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domenica 15 gennaio 2017

Malta, comunione ai divorziati risposati contro il catechismo. Nuove voci chiedono al Papa una risposta di chiarezza sui Dubia

Interessante la puntualizzazione di Marco Tosatti, in seguito alla posizione dei vescovi Maltesi su AL. Le direttive dei vescovi di Malta non contraddicono il testo di AL. Non fanno altro che svilupparlo in maniera più esplicita. (Vedi Indice degli articoli sull'Esortazione Apostolica Amoris laetitia)

La conferenza episcopale maltese – cioè l’arcidiocesi di Malta, (Charles Scicluna, nella foto) e la diocesi di Gozo – hanno emanato un documento che si intitola: “Criteri per l’applicazione del capitolo VIII di Amoris Laetitia”. Nella nostra traduzione dall’inglese, recita così: “Attraverso il processo di discernimento, dovremmo esaminare la possibilità della continenza coniugale. A dispetto del fatto che questo ideale non è affatto facile, ci possono essere coppie che, con l’aiuto della grazia, praticano questa virtù senza mettere a rischio altri aspetti della loro vita insieme. D’altra parte, ci sono situazioni complesse dove vivere ‘come fratello e sorella’ diventa umanamente impossibile e crea un danno maggiore. Se come risultato del processo di discernimento, intrapreso con ‘umiltà, discrezione e amore per la Chiesa e il suo insegnamento, in una sincera ricerca della volontà di Dio e un desiderio di dare una risposta perfetta ad essa’ la persona separata o divorziata che sta vivendo una nuova relazione riesce, con una coscienza informata ed illuminata , a riconoscere e a credere che lui o lei è in pace con Dio, a lui o lei non può essere impedito di partecipare ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia”.

E’ evidente che questa disposizione contrasta in maniera clamorosa con il Catechismo della Chiesa Cattolica in vigore, dove dice, al N.1650:
“Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (« Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio »: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza”. 
Oltre a documento magisteriali che abbiamo già citato in questo articolo.

È molto difficile negare che la confusione, da questo punto di vista, sia grandissima nel mondo cattolico; che non si tratta solo (ma quando mai lo è stato, onestamente?) di quattro cardinali che non riescono ad ottenere una risposta dal Papa su questioni astratte di dottrina; e che la situazione invece di appianarsi, come forse avrebbero sperato gli strateghi dell’ambiguità dei due Sinodi sulla Famiglia, va peggiorando, e il problema si allarga. E il rumore non si sente solo nelle “sacrestie”, come ha dichiarato padre Antonio Spadaro, il portavoce non ufficiale di Santa Marta. Laici e persone ordinate esprimono un disagio che appare diffuso.

Consigliamo a chi conosce l’inglese di leggero questo commento di The Wanderer, di cui traduciamo qualche frase:
“Il tempo del silenzio su questo tema fra cardinali, vescovi e preti è trascorso. Non fate errori su questo: è un avvenimento che ha tracciato una linea nella sabbia che avrà conseguenze sul futuro immediato della Chiesa Cattolica. Chi rimane in silenzio su questo tema sarà complice delle sue conseguenze. Tristemente il Vaticano, attraverso l’intimidazione e in un modo quasi dittatoriale, ha cercato di dipingere i quattro cardinali e quelli che li appoggiano come se volessero rovesciare il Papa”.
“Con tutto il dovuto rispetto, il silenzio del Papa su questo tema e gli attacchi continui ai quattro cardinali allargano le divisione crescente nella Chiesa…alcuni punti il Papa li può risolvere, e questo è uno di essi. Non il suo portavoce, non i suoi rappresentanti, ma il Pastore dei Pastori, il Papa, il rappresentante di Cristo in terra, deve rispondere e guidare il gregge quando questioni di questa portata emergono. E dopo tutto, sono proprio le parole del Papa che hanno creato la controversia. Santità, la vostra guida è necessaria, affidata da Dio stesso. Il vostro silenzio su questo tema ha solo dato fuoco e provocato lo scisma di fatto che sta avvenendo”.
Ma perché il Papa non risponde? Torniamo a padre Spadaro, nella sua intervista al Religion News Service
“Papa Francesco distingue fra due tipi di opposizione: c’è l’opposizione che è critica di persone che tengono alla Chiesa. Loro amano la Chiesa. Vogliono, in buona coscienza, il bene della Chiesa. Ma c’è un altro tipo di opposizione, che vuole solo imporre la propria visione, che è un’opposizione ideologica. Il Papa ascolta la prima ed è aperto a imparare. Ma non da per niente attenzione alla seconda”.
Se dobbiamo credere a padre Spadaro – noto per aver preso in giro con fake account su Twitter i quattro cardinali dunque il Papa non risponde perché ritiene “ideologica” la critica espressa tramite i Dubia.

È una motivazione solo in parte sorprendente, perché viene da un regno fra i più massicciamente ideologici e ideologizzati della storia recente della Chiesa. Ma può essere anche una forma di auto inganno, dirsi: son solo quattro cardinali, e non riconoscere l’ampiezza e la gravità del disorientamento. A meno che la confusione e il disorientamento non siano conseguenze, ma obiettivi. E, in generale, il silenzio dell’autorità, qualunque autorità, quando interpellata, non ci appare giustificabile.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal documento "maltese": <<... D’altra parte, ci sono situazioni complesse dove vivere ‘come fratello e sorella’ diventa umanamente impossibile e crea un danno maggiore.>>
Ma dire questo, non vuol negare lo stesso valore della castità?
E se è vero questo, che dire del celibato dei consacrati?
A.L.: Amore Libero!

Anonimo ha detto...


Non risponde perche' non puo' rispondere senza contraddirsi o esser accusato di eresia.

Leggendo la vicenda con gli occhi del realismo politico, potremmo cosi' interpretare il non-detto che sempre si cela in queste prese di posizione, spesso piu' importante di cio' che viene detto:

1. Papa Francesco l'interpretazione autentica l'ha gia' data nella lettera ufficiosa ai vescovi argentini, che intendevano il cap. VIII di AL allo stesso modo dei vescovi maltesi: "No hay otras interpretaciones", ha scritto. Punto e basta. Ma siccome la lettera pur autentica non e' atto di governo, i quattro cardinali (rispettando le procedure) vogliono vedere se il Papa ha il coraggio di ripetere la sua approvazione all'ermeneutica degli argentini in modo ufficiale, come sarebbe suo dovere; affermazione che, lo sanno tutti, corrisponde comunque al pensiero autentico del Papa (lo si era capito sin dalla convocazione del primo Sinodo sulla famiglia).
2. Se il Papa la ripete, puo' esser accusato di eresia e, credo, in senso formale. Se la rinnega, contraddice se stesso. INoltre, rinnegandola, l'interpretazione data finora dagli argentini, dai maltesi e da tutti quelli pro-comunione ai divorz. rispos. conviventi diventerebbe ipso facto essa stessa eretica, con le conseguenze del caso.
3. I quattro cardinali (costretti pero' dal modo di agire e dagli errori del Papa) hanno fatto senza volerlo la mossa del cavallo (sto ragionando sempre dal punto di vista del realismo politico) nel gioco degli scacchi, quella mossa che blocca simultaneamente due pezzi dell'avversario, il quale per liberarsi deve perdere comunque un pezzo.
4. Puo' uscirne il Papa, con il continuare a tacere, sperando che nel frattempo l'interpretazione degli argentini e dei maltesi diventi maggioritaria a tal punto nella Chiesa, da soffocare di fatto ogni dissenso? Questa sembra essere la sua strategia.
5. Potrebbe, se i quattro cardinali e quelli che li appoggiano, gliene lasciassero la possibilita'. E' evidente che, a questo punto (sono quasi 4 mesi da che sono stati inviati i Dubia) il perdurante silenzio del Papa deve esser interpretato come complicita' con l'errore dilagante e i quattro cardinali e tutti i difensori della Fede nella Chiesa e fuori devono trarne le debite conseguenze. PP



Alfonso ha detto...

"A meno che la confusione e il disorientamento non siano conseguenze, ma obiettivi."
Credo che qualsiasi politico, e non necessariamente un politico machiavellico, a questo punto riderà della nostra persistente ingenuità. La destrutturazione della Chiesa Cattolica è un obiettivo essenzialmente politico, che se si realizzerà, storicamente rappresenterà l'avverarsi dell'esatto opposto di ciò che avvenne con l'opzione cristiana di Costantino che ne permise la strutturazione.
Chi guida questa "rivoluzione" fa esattamente ciò che tutti i capi rivoluzionari hanno sempre fatto. Attraverso la confusione, il disorientamento, la divulgazione di falsità, la demonizzazione dei nemici, la promessa di "letizia" e di "amore" subito e per tutti su questa terra e così via, si illudono le masse e si infiacchisce la resistenza.
Perciò, sono sempre più convinto che tutti coloro che si oppongono alla destrutturazione della Chiesa Cattolica devono agire politicamente, individuando i nemici politici che si presentano con travestimenti clericali e di conseguenza riconoscere gli amici e gli alleati con i quali programmare, organizzare e condurre la lotta che ormai non è più solo dottrinale!

Anonimo ha detto...

Dios no manda imposibles, sino que al mandar dice que haga lo que puedas y pidas lo que no puedas. Sus Mandamientos no son pesados. Concilio de Trento citando a San Agustín.
Lo que está pasando en la Iglesia clama al Cielo. Incomprensible el silencio del Papa Francisco.

Cesare Baronio ha detto...

Perché non applicare questo principio anche alla sodomia?
Riformuliamo:

“Se bla bla bla l’omosessuale che sta vivendo una nuova relazione riesce, con una coscienza informata ed illuminata, a riconoscere e a credere di essere in pace con Dio, non gli può essere impedito di partecipare ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia”.

Oppure alla pedofilia:

“Se bla bla bla il pedofilo che sta vivendo una relazione con un minore riesce, con una coscienza informata ed illuminata, a riconoscere e a credere di essere in pace con Dio, non gli può essere impedito di partecipare ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia”.

O all’omicidio:

“Se bla bla bla l’assassino che fa a pezzi le persone riesce, con una coscienza informata ed illuminata, a riconoscere e a credere di essere in pace con Dio, non gli può essere impedito di partecipare ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia”.

O all’aborto:

“Se bla bla bla chi commette un aborto riesce, con una coscienza informata ed illuminata, a riconoscere e a credere di essere in pace con Dio, non gli può essere impedito di partecipare ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucarestia”.

Come si vede, il principio è inammissibile: la discrezione che è richiesta nel Confessore consiste nel valutare se il peccatore riesce a riconoscere e a credere di essere in pace con Dio, il che rende assolutamente soggettiva la colpa. E chi rende ammissibile questo capovolgimento morale, si rende responsabile delle colpe di quanti, ingannati da lui, faranno una Confessione sacrilega e profaneranno la Comunione.

irina ha detto...

Ma questi poveri esseri umani è possibile che nessuno creda che, lungo lo svolgersi della loro vita, possano e vogliano santificarsi? Di questo nessuno parla. Forse perchè pochissimi sanno indicare ad altri la strada della santificazione.

Magno di Borbone ha detto...

http://www.maurizioblondet.it/bergoglio-approva-preservativo-settimo-dubia/

Cesare Baronio ha detto...

Cari amici, lasciatemi dire due parole.

Talvolta, quando si parla di peccati altrui, molti concordano sulla condanna in generale. Ma quando si parla di peccati nei quali noi per primi cadiamo, ecco che la riprovazione iniziale cede il passo alla comprensione, alle scusanti, alle attenuanti.
Il ladro condanna la lussuria, il bugiardo condanna il furto, ma quand'è ora di condannare una situazione che ci coinvolge da vicino, inizia il giochetto del caso per caso.

Quando il medico ci parla della malattia di un altro, lo ascoltiamo. Ma se ci parla di un male che sta consumando noi o qualcuno che ci è caro ecco che andiamo da un altro specialista per sentirci tranquillizzare. E troppo spesso, nelle questioni morali, ci sono falsi medici pronti a rassicurarci...

Facciamo attenzione: il demonio non ci vuole dannare ricorrendo alle colpe altrui, ma alle nostre. Ed è proprio quando sentiamo quella vocina suadente - che ci sussurra: "Ma questo non è un peccato grave" oppure "Ma puoi sempre pentirti, no?" - che dobbiamo diffidare di noi stessi e lasciarci toccare dalla Grazia.

Così chi non è sposato - o chi non è separato o, Dio non voglia, divorziato - sembra forse duro quando parla di concubinato, e di dovere di obbedire alla santa Legge di Dio. Ma quella sua durezza non dev'essere vista come un pretesto per legittimare la propria situazione di peccato grave, ottundendo la coscienza. Perché anche chi non si trova nel concubinato forse si sente rimproverare per altre colpe, ed ha la stessa tentazione di chiudersi a riccio, cadendo nel tranello del maligno.

Ringraziamo chi ci rimprovera, anche quando non sa di rimproverare proprio noi. E cerchiamo di vedere anche in quell'ammonimento - forse severo, ma pur sempre vero - uno dei tanti modi con cui la Provvidenza ci chiama a Sé.

Anonimo ha detto...

"...con una coscienza informata ed illuminata, a riconoscere e a credere di essere in pace con Dio"
Sono sicuramente ignorante ed anche stupido, ma non capisco come per riconoscersi e credersi in pace con Dio sia sufficiente che la coscienza si informi e si illumini.
Infatti, per essere in pace con Dio, più che credere di esserlo, non dovrò forse fare la Sua volontà?
Inoltre, se non faccio la volontà di Dio, come potrò illudermi di essere in pace con Dio stesso?
Anzi: non è proprio un cuore indurito dal peccato quello che crede di essere in pace con Dio pur non essendo conformato alla Sua volontà?
Ma forse il significato è ancora più semplice: copriamo la nostra putredine con il manto bianco dei meriti di NSGC, e saremo in pace con Dio.
In fin dei conti nel 2017 questo viene detto da 500 anni...

Cesare Baronio ha detto...

...il che si può tradurre con le semplici e chiare parole del Signore:
"Siete miei amici, se farete quello che vi comando" (Gv 15, 14)

Letto su Fb ha detto...

Sarebbe bello se quest'anno papa Francesco il giovedì Santo lavasse i piedi ai quattro cardinali dei dubia.
Sarebbe un grande gesto di umiltà, di misericordia e di unità della Chiesa (oltre ad essere un ritorno al gesto di Gesù che lavò i piedi ai discepoli, i primi sacerdoti della sua Chiesa e non a persone qualsiasi).

Anonimo ha detto...

Il giornale dei vescovi, in versione liberal approva i vescovi maltesi

Chiesa e famiglia. Amoris laetitia, onda di bene
Mentre in tutte le diocesi l’Esortazione postsinodale è al centro dei programmi pastorali, il cardinale Caffarra torna a chiedere al Papa di spiegare meglio. Ma Müller stoppa: bene così

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/amoris-laetitia-onda-di-bene

Anonimo ha detto...

https://www.ewtn.co.uk/news/commonwealth/maltese-bishop-threatens-priests-will-be-suspended-a-divinis-for-refusing-communion-to-divorced-remarried