovernabili.

giuseppe ha detto...

Nessuna lezioncina, cara mic, solo il tentativo di spiegare che il comportamento dei vescovi, nell'applicare le disposizioni canoniche vigeni, non è nel caso assimilabile a una "disubbidienza" verso il Papa.

Credo che Benedetto XVI faccia un uso molto sapiente e intenso della sua autorità verso tutti.

Luisa ha detto...

Non so giuseppe se faccio analisi e non credo essere andata OT...dunque nessuna interruzione, traduco, descrivo la situazione in Svizzera, che purtroppo conosco benissimo, colgo quelle che mi sembrano incoerenze e esprimo le mie perplessità su una logica che, se è canonicamente corretta, riflette mi sembra un clima sempre più avvelenato nei confronti della FSSPX.
Niente obbligava Mons. Morerod a pubblicare quel decreto, le posizioni della FSSPX le conosce benissimo, Mons. Fellay non ha detto nulla che già non conoscesse, e la prassi nella Diocesi è GIÀ quella!
Un mese prima relativizza e minimizza, il mese seguente pubblica il decreto, bizarre, bizarre, vous avez dit bizarre?

Anonimo ha detto...

...se a causa di una sua personale disposizione o convinzione oppure da rapporti di forza ingovernabili.

La tigre, scatenata da coloro che tanto l'ammiravano, disarcionerà coloro che presumono di cavalcarla e/o addomesticarla. Essa non rientrerà più nella gabbia, da cui fu liberata sconsideratamente nel 1962, per cieca mitizzazione-esaltazione dell'uomo moderno, ritenuto "più buono" degli uomini del passato, non più bisognoso di correzioni e medicine.
Essa divorerà molti dei suoi promotori e fans, come in ogni rivoluzione accade
(v. Robespierre, Danton etc.).
Hegelismo, relativismo, indifferentismo, egalitarismo massonico, falsa unione di false dottrine, fraternità ingannevole con eretici e nemici di Cristo:
calderone ecumenico-mondialista, ecco il grande castigo che piomba sulla Chiesa che si è fatta sedurre dal mondo e dai teologi modernizzanti, che hanno proclamato e imposto a noi tutti -volenti o nolenti- la empia e luciferina uguaglianza tra errore e Verità. (falsi dèi equiparati al Vero Dio: abominio mai dichiarato e mai visto prima nella Chiesa fino a quelle date 1962-65-1986-2012)
Guai a chi si oppone a tali novità rifondanti: la rivoluzione egalitaria DEVE continuare, altrimenti sarete/saremo esclusi dal calderone ecumenista neo-cattolico (quello in cui ci tocca soffrire, ma che non è certo secondo la volontà e i progetti di Dio, v. visioni della Beata Emmerick: Dio non ama le commistioni blasfeme ed eretiche, non è quella la carità, lasciar propagare i veleni nelle anime!)
I pastori, traviati e travianti, accecati e guide di ciechi, ora non riescono più a tornare indietro dalle strade sbagliate. Impossibilità di conversione: indurimento del "cuore", anima e intelletto che persistono negli errori esplosi 50 anni fa, come funghi atomici, che spandono le loro letali radiazioni sulle generazioni successive, una dopo l'altra, precipitate nella grande apostasia, iniziante dai vertici e dilagante, tra i pastori ai livelli inferiori, e da loro a tutto il Gregge,
ai piccoli fedeli confusi, impotenti a difendersi dall'inquinamento linguistico, dottrinale e morale, e che cercano rifugio spirituale nei movimenti, illudendosi sciaguratamente di rinnovare la Fede sopita:
dalla padella nella brace !
nb

Gederson Falcometa ha detto...

"Secondo un sondaggio ordinato dal giornale "la Croix", due o tre anni fa, il 27% dei sacerdoti francesi non crede alla Presenza Reale!"

Spero di aver capito male, ma nell'ultima omelia di Benedetto XVI (pubblicato qui sul blog), ha attirato la mia attenzione, il seguente passaggio:

"La comunione nella stessa fede è la base per l’ecumenismo. L’unità, infatti, è donata da Dio come inseparabile dalla fede; lo esprime in maniera efficace san Paolo: «Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,4-6). La professione della fede battesimale in Dio, Padre e Creatore, che si è rivelato nel Figlio Gesù Cristo, effondendo lo Spirito che vivifica e santifica, già unisce i cristiani". Benedetto XVI sulle questioni dottrinali e l'ecumenismo - http://chiesaepostconcilio.blogspot.com.br/2013/01/benedetto-xvi-sulle-questioni.html

Se ho capito bene, nel caso dei 27% di sacerdoti francesi che negano la presenza reale, indipendentemente da questa negazione, possono ancora rimanere uniti dalla fede battesimale nella Santa Trinità. Questo è curioso, perché la regola della Imitazione di Cristo dice: "non guardare chi dice, ma ciò che è stato detto." Così, quando la S. Trinità dice, siamo in grado di respingere ciò che è stato detto da lei e tuttavia restare unite ad essa. Come capire questo?

Papa Benedetto in questo brano fa una "reductio ad unum" della fede al battesimo basata nella credenza del Padre, del Filho e dello Spirito Santo (il modo como la presenta è strano) per metterla come base dell'ecumenismo (una nuova Chiesa?). Ma questo è impossibile, se hai in mente da un lato l'eresie trinitarie e cristologiche: i modalisti, sabelliani, ariani, etc e d'altro la definizione ortodossa trinitaria della Chiesa. È troppo ovvio che hanno il battesimo valido, ma non hanno la stessa fede. E ancora oggi ci sono "chiese" che confessano queste eresie (e teologi come per esempio, Karl Barth, che era una sorta di modalisti). Me sbaglio, questo è possibile per i modernisti che capiscono tutti definizione di fede come una formulazione intelectuale dell'esperienza e così diventano tutto umano e uguale (la definizione di Niceia e l'eresia di Ario). È vero che il battesimo degli eretici sono validi, ma convalidare la fede degli eretici per la validità del loro battesimo è qualcosa mai visto nella chiesa.

Se parla anche dell'unità come un dono inseparabile della fede, ma non se parla niente della Chiesa (un solo corpo) dove se trova l'unita e la fede che tutti i cristiani devono ubbidire per restare nella vera vite. E 'incredibile, ma per la dottrina conciliare Dio ha fatto, fa e farà tutto senza nemmeno il bisogno dell'uomo dirgli, sì.

Lui parla ancora nell'omilia "Le questioni dottrinali che ancora ci dividono non devono essere trascurate o minimizzate", sembrano essere questioni davvero secondaria davanti a questa nuova fede battesimale...


Un saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

Credo che Benedetto XVI faccia un uso molto sapiente e intenso della sua autorità verso tutti.

Se così fosse, significa che sia Muller che Morerod, rispecchiano il suo VERO pensiero sulla FSSPX e che il Concilio, nonostante alcune critiche anche da parte sua, continua ad essere il super-dogma indiscutibile, il moloch che fagocita la Tradizione (non solo la FSSPX).
Del resto il sovvertimento dello stesso concetto di Tradizione, nonché la "continuità della riforma nel nuovo-soggetto Chiesa", sono le nuove coordinate che fanno sì che il dialogo tra Tradizione (non solo FSSPX) e novatori sia un dialogo tra sordi. Ed è per questo che la situazione, nonché la crisi non riconosciuta, rischiano di protrarsi non si sa per quanto e di portare non si sa dove... O meglio, lo si intuisce, purtroppo!

Gederson ha detto...

Nel caso della FSSPX, non se puó parlare di eipiekeia?

Credo che Giuseppe ha dimenticato che il Papa è andato in sinagoga, chiese di eretici, in templi d'altre religioni, ecc, ma non é mai andato a Saint Nicholas du Chardone, alcuna comunità tradizionalisti e mai ha celebrato la Messa di S. Pio V, percchè? Per un amante della tradizione che è un anziano se dovrebbe aspettare al meno un desiderio di celebrare. ..

viandante ha detto...

Luisa, volevo approfondire un po' i numeri, sapresti dirmi da dove arriva il 27% di sacerdoti francesi che non credono alla presenza reale di Cristo nell'Eucaristia? Ho provato a navigare, ma senza salvagente non approdo da nessuna parte... Grazie

dal Web ha detto...

Gli argomenti di M. Morerod sono di un'imbecillità che oltrepassa le sue intenzioni. Cosa fanno i cristiani separati dalla Chiesa se non dividerla? Per caso hanno una esistenza canonica extra-ecclesiam che permetterebbe loro di acquisire lo status rifiutato alla Fraternità? Nessuno di noi ne era al corrente!

Che Roma accusi la FSSPX di dividere la Chiesa può apparire abbastanza naturale. Ma che si osi affermare che le "chiese(!?)" separate non dividono la Chiesa, intendendo anche "dall'interno" (basta vedere l'influenza del protestantesimo diffusa un po' dappertutto) oltrepassa ogni sopportabile limite.

Luisa ha detto...

Viandante, è un sondaggio che è stato pubblicato dal giornale La Croix, dovrei fare una ricerca se lo trovo,metterò il link.

Jacobus ha detto...

Paradossalmente, se la FSSPX non fosse effettivamente cattolica, potrebbe rientrare nel quadro di un dialogo ecumenico ed essere accolta a braccia aperte. Ma è "troppo" cattolica!

Gederson Falcometa ha detto...

Dettagli a confermare: Durante i colloqui tra Roma e la FSSPX, dove Don Galarreta e sacerdoti dela FSSPX hanno celebrato la Messa? Non era nella Basilica di San Pietro? Don Morerod guardava le celebrazioni?