Dalla Liturgia delle Ore di ieri, una lettura significativa, dai «Discorsi» di sant'Agostino, che ci dà da riflettere. Anche i Pastori fanno parte del Gregge di Dio. Il vero Pastore Bello è Cristo Signore (Gv 10,11) e, dice Agostino ai Pastori: «...siamo anche cristiani, oltre ad essere capi. Per il fatto che siamo cristiani, anche noi facciamo parte del gregge. Perciò sia che il Signore parli ai pastori, sia che parli al gregge, noi dobbiamo ascoltare tutto il suo insegnamento con tremore...». Non dimentichiamo il sensus fidei del Popolo credente e l’infallibilità in credendo che accompagna e fonda quella in docendo. Infatti la comprensione e la esegesi del mistero rivelato crescono di continuo anche nella cognizione dei fedeli.
Abbiamo già visto che il progresso=profectus esplicita, approfondisce ed amplifica l’apprendimento sempre nel rispetto del vincolo di quanto appartiene al dogma, custode fedele e permanente della verità rivelata che, dunque, deve essere presente riconoscibile e riconosciuta nella sua genuità in ogni momento del percorso storico dell'insieme dei docenti e dei credenti. Abbiamo visto anche come, a partire dal Vaticano II e da coloro che lo applicano come nuovo super-dogma, si fa appello sempre al carattere formalmente vincolante che deriva dal soggetto del Magistero, disattendendo regolarmente l'altro aspetto sostanziale della questione che è quello dell'oggetto. Conferma di questo formalismo di massima - paradossalmente de-formante come non mai, a suo tempo definito da P. Lanzetta "visione burocratica"[1] - si ha nel tipo di discussioni che nascono su questo terreno, sempre viziate ed avvitate sull'ambito della procedura e delle definizioni, intese però in senso quasi nominalistico. Dunque il soggettivo domina sull'oggettivo, e questo dominio si è creato "sacralizzando" il Magistero staccato dalla Tradizione di cui esso doveva essere servizio e strumento. Una sorta di dittatura del metodo, secondo lo spirito moderno, con la messa all'angolo della metafisica e la destrutturazione direttamente agente sulla de-formazione di leggi, principi del vivere e costumi.
Oggi siamo testimoni del sensus fìdelium di pecore dai pastori percossi. Meditiamo, custodiamo e resistiamo, in attesa che la verità sia ripareggiata dal Trono più alto. (Maria Guarini)
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1. È necessario radicare in modo assoluto, oggi più che mai, l’infallibilità del magistero, nelle Verità credute infallibilmente per mezzo della fede, per evitare di scadere in una visione meramente “burocratica”, in cui il soggetto docente diventerebbe l’ultima ragione del porsi della verità stessa. (p. Serafino Lanzetta, Editoriale di «Fides Catholica» 2/2011) [qui]
Abbiamo già visto che il progresso=profectus esplicita, approfondisce ed amplifica l’apprendimento sempre nel rispetto del vincolo di quanto appartiene al dogma, custode fedele e permanente della verità rivelata che, dunque, deve essere presente riconoscibile e riconosciuta nella sua genuità in ogni momento del percorso storico dell'insieme dei docenti e dei credenti. Abbiamo visto anche come, a partire dal Vaticano II e da coloro che lo applicano come nuovo super-dogma, si fa appello sempre al carattere formalmente vincolante che deriva dal soggetto del Magistero, disattendendo regolarmente l'altro aspetto sostanziale della questione che è quello dell'oggetto. Conferma di questo formalismo di massima - paradossalmente de-formante come non mai, a suo tempo definito da P. Lanzetta "visione burocratica"[1] - si ha nel tipo di discussioni che nascono su questo terreno, sempre viziate ed avvitate sull'ambito della procedura e delle definizioni, intese però in senso quasi nominalistico. Dunque il soggettivo domina sull'oggettivo, e questo dominio si è creato "sacralizzando" il Magistero staccato dalla Tradizione di cui esso doveva essere servizio e strumento. Una sorta di dittatura del metodo, secondo lo spirito moderno, con la messa all'angolo della metafisica e la destrutturazione direttamente agente sulla de-formazione di leggi, principi del vivere e costumi.
Oggi siamo testimoni del sensus fìdelium di pecore dai pastori percossi. Meditiamo, custodiamo e resistiamo, in attesa che la verità sia ripareggiata dal Trono più alto. (Maria Guarini)
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1. È necessario radicare in modo assoluto, oggi più che mai, l’infallibilità del magistero, nelle Verità credute infallibilmente per mezzo della fede, per evitare di scadere in una visione meramente “burocratica”, in cui il soggetto docente diventerebbe l’ultima ragione del porsi della verità stessa. (p. Serafino Lanzetta, Editoriale di «Fides Catholica» 2/2011) [qui]
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
Le parole che abbiamo cantato contengono la nostra pubblica professione che siamo gregge di Dio: «Riconoscete che il Signore è Dio, egli ci ha fatti e noi siamo suoi» (Sal 99, 3). Egli è il nostro Dio; «noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce» (Sal 94, 7). I pastori, che sono uomini, non hanno fatto loro le pecore che posseggono, non hanno creato le pecore che pascolano. Invece il Signore Dio nostro, perché è Dio e creatore, si è procurato il gregge che egli possiede e che porta al pascolo. Né un altro ha creato quello che egli pasce, né un altro pasce quello che egli ha creato.
Le parole che abbiamo cantato contengono la nostra pubblica professione che siamo gregge di Dio: «Riconoscete che il Signore è Dio, egli ci ha fatti e noi siamo suoi» (Sal 99, 3). Egli è il nostro Dio; «noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce» (Sal 94, 7). I pastori, che sono uomini, non hanno fatto loro le pecore che posseggono, non hanno creato le pecore che pascolano. Invece il Signore Dio nostro, perché è Dio e creatore, si è procurato il gregge che egli possiede e che porta al pascolo. Né un altro ha creato quello che egli pasce, né un altro pasce quello che egli ha creato.
Poiché abbiamo proclamato in questo salmo che siamo suo gregge, popolo del suo pascolo, pecore delle sue mani, ascoltiamo quello che egli dice a noi come al suo gregge. Altre volte parlava ai pastori. Ora invece parla al gregge. In quelle sue parole noi ascoltavamo con tremore, voi con sicurezza. Perciò che cosa scaturirà da queste parole di oggi? Forse che la situazione si rovescerà e noi ascolteremo con sicurezza, e voi con tremore? Niente affatto. Innanzi tutto perché, anche se siamo pastori, il pastore ascolta con tremore non soltanto quanto viene rivolto ai pastori, ma anche ciò che viene indirizzato al gregge. Chi ascolta con indifferenza ciò che riguarda le pecore, dimostra di non avere alcuna preoccupazione del gregge. Secondariamente già abbiamo esposto alla vostra carità due punti che devono essere attentamente considerati: che cioè siamo anche cristiani, oltre ad essere capi. Per il fatto che siamo cristiani, anche noi facciamo parte del gregge con voi. Perciò sia che il Signore parli ai pastori, sia che parli al gregge, noi dobbiamo ascoltare tutto il suo insegnamento con tremore, e la preoccupazione non deve allontanarsi dai nostri cuori.
E allora, fratelli, ascoltiamo come il Signore riprenda le pecore cattive e che cosa prometta alle sue pecore. Dice: «Voi, mie pecore» (Ez 34, 31). Fratelli, quale grande gioia essere il gregge di Dio! È un fatto che genera grande gaudio anche in mezzo alle lacrime e alle tribolazioni di questa terra. Infatti colui al quale è stato detto: «Tu che pasci Israele», è il medesimo di cui si afferma: «Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode di Israele» (Sal 120, 4). Egli dunque vigila sopra di noi quando noi vegliamo, vigila anche quando noi dormiamo. Perciò se un gregge umano si ritiene sicuro sotto un pastore umano, quanto maggiore deve essere la nostra sicurezza allorché è Dio che ci pasce! E non soltanto perché ci pasce, ma anche perché ci ha creato.
A voi che siete mio gregge queste cose dice il Signore Dio: Ecco, io giudico tra pecora e pecora, e tra arieti e capri (cfr. Ez 34, 17). Che cosa fanno qui nel gregge di Dio i capri? Negli stessi pascoli, presso le medesime fonti? Anche quegli intrusi destinati alla sinistra si sono mescolati agli eletti, destinati alla destra. Ma ora vengono tollerati, poi, però, saranno separati. E qui si esercita la pazienza delle pecore a somiglianza della pazienza di Dio. Da lui infatti verrà operata quella separazione che porterà gli uni alla sinistra, e gli altri alla destra.
(Disc. 47, 1. 2. 3. 6; CCL 41, 572-573. 575-576)
29 commenti:
Inviterei a meditare questo testo insieme alle mie notazioni iniziali, soprattutto i soloni che non si sporcano le mani fino in fondo in difesa della Verità e dei 'piccoli', che siamo anche noi. Ma lo fanno dalle loro cattedre eburnee, lasciando a chi si espone in questa avirà per molgi versi infida, il parlar schietto che in questa temperie diventa "lavoro sporco" anche quando non manca di correttezza. E tuttavia ci tengono a parlare da questa tribuna, salvo a fare i pesci in barile per non perdere i loro agganci curiali... e allora i nostri richiami forti commisurati alla serietà della crisi e all'entità della confusione, diventano "urla da stadio".
Potrei pensare alla mia salute e chiuderla qui, stanca di ricevere colpi a destra e a manca, da modernisti, da normalisti e da tradizionalisti che ci tengono a non passare da pelagiani.
Non nego che quando allarghiamo le maglie della moderazione non si pubblichino anche interventi "sopra le righe". E del resto danno il polso della situazione, che è complessa e articolata, mentre si cerca di aggiustarne il tiro.
In ogni caso è ingeneroso identificare con essi i contenuti del blog, che sono ben altri.
Off-topic:
segnalo interessante articolo di Blondet su Effedieffe circa la teologia di Papa Francesco.
correggo refusi (scrivo dal cell.)
"questa agorà per molti versi infida"
"Potrei pensare alla mia salute e chiuderla qui..."
La stessa cosa vale anche per me, lo sai mic...ma che ci vuoi fare...qualcuno - riprendendo le tue parole - questo "sporcarsi le mani fino in fondo in difesa della Verità e dei piccoli che siamo anche noi" lo deve pur fare...e qua dentro ognuno di noi ce la sta mettendo tutta per dire chiaro: "Giù le mani dalla Chiesa, dalla Tradizione!", e se poi la cosa non è digerita da qualcuno o più di qualcuno, pazienza ... perché la fatica può essere anche tanta, ma la ricompensa (e che ricompensa!) è certa, "infatti le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi" (Rm 8,18).
Grazie come sempre per ciò che fai, una preghiera vicendevole, e avanti, col coraggio che dà il Signore e con la Sua forza!
....E nella nuova teologia a-dogmatica, tutta pastorale e caritativa, la bastonatura e la punizione si accordano splendidamente, armonicamente, con la frase «chi sono io per giudicare..?». Si rallegri il bastonato: nessuno lo sta giudicando. Non si istruisce più un processo canonico, non si eleva un’accusa formale e formulata in parole (da cui l’accusato potrebbe persino cercar di difendersi, questo pipistrello untuoso e triste) – non siamo più ai tempi dell’Inquisizione, li abbiamo superati! – ora si danno botte da orbi nel buio, si bastona e basta. Il bastonato non chieda perché. Il perché non si può esprimere, non si deve esprimere. È la a-teologia a-dogmatica che lo richiede.
...
capisco l'amarezza per i colpi da ogni parte... sono i completamenti della
Passione di Cristo che continuano nel nostro giorno, Lui il Giorno eterno! (S. Agostino). Dobbiamo, come Lui, essere spremuti nel torchio della Croce (idem), per essere quel vino del banchetto, alla fine dei tempi, che verrà libato dallo stesso Cristo Signore.
Per quanto possa contare, la mia povera solidarietà, condita da stima e preghiera, per il "bonum certamen".
Questi sono i nostri giorni (!) da vivere nella pienezza della fedeltà al dono della fede cattolica.
Dopo aver vissuto, gli anni settanta e ottanta, come in "regio dissimilitudinis", noi fedeli a Gesù e al suo Depositum, ci siamo fatti gli anticorpi, in attesa del momento della verità, sicuro che presto non tarderà.
Mi permetto di suggerirti altri Sermoni di S. Agostino, che commentano Ezechiele circa il cattivo pastore; era la pericope del giorno della sua ordinazione e ogni anno nella ricorrenza, quasi un esame di coscienza, del suo Officio, venivano esposti ai fedeli (per aiutarli a distinguere i veri dai
falsi pastori) nella Basilica Pacis ad Ippona.
Grazie
Grazie per averci riproposto questo arricchente testo cara Mic e grazie per esserci quotidianamente con il tuo incommensuràbile lavoro!
E grazie per moderare di tanto in tanto i miei commenti =)
Un abbraccio
Beh,diciamo che chi si diletta a postare in certi siti 'cattolici' lo fa solo per insultare a prescindere,sia che si tratti di altri bloggers, sia che si tratti del papa, che comunque mai andrebbe insultato, anche se non si è d'accordo con le sue uscite.....vedo però pietose e ridicole difese da parte degli scribi ufficiali che mentre prima dell'era B. sputavano veleni da cobra, adesso sono persino puerili nella loro difesa ad oltranza del vdr.... a Mic dico che il suo lavoro è preziosissimo ed utile per tutti, anche per noi poveri deficienti che ce la suoniamo e cantiamo da soli, come molto,ma molto cristianamente, ci viene ricordato da tante anime belle a spasso per blog che scrivono,pardon,pigiano tasti dimenticando di accendere il cervello oltre al pc.....sarà la 'nuova pastorale'..... Anonymous
Cara Mic, grazie per questo e per tutti gli altri contributi che si inseriscono nell'ambito della buona battaglia, che è personale ma anche di tutti i credenti in quanto membra vive, ciascuno secondo la propria vocazione, di Cristo.
"..la comprensione e la esegesi del mistero rivelato crescono di continuo anche nella cognizione dei fedeli."
E crescono tanto quanto cresce l'amore di e per Cristo, la Carità, sua conseguenza e sua causa: quanto più si approfondisce e cresce la conoscenza della Verità tanto più la si ama, tanto più la si ama tanto più la si vuol assaporare maggiormente; per un aspetto di Essa che ci si dischiude grazie alla sua Luce (erat lux vera quae inluminat omnem hominem venientem in mundum) se ne intuiscono di infiniti altri.
E la voce del vero Pastore è conosciuta e quindi amata, e amata perché conosciuta e per questo le pecore lo seguono, ma non seguono il falso pastore perché non conoscono e non amano la sua voce, in questo usando del loro sensus fidei, che è sempre dono del Signore, nello Spirito.
OT giornalettismo.com/archives/15421.KM
Coraggio, Mic, si lavora per il Signore, e in una situazione come quella presente, quando si dice la verità è scontato ricevere attacchi. Ma non è solo scontato: è buon segno.
Calma e gesso, mic.
Non praevalebunt!
Dici davvero bene Amicus:“si lavora per il Signore, e in una situazione come quella presente, quando si dice la verità è scontato ricevere attacchi"
“Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati”.
(2Tm 3,12)
…e nel frattempo che le bastonate arrivano, San Paolo consiglia questo:
“Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso”
(2Tm 3,14)
…con una certezza in più – oltre a quella di avere sempre Dio con noi se resteremo nel Suo Amore - cioè che
“ i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori e ingannati nello stesso tempo”.
(2Tm 3,13)
Di 'gesso' per affinare la punta ne occorreranno dosi industriali, temo.
Ma preferisco far conto sulla grazia che viene dalla preghiera e dall'ascolto.
Nella certezza che se anche fossi ridotta al silenzio, sarà il mio cuore a parlare a piangere a gioire a lodare...
Non posso che ribadire ciò che hanno scritto prima di me "una sola fede", "Anonymous" e "Amicus".
Un caro saluto.
Cara Maria, durante questi anni in cui seguo il tuo infaticabile impegno al servizio della Verità, ne ho visti passare più d`uno che, dopo aver ampiamente approfittato del tuo generoso ascolto, della tua pazienza e della tua competenza, vanno altrove mostrando un volto non proprio dei più simpatici, superbia e arroganza di chi pretende avere la soluzione, di sapere come e che cosa bisogna fare e dire e non fare e non dire, calcoli e strategie, alleanze bizzarre, prudenza che può diventare codardia, contro chi non si allinea si punta il dito, apertamente o dietro le spalle, in quel che noi chiamiamo" messes basses", in faccia parlano, chiedono anche spazio qui per condividere e poi....se osi mettere un pò del tuo succo, se non ti limiti a riportare quel che ti è domandato di riportare, partono le critiche.
Comunque che coraggio hanno quei personaggi che criticano ma NON vediamo MAI confutare in modo documentato i temi trattati.
E poi cara Maria, in quel mondo di uomini, non sempre "signori", hai un handicap maggiore....sei una donna!
Sorridiamo e lasciamo ad altri certi giochi di diplomazia e strategie varie con i quali non temono di calpestare gli amici pur di non dispiacere a chi ha il potere nelle mani.
Giochi ai quali sei totalmente estranea, anche per questo ti ringrazio e ti rispetto.
Vai, Mic !!!!!!!
Rr
Mic grazie per il lavoro che fai e l’impegno che sempre ci metti, sappi che ciò che fai serve alle persone che come me tardano ad aprire gli occhi e anche quando si aprono è difficile tenerli aperti ed affrontare la realtà su quanto la propria fede, che credevi sicura ed in buone mani è invece debole e forse in mano a persone che la maneggiano a seconda dei loro piaceri. Ecco questo blog aiuta nel discernimento e non è poco credimi, perciò grazie ancora e forza ti seguo sempre con piacere!!! poi concordo con Luisa hai una colpa in più “sei donna “ in un mondo di maschi e per loro entrare nel loro feudo e per di più metterli in discussione è inaccettabile, purtroppo in molti ambiti funziona così. Come si dice vai avanti e non ti curar di loro prima o poi ci troveremo tutti davanti al Signore è lì saremo giudicati per quanto abbiamo saputo fare nella vita. Saluti Vighi
Sai Vighi che oggi pensavo proprio a te e mi chiedevo come mai non ti fossi più fatta viva.
Grazie, coraggio anche a te a buon proseguimento, nel Signore!
La tua solidarietà femminile e quella di Luisa e Rosa mi confortano non poco :)
Non vorrei parlar troppo di me, ma non posso far a ameno di ricordare che nel lavoro c'erano le stesse dinamiche e c'è voluto il doppio di impegno e caparbietà per portare avanti i miei progetti. Ma ho imparato molto, sia umanamente che professionalmente, e mi capita di usare oggi alcuni dei talenti tecnici acquisiti lì ;)
Cara MIC, la ringrazio di cuore per il suo blog, per tutto quello che fa. In questi tempi difficili, mi creda, è davvero un punto di riferimento.
Miles
Cara mic, poiché oggi Salvianus alle ore 11.23 scriveva questo:
“Mi permetto di suggerirti altri SERMONI di S. AGOSTINO, che commentano Ezechiele circa il CATTIVO PASTORE”,
col tuo permesso - ancor di più in questo caso, visto che sei tu la destinataria di tale invito - ne approfitterei un poco comunque, per tornare sull’argomento che si discuteva nell’altro thread, di grande, drammatica attualità, cioè il FALSO ECUMENISMO tra l’altro fortemente estremizzato in questi ultimi anni a tutti i livelli della dimensione ecclesiastica (e, va da sé, pure ecclesiale), riportando PROPRIO una citazione dal Sermo 46 “DE PASTORIBUS IN EZECHIEL XXXIV, 1-16” di SANT'AGOSTINO, circa i pastori e sui loro doveri totalmente disattesi, e perciò particolarmente colpevoli davanti a Dio.
E tale citazione, tratta dal sermone (o discorso) in questione, riguarda il passo del Santo Vescovo di Ippona sulla assoluta necessità e dovere di CERCARE DI RIPORTARE GLI ERETICI, in primis per la loro salvezza eterna, afferma Sant’Agostino, all’interno dell’unico Ovile santo, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, e lascia naturalmente intendere come già allora questo non accadesse sempre... Solo che nei nostri, di tempi, è NORMALITA’ il contrario, cioè è dato ormai acquisito dopo la teorizzazione conciliare bene espressa (si fa ovviamente per dire…) nella “UNITATIS REDINTEGRATIO” e dopo lunghe pratiche ben collaudate post-conciliari di questi papi ultimi e gerarchia al seguito, non solo il NON RICHIAMARLI ALL’UNICO OVILE, bensì far comunella insieme, stabilendo uno strambo percorso condiviso tutti insieme da “PELLEGRINI DELLA VERITA’” (solo per citare l’incredibile – o meglio, credibilissimo oramai - titolo dell’ultimo dei tre assembramenti “plurireligiosi” in quel di Assisi nel 2011), abdicando al ruolo di guide vere, di pastori che dovevano avere la retta intenzione di salvare le pecore altrimenti perdute per sempre, per assumersi, al contrario, il terribile peso davanti al Signore di confermarle nel loro errato - quanto pericoloso per la loro anima, costata il Sangue Preziosissimo di Gesù - vagare…
Ecco, nel successivo post inserirei perciò questo bello stralcio del Sermone (o Discorso) 46 di Sant'Agostino, ringraziando ancora Salvianus per il suggerimento (e mi dispiace, caro Salvianus, ma ci sarebbero tanti altri meravigliosi passi di tale Sermone, anche perchè straordinariamente attuali, e per il momento ho dovuto sceglierne solo uno, altrimenti ci volevano un centinaio di blogs ;)
Dunque, ecco alcuni stralci di quel passaggio di Sant’Agostino dal suo Sermone 46 sui cattivi pastori, citati in EZ 34:
14. Quelle [pecore] che erano fuorviate, voi non richiamaste [all'ovile]. Ecco il pericolo che ci sovrasta in mezzo agli ERETICI.
QUELLE [PECORE] CHE ERANO FUORVIATE NON LE RICHIAMASTE [ALL’OVILE]; QUELLE CHE SI ERANO PERDUTE NON LE RICERCASTE.
Si tratta di pecore riottose, le quali, quando si vedono ricercate nella via dove si sono smarrite, si proclamano estranee a noi per un loro errore e con loro perdizione. Perché vi interessate di noi - dicono -, perché ci ricercate? Quasi che la ragione per cui ce le prendiamo a cuore e le ricerchiamo non sia l'essere loro NELLA FALSITA’ E SULLA VIA DELLA PERDIZIONE! Vuoi errare e perderti così? Quanto più saggiamente io voglio impedirtelo!
Ve lo dico francamente: Sarò un importuno, ma conosco le parole dell'Apostolo: “Annunzia la parola, insisti e quando è opportuno e quando è importuno”.
Ebbene, sarò importuno quanto vi pare, ma con coraggio debbo dirvi: TU VUOI CAMMINARE NELL’ERRORE E ANDARE ALLA PERDIZIONE? IO NON LO VOGLIO. Del resto, non lo vuole nemmeno colui che mi infonde timore. Sì, anche se io lo volessi, osserva cosa mi dice lui, cosa mi fa risuonare agli orecchi: “LE PECORE FUORVIATE VOI NON LE AVETE RICHIAMATE [ALL’OVILE] NE’ AVETE RICERCATO LE PECORE PERDUTE”.
costata il Sangue Preziosissimo di Gesù
Ed oggi ricordiamo proprio questa Festa...
Cara Mic è’ vero non ho scritto ultimamente, ma ho sempre seguito il blog con interesse. Ho preferito leggere ciò che si scriveva, meditare e poi non volevo creare problemi so che a volte quello che scrivo non è allineato al pensiero di molti sul blog e siccome mi sembra che ultimamente ci sia più sensibilità ho preferito non acutizzare queste sensibilità. Comunque ci sono e come detto apprezzo quel mettere in funzione la mente che tu riesci a fare con questo blog. Un caro saluto Vighi
Non conosco quali rampogne ha dovuto subire e da chi. Si faccia coraggio! Sappia che ognuno di noi, che ha a cuore le sorti della Chiesa Cattolica, patisce e paga un prezzo. Eppure siamo solo agli inizi. Ma non disperi: arriverà infine il Soccorritore.
Il buon Dio ci aiuterà a portare questa Croce che, ogni giorno che passa, pare schiacciarci sotto il suo peso. Io non la conosco, e lei non conosce me. Ma non creda che il suo patimento mi sia estraneo. Un saluto.
vighi che scrivi "a volte quello che scrivo non è allineato al pensiero di molti sul blog"
...l'importante è che sia allineato FATTIVAMENTE a quello di Nostro Signore Gesù Cristo e custodito e trasmesso dalla Sua unica e vera Chiesa di sempre, guidata dallo Spirito Santo...
Se è così, sei a posto e dimostri di AMARE VERAMENTE il Signore, in caso invece contrario, ovviamente, Egli chiede di rimettersi nella giusta carreggiata...
Laddove infatti (ma parlo per chiunque, sia bene inteso) persistessero i tentennamenti, i dubbi su verità di fede, o comunque pensieri e comportamenti che svelano distanze evidenti dalla retta dottrina, dal retto modo di vivere e professarsi cattolici - magari inestricabilmente avvinti a mille ragioni umane, tra mille "ma io, diversamente dalla Chiesa, trovo invece giusto pensarla così e così e ancora così..." ecc, facendo prevalere il gusto personale et similia - non possono ovviamente essere graditi all'Amato, che vuole che si facciano, a un certo momento, senza rimandare sine die, scelte definitive, anche se talvolta dolorose prima di tutto per il proprio "IO".
Insomma, Egli ci dice chiaramente: "CHI NON E' CON ME [e quindi con la Mia Unica Vera Chiesa di sempre e la Dottrina da essa custodita e trasmessa], E' CONTRO DI ME"...
Una sola fede come sempre sei illuminante e focalizzi sempre la retta via. Grazie anche per la coroncina al preziosissimo Sangue di Gesù di ieri seguo sempre con interesse ciò che posti soprattutto i riferimenti al catechismo e la memoria storica dei documenti papali e della Chiesa. Saluti Vighi
Cara Vighi, grazie a te, ma grazie sempre e sopra a tutto e a tutti al Signore, Lui sì Illuminante Faro, "Luce vera venuta a "illuminare ogni uomo" (che si voglia far illuminare, chiaramente)!
Noi facciamo quel che si può, con l'aiuto anche e soprattutto della Santa Madre (e di San Giuseppe, patrono della Chiesa Universale) per lavorare come piccoli operai nella vigna del Signore.
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