Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 6 febbraio 2013

Lettera aperta alle Congregazioni vaticane

Ci viene segnalato il caso di un giovane desideroso di ricevere il battesimo, che vede dilazionato il suo desiderio al cammino biennale di preparazione in genere previsto per i catecumeni secondo le norme del RICA. I pastori in questo caso non fanno altro che richiamarsi alle "regole", che ovviamente hanno il loro valore; ma nel caso di specie, si tratta di una persona che mostra di conoscere la Fede che è giustamente impaziente di ricevere nel Battesimo. Basterebbe un po' di buona volontà da parte dei pastori: un colloquio preliminare e poi rispondere al grande desiderio... Perché appellarsi sempre alla "burocrazia", quando un pastore ha tutta la discrezione per valutare casi del genere?

EMINENZE, ECCELLENZE, RISPONDETECI!
CERCHIAMO DI AIUTARE QUESTO GIOVANE CONVERTITO

Eminenze ed Eccellenze reverendissime,

Prima lettera/1
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Prima lettera/2
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in data 19/09/12 spedivamo alle vostre Congregazioni (Culto divino e disciplina dei Sacramenti e Dottrina della Fede) due raccomandate (vedi foto) con ricevuta di ritorno o prova di consegna che dir si voglia. Nella lettera si esponeva  «il caso di un giovane di trentaquattro anni, di nostra conoscenza, il cui nome è Lorenzo Corradi, che desidera ardentemente ricevere il Sacramento del Battesimo e che, tuttavia, si è trovato dinanzi alcune difficoltà di non poco conto che ostacolano la ricezione di quella Grazia che scaturisce da questo sacramentale “fondamento di tutta la vita cristiana”, da questo “vestibolo d’ingresso alla vita nello Spirito” che è anche “la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti”». Si faceva dunque presente alle loro Eminenze ed Eccellenze reverendissime come questo giovane fosse «desideroso di essere liberato dal peccato e rigenerato come Figlio di Dio; desideroso di diventare membra di Cristo; di essere incorporato alla Sua Santa Chiesa Cattolica e di essere reso partecipe della sua missione».

Dunque, la cronistoria degli eventi. «L’amico Lorenzo Corradi si è rivolto dapprima al parroco del suo paese, giurisdizione dell’Arcidiocesi di Pisa ed, in secondo luogo, alla succursale  livornese – la Diocesi di Livorno è adiacente a quella di Pisa – dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote» Entrambe le volte, tuttavia, si è sentito rispondere – così ci ha riferito – che, per essere battezzato alla sua età, occorre un cammino di preparazione che va da uno a tre anni.

Non volendo fare atti d’accusa ad alcuno e ben  «consapevoli della necessità della “formazione dei catecumeni” al fine di “condurre a maturità la loro conversione e la loro fede”, ci si è chiesti, tuttavia, se questo percorso, oscillante fra l’uno ed i tre anni, non sia eccessivamente lungo; se non rappresenti una condizione preliminare obbligatoria eccessivamente onerosa, gravosa; se tale attesa non sia troppo lunga per procedere all’iniziazione, ovvero alla prima tappa; se sia giusto far attendere così tanto il catecumeno; se non possa essere sufficiente verificare in poco tempo le sue disposizioni e la sua conoscenza degli elementi di base della Dottrina della Fede, nell’ambito di poche interrogazioni».

«Qualora nell’ambito di queste poche interrogazioni, emergesse con chiarezza, dinanzi al sacerdote, sia la sana volontà del catecumeno di essere incorporato a Cristo e alla Sua Santa Chiesa sia la sua conoscenza sostanziale di quanto chiede alla Chiesa di Dio – proseguiva la nostra lettera – non si potrebbe, e dovrebbe, permettergli immediatamente l’accesso alla Grazia santificante del Battesimo?!».

La nostra raccomandata, proseguiva così: «Stanti queste premesse – e premessa altresì la nostra volontà di non fare processi ad alcuno (e men che mai processi alle intenzioni) ma soltanto di avere chiarezza – poniamo alla Sacra Congregazione i seguenti quesiti: quale sia il fondamento normativo di questo obbligo di tale determinato cammino di preparazione che va da uno a tre anni, che è stato richiesto al catecumeno quale condizione “sine qua non” per ricevere il Sacramento;

se, laddove non vi fosse fondamento indiscutibile in una normativa specifica, tale condizione obbligatoria possa considerarsi valida, vista la volontà esplicita del Capo Invisibile del Corpo Mistico. Sarebbe giusto dogmatizzare – e dunque rendere vincolante per tutti e per ciascuno, prescindendo dalle peculiarità del singolo – un eventuale Piano pastorale, ovvero far assurgere al livello di un assoluto quello che sembrerebbe dover essere semplicemente uno strumento operativo e non quasi un nuovo dogma?;

se son possano essere sufficienti poche, essenziali, sostanziali, interrogazioni del catecumeno, dinanzi al sacerdote, dalle quali emerga con chiarezza sia la sana volontà del catecumeno di essere incorporato a Cristo e alla Sua Santa Chiesa sia perciò la sua volontà di adesione alla Verità rivelata, con sufficiente conoscenza della stessa;

come debba comportarsi il catecumeno con tale autorità ecclesiastica che – dichiara – “reiteratamente non mi accoglie” relativamente alla situazione in oggetto e se vi sia una via più breve che gli consenta, in breve tempo, di accostarsi al Sacramento del Battesimo».

La nostra lettera si concludeva così: «In fiduciosa attesa di una sollecita risposta, da figli umili e devoti di Santa Romana Chiesa, porgiamo i nostri più ossequiosi saluti e le nostre ferventi preghiere per il Santo Padre e per i membri delle Congregazioni vaticane chiamati a svolgere sì delicato compito. Che la Madre di Nostro Signore Gesù Cristo, la Beatissima Vergine Maria Vi guidi e ci guidi sempre fino all’ora della nostra morte».

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Attendemmo due mesi – i tempi canonici – ma ancora nessuna risposta. Inviammo così un sollecito, il 19/11/12, ancora a mezzo raccomandata a. r. (vedi foto), ma… ad oggi (trascorsi dunque più di 4 mesi) ancora nessuna risposta da parte vostra, Eminenze ed Eccellenze reverendissime che lavorate presso le Congregazioni vaticane per la Dottrina della Fede e per la Disciplina dei Sacramenti.

Giunti a questo punto, non possiamo che pregarVi pubblicamente, mediante questa lettera aperta, di fornire un’adeguata risposta e, parimenti, una soluzione che consenta al giovane ben intenzionato di accostarsi al Sacramento del Battesimo quanto prima possibile, ove possibile. Riguardo al primo, terzo e quarto quesito, anche per conoscenza personale, attendiamo, con filiale fiducia, delucidazioni da parte della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti. Quanto al secondo, invece, con altrettanta filiale fiducia, preghiamo la Congregazione per la Dottrina della Fede di fornirci una risposta.

Eminenze, Eccellenze, rispondeteci!

FRANCESCO BERNARDINI  
Presidente del Circolo Ragionar cattolico

DIEGO VANNI
Segretario

Guasticce, 21 gennaio 2013

18 commenti:

Marco P. ha detto...

Vedere a questo link
http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=851:la-grazia-della-conversione&catid=35&Itemid=123

Non so quanto tempo abbia richiesto l'iter per questa conversione.

Anonimo ha detto...

parli con la FSSPX. NON PERDERANNO TEMPO.

Areki ha detto...

Venga nella mia Parrocchia e sarà battezzato senza perder tempo....

Cesare Baronio ha detto...

Questi burocrati della setta conciliare devono aver capito che il giovane aspirante al Battesimo vuole ricevere un Sacramento che lo incorpori nella Chiesa Cattolica. Il loro temporeggiare è indicativo di un dubbio di fondo, o forse di una triste consapevolezza: non è a loro che il giovane deve rivolgersi, perché essi ritengono di non esser ministri idonei in quanto appartenenti alla nuova chiesa conciliare. Un caro amico francese, desideroso di convertirsi dall'Islam alla vera Fede, ha dovuto mendicare il Battesimo per mesi, e si è infine persuaso a ricorrere alla Fraternità San Pio X, che glielo ha amministrato secondo tutti i crismi. Il parroco, doverosamente informato, si è lamentato di questa fretta, allegando che sarebbe stato molto più "utile" se il giovane si fosse dedicato al dialogo interreligioso in quanto mussulmano, anziché mettere in imbarazzo la diocesi di Parigi con una conversione...

Anonimo ha detto...

Mi spiace aver censurato, ma non riesco ad accettare espressioni come la "setta conciliare" o la "setta romana", pur se condivido la consapevolezza della gravità dell'ora che viviamo.

In questo caso, nel temporeggiamento è coinvolto anche L'Istituto Cristo Re di Livorno, che evidentemente -devo pensare- si è voluto adeguare.

Purtroppo, il caso segnalato da Baronio non credo sia un caso limite. I sacerdoti secondo il cuore del Signore ci sono, ma sono la minoranza, ormai...

Anonimo ha detto...

Non sapevo che il catecumenato fosse una perdita di tempo!

Anonimo ha detto...

Nessuno ha detto o pensa che il catecumenato sia una perdita di tempo.
Ma evidentemente è una preparazione riservata a chi non ha nemmeno i rudimenti della Fede e credo che ci sia caso e caso...

La persona che esprime questo desiderio così forte evidentemente sa cosa chiede e ha tutta l'intenzione di proseguire nel cammino di fede. Tra l'altro sembra avere un punto di riferimento nel gruppo dei nostri amici tradizionisti di Livorno. Ed è altrettanto evidente pensare che un sacerdote da lui interpellato possa e debba avere la capacità di discernere il caso e decidere di conseguenza se ci sono i presupposti per non applicare regole burocratiche.

Il problema è che ci sono realtà ecclesiali che ti danno la 'patente' di cristiano-adulto dopo trent'anni di cosiddetto neo-catecumenato con tappe e passaggi iniziatici di conio giudeo-luterano-gnostico... questa è la nostra Chiesa, oggi!

Amicus ha detto...

Cara Mic, è vero che il termine 'setta' è duro, ma è del tutto adeguato.
Papa San Pio X, nella parte iniziale del suo Motu proprio ‘Sacrorum Antistitum’ (1-9-1910), definisce i modernisti "clandestinum foedus", una "società segreta", e dunque una setta:
“Riteniamo che nessuno dei Vescovi sia all’oscuro del fatto che i modernisti, una pestifera genìa di uomini, dopo che l'enciclica ‘Pascendi Dominicis gregis’ ha tolto loro la maschera, non hanno abbandonato i loro propositi di turbare la pace nella Chiesa. Infatti essi non hanno smesso di ricercare nuovi adepti e di riunirli in una società segreta, e con questi inoculare nelle vene della società cristiana il veleno delle loro opinioni …”
Il termine di setta è dunque perfettamente adeguato anche per la congrega dei 'nouveaux théologiens' da cinquant'anni al potere nella Chiesa, veri eredi dei modernisti dell'epoca di Papa Sarto.
Quanto al Battesimo, esso non ha molto senso per la setta in questione, visto che - come sosteneva Karl Rahner, autorevole membro della setta in questione, con la sua teoria dei 'cristiani anonimi' - la grazia non sarebbe mai stata perduta col Peccato originale, e dunque ogni uomo sarebbe già cristiano, per il semplice fatto di essere uomo...

Anonimo ha detto...

Dalla catechesi del Papa di oggi:

... Così, “il peccato iniziale intacca e ferisce la natura umana” e “l’uomo da solo non può uscire da questa situazione”. Solo se Dio “viene a noi e ci tende la mano con amore, le giuste relazioni possono essere riannodate” e questo “avviene in Gesù Cristo, che compie esattamente il percorso inverso di quello di Adamo: mentre Adamo non riconosce il suo essere creatura e vuole porsi al posto di Dio, Gesù si abbassa, diventa il servo, per rimettere in ordine le relazioni con Dio”.
E “la Croce di Cristo diventa il nuovo albero della vita”.

Cesare Baronio ha detto...

Mia cara Mic,
io uso espressioni forti e provocatorie, ma il tempo della pazienza è ormai finito. Se non ci prepariamo alla grande tribolazione rischiamo di finire tutti vittima dei raggiri di questi personaggi squallidi che infestano la Chiesa. Sono una setta, certo: ma non sostituiscono la vera Chiesa, che nonostante tutto - per le promesse di Nostro Signore - non verrà mai meno. Ma è doloroso vedere che tra quanti la mandano a morte sul Calvario ci sono tanti nuovi Caifa che in altri tempi avremmo preferito vedere nei panni del Cireneo...

Circolo Ragionar cattolico ha detto...

Ciò che a noi del Circolo Ragionar cattolico pare assurdo è la non risposta delle Congregazioni vaticane. Possibile che l'umile Circolo Ragionar cattolico sia in grado di mettere in difficoltà delle Congregazioni vaticane?! Se non è così, perché non hanno risposto?! Nella lettera spedita nel settembre scorso, ponevamo alla Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti e alla Congregazione per la Dottrina della Fede i seguenti quesiti:

1 quale sia il fondamento normativo di questo obbligo di tale determinato cammino di preparazione che va da uno a tre anni, che è stato richiesto al catecumeno quale condizione "sine qua non" per ricevere il Sacramento

2 se, laddove non vi fosse fondamento indiscutibile in una normativa specifica, tale condizione obbligatoria possa considerarsi valida, vista la volontà esplicita del Capo Invisibile del Corpo Mistico. Sarebbe giusto dogmatizzare – e dunque rendere vincolante per tutti e per ciascuno, prescindendo dalle peculiarità del singolo – un eventuale Piano pastorale, ovvero far assurgere al livello di un assoluto quello che sembrerebbe dover essere semplicemente uno strumento operativo e non quasi un nuovo dogma?

3 se son possano essere sufficienti poche, essenziali, sostanziali, interrogazioni del catecumeno, dinanzi al sacerdote, dalle quali emerga con chiarezza sia la sana volontà del catecumeno di essere incorporato a Cristo e alla Sua Santa Chiesa sia perciò la sua volontà di adesione alla Verità rivelata, con sufficiente conoscienza della stessa

4 come debba comportarsi il catecumeno con tale autorità ecclesiastica che – dichiara – “ reiteratamente non mi accoglie” relativamente alla situazione in oggetto e se vi sia una via più breve che gli consenta, in breve tempo, di accostarsi al Sacramento del Battesimo

E' così difficile (problematico?) rispondere?! Pare di sì. E da Oltretevere tutto tace. Ancora, dopo quasi un semestre. Probabilmente, come accennava qualcuno, la questione è problematica alla radice (dottrinale)! E, nella fattispecie, sarebbe problematica - crediamo - questa nostra domanda:
"Sarebbe giusto dogmatizzare... etc (vedi sopra)".

Circolo Ragionar cattolico ha detto...

Riportiamo un brano dell'editoriale del nostro mensile sulla questione in oggetto:

"l’atto del camminare è fine a sé stesso o è finalizzato al raggiungimento di una meta?! In altre parole; si cammina per camminare o per arrivare da qualche parte?! Può sembrare una formulazione retorica e pretestuosa tanto da esser scontata la risposta, ma in realtà… Retorico lo sono senz’altro, pretestuoso, no. Perché la “dogmatizzazione” dello strumento operativo se tale è – se non è così le Congregazioni ce lo dicano! – è, nel caso specifico, la “dogmatizzazione” del cammino, forse, talvolta, per autocompiacimento del prete che si vede venire qualcuno “a lezione”. Io, francamente, non capisco la logica! Non si può chiamare il giovane in questione e chiedergli: «Cos’è la Trinità?»; «Cos’è l’Incarnazione»; «Chi è Dio?»; «Cos’è l’Eucarestia?»; «Perché ti vuoi battezzare?»; «Cos’è il Battesimo?», etc?! Se questi dà tutte le risposte corrette; se manifesta una sana volontà di incorporazione a Cristo e alla sua Santa Chiesa Cattolica perché deve ripetere un cammino che ha già fatto?! Giusto per camminare (fine a sé stesso)?! Se la meta è già raggiunta… Ad ogni modo, posso anche sbagliarmi. Me lo si dica! Francamente, ciò che non riesco a comprendere è la non risposta. Ecco, questa è una cosa che non comprendo, mai. La lettera del Circolo conteneva assurdità?! Non credo, onestamente, anche perché conteneva domande, essenzialmente, quindi… Ad ogni modo – come non detto! – conteneva assurdità?! Le Congregazioni possono benissimo dircelo (scrivercelo)! «Caro Circolo Ragionar cattolico, sbagli perché… perché… perché…». In maniera argomentata, compiuta".

(Dall'editoriale di Diego Vanni su "La voce cattolica" - Edizione n° 24 di Gennaio 2013)

Chi vuole approfondire e/o ricevere il pdf del nostro mensile (che dedica ampio spazio, questo mese appunto, alla questione), scriva a segretario@ragionarcattolico.it

Due "pillole" per concludere:

1 Ma il Sacramento non ha una sua efficacia propria?! Non è che ci si pecca di (troppo) affidamento umano, credendo che il prete con le sue "lezioni" possa fare di più della stessa Grazia sacramentale?!

2 Ma siamo sicuri, visti i tempi che corrono, che, a seconda di chi è il prete, il catecumeno venga rafforzato nella fede?! Non è piuttosto che questo "cammino" - col don Gallo di turno - la fede gliela fa perdere al catecumeno?!

Anonimo ha detto...

Milanese dice:

Mic,

non è proprio necessario scrivere alle Congregazioni romane per conoscere il fondamento dell'obligo per il catecumenato.

Basta leggere qualsiasi commentario sul CIC 1983, sotto can. 851:

Là si troveranno che Sacrosanctum Concilium 64-66 e il decreto Ad Gentes 14, prevede il catecumenato, poi

Ordo initiationis christianae adultorum (1972) specifica il percorso.

Comunque, anche se le Conferenze episcopali specificano l'applicazione (cf. Pastroalis actio 4, 5--AAS 72 (1980) 1138-40, l'ordinario del luogo ha l'autorità per metterli in pratica secondo SC 64.

per le condizione requisite per un adulto battezando, vede can. 865, che tra altri richiede che la prova del catecumenato è per dimonstrare la stabilità di intenzione di praticare le virtù christiane...

Si deve capire anche che il parrocco ha l'obbligo di can. 843 § 1...quindi

purtroppo non sembre nessun can. che specifica la facoltà del parrocco o del ordinario di dare dispensa delle norme che riguardono l'obbligo di entrare il catecumenato...la lungezza del quale non è specificata nel Codice

Lefebvriano ambrosiano ha detto...

L'ebreo Alfonso Ratisbonne ricevette il battesimo pochi giorni dopo averlo chiesto.
Che disgrazia che all'epoca non ci fossero sacrosanti concili, direttorii di catecumenato ed altre amenità. Certo, al suo caso si interessarono dei cardinali di Santa Romana Chiesa che lo esaminarono ed indirizzarono. Evidentemente oggi gli stessi hanno ben altri interessi che la salvezza delle anime.
A margine, ricordo che don Sandmark, ex pastore luterano svedese, si è vista rifiutare la conversione da ben due vescovi di Stoccolma! Poi, grazie al Cielo, ha ricevuto l'ordinazione dalla Fraternità S. Pio X, dopo regolare abiura e completamento di formazione.
Il giovane in questione, dunque, contatti con urgenza il Priorato di Albano.
Auguri al prossimo nuovo fratello.

Anonimo ha detto...

Mic ha detto:
"Nessuno ha detto o pensa che il catecumenato sia una perdita di tempo."
-----
Beh invece si:
parli con la FSSPX. NON PERDERANNO TEMPO.

Venga nella mia Parrocchia e sarà battezzato senza perder tempo....
___________

Comunque, oltre ai documenti già citati dall'anonimo delle 1:54, il CCC dice:
Il catecumenato, o formazione dei catecumeni, ha lo scopo di 1230
permettere a questi ultimi, in risposta all’iniziativa divina e in unione
con una comunità ecclesiale, di condurre a maturità la loro conversione
e la loro fede. Si tratta di una formazione « alla vita cristiana » mediante
la quale « i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro Maestro.
Perciò i catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza
e alla pratica delle norme evangeliche, e mediante i riti sacri, da
celebrare in tempi successivi, siano introdotti nella vita della fede, della
liturgia e della carità del popolo di Dio ».40
1249 I catecumeni « sono già uniti alla Chiesa, appartengono già alla 1259
famiglia del Cristo, e spesso vivono già una vita di fede, di speranza e
di carità ».41 « La Madre Chiesa, come già suoi, li ricopre del suo amore
e delle sue cure ».

Quindi è chiaro. Inoltre il catecumeno fa già parte della Chiesa e se per caso dovesse morire prima del battesimo, riceverebbe il battesimo di desiderio.

Perché per tante cose state attenti alle virgole e in questo caso parlate semplicemente di adempimenti burocratici?

Un ultimo appunto: con il tempo passato a scrivere lettere, attendere risposte e scrivere solleciti, questo bravo ragazzo sarebbe già a buon punto del suo catecumenato.

Lefebvriano ambrosiano ha detto...

Aggiungo un'altra considerazione che credo importante:
prima, salutando il catecumeno in questione, l'ho chiamato prossimo nuovo fratello, commettendo, purtroppo un errore. Questo giovane ha già ricevuto, nel frattempo, il battesimo di desiderio esplicito, che sarebbe stato già confermato dalla celebrazione del sacramento, se vivessimo in tempi normali.
Io mi preoccuperei di più per tutti quei falsi pastori che, quando compariranno là dove compariremo tutti, dovranno rispondere dei battesimi ritardati o non amministrati, delle conversioni negate per scopi ecumenici ed altre pacchianate di questo stile.
L'anima, l'anima, ma costoro ci credono ancora? Sanno che bisogna salvarla? Sanno che sulle anime a loro affidate essi hanno delle responsabilità? Io tremo al solo pensiero di essere responsabile di una sola anima, come possono costoro agire così con leggerezza con delle anime che vogliono vivere unite a Nostro Signore?

Marco P. ha detto...

Il battesimo si fa attendere mesi, e mesi, e mesi.
La confessione è in pieno abbandono (chiese senza confessionali) e ridotta a puro colloquio psicologico con il prete, vis-a-vis (faccia a faccia, seduti l'uno in fronte all'altro).
Quindi i sacramenti dei morti non si vogliono amministrare, quindi si vogliono tenere i morti nel loro stato.

La comunione invece viene data a cani e porci, sulle mani che poco prima hanno stretto altre mani che a loro volta chissà cos'anno toccato; sulle mani su cui restano piccole parti dell'Ostia consacrata nelle quali c'è tutto Nostro Signore, in tutta la Sua Sostanza Divina, e che finiscono chissà dove.

L'estrema unzione viene amministrata di routine e frequentissimamente e si
chiama ora unzione degli infermi.

Il matrimonio viene celebrato anche tra cattolici ed atei.

.......

Continuate voi.

Bernardini Francesco ha detto...

Nel ringraziare tutti gli amici che sono intervenuti sul blog per partecipare all’interessante discussione sul caso che come Circolo Ragionar Cattolico abbiamo posto alla attenzione della Gerarchia, vorrei porre in risalto alcuni aspetti della vicenda che riguarda il nostro amico catecumeno. Ci sembrava giusto prenderci a cuore il caso perché trattasi di un amico e perché la persona si è rivolta a noi per ricevere un aiuto. Purtroppo non abbiamo risolto il problema, anche se dai commenti mi sembra si aprino buone prospettive, abbiamo semplicemente fatto quello che siamo stati in grado di fare ovvero sollevare il problema laggiù dove speravamo di ricevere risposte. Purtroppo, per molte vicende già vissute, ci è assolutamente impedito di colloquiare con la gerarchia locale che già numerose volte ha ricevuto da noi richieste di aiuto, anche per situazioni gravissime, senza che avessimo mai una minima risposta. Qualcuno mi dice spesso che i sacerdoti ed i vescovi non sono tenuti a rispondere alle nostre richieste di aiuto o chiarimento ed oggettivamente, a rigor di logica, non lo sono, ma così facendo si espongono a facile critiche da parte dei fedeli; cosa pensereste di un medico che si rifiuta di visiatare un ammalato ? Che si rifiuta di rendersi conto di che cosa si tratta ? Non esiste il reato di mancanza di soccorso ? Purtroppo, anche in questo campo, i nostri pastori (ovviamente generalizzo) hanno preso il peggio dal mondo: occuparsi dei casi propri senza pensare a coloro ai quali debbono un “servizio”. Se questo è grave nella società civile, nella politica etc … è addirittura gravissimo quando a farlo sono coloro (i pastori) ai quali NSGC ha affidato la cura delle nostre anime. La domanda, provocatoria, è : “per favore smettete di perdere tempo nel fare le cose che non vi riguardano direttamente per catturare consensi a buon mercato; tornate a curare le nostre anime e soprattutto di quelli che voi ritenete i peggiori del gregge … “
Bernardini Francesco
Presidente del Circolo Ragionar Cattolico
(uno dei peggiori del gregge)