Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 6 gennaio 2018

Sostegno affettuoso a don Walter Tardini, Parroco di Camposanto (Modena) - Don Giorgio Bellei

Succede nei pressi di Modena, precisamente nella parrocchia di Camposanto. Don Walter Tardini, parroco della vecchia guardia, in un’omelia esprime un suo pensiero sulle complicanze a cui sono soggetti i figli di genitori separati. Un fedele esce dalla chiesa perché si sente offeso e, come chiaro che sia per i tritacarne dell’informazione a senso unico, la notizia arriva subito ai media che ne fanno un caso sociale, facendo passare ovviamente il povero prete come un povero pazzo, antiquato e anacronistico per il modello di “Chiesa in uscita” ormai imposto universalmente.
I giornalisti, facendo il loro mestiere, corrono di fretta a prendere informazioni su don Walter. Se ne ricava che alcuni dei parrocchiani non si dicono stupiti per quanto successo, giacché il parroco, già in passato, avrebbe dato luogo ad omelie shock: “Quel prete antiquato - dice un parrocchiano -  durante una predica disse che i figli nati fuori dal matrimonio sono figli del peccato: sono uscita di Chiesa”. Ovviamente ciò corrisponde assolutamente al vero, ma il messaggio che passa è che don Walter abbia detto qualcosa di assurdo quando assurdo e poco cattolico, piuttosto, sarebbe dire il contrario.

Qualcun altro racconta di essersi allontanato dalla Chiesa a causa sua, come che la Chiesa fosse qualcosa a cui appartenere a seconda delle simpatie o antipatie dei preti:
Molti anni fa, durante una confessione, gli dissi che ero separata e convivevo. Lui mi rispose che non dovevo più fare la comunione e mi fece sentire sporca: ho smesso di andare a Messa e mi sono allontanata dalla Chiesa”. 
Anche in questo caso il Don ha detto cosa buona, giusta e doverosa, per il bene dell’anima di questa persona che si comunicava commettendo un gravissimo sacrilegio e gettando scandalo verso la parrocchia e la società. Tutto però, suona ovviamente come un linciaggio generale, quasi che a parlare fosse il buffone di corte, vecchio e impolverato di una dottrina da cancellare per sempre per lasciare inesorabilmente spazio ad una concezione religiosa liberale - e quindi protestante - volutamente slegata dai dogmi.

Non voglio dilungarmi troppo, seppur avrei tanto da dire, poiché il mio null’altro voleva essere che un cappello, un’introduzione a ciò che un confratello di don Walter ha voluto dire in affettuosa difesa di un vecchio parroco che ancora dice le cose come stanno alla gente, per il loro bene, e non per sport. In conclusione di questa apertura, mi limito a citare e a sottoscrivere totalmente alcune delle parole che lo stesso don Walter ha utilizzato per chiarire la sua posizione: “Mi rendo conto che la verità può fare male, ma bisogna accettarla come io accetto se il vescovo dice qualcosa a noi sacerdoti. Possiamo rimanerci male, ma dobbiamo accettare. È Dio che parla di valore indissolubile del matrimonio, non don Walter”.

Senza dover aggiungere nulla a queste sacrosante delucidazioni, lascio volentieri la parola a don Giorgio Bellei di Modena, ringraziandolo per la condivisione e il solito, immancabile, coraggio - merce rara in tempi di totale codardia. 

Con la speranza che la sua non sia l’unica voce ad alzarsi in difesa di un confratello il quale, con tutta probabilità, sarà soggetto ad una carneficina mediatica, umana e sociale. (Cristiano Lugli)

* * *

“È evidente che i figli dei separati hanno più difficoltà di altri”.

Con queste parole don Walter spiega il suo pensiero, ed in questo è appoggiato dai fatti e dagli studi di psicologia. Il discorso qui sarebbe chiuso  se si usasse per la sua frase impropria “reietti dalla società” quella ermeneutica che si usa verso frasi improprie sul fine vita  come quella che definisce “scelta di amore e di libertà” il suicidio assistito di Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo.

Ma per il pensiero di oggi divorzio, separazioni ed eutanasia sono segni di progresso, mentre il matrimonio indissolubile è retaggio di tempi bui senza autodeterminazione.

Un prete deve, oggigiorno, pesare le parole che dice perché siano “perfette”. 

Non gli si perdona nulla e non si dà credito alla sua buona fede di voler dire cose vere, anche se con parole che per la fretta o la foga, possono essere improprie. Mentre si fa sempre credito ai tifosi, a volte ai padri dei bambini che giocano a calcio, i quali invitano i giovani giocatori a spezzare le gambe all’avversario o a distruggerlo. Si sa che sono parole colorite dette così, per dire, e non pensate col cuore.

Ma oltre che dall’appoggio della psicologia e dei fatti riguardanti situazioni di sofferenza nei figli dei separati, un prete parte dalla certezza biblica che tutto è progettato, pensato e creato in Cristo. Citerò solo  Colossesi 1,15-17 per non dilungarmi. Se una cosa è difforme dal modello che è Cristo, essa è per lo meno carente se non sbagliata e i suoi frutti lo sono altrettanto. Ora un matrimonio infranto è lontanissimo dal modello di cui sto parlando. Non ditemi che i tempi sono mutati e che le sofferenze delle persone vanno accompagnate: lo sapevo anche prima che questa idea diventasse uno “slogan”. 

Cerco di accompagnare, ma non posso cedere a chi vuole farlo sostituendo al progetto unico ed universale di Dio un altro progetto accomodato sulle esigenze dell’uomo. 

Non è obbligatorio che ci credano tutti, ma un prete ci crede e deve parlare in base alla sua Fede. 
Don Giorgio Bellei

7 commenti:

Annalisa ha detto...

Oggi non esiste che il pensiero unico e,per di più ,sbagliato...al quale tutti dobbiamo soggiacere...

Luisa S. ha detto...

Il fatto è che le cose oggi si sono ancor più complicate perché le coppie che si separano sono sempre più o sposate civilmente o conviventi pur essendo per la maggioranza battezzate

Anonimo ha detto...

Piena solidarieta' al Parroco. Se qualcuno si sente offeso ed esce dalla chiesa, e' molto meglio cosi perche' se non accetta la legge divina sul matrimonio e' gia' fuori dalla Chiesa Cattolica.

Alfonso ha detto...

Domandiamoci anche: quanti sono quelli che escono delle porte spalancate delle chiese, chi dalla porta di destra e chi da quella di sinistra? Chi e quanti sono quelli che ancora vi entrano e soprattutto per fare cosa?

Sul cattolicesimo in crisi:
http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2018/2018-01-05/2018010537942738.pdf

Anonimo ha detto...

"Offendersi" per le parole pronunciare da un anziano e saggio sacerdote sulla base di una Dottrina bimillenaria non è solo sciocco, ma principalmente infantile. Mi ricorda, si licet parvis componere magna, una signora che conoscevo, con un figlio con gravi difficoltà scolastiche. Questi, dopo anni e anni di ripetenze, riuscì a strappare la maturità. Quando poi, all'università, fu cacciato al primo esame e smise di frequentare, la madre scriteriata mise in giro la voce in tutta la città che il Liceo non valeva nulla e non aveva preparato suo figlio a dovere, invece che riconoscere che aveva urlato sette anni in faccia ai professori, intimidendoli anche con minacce di azioni legali, per ottenere ciò che suo figlio mai avrebbe meritato...I "pastori" che presentano la strada larga e comoda ci scaraventano dell'inferno, e li', se avremo dato retta ai "volemose bene" qualunquisti e mondialisti, saremo bocciati senza appello da Dio in persona!

Anonimo ha detto...

Sinceramente da battezzato mi chiedo quanto sia difficile per un parroco che voglia essere anzitutto prete e non assistente sociale “accompagnare” le persone lontane da Dio a ravvedersi quando molti dicono che ravvedersi non serve, è più difficile oggi o due secoli fa, stante il fatto che comunque i cuori induriti esistono da sempre? Vorrei la risposta di un sacerdote, perché dire le parole giuste al momento giusto e assicurarsi che non siano parole vuote ritengo sia anche mio dovere, ove richiesto d’un parere..
Michele Durighello

Anonimo ha detto...

Preghiera per la Chiesa Universale del Canone della Messa (Messa nella Forma Straordinaria):
"In primis, quae tibi offerimus pro Ecclesia tua sancta catholica: quam pacificare, custodire, adunare et regere digneris toto urbe terrarum: una cum famulo tuo Papa nostro... et Antistite nostro... et omnibus orthodoxis atque catholicae et apostolicae fidei cultoribus"
E' l'offerta del Santo Sacrificio dell'Eucaristia per la Santa Chiesa Cattolica, il Papa, il Vescovo locale e TUTTI COLORO CHE FEDELI ALLA VERA DOTTRINA CUSTODISCONO LA FEDE CATTOLICA E APOSTOLICA.

Invito tutti noi a santificarci e a offrire preghiere, penitenza, atti di carità e Sante Comunioni per questa fondamentale intenzione della Chiesa, per la custodia e la santificazione della Chiesa, Sacerdoti e fedeli, per la protezione dei degni servitori del Nostro Signore e la conversione di quanti lo tradiscono. QUESTA è la sola vera strada perché il Bene trionfi.
C.