Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 29 maggio 2013

Le trasformazioni sociali, i cattolici e la politica

Prendo le mosse dall'articolo di Lucetta Scaraffia, apparso oggi su L'Osservatore Romano, che si basa sul caso francese per mettere in risalto, centrandone le problematiche che emergono strada facendo, il tema dell'evolversi dell'atteggiamento cattolico nei confronti dei fermenti di dissoluzione dei valori presenti nella nostra società e persino del diritto naturale, concetto per molti oggi divenuto estraneo nonché incomprensibile a causa di una visione della natura non più metafisica, ma solamente empirica.
È bene prenderne atto e formulare le nostre riflessioni.

Il discorso della Scaraffia evidenzia la presa di distanza di molti cattolici dalle manifestazioni pubbliche in atto in Francia (peraltro numericamente imponenti e composte di categorie eterogenee di persone,  trasversali rispetto sia alla politica che alle scelte religiose), solo perché esse vengono portate avanti da organizzazioni di destra e dunque acquistano un significato politico che non li vede schierati in quel contesto per scelta politica, appunto. Ovvio che la questione si riproporrà con maggior forza di quanto non si sia già proposta, anche nel nostro Paese e non solo. Sono proprio di oggi le dichiarazioni di Bondi (notoriamente di destra) a favore delle unioni gay, che hanno sollevato le reazioni dei suoi colleghi di partito e che invece trovano sostegno nello schieramento politico avverso. Senza dimenticare che il discorso non si limita alla sfera dell'identità e del comportamento sessuale, ma si allarga a tutti gli altri temi della bioetica: inseminazione artificiale, aborto ed eutanasia.

E la Chiesa? A parte le dichiarazioni sconcertanti di Piero Marini e di Mons. Paglia e l'assordante silenzio dell'attuale pontefice, sono note le posizioni di molti cosiddetti "cattocomunisti" che credo si illudano che il loro pensiero possa non venir espropriato di contenuti per effetto dell'intera assimilazione della visione antropologica della sinistra, secondo la quale l’orientamento sessuale è solo un prodotto della cultura o della libera scelta e non ha a che fare col dato biologico della persona. Per contro, Benedetto XVI è stato in più occasioni molto chiaro al riguardo. Ci tornerò in conclusione.

Riguardo alla Chiesa il discorso della Scaraffia può essere sintetizzato nei seguenti termini:
«Anche il silenzio da parte della Chiesa su temi carichi di significato antropologico avrebbe un significato politico, perché vorrebbe dire che pur di non legarsi a uno schieramento i cattolici scelgono di tacere su questioni che toccano la loro concezione del mondo. In fondo, sarebbe una scelta politica di parte anche quella».
Se ne può dedurre che la posizione dell'Organo vaticano su cui pubblica l'autrice è la seguente:
coloro che assumono la posizione di «critici contro la mobilitazione della Chiesa in questi frangenti contrappongono all'idea di un'istituzione militante, che indica cosa è bene e cosa è male, un'istituzione accogliente e amorosa, che non giudica ma ama tutti»... «E in effetti trovare un equilibrio fra carità e giustizia è sempre stato nella storia un compito difficile per la Chiesa, in genere risolto con l'affiancare a posizioni severe una pratica pastorale di accoglienza e di misericordia».
Dunque: no ad una istituzione militante, sì ad una istituzione amorosa e alla pastorale accogliente. In ogni caso non è l'Istituzione che milita, ma essa può legittimare con il suo sostegno i militanti e soprattutto i valori per cui si è ormai costretti a lottare. Inoltre non è proprio la lotta nei confronti del male e di tutte le sue manifestazioni, sia pure a partire da se stessi, la caratteristica dei cristiani? E comunque mi pare una contraddizione apparente, perché si tratta di momenti e sfere d'azione diverse, che non si elidono e non sono contraddittorie, tenendo poi conto che l'amore al peccatore non include anche l'amore al peccato. È la solita "medicina della misericordia" somministrata in tutte le salse a partire dall'inaugurazione del concilio. Del resto la pratica pastorale - pur avendo i suoi dinamismi relazionali specifici - non può essere avulsa dall'insegnamento e dunque dalla 'formazione' e dalle conseguenti affermazioni di principio. Questo dovrebbe essere a monte e a valle di ogni pastorale, tenendo conto che nella Chiesa oltre all'insegnamento (munus docendi) c'è anche l'aspetto della santificazione (munus sanctificandi), che parte dalla conversione, attraverso i Sacramenti. E questi munera della Chiesa non devono né possono esser messi a tacere. E nella pratica pastorale non è compresa la mobilitazione politica che, come stiamo verificando, acquista il suo valore specifico. Senza omettere che una istituzione amorosa ha come suprema lex la salus animarum e che un'autentica carità non può prescindere dalla verità.

Se ognuno, anche come militante di un partito politico, può rivendicare il proprio diritto alla libertà di coscienza per alcuni temi che vengono dibattuti in sede politica, penso che anche ogni credente debba prendere una posizione definita anche nell'agone politico perché arriva il momento in cui non prendere parte significa diventare complici dei dissolutori. E ciò a prescindere da quale sia la parte che porta avanti il valore in cui si crede, nella quale -per altri aspetti- non ci si riconosce. Quanto alla destra, penso ad esempio al liberismo selvaggio con l'estromissione dell'etica con la preminenza della finanza e dell'economia, con il conseguente affermarsi della tecnocrazia al posto della politica basata sui valori non negoziabili  e su un autentico 'bene comune', che ci sta avvitando in meccanismi perversi generatori di molte sofferenze soprattutto per le categorie sociali più deboli e che sembra orientato -complice ormai anche la sinistra- verso il massificante e distruttivo Nuovo Ordine Mondiale. E che, paradossalmente, non è estraneo - sia pure con un diverso tipo di responsabilità rispetto all'ateismo e all'immanentismo di segno opposto - neppure agli esiti nei quali siamo incamminati. L'antropocentrismo è il vizio di fondo comune ai due schieramenti e che caratterizza anche questa nostra Chiesa post-conciliare.

Purtroppo la contraddizione e la confusione regnano sovrane in questo nostro tempo, non escludono la nostra Chiesa e probabilmente partono proprio da lì...
Sull'impegno e la militanza riprendo quanto ho già avuto occasione di scrivere in un altro articolo dedicato alla Marcia per la vitaintegrandone la conclusione.
Che neghino la loro adesione cattolici cosiddetti progressisti solo perché risultano coinvolte organizzazioni di destra, più ancora che miope, appare lontano dai principi che la nostra Fede ci induce ad accogliere e a vivere. Senza considerare che tra i partecipanti non mancano persone abituate a pregare, che amano la vita e vogliono solo affermare i valori in cui credono perché “Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità”, come ci ha ripetutamente ricordato Benedetto XVI e come è fisiologicamente connaturale a coloro che si dicono cattolici. Amo ricordare le sue parole in occasione della Giornata della Pace nel gennaio 2013. Non sono le sole, ma sono già chiare e significative.
« 4. Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. Coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace. Come si può, infatti, pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri? Ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente. Nemmeno è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita.
Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. [...]». In precedenza il Papa non aveva mancato di ricordare : « ... il desiderio di pace corrisponde ad un principio morale fondamentale, ossia, al dovere-diritto di uno sviluppo integrale, sociale, comunitario, e ciò fa parte del disegno di Dio sull’uomo. L’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio. »
E, nel 2007, sempre Benedetto XVI in occasione del Congresso sulla Legge naturale:
"...Nessuna legge fatta dagli uomini può perciò sovvertire la norma scritta dal Creatore, senza che la società venga drammaticamente ferita in ciò che costituisce il suo stesso fondamento basilare. Dimenticarlo significherebbe indebolire la famiglia, penalizzare i figli e rendere precario il futuro della società."
Maria Guarini

14 commenti:

Seraafino ha detto...

Faccio notare, anche se non muta un etta circa il senso dell'articolo, che Bondi è uno dei tanti rappresentanti dell'attuale destra, che hanno alle spalle una, quasi mai rinnegata, provenienza di sinistra. Lui, in particolare, poi, è stato sindaco del suo paese per il Partito Comunista.

Anonimo ha detto...

Abbiamo abolito la Chiesa militante che insieme a quella purgante e trionfante ne costituisce la realtà sublime?

Anonimo ha detto...

La provenienza politica di Bondi è nota e di fatto sembra logico che segni la sua visuale.
In ogni caso il discorso esula dalle categorie di "destra" e di "sinistra" per acquistare il carattere più ampio e più profondo di esigenza umana fondamentale e costitutiva dell'essere e svilupparsi su questo mondo secondo la volontà di Chi ci ha voluti qui e adesso..

Japhet ha detto...

Cordialiter titola:

"Un Papa con la schiena dritta"
e lo motiva apprezzando il fatto che non abbia "licenziato Guido Marini.
Peccato che ce l'abbia dritta anche alla Consacrazione! O meglio, la schiena sembra piegarla, ma sarebbe meglio piegasse anche le ginocchia...

http://cordialiter.blogspot.it/2013/05/bergoglio-un-papa-con-la-schiena-dritta.html

Bertoldo su MiL ha detto...

28 maggio 2013 18:22
Divisioni evvabbè allora mi sfogo perchè adesso basta.

A me sinceramente sembra che la cosiddetta feccia tradizionalista non chieda altro che poter celebrare degnamente i Santi Misteri
in modo decoroso e teologicamente coerente, ovvero secondo la messa di sempre.
Le divisioni ed i problemi alla chiesa magari li creano quelli che a tutti i costi debbono rivoluzionare, innovare, inventare, animare, comunicare, interessare, attrarre, dialogare etc etc tutto meno che convertire, tutto meno che obbedire, tutto meno che celebrare, tutto meno che adorare, tutto meno che pregare e lodare.

D'altro canto c'è anche un risvolto positivo della medaglia. Con lo sbrago totale in cui sono precipitate le diocesi italiane e estere guidate da questi pastori, o meglio pecorari, ognuno fa quello che gli pare e l'anarchia, la mancanza di rispetto per la gerarchia, per le norme di diritto canonico e liturgico sono oramai all'ordine del giorno e non c'è più neppure il senso del ridicolo (anche chiamare il Papa o il Vescovo di Roma Francescone vi sembra serio? Ma è sempre la feccia tradizionalista, sempre loro.

Sti tradizionalisti malefici che mancano di rispetto al dogma definitivo del concilio pastorale e che non hanno neppure la decenza di farsi scomunicare come si deve.
Stì tradizionalisti che insistono ad andare a messa tutte le domeniche pure se si suonano i bonghi e le chitarre alle comunioni o le canzoni di ligabue ai funerali,
stì tradizionalisti che indecentemente continuano a confessarsi nei confessionali, a prendere la comunione sulla lingua e persino in alcuni casi ad inginocchiarsi lo stesso, per terra magari;
roba da galera eppure non si riesce a cacciarli dalla chiesa in nessun modo porca zozza?

Ma cari amici moderni
e alla moda che volete fare, bisogna rendersi conto della realtà e mala tempora currunt:

Consolatevi dai: godetevi pure il presidente della CEI che comunica il travestito capo della sua diocesi allo sbando, rinfrancatevi con la pretagna comunista che inneggia
alla droga libera e al matrimonio omosex tra preti e non, ma beneficiato di tutto questo, che volete forse impedire che la feccia tradizionalista celebri ad Dominum secondo il Messale del Beato Papa Buono (altro pacioccone da concorso)? Non si è riusciti non dico a scomunicare ma manco a censurare un gallo comunista travestito da prete che canta bellaciao al post-communio figuriamoci chi se ne impippa della feccia tradizionalista che canta il gregoriano e prende la comunione in ginocchio a Roma il Vescovo ha altro ha cui pensare, terminata l'udienza alle squadre di serie A c'è il twette del pomeriggio e se fossi in chi lo consiglia non sottovaluterei troppo il settore della palla a canestro, che ha vasta eco nella capitale e zona raccordo, c'è poi l'importanza della lotta contro le zanzare e il sottaciuto problema degli amanti delle bocce che hanno un campionato di tutto rispetto e svolgono per la popolazione anziana una funzione sociale preziosa. Sarà il caso di interrogare il collegio cardinalizio dei consultori alla bisogna di fresca nomina? Ma no forse è meglio di no, come dice il tweet di Francescone Vescovo di Roma, mica possiamo imporre la "dogana pastorale" acchicchessia e men che meno alla FIB (che per chi non lo sa è la Federazione Italiana Bocce, altro luogo dove evangelizzare con vigore e testimonianza eroica ... fuori i preti dalle chiese e buttarli nelle periferie dove si soffre e si gioca alle bocce).

Finirà stà buffonata della pastorale vaticanosecondista prima o poi? Bhoooo.

Ai posteri l'ardua sentenza, intanto godiamoci lo spettacolo.

Pax et Bonum.

Anonimo ha detto...

Messa in latino si sta rivalutando.

Latinista ha detto...

Cara mic, mi permette una domanda? Sono già diverse volte che nei Suoi articoli leggo "genere" nel senso di "sesso", anche se tra virgolette o in corsivo. Come mai ha adottato questo modo di esprimersi, pur con un certo evidente imbarazzo? È impossibile che non veda che è un esempio di quella manipolazione del linguaggio contro cui, a sorpresa, parlava mons. Paglia nell'articolo che ha pubblicato ieri: una trovata della perversa ma sempre più diffusa "ideologia del genere", per cui il sesso non sarebbe un dato naturale, ma qualcosa di convenzionale (come appunto il genere grammaticale), non determinato dalla natura ma lasciato alla libera scelta. Lei ovviamente quell'ideologia la combatte. E allora? Devo dire che ogni volta che mi ci imbatto provo un certo disagio.

rafminimi@infinito.it ha detto...


----- Original Message -----
From: "Rafminimi"
Sent: Thursday, May 30, 2013 12:39 AM
Subject: Comunicazione a tutta la mia rubrica

Carissimi,
penso che ricorderete quando vi feci sapere che mi ero cancellato da Face
Book.
Purtroppo la tentazione è stata forte. Mi sono riscritto, poi mi sono tolto
più volte, anche per periodi più o meno consistenti, però tornavo sempre. Ho
apprezzato e diffuso il testo, trovato e rilanciato da un caro amico, circa
i motivi per i quali sarebbe "BONUM &T JUSTUM" poter scrivere:"Motivi per i
quali NON uso fb e mi auguro neppure voi.", però tornavo in tali lidi
"Virtuali". Sempre con l'idea di dire qualche buona parola e, perchè no,
imparare anche qualche ricetta di cucina.
Adesso è accaduto un fato/fatto strano. Mi hanno comunicato che per una
settimana,
non posso né accettare, né chiedere amicizie. E allora cosa ho fatto? Non mi
sono cancellato. Oltre tutto ho scoperto che, quando ci si elimina, sono
oscurati tutti i contribuiti spediti dagli "Eliminati". Dato che ho la
sciocca presunzione di ritenere che, ciò che ho inviato possa meritare di
essere letto,
per lasciarlo consultabile, non mi cancello, ma, semplicemente, visto che
debbo stare in isolamento, tale isolamento sarà completo. Per ALMENO i
prossimi 8 giorni, eviterò di andare su fb. Onestamente spero di avere la
forza di NON andarci anche per periodo più lunghi, se possibile per sempre.
Ci vogliamo mettere in testa che siamo noi utenti la ricchezza di quel sito?
Si tratta sempre di un sito privato, cui, quando ci iscriviamo, ci fanno
accettare un contratto con il quale, più o meno, gli cediamo il diritto di
fare ciò che gli pare con i nostri contributi. Perchè dobbiamo trascurare
forme più "antiche" di comunicazione in rete, come Mailing List e News
Group? Forme più antiche, ma che favoriscono, per e tra coloro che ancora le
usano, una comunicazione meno gridata e più riflessiva? E poi, perchè non
possiamo sognare un Social Network differente?
Facciamoci un pensierino
DIO ci benedica
vostro
Lelluccio il GrAsso
PS
Coloro che hanno amicizie su fb in comune con me, se vogliono, possono
informare gli altri amici, in specie nei gruppi.

Anonimo ha detto...

Romano dice,

Se la Santa Sede non vede se stessa più come capo della Chiesa militante, che si serve più: che motivo ci può essere per qualsiasi cattolico in qualsiasi parte del mondo di mandare un'offerta al Papa?

è assurdissimo il dire che la Chiesa non è militante: falsissimo che la Chiesa non è stata militante...

Anonimo ha detto...

Cara mic, mi permette una domanda? Sono già diverse volte che nei Suoi articoli leggo "genere" nel senso di "sesso", anche se tra virgolette o in corsivo. Come mai ha adottato questo modo di esprimersi, pur con un certo evidente imbarazzo?

Caro latinista,
quel termine non l'ho usato con imbarazzo, né con la consapevolezza che lei gentilmente mi dimostra. Lo ritenevo l'equivalente di "sesso" e forse se ho usato quest'ultimo (ma non ci avevo neppure fatto mente locale), è perché esso viene più spesso indicato nell'esercizio dell'attività sessuale: "far sesso", ad esempio è molto ricorrente.
Del resto non si è sempre detto "di genere maschile", di "genere femminile", usando il termine proprio nel senso distintivo? Nella linguistica, non si usa anche il termine "genere neutro"?
Questa volta ho semplicemente recepito il linguaggio corrente, senza riconoscerne l'ambiguità che non credo sia originaria ma forse sopravvenuta nella mens dei dissolutori.
Le sono molto grata perché mi dà l'opportunità di rifletterci su e, se del caso, di correggermi.
Al momento la vedo nei termini che ho espresso e la prego di aggiungere sue osservazioni, se le ritiene utili per chiarir meglio.

Anonimo ha detto...

Noto che lei già si riferisce al genere grammaticale, ma mi pare che, come ho già detto, la dizione sia estesa e non da oggi, anche nelle identificazioni nell'ambito della specie.

rosa ha detto...

Cara MIC,
forse le potrò essere di aiuto. Sono un medico e, come molti, ho da anni "frequentazioni" cliniche e di ricerca con colleghi nordamericani. Fino a 12-15 anni fa usavano abitualmente la parola "sex" sulle cartelle cliniche o di ricerca per indicare appunto se il soggetto fosse un uomo o una donna.Da 10 anni circa non si usa più la parola "sex", ma "gender". Una donna è di "gender" femminile NON perchè nata con una coppia di cromosomi XX che ne determinano i caratteri sessuali primari (ovaie), ma perchè fin da piccola è stata "condizionata" a pensarsi come tale: la facevano giocare con le bambole e non le macchinine, la vestivano di rosa e non di azzurro,ecc. ecc. Questa sostituzione di "sex" con "gender" anche in ambito clinico-biologico nasce dal femminismo "spinto" degli USA, Canada, ecc. Ed ora si arriva a sostenere l'"identità di genere".
Perciò, fin quando non saremo obbligati, pena il carcere, al "Mewspeak" di orwelliana memoria, io dirò, scriverò e soprattutto penserò in termini di "sex" e non di "gender". Dio ci ha creato maschi e femmina anche, NON SOLTANTO, per il "sex", non per "gender": dai rapporti di "gender" non nascono figli !!

Anonimo ha detto...

Grazie rosa e anche latinista,
sostituirò il termine nell'articolo.
Sapevo che eravamo a questo punto, ma non che questo specifico discorso fosse messo in questi termini.

Latinista ha detto...

Grazie a rosa per il suo contributo molto significativo e a mic per il chiarimento (e per la correzione di questo articolo; oltre che per tutto il suo lavoro, giacché sono ai ringraziamenti:)).

Da parte mia posso dire che "sesso" (biologico) e "genere" (grammaticale) sono concetti affini solo in apparenza. La differenza ideologicamente rilevante è che il primo è un dato naturale, il secondo è solo una convenzione linguistica, e quindi sociale, che non necessariamente ha un fondamento biologico: un tavolo non è davvero maschio e una sedia non è davvero femmina. Anzi, il genere grammaticale prescinde tanto dal sesso biologico che può essere anche opposto: "tigre" è femminile anche se l'animale in questione è maschio, "leopardo" è maschile anche se indica una femmina. Per non parlare di altri generi (appunto il neutro, ma anche il comune e tanti altri possibili nelle varie lingue del mondo), che non possono corrispondere a un sesso per forza di cose.

Data questa differenza, i fautori di quell'ideologia perversa che ha descritto rosa hanno pensato bene di sostituire la parola "sesso" con "genere", giocando sull'apparente somiglianza dei concetti ma sapendo che quello di "genere" è molto più sfuggente, vario e plasmabile. E siccome la lingua che parliamo condiziona il nostro modo di pensare, anche una semplice sostituzione lessicale, in apparenza meno pericolosa di altri attacchi ideologici più scoperti, contribuisce a veicolare quell'idea.