Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 25 marzo 2014

Bagnasco e la dittatura dell'ideologia del "genere"

Sandro Magister riprende sul blog Settimo cielo l'ultima parte della prolusione del Cardinal Angelo Bagnasco che ha aperto i lavori del Consiglio Episcopale permanente chiamato anche ad approvare una Nota pastorale sulla scuola cattolica in Italia. È riportata di seguito.

[…] La preparazione alla grande assise del sinodo sulla famiglia, che si celebrerà in due fasi nel 2014 e nel 2015, nonché il recente concistoro sul medesimo tema, hanno provvidenzialmente riposto l’attenzione su questa realtà tanto “disprezzata e maltrattata”, come ha detto il papa: commenterei, “disprezzata” sul piano culturale e “maltratta” sul piano politico.

Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta.


In questa logica distorta e ideologica, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado.

In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a “istillare” (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre… parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte.

È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”.

Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga. […]

29 commenti:

Anacleto ha detto...

Sua Eminenza si è svegliato: meglio tardi che mai.

Putin ha già provveduto da tempo e, secondo alcuni, anche questo sarebbe un motivo dell'aggressione alla Russia (tra i destinatari delle sanzioni c'è anche la deputata relatrice della legge che vieta la propaganda omosessuale verso i minori, che con la Crimea non c'entra nulla).

Per parte mia, da quando il Cardinale Arcivescovo ha celebrato un funerale farsa per un prete, magari pieno di buone intenzioni, ma eretico e favorevole all'aborto, dando la comunione ad un pubblico peccatore non ravveduto e perseverante nella sua depravazione, non m'interessa più quello che dice, visto poi che parla tanto di politica e poco o punto di religione.

Marco P ha detto...


Allora, la famiglia è maltrattata su piano politico e il recente concistoro è stato provvidenziale per porre l'attenzione su questa realtà e il prossimo sinodo in due fasi lo sarà altrettanto.
Non so per il prossimo sinodo, però il recente concistoro cui il card. Arcivescovo di Genova fa riferimento è stato caratterizzato dall'improvvida e deleteria relazione del Card. Kasper che in quanto ad attacco alla famiglia va ancora più in profondità rispetto a quanto avviene da parte delle istituzioni politiche; infatti il porporato tedesco, facendo leva su una misericordia pelosa e falsa che tanto piace al mondo e al suo principe, vuole portare chi si fa un baffo della famiglia e mette davanti a tutto la propria libertà - che è schiavitù dei propri istinti, passioni e pulsioni, della propria carne - a comunicarsi con il Corpo e Sangue del Signore, spalancando in questo modo le porte dell'abisso.

Il Card. Bagnasco giustamente dice che non c'è autorità che tenga quando una legge è ingiusta ed è giusto ribellarglisi: questo è vero perché una legge ingiusta non è una legge ma una impostura che non viene dall'Autorità. Questo è sempre da tenere a mente, anche in ambiti diversi rispetto a quello oggetto della prolusione del Card. Bagnasco, ed il discrimine per stabilire se una legge è giusta o ingiusta, il riferimento per questo, è la Parola di Dio: Sacra Scrittura E Sacra Tradizione Apostolica Viva, questo perché "in principio erat Verbum", quindi tutto si fonda trova la sua ragione d'essere sul Verbo, Eterno ed Immutabile, immutabile perché vivo e non vivente.

Dice il Card. Bagnasco: "Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione?"
Ma, scusi, dove vive, sulla luna ? Non si è accorto che le scuole sono uno dei nuclei pulsanti da cui si diffonde nella società a partire dai suoi virgulti più teneri il veleno dell'anticristianesimo con l'insegnamento di presunte verità storiche, fondate su vari miti (risorgimento in primis, bontà della rivoluzione francese, il Medioevo periodo buoi e parentesi oscura, darwinismo e via di questo passo) ?
Non si è accorto che lo Stato ha usurpato il ruolo dei genitori nella funzione educativa e non si è accorto che ha nel contempo dato ai genitori i balocchi per trastullarsi invece che fare il proprio dovere (si al divorzio, si all'aborto, si al gioco d'azzardo, si ai centri commerciali aperti 7/24 - tutti i giorni tutte le ore - etc) ?
Il "gender" è solo un'altra tappa, non l'ultima, ce ne saranno altre perché il disegno è quello di preparare l0umanità alla venuta del figlio della perdizione e per far questo occorre prima fare il deserto nell'anima di ognuno, e di fare della creazione un deserto di macerie, in odio al Creatore.
Allora al posto di tante prolusioni, carte e discorsi pieni di parole prese a prestito dalla sociologia, che si parli chiaro, si si no no e che si agisca coerentemente, con vera Misericordia, ad esempio rimandando indietro chi si presenta per comunicarsi con il Corpo e Sangue del Signore ma è portatore e propugnatore di questa ideologia che si dice di condannare, perché agere sequitur esse: la prassi è conseguenza di quello di cui ci si fida, ne è la prova del nove.

Annarè ha detto...

Finalmente se ne sono accorti anche loro.

Annarè ha detto...

Comunque non basta parlare, ma bisogna dare il buon esempio, cosa che non mi pare come diceva sopra Anacleto,abbia dato il cardinal Bagnasco. Visto comunque che tutti possiamo sbagliare, speriamo in un ravvedimento.

Franco ha detto...

Per aver letto un suo importante libro credo che Walter Kasper sia uno studioso di alto livello filosofico ( il tipico grande professore germanico, sottile e insieme sistematico ), il che in ogni caso non garantisce la sua ortodossia, almeno al momento attuale. Probabilmente secondo K. nell'ambiente sociale tedesco la partita per il matrimonio solido e tradizionale è perduta; per cui, essendo i buoi fuoriusciti troppo numerosi ( scusate l'esempio greve ), non si può far altro che seguirli nei loro sentieri. Lo stesso per Christoph Schoenborn, nobile boemo e cardinale di Vienna, un conservatore moderato discepolo di Ratzinger che da un lato va a Medjugorie,affermando che da lì è venuta la maggior parte delle poche vocazioni della sua diocesi, dall'altro lascia correre su liturgie molto anomale.

Mi preme porre ai lettori una domanda. Fino alla metà del '900 i matrimoni erano spesso, se non imposti, concordati dalle rispettive famiglie, e comunque i fidanzati erano posti sotto stretta sorveglianza; per cui era possibile che in molti casi non riuscissero a capire quale fosse la effettiva personalità del futuro coniuge. Oggi questa possibilità di conoscersi ( anche in senso... biblico ) è offerta ampiamente; e allora perché così spesso si arriva alla rottura? Non è forse perché ciascuno in qualche misura si riserva la facoltà di fare qualche "giro di valzer" e in ogni caso non si evitano amicizie "cameratesche" e "occasioni prossime"? O perché comunque non si pensa che l'adulterio è peccato mortale, concetto che farebbe scattare il "timor Domini", come era in antico?

Anonimo ha detto...

Quebec, l'avanguardia dell'occidente contro Cristo
http://www.totustuus.it/modules.php?name=AvantGo&file=print&sid=4573

una sola fede ha detto...

"Lo stesso per Christoph Schoenborn, nobile boemo e cardinale di Vienna, un conservatore moderato discepolo di Ratzinger che DA UN LATO VA A MEDJUGORIE,affermando che da lì è venuta la maggior parte delle poche vocazioni della sua diocesi, dall'altro LASCIA CORRERE SU LITURGIE MOLTO ANOMALE."


1)"DA UN LATO VA A MEDJUGORIE,affermando che da lì è venuta la maggior parte delle poche vocazioni della sua diocesi"


"Dopo il richiamo all’ordine del Papa [Benedetto XVI], che non ha gradito la visita di fine anno e le dichiarazioni pro-apparizioni a Medjugorje del Cardinale Christoph Schonborn, il porporato austriaco, il giorno stesso in cui è stato ‘redarguito’ dal Pontefice, lo scorso 15 Gennaio 2010, ha inviato una lettera di scuse al Vescovo di Mostar, Monsignor Ratko Peric, che non era stato informato dell’arrivo dell’alto prelato[...]"

http://tradizione.wordpress.com/2010/01/23/medjugorje-lettera-di-scuse-del-cardinale-schonborn-al-vescovo-di-mostar-%E2%80%9Cho-sbagliato-mi-dispiace%E2%80%9D/


2)"DALL'ALTRO LASCIA CORRERE SU LITURGIE MOLTO ANOMALE"

Non solo lascia correre su liturgie che definire anomale appare solo un blandissimo eufemismo, quando ci vorrebbe ben altro termine (in questo caso mi autocensuro, però).."Il celebrante pare essere il parroco della Cattedrale, in piena comunione e con il permesso di Sua Eminenza l'arcivescovo Christoph Schönborn".

VIDEO:

http://www.cantualeantonianum.com/2011/06/aiutiamo-gloriatv-fermare-la-messa.html


...ma le "celebra" pure, se ancora si può dire così di tale "spettacolo"...

VIDEO:

http://www.youtube.com/watch?v=67Lom28KSlg

Alessandro Mirabelli ha detto...

Forse Angelo B. ha parlato papale papale perché si è accorto che la poltrona della presidenza della CEI e' irrimediabilmente perduta. O no?

Anonimo ha detto...

@Franco.
Mi preme porre ai lettori una domanda ...
Il motivo per cui si arriva così spesso alla rottura è piuttosto semplice: quasi nessuno è più disposto oggi a sacrificare l'intera vita per una scelta fatta per esempio in un momento particolare del proprio cammino, rivelatasi poi sbagliata. Non si comprende più il perché dover sacrificare la propria vita e quindi si preferisce ricominciare sperando le cose vadano meglio. Naturalmente le situazioni sono tante e tutte diverse, ma la ragione preminente della rottura di una unione è quella.
La possibilità di conoscersi bene all'inizio non garantisce che entrambi i coniugi “crescano”, maturino cioè allo stesso modo nel corso degli anni. Accade per esempio di arrivare a quarant’anni e ritrovarsi con una moglie rimasta infantile – è capitato a un mio caro amico – una moglie con esigenze diverse e con cui non riuscire più a condividere nulla. Due mondi incapaci di comunicare tra loro.
In antico, come dice lei, il “timor Domini” era riservato alle mogli. Gli uomini, con la scusa che i rapporti coniugali avevano come fine unico non il piacere ma la procreazione, erano soliti frequentare le case chiuse con tanto di benedizione e naturalmente le donne dovevano tacere. E quelle poche che avrebbero voluto ribellarsi, prive del necessario per mantenersi, erano costrette a subire l’arroganza degli uomini. Era questo il “timor Domini”? Bel timore davvero.
L'antropologo.

mic ha detto...

Il motivo per cui si arriva così spesso alla rottura è piuttosto semplice: quasi nessuno è più disposto oggi a sacrificare l'intera vita per una scelta fatta per esempio in un momento particolare del proprio cammino, rivelatasi poi sbagliata. Non si comprende più il perché dover sacrificare la propria vita e quindi si preferisce ricominciare sperando le cose vadano meglio. Naturalmente le situazioni sono tante e tutte diverse, ma la ragione preminente della rottura di una unione è quella.

Ecco, giusto. Non si comprende più.
Manca il fondamento, perché ormai è tutto incentrato sull'uomo e non su Dio.

Tant'è che ormai siamo alla "rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea", come fa papa Francesco e con lui la stragrande maggioranza degli studiosi del Vaticano II, ritenuta possibile (perla pescata sul giornale dei Vescovi, Avvenire) :

""il «buon annuncio» è sempre contemporaneo dell’uomo che lo ascolta. Questo dà origine a una verità cristiana centrale che si può così sintetizzare: la fedeltà della Chiesa al Vangelo è sempre in se stessa fedeltà evangelica della Chiesa all’uomo concreto. Conseguenza immediata di questo è la necessaria fedeltà evangelica della Chiesa al tempo nella quale essa vive.""

Naturalmente la Chiesa riformata (gran brutta parola!) "nella fedeltà all'uomo contemporaneo", non è più cristocentrica, ma antropocentrica e non è altro che l'esito della funesta "svolta antropologica", che reca la firma del gesuita Karl Rahner e non solo (Teilhard e compagnia bella)......

Ovvio che la chiesa deve parlare e deve prestare attenzione all'uomo contemporaneo, all'uomo di ogni generazione. Ma se sposta il suo centro da Cristo piacerà all’uomo contemporaneo, ma non a Dio e perpetuerà una vuota danza intorno al vitello d'oro del tempo.

mic ha detto...

In antico, come dice lei, il “timor Domini” era riservato alle mogli. Gli uomini, con la scusa che i rapporti coniugali avevano come fine unico non il piacere ma la procreazione, erano soliti frequentare le case chiuse con tanto di benedizione e naturalmente le donne dovevano tacere. E quelle poche che avrebbero voluto ribellarsi, prive del necessario per mantenersi, erano costrette a subire l’arroganza degli uomini. Era questo il “timor Domini”? Bel timore davvero.

Ho già detto che non esiste e non è mai esistita la famiglia ideale. E tuttavia l'unione cristiana è quella che più vi si può avvicinare.

Anche queste, portate come esemplificazione che non esaurisce tutta la realtà, in fondo erano degenerazioni e forse appartenevano piuttosto ad una classe sociale e ad un costume dominante.
Ma di certo, nelle stesse epoche, c'erano molte più famiglie cristiane davvero e in tutte le classi sociali...

Alessandro Mirabelli ha detto...

Sono stato sposato. Ora non lo sono più perché da qualche anno oso fortemente sperare che colei che fu mia moglie veda Dio come Egli è. Andare d'accordo in due non è facile. Però posso assicurare che quando si parte col piede giusto (cioè essere convinti che l'amore è per sempre) le difficoltà si possono superare.

rosa ha detto...

Per Angelo Mirabelli: a pensar male si fa peccato, ma...Anche a me è venuto il tuo sospetto.

Per chi ironizza sul "timor di Dio": non mi risulta che ai tempi la Chiesa invitasse gli uomini a recarsi nelle "case di piacere". Anzi i libertini sono sempre stati aspramente condannati. E sono certa, se non altro seguendo un puro ragionamento statistico, che di coppie sane, felici e timorate di Dio ce ne fossero molte di più di quello che una certa letteratura (ma si pensa forse che la propaganda sia nata nel XX secolo ?) ci faccia credere.
Un po' di sacrosanto timor di Dio ci vorrebbe, eccome, oggi...

Turiferario ha detto...

"Il motivo per cui si arriva così spesso alla rottura è piuttosto semplice: quasi nessuno è più disposto oggi a sacrificare l'intera vita per una scelta fatta per esempio in un momento particolare del proprio cammino, rivelatasi poi sbagliata. Non si comprende più il perché dover sacrificare la propria vita e quindi si preferisce ricominciare sperando le cose vadano meglio".

E' un tipo di situazioni che non nasce certo oggi. Il fatto di non andare più d'accordo con il proprio coniuge, o di cercarsene magari un altro più giovane..., non è una dinamica esclusiva dell'epoca attuale. Semmai in passato agiva (parlo in generale, a qualunque latitudine e in qualunque cultura) l'influsso della società, che non ha nessun interesse ad avere famiglie liquide: una famiglia stabile è infatti un vantaggio per la società, significa più figli, quindi ricambio generazionale assicurato, garanzia che non verranno abbandonati ecc. Il problema è nato semmai quando l'interesse del singolo ha cominciato a prevalere su quello della società. Lo vediamo in tante cose, per esempio nell'atteggiamento verso i delinquenti, che non sono più visti come qualcosa di dannoso per la società da cui ci si deve difendere ma come individui conculcati nel loro diritto alla libertà. L'interesse del singolo prevale anche qui su quello della società (e prima o poi arriva il conto per la società e quindi anche per i singoli). Questo avviene anche nel matrimonio: prevale l'interesse del singolo ad autodeterminare - e godere senza remore - la propria vita a scapito di quello della società a fondarsi su cellule efficienti quali sono le famiglie che funzionino. Quindi alla fine avremo anche - stiamo avendo - una società che non funziona. In questo senso la difesa della famiglia non è solo un valore del cattolico, ma di tutti, non cattolici compresi, posto almeno che vogliano evitare il caos sociale. Per il cattolico entrano poi in campo anche valori ulteriori e spirituali oltre a quelli "naturali", che non sto a elencare perché i lettori di questo blog sicuramente ben li conoscono. Quindi trovo ben singolare una Chiesa che si arrende di fronte all'epidemia di divorzi e decide di prendere atto della cosa e di benedirla in qualche modo. Così facendo verrebbe meno e ai suoi valori spirituali e a quelli naturali, peggio di questo non si potrebbe.

Alessandro Mirabelli ha detto...

@ Turiferario
Hai colto nel segno. Purtroppo oggi per molti è' proprio così. L'io e le sue voglie ... che poco a poco fa perdere la fede. Prima si divorzia, poi ci si risposa, poi si pretende di essere ammessi alla Comunione e poi interviene - ma guarda un po' - Kasper ed il CD-R che in nome della misericordia credono che sia lecito sdoganare l'adulterio. E' meglio che mi fermo qui ...

rosa ha detto...

Ci sono decine di studi epidemiologici, per esempio, che mostrano come i tassi di morbilità e mortalità nel post infarto, ovviamente a parità di altre condizioni, siano maggiori nei divorziati, separati, "singles" che non negli sposati. Non parliamo poi delle ricerche sullo sviluppo psicofisico e sui risultati scolastici e lavorativi tra i figli di coniugi sposati e quelli di separati o divorziati.
Sono studi condotti non solo in paesi ancora abbastanza cattolici, come il nostro, ma nei paesi scandinavi o negli USA.
Rosa

Franco ha detto...

@ Anonimo. In antico il "timor di Dio" era riservato alle mogli...
C'è da tener presente che nella società ufficialmente cristiana e cattolica si sovrapponevano e intersecavano in varie proporzioni a seconda dei casi il modello realmente cattolico e quello maschilista, che rimaneva sostanzialmente pagano sotto una verniciatura cristiana ( ad esempio: matrimonio in chiesa con sposa casta e pura, ma dopo anni di salto della cavallina nelle "case" e in ogni altra possibile occasione, ad esempio con le servette ).
Prendiamo il caso di Ulisse, che non ha difficoltà a spassarsela lungamente con la maga Circe e la ninfa Calipso, ma presuppone che la moglie Penelope stia ancora ad aspettarlo castamente dopo vent'anni. Fa strage dei pretendenti in quanto gli hanno invaso la casa e consumato il bestiame, ma non pensa di trovarsi in contraddizione con il suo comportamento nel paese dei Ciconi, dove all'inizio del viaggio di ritorno aveva guidato una razzia piratesca.
Secondo il costume antico-pagano il duello per motivi d'onore era un meccanismo importantissimo, addirittura indispensabile di mantenimento del prestigio personale e familiare; invece la Chiesa Cattolica con un decreto del Concilio di Trento comminò la scomunica ai duellanti e ai loro padrini. Probabilmente la differenza tra la trasgressione maschile e femminile dipendeva dal fatto che l'adulterio della donna introduceva di soppiatto nella famiglia bambini di un altro sangue, quello maschile no.
In ogni caso c'è da dire che i famosi passi dei Vangeli in cui si vieta il ripudio vanno visti soprattutto nella chiave di condanna di questo maschilismo, e che nei primi secoli il Cristianesimo molto spesso era introdotto in famiglia proprio dalle donne. Evidentemente si sentivano valorizzate dalla nuova religione, come è dimostrato dalle numerose martiri: Blandina, Perpetua, Felicita...

Anonimo ha detto...

@Turiferario.
Certamente non sono situazioni nate oggi. Sono nate quando l’uomo ha deciso di affiancarsi a una donna in modo stabile. Ciò che è mutato e non può essere paragonato in nessun modo alle epoche passate, sono le condizioni, le prerogative e le attese di entrambi i membri della coppia oggi, che hanno raggiunto, sotto molti aspetti, una concreta parità.
Ieri la donna aveva un solo modo per affrancarsi dalla famiglia d’origine e sperare così di realizzarsi: sposarsi. Se non riusciva nell’intento, diventava una povera reietta, una zitella e quando il marito la tradiva o semplicemente si sentiva delusa dal matrimonio, era costretta a sopportare in silenzio, non potendo fare altrimenti.
Da una cinquantina d’anni in Italia, non è più così. Oggi le donne studiano, lavorano, possono permettersi di vivere sole, di viaggiare, di convivere e fare tutto ciò che ieri era consentito soltanto agli uomini. Ed è questo che ha rivoluzionato l’attuale società.
Se non si comprendono la portata e il significato di questa rivoluzione in ogni ambito del vivere quotidiano, è inutile discutere, perché nulla è come prima.
L'antropologo.

Turiferario ha detto...

Che ci sia stata un'evoluzione del costume sociale non lo può mettere in dubbio nessuno, antropologo. Possiamo anche citare il fatto che la famiglia un tempo (mica secoli fa: ne basta mezzo nelle aree rurali) era patriarcale e formata non da un nucleo ma da diversi nuclei imparentati fra loro che convivevano in simbiosi sotto uno stesso tetto. Era un legame molto forte, il clan, la tribù si sommava alla famiglia come la intendiamo oggi. Quel tipo di famiglia patriarcale non esiste praticamente più, a causa dei cambimenti sociali. E' un fatto. Con questo si vuol dire che è ottima cosa un tipo di famiglia fondato su legami effimeri e "a tempo"? Si tratta di un bel salto. E comunque il modello sociale che presenti (donne che sono autonome, indipendenti, studiano, lavoravano, possono permettersi di fare quello che vogliono) è ancora una volta astratto. Vale più che altro per una donna benestante e senza figli. Da ciò che vedo semplicemente intorno a me, le donne che si sposano e anche quelle che convivono di solito fanno figli (per loro scelta) e poi in caso di separazione/divorzio si trovano a doverli crescere praticamente da sole. E nel caso oggi comunissimo di persone che vivono di lavori precari con salari risicati la separazione/divorzio si traduce immediatamente in un drastico peggioramento delle condizioni di vita (due case da mantenere anziché una, i figli a cui pensare ecc.). Chi divorzia non torna a una dorata vita da scapolo, nonostante quello che vorrebbe farci credere chi parla del divorzio come di una grande conquista sociale. Queste cose una Chiesa seria dovrebbe gridarle dai tetti, e non mi pare che attualmente abbia gran voglia di farlo.

Permettimi anche un inciso sui mariti che tradivano: secondo te le mogli subivano e basta? E con chi le tradivano i mariti? C'erano le prostitute, d'accordo, ma non solo quelle. Tradivano le proprie mogli con le mogli di altri: il tradimento era da ambo le parti. Un uomo che tradisce presuppone una donna che tradisce, è elementare. Lo dico sorridendo: attenzione a non schematizzare e astrarre troppo, la realtà è fatta di cose concrete.

Marco P ha detto...

"Se non si comprendono la portata e il significato di questa rivoluzione ..."

Ecco, allora qual è il significato di questa rivoluzione ?

"Ciò che è mutato e non può essere paragonato in nessun modo alle epoche passate, sono le condizioni, le prerogative e le attese di entrambi i membri della coppia oggi, che hanno raggiunto, sotto molti aspetti, una concreta parità."
Perché, le attese dell'uomo cambiano con il tempo ? La domanda di infinito dell'uomo è sempre la stessa dal primo uomo (si perché c'è stato il primo uomo, Adamo) fino ad oggi e sarà la medesima fino alla fine del tempo perché l'uomo è una creatura.
Le prerogative di un uomo e di una donna cambiano con il tempo ? La prerogativa di una donna, in ultimissima analisi non è forse quella di generare figli ?(un uomo non potrà mai farlo e già questo la dice lunga). Quella di un uomo non è forse quella di provvedere alla necessità materiali in primis di chi si trova sotto la sua tutela ?
E' la "parità" finalmente (....) raggiunta che modifica la prospettiva e la verità dell'essere umano, creatura dotata di corpo e spirito ?
la negazione della attribuzione delle prerogative dell'uomo e della donna a cosa ha portato ? ad aborto, a divorzio, a depressione, a sfascio sociale ed individuale, a divisione (chi è quello che divide?) , bei risultati, davvero.

Allora riprendo dall'inizio, riportando la frase di antropologo :"Se non si comprendono la portata e il significato di questa rivoluzione in ogni ambito del vivere quotidiano, è inutile discutere, perché nulla è come prima." e dico che "se non si vuole riconoscere la portata ed il significato del Mistero dell'Incarnazione, e della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo e di tutto il Dogma Rivelato e quindi Vero, è inutile discutere", è inutile, perché ci si trova su due piani totalmente antitetici, quello teocentrico e quello antropocentrico, di qua si vuole adorare Dio, di là la sua scimmia.

Annarè ha detto...

Se le donne oggi studiano, lavorano sig! il doppio degli uomini solitamente, perchè hanno un doppio e spesso triplo lavoro: casa ufficio, bambini, anziani da accudire, controscuola da fare; insomma se le donne si sono emancipate come si suol dire, basterebbe che si emancipassero pure gli uomini e che mettessero ogni tanto l'egoismo da parte, allora se da ambo le parti si volesse il bene dell'altro e non solo il proprio, le cose andrebbero bene anche con donne non più ignoranti. Non è che il problema sia l'istruzione e l'autonomia delle donne, il problema è sempre lo stesso: il non vedere la propria vita come una missione, come un realizzare ciò che Dio ci chiede. La vita ha sempre lo stesso fine: conoscere, amare e servire Dio, se uomini e donne compissero ogni cosa per realizzare questo fine, senza sconvolgersi per i sacrifici e le delusioni della vita, ma consci che il dovere di stato è la strada ardua per il Paradiso, forse non si divorzierebbe per ogni cretinata, anzi si abbraccerebbero le croci, per quello che ci faranno guadagnare. Tutto con l'aiuto del Buon Dio senza il quale nulla possiamo. Ogni persona ha un suo ruiolo nella società, dei doni, delle peculiarità, che deve mettere al servizio di Dio e al bene del prossimo.

Anonimo ha detto...

@Marco P.
Noto che lei ha le idee molto chiare. La prerogativa di una donna, in ultimissima analisi è anche oggi, soltanto quella di generare figli e quella di un uomo è di provvedere alle necessità materiali in primis di chi si trova sotto la sua tutela.
Può davvero ritenersi soddisfatto: con due parole ha risolto tutti i problemi delle società attuali.
Non le resta quindi, che convincere tutte le donne e gli uomini di perseguire quegli obiettivi e nel farlo s’impegni anche a far riconoscere loro la portata ed il significato del Mistero dell'Incarnazione, della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo e di tutto il Dogma Rivelato. Auguri.
L’antropologo.

Annarè ha detto...

Più che prerogativa, io direi che generare figli sia la cosa più bella che si possa fare, essere mamma a mio parere supera ogni altra carriera. Se poi uno si sposa in teoria è proprio perchè vuole partecipare alla creazione di Dio, vuole farsi strumento per popolare il Paradiso (sperando che con la grazia di Dio non si vada a popolare l'Inferno). Pertanto direi che non è riduttivo essere mamma, anzi non cambierei il mio posto con nessun uomo. Certo lo studiare e lo sviluppare anche altri doni non è un reato, anzi può servire molto anche nell'essere mamma e moglie. Non siamo nate per essere sguattere, c'è da vedere cosa Dio vuole da noi, certo se ci sposiamo bisogna dare la priorità al senso del matrimonio, altrimenti si è anche libere di non sposarsi, come sono liberi di non sposarsi tanti uomini che vogliono rimanere dei Peter Pan. Si deve conformare la vita alla volontà d Dio, sapendo quali sono gli oneri, i doveri e anche le gioie dello stato di vita che si seglie. essere cattolici è essere virili sepur donne, perchè la vita è una battaglia, ma non siamo soli.

rosa ha detto...

Antropologo,
la informo che la stragrnde maggioranza delle donne- che siano donne femmine, non lesbiche - anche laureate, specializzate e masterizzate, e': TROVARE un uomo, POSSIBILMENTE bello e RICCO! ma ci accontentiamo anche di simpatico ed impiegato, oppure anche mascalzone, ma affascinante, CHE CI SPOSI!!!! e possibilmente ci paghi una donna delle pulizie e magari una governante. Epoi noi gli facciamo uno, due ,tre, magari pure quattro figli, che e' la cosaa piu' bella che ci possa essere per una donna.
E non dia retta a quello che diciamo se intervistate per una ricerca antropologica, ascolti le chiacchiere sotto l' ombrelone, fuori scuola. aprendere i figli, al' uscita della Messa o oratorio, fuori dalla sede di partito, davanti alla macchinetta del caffe'...
Vogliamo UOMINI uomini e MARITI mariti !
Rosa

Marco P. ha detto...

@Antropologo,
confermo che fermarsi davanti al Mistero di Gesù Cristo ed adorarlo consente di risolvere tutti i problemi, personali e della società, proprio tutti, nessuno escluso.
La cosa può sorprendere, ma è così, glielo assicuro, occorre solo fidarsi.
Non è compito mio convincere tutti gli uomini e tutte le donne di questo, ma è compito mio, come battezzato, testimoniarlo a chiunque incontro, per strada o sul web, con tutti i miei limiti,senza obbligare nessuno ma senza cedere di un passo.
Poi chi ascolta liberamente sceglie: di qua o di là, tertium non datur.
Le cose effettivamente sono molto chiare, chi le vuol rendere poco chiare o nebulose non è certo chi parla evangelicamente: si si no no.
Ringrazio per gli auguri che contraccambio, le auguro di poter sempre incontrare testimoni, ancorché indegni come il sottoscritto, di Cristo.

una sola fede ha detto...

Rosa, scrivi:"Vogliamo UOMINI uomini"


E noi, come canta quel tuo concittadino...

"...Vogliamo DONNE donne
donne con le gonne…
Prendila te quella col cervello,
che s'innamori di te quella che fa carriera,
la cantatrice calva e la barricadera
che non c'e mai la sera.....

Prendila te la signorina rambo
che si innamori di te
sta specie di canguro
che fa l'amore a tempo
che fa la corsa all'oro
veloce come il lampo
TENERA COME UN MURO
padrona del futuro. ...

Prendila te quella che fa il "Leasing"
che s'innamori di te la Capitana Nemo,
QUELLA CHE VA AL BRIEFING,
perchè lei è dei ramo,
E VIENE VIA DAL MEETING

STR...A COME UN UOMO
sola come un uomo".

http://www.youtube.com/watch?v=--tBqdbPUSA

Anonimo ha detto...

@Rosa.
Complimenti vivissimi, una vera sorpresa!
Mai avrei immaginato tanto entusiasmo. Estimatrice di Pretty woman? Io sì.
Non leggo ciò che si dice nelle interviste. Per deformazione professionale bado alla sostanza e poco alle chiacchiere.
Non sono un antropologo, ma un fisico teorico che ha la fortuna di vivere da una vita in mezzo ai giovani di nazionalità diverse e so bene quindi che cosa frulla nella loro testa. Un palcoscenico privilegiato che mi consente di comprendere meglio la realtà e le dinamiche che la determinano.
Scusi se mi permetto: ha poi trovato chi le paga la donna delle pulizie e la governante?
L’antropologo

Anonimo ha detto...

1 sola fede, non infierire con il cantautore milanese di origini meridionali, ha già le sue pene con la figlia gaia sposata gaiamente e con 2 gemelline avute chissà come e perché.....ci si potrebbero fare sì studi antropologici sulle 'famiglie moderne'....tertium non datur olim, nunc quartum, quintum, ad libitum, benvenuti a bordo dell'astronave più pazza dell'universo, pardon, di quella infinitesimale parte dell'universo immenso, noi siamo periferia delle periferie ipergalattiche e ci crediamo di essere chissà che. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

“Mai tanti indemoniati”. Parla don Carlos Mancuso esorcista di papa Bergoglio
http://www.civitas.it/2013/12/23/mai-tanti-indemoniati-come-questanno/

Il papa parla dell’Inferno
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/03/il-papa-parla-dellinferno/

http://blog.messainlatino.it/2014/03/non-e-tanto-unaggressione-ai-cattolici.html m