Un "giallo" che poi sembra inesistente ("formula abbreviata" e non eliminazione del titolo di sovrano della città del Vaticano); una situazione che, come la giri, chiamare anomala è dir poco (la coesistenza di due Papi di cui uno Sommo Pontefice emerito) messa in luce dal nuovo Annuario Pontificio ed altri commenti nell'articolo di Giacomo Galeazzi su Vatican Insider di oggi.
Sorvolo sulla prima parte, sommariamente riassunta nei termini essenziali nell'introduzione e leggibile dal link, per soffermarmi su queste ultime affermazioni:
[...] Quel che è certo è che Bergoglio, in vista della convocazione degli otto cardinali che lo aiuteranno a riformare la Curia, pensa a semplificare le strutture ecclesiastiche e a snellire la burocrazia d'oltretevere. Francesco "ci ha detto con molta semplicità che è importante che noi viviamo il rapporto con la liturgia e con la fede con semplicità e senza sovrastrutture, perché viviamo, forse eccessivamente, di burocratizzazione anche nella Chiesa", ha riferito l'arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci al termine dell'udienza con il pontefice dei presuli della Conferenza episcopale della Puglia, in visita "ad Limina".Il colloquio con il papa, ha spiegato monsignor Cacucci a Radio Vaticana, "ha riguardato innanzitutto il bisogno di essere annunciatori semplici e poveri del Vangelo" e soprattutto Francesco ha invitato i vescovi ad essere "pastori semplici e bisognosi di annunciare il Vangelo 'sine glossa'. Questo è qualcosa che abbiamo colto tutti. Poi soprattutto abbiamo colto un aspetto della sua umanità, della sua tenerezza di padre".
Francamente siamo sconcertati da un padre pieno di tenerezza che non guida e non 'costituisce' niente e nessuno, che invita i vescovi ad annunciare il vangelo senza limiti interpretativi che evidentemente secondo lui ne ridurrebbero la portata, ma che in questo modo sembra autorizzare ognuno a dire e fare quel che gli pare. E dunque, se sono annunciatori semplici e poveri, i vescovi la piantino una buona volta di abbracciare e fraternizzare con islamici, ebrei e periferici di ogni ordine e grado, sognando intercomunioni di nuovo conio, mentre rifiutano la Tradizione e boicottano la Liturgia di sempre, per la quale le 'sovrastutture' esistono abbondantemente! Ma la Chiesa - o meglio questa Chiesa - è ancora un Ordo mirabilis o sta diventando un Caos?
E perché questo papa certe direttive non si decide a darle con documenti scritti, ufficiali, con spiegazioni adeguate, invece di continuare a sparare le sue 'pillole' per lasciarcele propinare dai monsignori imbeccati dal vaticanista di turno o dall'effetto moltiplicatore di Radio Vaticana?
9 commenti:
Pecore senza pastore...
Che ne pensano i canonisti di due papi?
Vorrei che scrivesse Giovanna e altri fedeli come lei, che in "questa" chiesa continuano a vivere ai piedi della Croce o i tanti che abbracciano la loro croce quotidiana con fede incrollabile, senza più porsi interrogativi su questioni insolubili e fuori della loro portata.
Mi chiedo se ha ancora senso star qui a parlare, a chiedersi, a confrontarsi, a dibattere, quando la nostra impotenza è così totale.
Ma penso che è proprio da qui che il nostro grido si fa più accorato e più forte.
E forse cercare di custodire e preservare il salvabile è già qualcosa.
Strano che proprio oggi l'Osservatore Romano parli della donazione di Costantino...
http://www.news.va/it/news/dante-e-limperatore
Forse c'entra col titolo di "Sovrano della Città del Vaticano"?
http://www.santuario-fatima.pt/files/_portugues_consagracao_do_papa_francisco_1_5190d3090ae6e.pdf
testo della consacrazione del pontificato fi papa Francesco alla Vergine di Fatima, pronunciata ieri in Fatima.
Ancora amore e misericordia i temi ricorrenti.
Per chi legge il portoghese
Scusate, il precedente intervento mi è partito prima di rileggerlo e di poter correggere alcuni errori di battuta:
Continuo ad essere basito di fronte al proliferare di esternazioni papali, senza quella unitarietà che dovrebbe sottendere gli interventi di un romano pontefice.
Cito di seguito parte dell'odierna omelia pronunciata a Santa Marta e riportata dal solito, ineffabile Tornielli su Vatican Insider:
"Nessuno ha un amore più forte di questo: dare la sua vita". Ma il vangelo del giorno mostra anche un altro esempio, quello di Giuda, «che aveva proprio l’atteggiamento contrario», e che «mai ha capito cosa sia un dono».
«Pensiamo a quel momento della Maddalena - ha detto il Papa - quando lava i piedi di Gesù con il nardo, tanto costoso: è un momento religioso, un momento di gratitudine, un momento di amore. E lui, si distacca e fa la critica amara: "Ma questo potrebbe essere usato per i poveri!". Questo è il primo riferimento che ho trovato io, nel Vangelo, della povertà come ideologia. L’ideologo non sa cosa sia l’amore, perché non sa darsi
Mi chiedo: come si conciliano queste parole con il pauperismo (in un altro intervento l'ho definita sciatteria) che caratterizza le celebrazioni papali da due mesi a questa parte??
Chiedo un parere ai colti lettori: se questo "oscuramento" evidente della Chiesa, fosse uno dei tanti sintomi- presagio-profezia del ritorno di Cristo?
Questo tempo è così fuori da tutto il passato della Chiesa, che ha sempre cercato di crescere ed affermarsi nel mondo, magari tra errori e sconfitte, che mi pare stiano avvenendo cose mai viste. Lo stesso è nell'ordine civile, nella Città dell'uomo.
E' tutto così confuso, fuori da ogni ordine.
Grazie.
E' vero che è tutto (o quasi) confuso e fuori da ogni ordine.
Ma credo che di crisi la Chiesa nel corso dei secoli ne abbia attraversate tante e anche molto serie.
Indubbiamente viviamo un oscuramento grave non solo nella Chiesa. Anche la nostra civiltà occidentale è in crisi. Non credo di azzardare nel parlare di decadenza.
Moralmente e politicamente, tuttavia, la crisi è globale.
Mi torna spesso in mente il discorso di Benedetto XVI a Les Bernardins e il ruolo delle comunità monastiche dopo la caduta dell'Impero... E, oggi - diceva - il ruolo delle "piccole comunità creative"...
Stiamo attraversando un 'passaggio' epocale di grandi cambiamenti, purtroppo in gran parte subiti e in parte frutto di nostre disattenzioni e/o indifferenze.
Quanto al ritorno del Signore, solo il Padre conosce i tempi (come ci dice il Vangelo). Quanto a noi, dobbiamo in ogni caso esser vigili e far del nostro meglio in questo tempo che ci è dato, coltivando la fiducia e la Speranza, quella cristiana, che non è vago ottimismo, ma esser centrati nelle promesse e docili all'opera del Signore in noi e attraverso noi.
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