Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 29 maggio 2013

I "valori invertiti", frutto di calcoli utilitaristici regolati dal consenso, lontani dalla verità

Non me ne vorranno dal sito Effedieffe se cito solo un estratto di un articolo di Blondet, leggibile nell'edizione integrale solo per gli abbonati. Ritengo che l'importanza dell'informazione - del resto già nota anche in altri termini ai più attenti tra noi, ma in questo brano seriamente documentata - possa giustificare la parziale trasgressione attraverso la citazione parziale del testo, esigua ma significativa e utile per tutti.

[...] Si avvera con velocità impressionante la profezia che il filosofo Michel Schooyan, dell’università di Lovanio, enunciò in un libro apparso in Italia nel 2004, «Il volto nascosto dell’ONU – Verso il governo mondiale» (Ed. Minotauro), dove indicava le Nazioni Unite come la fabbrica della nuova etica e le impositrici dei «nuovi diritti», con lo scopo essenziale di delegittimare gli Stati nazionali intaccandone il loro sistema giuridico, e di completare una inaudita trasformazione dell’uomo in essere zoologico. Nel capitoletto dal titolo assai significativo, «le passioni come valori», Schooyans ha scritto:
«Stiamo vivendo una rivoluzione antropologica: l’uomo non è più una persona, un essere aperto agli altri e alla trascendenza; è un individuo, votato a scegliersi la sua verità, ad adottare una sua etica; è un nucleo di forza d’interesse e di piacere. (...) Non ci può più essere posto per norme morali obbiettive e comuni a tutti. Non ci si inchina più alla dignità di ogni uomo, chiunque egli sia. Oggi i nuovi valori, che G.F. Dumont chiama “valori invertiti”, sono il risultato di calcoli utilitaristici regolati dal consenso: si esprimono nella frequenza delle scelte osservate. e si riducono in definitiva a ciò che agli individui fa piacere».
«Con questa concezione dell’uomo e del valore, i diritti umani finiscono per essere ridotti ad un catalogo variabile di rivendicazioni specifiche di singoli individui, acquisiti per consensi successivi, e specchi di puro calcolo di interessi. Poiché non esistono più valori obbiettivi (...) il valore nella sua concezione invertita, rappresenta in fin dei conti ciò che soddisfa le passioni umane. Insomma, il diritto fondamentale dell’uomo diventa quello di soddisfare le sue passioni, e a ciò dovrebbe provvedere il diritto positivo».
«(…) Ne deriva che il consenso è investito di una “santità civile”; chi non lo rispetta è colpevole di empietà civile e va punito per disubbidienza. Ogni volta che si lasciano passare “nuovi diritti” del singolo individuo e non più della persona – diritto all’omosessualità, all’aborto, all’incesto, alla prostituzione, alla pedofilia, alla soppressione della tutela parentale sui minori – si fa un nuovo passo avanti in direzione della consacrazione civile della violenza. (...) Al termine di questo percorso il “diritto” alla violenza dovrà essere garantito dalla “violenza delle istituzioni”. Violenza duplice: sui corpi divenuti “disponibili”, ma soprattutto sulla personalità degli individui. Perché il miglior modo di soffocare la contestazione e il dissenso è di prevenirli imponendo alla totalità degli uomini questa “nuova etica” affidata a convenzioni aventi forza di leggi. Per sua stessa natura la nuova etica sarà pertanto intollerante, altrimenti non potrebbe garantire né uniformità sociale né unidimensionalità degli individui, e dunque dovrà avvalersi di un’Inquisizione civile». [...]
Perciò Schoooyans conclude: «Una siffatta idea del valore è distruttiva non solo del tessuto sociale, ma crea le premesse per una nuova barbarie». Una inaudita barbarie, infinitamente peggiore anche dei totalitarismi passati, comunisti: quelli non riuscivano a sodomizzare le anime. «A questa avanzata – dice Schooyans – contribuiscono non solo i decisori politici, e i mezzi di comunicazione, ma anche quei cristiani troppo zelanti nello stringere la mano che, oggi ancora, tende loro l’angelo delle tenebre». [...]

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie della citazione.
Purtroppo è una conferma in più.