Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 9 aprile 2014

“La questione del Filioque, ovvero la dislocazione della Divina Monotriade”.

Romano Amerio (Lugano, 17 gennaio 1905 – Lugano, 16 gennaio 1997): filosofo, filologo e teologo svizzero-italiano. Il testo pubblicato di seguito, precedentemente inedito, è tratto dagli Atti del Convegno di studi Il Vaticano II e le variazioni nella Chiesa cattolica del XX secolo, Ancona 9 novembre 2007.

La vera grande eresia – che ha portato all'apostasia – degli ultimi cinquant'anni è l'aver, nella prassi, rinnegato il "Filioque", distorcendo la Trinità.
Il fatto è che quando l’uomo riconosce il primato alla verità, il Lògos, essa attira e costringe a sé l’amore, la volontà e la libertà; richiede di conformarsi alla sua luce. Via obbligante, ma certo non obbligata, dal momento che l'uomo può scegliere lucidamente di aderire a essa come di dissentire, è nondimeno una strada su misura per gli umili; per chi sa credere come un bambino.

La fede cattolica dice che l’amore procede dal Padre e dal Figlio. Difatti l’amore procede dalla conoscenza. Quando si dice che l’amore non procede dalla conoscenza si fa dell’amore un valore senza precedenti, invece c'è un valore che precede l’amore ed è la conoscenza. Quindi questo avvaloramento indiscreto dell’amore implica una distorsione del dogma trinitario.

Perché? Perché le opinioni degli imperatori erano mutate. In tutto lo svolgimento dottrinale c'è un grandissimo influsso politico; del resto: erano gli imperatori che convocavano i concilii; non sottoscrivevano, perché non facevano parte del concilio; ma erano loro che ordinavano la convocazione, il trasferimento, la chiusura del concilio.

E, dopo la resurrezione del Signore, gli Apostoli aspettano lo Spirito Santo che è stato promesso dal Cristo e che è nato dal Cristo. Non è che lo Spirito Santo venga, proceda, dal Padre. No: lo Spirito Santo è mandato alla Chiesa dal Verbo. [...]

Credo, nel mio Iota Unum, di aver fatto questa osservazione: noi, cristiani del secolo XX, ne sappiamo molto di più di quello che sapessero gli Apostoli, perché, ad esempio, gli Apostoli non sapevano niente dell’Immacolata Concezione: perché il dogma procede non perché muti sostanza, non perché ad un certo momento dica una cosa e in un momento ulteriore ne dica un'altra, ma perché quella medesima cosa la dice più chiaramente, la intende più determinatamente.

Al contrario, sostituendo così, però fallacemente, la priorità della cognizione con quella dell'amore, si cade facilmente in un irenismo che vuole abbracciare ogni dottrina, ogni religione; questo abbraccio è possibile in quanto si prescinde dal Verbo, che è una verità, che è una legge.

E se l’amore - per converso - “precede”, c'è qualcosa da cui esso procede e da cui riceve legge, riceve ordine. Quindi il Filioque è una questione intrinseca al problema del totalitarismo.

Il pensiero moderno è un’implicita negazione della ragione: questo lo si vede anche nell'imponente fenomeno della politica. Quali sono gli Stati che regolano la politica sulla ragione, o sulle ragioni? Gli Stati emanano delle ordinazioni a cui soggiace la vita umana; ma il motivo, la giustificazione di queste ordinazioni è l’ordinazione in sé. Tutta la nostra politica è un sistema di negazione della ragione, un sistema che nega che vi sia qualcosa di anteriore all’amore, alla volontà, alla forza dell’azione, perché è lo Stato che dà a se stesso il proprio destino e ogni destino che l’amore dà a se stesso è un destino plausibile, è un destino che diventa “dovere”. Non perché ci sia un riferimento al Verbo, ma perché c'è un riferimento alla forza dello Stato, alla forza dell'amore.

Vorrei quasi dire che al fondo del problema moderno c’è il Filioque, perché chi nega il Filioque concede il primato, indiscreto e assoluto, all’amore: l’amore non ha limiti, non ha remore; qualunque azione tu faccia “con amore”, quell’azione è buona.

E un nuovo accanimento contro il Cristo, appunto perché il Cristo è la Ragione: il Cristo è la Ragione divina che, incarnata, è una individuata persona storica; il Cristo è la Ragione divina incarnata, individuata.

Se si dice che l’azione vale per se stessa, che l’amore non ha nessuna regola, nessun precetto e nessuna precedenza, si tocca il punto più intimo della nostra esperienza umana, perché noi viviamo per una verità, questa: il fine dell'uomo, secondo il nostro catechismo, è di “conoscere e amare Dio”. Ma prima c'è “il conoscere” e poi c'è “l’amare”, ma il godimento in cosa consiste? In una intellezione, in una visione; alla quale visione solo segue l’atto d'amore.

Questa visione, poi, cresce per un lume soprannaturale, il lumen gloriæ. Quindi, secondo la teologia cattolica, in specie in san Tommaso, la nostra beatitudine è commisurata alla nostra conoscenza: Dio avvalora, innanzitutto, la nostra conoscenza e questa conoscenza, così avvalorata, si infiamma naturalmente.

La questione del Filioque è la radice, e questa inappropriata celebrazione dell’amore è una implicita distruzione del dogma della divina Monotriade: lo Spirito Santo in tal modo non “procede” dal Verbo, ma lo “precede”, anzi: precede tutto. Questa opinione è diventata tanto popolare perché oggi non si dice: «L’azione è buona se è conforme alla regola del Verbo»; ma si dice: «L’azione è buona se è fatta con amore». Anche nella vita odierna noi pecchiamo quando “vogliamo”, atto volitivo, senza consultare la regola della conoscenza; noi diciamo: “Prima il volere, poi il sapere”, sovvertendo l’ordine delle processioni.

88 commenti:

Turiferario ha detto...

Che è poi, tradotto in termini di strettissima attualità, il primato della pastorale sulla dottrina.

RIC ha detto...

Grazie Mic per questo post! Per la prima volta, nella mia profonda ignoranza, ho capito finalmente l'importanza del Filioque e cio' che da esso deriva. Ma, al di la' della lettura che se ne puo' fare oggi, alla luce di quanto sta succedendo nella Chiesa Cattolica, mi chiedo: gli ortodossi come giustificano (se giustificano) il rifiuto del filioque? E' soltanto una presa di posizione per distinguersi da Roma oppure anch'essi hanno elebarato delle tesi per motivare il loro dissenso (indipendentemente da quale fosse il testo originario del Credo di Nicea??)

RIC ha detto...

Magister e Kasper

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/09/nella-disputa-sulla-comunione-ai-risposati-ce-un-superfavorito-il-cardinale-kasper/

mic ha detto...

E' soltanto una presa di posizione per distinguersi da Roma oppure anch'essi hanno elebarato delle tesi per motivare il loro dissenso (indipendentemente da quale fosse il testo originario del Credo di Nicea??)

No, c'è qualcosa di più. Lo sto valutando e ne parleremo.

vighi ha detto...

Salve a tutti, riguardo all’argomento comunione ai risposati vorrei porre dei quesiti al cui monte c’è un ragionamento, premetto prima di qualsiasi infrantendimento che non voglio creare nessuna polemica ma solo avere la vostra opinione a cui tengo e capire il perché delle vostre risposte. Mic valuta tu se è il caso di pubblicare altrimenti se ne avrai voglia mi basta anche la tua risposta. E’ un ragionamento che ho sentito, che non mi ero sinceramente mai posta ma che una volta sentito mi ha invitato a riflettere su come avrei potuto rispondere senza opporre il solo “perché la Chiesa e la dottrina dicono così”. Ok partiamo. C’è differenza di peccato tra chi non rispetta i comandamenti e chi non rispetta i sacramenti ? se pecco contro un comandamento, mi pento veramente poi posso accedere alla comunione? Se si perché per esempio se ammazzo una persona e quindi disattendo il 5° comandamento, mi pento, poi posso fare la comunione ed invece se divorzio e mi risposo, mi pento poi non posso accostarmi alla Santa comunione? Se alla base di entrambi i peccati c’è il pentimento ma anche l’impossibilità di tornare indietro, nel caso dell’uccisione non posso riportare la persona in vita e nel caso del divorzio c’è ormai una situazione in cui ci si è rifatti un’altra famiglia verso cui si hanno dei doveri, perché vengono valutati in modo differente? Perché a chi ha ucciso basta la promessa di non uccidere più per potersi accostare alla comunione mentre a chi è divorziato e risposato la promessa di non ricadere nell’errore non basta e si richiede di interrompere la convivenza quindi di fatto di lasciare un’altra famiglia ? Ringrazio già anticipatamente chi vorrà rispondermi, qui ci sono di mezzo i nostri fondamenti di fede e io non vorrei pensare e dire cose sbagliate. Ho tergiversato molto prima di scrivere, paura delle vostre reazioni, dei vostri giudizi? Un po’ si ma poi mi sono detta che in fondo la vostra visione mi interessa e quindi mi sono ben armata di scudi per far fronte a tutto. Mic scusa magari è il posto sbagliato in cui postare il mio scritto ma se non lo faccio ora poi magari cambio idea. Saluti Vighi

bedwere ha detto...

Ciao, Vighi. La differenza e` semplice. Se uno si pente di uccidere, non continua ad uccidere.
Se uno si pente di adulterio, smette di commetter adulterio. Chi si divorzia e si risposa sta commettendo adulterio. Quindi la coppia deve separarsi ed asternersi dai rapporti sessuali.

Josh ha detto...

cara Mic, c'è ben poco da aggiungere al brano di Amerio.

Per me è molto importante questo passaggio, che rimetto

" E un nuovo accanimento contro il Cristo, appunto perché il Cristo è la Ragione: il Cristo è la Ragione divina che, incarnata, è una individuata persona storica; il Cristo è la Ragione divina incarnata, individuata.

Se si dice che l’azione vale per se stessa, che l’amore non ha nessuna regola, nessun precetto e nessuna precedenza, si tocca il punto più intimo della nostra esperienza umana, perché noi viviamo per una verità, questa: il fine dell'uomo, secondo il nostro catechismo, è di “conoscere e amare Dio”. Ma prima c'è “il conoscere” e poi c'è “l’amare”, ma il godimento in cosa consiste? In una intellezione, in una visione; alla quale visione solo segue l’atto d'amore.

Questa visione, poi, cresce per un lume soprannaturale, il lumen gloriæ. Quindi, secondo la teologia cattolica, in specie in san Tommaso, la nostra beatitudine è commisurata alla nostra conoscenza: Dio avvalora, innanzitutto, la nostra conoscenza e questa conoscenza, così avvalorata, si infiamma naturalmente."

parole sante

Anonimo ha detto...

Esiste un saggio veramente eccellente di Don François Knittel FSSPX che seguendo Romano Amerio - quasi more geometrico, ad ogni modo punto per punto - dimostra i danni causati dalla" dislocazione della Divina Monotriade". L´articolo è stato pubblicato nel 2011 sia in lingua francese che in lingua tedesca. Il titolo della versione tedesca è "Das Filioque und die Krise in der Kirche".

rosa ha detto...

sull' omicidio, Vighi, leggiti la storia di padre Cristoforo e dell' Innominato.
sui divorziati risposati: non e' che io, sposata, incontro oggi un altro uomo, pianto subito mio marito, mi separo, divorzio e mi risposi, e quindi faccio figli in una settimana.
Di solito passano mesi , se non anni, tra il tradimento ( I peccato mortale contro il VI e IX comandamento), la separazione, il divorzio, il afre figli (ancora peccati contro il VI comandamento, mortali) ed infine le nuove nozze ( altro peccato). In tutto questo tempo, mai una resipiscenza, un pentimento, un-mio Dio, ho peccato contro di Te. Mi pento, e mi dolgo, ecc-
NO. si continua, finche': aeh, ma vorrei fare la Comunione...- Perche'? e' arrivata finalmente la cosienza del peccato, se ne ha orrore, e si corre aconfessarsi, e quindi si espia, come espiano P. Cristoforo e l' Innominato?
Non basta pentirsi, ci vuole l' espiaziazione .
Eh, ma ci sono i figli...e pensarci prima no ? ed i figli " di primo letto", cresciuti magari senza padre o madre ?
pensare a loro no ?
Veramente se passa 'sta cosa, croll giu' tutto. Ma e' questo che vogliono ? se han venduto la loro anima al diavolo, non trascinino almeno quelle dei loro fedeli al' Inferno.
Rosa
PS: ci sono sempre gli ortodossi ed i protestanti, ed anche gli ebrei ed i musulmani...

Alessandro mIrabelli ha detto...

@ Vighi.
Ci bastano le parole di Gesù all'adultera: va e non peccare più. I divorziati risposati o conviventi sono in una situazione di adulterio permanente. Io posso indurre una donna ad abortire ma poi, con l'aiuto della Grazia, rinsavisco e mi pento. E' vero che sono stato complice di un omicidio ma se nel corso della mia vita non lo commetto più, il rimorso mi aiuterà a tenere bene a mente il mio orrendo peccato. Quando un divorziato risposato ripetutamente, deliberatamente, convintamente continua ad avere rapporti sessuali con una altra donna diversa dalla legittima coniuge ... si pente? Può accedere ai sacramenti in palese contrasto con quanto ci ha insegnato chiaramente Cristo e l'Apostolo? Leggete 1 Cor. 7, 10 - 11. La prima Cor. e' stata scritta o nel 53 o nel 57 d.C. Un testo anteriore a Mt. Mi fermo qui. Quanto ad Amerio: profondissimo il suo pensiero teologico.

Anonimo ha detto...

la posizione di kasper è contraria all'intero magistero della Chiesa.. se passasse vorrebbe dire che stanno costruendo un'altra Chiesa.
Il 27 aprile
http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/santa-faustina-kowalska-bio.asp
Giovanni Paolo verrà proclamato Santo
http://www.karol-wojtyla.org/Default.aspx
PERCHE' CANONIZZARE UN PAPA DI CUI SI CONTRADDICE IL MAGISTERO?
http://fidesetforma.blogspot.it/2013/10/perche-canonizzare-un-papa-di-cui-si.html

Anonimo ha detto...

il magistero di Benedetto
XVI appare di una coesione abbagliante.
La stessa coesione che è apparsa nella vita
nelle opere di Barsotti. In una nota del suo
“Il mistero cristiano” nel 1951 c’è una
riflessione su eros e agape che sbalordisce
per come anticipi il cuore dell’enciclica
di Papa Ratzinger. In entrambi c’è
la consapevolezza che la Chiesa vive sul fondamento della Verità e che solo dalla “veritas”
sgorghi la “caritas”, come lo
spirito procede “ex Patre Filioque”: dal Padre e dal Figlio che è il Logos, il verbo
di Dio”.
http://www.fedeecultura.it/file/dondivobarsotti.pdf

mic ha detto...

Don Divo Barsotti aveva presente la concezione della Trinità di Romano Amerio e ne scrisse

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/07/don-divo-barsotti-e-la-concezione-della.html

Anonimo ha detto...

Senza dottrina non si è cristiani
------------------
[....] Per guarire nel corpo e nell’anima, l’uomo, che è una creatura razionale e quindi liturgica, ha bisogno di ben altro che il sentimento. […]
Questi cristiani [i Santi di 2000 anni] ci raccontano la storia di una fede che impone di cambiare vita e abbandonare l’uomo vecchio.. Non chiede un’adesione intellettuale e filosofica, ma esige un cambiamento di vita. Il Nuovo Testamento mostra una predicazione che sul piano morale è letteralmente senza sconti. Paolo scrive ai dissoluti pagani del corrotto Impero romano e, tuttavia, non omette nessun insegnamento che sia necessario per una vita santa. È probabile che, a quei tempi, Tessalonicesi, Romani, Filippesi, Efesini non se la passassero così bene dal punto di vista del sesto e del nono comandamento. Ma la Chiesa primitiva, spesso citata per contrapporla a quella costantiniana e medievale, non si è inventata un cristianesimo riveduto e corretto a beneficio dei peccatori incalliti.
La verità di Cristo, della sua Persona e della sua sequela deve essere insegnata tutta intera.

Senza dottrina, senza distinzioni sottili, non si diventa bravi cristiani.[...]
... possedere la dottrina non basta, però è necessario[....]
(inoltre>)
L’esperienza, dunque, poiché il cristianesimo esige non solo di essere conosciuto, creduto, pensato, ma anche vissuto. Ma “esperienza” è concetto ambiguo che porta inevitabilmente con sé una quota di soggettivismo e rischia di relativizzare la fede. Se è vero che il cristianesimo è incontro con Cristo, bisogna insegnare dove ordinariamente avviene: nella Chiesa e nei suoi sacramenti. Certamente il Signore può trovare altre strade per intercettare un’anima, dalla bellezza di un tramonto all’affetto di una “compagnia”. Ma Cristo si incontra nei sacramenti, dal battesimo alla confessione passando per l’eucarestia, e nella preghiera. Per questo vado a messa, mi confesso, mi comunico, mi inginocchio e prego. Perché nel corso della giornata vorrei avere occhi solo per vedere Gesù, orecchi solo per ascoltare Gesù, bocca solo per lodare Gesù e baciare le sue piaghe, mani solo per carezzare Gesù, ma so che, senza di Lui, non ho la forza per farlo.
Il resto è terreno sdrucciolevole, sul quale i sentimenti rischiano di accecare la ragione e l’esperienza rischia di mangiarsi la verità. Un territorio dove concetti tremebondi e ambigui come “fascino”, “attrazione”, “risposta alla domanda dell’uomo” possono illudere che seguire Cristo sia l’assecondare una gradevole strada in discesa, mentre è proprio il contrario. L’uomo deve combattere contro tutte quelle pulsioni che lo spingono lontano da Gesù. E deve vigilare perché il peccato e il male diventano persino un veicolo privilegiato da pilotare per tenere comodamente insieme l’incontro con Cristo e una vita lontana dal Decalogo, dando del moralista a chi lo fa notare e beffando proprio quel Gesù che ammonisce: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama».

Senza dottrina non si è cristiani

(da: Ferrara – Gnocchi & Palmaro, Questo papa piace troppo, Ma senza dottrina non si è cristiani, pp. 121-127)
http://cattomaior.wordpress.com/2014/04/08/senza-dottrina-non-si-e-cristiani/
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(discorso in tema sia col 3d, sia con la domanda di Vighi, che riflette la mentalità diffusa tra molti cristiani cattolici di oggi, esponenti di un cristianesimo pratico molto "a modo loro"....)

mic ha detto...

Turiferario,
così ne scrivevo mesi fa, sopo aver citato Amerio:

«Come nella divina Monotriade l’amore procede dal Verbo, così nell’anima umana il vissuto procede dal pensato. Se si nega la precessione del pensato dal vissuto, della verità dalla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade; allo stesso modo separare l’amore, la carità, dalla verità non è cattolico».


In fondo lo riconosciamo nell'agire e nel 'sentire' che precedono il conoscere, da cui invece dovrebbero scaturire. Il prevalere della prassi con esclusione della ragione: prassi a-teoretica, senza alcun approfondimento e spiegazione, divenuta ormai lo stile apparentemente irreformabile dei pastori a partire dal Trono più alto, che non appare più un Trono... ma paradossalmente lo diventa quando si tratta di introdurre cambiamenti rivoluzionari che stiamo subendo come fatti compiuti e che vanno oltre il nostro sensus fidei cattolico.
Coraggio, riappropriamoci della Verità che ci salva ci nutre ci sostiene e ci dà tutto il resto, in attesa di un suo ineludibile ripareggiamento, sempre per usare un termine di Romano Amerio...
Stat Crux dum volvitur orbis!

Luisa ha detto...

Ho letto l`ultimo articolo di Magister linkato da RIC.
Anathema sit su chiunque dissente dalla linea Kasper( che troppi indizi ci dicono essere quella di Bergoglio), se dovessimo avere l`ardire di farlo ci metteremmo fuori dalla comunione ecclesiale!
Parola di Cereti ( per me illustre sconosciuto prima di leggere Wikipedia) autore di un libro che avrebbe ispirato Kasper.
Ormai è dato per certo che Bergoglio appoggia Kasper, siamo alla frutta, gettiamo alle ortiche il Vangelo, i Padri della Chiesa, i Santi, i Papi, tutti reazionari, rigidi, duri, implacabili, intransigenti, oggi papa Bergoglio vuole convertire la Chiesa(!), vuole una chiesa non solo povera ma aperta, accogliente, dove tutti possono esprimersi liberati dalla paura e essere tenuti in considerazione....
Tutti?

Del resto che cosa ha detto mons. Dagens ( membro dell`Accademia francese e attivo nel dialogo con i massoni) interrogato a proposito dei fedeli cattolici attivi nella difesa de matrimonio, della famiglia, dell`educazione dei loro figli, contro l`ideologia del genere?
Ha detto:

"Avec certains qui se réclament d’un catholi­cisme dur, implacable, intransigeant, nous n’avons pas le même Dieu. Il faudra nous l’avouer."

Capito?
Secondo quel vescovo:
"Con chi si reclama di un cattolicesimo duro, implacabile, intransigentenon abbiamo lo stesso Dio. Bisognerà ammetterlo.
Allucinante, demenziale, se ci riferiamo al Vangelo, alla Tradizione, al Magistero, siamo degli ideologi duri e intransigenti, non più in comunione con la Chiesa (quale Chiesa?) , non abbiamo più nemmeno lo stesso Dio!

Anonimo ha detto...

Il pensiero debole cattolico è inerme davanti al mondo

«principi non negoziabili»

http://www.riscossacristiana.it/il-pensiero-debole-cattolico-e-inerme-davanti-al-mondo-di-antonio-livi/

I giudici, in un solo colpo, mandano a ramengo non solo quanto approvato dal parlamento, non solo l’esito di un referendum, ma anche la logica stessa di un’umanità che ormai ritiene moralmente lecito tutto quel che è tecnicamente possibile
http://www.tempi.it/la-corte-costituzionale-boccia-divieto-eterologa-utero-in-affitto#.U0W0qbmKDyc
http://www.ilfoglio.it/soloqui/22773

Alessandro mirabelli ha detto...

Palle assurde quelle raccontate da Cereti. Nicea I non ha mai ammesso i divorziati risposati alla Comunione. E dopo di esso nessun Concilio. Chiedo ai navigatori di rileggersi la risposta che mi diede circa due mesi fa un domenicano responsabile del sito www.amicidomenicani.it. La sua risposta e' facilmente accessibile poiché ancora postata in bella vista sul portale di quel sito. Risposta analoga, seppur meno articolata, mi fu data da un prete della fsspx che privatamente girerò a Mic. Ma in concistoro se le sono dette brutte e nette. Kasper non canti vittoria. Il suo tentativo di prostestantizzarci fallirà miseramente.

una sola fede ha detto...

Ma sì Rosa e Luisa avete ovviamente ragione…il punto credo è che ormai una larga fetta dei chiamati a pascere il gregge pare proprio non credere più al soprannaturale mandato ricevuto dal Signore e non hanno più neanche timor di Lui. Da qua, tutto il resto a catena, anzi, a quintali di catene che vanno ad avvinghiare ancor di più le pecorelle sempre più disorientate (nel migliore dei casi) e ad immobilizzare definitivamente quelle che in fondo in fondo non cercavano altro che ricevere patenti di liceità per i loro comportamenti e le loro idee, distanti però anni luce da ciò che il Signore non solo gradisce, ma esige. Quindi, come diciamo ormai spesso, ecco farsi strada anche il concetto che tutto si può evolvere, tutto è dissolubile, matrimonio (minuscolo, per loro, appunto) compreso. E invece non lo è affatto, perché, citando il Catechismo Maggiore:

“Il sacramento del Matrimonio significa l'INDISSOLUBILE UNIONE DI GESU’ CRISTO CON LA SANTA CHIESA SUA SPOSA e nostra amantissima madre”

Quando la collegiale gerarchia (perchè oramai la figura del papa è stata via via svuotata a partire dagli stessi ultimi pontefici) avrà l'ardire di spingere ulteriormente sull'acceleratore verso soluzioni ufficiali assolutamente fuori dalle coordinate della Tradizione e che trascinerebbero tutti verso l'abisso della distruzione, allora sarà il momento, a mio avviso, di resettare definitivamente senza più tentennamenti e ripartire, contandoci tra di noi. I modi li deciderà Colui che sa tutto e che può tutto, a noi il pregare ininterrottamente e metterci cuore, mente e braccia. Che la Madre Santissima ci assista, ci ispiri e ci guidi.

Anonimo ha detto...

la emmerick insieme ai protestanti cita anche i greci scismatici m

Anonimo ha detto...

Per nazismo e comunismo in principio non è il Verbo ma l'Azione
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/12/per-nazismo-e-comunismo-in-principio.html

rocco ha detto...


la cara Vighi dice preoccupata:
" Ho tergiversato molto prima di scrivere, paura delle vostre reazioni, dei vostri giudizi?"

ahahahahahah grande Vighi!!!
non siamo tutti santi! e nessuno ti giudichera' male per le tue domande che sono solo buona voglia di sapere, conoscere. come ha ripreso josh infatti" la nostra beatitudine è commisurata alla nostra conoscenza: Dio avvalora, innanzitutto, la nostra conoscenza e questa conoscenza, così avvalorata, si infiamma naturalmente."
fai bene a chiedere.

per quanto riguarda l'articolo , mic, ottimo e secondo me completa il senso del discorso sul Giovedi santo.
e le parole che ha sottolineato Josh sono fondamentali anche per me. senza la ragione e' vero che non solo l'amore non ha senso, ma non c'e' proprio!

rocco ha detto...

vorrei fare una domanda:

il timore di Dio precede l'amore verso Dio?

Giovanpietro ha detto...

Riguardo alle seconde e, perchè no anche le terze nozze, Gesù dice: "chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adultèrio".
Altra nota di misconoscimento la da alla samaritana al pozzo: "Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito"

Riguardo invece al libro del Cereti, desidero linkare un articolo di Brandmüller su "Corrispondenza Romana" che ne confuta la tesi ...

RIC ha detto...

Ancora Kasper:

Kasper: «Francesco ha liberato una Chiesa diventata borghese»





Papa Francesco ha rimesso al centro l'emisfero del sud del mondo e ci ha mostrato che «non siamo più l'ombelico del mondo».Lo ha detto il cardinal Walter Kasper nel corso della presentazione del libro `Con le periferie nel cuore´ di Raffaele Luise. Il Papa «ha liberato una Chiesa divenuta troppo borghese, non ricca ma benestante. Mettendo le periferie al centro ricorda che Dio è misericordia».
Quindi la Chiesa non può essere «un castello, un castello di carte ma deve essere una Chiesa aperta senza confini inutili». Kasper ha sottolineato che questo è «un Papa radicato nel Vangelo. Ci sono valori essenziali: il termine irrinunciabili non mi è mai piaciuto. Per lui irrinunciabile è il Vangelo».

Anonimo ha detto...

Giovanni Paolo II ha chiaramente detto che eravamo alla apostasia.

Ora una parte importante del mondo cattolico è all'eresia.

Per amore della Verità sarebbe stato il caso di intervenire prima.

Ora ci troviamo di fronte a due chiese: la Chiesa cattolica e la chiesa conciliare.

Forse per quello che precede il card. Martini non riteneva appropriata la beatificazione di Giovanni Paolo II: per amore del Dogma!!!

Luisa ha detto...

Ecco il pensiero di chi ispira anche Kasper :
"La Chiesa di Cristo è presente nelle diverse Chiese cristiane"

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RSt201401/140120cereti.pdf

Cereti fa parte di quelle persone che sembrano sentirsi spuntare delle ali e prendono il volo con l`elezione di Jorge Bergoglio, non che fossero zitti prima, con quelle sue idee ad esempio Cereti ha insegnato in diverse Università Pontificie ed è consulente del Segretariato per le attività ecumeniche, ma la sua tesi secondo la quale la Chiesa ha il potere di assolvere tutti i peccati, anche l’aver infranto il patto coniugale, è stata durante 40 anni segreta e marginale, ma ecco che arriva il salvatore Bergoglio e il Sinodo sulla Famiglia e la luce fu!

Giovanpietro ha detto...

@Roccoil timore di Dio precede l'amore verso Dio?

e dimmi ... l'amore a Dio precede la conoscenza di Dio?

... l'ignoranza delle scritture è ignoranza di Cristo,
e dalle Sacre Scritture che scaturisce, la Dottrina della Chiesa, attraverso il Ministero apostolico ...

Luisa ha detto...

"vorrei fare una domanda:
il timore di Dio precede l'amore verso Dio? "


Rocco, devo a Benedetto XVI anche di avermi riconciliato con il timor di Dio , Benedetto ha spesso evocato il timore di Dio ma scelgo di riportare queste sue parole :

"Il timore di Dio, che le Scritture definiscono come "il principio della vera sapienza", coincide con la fede in Lui, con il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul mondo.
Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte. Invece chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a sua madre (cfr Sal 130,2): chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di misericordia e di bontà.
Chi lo ama non ha paura: "Nell’amore non c’è timore – scrive l’apostolo Giovanni – al contrario, l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore" (1 Gv 4,18).
Il credente dunque non si spaventa dinanzi a nulla, perché sa di essere nelle mani di Dio, sa che il male e l’irrazionale non hanno l’ultima parola, ma unico Signore del mondo e della vita è Cristo, il Verbo di Dio incarnato, che ci ha amati sino a sacrificare se stesso, morendo sulla croce per la nostra salvezza."


http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080622_it.html

Anacleto ha detto...

Buongiorno Mic.

Mi dispiace un po' che non abbia pubblicato il mio commento di ieri sul Filioque: mi pareva perfettamente in tema. Inoltre San Giovanni Damasceno, da me citato, è un Dottore della Chiesa venerato anche dalla Chiesa romana.

bernardino ha detto...

Gentile Dr.ssa Mic.,
Su un mio commento di un articolo di qualche tempo fà scrissi, -""prego Dio Onnipotente, affinchè lanci l'anatema contro i componenti di questa chiesa 2.0 eretica e apostata", - tu mi rispondesti che da Catttolico non potevo invocare Dio di fare cose del genere.
- OK. - ora insorgo da solo, lanciando io stesso l'anathema contro questi distruttori, falsi, ipocriti della chiesa 2,0, che stanno ingannando e distruggendo ciò che ha lasciato NSGC e che il Concilio di Nicea in un modo ed il Concilio di trento in un altro oltre a tutti i venti concilii ed ai 260 Papi hanno lasciato integro.
Come non si può lanciare l'anathema contro questa gente che sta facendo del tutto per distruggere i Comandamenti di Dio ed i Sacramenti in primis la S.Messa inizio e culmine della fede Cattolica?
Non è forse peccato per noi se non insorgiamo contro questa gente ed in difesa ad oltranza per la fede Cattolica?
Quando vado alla S.Messa, io nel Canone prego per il Papa, ma non riesco a dire il nome, non ce la faccio - forse Dio capirà - purtroppo alcuni ce li infligge, e quando una cosa viene inflitta per punizione (per i peccati) si digerisce, ma male.
Torno a ripeterti solennemente che io Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente ed in Gesù Cristo Suo figlio, e nello Spirito santo che procede dal Padre e dal Figlio, e credo nella Chiesa Una Santa e Cattolica ed Apostolica; non credo ne in altri Dio che non conosco (quelli li adoravano i pagani greci, romani o egizi) ne nelle altre chiese inventate a comodo di questa gente ormai esaurita mentalmente.
Comunque, peccherò contro il cielo, ma, il mio anatema contro questi distruttori della fede e della dottrina lo lancio e difenderò con tutto me stesso la Chiesa e la Dottrina di sempre e cercherò di ostacolare in ogni modo questi eretici alla Kasper.

Josh ha detto...

Luisa ha detto molto bene

in aggiunta ci sono le espressioni sapienziali, tra cui la classica

"Principium sapientiae timor Domini"

posta quindi come condizione iniziale,
in Proverbi 9,10, perchè il sano timore comprende il rispetto e la considerazione, e di lì poi deriva il resto....

seguono correlati

Proverbi 15,16

Poco con il timore di Dio
è meglio di un gran tesoro con l'inquietudine.


Proverbi 15,33

Il timore di Dio è una scuola di sapienza,
prima della gloria c'è l'umiltà.


Proverbi 19,23

Il timore di Dio conduce alla vita
e chi ne è pieno riposerà non visitato dalla sventura.

ancora
Siracide 19,18

Tutta la sapienza è timore di Dio
e in ogni sapienza è la pratica della legge.


Romani 3,18

Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi!

vighi ha detto...

Prima di tutto grazie per le risposte come sempre utili.
Bedwere quello che dici è vero e sacrosanto è quello che ci è stato insegnato e che deve essere il nostro caposaldo.
Rosa hai ragione spesso passa del tempo tra la fine di un matrimonio e l’inizio dell’altro con tutto uno strascico di sofferenze, però mi permetto di dire che non sempre la coscienza e la realizzazione del peccato avviene subito, ci possono essere casi in cui questa consapevolezza avviene nel tempo. Non tutti i peccatori si redimono subito magari fosse così, quindi ci può anche stare che qualcuno realizzi il suo peccato dopo tanto tempo. Partendo dal principio che la legge di Dio la si deve seguire e quindi che il matrimonio è inviolabile ed indissolubile come spiegare con amore e convinzione che questo peccato può essere risolto solo ed esclusivamente con l’abbandono della famiglia che ci si è ricostruiti, perché qui sta il dramma. E vi faccio degli esempi concreti perché qui sono state le mie difficoltà. Una donna si è ritrovata ad essere abbandonata dal marito dopo due anni di matrimonio e con grande sofferenza si rende conto che non può fare nulla, che il suo matrimonio è miseramente fallito. E’ giovane con un’intera vita davanti e dopo alcuni anni si innamora di uomo, si costruisce una famiglia, mette al mondo tre figli e questo legame dura ormai da 23 anni , come dirle che quello che dovrebbe fare è abbandonare tutto ? lei ha sempre vissuto questo secondo matrimonio come fosse il suo matrimonio davanti a Dio, ha cercato di realizzare quello che avrebbe voluto fare nel primo matrimonio. Secondo esempio, un uomo ha lasciato sua moglie e un figlio piccolo, si è rifatto una famiglia con altri due figli e dopo anni si è reso conto di avere sbagliato nel distruggere la sua prima famiglia e si impegna con tutto se stesso perché questo non accada più con la sua attuale famiglia ed ormai anche qui sono 20 anni passati insieme. Però il dramma maggiore che sto vedendo è che a queste persone, che hanno sbagliato ma poi hanno cercato nel corso degli anni di rimediare come meglio potevano all’errore cercando di restare ancorati alla Chiesa ed accettando anche con dolore le sue indicazioni, stanno dando una speranza. Gli stanno dicendo che c’è una possibilità che possano rientrare in modo completo nella Chiesa, questa speranza è forte perché a parlare sono persone ben in alto e non i soliti giornali o il sacerdote modernista di turno. Io vedo montare questa speranza ogni giorno e non voglio nemmeno pensare alla loro delusione se poi tutto resterà inalterato, come io penso debba essere. Ecco qui vorrei tanto sapere come aiutarli con parole adatte, dando ragionevolezza alle risposte pur restando nella sana dottrina, perché non nascondo che la tentazione è altra. Saluti Vighi

marta ha detto...

Chi teme Dio ha grande Timore di offenderlo, di recargli dolore o dispiacere, di perdere la sua Amicizia, sommo bene al di sopra di ogni altro bene.
I Santi avevano paura di andare all'inferno, per questo santo Timor di Dio, per cui temevano anche la più piccola colpa che li separasse dal loro sommo Bene, non tanto per orgoglio di auto-perfezionamento, ma per compiacere Dio che ci vuole santi come Lui è Santo.
S. Padre Pio piangeva per le proprie colpe prima che per quelle altrui; S. Agostino diceva il suo timore: "Timeo Iesum transeuntem" (passa accanto a me e io non me ne avvedo, preso da altri amori....)
L'allontanamento, spesso inavvertito e progressivo, è quello che più dovrebbe temere il cristiano:
apò-stasia dalla Fede, causata da attrazione fatale delle sirene del mondo, passando prima per la tiepidezza.
I Santi avevano gran timore di cadere nella tiepidezza, (indulgenza verso le tendenze peccaminose, sia pure di colpe veniali) che avrebbe raffreddato la loro Carità= Amore per Cristo bramato sopra ogni cosa, più della propria vita.
Io credo che il Timore santo (non la paura vile dei castighi, che pur è salutare, v. Atto di dolore) fa parte integrante dell'Amore a Dio, nel suo mistero "tremendo e fascinoso", che mai potremo scrutare in profondità.

mic ha detto...

Anacleto,
spiace anche a me non aver pubblicato.
Ma non intendevo lasciar cadere l'argomento.
Desidero però trattarne in un contesto più meditato e ad hoc.
Non mi piace inserirlo sic et simpliciter nel mare magnum della discussione.

mic ha detto...

Chi teme Dio ha grande Timore di offenderlo, di recargli dolore o dispiacere, di perdere la sua Amicizia, sommo bene al di sopra di ogni altro bene.

Marta il "timor di Dio" non è "paura di andare all'inferno", anche se è normale che questa una persona con un briciolo di giudizio ce l'abbia.

Il "Timore di Dio", dono dello Spirito Santo è la porta d'accesso di tutti gli altri doni ed è il riconoscere la prioritaria e sorgiva importanza, la grandezza e la Maestà nonché la Signoria di Dio sulla creazione e sulle creature, a partire dalla propria persona.

Quelle da lei citate sono le conseguenze.

Anonimo ha detto...

Com’è, dov’è, e che cosa vuole Dio?
cardinale Joseph Ratzinger
http://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=193

marta ha detto...

Mic, vediamo che tantissimi credenti oggi quella paura di dannarsi non ce l'hanno affatto, perchè convinti che "Dio perdona tutto alla fine" anche se ci si ostina nei peccati gravi fino alla morte, e in realtà non è così, poichè ci mettevano in guardia contro l"impenitenza finale", e oggi non più;
non ho ridotto il timore di Dio alla paura dell'inferno, certamente esso è riconoscimento della sua Maestà, ma dicevo che i Santi ci mostrano il loro timore di ferire anche in modo minimo sia la Maestà di Dio sia il suo Amore infinito per noi, perciò vedo che è parte integrante dell'Amore, non vile paura dei castighi.

mic ha detto...

Anacleto,
spiace anche a me non aver pubblicato.
Ma non intendevo lasciar cadere l'argomento.
Desidero però trattarne in un contesto più meditato e ad hoc.
Innanzitutto non mi piace inserirlo sic et simpliciter nel mare magnum della discussione. Inoltre in questo momento non ho tempo di inserire le mie obiezioni, la cui formulazione richiede tempo e ponderatezza, ma che ho ben presenti. e dalle quali non mi sottrarrò.
E, come ho già detto, è un argomento che richiede grande rispetto e adeguata collocazione.

Stefano78 ha detto...

Bellissima esposizione di Amerio. E' stata determinante anche per me, personalmente e per la mia "crescita". Insieme al buon Padre Zoffoli.

E' un concetto davvero FONDANTE, questo del Filioque. Il suo fraintendimento è davvero la fonte di ogni male spirituale e sociale.

Infatti, la disinvoltura con cui spesso (anche in mezzo ai tradizionalisti) si strizza l'occhio agli "ortodossi" perché sarebbero "meglio di...", dovrebbe fermarsi davanti a queste esegesi.

Il problema della Chiesa di Roma passa anche attraverso l'eresia ortodossa (ERESIA!). Infatti non si può criticare il Papa perché sta riducendo il Papato al "patriarcato"...e poi guardare con "lode" gli Ortodossi... Presupponendo di scindere le due cose.

mic ha detto...

Mic, vediamo che tantissimi credenti oggi quella paura di dannarsi non ce l'hanno affatto, perchè convinti che "Dio perdona tutto alla fine" anche se ci si ostina nei peccati gravi fino alla morte, e in realtà non è così, poichè ci mettevano in guardia contro l"impenitenza finale", e oggi non più;

Cosa buona e giusta quello che dice; ma quando si parla di "timore" di Dio è bene parlare innanzitutto di cos'è questo Dono dello Spirito, "porta" di tutti gli altri doni. Altrimenti è facile confonderlo con la "paura" dell'inferno, ma anche della Giustizia di Dio, separata dalla Misericordia (l'inverso di ciò che accade ora). Paura umana e sacrosanta, ma sulla quale non si costruisce nulla di solido e di vero. Si coglie il senso del "dovere", da cui si può anche partire, ma che "schiaccia" se si rimane nella Legge (e nella conseguente "paura" per la constatata incapacità di rispettarla finché, appunto, non si fa esperienza della grazia - e cioè il Signore Gesù -, che rende capaci e trasforma).
Il Timore di Dio suscita meraviglia, stupore, rispetto, considerazione, attenzione, il senso accettato della propria inadeguatezza, insieme alla fiducia che diventa confidenza e conoscenza e amore...
E, certamente, nasce anche il timore di offendere l'Amato; e la confidenza non cancella ma mette in un angolo la paura dell'inferno, che più che altro diventa la consapevolezza della propria fragilità debolezza limiti e conseguenti rischi di cadere...

La "paura" può mettere giustamente in allarme e può innescare un approfondimento, ma non suscita tutto ciò cui il timore apre le porte.

Credo sia bene esplicitare e tener distinti i due sensi che, ripeto, è facile confondere...

marta ha detto...

Mic, concordo con tutte le sue precisazioni, eppure....
rileggiamo un attimo, circa il timore di perdere la vita eterna, ciò che dice nelle sue prediche un santo sacerdote,
Sant'Alfonso Maria dei Liguori, nei suoi sermoni per la quaresima, v.
“Del numero de’ peccati, oltre il quale Dio più non perdona”
"La tenera compassione che ha Gesù Cristo de’ peccatori."

“Presto, peccatori, fratelli miei, torniamo a Gesù Cristo se l’abbiamo lasciato; presto, prima che ci colga la morte in peccato e restiamo condannati all’inferno, dove tutte queste misericordie che ci usa il Signore, saranno, se non ci emendiamo, tante spade che ci lacereranno il cuore per tutta l’eternità....”
"E pertanto bisogna tremare di commettere un peccato mortale, e tanto più se tu prima ne hai commessi altri".
--------------------
Sant’Alfonso Maria de Liguori, vescovo e Dottore della Chiesa, non esitava ad ammonire con simili argomenti. Minaccioso? inopportuno ?
antipedagogico? io credo che non sia da obliare come "superato".
Oggi non sentiremo più prediche o quaresimali di tali contenuti, nè più sentiamo parlare dei Novissimi, che sono verità di Fede immutabili.
Sarà meglio così ? ma allora tutti quei Santi che così parlavano sbagliavano metodo di persuasione, e oggi i sacerdoti che non ammoniscono sono più bravi di loro ? a me pare che le carenze di oggi siano molto pericolose, in nome del "non spaventare la gente coi pericoli eterni ecc.", poichè non esiste più la Opera di Misericordia di "ammonire i peccatori".
Un padre spirituale che ci seguiva da ragazzi, ci insegnava che per amare il Signore si parte dalla giustizia, cioè il dovere-attenzione di astenersi dal peccato, con rinunce, mortificazioni ecc. poi, progredendo nella "via purgativa", si giunge più avanti a capire l'amore di Dio, più purificato rispetto al semplice timore di peccare, cioè di cadere....
prima si inizia un cammino verso il Signore un po' pauroso e impacciato (paura delle trappole o tentazioni), poi, una volta allentata la presa dei vizi dominanti (purificazione) man mano più spedito e fiducioso (nella "via illuminativa", verso quella "unitiva", che è agognata dai santi....)

Mazzarino ha detto...

Ottima successione di post che, dopo quello su Giovedì Santo e sacerdozio cattolico chiarisce a molti, e in maniera mirabile perchè la nuova chiesa debole di Bergoglio è "fuori". E' lo snodo definitivo con cui ciascun sacerdote cattolico dovrà fare i conti fra qualche mese. Non abbiamo molto tempo ma potrebbe essere sufficiente a prepararci per accogliere i sacerdoti che sceglieranno di rimanere fedeli a Cristo anzichè a Kasper. Vere vittime sacrificali offerte al femminino cosmico teilhardiano dalla già cominciata mattanza bergogliana. Manca una sola settimana alla sentenza di secondo grado. Vedremo in ATTI se vi sarà "frenata" ovvero se vi sarà conferma della definitiva condanna a morte del sacerdozio cattolico e con esso, da ottenersi entro il 2017, dello snaturamento dell'Eucarestia.

Anonimo ha detto...

Rivisitiamo il Filioque
Da Padre Giovanni Cavalcoli
.. Come spiega bene infatti S.Tommaso nella Somma Teologica (I, q.36, a.2) il difetto dei Greci sta nel non capire che negando che lo Spirito Santo procede anche dal Figlio, non è più possibile distinguere l’Uno dall’Altro secondo l’insegnamento della divina Rivelazione così come risulta dalle parole stesse di Cristo, che appunto ci ha rivelato il Mistero Trinitario..
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2012/12/rivisitiamo-il-filioque/

Anacleto ha detto...

Anonimo delle 11.29

La differenza tra ortodossi e cattolici è che i primi spiegano le loro tesi in modo comprensiblie ed ognuno può condividerle o meno.
Calvalcoli, ed i teologi occidentali in genere, sono più difficili da comprendere e ci consolano con frasi come questa:
"Per comprendere la portata del Filioque, occorrono dunque concetti metafisici di non facile intendimento e che effettivamente non sono alla portata di tutti, per cui il comune fedele, anche se non può seguire il ragionamento che porta a mostrare la necessità del Filioque, è invitato a compiere un atto di fede nella dottrina della Chiesa."
Ovvero state buoni e non scocciateci, pregate e fate le vostre offerte....

Josh ha detto...

non vedo dove e come da queste parti sian mai stati sminuiti nè il Timor Domini, nè S. Alfonso Maria de' Liguori...ho avuto una fase in cui lo citavo sempre...nè i Novissimi che ricordiamo spesso

Turiferario ha detto...

A Vighi: in casi come quelli che citi (persone che si risposano e hanno figli dal secondo matrimonio) la Chiesa non dice che è necessario abbandonare la "seconda famiglia", il che sarebbe indubbiamente un danno per i figli, specie se minori. Giovanni Paolo II stabilì che in questo caso è sufficiente per i dovorziati-risposati che vogliano ottenere l'assoluzione non avere più rapporti sessuali. Anche se a me onestamente sembra una soluzione raffazzonata perché non sono solo i rapporti sessuali che fanno una coppia e una famiglia. La soluzione non è facile e se lo fosse non si sarebbe qui a discuterne, ma il principio è che il matrimonio è una scelta responsabile e irrevocabile. Pensare che sia a tempo e se non va bene si torna indietro e magari se ne fa un altro è come pensare di fare un figlio e se poi non piace, se si scopre che non si è tagliati per fare i genitori, lo si dà via e tanti saluti...

mic ha detto...

Sant’Alfonso Maria de Liguori, vescovo e Dottore della Chiesa, non esitava ad ammonire con simili argomenti. Minaccioso? inopportuno ?
antipedagogico? io credo che non sia da obliare come "superato"....


Stiamo deviando, mi pare dal fulcro di ciò che richiamavo.
Quando dove e come si deduce da ciò che ho detto che ciò che evidenzia sia da obliare o superato?

Insomma, se parliamo del "Timor di Dio", sottolineiamo il "timore", cioè lo "stupore" la "meraviglia", il "rispetto" il "riconoscimento della Grandezza Bellezza Bontà e Magnificenza Infinitezza e quant'altro....

Il giusto allarme e la giusta esortazione - che pure non sono "paura", che torno a ripetere è umana e sacrosanta, ma non apre le porte alla conoscenza e all'amore e serve solo per stare in guardia da possibili esiziali rischi - fanno parte di espressioni diverse dal "Timore" che è rispetto e considerazione e apre le porte alla conoscenza e all'amore.

Il resto non è superato, ma non va "confuso" col Timore"...

O forse parlo turco?

mic ha detto...

La differenza tra ortodossi e cattolici è che i primi spiegano le loro tesi in modo comprensiblie ed ognuno può condividerle o meno.

Anacleto,
entrambi spiegano le rispettive tesi in modo comprensibile (con normali differenze tra chiarezza e accessibilità di alcuni autori rispetto ad altri); il che mette in luce dov'è la differenza...
Ho detto che, Deo adiuvante, ne parleremo a tempo e nei modi adeguati.

una sola fede ha detto...

“La "paura" può mettere giustamente in allarme e può innescare un approfondimento, ma non suscita tutto ciò cui il timore apre le porte.”

Certo, sì, sono d’accordo: la paura può essere propedeutica al lasciar agire successivamente dentro sé il dono del santo Timor di Dio, che è tutt’altra cosa, infatti. E la prima, purtroppo però, pare proprio che debba essere più che in altre epoche suscitata, perché l'azione dell'antico serpente nei tempi attuali è arrivata a tal punto da riuscire oramai ad obnubilare larghissimi strati di coscienze, con l'avallo, ahimé, di pastori in perenne stato di sonno, se non di malcelata connivenza. Per questo sì, è un bene, oggi più che mai parlare sempre più dei Comandamenti, delle drammatiche conseguenze del peccato, dei Novissimi, ad esempio, proprio perchè qua non è più in gioco l'amare un po' di più o un po' di meno Nostro Signore, il cammino di perfezione (magari!), ma per la stragrande maggioranza delle persone oggi in modo assolutamente drammatico, stando a ciò che è sotto i nostri occhi (cioè l’incredulità dilagante che conduce all’apostasia e quindi progressivamente all’assuefazione al peccato proprio e altrui) è in gioco LA SALVEZZA TOUT COURT!

I già citati(spesso anche da noi) Sant'Alfonso Maria de' Liguori, o più tardi San Pio da Pietrelcina tuonavano contro i già dilaganti cattivi costumi delle rispettive epoche richiamando, appunto tuonando, sui rischi di perdersi per sempre, di abitare per l'eternità con i demoni e gli altri dannati, di soffrire ininterrottamente senza fine pene indicibili, di trovarsi a constatare di aver gettato via la propria vita, senza rimedio. Questo probabilmente perché sapevano che i più, anche allora, non si sarebbero certo allarmati né scossi punto di fronte alla prospettiva di un inferno in cui “semplicemente” non avrebbero avuto la vicinanza e l’amore di Dio, terribile ammonimento quest’ultimo da riservare però essenzialmente a coloro che mostrano di essersi almeno in parte decisi per il santo viaggio.

mic ha detto...

I già citati(spesso anche da noi) Sant'Alfonso Maria de' Liguori, o più tardi San Pio da Pietrelcina tuonavano contro i già dilaganti cattivi costumi delle rispettive epoche richiamando, appunto tuonando, sui rischi di perdersi per sempre, di abitare per l'eternità con i demoni e gli altri dannati,

Il punto è che questi santi, mentre tuonavano, esercitavano in pienezza il loro sacerdozio "santificatore" con tutta la grazia che ne consegue, senza la quale hai voglia a tuonare!!!!

Non tuonavano forse Mosè e i Profeti?
Il che non toglie che i novissimi e tutto quanto ricordate non siano cose da conoscere e approfondire. Anzi... ma non senza ciò che suscita quel "Timor di Dio" che apre tutte le porte...

marta ha detto...

Mic, chiedo scusa (visto che senza volerlo figuro da sorda....),
ma io veramente non ho inteso accusare nessuno dei presenti di aver obliato cose importanti, forse ho detto cose per voi scontate, pazienza per me che arrivo tardi...; la mia era una triste considerazione generale sul declino della docenza, sull'annacquamento di catechesi ed omelie non più ammonitrici, quindi non più premurose circa la salus animarum; non so voi, ma finora, quasi a fine Quaresima, in varie omelie non ho ancora sentito pronunciare la parola "peccato", o "penitenza" o purificazione ecc. come fossero proibite. Segno di "nuova chiesa" e nuova pastorale....
e ringrazio vivamente unasolafede che ha ottimamente completato il mio pensiero.
Poichè ho una grande ammirazione per i sacerdoti di Vocogno, (ce ne fossero dalle mie parti!) rileggo spesso (e lo consiglio a tutti) quella pagina in cui essi avvertono i fedeli, a scanso di illusioni buoniste:
l'art. del 31 ottobre 2012
NON PREDICANO I NOVISSIMI, NON ASCOLTATELI!

http://radicatinellafede.blogspot.it/2012/10/non-predicano-i-novissimi-non.html
Provvidenziale, in questi tempi di scialbe omelie....

PS chiedete ai bambini di 8-12 anni se mai hanno insegnato loro queste verità, in modo chiaro ed esaustivo

Pietro C. ha detto...

Da studioso di teologia e sufficientemente ferrato sulle discussioni trinitarie, faccio osservare che queste analisi di Romano Amerio riguardano unicamente il mondo Cattolico e il suo modo di intendere la teologia soprattutto nel postconcilio.
La teologia patristica sulla quale si appoggia la teologia ortodossa riguardo alla Trinità è tutta un'altra cosa. Non è questo il luogo più adatto per sviscerare queste tematiche.
Grazie per l'attenzione e la pubblicazione.

mic ha detto...

Marta,
Le tue intenzioni sono chiare e lodevoli e sono sicura che hai ben compreso anche le mie.

una sola fede ha detto...

mic, se hai letto, ho scritto pure questo all'inizio:

"la paura può essere propedeutica al lasciar agire successivamente dentro sé il dono del santo Timor di Dio, che è tutt’altra cosa, infatti"

mic ha detto...

Sì, ho letto e lo condivido.
Anche le tue intenzioni e comunicazioni sono chiare.
A me preme indicare sottolineature che a volte non sono scontate per tutti.

Anacleto ha detto...

Pietro C.

Ottima osservazione.
La teologia patristica (tranne S. Agostino) è molto chiara, ma non pretende mai di spiegare Dio razionalmente.
San Gregorio Nazianzeno scrive: “Tu chiedi che cos’è la processione dello Spirito? Dimmi prima che cosa è l’innascibilità del Padre. Ti spiegherò allora la generazione del Figlio e la processione del Santo Spirito. Così entrambi saremo colpiti da follia per avere voluto scrutare il mistero di Dio” (Orat. 31, 8).

Maria Guarini ha detto...

Anacleto,
neppure noi pretendiamo di spiegare Dio razionalmente. Ma la nostra ragione è in grado di formulare con parole che si avvicinano quanto più possibile e col dovuto rispetto e "Timor di Dio" alle realtà sublimi della nostra fede. E si ferma solo
di fronte alle arreta rémata, le parole indicibili...

Maria Guarini ha detto...

Invece del solito familiare nick è partito l'account che sto usando ora :)

una sola fede ha detto...

"ringrazio vivamente unasolafede che ha ottimamente completato il mio pensiero"

Grazie a te Marta, siamo tutti qua per fare ciò che possiamo, con l'impegno che ognuno può metterci sempre con l'aiuto di Dio e facendo tutto a Sua gloria

Anonimo ha detto...

Sul Filioque (da L'Osservatore romano 13.9.1995)
http://www.gliscritti.it/approf/papers/filioque.htm

rocco ha detto...

grazie a tutti di cuore per le ottime risposte! quando leggo qui respiro aria fresca. epoi aggiungo un ultima cosa: ancora non capisco perche Dio mi faccia la grazia di farmi capire...

rocco ha detto...

la domanda sul timore e l'amore, mi era venuta in mente leggendo articolo e commenti.

da un pensiero che non ritenevo giusto , ma che non vi ho postato.
il pensiero era nebuloso e poco chiaro e diceva: vecchio testamento timore di Dio, nuovo testamento amore di Dio, ma non era la verita' quanto forse piuttosto una lettura umana delle sacre scritture
Gesu' infatti mi ricorda che neppure uno iota e' cancellato, e allora ho pensato che il timore potesse essere il giusto preludio all'amore, ma senza slegarli poiche senza il timore non potrebbe esserci l'amore.

mic ha detto...

il pensiero era nebuloso e poco chiaro e diceva: vecchio testamento timore di Dio, nuovo testamento amore di Dio, ma non era la verita' quanto forse piuttosto una lettura umana delle sacre scritture

Infatti Rocco,
credo che le citazioni di Josh 9:22 dall'AT dimostrano esatta la tua conclusione.

rocco ha detto...

"Il timore di Dio è una scuola di sapienza,
prima della gloria c'è l'umiltà."

e infatti caro Josh qualcosa e' cambiato quando per grazia ho cominciato a pensare, ormai posso dire tanti anni fa:"ma vuoi vedere che sono io che mi sbaglio e Dio ha ragione? e che se non capisco forse devo cambiare e partire da questo nuovo presupposto e sforzarmi un po per capire la Ragione Divina? " e piano piano ho visto , anzi cominciato a intuire e poi anche a vedere e conoscere la perfezione del Verbo . come si puo amare cio che non si conosce per niente?
c'e' stato un momento in cui avevo sepolto da qualche parte cio che avevo appreso da bambino. e come nel racconto mi voltai indietro e vidi che sulla spiaggia non c'erano piu le impronte di due uomini, ma solo di uno e non erano le mie.

Pietro C. ha detto...

Io mi chiedo perché, quando si parla del Filioque, si va sempre a citare il famoso documento pubblicato dall'Osservatore Romano nel 1995.
Non si cita - e su questo c'è uno spessissimo silenzio! - uno studio francese molto ben documentato frutto di una collaborazione con alcuni patrologi cattolici ma firmato da una penna ortodossa. Questo studio, che io anni fa ho tradotto interamente, è bellamente ignorato pur essendo serissimo, forse perché mostra che l'architettura del documento vaticano sul Filioque è puramente artificiale. In altre parole, "sembra" che il documento vaticano abbia apportato un ulteriore chiarimento nel dialogo cattolico-ortodosso ma in realtà non fa che apportare un ulteriore contorcimento. E infatti questa spiegazione vaticana per il mondo ortodosso ufficiale è di fatto fallimentare (forse per questo si tace!).
In un'indagine è sempre bene apportare le voci di entrambi i fronti mai quella di un fronte solo, soprattutto se un documento pare di fattura assolutamente artificiale!
Lo studioso - assai serio e preparato - che ha firmato il lavoro di critica al documento vaticano si chiama Jean-Claude Larchet, uomo di gran capacità analitica e dogmatica ma che, in Italia, ha pubblicazioni unicamente "spirituali", forse per non disturbare troppo certe cattedre. In compenso in Francia si può facilmente comperare il suo lavoro di critica sull'esposizione vaticana sul Filioque (del 1995), edito dalle editions Du Cerf.

Anacleto ha detto...

Pietro C.

Il lavoro di Jean-Claude Larchet è molto ben fatto. Ecco dove scaricarllo in italiano.

http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/dogmatica/FilioqueLarchet1.pdf

http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/dogmatica/FilioqueLarchet2.pdf

rosa ha detto...

Mic.
come ho già scritto in un altro post, con tutto il rispetto per Anacleto e Pietro C, e per te naturalmente che sei la padrona di casa, ma io sono un po' stanca di interventi sull' Ortodossia e sui problemi tra questa ed il Cattolicesimo. Il quale, ora, ha, io credo, problemi ben più gravi. Il rischio che molti di noi paventano. è di una fusione " a freddo" tra il Cattolicesimo, il Protestantesimo e l' Ebraismo riformato (gli Ebrei ortodossi sanno benissimo che non si può fondere l' Ebraismo ed il Cristianesimo, e non ci pensano proprio, loro pensano a far figli, ed in Israele a non fare il servizio militare) per ottenere una religione "new age " o New World Order. Per ragioni puramente politiche ora a chi vuole questa fusione, gli Ortodossi non intessano. Poi in futuro chissà.
Quindi, per evitare confusione a chi già tende a confondersi causa impreparazione, e che sente magari tutti i giorni 5-8 minuti di Radio Vaticana in formato Radio RAi GR 1 ore 8, e comincia male la giornata (anche perché il vaticanista della radio ha una voce melliflua e viscida da mancato prete) ti prego, basta Ortodossia. Se si vuole, si apra un altro miniblog o si vada su quello di Pietro C, e qui si continui a parle di Cattolicesimo, dei suoi teologi retti e santi (a partire dal buon vecchio S. Tommaso),di liturgia, ecc. Ricordiamoci anche ciò che scriveva e diceva Papa Pio IX (o XI ?) sul "dialogo interreligioso", del quali io personalmente, come della "solidarietà", non ne posso più.
Ognuno di noi, credo ha bisogno di certezze nella vita. Già ci pensa Bergoglio a togliercele, non infiliamoci le dispute sul Filioque o altro. A me personalmente basta ed avanza il Credo, che dice "che procede dal Padre E dal Figlio".
Rosa
PS: sapete che nella forma semplificata di Credo che si voleva adottare nella Diocesi di S.Ambrogio (su ispirazione martiniana di sicuro) lo spazio dedicato allo Spirito Santo, che è così tanto "di moda" oggi, era praticamente ridotto quasi a zero ?

mic ha detto...

Cara Rosa,
tra l'altro non ne sto pubblicando diversi, perché richiederebbero un'analisi più mediatata e approfondita che al momento non ho il tempo di fare.

Pietro C. ha detto...

Un male non si cura nella superfice (andiamo a combattere la protestantizzazione del cattolicesimo, dice Rosa) ma in profondità, il che obbliga ad un lavoro veramente pesante (e quindi anche un confronto con le fonti e le loro interpretazioni ortodosse o cattoliche che siano). Un animo onesto lo fa senza paura.
Un animo disonesto no.
Ma ci possono anche essere animi onesti con pochissima forza nell'animo e qui ci sarà la misericordia di Dio a salvarli.
Uno che ha pochissima forza nell'animo preghi ed eviti discussioni nelle quali non si va mai alla vera radice dei problemi. Infatti porterebbe via tempo alla preghiera!

mic ha detto...

in profondità, il che obbliga ad un lavoro veramente pesante (e quindi anche un confronto con le fonti e le loro interpretazioni ortodosse o cattoliche che siano). Un animo onesto lo fa senza paura.

E' la consapevolezza che si tratta di un lavoro veramente pesante (e impegnativo) che mi costringe a dilazionarlo...

rosa ha detto...

"Un animo onesto lo fa senza paura.
Un animo disonesto no.
Ma ci possono anche essere animi onesti con pochissima forza nell'animo"

Non è questione di onestà, né di forza s'animo, ma semplicemente per me, e penso altri "silentes", di tempo ed intelligenza; abbiamo tutti una vita di lavoro e famiglia che impegnano già le nostre forze intellettuali, morali e spirituali. Quando apro questo blog, lo faccio per trovarci informazioni, notizie, perle di dottrina, saggezza cattolica e liturgia, ed anche qualche notarella "di colore". Non m'interessa, sinceramente, una dotta disquisizione sulle differenze tra Cattolicesimo ed ortodossia, e neanche lunghe citazioni dei testi sacri. Se ho tempo, voglia e cervello fresco, me le cerco direttamente da me, chè non sono né cretina, né ignorante. Ma alla lunga Anacleto con i suoi continui richiami a quel che si direbbe o farebbe a Costantinopoli, e non è il solo, mi ricorda le disquisizioni sul "sesso degli angeli". E per diria con i nostri Patres conscripti: "Dum Romae consulitur, Sagunthum expugnatur". Inoltre per confutare il protestantesimo e porre il cattolicesimo al riparo di quella eresia, credo che il Concilio di Trento basti, ed avanzi, senza andare a scomodare gli Ortodossi. E contro il modernismo, basta ed avanza Pio X.
Per non aver problemi con Rahner o Kueng, o altri, sarebbe bastato scomunicarli, proibire la pubblicazione delle loro opere, cacciarli dalle università cattoliche, e diffidare chiunque a chiamarli cattolici. Per uno come Mancuso, sarebbe bastato anche molto meno. Ed il tutto senza scomodare Bisanzio.
Rosa

mic ha detto...

Non è infatti questo lo strumento per dotte disquisizioni, se non entro certi limiti. L'ho detto e ripetuto.
Potrebbero essere utili passaggi e confronti sulle questioni morali più dibattute, ma si torna a puntare ad altro.
Avendone tempo, alcune puntualizzazioni, anche su questioni dottrinali, potrebbero essere utili per tutti; ma i problemi su tappeto bastano e avanzano.
Tra l'altro avrei puntualizzazioni su obiezioni al Filioque in relazione a quanto detto da Amerio, ma non ho possibilità in questo momento di star lì a sottilizzare.

OS ha detto...

Gentilissima Mic, quanto detto da Rosa lo sottoscrivo al 100%. Non se ne può più di queste disquisizioni laterali quando nella cittadella già sono entrati gli achei, dando alle fiamme tutto quanto incontrano. Il problema oggi è totalmente altro: è ancora possibile e come operare UNA CUM la Chiesa riformata? In ogni caso cosa possiamo concretamente fare, oltre ad attendere da un futuro papa il ripareggiamento?
Ripetendo quanto ho già detto in precedenza: perché non pretendere dai sacerdoti la professione di fede cattolica? Essi, nelle omelie, possono prendere le distanze dalle affermazioni più rocambolesche dei rappresentanti della Nuova Chiesa, qualunque sia il loro grado gerarchico. Possono dire che seguire la propria coscienza non è sufficiente x salvarsi, che la misericordia viene dopo il pentimento, che vero Dio è Colui che è stato rivelato da Nostro Signor Gesù Cristo e che è onorato nella Sua Chiesa, la Chiesa Cattolica Romana, ecc. (questo per quanto sembri fantascientifico non succede solo a Vocogno e Domodossola, ma anche nella devastata martiniana Brianza)

mic ha detto...

OS,
Credo che ognuno di noi abbia già scelto alcuni sacerdoti come punto di riferimento, tralasciando altri.
Per il resto, che pretendere da uno strumento come questo - che più che informare e condividere non mi pare possa far altro - e da una persona che cerca di fare del suo meglio nonostante molte cose?

Quel ritornello ricorrente sull'UNA CUM, vuol forse farmi dire che non possiamo essere in comunione con questo papa e la chiesa che sta costruendo a sua immagine?

Credo di aver già risposto dicendo che ci troviamo in una situazione anomala e decisamente terribile, perché non è normale che fedeli laici come noi siano "costretti" a muovere critiche e denunciare storture e sviamenti. Ma, di fatto la nostra comunione è col papa, cioè con Pietro e non con Simone e dunque col papa quando parla e si comporta da Pietro e non con il papa, ogni papa; quando parla e si comporta da Joseph o Jorge Mario... Continuando a pregare senza posa.

Più di questo e oltre a questo, cosa vuole da me?

Turiferario ha detto...

Non entro nel merito della questione del Filioque, non avendo competenze teologiche a quel livello (anche se, come ho notato in precedenza, storicamente cattolici e ortodossi quando volevano "darsele" - di solito per ragioni politiche - hanno considerato il Filioque un punto imprescindibile, quando volevano fare la pace, come nel IX e nel XV secolo, hanno deciso che non era poi così importante), però trovo anch'io questi richiami continui alla "superiorità" del mondo ortodosso infondati e fantasiosi. A meno che non si intenda il fatto che l'ortodossia non ha conosciuto derive come quella cattolica postconciliare: il che è vero, ed è vero anche per i copti, i nestoriani ecc., ma le condizioni in cui si sono trovate queste chiese e quella cattolica sono assolutamente imparagonabili. Per carità, è anche bello discutere quando si hanno idee diverse, ma qui vedo soprattutto idee ripetute apoditticamente e ossessivamente come dei mantra.

mic ha detto...

Aggiungo che di fatto il papa c'è, eletto regolarmente, sia pure in anomala compresenza con un "papa emerito", in "servizio contemplativo" ma che non disdegna partecipare a eventi pubblici, figura certamente di nuovo conio.
Più che registrare e leggere i dati e le conseguenze non ci è dato.
Le soluzioni non ci competono.

Di fatto stiamo vivendo il mysterium iniquitatis così come si prefigura nel nostro tempo e come non è mancato né mancherà fino alla fine. L'unica certezza che abbiamo è che per grazia sappiamo dalla parte di Chi stare. Ma non affermando Cristo sì chiesa no, perché la Sua Chiesa c'è, anche se ridotta nella visibilità ad un falcetto di luna, ed è da essa che continuiamo ad attingere le grazie di cui abbiamo bisogno. A ognuno sarà dato trovarla secondo le sue necessità.

mic ha detto...

E quel "pretendere dai sacerdoti" mi suggerisce, di grazia, come ?
Noi più che pretendere possiamo supplicare il Padre e, nel concreto, scegliere come possiamo, semmai appoggiando (e appoggiandoci) e incoraggiando le forze ancora sane.

mic ha detto...

E anche Anacleto non manca di tornare alla carica, sempre con lo stesso ritornello della sua lettura della storia, nonostante gli sia stato anche replicato. Ma lui torna a riproporlo negli stessi termini; il che significa che non ascolta o, se ascolta, fa orecchie da mercante perché è radicato nelle sue convinzioni.

La storia è più articolata e complessa di qualunque lettura si voglia darne e le griglie di lettura sono tante per quanti sono gli interpreti.

C'è, però, una "Storia di salvezza" di cui conosciamo le coordinate, ma soprattutto il Salvatore....

Qui siamo in piena crisi. Atteniamoci all'essenziale, astenendoci dall'attribuire apoditticamente cause quando non possiamo neppure intervenire sugli effetti.

Con questo non dico che le nostre ricerche non abbiano senso o debbano esaurirsi; ma ci sono momenti e luoghi in cui l'indagine lascia il posto all'essenziale e al mistero che ci precede e ci accompagna.
Quando non possiamo capir tutto non abbiamo che da affidarci e adorare. In questo di certo non sbaglieremo...

Anacleto ha detto...

Visto che i miei commenti evidentemente non rientrano negli obiettivi di questo blog e che sono stati messi nell'indice dei "commenti proibiti", ringrazio per l'ospitalità finora accordatami ed auguro a tutti una santa Pasqua di Resurrezione.

mic ha detto...

Anacleto,
non TUTTI i suoi commenti sono stati mesi all'indice.
In alcuni punti del nostro confronto non ho mancato di rinviare ad altri momenti alcuni approfondimenti, oppure a soprassedere per altri.

Il che mi sembra del tutto fisiologico in un contesto di comunicazione snello e divulgativo come questo.

mic ha detto...

Ad un Anacleto 2.0 che dice tra l'altro

...Questa non è la sede per trattare di Ortodossia e per affrontare temi teologici di grande spessore. La censura di mic, fra l'altro, impedisce qualsiasi sviluppo serio...

In questa sede e con questo provvidenziale strumento vengono trattati temi teologici di spessore quel tanto che basta per districarci nel ginepraio in cui siamo.

Il problema è che ci sono troppi sedicenti (o anche autentici) "teologi di spessore" che quando - dopo diversi tentativi più o meno riusciti - non riescono a fare di questo blog la loro tribuna, se la prendono con "la censura di mic" ;)

Mi aspetterei, però, che evitassero gli insulti, che mi e vi risparmio.

Pietro C. ha detto...

Comunque lo si voglia, Mic, i temi teologici di spessore e livello non sono fatti per il web! Ne ho avuto esperienza già diversi anni fa e ne ho continue conferme anche osservando questo blog: indipendentemente dalla tua buona volontà ci sono oggettivi limiti!
Tuttavia nel web dovrebbero trovarsi i riferimenti per eventuali approfondimenti altrimenti si finisce per credere che il cancro si cura con un un'aspirina.
E questa è la tentazione costante e continua di un certo tipo di mondo tradizionalista...
Una raccomandazione, per chi vuole coglierla: non pensiamo che certe cose del mondo ortodosso non riguardino il mondo cattolico (e/o viceversa). La realtà non si può mai dividere a compartimenti stagni!

mic ha detto...

Una raccomandazione, per chi vuole coglierla: non pensiamo che certe cose del mondo ortodosso non riguardino il mondo cattolico (e/o viceversa). La realtà non si può mai dividere a compartimenti stagni!

Non lo credo e non l'ho mai creduto.
Tuttavia non posso che arrendermi agli "oggettivi limiti", che sono di vario genere e a vari livelli.

Turiferario ha detto...

Il confronto è sempre utile, ma attenzione a non considerare equivalenti realtà molto diverse fra loro per condizioni e storia. Se visito una parrocchia di una vallata alpina, troverò facilmente che lì si sono conservate certe tradizioni, certe devozioni, un modo di vivere la fede che in una parrocchia ad esempio dell'hinterland milanese è scomparso da tempo. Ma non si può pensare che basti prendere sic et simpliciter il modello della parrocchia alpina e trasportarlo in quella dell'hinterland per riportare tutto a posto. Nella parrocchia alpina avrò qualcosa che si è conservato, che non è stato mai perduto ed è sentito come normale, pur essendosi magari nel tempo mescolato a forme "moderne", nella parrocchia dell'hinterland potrò avere piuttosto la riscoperta, il ritorno faticoso alla sacralità e alla tradizione, l'entusiasmo del ritrovamento dopo il grigiore e l'appiattimento... Differenze che, si parva licet, assomigliano a quelle esistenti fra ortodossia e cattolicesimo oggi. Anche se sono il primo a dire che il mondo ortodosso può trasmetterci molto. Per quanto riguarda la mia esperienza personale, posso dire di avere avuto per la prima volta l'esperienza della tradizione (che in pratica ignoravo) una ventina di anni fa, in occasione di un viaggio di qualche giorno al Monte Athos.

OS ha detto...

Questo scritto è solo x chiarire.
Non mi sembra di aver mai detto di pretendere alcunché dal suo blog. Semplicemente, conoscendo il mondo anglosassone e quanto sia “vocal” nel voler riconosciuti quelli che ritiene propri diritti (ed anche esaminando il successo arriso ai radicali+), pensavo che anche noi cattolici abbiamo il diritto/dovere di farci sentire nelle nostre parrocchie e non lasciare ai normalisti e progressisti il monopolio (sennò finisce come qui che alla via Crucis si medita sulle canzoni di de André o che il vicario episcopale C…ali dica che la creazione con Adamo ed Eva è un mito insostenibile (vale ormai il big bang) e il male non viene dal peccato originale (In modo sfumato così si nega il motivo della redenzione++). In questi anni i progressisti si sono impossessati dei canti (mia battaglia trentennale), hanno impostato una Chiesa orizzontale, un oratorio circense. E tutto questo l’hanno ottenuto, oltre che per il retroterra politico-religioso loro favorevole anche perché non si sono mai stancati di prporre le loro iniziative equo-solidali+.
Semplicemente io auspicavo che i cattolici rimasti a credere le verità di Fede di sempre si facessero sentire esattamente come gli altri. Qui vedo già che, se avvenisse la deprecabile rottura formale ed esplicita, pochissimi rimarranno fedeli ai dogmi di sempre, dato che il 99% manco immagina che i detti del vescovo di Roma creino problemi alcuni; si susseguono anzi le dichiarazioni di amore sempre più esaltate (una: caro papa ti amo già, il giorno dopo l’elezione; un’altra: sapessi che affetto, che abbraccio, che umiltà..).
Il blog poteva essere una palestra x capire dai suoi lettori se si tratta di una via praticabile x coagulare quanta + gente possibile.
che “nonostante molte cose” lei faccia opera altamente meritoria glielo riconosco di cuore; se non no leggerei il suo blog. E soprattutto gradirei di non essere confuso con chi la insulta, visto mai mi è passato per la mente e mai l’ho fatto. Ma dalla sequenza delle sue puntualizzazioni sembrerebbe invece il contrario.

a me non sembra di aver mai parlato prima di UNA CUM (al massimo 1 volta, v. oltre), e non volevo ovviamente farle dire niente. Come lei penso che, “di fatto, la nostra comunione è col papa, cioè con Pietro e non con Simone e dunque col papa quando parla e si comporta da Pietro e non con il papa, ogni papa; quando parla e si comporta da Joseph o Jorge Mario...”. solo che leggendo alcuni interventi su un altro blog ho visto che alcuni sacerdoti diocesani normali cominciano a dubitare se esplicitare il nome del papa nella Messa. A un sacerdote della FSPX (come lei sa, la FSPX è notoriamente fedele a Roma e al papa, eccepisce solo sul Concilio Vaticano II) ho fatto presente il problema e non si è stracciato le vesti e ha annuito sul fatto che la situazione odierna rende più difficile il compito della FSPX (rispetto ai sedevacantisti). Io non sono mai stato sedevacantista, ho solo seguito con interesse le conferenze e scritti di don Curzio (la prima volta gli chiesi: ma voi siete cattolici?). Prima o poi, se le cose continuano così (v. sinodo ottobre), bisognerà fare i conti anche con questo problema, del tutto secondario rispetto all’enormità di un accadimento come quello che ormai molti paventano (un pronunciamento in antitesi con i dogmi). Siamo sull’orlo del precipizio e come lei dice, “in una situazione anomala e decisamente terribile”. Finché non accade l’irreparabile è chiaro che continuiamo ad attingere le grazie dall’unica Chiesa. Tra l’altro l’anno scorso avevo trovato don T.. d’accordo con me che l’anatema di don Mauro contro il NO (farebbe peccato mortale chi la frequenta) era fuori luogo ed estremista.
Mi scuso se le mie esternazioni le sono sembrate indebite intromissioni. Continuerò comunque a leggere il suo blog e i commenti relativi (molti veramente utili)

una sola fede ha detto...

Quello che tu affermi, Rosa, su tale questione l'ho sempre fatto pure io in diverse occasioni, lo sai, esplicitamente o implicitamente, anzi, semmai qualcuno mi accuserà di averlo ripetuto anche troppo, ma si comprende ogni giorno di più (e le tre Assisi appaiono oramai quasi un buffetto...) che questo è un punto davvero nodale, perchè ha portato ad una progressiva destrutturazione, ad uno smantellamento vero e proprio, non solo annacquamento, della fede, visto che si dà ormai l'idea a livelli superstratificati che la Cattolica non è più l'unica religione, la sola vera, la sola Chiesa di Cristo. Cioè questo ormai è l'idea che è passata ed è altamente drammatico. Ecco i danni che sono stati fatti in questi pochi decenni. E oggi più di prima si vorrebbe dare l'idea a più livelli che è così, anche approfittando proprio della debolezza della fede che sta attraversando la Chiesa stessa a partire da molti, troppi pastori, anche i più alti. A tal proposito ho citato spesso, lo sai, ad esempio la Scrittura, il Catechismo Tridentino e quello Maggiore di San Pio X, oltre alla Mortalium animos di Pio XI...

Quindi anche secondo me, naturalmente, se ci si impegolasse meno in meandri di cui tu tracci l'identikit e ci si dedicasse invece alla sana dottrina, a imparare bene almeno quella, a ciò che con sicurezza abbiamo come patrimonio assoluto, probabilmente non saremmo neanche a questo punto. Poi, sai, lo scrissi già una volta: se proprio uno è tentato a farsi evangelico, ortodosso o altro, oppure a studiare e ristudiare quei percorsi che magari possono affascinarlo e cercare di trascinarne altri, mi permetto con tutta la carità cristiana di suggerire di discernere davvero bene ciò che sta facendo perchè su questo la Dottrina, il Magistero perenne sono limpidissimi e non si può nè si deve sbagliare, basta rileggersi appunto anche solo il brano tratto dall'allocuzione Singulari Quadam, del 9.12.1854, che è questa:

"Bisogna ammettere che, secondo il dogma della fede, NESSUNO PUO’ SALVARSI CHE SI TROVI AL DI FUORI DELLA CHIESA APOSTOLICA ROMANA”.

rosa ha detto...

Non per dire, ma l' aspirina puo' servire non per curare il cancro, ma per prevenirne alcune forme si. Inoltre la principale causa di morte nei paesi occidentali NON e' il cancro, come la gente crede, ma l' infarto miocardico, che sia previene e si cura con l' aspirina.
Quindi, un sano ritorno alla dottrina dei Padri, espressa nel buon vecchio catechismo di S.Pio x , se insegnata con amore e dedizione dal clero fin dall' infanzia, sarebbe cosa buona e giusta e sufficiente per la maggior parte dei fedeli.
Per la minor parte piu' istruita ed affascinata dalla teoligia, patristica, liturgioologia, passatemi il termine ,ecc., si possono aprire corsi, anche online, su queste materie, ed aprirvi dei blogs dedicati dove si potra' discettare di ogni cosa.
Rosa