Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 14 febbraio 2013

Una scommessa soprannaturale

Nota a firma di Pietro De Marco uscita il 12 febbraio sul supplemento fiorentino del “Corriere della Sera”, da me ripresa da Settimo cielo. Un'analisi di tutto rispetto, che merita diffusione e condivisione. Da tenere ben presente soprattutto per inquadrare nelle giuste coordinate i possibili riverberi di interpretazioni "moderniste" della drammatica abdicazione di Benedetto XVI, già ufficialmente esternate senza remore dall'arcivescovo di Parigi e da quello di Lisbona, il quale ha dichiarato :
  1. che il gesto del Papa è guidato dallo spirito del Vaticano II e 
  2. che si tratta di un passo in più nel "rinnovamento" della Chiesa promosso da quel Concilio, 
  3. che il carattere permanente del papato non è più intoccabile e 
  4. che è finito il contesto che lo considera un ufficio a vita. 
Sostanzialmente essi mettono sul papato, ridotto ad una funzione, un'ipoteca a nome del concilio Vaticano II, che non potrà che rafforzare il processo di auto-secolarizzazione imboccato dalla Chiesa, compresa la considerazione che se il Papa può dimettersi (e quindi viene rovesciata al vertice supremo una prassi secolare), diventa possibile che anche altre prassi secolari possano nello stesso modo essere rovesciate nella compagine ecclesiale, aprendo la strada ad ulteriori rivoluzionarie innovazioni. Occorrerebbe una brusca inversione di rotta...

Nella “complexio oppositorum” cattolica, ovvero nella coerente articolazione di opposti che caratterizza la Chiesa nella sua esistenza piena (umana e divina, individuale e sociale, istituzionale e carismatica, in terra e già in cielo), è contenuta anche la potestà del vescovo di Roma, figura rappresentativa del mistero della chiesa Corpo di Cristo e persona fisica titolare di un ministero di governo universale. Ministero “razionale”, perché ordinato come ogni autentico esercizio potestativo a degli effetti, valutabili nell’ordine dei fini di quel Corpo.

Certamente, il “bene della Chiesa” non è agevole da definire; è necessario capire cosa divengano istituzione e governo quando operano, sul crinale del naturale e del sovrannaturale, per i fini ultimi, la salvezza delle anime, come ricorda ancora, nella sua capacità di dire l’essenziale, il diritto canonico.

Ora la impressionante decisione di Benedetto XVI va intesa, a mio avviso, su questo crinale. Da un lato la memoria recente di un corpo carismatico, quello di Karol Wojtyla, portatore fino all’ultimo attimo (e oltre, fino alle esequie), di una autorità e di una grazia che sovrastano in guadagno soprannaturale ogni criterio di efficienza di governo. Dall’altro la previsione razionale – come intimamente razionale è la Chiesa cattolica – di dissesti nel governo centrale, in nome e in vece del papa malato.
Wojtyla optò, in coerenza con la sua geniale azione pubblica, per la forza evangelizzante del “corpo del papa”.
Joseph Ratzinger opta, in coerenza col suo affidamento all’agire discreto e riflesso, per l’esigenza di una integrità “naturale”, per l’integrità del papa, dunque per un successore. Il rischio di far mancare alla Chiesa i doni di grazia di un governo condotto sotto il segno della estinzione di  “vigore sia del corpo sia dell’animo”, non gli appare superiore a quello, razionalmente probabile,  di mettere a repentaglio la barca di Pietro.
Così, rispetto a Wojtyla, Ratzinger adotta un altro percorso nella “complexio” cattolica, un opposto giudizio su ciò che il momento mondiale ed ecclesiale richiede.

L’interpretazione “moderna” di questo atto, di certo meditato e preparato, è legittima, ma non considera da quanti secoli il diritto della Chiesa abbia riflettuto sulla figura del pontefice. Qui appare quanto la modernità occidentale debba alla Chiesa cattolica, non viceversa.

Ma l’interpretazione “moderna” contiene anche un pericolo, più interno alla Chiesa che esterno: concepire d’ora in poi la rinuncia all’ufficio come una nuova prassi che imponga  di fatto le dimissioni al pontefice malato o di “provecta aetas”, di età troppo avanzata.

Alla libera decisione, la sola validante l’atto e che esclude pentimento, una prassi del genere sostituirebbe un vincolo, spezzando la verità cattolica del duplice opposto percorso, il carismatico e il “razionale”, e privilegiando una concezione del pontefice moderna in senso deteriore, perché subalterna ad un canone di semplice efficienza amministrativa.

Questo, si badi, è fatto per piacere a chi desidera, entro e fuori la Chiesa, declassare il primato carismatico del vescovo di Roma a circoscritta funzione, e porlo sotto il giudizio di terzi, dai medici ai curiali ai vescovi. In sé, invece, cioè nei termini obbliganti del diritto divino, il giudizio di idoneità del suo vicario è solo di Cristo.

Benedetto XVI ha voluto provvedere all’effettività del pieno esercizio del primato,  non a un suo indebolimento. E anche lui ha affidato a una superiore protezione il bene della Chiesa, con un rischio simmetrico a quello che Wojtyla volle correre.

Dopo l’annuncio delle dimissioni ho ricevuto telefonate disorientate, direi angosciate; il papa ci lascia, in una situazione del mondo e della Chiesa drammatiche, situazione in cui egli era, nella peculiarità di Ratzinger, il punto di resistenza, insostituibile. L’azione potentemente correttiva, medicinale, di mezzo secolo di erramenti, era affidata alle decisioni del papa; ora passa nelle imponderabili mani del prossimo conclave e del futuro pontefice!

La posta in gioco, per quanto attiene al giudizio umano, è enorme. Penso questo: come il sovrano rischio di Giovanni Paolo II di governare la chiesa col suo essere sofferente ha ottenuto il miracolo di papa Benedetto, così quello, altrettanto radicale, di Benedetto di riconsegnare la Chiesa e la propria missione a Cristo perché ne dia il peso ad un vicario integro, otterrà un altro pontefice alla misura della storia.
Pietro De Marco

18 commenti:

renovatio ha detto...

Chissa perché -qualcuno di voi lo ha notato?- in quest'occasione,non sento affatto accennare in giro al modo di dire proverbiale "L'eccezione conferma la regola."

(Eppure fa parte del patrimonio di senso comune di moltissime persone.)

rafminimi ha detto...

Raccomando alle vostre preghiere l'anima benedetta dell'editore Fabio de Fina. Insigne figura di cattolico militante, in prima fila nella lotta per la Tradizione. Dopo una lunga malattia, si è spento questa mattina. Noi tutti che abbiamo imparato ad apprezzarne l'impegno, partecipiamo al dolore della famiglia e piangiamo la prematura scomparsa:

http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=235273%3Aeffedieffe-piange-la-morte-del-suo-editore-&catid=23&Itemid=142

renovatio ha detto...

[Nota di colore, mentre si parla di due simpatiche Eminenze nel post.. Ieri alla Messa delle Ceneri in San Pietro, erano visibili, uno affianco all'altro, le Eccellenze Marini Guido e Roche Arthur. Marini pareva alquanto "elato"..]

Andrea ha detto...


che il gesto del Papa è guidato dallo spirito del Vaticano II e
che si tratta di un passo in più nel "rinnovamento" della Chiesa promosso da quel Concilio,
che il carattere permanente del papato non è più intoccabile e
che è finito il contesto che lo considera un ufficio a vita.

E' perfettamente quello che pensa Ratzinger. Non lo scrivi, facendo finta che Ratzinger abbia agito con altri scopi. A differenza del tizio che citi, BXVI ha anche scritto queste cose, e quando le ha proposte a GPII, si è beccato una bella ramanzina ed è tornato a cuccia. Continuiamo, cara Mic, il gioco delle tre carte?

Andrea ha detto...

Mi unisco al cordoglio per la morte del coraggioso editore Fabio de Fina, che con la sua vita ha dimostrato di amare la Verità più di ogni altra cosa.

Anonimo ha detto...

in effetti...: http://it.gloria.tv/?media=399239

E speriamo che la chisa di de marco si avveri!

Anonimo ha detto...

il papa sta aprlando a braccio ai preti di Roma e vin fuori tutto il suo pensiero sul concilio....soggetto Chiesa....tradizione vivente....etc... e allora questa rinuncia, indotta o meno....è in linea con suo pensiero

Anonimo ha detto...

FATTI E PAROLE, ovvero...
usciamo dalle frasi ad effetto.
Che significa "a misura della storia" ?

chi può stabilire, e con quali criteri se il papa uscente è stato "a misura della storia", più di altri papi che hanno portato fino in fondo l'onere-onore del pontificato, in qualunque travaglio fisico e morale ?

(cfr.: fu vera gloria ? ai posteri l'ardua sentenza)

come il sovrano rischio di Giovanni Paolo II di governare la chiesa col suo essere sofferente ha ottenuto il miracolo di papa Benedetto, così quello, altrettanto radicale, di Benedetto di riconsegnare la Chiesa e la propria missione a Cristo perché ne dia il peso ad un vicario integro, otterrà un altro pontefice alla misura della storia.
......................
spiegatemi per favore:

come si fa a paragonare il gesto di uno che accetta la Croce a quello di uno che vi si sottrae, e dire che sono di pari qualità/dignità o "radicalità" e consimili fumose espressioni, (radicalità = ovvero? atto traumatico, allora siamo d'accordo, ha scioccato il mondo, MA non è detto che si tratti un bello-buono-santo shock); valutazioni dettate da sentimenalismi personali, che non descrivono il fatto per quello che è nella concretezza: il timoniere che abbandona il timone ?

potenza d'inganno che falsa parole e concetti, influenzando le coscienze, pilotandole verso varie e ingannevoli interpretazioni dei fatti storici.....
E allora ogni giudizio è lecito, ognuno può esprimere il proprio rispettabile.
Qual è il giusto giudizio sull'atto e sul fatto ?
Ci vuole un Giudice SUPER partes.

Anonimo ha detto...

E' perfettamente quello che pensa Ratzinger. Non lo scrivi, facendo finta che Ratzinger abbia agito con altri scopi. A differenza del tizio che citi, BXVI ha anche scritto queste cose, e quando le ha proposte a GPII, si è beccato una bella ramanzina ed è tornato a cuccia. Continuiamo, cara Mic, il gioco delle tre carte?

Lo scrivo quando mi rendo conto che vien fuori in tutta la sua drammatica certezza. Perché non ti risparmi gli insulti? Ci prendi gusto forse? Non capisci che navigo a vista a non ho certezze incrollabili e non mi piacciono i "giochi al massacro" nei confronti delle persone?
Se poi una cosa risulta evidente, allora la riconosco punto.
I tuoi commenti acidi valli a depositare altrove.

Anonimo ha detto...

...in effetti il teolo Ratzinger pensa così.
Poco fa si è concluso l'incontro con il clero romano. Sarebbe interessante averne un'analizi...
Ora sta venendo fuori il vero concilio, terminando un concilio virtuale, e su questa strada bisogna continuare. E' sembrato un quasi testamento. La sua missione è stata traghettare la Chiesa, disastrata dal concilio virtuale, verso la sua vera riforma.

renovatio ha detto...

Erratum corrige: intendevo ovviamente non Guido, ma Piero, Marini. Quindi :

[Nota di colore, mentre si parla di due simpatiche Eminenze nel post.. Ieri alla Messa delle Ceneri in San Pietro, erano visibili, uno affianco all'altro, le Eccellenze Marini Piero e Roche Arthur. Marini pareva alquanto "elato"..]

FDF ha detto...

A tutti quelli che danno (o daranno) addosso a Benedetto XVI vorrei ricordare che non ci sono loro a portare il peso del ministero di Sommo Pontefice né il peso di questa scelta drammatica e che è facile facile e piuttosto vigliacco vomitare giudizi comodamente seduti nella propria poltrona al calduccio di casa. Di tali persone mi punge vaghezza che non sarebbero capaci di sollevare nemmeno un millesimo di quel peso, tuttavia sono ben pronti a frustare quelli che il peso lo devono spostare.

Anonimo ha detto...

Ai più dotti di questo blog. Qualcuno ha citato un passo di santa Ildegarda su un cardinale di origine islamica. Sapreste indicare da dove è tratto esattamente il passo?

Anonimo ha detto...

come il sovrano rischio di Giovanni Paolo II di governare la chiesa col suo essere sofferente ha ottenuto il miracolo di papa Benedetto, così quello, altrettanto radicale, di Benedetto di riconsegnare la Chiesa e la propria missione a Cristo perché ne dia il peso ad un vicario integro, otterrà un altro pontefice alla misura della storia.

Presa a sé questa affermazione desta giuste perplessità perché è valida solo nell'ottica che un pontefice - così come ogni persona - si rivela "a misura della storia", solo se risulta "a misura della Storia di Salvezza" che il Signore scrive nel mondo con i Suoi...

Diciamo che in questo senso l'articolo presenta una conclusione monca che l'autore, cristiano, certamente ha dato per scontata nei termini di cui sopra.

Bene, però, il commento che ci permette di completarla.

Amicus ha detto...

In fin dei conti, a questo punto, non è più molto importante discutere su quali siano le idee e le vere intenzioni di Benedetto XVI, sia circa la sua rinuncia sia riguardo al Papato come istiituzione.
Ciò che conta è l'effetto pratico che questo suo gesto ha provocato, e provocherà sempre più: l'aver aperto un varco e fornito un punto d'appoggio al grimaldello che tenterà di far 'saltare' il Papato.
Oggettivamente, è il proseguimento dell'attacco mosso contro il Primato di giurisdizione durante il Vaticano II nella discussione di Lumen gentium, allora fermato solo parzialmente con la 'nota praevia'.
Le forze nemiche in campo sono troppo grandi rispetto al 'piccolo resto' dei cattolici tradizionalisti, a cominciare dalla FSSPX. Certo lotteremo con tutte le forze, ma è sempre più evidente che solo la Madonna potrà salvare la Chiesa. E la salverà.

Anonimo ha detto...

A tutti quelli che danno (o daranno) addosso a Benedetto XVI vorrei ricordare che non ci sono loro a portare il peso del ministero di Sommo Pontefice né il peso di questa scelta drammatica e che è facile facile e piuttosto vigliacco vomitare giudizi comodamente seduti nella propria poltrona al calduccio di casa.

Sono d'accordo. E' per questo che non accetto che si trincino giudizi sommari.

Di certo è che il Papa, oggi, con le sue parole ai parroci, ci ha consegnato l'interpretazione autentica del suo operato e delle sue scelte. Per cui nessuno potrà fare illazioni (o continuare a farsi illusioni, questo mi riguarda, ma verificherò meglio) e potremo partire da lì.

E' comunque tempo di vedere dove ci sta portando questo atto e come sarà gestito e interpretato da chi poi avrà il potere di governare la Chiesa. Dal discorso di stamane purtroppo dovremmo aspettarci un "governo collegiale", di conio modernista, che cozza non l'istituzione divina del Papato e l'investitura di Pietro...

E' tutto ancora da verificare negli ulteriori sviluppi, che tuttavia partono da premesse già non "in continuità", che saprò meglio delineare da un esame meditato del discorso ai parroci. Ma continuiamo a rimanere vigili e in preghiera, in attesa di quel che il Signore vorrà o permetterà!

FDF ha detto...

@mic
Sante parole, cara mic. Non riesco a trovare il discorso ai parroci in video.. a parte qualche stralcio. Sai indicarmi un link?

Anonimo ha detto...

Ho visto adesso che hanno messo il video sul sito della Santa Sede

http://www.radiovaticana.va/player/index_fb.asp?language=it&tic=VA_85HT31RZ