Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 19 maggio 2013

Koch: l'unità delle Chiese sarebbe un importante impulso per l'Europa

Purtroppo non stupiscono neppure più gli accenti del Card. Koch, prefetto del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, centrati sul «falso ecumenismo» post-conciliare. Non ha saputo far meglio che citare Lutero e auspicare «un'unità delle chiese» - definendo impropriamente, com'è ormai prassi, chiese - le confessioni cristiane non cattoliche; unità basata su uno slogan, indicando l'autentico bisogno dell'Europa in una «moneta di riferimento spirituale». Ha dichiarato inoltre che « la politica europea deve diventare più “cattolica” nel senso di tendente ad una trasformazione universale ». Dunque l'universalità de La Catholica viene di fatto trasferita alla politica europea e alle sue tendenze globaliste...
Nell'intero discorso, mai una volta è risuonato il Nome del Signore e la Sua opera di salvezza accolta e dunque diffusa, da cui soltanto può scaturire l'etica nella politica e la centralità della persona ordinata al suo creatore e salvatore in tutte le manifestazioni individuali e collettive della sua umanità; ma sono apparsi luoghi comuni di conio antropocentrico ed immanente. Ormai è stata abbandonata persino la pastorale, divenuta prassi ateoretica, in questo caso trasformata in demagogia politica.
Non avete che da rendervene conto leggendo il testo che segue.
A questo punto il nostro motto diventa: resistere, ancorati alla nostra fede di sempre, rinnovata e purificata in base a quel che il Signore ci dona di approfondire nella Sua Chiesa, ma non rifondata in base alle nuove visuali moderniste.

La riconquistata unità delle Chiese cristiane sarebbe un importante impulso per il progetto di integrazione europea attualmente in crisi. Lo ha affermato il cardinale di curia Kurt Koch venerdì, giorno conclusivo del dialogo di Pentecoste sulla visione degli “Stati Uniti d'Europa” tenuto nel centro ecclesiale Schloss Seggau (Stiria). Nella sua relazione sui “fondamenti spirituali dell'Europa” il presidente del pontificio consiglio per l'unità dei cristiani ha definito il processo di riunificazione ecumenica come “il più ampio contributo del cristianesimo attuale al futuro politico dell'umanità, in particolare del mondo occidentale”.

La secolarizzazione e la privatizzazione del fatto religioso che oggi caratterizzano l'Europa con conseguenze molto preoccupanti per l'umanità sono, secondo il cardinal Koch, “una conseguenza imprevista, ma tragica” dello scisma occidentale del XVI secolo e delle relative sanguinose guerre di religione. Le lotte tra cattolici e protestanti, secondo le affermazioni del “ministro per l'ecumenismo”, hanno fatto sì che in Europa non si sia tenuto conto delle differenze confessionali e soprattutto del cristianesimo nella costruzione della pace sociale. In questo le chiese sono state insieme colpevoli della precaria situazione della religione nella società moderna. Secondo le parole del teologo tedesco Johann B. Metz, si tratterebbe di una “privatizzazione del cristianesimo causata all'interno delle religioni stesse” che non ha tenuto conto della sua esigenza di avere efficacia sociale.

Il movimento ecumenico, che vorrebbe rimuovere i contrasti che si frappongono all'unità dei cristiani voluta da Cristo, ha svolto la funzione di faro nel mare dell'Europa insanguinata del XX secolo, ha continuato Koch. Anche il Concilio Vaticano II ha visto la necessità di contribuire a ricostituire l'unità dei cristiani come uno dei suoi compiti principali. “Solo se le chiese riescono a riconciliarsi” e sono disposte al pentimento e all'espiazione, possono - dice Koch – operare in maniera credibile al mantenimento, alla promozione e al rinnovamento della pace sociale. E proprio questo devono fare, secondo quanto espresso dal concilio, ha ricordato Koch, “e cioè in un mondo così lacerato da divisioni, inimicizie e contrastanti interessi, vivere e agire per l'unità degli uomini”.

L'Europa ha bisogno di una “moneta di riferimento spirituale” Anche se la nuova evangelizzazione dell'Europa nelle moderne condizioni di libertà non porterà ad una grande chiesa popolare ma piuttosto ad una “chiesa della diaspora”, lo Stato con una visione del mondo neutrale ha comunque bisogno delle chiese e delle comunità religiose per fondare e difendere valori fondamentali, ha detto Koch. Ha espresso la convinzione che l'Europa non potrà esistere solo come comunità di interessi economici, ma che accanto all'euro ha bisogno di una “moneta di riferimento spirituale”.

Anche senza una religiosità esplicita, l'essere umano “crede”, ha detto Koch. Ha citato Martin Lutero, che definiva adoratore di Mammona l'uomo che si fondava su denaro e ricchezza. E ha aggiunto: “Chi riconosce l'esistenza di Dio e ritiene di dovergli rendere conto, è prima di tutto difeso dal cadere in quel crepuscolo degli dei che può sempre tornare quando delle realtà umane vengono messe al posto di Dio e quindi divinizzate”.

Che questo avvenga in molteplici casi, secondo Koch lo si vede chiaramente dal fatto che perfino le automobili vengono curate meglio delle persone morenti o dei bambini non ancora nati. “Dove Dio viene allontanato dalla vita sociale, è forte il pericolo che anche la dignità umana venga calpestata”, ammonisce Koch. E anche la religione è una irrinunciabile risorsa per la solidarietà, che nasce – e qui Koch cita il teologo viennese Paul Zulehner - “innanzitutto nell'orbita della speranza della resurrezione”.

Paralleli tra le discussioni riguardanti l'Europa e l'ecumenismo Nel dibattito a conclusione dell'incontro il cardinale ha parlato di paralleli tra le discussioni sull'Europa e quelle sull'ecumenismo. Tutti si dichiarano a favore dell'Europa o rispettivamente a favore dell'ecumenismo, ma il disaccordo sorge poi nella concretizzazione: “Ci sono tante idee di unità quante sono le chiese”. Il cardinale ha aggiunto che la politica europea deve diventare più “cattolica” nel senso di tendente ad una trasformazione universale. Ha detto di essere riconoscente per il fatto che il nuovo papa proviene dall'America Latina, il che rende evidente che anche da un punto di vista ecclesiale l'Europa non è più l'ombelico del mondo, ma che il futuro del cristianesimo sarà in America Latina, Africa e Asia.

Con il cardinal Koch sono intervenuti il ministro Karlheinz Töchterle, l'ex vicecancelliere Wilhelm Molterer, il presidente della corte costituzionale Gerhart Holzinger, il direttore del Centro di ricerca di politica applicata di Monaco, Werner Weidenfeld e la giornalista Susanne Scholl. (...)
____________________________
[Tratto da Kathweb (Katholische Presseagentur österreich) del 17 maggio 2013
(traduzione: www.finesettimana.org)]

42 commenti:

Anonimo ha detto...

Proprio ieri il papa ha ricevuto la Merkel.
Chissà se anche a lei ha parlato della centralità data alle banche?

Marco ha detto...

Questo koch non è un eretico. Gli eretici sono gli orientali, come no.

Japhet ha detto...

in “Corriere della Sera” del 19 maggio 2013

Alla vigilia di Pentecoste, papa Francesco spende l'intera giornata proteso, con parole e gesti, verso
quei poveri che, non si stanca di ripetere più volte, nel corso delle ore, «sono la carne di Cristo».
Quando riceve in mattinata uno dei potenti del mondo, la cancelliera tedesca Angela Merkel, e dice:
«L'economia esiste per servire l'uomo, ma ci si preoccupa delle banche». E ancora: «Serve
un'Europa solidale».
...
Durante i «cordiali colloqui», ha fatto sapere la sala stampa vaticana, ci si è soffermati
«sulla situazione sociopolitica, economica e religiosa in Europa e nel mondo». In particolare, «si è
parlato della tutela dei diritti umani, delle persecuzioni nei confronti dei cristiani, della libertà
religiosa e della collaborazione internazionale per la promozione della pace». Non è mancato,
infine, «uno scambio di vedute sull'Europa quale Comunità di valori e sulla sua responsabilità nel
mondo, auspicando l'impegno di tutte le componenti civili e religiose a favore di uno sviluppo
fondato sulla dignità della persona e ispirato ai principi della sussidiarietà e della solidarietà».

Roberto ha detto...

"La secolarizzazione e la privatizzazione del fatto religioso che oggi caratterizzano l'Europa con conseguenze molto preoccupanti per l'umanità sono, secondo il cardinal Koch, “una conseguenza imprevista, ma tragica” dello scisma occidentale del XVI secolo e delle relative sanguinose guerre di religione."

Qui, a mio parere, ci si esprime in maniera imprecisa. La "privatizzazione del fatto religioso" é un carattere intrinseco del protestantesimo.
La privatizzazione non é dunque tanto un risultato delle guerre di religione, ma é piuttosto il segno della protestatizzazione della religione stessa.
Roberto

Anonimo ha detto...

Oggi il papa ha detto cose da meditare: la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo (extra Ecclesia nulla salus!); i cammini paralleli sono pericolosi. Ha invitato a non chiudersi nei particolarismi, ha ricordato la vera ecclesialità, della differenza come ricchezza e che l'armonia e l'unità è lo Spirito a crearle. Prima aveva parlato del rischio di portare dottrine autoreferenziali (ricordando il "fuori" di Giovanni).
Ha parlato di novità non fine a se stessa ma come frutto dell'Azione del Signore.
Beh, nelle parole ci siamo...

Anonimo ha detto...

La privatizzazione non é dunque tanto un risultato delle guerre di religione, ma é piuttosto il segno della protestatizzazione della religione stessa.

Centrato.

Anonimo ha detto...

Attenziome Mic l'autoreferezialità c'è anche in voi!Anche voi fate un cammino parallelo.Non accusate sempre gli altri.Attaccate il Papa ogni giorno non lo strumentalizzare a tuo uso e consumo.

Anonimo ha detto...

Anonimo 11:59,

1. Innanzitutto noi non facciamo nessun "cammino parallelo". Viviamo la nostra fede nella Chiesa e nostra guida è il Magistero nonché santi Sacerdoti, con i quali passiamo al vaglio il nostro discernimento.

2. noi non facciamo "gli accusatori" degli altri di professione. Ci limitiamo a denunciare le storture e gli errori che purtroppo sono entrati nel corpo ecclesiale, spesso senza essere riconosciuti, favoriti dallo sventato ottimismo a priori introdotto dal concilio che ha prodotto avventurismo e sperimentazioni deleterie e non sufficientemente approfondite né testate.

3. E neppure siamo soliti "attaccare il Papa". Se talvolta accade che critichiamo lui come può accadere con pastori della tempra di Koch, né lo facciamo a cuor leggero né manchiamo di rispetto, ma sottolineiamo problemi del nostro tempo e apriamo piste per la loro soluzione nel Signore

4. Inoltre non siamo autoreferenziali perché non ci riferiamo a nostre visuale personali né esclusivamente al 21° Concilio, ma siamo aperti e nutriti dalle mirabili ricchezze della Tradizione bimillenaria, che è più viva che mai

a) perché incarnata anche nell'oggi della storia da realtà ecclesiali che la riconoscono e la assimilano per garantirla alle generazioni future (saranno "un piccolo resto", ma ricorda il granello di senape ?)

b) e soprattutto perché custodisce incontaminata la linfa delle radici.

Anonimo ha detto...

c) e nemmeno rigetta il 21° concilio, pur con i dovuti distinguo, rispetto alle ambiguità ed agli elementi di rottura ormai abbastanza ben individuati...

Anonimo ha detto...

1. Innanzitutto noi non facciamo nessun "cammino parallelo". Viviamo la nostra fede nella Chiesa e nostra guida è il Magistero nonché santi Sacerdoti, con i quali passiamo al vaglio il nostro discernimento.
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E invece lo fate anzitutto vi riunite in gruppi Messa Tridentina e siete sempre gli stessi,non vi unite mai alle altre realtà ecclesiali.A Roma avete una parrocchia personale(SS Trinità dei pellegrini)nella quale siete solo voi.Cosa siete se non un gruppo che segue un proprio percorso?Infatti la parrocchia si chiama "personale".Infatti ti chiedo:Ci sono altre realtà ecclesiali oltre voi?Non credo!Che coinvolgimento avete nella vita diocesana?Mi risulta nessuno.

continua

Anonimo ha detto...

2.noi non facciamo "gli accusatori" degli altri di professione. Ci limitiamo a denunciare le storture e gli errori che purtroppo sono entrati nel corpo ecclesiale, spesso senza essere riconosciuti, favoriti dallo sventato ottimismo a priori introdotto dal concilio che ha prodotto avventurismo e sperimentazioni deleterie e non sufficientemente approfondite né testate.
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E invece si che fate gli accusatori!State contunuamente apuntare il dito contro il CNC e non soltanto.Perchè non pensate alle vostre storture?E ne avete tante!Tu attacchi il Vaticano II e la riforma liturgica tutti i giorni.Lo stesso fai con il Papa.
In questo thread attacchi l'ecumenismo e questo Cardinale che ne auspica il progresso.
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3. E neppure siamosoliti
"attaccare il Papa". Se talvolta accade che critichiamo lui come può accadere con pastori della tempra di Koch, né lo facciamo a cuor leggero né manchiamo di rispetto, ma sottolineiamo problemi del nostro tempo e apriamo piste per la loro soluzione nel Signore
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Basta leggere quello che scrivi per smentirti attacchi il Papa ogni giorno.Su questo blog e messainlatino si sono letti commenti offensivi verso il Santo Padre quali Papa piacione,Papa checco e altri ancora peggiori.Vi dovreste vergognare per quello che avete detto.
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4. Inoltre non siamo autoreferenziali perché non ci riferiamo a nostre visuale personali né esclusivamente al 21° Concilio, ma siamo aperti e nutriti dalle mirabili ricchezze della Tradizione bimillenaria, che è più viva che mai
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Certo che siete autoreferenziali e chiusi anche.Cosa fate per la nuova evangelizzazione?Avete criticato la Nuova Evangelizzaizone dicendo che non si può evangelizzare senza conoscerela propria identità.Ma che significa?E' una frase senza senso!Ilvostro è una forma di idolatria non della Tradizione cattolica ma di una vostra visione di essa.Voi adorate un idolo,la tradizione ma il cristianesimo è adorare Cristo la Santa Trinità non una tradizione.E' incontrare,conoscere Cristo farne esperienza,non adorare una astratta tradizione.
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andrea m. ha detto...

Anonimo Spiega bene questa tua affermazione

"E' incontrare,conoscere Cristo farne esperienza,non adorare una astratta tradizione."

Cosa vuol dire per te fare esperienza di Cristo?

Marco ha detto...

una astratta tradizione.
Guardi che questa astratta tradizione è di origine divino-apostolica. Beato Lei che ha incontrato Cristo! Dove lo ha trovato? A Rimini a ferragosto, per caso?

Amicus ha detto...

"E invece si che fate gli accusatori!State contunuamente apuntare il dito contro il CNC e non soltanto."

Neokat, vero? E così tutto si spiega. Caro mio, là dentro ti hanno lavato il cervello. Anche se questa non è certo una caratteristica dei soli ambienti kikiani, è tipica di tutti gli ambienti 'conciliari'.
Ma non hai ancora capito che cinquant'anni fa c'è stato un autentico colpo di stato nella Chiesa, e da allora comandano i neomodernisti? Sveglia!

Luisa ha detto...

L`anonimo neocatecumenale che anononimo non è perchè è perfettamente riconoscibile, dovrebbe leggere e ascoltare l`omelia di oggi di Papa Bergoglio, ma forse l`ha ascoltata ed è un pò nervosetto, si sa che per taluni la migliore difesa è l`attacco:

Dall`omelia di oggi di Papa Bergoglio:

2." Un secondo pensiero: lo Spirito Santo, apparentemente, sembra creare disordine nella Chiesa, perché porta la diversità dei carismi, dei doni; ma tutto questo invece, sotto la sua azione, è una grande ricchezza, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di unità, che non significa uniformità, ma ricondurre il tutto all’armonia.

Nella Chiesa l’armonia la fa lo Spirito Santo.


Uno dei Padri della Chiesa ha un’espressione che mi piace tanto: lo Spirito Santo “ipse harmonia est”. Lui è proprio l’armonia. Solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l’unità.

Anche qui, quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, portiamo la divisione ; e quando siamo noi a voler fare l’unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l’uniformità, l’omologazione. Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa.

Il camminare insieme nella Chiesa, guidati dai Pastori, che hanno uno speciale carisma e ministero, è segno dell’azione dello Spirito Santo; l’ecclesialità è una caratteristica fondamentale per ogni cristiano, per ogni comunità, per ogni movimento. E’ la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo; i cammini paralleli sono tanto pericolosi! Quando ci si avventura andando oltre (proagon) la dottrina e la Comunità ecclesiale - dice l’Apostolo Giovanni nella sua Seconda Lettera - e non si rimane in esse, non si è uniti al Dio di Gesù Cristo (cfr 2Gv 1,9).

Chiediamoci allora: sono aperto all’armonia dello Spirito Santo, superando ogni esclusivismo? Mi faccio guidare da Lui vivendo nella Chiesa e con la Chiesa?

Anonimo ha detto...

E invece lo fate anzitutto vi riunite in gruppi Messa Tridentina e siete sempre gli stessi,non vi unite mai alle altre realtà ecclesiali.

Che senso di Ecclesialità è mai questo? Ha letto l'Omelia di oggi del Papa? Secondo lei la Chiesa si esaurisce in un "noi" limitato al gruppo o alla parrocchia di appartenenza?

A Roma avete una parrocchia personale(SS Trinità dei pellegrini) nella quale siete solo voi.
Cosa siete se non un gruppo che segue un proprio percorso?Infatti la parrocchia si chiama "personale".


Mostra di non conoscere la realtà ecclesiale: la parrocchia si chiama personale non perché limitata a un gruppo di persone, ma perché ingloba - a differenza della parrocchia territoriale alla quale normalmente appunto si appartiene per territorio - coloro che condividono l'amore per il Rito Romano Antico che Benedetto XVI ha dichiarato solennemente "mai abrogato". Dunque?

Infatti ti chiedo:Ci sono altre realtà ecclesiali oltre voi? Non credo! Che coinvolgimento avete nella vita diocesana? Mi risulta nessuno

Grazie per il "voi" perché non professiamo la stessa fede, dato che riconosco con chi sto parlando: non nuovo a contestazioni del genere ma refrattario a qualunque riflessione frutto di uso di ragione e di fede vissuta e condivisa.
Lei che non sa distinguere la realtà oltre la sua concreta e ristretta e blindata comunità di appartenenza, non è ancora riuscito a comprendere che il "noi" della Chiesa ha orizzonti illimitati:
1. supera lo spazio e il tempo perché comprende la Chiesa di ieri di oggi di domani...
2. inoltre, a partire dalla realtà puntuale di Chiesa militante - alla quale apparteniamo innanzitutto come persone (pietre vive, come dice Pietro) e poi comunitariamente - siamo immersi nella Realtà ben più ampia della "Comunione dei Santi", composta dalla SS. Trinità, la cui Gloria rifulge in Nostro Signore Gesù Cristo, nella Madre Santa e Benedetta, nelle Schiere celesti degli Angeli e dei Santi che ci hanno preceduto e di tutti quelli che il Signore conosce (Chiesa Trionfante), nonché quella Purgante delle anime del Purgatorio. Realtà tutte compresenti nella Chiesa e in ogni credente...

E, poi, che ne sa lei del nostro coinvolgimento nella vita diocesana e cosa c'entra?
E comunque le faccio due domande:

1. la Verità è forse determinata dal numero dei consensi?
2. l'Actuosa participatio o comunque l'appartenenza alla Chiesa davvero consiste solo in un "fare" esteriore o nel "farsi vedere", oppure è qualche altra cosa ben più profonda e articolata che coinvolge le profondità della persona davanti al suo Dio?

Anonimo ha detto...

E invece si che fate gli accusatori!State contunuamente apuntare il dito contro il CNC e non soltanto.Perchè non pensate alle vostre storture?E ne avete tante!Tu attacchi il Vaticano II e la riforma liturgica tutti i giorni.Lo stesso fai con il Papa.
In questo thread attacchi l'ecumenismo e questo Cardinale che ne auspica il progresso.


Chi le dice che non pensiamo alle nostre storture? Crede forse che se ci permettiamo di parlare di "cose sacre" e di appartenenza alla Chiesa non lo facciamo dalla nostra realtà di "peccatori redenti", consapevoli di dover comunque partire sempre e innanzitutto dal riconoscere e combattere il male che minaccia noi stessi?

Basta leggere quello che scrivi per smentirti attacchi il Papa ogni giorno.Su questo blog e messainlatino si sono letti commenti offensivi verso il Santo Padre quali Papa piacione,Papa checco e altri ancora peggiori.Vi dovreste vergognare per quello che avete detto.

Quel che scrivo (io e non solo) lo motivo anche e, se lei fosse in grado di fare una lettura corretta della realtà, capirebbe che non si tratta di "attacchi", ma di critiche addolorate e anche propositive, le quali comunque non sono l'unica nostra attività, perché ogni giorno proponiamo molte riflessioni nutrienti per tutti. Inoltre la diffido dal confonderci con messainlatino e attribuirci del tutto arbitrariamente cose dette in quel contesto di grande confusione e che qui non solo non sono state mai pronunciate ma non hanno alcun diritto di cittadinanza.

Certo che siete autoreferenziali e chiusi anche.Cosa fate per la nuova evangelizzazione?Avete criticato la Nuova Evangelizzaizone dicendo che non si può evangelizzare senza conoscerela propria identità.Ma che significa?E' una frase senza senso!Ilvostro è una forma di idolatria non della Tradizione cattolica ma di una vostra visione di essa.Voi adorate un idolo,la tradizione ma il cristianesimo è adorare Cristo la Santa Trinità non una tradizione.E' incontrare,conoscere Cristo farne esperienza,non adorare una astratta tradizione.

Prima di tacciar da idolatri noi, che Adoriamo solo Nostro Signore e siamo legati alla Tradizione solo in quanto ne è portatrice e non per conservatorismo o sterile fissimo, cose che non appartengono all'autentica vita di fede, si chieda lei se davvero ha incontrato il Signore, dal momento che non riesce a condividere e riconoscere le ricchezze dei suoi insegnamenti che ci vengono da una Rivelazione Apostolica, giunta intatta e arricchita (nove non nova) fino a noi da generazioni di credenti e di santi!

Infine, a proposito di "nuova" evangelizzazione le propongo un'ulteriore riflessione:

secondo lei, un cristiano ricoverato in ospedale evangelizza o no con la sua vita e con il suo modo-di-essere e anche di rapportarsi con le persone e le situazioni che incontra, che sono un particolare tipo di "periferia" forse non considerato nemmeno tanto da chi se ne riempie la bocca magari ideologicamente, senza considerare che le "periferie" , oltre che sociali e legate a povertà materiale, possono essere anche esistenziali e spirituali, legate a situazioni di solitudine, sofferenza fisica e spirituale, mancanza d'amore e comprensione e quant'altro possa attenere la vita personale e relazionale di una creatura di Dio?

E senza considerare, soprattutto, che la vera "povertà evangelica" è quella dei "poveri in spirito", che sono coloro che davanti al Signore si riconoscono bisognosi di ogni aiuto e lo chiedono?

Anonimo ha detto...

Chi è che l'autorizza a ritenere che la "nuova evangelizzazione" consista solo nell'andare per le piazze con tamburi e sonagli, pubblicizzando la propria esperienza nella quale si è inglobati, che è fagocitante tutto il resto e dalla quale non si schioda?

Anonimo ha detto...

andrea m. ha detto...

Anonimo Spiega bene questa tua affermazione "E' incontrare,
conoscere Cristo farne esperienza,non adorare una astratta tradizione." Cosa vuol dire per te fare esperienza di Cristo?
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Se fai questa domanda significa che non hai idea di cosa significa incontrare Cristo.Il Papa,se lo hai asocltato,ha spiegato cosa vuol dire incontrare Cristo.Non è una idea,una filosofia ma incontrare la persona di Cristo.

Se hai fatto questa esperienza di Cristo sei cristiano altrimenti non lo sei perchè chi non ha lo Spirito do Cristo non gli appartiene.

Marco ha detto...

Se fai questa domanda significa che non hai idea di cosa significa incontrare Cristo.Il Papa,se lo hai asocltato,ha spiegato cosa vuol dire incontrare Cristo.Non è una idea,una filosofia ma incontrare la persona di Cristo.

Se hai fatto questa esperienza di Cristo sei cristiano altrimenti non lo sei perchè chi non ha lo Spirito do Cristo non gli appartiene.

Complimenti, ora ho capito tutto. Incontrare Cristo significa incontrare Cristo. Bravo.

rocco ha detto...

sono del '74.
una cosa che non ho mai capito e che fin da piccolo mi faceva storcere il naso, era la retorica dell'esperienza , dell'incontro con Cristo... le ho sempre trovate vuote di significato. anzi un significato cell'hanno , ora lo so, ma non e' Cattolico, tutt'altro.

Luciana Cuppo ha detto...

Il 19 maggio 2013 alle 11:47, riferendosi all'omelia del Papa, Mic ha detto:
Beh, nelle parole ci siamo...

Non ci siamo affatto, cara Mic. In quella stessa omelia di Pentecoste in piazza San Pietro, trasmessa in diretta su Rai1, il Papa ha usato l'espressione, e Luisa lo ha citato qui sopra, "il Dio di Gesu' Cristo". Ma Cristo e' Dio Lui stesso; "il Dio di Gesu' Cristo' implica che Cristo non e' Dio, cosi' come lo aveva implicato la mutilazione del Credo ad opera di Papa Bergoglio segnalata da un lettore di questo blog: lo Spirito Santo, disse Papa Bergoglio, viene dal Padre. Ma il Credo dice: "procede dal Padre e dal Figlio". Se mettiamo insieme queste due affermazioni - e magari vi aggiungiamo l'ostinazione nel NON inginocchiarsi alla Consacrazione ed il modo sciatto, per non dire sacrilego, in cui viene distribuita la Comunione alle messe papali riprese in TV - il risultato e' che non e' affatto chiaro se Papa Bergoglio creda in Cristo vero Dio e vero uomo.

giuseppe ha detto...

I gruppi SP che si riuniscono per la Messa di rito latino nella forma extraordinaria sono FEDELI della Chiesa Cattolica Apostolica Romana che vivono la Fede nella perfetta unità perché rispettano i libri liturgici approvati dalla Gerarchia con a capo il Papa.

I gruppi di cattolici del sabato congregati nel cosiddetto cammino neocatecumenale deviano e portano divisione specialmente nella liturgia che intendono non come fonte e culmine della vita della Chiesa, ma come strumento di propaganda di una "chiesa parallela" che si pretende vera ma è solo un pericolo ormai smascherato e riconosciuto come tale.

andrea m. ha detto...

Caro anonimo non ci hai ancora spiegato che cosa vuol dire per te incontrare la persona di Cristo e farne esperienza...

Poi dici: "Se fai questa domanda significa che non hai idea di cosa significa incontrare Cristo.Il Papa,se lo hai asocltato,ha spiegato cosa vuol dire incontrare Cristo. Non è una idea,una filosofia ma incontrare la persona di Cristo.
Se hai fatto questa esperienza di Cristo sei cristiano altrimenti non lo sei perchè chi non ha lo Spirito do Cristo non gli appartiene."

Di quale esperienza stai parlando? Non è chiara la tua spiegazione...

Per favore, lascia che sia Dio a giudicare se sono cristiano. Grazie!

Luisa ha detto...



Oggi Papa Bergoglio ha menzionato anche la libertà religiosa, dicendo che tutti siamo figli di Dio, ma non trovo quelle parole nel testo pubblicato.

Louis Martin ha detto...


Siamo rimasti ormai in pochi a gloriarci del nome di CATTOLICI!

bedwere ha detto...

Volete fare esperienza di Cristo? Leggetevi gli scritti di s. Giovanni della Croce e santa Teresa d'Avila. Altro che isterismi neocatecumenali!

Anonimo ha detto...

"Siamo coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre o ci difendiamo, chiusi in strutture caduche che hanno perso la capacità di accoglienza? Ci farà bene farci queste domande durante tutta la giornata"

così il santo padre stamattina.
da meditare

Anonimo ha detto...

Siamo coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre o ci difendiamo, chiusi in strutture caduche che hanno perso la capacità di accoglienza?

Non so cosa intende dirci il nostro interlocutore.

Se per le "nuove strade che la novità di Dio ci offre", si intende quel che ci prepara "Colui che fa nuove tutte le cose" e che è Via Verità e Vita e non si va alla ricerca della novità fine a se stessa (come lo stesso Papa ha ricordato), nulla quaestio.

D'altronde noi non abbiamo "strutture" da difendere, ma solo quel che 'conosciamo' della Verità da mostrare, perché anche altri la ri-conoscano...

andrea m. ha detto...

Il Ciellino Antonio Socci esalta il cammino neocatecumenale. Ecco dei pezzi dal suo articolo:

"LA GEMMA DI KIKO ARGUELLO"

I movimenti nati nella Chiesa sono ormai come bei rami frondosi della grande quercia che abbraccia tutte le miserie umane.
Ma la cosa più rivelatrice è scoprire quella piccola “gemma d’aprile” da cui nascono questi rami. Perché nell’inizio è contenuta l’essenza di una cosa.
E senza il rinnovarsi di quella piccola gemma – come diceva Péguy – tutto il grande albero non sarebbe che legna secca. Da ardere.
Su queste colonne di recente ho raccontato la vicenda di Chiara Amirante e di Nuovi Orizzonti. Altre volte ho parlato di don Luigi Giussani e di Comunione e liberazione. (...) Anche all’inizio di uno dei movimenti più grandi e vitali di oggi, il Cammino Neocatecumenale, c’è lo stesso “segreto”, la piccola gemma.
Tutto nasce sempre nel silenzio di un cuore umano affascinato da Cristo, trasformato e riempito delle sue grazie dallo Spirito Santo (è ciò che si chiama carisma).

IL SUCCESSO E IL VUOTO

(..)Nonostante la pittura lo avesse portato al successo, Kiko ricorda che ogni mattina si alzava con queste domande: “Vivere, perché? Per guadagnare soldi? Per essere felice? Perché? Avevo già soldi, già avevo fama, e non ero felice; ero come morto dentro. Ho capito subito che, se continuavo così, mi sarei ucciso”.
Ma, annota, “in questo cielo chiuso, Dio ha avuto pietà di me”. Infatti, nonostante il nichilismo respirato dovunque, “qualcosa dentro di me non era d’accordo che tutto fosse assurdo: la bellezza, l’arte, l’acqua, i fiori, gli alberi… Qualcosa non quadrava”.
Insomma “per me non era indifferente se Dio c’è o non c’è; era una questione di vita o di morte”.
Così “in un momento tragico della mia esistenza, entrai nella mia stanza, chiusi la porta e gridai a Dio: Se esisti, vieni, aiutami, perché avanti a me ho la morte!”.
Era una “discesa” nel baratro che Dio aveva permesso “per farmi umile”, spiega Kiko, “per farmi capace di gridare, di chiedere aiuto. E in quel momento avvenne un incontro”.

L’INCONTRO

(..)Un giorno di Natale, in una casa facoltosa, trova la donna di servizio a piangere.
Lei gli racconta il suo dramma, un marito violento e alcolizzato, orrori vari, la vita in un quartiere spaventoso. Da qual momento Kiko scopre “una sofferenza umana inaudita… Ho capito che c’è una presenza di Cristo in coloro che soffrono, soprattutto nella sofferenza degli innocenti”.

LA BARACCA

E lì, alla periferia estrema di Madrid, in “una piccola valle piena di grotte, dove c’erano zingari, ‘quinquis’, barboni, clochard, mendicanti, vecchie prostitute…una zona orribile”, proprio lì nasce il Cammino neocatecumenale, una delle realtà più straordinarie della Chiesa di oggi.
Ma, attenzione, Kiko andò lì solo per condividere quella povertà, per amore di Gesù, non andò affatto lì per fare qualche opera sociale, né per fondare un movimento ecclesiale. Neanche ci pensava.
Anzi, era refrattario ogni volta che – all’inizio – qualcuno di quei poveracci a cui raccontava di Cristo voleva che parlasse in pubblico, a tutti.
Kiko all’inizio non voleva saperne, “ma il Signore mi ha obbligato, in quell’ambiente” a catechizzare “perché volevano che parlassi loro di Gesù Cristo”.
Questa è una caratteristica di ogni movimento ai suoi inizi. Non è un progetto umano, non nasce per la volontà di un uomo. E’ sempre Cristo che si rende presente con potenza attraverso la povera umanità di un uomo.


(...)Poi alcuni lo hanno portato a “una messa beat” e alla fine gli hanno chiesto: “che te ne sembra?”. Risposta fulminante: “Non si rinnova la Chiesa con le chitarre”. “No? E con cosa?”. Risposta: “Con il Mistero Pasquale, con il kerigma”.
Il kerigma, che è il cuore dell’annuncio di Kiko, è la notizia – data con la forza dello Spirito Santo - di Dio fatto uomo, morto per noi e risorto. E’ iniziata così un’avventura straordinaria.

Antonio Socci

https://www.facebook.com/pages/Antonio-Socci-pagina-ufficiale/197268327060719?fref=ts

Marco ha detto...

"Siamo coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre o ci difendiamo, chiusi in strutture caduche che hanno perso la capacità di accoglienza? Ci farà bene farci queste domande durante tutta la giornata"


Parole che starebbero bene in bocca al prediente del Rotary

Anonimo ha detto...

Può darsi che il papa alludesse alle sovrastrutture della Chiesa di cui liberarsi...sovrastrutture burocratiche o - Dio non voglia - disciplinari... A buon intenditor...

Anonimo ha detto...

A proposito dell'articolo di Socci, ci vedo retorica movimentista.

Purtroppo sono in molti che parlano del cammino nc senza conoscerlo se non attraverso quanto viene abilmente e trionfalmente sbandierato all'esterno, ma ignorando totalmente insegnamenti e prassi distorti e distorcenti...

D.Pastorelli su Raffaellablog ha detto...

I cattolici non devono rinunciare alle sicurezze se per sicurezze s'intendono le verità, i punti cardini della nostra Fede insegnatici dalla Chiesa. Anzi maggiormente ad esse devon rimaner fedeli, attaccati per vincere venti e maree.
Il discorso è diverso se si parla di false sicurezze, di sicurezze puramente umane e magari nettamente e platealmente in contrasto con le certezze della Verità.
Di cammini paralleli alla Chiesa e pericolosi ce ne sono: si individuino e si sciolgano.
Codesti cammini e movimenti parlano a nome di un loro spirito santo: si dica chiaramente che lo Spirito Santo, la terza Persona della SS.ma Trinità, agisce dentro la Chiesa e per mezzo della Chiesa e non fuori.

Molte frasi ad effetto al limite dello slogan, che ho paura faccian più male che bene alla Chiesa.
Se la Chiesa è quella che Cristo ha fondato ed è santa, nonostante le colpe dei suoi membri, perché guidata dallo Spirito Santo, s'è del Sangue incorruttibile conservatrice eterna, se custodisce tutte le Verità e via via approfondisce il Sacro Deposito, che senso ha parlare in termini negativi di Chiesa autoreferenziale? Se è autoreferenziale è perché fa riferimento al Cristo che è il suo capo invisibile: non è la Chiesa il Corpo Mistico di Cristo?

osservante ha detto...

La strategia si basa su principi molto fini e spietati:

...
2) Creare la divisione delle masse in campi opposti attraverso la politica, l’economia, gli aspetti sociali, la religione, l’etnia etc … Se necessario armarli e provocare incidenti in modo che si combattano e si indeboliscano.
...
8)Abituare le masse a vivere sulle apparenze e a soddisfare solo il loro piacere, perché in una società depravata gli uomini perdono la fede in Dio.

http://www.oltrelacoltre.com/?p=16525

Luisa ha detto...

Per l`articolo di Socci, non bastava mettere il link?
È pesante leggere certi panegirici di chi,con una superbia incommensurabile, ha rigettato la Tradizione, la Dottrina, il Magistero, la Liturgia, la pastorale della Chiesa.

Unknown ha detto...

Se si riferisce agli ortodossi, questi sono prima di tutto scismatici, non riconoscono il primato del Papa nè la sua Infallibilità. Non sono eretici solo per questo ma perché in molte altre cose differiscono e prendono le distanze dalla vera Fede. Il fatto di celebrare una liturgia oggettivamente bella non può oscurare il fatto che essi sono separati dalla Verità e sono nell'errore.

Anonimo ha detto...

Il fatto di celebrare una liturgia oggettivamente bella non può oscurare il fatto che essi sono separati dalla Verità e sono nell'errore.

Per questo si parlava di rischio di confusione...

Perplesso ha detto...

La superbia dell`iniziatore del cammino neocatecumenale non si è manifestata solo nel rifiutare le prassi della Chiesa ma nel crearne altre che fanno di quel movimento un cammino parallelo alla Chiesa.
E non venga in mente a nessuno, nel cammino nc come fuori, di discuterle o di volerle modificare.
Nel cammino nc si obbedisce e basta, fuori c`è chi si muove e agisce al fine di preservare quelle invenzioni che partecipano al progetto di trasformazione della Chiesa.
Kiko Arguello sa che senza quel che lui ha creato il suo cammino è finito.
P.

Marco P. ha detto...

Ogni realtà fondata da una persona e su una persona, finita e morta che sia questa persona, la realtà a lui collegata sembra inizialmente non risentirne, ma poi entra in crisi, in apparenza tiene, all'esterno sembra sempre identica a prima ma dentro marcisce, imputridisce, poi fuori avvizisce ed infine implode e scompare nel nulla, lasciando dietro a sé miasmi e fetori. Così è sempre stato lungo la storia e così sarà di tutti i "movimenti", che non sono ordini religiosi fondati da Santi. Questi ultimi (Francescani, Domenicani etc) sono stati sì fondati da uomini, ma che erano membra vive del Cristo, quindi non potranno nella loro essenza scomparire, magari andranno "in crisi", risentendo della caducità umana, che era anche dei loro fondatori, ma mai scompariranno. Questi ordini sono le gemme del diadema che adorna la realtà per eccellenza fondata da Colui che ha vinto la morte e che per sempre vive, la Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica, l'Unica, che non potrà mai implodere e scomparire e come Sposa dell'Agnello è destinata ad una eternità di beatitudine, appunto perché fondata da Colui che è vivo, che è la Vita, seppur dovendo passare in questa valle di lacrime attraverso prove e sofferenze come il suo Sposo la cui bontà e bellezza, maestà e splendore non può essere descritta con le parole degli uomini, Lui che è il Verbo Eterno e che riassume e sovrasta tutto, Immagine perfetta ed amata della Mente Creatrice.

Tutto il resto, i movimenti che morti i fondatori entrano in crisi e scompaiono, ci ricorda la caducità dell'uomo dovuta al peccato originale, ci ricordano la nostra debolezza e la necessità di riconoscerci sempre poveri e bisognosi in tutto del Signore, il solo nel quale si può confidare poiché sta scritto:
"maledictus homo qui confidit in homine et ponit carnem brachium suum et a Domino recedit cor ejus. Erit enim quasi myrice in deserto et non videbit cum venerit bonum sed habitabit in siccitate in terra salsuginis et inhabitabili. Benedictus vir qui confidit in Domino et erit Dominus fiducia eius". (Ieremias 17, 5-7).

Marco ha detto...

Quindi: gli orientali celebrano una liturgia ortodossa (e bellissima), ma sono eretici. Gli occidentali celebrano una liturgia eretica (e brutta), ma sono ortodossi. Ora ditemi voi dov'è la vostra logica in questo "ragionamento".

viandante ha detto...

Parlando di gruppi legati alla Tradizione é diventato un luogo comune dire che sono chiusi, per nulla aperti, insensibili all'annuncio evangelico e quindi che non sanno cosa sia la nuova evangelizzazione.
Non so se valga la pena affrontare questi luoghi comuni, anche perché chi é veramente e sinceramente cattolico non ha difficoltà a cogliere l'origine diabolica di queste affermazioni.

Voglio però offrire alcuni miei punti di vista a persone sinceramente interessate all'argomento.

Gruppi chiusi. È possibile che la gente abbia questa impressione. Ma a cosa può essere ricondotto questo atteggiamento? Io ritengo che se concordiamo sull'importanza della fede per la nostra salvezza, non sarà difficile capire che per una comunità cattolica la preghiera, l'adorazione, ma anche la propria formazione dottrinale e spirituale non possa reggersi che su punti chiari e solidi. La Tradizione é uno di questi baluardi indispensabili per la nostra fede, per una fede vera. Ovvio che una simile comunità non possa accettare tutte le storture che la maggior parte delle parrocchie diocesane propongono. Quindi questa apparente chiusura altro non é che il duro nocciolo che deve proteggere il seme (la fede vera), la parte essenziale affinché una comunità si possa definire cattolica.

Quando una simile comunità é poi cosciente del valore che porta in sé, la vedrete certamente aprirsi verso l'esterno per proporre anche agli altri i valori in cui crede fermamente: l'assoluta importanza della vita soprannaturale, la regalità di Cristo, la sacralità della vita (dal concepimento alla morte naturale), l'amore per il prossimo che si esplica anche nella difesa della famiglia e dell'ordinamento sociale, ecc. Spesso, é vero, chi difende questi valori é oggi tacciato di fondamentalismo. Ma un vero cattolico sa anche che Gesù stesso non fu applaudito, anzi a Lui fu preferito Barabba: vogliamo essere noi meglio del nostro maestro? Attenzione a non finire fuori strada (e purtroppo é quel che accade a molti cattolici ben integrati nel mondo). Quindi ci si apre alla società per portare Cristo, non per dialogare e per importarne quasi osmoticamente tutti gli idoli che la pervadono.

Questa é la vera missionarietà che nulla ha da invidiare alla "nuova evangelizzazione". Questa vorrebbe portare questi valori nella società attuale, sfruttandone proprio il linguaggio e certi suoi atteggiamenti. Ma purtroppo questo linguaggio e questi atteggiamenti sono spesso proprio il risultato di una società che vuole estraniarsi a Cristo. D'altronde i frutti sono lì da ammirare...

La novità, oggi come 2000 anni fa é Cristo, non il modo d'annunciarlo!