Trovandosi ad Aosta la sera dello scorso sabato 8 marzo 2014, una mia amica ha pensato bene di andare alla Santa Messa nella chiesa più bella di tutta la Val d'Aosta. Mal gliene incolse! Una cosa da mettersi le mani nei capelli e urlare dal dolore.
Il presbiterio, separato dalla navata da uno splendido jubé medievale (balaustra e archi) è diventato il palcoscenico per un prete voglioso di dar spettacolo (come al solito, le chiese più tradizionali finiscono sempre misteriosamente in mano ai preti più modernisti).
Sulla colonna a destra era appeso un cartone colorato di forma tondeggiante con una enorme freccia appiccicata sopra. All'omelia il celebrante-presentatore ha chiamato un ragazzino per fargli girare la freccia sul "tempo di quaresima" e leggere cosa c'è scritto. Evidentemente le liturgie oggi hanno bisogno della Ruota della fortuna.
Prima della celebrazione c'era il solito attivista da oratorio che "provava i canti" coi ragazzi facendo una caciara pazzesca. Ora, chi entra in chiesa per la messa, dovrebbe avere il diritto di prepararsi in silenzio e in preghiera, e invece lì c'era un tizio col suo microfonozzo che voleva mettersi evidentemente in mostra, tanto più di fronte ad una folta assemblea di spettatori...
I canti, appunto. Canti "liturgici", perbacco, di quelli che si fanno con la chitarra menando violente pennate di plettro zumpappà-zumpappà. Ebbene, per uno di quei canti, l'attivista da oratorio dice: «ecco, questo canto... siccome siamo in Quaresima dobbiamo essere più sobri... quindi stavolta in questo canto non usiamo le mani». Sic. Voleva semplicemente dire che così come a Natale vige l'ipocrita "siamo tutti più buoni", allora in quaresima vige l'ipocrita "siamo tutti più tristi". Senza "usare le mani", perbacco. E no, non era l'alleluia delle lampadine e nemmeno l'acquasiamonoi-clap-clap... Ma come sarebbe a dire «non usiamo le mani perché siamo in quaresima»? Noi cattolici "non usiamo le mani" perché siamo in chiesa, punto!
Il celebrante durante tutta la Messa non è stato né all'altare (tranne alla consacrazione) né all'ambone (una volta c'era l'altare "versus Deum", poi c'è stato "versus populum", e ora l'altare è diventato "versus deretanum", proprio alle spalle del prete). Come un presentatore televisivo ciondolante sul palcoscenico, distribuiva sorrisi e afferrava il microfono (quello col palo di sostegno) per piazzarsi fuori dal presbiterio a fare il suo spettacolo. Per dare a vedere di esser ganzo, ostentava le orazioni a memoria, senza guardare il messale (solo in un caso ha chiamato una chierichetta per farsi tenere il messale). Il messale, infatti, ormai lo guardano solo i preti che non vogliono inventare nulla...
Non parliamo poi della patetica "presentazione dei doni", cioè la sfilata di tre ragazzine sui 10-12 anni da un lato della navata allo jubé, con apposito sottofondo musicale chitarresco, solo per portare all'altare ampolline e ostie... Il peggio però doveva ancora venire.
Finalmente al Sanctus il prete si avvia verso l'altare. Partito il Sanctus schitarrato, indovinate cosa fa il prete? Tamburella con le dita sull'altare. E dopo il Mysterium fidei, indovinate cosa fa? Gesticola, muove mani e braccia casualmente, "anima" le formule liturgiche con quei gesti bizzarri.
Per la benedizione conclusiva torna ovviamente fuori dallo jubé, portandosi il microfono e tutto il piedistallo e il cavo penzoloni. Ovviamente per uno spettacolo del genere ci vuole il Gran Finale e un pizzico di improvvisazione. E sabato scorso era l'8 marzo (che è una ricorrenza liturgica inventata dai comunisti). Indovinate cosa poteva dire il presidente dell'assemblea?
«Bene, adesso do la benedizione... diamo la benedizioni a tutti e ALLE DONNE IN PARTICOLARE... a tutte le donne... a tutte le donne, alle ragazzine, alle giovani, alle madri, alle nonne, e anche alle donnine... no, be', cioè... con tutto il rispetto... bah, alle donnine no...»
Pegio el tacòn del buso! (la toppa fu peggio del buco!): ha fatto la gaffe nel dire che benediva le donne l'otto marzo... e ha peggiorato la gaffe nel dire che non benediva le donnine...
Benvenuti nel postconcilio, fratelli e sorelle, benvenuti nel regno eterno della Pastorale dei Giovani. Con preti che celebrano una liturgia così equina, ci domandiamo: che speranza ha la Chiesa di essere ascoltata, se i suoi preti banalizzano la fede e riducono la Santa Messa ad un varieté casereccio?
55 commenti:
Dies venit, dies tua,
In qua reflorent ómnia:
Lætémur et nos in viam
Tua reducti déxtera.
Una domanda: i preti ( in questo caso trovo alquanto improprio il termine "sacerdoti" in quanto "datori del sacro") che organizzano e gestiscono queste pop-liturgie lo fanno scientemente, ritenendo che si tratti dell'unico modo possibile per "agganciare" la gente e specialmente i giovani, oppure lo fanno per ignoranza ? Questo nel senso di persone che, non essendosi fatto l'orecchio alla grande musica sia laica che religiosa nei suoi livelli "alto" e "sublime" ( Beethoven, Bach, Palestrina... ) la ritiene "pesante" per sè e per gli altri, dunque indigeribile e inefficace?
Qual è oggi la formazione del gusto musicale ed estetico nei seminari? Scusate l'apparente classismo ( mio nonno era contadino, niente quarti di nobiltà ), ma continuo a riproporre un'altra domanda collegata: la propensione al pop e al ludico-folk non dipende in gran parte dall'origine sociale dei preti, ormai quasi tutti provenienti dall'Istituto Tecnico prima del Seminario ?
A titolo di esempio, indico il film "Qua la mano" ( 1980 ) con l'episodio del "prete ballerino", reperibile su Youtube ( "venerazioni" individuali danzanti in Chiesa e scorribande notturne in discoteca ) interpretato da Adriano Celentano ( autodefinitosi " il re degli ignoranti", come è noto ).
A me sembra che anche le "Laude" medievali ( nate anche in ambito francescano ), pur costituendo espressioni di musica popolare o composta per adattarsi al gusto popolare, riuscissero a contemperare i livelli dell'"umile " e del "sublime". Ad esempio "Altissima luce co'l grande splendore" oppure "Gloria 'n cielo e pace in terra".
Quanto al battere le mani e a certa gestualità, non si tratta di sfiducia nella possibilità di raggiungere l'anima nella sua zona più intima, quella che si ritrova nella "compunzione" e nella "devozione", aliena dalla gestualità troppo marcata, se non plateale? Viceversa sembra che certi preti vogliano far raggiungere stati d'animo religioso-comunitari soprattutto mandando su di giri il volano della "macchina corporea".
una liturgia così equina,
io direi piuttosto : così satanica senza ritegno......già, ma a questi preti chi svelerà tutto il diabolico sotteso a tale sconcio celebrare? chi spiegherà loro il sommo piacere del demonio nella blasfemia trionfante da essi promossa in nome della creatività liturgica (benedetta dal cv2 ça va sans dire) ? chi glielo spiega che questi omaggi teatrali e sguaiati sono graditissimi a lucifero, che gode nella dissacrazione parossistica sfrenata, del frutto quotidiano di apostasia di cui si nutrono gli sventurati fedeli, pardon....membri dell'assemblea celebrante? (celebrante che? se stessa, mentre crede di rendere culto a Dio)
Viceversa sembra che certi preti vogliano far raggiungere stati d'animo religioso-comunitari soprattutto mandando su di giri il volano della "macchina corporea".
Il solito primato del sentimento sulla ragione e sulla volontà...
Il problema è qui. Ed è difficile risolverlo, finché - a monte - non cambia la tendenza...
Ma non perdiamo la fiducia che il Signore provvede e provvederà.
Continuiamo a custodire, resistere, diffondere. Anche se sembra poco, non abbiamo altro da offrire.
Interessante ma anche contraddittorio ntervento di Socci su Libero gia' pubblicato sul suo profilo Facebook
Giova chiedersi perchè è diventato fuori moda quello che si chiamava "raccoglimento" del corpo, disciplina delle forze mentali e fisiche, col mettere a tacere sia i sensi esterni che interni....morti-ficare il corpo e la sua voglia di distrazione, per poter stare alla Presenza del Signore, che viene a noi solo nel silenzio dell'anima, non nel chiasso, come credono questi sciagurati.
Credo che dobbiamo ancora arrivare al buio pesto dell'inconcepibile bestemmia (quella culminante citata da NSGC), prima di riemergere.....o che ancora ci tocca scendere fino al fondo della china-abisso, fa lo stesso.
Mi fecero assistere ad una schifezza del genere nella basilica bassa di Assisi quando avevo 7 anni. Ebbi la netta impressione che non fosse una Messa. Infatti da solo, zitto zitto, andai a cercarmene un'altra in paese. Purtroppo (o provvidenzialmente)sono incappato in qualcosa di simile nel 2006 sulle colline faentine. Uno show condotto a deretanum appoggiato all'altare allietato da quattro vallette prosperose a destra e a sinistra della star. Da quel giorno, a causa della sofferenza fisica e spirituale provata, cominciai a cercare una Messa coram Deo. Non era facile ma su internet qualcosa cominciava a fare capolino ... Da allora la mia spesa annuale in benzina è aumentata. Salvo casi di forza maggiore, sempre e solo coram Deo.
tra chitarre, mossette del celebrante, istrionismo antiliturgico da mattatore, accenni di ballo e battimani siamo al ritorno del Dionisiaco...e lo sapevamo...
ma pure in Chiesa....
Alla mancanza di fede, o alla sua sovversione, che coinvolge purtroppo molti preti, bisogna aggiungere l'involgarimento del gusto, a partire dalle alte gerarchie. Come rimediare a tutto questo? E' molto, molto problematico. Anche perché la perdita di gusto è un problema generale della società globale, e in particolare di quella occidentale, che a livello globale è poi l'orizzonte di riferimento.
Sottoscrivo quanto detto da Franco e gli rispondo a proposito del gusto estetico nei seminari. Ad un baldo giovane fu detto con disprezzo, già nei primi giorni del primo anno: "ma tu mica sei uno di quelli a cui piace il gregoriano?" Sottinteso: "sarebbe l'immediata fine della tua carriera".
La vita di seminario (su cui scriverò prossimamente con parecchie testimonianze di prima mano) è zeppa di attività fino all'impossibile, ma nessuna delle attività riguarda aspetti concreti della vita sacerdotale; dopotutto i formatori di seminario pensano che a furia di andare in parrocchia i futuri preti "sicuramente imparano".
In compenso il canto è molto presente, con un'enormità di fastidiosissime "prove di canto", ma si tratta naturalmente delle canzonette da parrocchia più lerce. Nei seminari si pretende che i futuri preti siano dei clown intrattenitori che non abbiano "nostalgie" per "privilegi" del passato (come la veste talare, come il triplice munus sacerdotale, come il diritto di cantare solo le parti prescritte della Messa anziché sgolarsi con "acqua siamo noi, clap clap"...).
Non so cosa ne pensi il vescovo dell'esuberanza di don Cavallo. So per certo che praticamente ovunque nella Chiesa "bisogna" fare quelle idiozie, per sembrare "vicino ai giovani".
La faccenda più drammatica è che la chiesa era piena: ad autoinventarsi presentatori si ha perfino qualche momento di successo. Successo dello spettacolo, ovviamente: la liturgia novus ordo è per sua natura noiosa.
Ma io so chi è il prete in questione! E' il viceparroco di Sant'Orso: equino di fatto e di nome, visto che si chiama don Alessandro Cavallo!
Mamma mia, che personaggio!
Ma scusate... trovo che tra tutte la cosa di gran lunga più grave sia il celebrante che tamburella le dita sull'altare durante il Sanctus! Ma si rendeva conto che stava per consacrare il pane e il vino? Che li stava per trasformare nel Corpo e Sangue di Cristo? Che stava per trasportare Dio in terra? Che stava per rinnovare il più grande e impensabile Miracolo di tutti i tempi? Evidentemente no: se io fossi prete durante il Sanctus pregherei col massimo di raccoglimento e con la massima devozione, atterrito dalla grandezza di ciò che sto per compiere! Ma a che punto siamo giunti!
Mic. Mi scusi per la pedantesca precisazione che segue, ma mi sembra opportuno mettere a punto i concetti nel modo più esatto. Mi riferisco all'espressione "PRIMATO DEL SENTIMENTO".
Schiller distingueva tra poesia ( quindi credo arte in generale ) INGENUA e poesia SENTIMENTALE. La poesia ingenua era quella tipica degli antichi, come Omero, che vivevano per lo più un rapporto immediato con il mondo, diciamo con un contraccolpo spontaneo ( come potrebbe essere per un pugile all'attacco o mper uno scalatore che si inerpica con successo ); la poesia sentimentale invece era quella dei moderni, che riflettono sull'esperienza, ritornando sul proprio "io" ( faccio due esempi "laici": Chopin e il Leopardi de "L'infinito" ).
Caratteristico della devozione cristiana, per la quale è normale l'"esame di coscienza" è appunto questo senso senso di "frattura" che è sanata dalla considerazione dell'intervento divino dall'alto.
Penso ai libretti devozionali e ai messalini che, ai tempi della Messa in Latino, venivano letti dal fedele per prendere coscienza della propria fragilità e miseria di peccatore ed esprimere meraviglia e riconoscenza per il soccorso di Dio, disposto a farsi uomo e a soffrire per salvarci. Penso all'"atto di fede", all'"atto di speranza", all'"atto di carità".
In questo senso il cristiano si è SEMPRE sentito l'ospite di un "ospedale da campo", diciamo un "convalescente permanente". Altrimenti come si spiegherebbe l'invito a confessarsi ogni quindici giorni? Si tratta del controllo periodico dei sintomi di uno che non sta proprio in condizioni ottimali...
Altra cosa rispetto al "sentimento" è l'"ESPERIENZA", se intesa prevalentemente come trasformazione immediata dello stato d'animo, per lo più favorita dall'immersione in una collettività entusiasta, magari fino all'esaltazione parossistica. Questo non è più sentimento, ma spersonalizzazione.
Non che nell'arte contemporanea non siano presenti anche espressioni centrate intensamente sull'interiorità: penso a Mia Martini e a Giuni Russso, che cantò "Nada te turbe" di Santa Teresa D'Avila ( Youtube ) e volle i propri funerali nell'ultimo convento di clausura che rimane a Milano( quello delle Carmelitane in via Colonna )
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Quanto all'arte figurativa... mi sembra ci siano troppe "opere" che mirano all'effetto "sparato". Mi riferosco soprattutto a certi mosaici che vorrebbero riprendere la ieraticità bizantina, ma presentano corpi da fantoccio e visi dai tratti sommari-inespressivi.
All'estetica musicale comunista non è possibile andare oltre alla solennità della "marcia" e dell'"inno di popolo"; ma è la marcia di una massa che vi muove alla conquista di giustizia, libertà e benessere CON LE PROPRIE FORZE; mentre la marce della tradizione cattolica ( ci sono anche quellle, come "Noi vogliam Dio" ) implicano l'idea della fiducia in una Presenza Regale e in un aiuto dall'alto senza cui ogni sforzo sarebbe vano.
Ovviamente, essendo il Modernismo, vecchio e nuovo, molto differenziato, si troveranno molte sfumature ionternmedie fra l'ESPERIENZA nel senso sopra detto e il SENTIMENTO interiore.
Invito ad ascoltare su Youtube i canti dei "Regensburger Domspatzen" (ovvero "passerotti del duomo di Regensburg" ) coro tedesco di adolescenti che a suo tempo fu diretto da Georg Ratzinger. In particolare "Domspatzen- Weihnachtskonzert 2013: Es ist ein Ros'chen entsprungen" ( Concerto di Natale 2013: è nata una piccola rosa ). Altro che samba vescovile!
Aggiungo una preghiera tratta dal libro "Pregate, pregate, pregate" ( avverto: con disposizioni filomedjugoriane ):
Ti benedico, o Padre, all'inizio di questo nuovo giorno. Acccogli la mia lode e il mio grazie per il dono della vita e della fede. CON LA FORZA DEL TUO SPIRITO guida i mieri progetti e le mie azioni: fa' che siano secondo la tua volontà. Liberami dallo SCORAGGIAMENTO davanti alle DIFFICOLTA' e DA OGNI MALE. rendimi attento alle esigenze degli atri. PROTEGGI con il tuo amore la mia famiglia. Amen".
Purtroppo le Messe si adeguano al modello televisivo, che è quello più a buon mercato e alla portata di tutti. E anche l'unico di cui in primis molti preti dispongono. La televisione oltretutto più bassa, perché in teoria sullo schermo ogni tanto passa anche un po' di buona musica, o qualche idea non indecente: niente di tutto questo, le Messe si adeguano al varietà più becero, al talk-show con i discorsi a ruota libera, alle musichette di Sanremo. Tentare qualcosa di un po' più alto, non dico recuperare il sacro, la spiritualità, il sacrificio, sembra ormai essere diventato la nuova eresia.
Per mic: ti segnalo una lodevole iniziativa di Riscossa Cristiana ( http://www.riscossacristiana.it/sosteniamo-la-famiglia-di-mario-palmaro/ ) "Oggi Annamaria, moglie di Mario, casalinga e mamma dei loro quattro bambini Giacomo, Giuseppe, Giovanna e Benedetto, è sola a dover crescere una famiglia numerosa." Stefano
Scusate: ma voi perché entrate in queste chiese eretiche? Io è da molti anni che non ci entro più e vi assicuro che ci ho migliorato in umore, senza massacrarmi inutilmente il fegato...
Mic, tu sapevi che Paolo VI fece distruggere tutti gli affreschi e dipinti 500eschi della chiesa di S.Martino dentro al Vaticano per farne una chiesa più moderna e vicina allo spirito conciliare? Mamma mia altro che l'Isaurico....Lupus et Agnus.
Don Cavallo è quello a destra nella foto:
http://www.fierasantorso.com/?p=253
L'amica che ha subìto quel patetico spettacolino liturgico è cattolica Novus Ordo e quindi ritiene abbastanza normale, quando si trova lontana da casa, andare a Messa in una qualsiasi bella chiesa (e una volta che le pagliacciate sono cominciate, che fai? non sempre hai tempo per cercare un'altra Messa).
Solo che non sapeva che per qualche misteriosissimo motivo le chiese più belle sono sempre okkupate dai più "esuberanti" preti postconciliari.
Se infatti un sacerdote "poco modernista" finisse assegnato ad una parrocchia vagamente tradizionale, e cominciasse a celebrare in modo più degno, subito i modernisti avvertirebbero tremendi dolori. E lo sappiamo già cosa succede quando "chi comanda" avverte fastidio...
Sull'origine sociale dei preti devo dissentire da Franco perché il problema (paradossalmente ben rappresentato dal film "Qua la mano" col Celentano prete segretamente ballerino) non è nella provenienza sociale, ma sta nel fatto che nei seminari estirpano tutte le tendenze vagamente tradizionali. Consiglio l'articolo Il sacerdozio appiattito a mestiere dove si recensisce una pagina dell'Annuario del seminario di Capodimonte (a Napoli), quello dove vengono (de)formati i futuri sacerdoti della diocesi di Napoli.
La strategia modernista funziona bene perché è impossibile fingere per sei-sette-otto anni di essere un clown esperto di giovanilismo. La soffocante vita di seminario è fatta solo per i clown, persino quando compare un po' di latino e di gregoriano. A piccole dosi, infatti, la kryptonite tridentina talvolta è perfino benvenuta... purché - s'intende! - il prete sia "aperto" a tutto il guazzabuglio di scemenze postconciliari, anzitutto liturgiche.
Che vada a lavorare
Ho letto, disgustata, i commenti di un sacerdote sui funerali di Mario Palmaro; su quel blog ( di cui evito di fare il nome), sempre a proposito di Mario Palmaro, avevo già letto a quali abissi di ignominia abietta può far sprofondare l`odio, un odio che fa perdere il controllo delle emozioni e la luce della ragione. Quei commenti riflettono l`aria che tira nella Chiesa, l`arroganza e la malevolenza di chi non si ferma nemmeno davanti alla morte, davanti al dolore di una famiglia, che quelle reazioni vengano da un sacerdote le rende ancor più vergognose e disdicevoli.
Quanto odio perchè sullo sfondo c`è l`amore per la Tradizione , per la retta Dottrina e, sopratutto, per la Santa Messa Antica.
La reazione di un sacerdote che non riesce a controllare mente, cuore e viscere nemmeno di fronte alla morte di un uomo che ha tanto amato la Chiesa, e lascia una moglie e qauttro figli, mi disgusta profondamente.
Un sacerdote poi che definisce "mercenari" dei sacerdoti solo perchè non appartengono alla parrocchia non ha il minimo senso di comunione ecclesiale che va ben al di là della parrocchia.
Cara Luisa, fattene una ragione: questa è la "Chiesa dell'amore" di papa Bergoglio!
@ Esistenziaòlmente Periferico. Accetto di buon grado il suo dissenso sulla mia spiegazione "sociologica" di certo sfascio. Evidentemente la questione è complessa. Esemplifico: don Bosco ( di famiglia in tutto e per tutto contadina ) un giorno si mise a suonare il violino; a un certo punto, guardando nell'aia dal piano superiore in cui si trovava, si accorse che alcune coppie avevano preso lo spunto dalla sua musica per mettersi a ballare. Detto fatto sfasciò lo strumento calpestandolo : la sua dignità sacerdotale non gli permetteva di promuoverre in quel modo attività profane e fors'anche occasione di peccato, come pensavano parecchi del clero fino all'era conciliare. Eppure promuoveva il gioco come strumento pedagogico per i ragazzi e non disdegnava di esercitare ogni tanto le sue capacità di prestigiatore ( da ragazzo si era perfino esibito come saltimbanco ). Può darsi che il popolo cattolico contadino nello stile "Albero degli zoccoli" avesse un senso della dignità degli atti sacerdotali e liturgici molto spiccata: il prete era "qualcuno" in paese e tale doveva apparire. Forse neli oratori di ambiente cittadino alla fine degli anni '50 ( quando Celentano frequentava l'oratorio di gluckiana memoria ) stava avvenendo un mutamento antropologico: tra i racconti di Guareschi c'è quello in cui don Camillo, a cui sono stati sottratti i vestiti mentre si bagna nel Po, vuole assolutamente evitare di farsi vedere in mutande. Da parte sua l'arcivescovo di Milano card. Schuster ( + 1953 ) vietò ai suoi savcerdoti di mostrarsi in costume da bagno nelle piscine accompagnando i ragazzi.
Già son belli tutti e tre!!!!!!
Povera la mia Napoli...
Ad essere sincera gli esempi di Franco mi sembrano un vuoto sfoggio di casitica cultural-clericale e non li vedo molto calzanti col discorso di E.P. sui problemi attuali dei seminari e conseguente formazione dei sacerdoti.
Da tutti gli articoli che mi sono sciroppato oggi, mi è sorta una domanda : ma possibile che stiano tutti ad aspettare il sinodo del 2015 quando, seguendo i loro contorsionismi cerebrali, il vdr DOVRA'-DOVREBBE esprimersi? Ma non hanno ancora capito, ci sono o ci fanno? Eppure bastava l'apparizione in loggia, non occorre essere Einstein, intanto viaggi promozionali e show planetari, attesi 5.000.000. di pellegrini per le santificazioni su cui avrei molto da ridire, ma tant'è, abbiamo toccato con mano che umiltà, senso della misura e low profile non sono nelle sue corde, la cassaforte è al sicuro le piazze stracolme, le chiese sempre più vuote, ma frega niente a nessuno di loro, faranno ancora più soldi con le visite alle ville di Castelgandolfo che piange il cuore a vedere le immagini dei papi precedenti che vi trascorrevano le ferie estive, questo ad agosto va in Corea non si sa bene a far che, cosa altro c'è? Mi viene in mente una canzone di DeGregori 'Non c'è niente da capire'.Lupus et Agnus.
Penso ai libretti devozionali e ai messalini che, ai tempi della Messa in Latino, venivano letti dal fedele per prendere coscienza della propria fragilità e miseria di peccatore ed esprimere meraviglia e riconoscenza per il soccorso di Dio, disposto a farsi uomo e a soffrire per salvarci.
La devozione autentica (passata o presente) aiuta gli atteggiamenti interiori rettamente orientati al Signore, non ha valenze sentimentalistiche.
Inoltre un conto è il sentimento sublimato nella poesia, un conto è il prevalere del sentimento sulla ragione (ma nel caso in esame sarebbe meglio parlare di "sensazionalismo" o della spettacolarizzazione ad oltranza: tra l'altro il vulnus più serio è la liturgia non più Azione del Signore, ma narrazione e quindi può diventare spettacolo), che è il problema del nostro tempo e nasce dalla inversione delle "processioni" trinitarie evidenziata sapientamente da Romano Amerio.
Cara mic,permettimi di dissentire.Qui non siamo più al prevalere del sentimento(che comunque fa legittimamente parte della nostra natura,solo va tenuto sotto il controlo della ragione).Ora stiamo scendendo a livello subumano,infantiloide,...come benspiega don Curzio Nitoglia parlando dello strutturalismo,che ha superato la filosofia hegeliana per negare anche un io pensante,ma per dare valore solo alla relazione,puro accidente che non si rifà a nessuna sostanza,.La nostra civiltà sta imbarbarendosi(senza far torto ai barbari),ma ancor più scivolando verso una malattia mentale senza precedenti nella storia,che minaccia di portarla all'autodistruzione.Non esito a vedere in questo un'opera diabolica mai vista,come del resto confermato dalla famosa visione del Sommo Pontefice Leone XIII.E la Chiesa(la sua parte umana,ovviamente,)non fa baluardo,ma si adegua,anzi collabora attivamente.Kyrie eleison
Lupus
Probabilmente non sei mai stato in Corea, altrimenti non diresti "questo ad agosto va in Corea non si sa bene a far che".
Sono stata spesso in Asia: Giappone, Corea del sud, Vietnam, Cambogia, Laos, Birmania, Malesia,,Thailandia ,e la Corea è l'unico Stato tra questi che si è aperto al cristianesimo. Guardando dalla finestra degli hotels, e in un viaggio in treno da Seul a Busan ho potuto vedere tanti campanili con la loro piccola croce sopra come in un paese europeo. ( Anche in Giappone ci sono delle chiese, ma sono finte, costruite da alberghi e resorts per ospitare la celebrazione di matrimoni all'occidentale). E' l'unico paese dell'estremo oriente ( a parte le Filippine, naturalmente) che ha una significativa presenza di cattolici.
Paola
Vedo in questa liturgia ridotta a spettacolo ,di cui abbiamo visto tanti tristi esempi,anche quando non si arriva al sacrilegio,un doppio peccato(oggettivo):in primis,la negazione della gloria e adorazione dovuta a Dio,e poi anche una grande mancanza di carità(più grave perchè travestita da benevolenza) verso il prossimo,che andrebbe dai preti aiutato ad elevarsi,e non sospinto in basso.
@ Paola, non sono mai stato in Asia né mai ci andrò, non metto in dubbio che ci siano cristiani, ma quantitativamente quanti saranno mai, a parte le Filippine, che poi stanno andando verso la deriva, le pare che sia il caso di andare lontano a cercare pecorelle quando l'Europa affoga nel nulla, la gente si ammazza ed ammazza per sciocchezze e dove Cristo non è nemmeno un illustre sconosciuto, è sconosciuto e basta, questa politica dei viaggi è già fallita con GP2 vogliamo tornare indietro, teologia della liberazione, viaggi evento e cos'altro? Wojtyla non ha convertito né fatto riempire chiese, solo stadi, come il vdr, se questa è la direzione della cc stiamo messi malissimo, anzi peggio, si lasciano dannare mln. di persone per farsi vedere da poche migliaia, non mi pare geniale. Complimenti per i suoi viaggi, beata lei. Lupus et Agnus.
una cosa come quella di Aosta- non oso definirla Messa- e' innanzitutto e soprattutto un' offesa a Dio, ma anche, e non se ne rendono conto, un' offesa all' uomo, a quanto di piu' bello e buono e' stato in grado di creare: l' architettura, la pittura, la scultura, la musica...Piu' l' uomo si allontana da Dio, il Dio vero, epiu' brutture e schifezze artistiche produce.
Una parola infine sui contadino, gli incolti, ecc. Come medico sono generalmente piu' ascoltata, apprezzata, ma soprattutto piu' "obbedita" nelle prescrizioni da persone analfabete o semianalfabete che da diplomati o laureati, che a volte rasentano la franca maleducazione. Il problema anche qui viene dalla Testa: se sono quelli che dovrebbero essere piu' colti a comportarsi in modo barbaro, con tutto il rispetto per i barbari, gli altri, i sottoposti, gli incolti, che faranno ?
E non si vuole ancora capire che la Forma non e' formalismo, ma cio' che da' Sostanza.
Rosa
@LUPUS
è bello che il papa vada in Corea non per trovare nuove pecorelle, ma per "conoscere" e salutare quelle che già ci sono. Noi siamo fortunati possiamo andare a Roma quando vogliamo, la tele ci porta in casa l'Angelus e le Messe nelle feste più importanti e non ci rendiamo conto che per gli altri non è così. Ed è bello che anche i lontani possano godere di queste cose.
Riguardo ai viaggi in Asia devo dire che l'importo più gravoso è il volo aereo, ma abbiamo trovato, prenotando a marzo per luglio, voli per Hong Kong o Seul a meno di 500 euro a testa, poi una volta là c'è Asia Air che costa pochissimo. Gli alberghi (o gli ostelli nel caso del Giappone) costano poco, come il mangiare. Costa di più una vacanza in Sardegna, e in Asia posso andare di tanto in tanto in alberghi a quattro stelle che qui in Italia non potrei MAI permettermi.
Paola
Un giovane legato alla Tradizione dovrebbe cercare Seminari tradizionali.
Andare nel seminario diocesano e nascondere la propria Fede tradizionale è impossibile. Prima o poi uno deve venire allo scoperto.
Dopo i Seminari tradizionali alla fine è bene per il Sacerdote trovarsi in un ambiente adatto e non ostile alla Tradizione.
scusa, Paola, non per polemizare, ma molto spesso anche gli Europei e noi stessi italiani troviamo difficile e costoso recarci a Roma, e vediamo il Papa in televisione.
Credo che Lupus intendesse che, ina situazione coem l' attuale, dov'e' purtroppo l' Europa che ha perso e sta perdendo la fede, forse sarebbe meglio concentrsi sull' Europa.
Come dice Scola, uno delle non molte cose sui cui concordo, non basteranno le Chiese extraeuropee, lui in realta' citava espressamente quelle sudamericane, a salvarci dalla crisi di Fede in cui ci troviamo.
Meno viaggi, meno comparsate in Tv , meno interviste- mi riferisco non solo al Papa- pou' visie nelle case da parte dei sacerdoti e religiosi, piu' visite di vescovo in diocesi, magari in incognito...Altro che sondaggi.
Rosa
Il guaio del cercare Seminari Tradizionali è ritrovarsi in situazioni imbarazzanti. La "linea" della FSSPX è molto cambiata negli ultimi anni. La FSSP ha un "tetto" di vocazioni annue al di sopra del quale ricomincia la persecuzione. L'ICRSS di Gricigliano è un club francese di nostalgici di Luigi XVI col pon-pon viola e ha ordinato in vent'anni solo due italiani, espellendo (o facendo fuggire dopo una guerra di nervi) tutti gli altri. L'IBP è sotto torchio per "approfondire il pastoralato di Cristo", cioè per far entrare il Novus Ordo nonostante gli Statuti che ha ricevuto dalla Santa Sede nel 2006 dicano il contrario. I FFI (ufficialmente biritualisti) vengono spazzati via dalla faccia della Terra.
E vogliamo anche considerare le comunità minori e in via di sviluppo? Tra quelle che avevano la liturgia tridentina quotidiana ricordiamo quella di Pietrarubbia venne azzerata dopo neanche due anni, e il preposito di quella di Napoli (che considerava "già troppe" tre vocazioni) attualmente imputato in un processo penale. Tutto questo senza contare gli intoppi dovuti alla "gaiezza" di certi preti spacciati per "tridentini", e senza contare le comunità "tradizionali" che hanno la Messa di sempre... solo un giorno alla settimana (feriale e a porte chiuse).
Forse se anche tra i "tradizionalisti" non si spacacsse il cappello in quattro:
la linea della FSSPX è molto cambiata negli ultimi anni (-da cosa ed in cosa?-). La FSSP ha un "tetto" di vocazioni annue al di sopra del quale ricomincia la persecuzione ( -in che senso ? -). L'ICRSS di Gricigliano è un club francese di nostalgici di Luigi XVI col pon-pon viola (-che male c'è ad essere nostalgici di Luigi XVI ? meglio esserlo di Robespierre ? e che problemi ci sono con il color viola ?-)e ha ordinato in vent'anni solo due italiani, espellendo (o facendo fuggire dopo una guerra di nervi) tutti gli altri (- Beh, tutti cuor di leone. O cosa credevano, che farsi prete fosse una passeggiata rose e fiori ? -). L'IBP è sotto torchio per "approfondire il pastoralato di Cristo", cioè per far entrare il Novus Ordo nonostante gli Statuti che ha ricevuto dalla Santa Sede nel 2006 dicano il contrario (- Evviva la cieca obbedienza!-). I FFI (ufficialmente biritualisti) vengono spazzati via dalla faccia della Terra (_v. sopra-).
i modernisti avrebbero la vita più dura.
Rosa
Rosa, mi hai tolto i tasti dalla keyboard....a parte che pochissimi possono permettersi viaggi lontani sia pure con aerei lowcost, noi qui abbiamo percepito che al vdr non piace fare il papa in modo 'tradizionale', che non ama particolarmente l'Europa perché viene dall'altra parte del mondo e là ci è pure rimasto mentalmente assommando queste cose al suo modo di creare 'casini' in tutti i sensi, mi si permetta il termine non proprio oxfordiano, sarebbe stato il caso fosse rimasto a Baires, sarebbe cambiato pochissimo e a noi poveri orfani semideficienti che non ne percepiamo la novità e non ci accodiamo ai cori estatici, avrebbe risparmiato l' uso massiccio di maalox ed insulti più o meno misericordiosi e sdolcinati. Lupus et Agnus.
L'atteggiamento di Rosa è quello di chiudere gli occhi di fronte alla realtà dei fatti e banalizzare gli argomenti dell'interlocutore (che non conosce o che finge di non conoscere). Chi ha idea delle vicende degli istituti tradizionali sa cosa intendo , e questo basta.
Ma se tutti se ne vanno nei seminari tradizionali alla fine chi rimane nelle diocesi a tentare di far fronte alla dirompente catastrofe? In ogni diocesi ci sono preti "formati" nei seminari diocesani e resistono sin in fondo al modernismo devastante e non si lasciano guastate dalla furia devastatrice. Certo bisogna avere una grande forza interiore e uno spirito davvero cattolico, magari anche una buona dose di intelligenza e doni di grazia e di natura. Ma state tranquilli i vescovi si contorcono come vipere velenose sapendo che nelle loro diocesi esistono tali preti. Ma se Dio è con loro, chi può essere contro di loro? E comunque le potenze dell'Inferno, anche se scatenato come non mai, nulla può....e se poi ci mettiamo anche il Cuore Immacolato di Maria, beh, fate un po voi. Certo bisogna sostenere tali sacerdoti con la preghiera e l'incoraggiamento. Si tratta soprattutto di preti giovani, per grazia di Dio sfuggiti alle grinfie della follia diabolica modernista, difetteranno magari di preparazione culturalmente cattolica ma aiutati dai più preparati e arditi sapranno condurre la buona battaglia. Certo, la tentazione di mollare i seminari covi di vipere potrebbe essere tanta e trovare rifugio presso i seminari tradizionalisti solleverebbe davvero il corpo e lo spirito, ma allora?! Buoni preti ce ne sono tranquilli. Tranquilli per modo di dire. Che tragedia!
Verissimo. Se volgiamo lo sguardo s ritroso, partendo dall'anno delle episcopali consacrazioni di mons. Lefebvre, di v.m., è stata una continua emorragia e defezioni: Le Baroux, i fondatori di Gricigliano, la san Pietro, la Buon Pastore. Si salvano i Francescani dell'Immacolata. E a ben considerare, la stessa F.S.S.P.X un pochino soffre di Gallicanesimo. Intendo, perciò dire, che il male peggiore di cui soffre il tradizionalismo è, secondo me, e bisogna usare un termine odiosissimo, l'autorferenzialita'. Spero non me ne vogliate, ma mentre i modernisti nellaguerra formano uno schieramento compatto, seppur con una creatività distruttrice variegata, noi tradizionalisti non riusciamo a far fonte compatto, perché ripiegati su noi stessi. Le nostre armi son superiori i mezzi pure, ma manca una strategica coesione che ci porterebbe alla vittoria, e questo il nemico lo sa. Pensate all'inverso numerico ma soprattutto a quello qualitativo.
EP: io non banalizzo e non chiudo gli occhi. Stando fuori dagli istituti, ed anche dal parrocchailismo- clericalismo, essendo un' " esterna", mi sembra di notare una gran voglia diessere" holiest than thou", che fa solo gioco dell' avversario. "Holiest than thou"+ una certa codardia+un certo grado di attaccamento al soldo+antipatie e simpatie personali+ carrierismo
= tante cose. Per esempio che non furono molti i Cardinali e Vescovi che osarono disubbidire a Paolo VI e nata la FSSPX , la sostennero ed aiutarono. Forse pensavano che Lefrbvre era un poveretto di paese, uno che era stato troppo in Africa, in fondo non era titolare di sede arcivescovile importante- pensate se fosse stato il Primate di Francia ! Forse con maggior sostegno e aiuto PUBBLICO, Monsignor LEfebvre non avrebbe disobbedito e forse non " puzzerebbero" un po' di gallicanesimo, anche se a me non sembra.
Infine non sono nata irri ed il mondo lo conosco. Quindi sento, come dire, la" puzza" di certe critiche che nascono da brutte esperienze personali, e che influenzano il giudiizo su certe vicende. E' legittimo, ma basta raccontare le cose in modo charo ed esplicito, cosi chi legge si regola di conseguenza.
Rosa
Solo per Lupus (scherzo..):sai che è sato ufficialmente invitato a parlare al Congresso e Senato americano, cosa pare mai successa prima ad un Papa ?
Me' co...dicono a Roma
Rosa
PS: Berlusconi ci parlò sotto Bush, e pure Sarkozy,se non ricordo male.
E' anche per scelleratezze e abusi simili, e peggiori, che era stata creata questa Petizione firme italiana,
che per quanto rimanga solo una Petizione ha comunque il vantaggio almeno di "martellare" i destinatari in perpetuo, senza un limite prestabilito,
poichè destinata a durare in perpetuo, con soglia crescente ad ogni Vittoria conseguita:
A DIFESA DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA:
https://www.change.org/it/petizioni/difendiamo-il-sano-culto-no-a-degradazioni-devianze-e-abusi-liturgo-cultuali-no-al-dissacrare-oltraggiare-trascurare-sminuire-la-divina-eucaristia-nel-suo-corretto-e-legittimo-culto
Purtroppo esistono Templi di Dio STUPENDI, lasciati poi in mano a gente indegna di gestirli.
In quei casi piange il cuore davvero.
Noooo, Rosa c'è anche Beyoncé che canta in playback? E Michelle che dice? Bisogna dire che Jacqueline e Hilary avevano più classe a nascondere le corna; parlerà in porteno col videotraduttore? (:<|> Lupus et Agnus.
dal post, a proposito di "ruota della fortuna", ne trovai un differente esempio anche io qui, anni fa:
http://esperidi.blogspot.it/2011/05/beatitudini-relative.html
L'emorragia di vocazioni dagli istituti tradizionali ha delle cause abbastanza riconoscibili.
Il guaio è che tali cause sono per gran parte condivise con i seminari modernisti. Ne elenco qualcuna a caso a proposito di casi recenti.
La prima è il pensare che per stabilire delle sane abitudini occorra un controllo opprimente di ogni attività del seminarista. Questo avviene nei seminari diocesani di bassa lega, in quelli prestigiosi come il Capranica, in quelli dell'Opus Dei, a Gricigliano, a Courtelain, eccetera. Si tratta del solito errore di pensare che per combattere una cattiva tendenza (il liberismo sessantottardo) occorra la cattiva tendenza di segno opposto (il fiscalismo che troviamo nei modernisti e nei tradizionalisti). L'errore consiste nel pensare che un sacerdote si forma partendo non da un uomo, ma da un robot.
La seconda è il pensare che internet e gli strumenti di comunicazione siano il demonio. Nei seminari modernisti, così come in quelli tradizionalisti, vigono dei vari "divieto di telefonino" e "divieto di internet" come se i formatori volessero invitare a procurarseli sottobanco (cosa che effettivamente avviene: per esempio una "chiavetta internet" è facile da nascondere). Questo fa parte dell'errore di "temere" la tecnologia, piuttosto che saperla cavalcare. Passeranno ancora molti anni prima che si accorgano che internet è anzitutto una biblioteca e come tale va sfruttata. Prova un po' ad immaginare se in un seminario tradizionale fosse non "vietato" ma addirittura "richiesto" di partecipare (sia pure con pseudonimo) alle discussioni nei forum internet relativi alla Tradizione (imparando a padroneggiare lo strumento e contemporaneamente contribuendo a far conoscere le questioni di fede e liturgia). Tanto più che i modernisti non hanno nulla da dire, se non frasi fatte e ignoranza.
La terza è pensare che il seminarista vada "formato" con fiscale precisione, espellendo chiunque non rientri perfettamente nei parametri precostituiti. Così, per esempio, al pari degli ambienti modernisti, anche quasi tutti gli istituti tradizionali accettano vocazioni solo al di sotti dei 35 anni di età (qualcuna addirittura per mette l'ingresso soltanto a coloro che sono sotto i 30 anni). Grosso modo, fino ai 30 anni un carattere può ancora essere (de)formato, sopra i 30-35 anni avrà delle convinzioni talmente radicate da non poter essere più "riprogrammato". Questa fissazione, in poche parole, consiste nel disprezzare qualsiasi talento, qualsiasi attitudine, qualsiasi interesse, non esplicitamente previsti dal programma formativo. Come se il sacerdozio fosse un prodotto industriale standard e i pericoli fossero una serie di guasti standard uguali per tutti. Come se la formazione consistesse nel prendere un giovane (un robot), imbottirlo il più possibile di nozioni e di comportamenti (programmarlo), e piazzarlo sul mercato religioso (accenderlo e spostarlo là dove serve all'istituto).
Commettere gli stessi errori dei modernisti (ma nella direzione esattamente opposta) è un pessimo indice di dipendenza culturale. Inoltre induce il sacerdote a formarsi "dopo" l'ordinazione, col risultato che pochi anni dopo gli ordini comincia a rendersi conto del reale stato delle cose e... a tirare conseguenze (si veda il curioso fenomeno migratorio tra istituti tradizionali).
Il discorso è ancora lungo, ma ci torneremo su.
In breve, il moralismo non si combatte con un altro tipo di moralismo.
...e il modernismo non si combatte con il "cinquantismo".
Giusto in parte.
parte dei problemi segnalati da EP si riscontrano anche nelle scuola, quindi evidentemente manca una preparazione specifica ad educare, istruire, formare i giovani, che siano laici o seminaristi.
Rosa
Caro Lupus, in tutti i casi che citi, i matrimoni erano organizzati a fini politici, in un caso dalle famiglie, in un altro da loro stessi, in un terzo dai "burattinai".
Anch' io mi sono chiesta in che lingua parlera' , poi ho pensato: usera' lo spagnolo, pardon il lunfardo, prendendo tre piccioni con un afava: evitare imbarazzi agli interpreti, arrufianarsi gli ispanici presenti, e strizzare l' occhio ai promotori dell' amnesty per tutti gli immigrati in USA illegali, che sono gli stessi che pianificano l' NWO, e cho lo vogliono la', non bastando piu' l' andare all' ONU.
Rosa
Intanto bisogna dire che la zona presbiteriale in foto è a dir poco stupenda e profanarla con una messa NO è incommentabile. Poi insisto nel dire che il "mondo tradizionalista" continua a ripiegarsi su se stesso, nei fatti dico. Conosco molto bene la FSSPX e condivido la loro determinazione, la preparazione dottrinale e culturale in genere e la santità di molti di loro. Conosco altresi l'Istituto di Cristo Re e Sommo Sacerdote e apprezzo la loro impostazione estitico-liturgica e in moltissimi di loro oltre alla preparazione e la santità la ricerca nel concilare, in specie, il vetus e la tolleranza del novus. Ma ribadisco il concetto: i sacerdoti della Fraternità continuano ad accusare i sacerdoti dell'Istituto di vezzeggiarsi nelle mollezze estetiche e seriche mentre non altrettanto viceversa, solo l'essersi irrigiditi in posizioni estremiste che non li ha portati da nessuna parte. E infatti, per grazia di Dio, li sono! Però resta il però. Io sono di Paolo, io di Apollo....... E Santa Madre Chiesa???? E i suoi fedeli? Forse che oggi ci sono prelati dello spessore di un Ottaviani, di un Bacci, di un Siri et cc? Di un Lefebvre???? Magari un biritualista come Oliveri!!! Che è forse già tanto. Prendiamo il rubicondo in paludamenti ma solo in quelli mancato cardinale Patriarca della Serenissima! Siamo realisti e speriamo in un christifidelis Imperatore che impugni l'elsa e la croce a vantaggio della cristianità il quale, ogni mattina, ricevuta in ginocchio la Santa Comunione, conduca le sue truppe al combattimento; sub umbra Matris.
E' come avere una spada nell'anima vedere certe cose..fa male...gliene importa a qualcuno che si sta male? Che è difficile restare calmi e sorridenti quando vedi andare a rotoli "la pietra, testata d'angolo?" Ma stiamo diventando tutti scemi?
C'era una volta la chiesa, dove si pregava, si pregava, si pregava, per noi, le nostre fmiglie, la conversione deipeccatori del mondo intero.."se il sale diventa scipito?".
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