Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 2 maggio 2013

Non sono solo canzonette...

Aggiornamento 4 maggio: Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 12 “La diocesi di Roma condanna fermamente il gesto blasfemo compiuto durante il concerto del 1° maggio, l’iniziativa promossa dai sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil nel piazzale antistante la basilica di San Giovanni in Laterano (cattedrale di Roma). L’elevazione di un profilattico a mo’ di ostia con parole che ricordano quelle della consacrazione durante la Santa Messa, da parte di uno dei protagonisti del concerto, rivela una pochezza culturale senza eguali e manifesta la deriva dell’intelligenza cui la crisi morale in atto sta conducendo”. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa del Vicariato di Roma, ripresa dall'agenzia Sir. Il cardinale vicario Agostino Vallini, riferisce la nota, “facendosi anche eco dell’amarezza dei credenti”, “deplora fortemente l’accaduto” ed esprime “dolore per il fatto che simili esibizioni, animate da un’ostilità contro la religione e i sentimenti più vivi nel popolo, si inseriscano - afferma il cardinale - in una manifestazione musicale che da anni intende celebrare la festa dei lavoratori. È forse questo il modo di porgere la propria solidarietà a disoccupati e cassintegrati e di sottolineare la necessità di un rilancio delle politiche del lavoro nel nostro Paese?”. “Spiace constatare con amarezza - aggiunge il card. Vallini - questa nota stonata che sale dal palcoscenico di una manifestazione musicale, chiamata ad offrire soltanto esibizioni che elevano verso ciò che è nobile, nella consapevolezza che anche nella musica amata dai giovani si esprime l’anelito alla bellezza e all’assoluto. Così come addolora il fatto che ancora una volta la religione cristiana sia presa di mira con facilità, utilizzando le manifestazioni pubbliche e gli schermi televisivi”. Per il cardinale, “è intollerabile assistere a gesti che offendono la sensibilità di milioni di credenti, in ciò che hanno di più prezioso e caro, e che feriscono il senso più autentico del vivere comune. Ed è doloroso assistere al silenzio di conduttori e promotori delle manifestazioni che fanno da cornice a tale scempio dell’intelligenza, del buon gusto e del rispetto delle persone”.

Non possiamo tacere e non dare visibilità a certe oscurità del nostro tempo. Riprendo quel che hascritto sul suo sito don Antonio Ucciardo.

Il Concertone del primo maggio è andato…Dovrebbe essere un momento di festa, di arte, di cultura. Lasciamo ad altri di definire fino a che punto si possa parlare di buona musica e fino a che punto di arte. Invece è diventato un carrozzone di ideologie morte e sepolte, l’epilogo di una pièce che viene riproposta, puntualmente, tra il 25 aprile e il primo maggio. Forse per convincerci che può entrare dalla finestra quello che il portone della storia ha respinto sulla strada del non senso, lastricata di milioni e milioni di vittime. Non entriamo neppure nel merito di certe letture della nostra storia tra il Regno e la Repubblica, sui partigiani, sulla lotta che divise gli animi ed oppose italiani a italiani. 

Ci rammarica che ancora si sfruttino le ideologie per dare un senso al nostro futuro. Soprattutto in questo tempo di crisi, nel quale la politica deve saper offrire ben altre risposte alle domande dei cittadini. Anche perché ci sembra che nessuno abbia posto alcuni quesiti. Una delle risposte prevalenti ad una domanda non formulata, è quella che vede nella Chiesa l’ostacolo principale allo sviluppo pieno dello Stato laico. La successiva è che occorre mostrare rispetto per le convinzioni di chi non ha fede o ne ha una in travaglio. Come se la chiarezza fosse una lama che rigiriamo nel cuore martoriato di chi è alla ricerca o di chi apprezza Cristo a prescindere da quanto Egli ha rivelato. Su questo si ha una convergenza tanto forte e massiccia che le larghe intese meramente politiche appaiono come pulviscolo.

Non è la prima volta che questo vento impetuoso si abbatte sulla fede dei cattolici. Normalmente, con spirito poco critico, assolviamo tutti. Ragazzate, nient’altro che ragazzate…Episodi, soltanto episodi…Ma di ragazzata in ragazzata e di episodio in episodio, si è finito per imporre un atteggiamento che finisce per estendere l’assoluzione anche alle idee o ai maestri. E così, alla fine, non si distingue più la manifestazione dal suo carico ideologico.

Non è nemmeno la prima volta che il concertone diventa la cassa di risonanza della rabbia contro la Chiesa. La bestemmia si erge come voce di dissacrazione di un intero sistema.
E’ successo anche quest’anno. Un gruppo musicale ha ostentato un preservativo. Chi lo teneva tra le mani ha detto: “questo è il modello che uso io, che toglie le malattie del mondo. Prendetene e usatene tutti. Fate questo, sentite a me”.

Poco importa che il direttore del festival si sia dissociato. Apprezzabile, certo. Ma la dissociazione è diventata, molto spesso, l’arma di difesa del complice. Fai pure, ché tanto mi dissocio!
Devono dissociarsi i maestri di così alto pensiero, coloro che scendono in piazza per reclamare i diritti di tutte le minoranze e il rispetto di tutti, cani compresi. I cattolici valgono ancora più dei cani! Se non valgono granché dal punto di vista dei numeri e della coesione, valgono ancora in termini di cultura. Si rassegnino: questo paese è nato ed è progredito grazie anche al nostro impegno.
Devono dissociarsi i cattolici adulti, sempre pronti a vedere la buona fede in tutti.
Devono dissociarsi coloro che hanno ancora a cuore l’appartenenza alla Chiesa. Non come ad un partito, ma come alla Madre che Cristo ha voluto donarci.

Ieri è stato profanato il cuore della nostra fede, quel mistero sublime che ci dà la salvezza e la vita. Non sono ragazzate. E’ una ragazzata, ma da adulti, fingere che non sia successo nulla o che sia successo qualcosa di circoscritto. E’ una ragazzata non alzare la voce con forza. E’ una ragazzata volere a tutti i costi il dialogo. La carità non può imporsi a discapito della verità e della giustizia. E quella forma di carità che è la politica, non può starsene inerme di fronti a certi fatti. C’è da giurare che molti cattolici impegnati in politica non se ne staranno con le mani in mano tra poco più di un mese, quando dovranno rivendicare i diritti civili per una minoranza. Non ci attendiamo che da loro venga la fermezza nel pretendere il rispetto della fede. Ci attendiamo, però, che questo urlo si alzi da chi ha ancora a cuore i diritti di Dio.
don Antonio Ucciardo

12 commenti:

don Camillo ha detto...

"padre Federico Lombardi a dover smorzare i toni e a correggere il tiro, definendo un “atto irresponsabile” i “commenti irrispettosi” di Rivera durante l’anteprima del concertone, ma aggiungendo allo stesso tempo che tutti devono darsi da fare “per disinnescare le tensioni e per ricreare le condizioni per un dialogo sereno nella nostra società. In questo senso è bene che quella che in realtà è stata una evidente sciocchezza non diventi una tragedia, e non sia occasione per un riaccendersi di sproporzionati conflitti“."


Anonimo ha detto...

Il "san francesco" sul palco del Primo Maggio scimmiottava il vescovo di Roma?

Famiglia Cattolica ha detto...

Oggi mentre camminavo, guardavo a terra...ebbene ..c'era una bestemmia scritta con un pennarello sul pavimento porcellanato fuori ad un negozio. Non basta piu' tapparsi le orecchie, o non vedere la televisione....devi stare attento dove guardi! Anche per terra....tieni lo sguardo basso....puo' essere pericoloso!

Anonimo ha detto...

Dunque il Signore non e' stato offeso?

viandante ha detto...

In questo senso è bene che quella che in realtà è stata una evidente sciocchezza non diventi una tragedia, e non sia occasione per un riaccendersi di sproporzionati conflitti

Commennto inaccettabile!
Qui veramente si sta toccando il fondo, non ci si accorge che questi sono purtroppo atteggiamenti che si stanno diffondendo pericolosamente (pensiamo anche alle Femen).
I nostri pastori non sanno più riconoscere il lupo!
La grande tragedia arriverà presto perché l'intolleranza e il fanatismo che accompagnano certi gesti, usando solamente la medicina della misericordia, presto si tradurranno veramente in violenza.

Anonimo ha detto...

parole di p. Lombardi...è quello che lo stesso papa chiama "mondanità spirituale"...
Nulla di più!

don Camillo ha detto...

http://media01.radiovaticana.va/imm/1_0_688542.JPG

viandante ha detto...

A chi é interessato a simili "evidenti sciocchezze", come dice Federico Lombardi , potrebbe interessare sapere chi c'è dietro le Femen (vedi link).
Poveri ingenui questi prelati...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-a-seno-scoperto-contro-la-chiesa-6391.htm

Marco Marchesini ha detto...

Come essenza la bestemmia è un peccato peggiore dell'omicidio come affermava San Tommaso, perchè offende direttamente Nostro Signore.

La Chiesa deve parlare, non può limitarsi ad invocare il principio "laico" del rispetto delle sensibilità dei credenti di qualunque religione siano.

A questo punto altrimenti anche i satanisti potrebbero sentirsi offesi nella loro "sensibilità" dalle nostre preghiere.Come essenza la bestemmia è un peccato peggiore dell'omicidio come affermava San Tommaso, perchè offende direttamente Nostro Signore.

La Chiesa deve parlare, non può limitarsi ad invocare il principio "laico" del rispetto delle sensibilità dei credenti di qualunque religione siano.

A questo punto altrimenti anche i satanisti potrebbero sentirsi offesi nella loro "sensibilità" dalle nostre preghiere.

Anonimo ha detto...

Caro Marco, se chi dovrebbe guidarci non si lascia piu' indignare e dunque non interviene neppure per questi scempi verso il Signore, significa che la situazione e' parecchio degenerata!

rolandoalmerigogna ha detto...

Tutto quanto successo davanti a
700/mla persone, senza paura di proteste e reazioni ( come quelle dei mussolmani ), è dovuto al falso pacifismo dei moderni chierici ecumenici "love love peace peace", che hanno camomillato la Fede cattolica, permettendo contro di essa ogni nefandezza ... e gratis. Parce Domine

Anonimo ha detto...

Ho aggiornato l'articolo con il comunicato della diocesi di Roma.