Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 5 gennaio 2017

Cristiano Lugli. In tempi bui perdiamo una luce: Don Pierpaolo Maria Petrucci

Ringrazio Cristiano Lugli per il testo che pubblico di seguito. Nonostante io sia restia a tirare in ballo le vicende della FSSPX per evitare il polverone che non manca mai si sollevarvisi intorno e che in altre occasioni non ha giovato agli accordi anche allora possibili e imminenti, sento anch'io l'esigenza personale di esprimere grande stima e riconoscenza a Don Pierpaolo Petrucci e accompagnarlo con la preghiera nella nuova fase del suo apostolato.
Anch'io ho avuto la gioia e la grazia di partecipare ad esperienze edificanti e fortificanti da lui promosse con amorevole zelo. Sempre troppo poche rispetto a quelle che avrei voluto, ma sufficienti a conoscerlo e a ringraziarne il Signore.
In ogni caso non mi pare che l'obbedienza dimostrata da don Pierpaolo e la sua ben nota serena prudenza possa far pensare a disaccordi insanabili sulle decisioni così importanti che sembrano imminenti.
C'è da prendere atto che anche in seno alla Fraternità, come pure all'esterno, i dubbiosi non mancano.
A questo punto - anziché alimentare i "rumors" che, strumentali o in buona fede che siano, rischiano di sollevare un polverone analogo a quello che abbiamo visto in circostanze precedenti e quindi di compromettere gli auspicabili accordi - sarebbe molto meglio tacere e pregare, affidandosi.
Concordo in pieno col seguente pensiero espresso da Andrea Sandri. Se Francesco è il Papa, l'accordo ha comunque senso. Poi si va avanti a fare quello che si è sempre fatto senza pensarci troppo. Tutti i dubbi nascono da una concezione falsa (sovranista e iperinfallibilista) del papato che purtroppo molti tradizionalisti condividono. (M.G.)

Di questi tempi è una rarità avere persone sagge su cui contare, e ancora più raro è che queste rivestano il sacramento dell'ordine sacerdotale. La logica conseguenza è che se anche se ne dovesse perdere una, la cosa graverebbe e peserebbe come un macigno.
E questo avviene proprio con il Rev. don Pierpaolo Maria Petrucci, ormai da considerarsi ex Superiore del Distretto Italiano della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Viene quasi naturale dare per scontato che tutti sappiano di questa vicenda, ma per rendere chiaro a quanti invece non hanno seguito gli svolgimenti ripercorriamo il testo di quella lettera che, in data 1º gennaio 2017, ha resi ufficiali i "rumors" che già asserivano dell'ormai prossima deposizione di don Petrucci da Superiore del Distretto. Con una lettera rapida e quasi di ghiaccio a firma di don Marco Nély, ovvero il Reverendo che sostituirà ad interim don Petrucci, si è così congedato colui che era in carica dal 2012:
"Cari Confratelli,
Cari Fedeli,
Per chiarire i rumori che circolano da alcuni giorni nei social mi vedo costretto ad inviarvi questa lettera, che sarà letta nei nostri vari centri di Messa la domenica 1° gennaio 2017 ed in seguito pubblicata sul sito.
A seguito di una visita canonica, effettuata nel 2015 e di una successiva verifica nel 2016, viste confermate le difficoltà nella gestione del Distretto, difficoltà che si protraevano da tempo creando tensioni tra la maggior parte dei Confratelli, Sua Eccellenza Mons. Fellay ha deciso di sollevare don Petrucci dall’incarico di Superiore, secondo le norme del Diritto Canonico.
Tale decisione non vuole mettere minimamente in dubbio la rettitudine e lo zelo di don Pierpaolo durante gli anni del suo incarico, ma si è resa necessaria in vista del bene comune del Distretto.
Don Petrucci lascerà l’Italia in febbraio in attesa di una nuova nomina. Egli stesso si augurava che questo cambiamento si facesse nella pace e mi aveva chiesto di ritardarne l’annuncio a fine gennaio.
Essendo stato io stesso Superiore dal 2004 al 2006, Sua Eccellenza Mons. Fellay mi ha nominato ad tempus come responsabile del governo del Distretto italiano, in attesa della nomina del nuovo Superiore.
Conto sulla collaborazione di tutti, malgrado il legittimo dispiacere che una tale decisione può causare, e vi assicuro della mia sacerdotale dedizione per continuare, con l’aiuto dei miei Confratelli, lo sviluppo del nostro apostolato e per condurre in porto i vari progetti previsti per l’anno 2017, nella misura delle nostre possibilità.
Augurandovi un santo Anno nuovo, sotto la protezione particolare della Madonna di Fatima, vi mando la mia benedizione e vi assicuro della mia preghiera per tutte le vostre intenzioni."
Un fulmine a ciel sereno, giacché nonostante fosse nell'aria da qualche tempo, tutti - e  particolarmente i fedeli - si auguravano fosse falso, speravano si trattasse di indiscrezioni perlomeno imprecise. A poco servono e serviranno i malumori di tante persone, famiglie che hanno deciso di aderire a petizioni per far presente agli alti vertici della Fraternità il proprio rammarico nel vedere deposto in quel modo un sacerdote così "zelante" come detto nella stessa lettera, e che soprattutto ha fatto veramente tanto per il Distretto italiano, ma ancor più per il bene della Chiesa adempiendo al fine massimo che Essa si prefigge come suprema lex: la salus animarum di cui più si parla. Sì, perché don Pierpaolo è stato e sempre sarà un'instancabile predicatore, un sacerdote pieno di zelo sempre dedito ad organizzare quanti più turni possibili di Esercizi Spirituali, nei due Priorati di Albano Laziale e Montalenghe, per permettere a più fedeli possibili di ricorrere a questo potente ed efficace mezzo, fiume traboccante di grazie. 

Ha fondato un pre-seminario che permettesse di fare una sorta di "prova vocazionale" prima di decidersi ad entrare nel seminario; ha dato vita a due scuole parentali dislocate a Rimini e ad Albano; ha organizzato decine e decine di pellegrinaggi; ha consolidato un fortissimo gruppo di giovani orbitanti in tutta Italia ma sempre pronti a ritrovarsi per stare uniti nell'amore della Santa Messa di sempre, nella Dottrina e nella cultura cattolica. Non ha mancato nemmeno di ridare vita a quella grande opera che iniziò con San Massimiliano Kolbe: la Milizia dell'Immacolata, ormai finita nel dimenticatoio e privata della sua forte essenza tradizionale e cattolica, così come la voleva il Santo francescano.

In questo umile scritto mi sento di dire che non sia la voce di uno a prendere vita, ma quelli di tanti che, come il sottoscritto, hanno conosciuto anche solo per un istante don Petrucci. Io non rientro infatti fra quelli che lo conoscono per filo e per segno, o che gli sono vicini da tanto: un po' per la distanza e un po' per la giovane età, forse, non ho avuto questa grazia. Ma nemmeno voglio essere minimizzatore nel dire che non l'ho conosciuto: diciamo che ho avuto a che fare con lui quel tanto che bastava per poter affermare quanto dico. Fra le varie occasioni in cui l'ho incontrato me ne riaffiorano alla mente e al cuore tre in particolare, che mi sento di riportare a sostegno di tutto questo.

Il primo risale a circa un anno fa nella Solennità del Cristo Re in cui, dopo l'annuale Convegno di studi cattolici tenutosi a Rimini, venne celebrata la Santa Messa solenne. Ebbi la grazia di fare il crociferario, e quindi di essere vicino ai pressi dell'altare sopra il quale don Pierpaolo celebrava il Santo Sacrificio della Messa. Solo quell'occasione potrebbe bastare per affermare tutto, poiché proprio nei menzionati momenti vidi negli occhi di quel pio sacerdote il Cielo venire sulla terra: corpo proteso verso la Croce, occhi fissi e profondi, quasi travolgenti da tanto si avvertiva la tensione propiziatoria; le mani giunte mentre la bocca sillabava silenziosamente ogni minima parola dell'Ordinario. Mentre racconto e riporto l'immagine a quegli istanti ancora un brivido mi attraversa la schiena, ripensando a quella vera immolazione che questo sacerdote compiva, in persona Christi, sull'Altare.

L'altra occasione rimastami impressa si svolse ad Albano Laziale, quando tornai a prendere mia moglie - che in quel tempo ancora non era mia moglie - dopo la sua prima esperienza agli Esercizi di Sant'Ignazio, provvidenzialmente opportuni in vista del nostro matrimonio che sarebbe avvenuto circa  due settimane dopo. Il suo direttore fu proprio don Pierpaolo, il quale congedandoci ci fece l'augurio per un santo matrimonio. Niente di strano si potrebbe dire, ma ciò che proprio è caratteristico di questo zelante sacerdote è come riesca a render le cose minime e comuni, piene di paternità spirituale, piene di carità deificante, quella carità che ne correla la pace di Cristo con cui in quell'occasione ci benedì.

Il terzo episodio si verificò invece ad Êcone, e come il secondo non ha forse grandi particolarità. Ad un tratto, al termine delle Ordinazioni sacerdotali durate quattro ore e mezzo nel silenzio e raccoglimento più assoluto, scorsi tra la folta folla di sacerdoti una talare particolare, accompagnata da un passo particolare, conosciuto. Era don Petrucci, e anche in quell'occasione mi trasmise qualcosa di davvero insolito: lo distinsi dagli altri. Certo - mi si potrebbe dire - lo conoscevi ed è ovvio che si riconosce più facilmente chi si conosce. È senz'altro vero, ma in quell'occasione non fu il motivo principale, visto che mi colpì il passo, passo di un saggio che sale con pacatezza e pazienza verso il monte del Signore, in "montem  sanctum tuum et in tabernacola tua". Sotto un braccio portava candidamente il Breviario, inseparabile mezzo di innalzamento orante verso Dio; dall'altra portava una stola viola, sempre pronta ad essere indossata per ascoltare il De profundis di un figlio che volendo spezzare il giogo con il peccato si riunisce a Dio, rientrando nello stato di Grazia che lo riconduce ipso facto al suo Creatore. E proprio in quell'istante vidi l'eterna rappresentazione del sacerdote, del sacerdozio cattolico in tutta la sua pienezza che Mons. Lefebvre, con tanta audacia e speranza,  volle salvare a costo di essere disprezzato da tutti.

Questo vidi in don Pierpaolo Maria Petrucci e questo sempre porterò con me, così come la maggior parte dei fedeli mi permetto di credere. Uno sguardo profondo di chi porta il carico dell'esperienza e della preghiera, un sorriso docile, affettuoso e paterno da chi ti fa capire che Dio è infinitamente Misericordioso perché è abbondantemente Giusto, e la Giustizia si ritrova anzitutto nell'insegnamento bimillenario della Santa Chiesa, voluta da Cristo, esplicitata dai Santi che sono la Sua luce, la Sua impronta divina. Questo mi ha insegnato don Petrucci, e per questo sempre porterò la sua figura nel cuore. La figura di un padre che indirizza i figli, di un medico che cura le piaghe ed estirpa l'infezione, che nel caso a noi più prossimo è il modernismo dilagante.

Nessuno di certo può entrare nel merito di certe scelte, che vengono ritenute "di governo" del Distretto, così come nessuno può avere giudizi temerari a rispetto di queste, asserendo - come purtroppo le modalità con cui il tutto è avvenuto inducono a fare -  che possano esservi secondi fini. L'unica cosa che auspico è che l'operato di questo pio soldato di Cristo non vada buttato al largo, così come auspico che tutto l'operato di questa grande Fraternità fondata con il sudore della fronte di un Vescovo non vada buttato in pasto a chi non saprebbe farne altro che una chimerica finzione, convogliata nelle false promesse garantite in cambio di una quanto mai inopportuna "regolarità" pragmatica. 

21 commenti:

Annarè ha detto...

Giusto è esprimere l'affetto per un sacerdote che per tanti è stato un buon padre spirituale, peccato però aver rovinato questa dimostrazione d'affetto con commenti inapropriati verso un altrettanto valido e rispettabile ministro di Dio, che è mons. Fellay. Non credo che i tanti che lo hanno giudicato e condannato abbiano la minima idea di cosa sia portare sulle spalle un grande peso e una grande resonsabilità, per la gestione della FSSPX, che è sparsa in tutto il mondo e non solo in Italia,e della quale il superiore ha certamente una visione più ampia. Sono 20 anni che sento gridare: aiuto fanno l'accordo! A volte dimentichiamo che Dio esiste e non abbandona chi lo prega. Non dimentichiamoci che Mons.Fellay è un uomo di Dio che prega molto e fa pregare molto con varie crociate del rosario. Dal canto mio spero che anche questa volta si scampi un accordo con chi è impossibile accordarsi, visto che si sta parlando di due fedi diverse e non di quisquillie. Non ci resta che pregare che il buon Dio ci tenga una mano sul capo e ci scampi dal pericolo di un accordo, perchè finchè Roma non torna cattolica su cosa ci si può accordare? Sul colore dell'erba? Che il buon Dio riporti la Fede a Roma e finalmente ci sia il trionfo del Cuore Immacolato di Maria dopo non ci sarà nemmeno più bisogno di accordi, perchè tra cattolici non ci si accorda, ma si lotta assieme per lo stesso fine: la salvezza delle anime e la gloria di Dio.

Anonimo ha detto...

Benedizione della casa con i gessetti dei tre Re Magi nella Festa della Epifania
(in assenza del sacerdote è il capofamiglia che guida la preghiera utilizzando la variante fra parentesi nelle preghiere di benedizione).
https://it-it.facebook.com/AmiciDellaTradizioneCattolicaForli/posts/1475875159106617:0

mic ha detto...

Ho notizie attuali da fonti interne, secondo cui la questione del trasferimento di don Pierpaolo, malgrado le apparenze della tempistica, non riguardano affatto le sue posizioni sull'accordo.

Anonimo ha detto...

Non si capisce proprio perché, posta l'assoluta integrità di don Pierpaolo riconosciuta dallo stesso don Nely, l'intervento dell'autorità legittima debba essere qualificato senza ulteriori elementi come "ingiusto". La giustizia è assegnare a ciascuno il proprio e l'autorità legittima provvede a questa assegnazione. Non è certamente un atto infallibile, ma senza argomenti oggettivi contrari andrebbe accettato per il bene e il contenimento di tutta la comunità.
(Andrea Sandri su Fb)

mic ha detto...

Sarebbe forse opportuno che la Fraternità stesse a vedere come evolve la prova di forza tra i 4 cardinali e il Papa, per "rientrare" (da dove in realtà non è mai uscita). Il "confronto" cardinali-Papa innescato dai Dubia non dovrebbe farci aspettare a lungo, a Dio piacendo.
C'è poi il problema degli equilibri interni: sono problemi che non risparmiano neppure la Fraternità nei quali entrano in ballo anche elementi umani, per quanto mi par di capire da fonti interne, al di là di accordisti o non accordisti...

Anonimo ha detto...


# Bisognerebbe vedere le cose con maggior freddezza e aver comunque fiducia in mons. Fellay

Per non lasciarsi prendere da reazioni sentimentali e perdere il senso delle proporzioni al punto da scrivere che Don Petrucci, eccellente persona e sacerdote esemplare, e' stato "deposto", manco si stesse parlando di un Papa. Si e' trattato di un normale avvicendamento, come ne ha fatti tanti mons. Fellay, tant'e' vero, a quanto si sa, che Don Petrucci verra' destinato ad altro incarico.
Bisogna invece aver fiducia in mons. Fellay, che ha sempre agito in modo equilibrato e che, nelle questioni gravi, che coinvolgevano tutta la fraternita', ha sempre consultato i seniores, anche con dibattiti di fronte alla "base". Fiducia in lui e in tutta la Fraternita'. Oltre che nella Provvidenza, e' ovvio, che finora non ha certo fatto mancare il "retto discernimento".
L'appello di mons. Schneider e' del tutto legittimo e comprensibile. Forse lui ha elementi di giudizio che noi non abbiamo, per esser convinto che il tempo del famoso "rientro" formale e' maturo. Forse e' solo ispirazione di un santo vescovo. Tuttavia la situazione resta ingarbugliata, difficile, anche per via della vicenda dei Dubia, che rischia, come dicono a Napoli, di "scassare tutt'i ccose". Noi dobbiamo solo stare calmi e pregare per il meglio, mantenendo nello stesso tempo un atteggiamento vigile ma razionale. L'unica cosa che non dobbiamo fare e' mettersi a gridare al tradimento ad ogni piu' sospinto, vittime di reazioni ingiustificate ed irrazionali, al limite dell'isteria. PP

Rr ha detto...

Se il "rientro" portasse ad una maggior presenza sul territorio e nelle diocesi dellla FSSPX, sarebbe un gran bene. Aiuterebbe i fedeli, ma anche il,clero, o almeno parte.
Certo i rischi ci sono, ma non credo si arriverebbe ad una situazione FFI, a meno che anche con l'FSSPX non giochi un ruolo il denaro.
Vedremo.

Anonimo ha detto...

http://moked.it/blog/2016/12/30/dialogo-fase-positiva-continuiamo-cosi/

mic ha detto...

Leggo dal link segnalato: la solita benzina sul fuoco da parte del solito prete progressista ad oltranza in commistione con i suoi interlocutori ebrei.
Quel che c'era da dire sulla questione di fondo e sulla posizione dalla FSSPX è stato detto e ripetuto più volte.
Non fasciamoci la testa con questi flatus vocis e affidiamoci alla Provvidenza.

Anonimo ha detto...

Vedo che c'è aria di fronda e contestazione nella FSSPX per la possibilità di un accordo, come voi dite, "con Roma" (ma si può essere cattolici senza "Roma", così mi domando en passant, visto che tra l'altro non siete sedevacantisti).
Mi permetto, a Cristiana Diletta e a tutti i fratelli e le sorelle che vedono con sospetto queste cose, di mettersi in preghiera, e di chiedere con forza al Signore la luce. Chiedete luce con intercessione delle anime del Purgatorio, e soprattutto implorate l'intercessione di mons. Lefebvre.
Sebbene pensi - e lo penserò sempre - che lui abbia sbagliato a fare le ordinazioni dei vescovi senza l'autorizzazione della Santa Sede - una cosa anche grave, ritengo - tuttavia non dubito della sua santità di arcivescovo.
Quindi, cari fratelli e sorelle, mettete da parte le posizioni ideologiche - che nelle questioni di fede sono una iattura, altrimenti diventiamo tutti come Bergoglio, che è, se vogliamo, l'incarnazione del pastore che occupa la sua mente con posizioni ideologiche, cosa che lo porta a chiudersi allo Spirito Santo e a non essere più un pastore secondo Dio.
Liberiamo il nostro cuore e la nostra mente dalle nostre idee e lasciamoci ispirare dallo Spirito Santo con l'intercessione, come detto prima, anche di mons. Lefebvre.
Sono sicuro che riceverete una risposta.
Vi accompagno anch'io nella preghiera, ogni giorno che passa la mia simpatia per la FSSPX aumenta sempre di più...
(Guido Villa su Fb)

elena ha detto...

capisco il termine "deposto".Certo non é un papa, ma non si tratta neanche di un normale avvicendamento, perché allora si sarebbe atteso il termine del mandato, che tra l'altro non é lontano.Una posizione equilibrata é certo testimoniare la propria esperienza positiva con don Pierpaolo, e anche allo stesso tempo fare fiducia al discernimento dei superiori. Infatti il silenzio e la serenità dello stesso don Pierpaolo dovrebbe indicare come relazionarci all'accaduto, e ritengo legittimo anche manifestare i propri timori per l'avvenire, questo non puo' che aiutare rispettosamente i superiori a prendere le future decisioni, avendo 'il polso' del sentire del popolo dei fedeli. La cosa migliore comunque é sempre affidarsi a Dio, e a Lui solo fare fiducia ciecamente. Gli uomini, anche i santi, possono sbagliare, Dio no, e le Sue vie non sono le nostre.

Felice ha detto...

Se mons. Lefebvre non avesse ordinato i quattro vescovi oggi della Fraternità S. Pio X non resterebbe nulla, e probabilmente della vera Messa non resterebbe che qualche rara immagine di repertorio!

Maria Guarini ha detto...

http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2017/01/don-pierpaolo-e-la-fronda.html

Enzo basile ha detto...

Più che probabilmente direi certamente meno male che c'è la fsspx

E.P. ha detto...

L'intervento su Vigiliae Alexandrinae riconosce l'esistenza di una "fronda" (determinata da un provvedimento che suona ingiusto e che è stato edulcorato con qualche parola in extremis nel comunicato del 1° gennaio), ma tenta di spiegarlo con categorie da sociologo in poltrona - oh, i fascisti e i forzanovisti, uh, quelli sospettosi verso qualsiasi cambiamento, ah, reagiscono con "e noi fondiamo una nuova comunità"...

...ma non spende una sillaba per interrogarsi sulla fondatezza di quei timori e di quelle preoccupazioni. Forse è solo il virus normalista che comincia ad attecchire nelle teste di chi non ha da farsi ottanta chilometri per ogni Messa.

mic ha detto...

...ma non spende una sillaba per interrogarsi sulla fondatezza di quei timori e di quelle preoccupazioni. Forse è solo il virus normalista che comincia ad attecchire nelle teste di chi non ha da farsi ottanta chilometri per ogni Messa.

Caro E.P.,
conosco Andrea Sandri e so che è consapevole quanto noi della fondatezza dei timori. Ma è possibilista come lo sono io, mentre sottolinea la sua valutazione di alcuni particolari aspetti.
Noto anche su questo blog interventi che rivelano un "habitus che spinge alla fronda di natura sostanzialmente più politica" ai quali non do' più spazio degli accenni iniziali che cerco di troncare sul nascere. Di certo è solo una delle molteplici facce del problema complesso quanto è complessa la crisi epocale (spirituale, politica, sociale, culturale) che stiamo attraversando.

Sacerdos quidam ha detto...


Nel 1988, quando Mons. Lefebvre firmò (in un primo momento) gli accordi con la Santa Sede, non c'erano tra i sacerdoti ed i fedeli della FSSPX tutti i timori e le preoccupazioni di oggi.

Eppure la situazione in Vaticano non era migliore, anzi. Meno di due anni prima, c'era stata la famosa riunione di preghiera ad Assisi promossa da Giovanni Paolo II, con la statua del Buddha posta dal Dalai Lama e i suoi monaci sull'altare maggiore della chiesa di San Pietro ed i polli sgozzati dagli induisti sull'altare di un'altra, per tacer del resto.
Forse i più giovani, assuefatti da decenni di incontri interreligiosi ed ecumenici, non riescono a comprendere come si trattò, allora, di uno shock devastante per chi era ancora cattolico. Ancora peggiore di quello causato oggi da questi tre anni di Papa Bergoglio.
Fu anzi proprio quel sacrilegio pubblicamente promosso dal Papa di allora, che fece rompere gli ultimi indugi a Mons. Lefebvre circa le consacrazioni episcopali.

Perché allora oggi, a differenza di allora, tutto questo turbamento e questi isterismi tra i tradizionalisti in prospettiva di un possibile accordo, che tra l'altro, per quanto se ne sa, è molto migliore di quello dell'88?

E' semplicemente ancora un'altra prova della decadenza, lenta ma inesorabile, dallo spirito cattolico tra i tradizionalisti, che diminuisce pian piano con l'incancrenirsi della situazione di emergenza in cui, legittimamente, si è avvalsa la FSSPX in questi decenni: ma che non va protratta oltre il lecito, pena il moltiplicarsi al di fuori della Fraternità di gruppi e gruppuscoli dissidenti ora, e scismatici tra non molto.

Circa poi coloro che pretendono una sicurezza assoluta prima di accettare accordi, mi chiedo solo se loro, nella vita, non abbiano mai dovuto correre dei rischi. A quanto pare, sembra di no.






E.P. ha detto...

Mic, lo vedi anche tu che in un periodo difficile e su questioni così delicate non c'è tutta la limpidezza che ci aspetteremmo (non parlo solo del caso Petrucci, che è solo un tassello di un molto più ampio mosaico). Quella così detta "fronda" non è un movimento di opinione, men che meno insultabile come «giacobina». E di gran parte delle spaccature che non ci auguriamo e che purtroppo vedremo ugualmente verificarsi, prima o poi ci lamenteremo che si potevano evitare.

irina ha detto...

Un abbassamento si è avuto in ogni ambito, certamente notevole dagli anni sessanta del secolo scorso. L'ansia di mettesi al passo dei tempi non solo ha caratterizzato la Chiesa Cattolica ma anche gran parte degli ambienti civili più o meno cattocomunisti,gnostici, comunque e a prescindere protestanti per vocazione e ostinazione, nei quali ho buttato un occhio. La generazione del secondo dopoguerra, non ha dato gli stessi frutti di quella del primo dopoguerra e men che meno della precedente, mi sembra di poter dire. Ora bisognerebbe capire se questo abbassamento di livello sia stato generato essenzialmente dal modernismo incistatosi nella Chiesa Cattolica per svuotarla dall'interno o se tutte le istituzioni umane abbiano subito un attacco demoniaco che le ha rese mediocri, di livello pedestre. Sono portata a credere che se la Chiesa non si fosse lasciata abbattere i bastioni, non solo lei ma il mondo intero oggi sarebbe migliore. Anche la battaglia avrebbe un altro tono ed altri contenuti, diversi da quelli contemplati dalla posizione umana orizzontale. Questo per dire che se la nostra è la vera religione, come a parole diciamo di credere, la nostra responsabilità di cattolici è superiore a quella di tutti gli altri.E questo in qualsiasi campo, sotto qualsiasi cielo. Quindi se veramente crediamo che la nostra religione sia "la" religione, allora il primo problema da risolvere è quello di essere conseguenti con quello che diciamo e di risolvere tutti i problemi che abbiamo in casa. Questi problemi hanno la precedenza assoluta su tutti gli altri, di qualsiasi tipo gli altri siano qui e altrove.

mic ha detto...

E di gran parte delle spaccature che non ci auguriamo e che purtroppo vedremo ugualmente verificarsi, prima o poi ci lamenteremo che si potevano evitare.

Hai perfettamente ragione. Per quanto posso sapere, molto influisce l'elemento umano perché in un momento così delicato forse sarebbe stato opportuno dilazionare il provvedimento per evitare uno scalpore che non giova a causa delle illazioni e della strumentalizzazioni che evidentemente innesca. Ma evidentemente ci sono ragioni che ci sfuggono e continuo ad essere convinta che, proprio data la delicatezza del momento, meno se ne parla meglio è per evitare di dare troppa enfasi mediatica alla "fronda" che, posso sbagliarmi, ma non credo sempre portatrice di giudizi illuminati anche se non è semplicisticamente e sommariamente insultabile come "giacobina".
In ogni caso è fisiologico che anche nella FSSPX arrivino i riverberi dell'oscurità del momento.

mic ha detto...

Personalmente ritengo non sottovalutabile l'invito di Mons. Schneider al fronte comune contro l'eresia all'interno delle mura giuridiche del Diritto canonico...