Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 5 gennaio 2018

Osservazioni in seguito alla replica di Antonio Livi

Sul Concilio mons. Livi si mantiene prudente [vedi], però non salva il Concilio né il magistero postconciliare dalle legittime critiche.

Scrive che "nessun Papa è finora incorso in eresia e nessun documento conciliare contiene dottrine formalmente eretiche". Cioè: non si possono accusare i Papi conciliari e postconciliari di "eresia in senso formale"1. Sul che si può anche convenire. Ma circa l'accusa di "errore che sa di eresia" o "la favorisce", errore dottrinale o in fide che può condurre a oppure costituire "eresia in senso materiale", come risponderebbe mons. Livi?

Infatti, scrive, subito dopo: "Ma tutto ciò non toglie che l'eresia dilagante non abbia trovato nei documenti del Concilio e negli atti pontifici successivi una sanzione esplicita e una condanna formale, ma anzi abbia trovato molta accondiscendenza nelle idee e nelle persone. Questo è indubbiamente vero..."
Pertanto: bisogna ammettere che "l'eresia dilagante" non ha trovato nei documenti del Concilio e negli atti dei Papi successivi, "una sanzione esplicita e una condanna formale"; non solo: ha trovato "molta accondiscendenza nelle idee e nelle persone". L'accusa, a ben vedere, è pesantissima: l'eresia dilagante (foraggiata dalla nouvelle théologie) non ha trovato nel Concilio lo strumento che avrebbe istituzionalmente dovuto batterla in breccia. Al contrario, pur non potendosi formulare un'accusa di eresia in senso formale a Concilio e Papi, ha trovato "molta accondiscendenza". Detto in altri termini: ha trovato complicità e forme di assenso, il che significa che, da 50 anni e passa, ci vengono ammannite una dottrina e una pastorale inquinata dal compromesso con le "eresie dilaganti" penetrate ambiguamente nei documenti del Concilio. 

In tal modo, se la mia ricostruzione è esatta, credo si sia legittimati (anche secondo mons. Livi) ad individuare in certi passaggi conciliari e nel magistero postconciliare la presenza di errori che favoriscono l'eresia o di vere e proprie eresie ma in senso materiale, non formale.

Mi sembrano, comunque, del tutto errati quegli interventi nel blog, che, con aria saputa, cercano sempre di penetrare le intenzioni degli autori, attribuendo loro quasi sempre scopi che nulla hanno a che vedere con il contenuto dell'intervento stesso che si sta criticando. Bisognerebbe attenersi ai fatti, al contenuto concreto di un testo, lasciando perdere il processo alle supposte intenzioni dell'autore, oggetto per di più di ricostruzioni spesso cervellotiche. Limitarsi alle intenzioni che risultino con chiarezza dal contenuto stesso del testo in questione. (Paolo Pasqualucci)
______________
1. Il fatto che «non si possono accusare i Papi conciliari e postconciliari di "eresia in senso formale"» dipende dal linguaggio fluido e non definitorio, per scelta, messo in atto dalla studiata ma colpevole strategia modernista che ha usato la dichiarata non-dogmaticità del Concilio Vaticano II come varco per introdurre nella Chiesa novità dottrinali attraverso la ‘pastorale’. Solo rimanendo in bilico sul dire e non dire si possono veicolare alcune interpretazioni piuttosto che altre (ed ecco, al culmine, l'A.L.). L'anomala pastoralità priva di principi teologici definiti è proprio ciò che ci toglie la materia prima del contendere. È l'avanzata del fluido cangiante dissolutore informe, in luogo del costrutto chiaro, inequivocabile, definitorio, veritativo: l'incandescente perenne saldezza del dogma contro i liquami e le sabbie mobili del neo-magistero transeunte. Ѐ questo il nodo sempre più inestricabile, il punto nevralgico che ha permesso la rivoluzione mascherata da aggiornamento. Al momento senza possibili soluzioni in vista, mentre la degenerazione ha già superato i limiti di guardia e chi ha posizioni influenti usa una prudenza del tutto ininfluente che non scalfisce né lascia alcuna traccia in una prassi a ruota libera che appare inarrestabile. (Maria Guarini)

48 commenti:

risposta ai Dubia del card brandmuller ha detto...

Eh no, ai “Dubia” non ci possono essere risposte oblique, implicite o trasversali, tantomeno ammiccamenti: ai Dubia bisogna rispondere in base all’insegnamento morale della Chiesa cattolica. Lo ha ribadito il cardinale Walter Brandmüller, uno dei quattro firmatari dei Dubia stessi, il 30 dicembre scorso in un’intervista ad Armin Schwibach, il corrispondente romano del website cattolico austriaco Kath.net.

Si tratta di una presa di posizione che ci fa capire come il problema nato da Amoris Laetitia, e la confusione a livello mondiale originata dalle diverse interpretazioni sia tutt’altro che risolto, come vorrebbero forse certi manipolatori interessati. E d’altronde la gravità della situazione è stata sottolineata clamorosamente solo qualche giorno più tardi dalla pubblica professione di fedeltà all’insegnamento di sempre su matrimonio e eucarestia firmata da cinque vescovi, tre del Kazakhstan e due italiani (clicca qui per l'intervista a monsignor Negri).
Il cardinale ricorda nell’intervista i punti principali dei Dubia. E cioè:
1) Può una persona legata da un vincolo sacramentale in atto e che ora vive con un nuovo partner in una relazione coniugale (AL,N. 305, nota 351) ricevere in certi casi ‘assoluzione e comunione’?
2) Ci sono comandamenti morali assoluti, rispettivamente, proibizione, che sono vincolanti senza eccezione e in tutte le circostanze (come l’uccisione di una persona innocente)?
3) È ancora vero che chi vive continuamente in stato di adulterio si trova oggettivamente in stato di peccato grave?
4) Ci sono situazioni nella vita che mitigano la responsabilità morale a tal punto che un atto immorale (qui: adulterio) può di conseguenza essere moralmente scusato, o persino giustificato?
5) Può una decisione di coscienza personale permettere eccezioni dall’interdizione assoluta di un atto intrinsecamente immorale?
Il cardinale avendo stabilito questi punti alla memoria, fa notare all’intervistatore che «Queste cinque domande appartengono ai fondamenti della Fede e dell’insegnamento morale. Secondo questi fondamenti le domande 1, 4 e 5 devono avere come chiara risposta un ‘No’, e le questioni 2 e 3 un ‘Sì’».
Il porporato solo qualche mese si era espresso pubblicamente su questo tema lacerante, che inutilmente qualcuno cerca di far scivolare nell’oblio della quotidianità, nell’assenza sconcertante di una chiara risposta da parte del Pontefice regnante, evidentemente bloccato in un impasse senza uscite nette. E che pertanto si affida a escamotage ambigui, come l’iscrizione negli Acta Apostolicae sedis di una lettera privata.

Nell’ottobre del 2017 Brandmüller aveva detto, in relazione a chi pensa che vi possano essere eccezioni per gli adulteri che si accostano ai sacramenti: «Chi sostiene che uno può entrare in una nuova relazione mentre il suo coniuge legittimo è ancora in vita è scomunicato perché questo è un insegnamento erroneo, è un’eresia. Chiunque sostene una cosa simile è scomunicato…

Nell’intervista il cardinale tocca anche il tema di Lutero, e delle feste che sono state tributate in ambito cattolico all’ex monaco agostiniano. Citando storici protestanti, Brandmüller ricorda che Martin Lutero voleva abbattere tre muri: «Il primo muro era il sacerdozio basato sull’ordine sacro; il secondo era il Magistero basato sulla missione data da Gesù Cristo; il terzo era l’esistenza del papato. Che queste tre ‘mura’ avessero una solida base biblica non interessava all’irato monaco agostiniano. Ora che ha abbattuto queste tre mura, Lutero vede che l’intero edificio della Chiesa papale è crollato. Dichiarare che questa distruzione totale è “un lavoro dello Spirito Santo” è una dichiarazione assolutamente bizzarra che può essere spiegata con la pura e semplice ignoranza dei testi e dei fatti storici; un’ignoranza che è ancora più sorprendente per un vescovo». È evidente il riferimento alla dichiarazione incauta – per non dire di peggio – espressa da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana.

Michele Durighello ha detto...

Capisco che sia una questione rilevante ma credo che Livi se vuol restar prete non potesse essere ancora più esplicito, da buon pastore sta tentando di salvaguardare il piccolo resto che gli è affidato invece di fare come San Sebastiano e sta pazientemente aspettando la fine di un inverno ecclesiale (e di un pontificato, se vogliamo dirlo chiaro) che certo gli dispiace perché se gioca male le sue carte le provviste scarseggeranno per lui e per i suoi e un gregge senza pastore fa una brutta fine..

Anonimo ha detto...

P. Rogel Calmel: Il linguaggio della Tradizione e quello del Vaticano II
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=983

Anonimo ha detto...

Segnalo
Sul sito stilum
Siamo in Italia, e si può vedere anche questo: che il presidente di un’organizzazione che si chiama Movimento per la Vita, e che è sostanzialmente sotto la tutela dei vescovi, manda una lettera intimando alle associazioni locali di NON partecipare a un’eventuale e futura Marcia per la Vita che si dovrebbe svolgere a Roma nel mese di maggio. Ecco la lettera che il presidente di Movimento per la Vita ha inviato all’interno dell’associazione.....
Da leggere e non credere...

Anonimo ha detto...

A proposito di cosiddetti Movimento per la vita e Popolo della Famiglia

Mi è capitato ora di leggere un articolo di Simone Pillon (del DNF: non so cosa sia, ma è la parte del Circo Massimo avversa al PDF ) contro Adinolfi, il quale aveva scritto vari articoli (almeno a quanto dice Pillon) contro di lui.
Insomma, è guerra intestina, come sempre.
Del resto, siamo in campagna elettorale, no?
Non entro nel merito della polemica, ovviamente, sebbene per me pari non sono.
Mi permetto di dire solo una cosa, sull'Incipit dell'articolo.
"Il mondo cattolico oggi è diviso...": in pratica, sarebbe diviso tra i loro due mondi.
Amici cari, il mondo cattolico è immensamente più diviso, frazionato, e voi ne siete solo una piccola parte, e di voi ben pochi possono essere definiti cattolici.
Il mondo cattolico, oggi, è spappolato. Questo è un male. Ma è anche un bene, perché, in caso contrario, staremmo tutti ad applaudire il pifferaio magico e i suoi impresentabili servi, che portano con sé, cantando, ballando e sbraitando, tutti verso il dirupo. Dicendo e facendo esattamente l'opposto di quello che voi dite di voler difendere.
Ma, grazie a Dio, c'è chi verso il dirupo non ci va.
Caro Pillon, io sono molto più peccatore di lei e di voi, ma sono cattolico. Eppure, non faccio parte di nessuna delle due sue divisioni. Sa qual è il problema?
Che di gente come me... ne aumenta ogni giorno.
Ogni giorno. Il Circo Massimo è lontano mille anni luce, e lo sapete pure voi.
Ma voi continuate a seguire un'unica via,quella di far finta di non vedere, non capire, non sentire; che purtroppo corre parallela al dirupo.
Perfino qualcuno nel clero comincia a capire... voi no.
Mi creda: il mondo cattolico è spappolato, ma qualcuno è ancora libero. E cattolico.
(Massimo Viglione)

Anonimo ha detto...

Mic, il sito Cooperatores veritatis ha ripreso l'osservazione di Pasqualucci ma ha omesso la tua nota.

Anonimo ha detto...

DNF: comitato Difendiamo i Nostri Figli

OT: un primo cardinale ha firmato l'ultima correzione

https://www.lifesitenews.com/news/breaking-cardinal-signs-statement-calling-popes-reading-of-amoris-laetitia

mic ha detto...

Anonimo 15:23
grazie della segnalazione.
Me n'ero accorta perché Dorotea Lancellotti mi ha avvisata della condivisione. Gliel'ho fatto presente con la nota che segue e l'hanno inserita.
_____
Finché continueremo ad essere renitenti sui 'punti controversi' conciliari più deleteri (il che non significa rifiutare in toto il Concilio) eludiamo le radici del male, cioè le fessure attraverso le quali sono confluite e sono state anche applicate attraverso la prassi scissa dalla dottrina (nella 'pastorale') alcune istanze moderniste della 'nouvelle théologie'. Che poi in Benedetto XVI e Giovanni Paolo II (senza misconoscere le tante loro 'perle') siano fessure e in Francesco siano voragini, questo è un altro discorso. Ma bisogna identificare, senza eluderla, l'origine dei problemi se si vuole trovare la soluzione.

Anonimo ha detto...

@ mic “Il fatto che «non si possono accusare i Papi conciliari e postconciliari di "eresia in senso formale"» dipende dal linguaggio fluido e non definitorio, per scelta, messo in atto dalla studiata ma colpevole strategia modernista”

Concordo. E’ l’arma micidiale di ultimissima generazione di cui si sono serviti e continuano a servirsi per distruggere la Chiesa dall’interno, insieme all’altra arma, pure insidiosissima: la falsa obbedienza.
Mi chiedo come è possibile contrastare costoro con le armi che si usavano ai tempi in cui gli eretici formulavano chiaramente le loro dottrine eterodosse ? Come è possibile che ancora non venga costruita una nuova arma per combattere questo nuovo infido modo di procedere ? Come è possibile che si usi il fioretto contro le bombe atomiche ? Come è possibile che ci si muova sull’antico piano dell’eresia formale, che presuppone una formulazione espressa e pervicace quando il loro veleno è sparso nell’ombra e mescolato al cibo buono ? Come è possibile non vedere che i frutti nefasti di oggi provengono da quel cavallo di troia che è il CVII, che ha per la prima volta, usato quell’arma micidiale per dissolvere la dottrina nel fumo della neolingua dialogante ?

Riporto da “Il linguaggio della Tradizione e quello del Vaticano II” (p. Calmel), segnalato oggi da un anonimo:

I primi venti Concili con le loro definizioni, protette dai relativi anatemi, hanno esplicitato, senza modificarlo, il dato della Rivelazione. ….. I venti primi Concili non rischiano di ingannare, perché usano il mezzo per non ingannare, che è quello di definire la verità. Inoltre questi Concili, non contenti di definire, spinti come da un eccesso di franchezza, mentre formulano la proposizione di Fede si prendono la pena di esprimere con esattezza anche la proposizione opposta, per poterla meglio condannare con un solenne anatema. […]
Dopo di che c'è solo da aprire il Vaticano II per costatare che i Padri hanno decisamente rotto con questa Tradizione dal linguaggio netto e senza equivoci. ……sono testi di compromesso…..testi informali. Questi testi presentano per il modernismo il doppio vantaggio di non poter essere accusati di affermazioni apertamente eretiche e nondimeno di poter essere interpretati in un senso opposto alla Fede.
Ci attarderemo noi a combattere direttamente questi testi? Vi abbiamo pensato. Ma la difficoltà è che tali testi non offrono appigli all'argomentazione: sono troppo vaghi. Mentre vi sforzate di mettere alle strette una formula che vi sembra inquietante, ecco che nella stessa pagina ne trovate un'altra affatto irreprensibile. Mentre cercate di puntellare la vostra predicazione o il vostro insegnamento con un testo conciliare solido, impossibile da distorcere, adatto a trasmettere al vostro uditorio il contenuto tradizionale della Fede e della morale, vi accorgete ben presto che il testo da voi scelto, ad esempio sulla Liturgia o sul dovere delle società verso la vera Religione, è insidiosamente indebolito da un secondo testo, che, in realtà, svigorisce il primo mentre aveva l'aria di completarlo. I decreti si succedono alle costituzioni senza offrire alla mente, salvo eccezioni rarissime, una presa sufficiente. …”

Anna

Anonimo ha detto...

@ Anna
Cara Anna Provo a risponderti. Sai quando si potrà contrastare tutto questo che oggettivamente è difficile da contrastare? Quando il Signore Dio Padre Onnipotente che sa tutto avrà deciso che questa situazione deve finire e manderà un Sant'uomo di Dio, come ad esempio Sant'Elia, che avrà parole di fuoco e che sarà accompagnato dai Segni e i carismi che il Signore dona. Ma dobbiamo meritare un nuovo Sant'Elia. Almeno, questa è la mia speranza, dato che il Signore ha voluto che io portassi il nome di questo grandissimo Santo Profeta, sterminatore dei sacerdoti di baal. Sant'Elia, Sant'Eliseo, Santi profeti tutti, pregate ed intercedete per noi perchè questi tempi siano abbreviati.

Anonimo ha detto...

Penso che contestare in questo momento il Ratzinger-pensiero sia un'operazione a metà fra l'insensato e il masochistico. Ci sono i "lanzichenecchi" che stanno demolendo tutto e il problema qual è? Benedetto XVI! Ovvio!
Se non volete combattere per la Santa Chiesa non fatelo, ma almeno non gettate zizzania nel campo di chi, bene o male, sta tentando di farlo!

Commendo del Coordinamento Nazionale Summorum Pontificum

Alex da roma ha detto...

@ Anonimo 19:34
Grazie per averci segnalato questo commento del Coordinamneto Nazionale Summorum Pontificum.
È quello che in questi giorni, io Luisa e molti altri abbiamo cercato di spiegare, sebbene poco acculturati teologicamente rispetto a molti frequentatori di questo blog, senza essere stati capiti ed anzi tacciati di turiferari di BXVI. Il punto non è questo. Il coordinamento nazionale lo spiega bene. Peraltro non è tanto il libro in se che crea problemi, ne sono stati scritti tanti su Ratzinger modernista.me ci sta pure. Il problema è il tempismo della presentazione di Mons. Livi, che pur apprezzando, una operazione che favorisce i nemici, giacchè viene dopo la correzione filiale indirizzata a Bergoglio e le aspre critiche che ha ricevuto. Come dice PP non voglio fare processi alle intenzioni. Ma questa operazione, in altri tempi valida, oggi è quanto menò improvvida. Cordiali saluti

Anonimo ha detto...


Replica ad un commmento sbagliato

Se siamo giunti ai Lanzi che mettono a sacco Roma, ciò è dipeso (per restare nella metafora) dal fatto che abbiamo avuto una serie di Papi, Ratzinger incluso, che si sono comportati alla maniera di Clemente VII, il Papa del "Sacco", di infelice memoria, cioè in modo inetto e pusillanime di fronte alle Potenze di questo mondo.
PP

Cesare Baronio ha detto...

Pensare di affrontare prima i motivi per cui possiamo dire che il Concilio non è formalmente eretico, senza prima aver preso atto della portata devastatrice dello spirito del Concilio non porta da nessuna parte. A mio parere è lo stesso errore in cui incorrono coloro che cercano di spiegare perché Bergoglio, nonostante sia riconosciuto come Papa, possa insegnare dottrine eretiche e addirittura farle pubblicare sugli Acta. Domandiamoci prima se Bergoglio è eretico, e agiamo di conseguenza. Poi, una volta deposto o persuaso a dimettersi, si vadano pure a indagare le ragioni teologiche e le giustificazioni canoniche di una tale tragedia.



mic ha detto...

È quello che in questi giorni, io Luisa e molti altri abbiamo cercato di spiegare, sebbene poco acculturati teologicamente rispetto a molti frequentatori di questo blog, senza essere stati capiti ed anzi tacciati di turiferari di BXVI.

Tu e Luisa rimanete sulle generali nel difendere ad oltranza e non ribattete sugli argomenti.

AnnaRita ha detto...

Grazi Mons. Baronio. Concordiamo con lei. Posso chiederle se lei aderirà alla professione di fede alla quale hanno aderito altri vescovi?
Sia lodato Gesù Cristo

mic ha detto...

Ratzinger modernista.me ci sta pure. Il problema è il tempismo della presentazione di Mons. Livi, che pur apprezzando, una operazione che favorisce i nemici, giacchè viene dopo la correzione filiale indirizzata a Bergoglio e le aspre critiche che ha ricevuto.

Questo è un processo alle intenzioni. Il libro di Radaelli precede di mesi la Correzione dei vescovi che non era prevedibile. Quanto al CNSP, il ben noto 'conservatorismo' conciliare non fa uscire dalla tifoseria e andare al di là del proprio naso.
Quanto all'effetto nelle fila progressiste è frutto della loro studiata operazione turiferaria.

mic ha detto...

Domandiamoci prima se Bergoglio è eretico, e agiamo di conseguenza. Poi, una volta deposto o persuaso a dimettersi, si vadano pure a indagare le ragioni teologiche e le giustificazioni canoniche di una tale tragedia.

Indagare sulle ragioni teologiche e canoniche della tragedia non è finalizzato alla deposizione del Papa che non sappiamo neppure se sia possibile e in che termini. Conoscere le radici del problema è il modo migliore per estirparlo e trovare le armi giuste.
Il dramma è che non è facile sia usare le armi che trovare i combattenti...

la Soluzione ha detto...

"Ma bisogna identificare, senza eluderla, l'origine dei problemi se si vuole trovare la soluzione".

Addirittura! Consiglierei di limitare almeno un poco la portata effettiva ed effettuale del vostro in genere apprezzabile operato. Ma non compete a voi trovare "la soluzione". Vorrei aggiungere altro, ma non credo sia il caso. Un saluto all'anonimo commentatore delle 19,25.



Anonimo ha detto...

Sembra che il cardinal Jānis Pujats, arcivescovo emerito di Riga, abbia sottoscritto la “Professione” riguardo al matrimonio. Il cardinal Pujats è ricordato anche per aver sempre parlato in latino nei sinodi dei vescovi. Che Dio lo benedica, e ci aiuti tutti.

Maso

Anonimo ha detto...


"ma non compete a voi trovare la soluzione"

Certamente, non ci compete. Ma abbiamo mai detto che ci competeva? Non mi sembra che la frase incriminata lo dicesse. Concludeva: "...se si vuole trovare la soluzione", nel modo impersonale. Dava per scontato, che la soluzione (lo si è detto qui tante volte) la troveranno, se la troveranno, coloro cui spetta istituzionalmente trovarla e che finora hanno brillato per la loro assenza.
A noi, da semplici fedeli, il compito di darci da fare "per identificare l'origine dei problemi", compito non da poco e gravoso, cui ci sentiamo chiamati, per senso cattolico del dovere e al quale ci incitano quei rappresentanti del clero che da poco tempo hanno preso coraggio e sono usciti allo scoperto, denunciando la deriva dominante.

Piuttosto che accusare noi di superbia, non sarebbe meglio cercare di scuotere la massa, laica e clericale, dal conformismo e dall'inerzia nella quale vegeta da troppo tempo?
A parte Amerio e mons. Gherardini, nell'ultimo periodo della sua vita di studioso, una nutrita critica al Concilio e alle deviazioni dottrinal-pastorali di ogni tipo è stata fatta per anni dalla FSSPX, in convegni, articoli, riviste. E'stata completamente ignorata. E prima ancora e ad essa parallela per tanti anni, la critica continuata e argomentata di si'si'no no, periodico artigianale, ma non certo nei contenuti. Tutto ignorato, con la scusa ipocrita che la FSSPX e si'si'no no erano contro il Papa, non volevano bene al Papa e chi più ne ha più ne metta.
Nel merito delle questioni non si è entrati mai. Anche adesso: non ci si chiede se le critiche del prof. Radaelli siano giuste e se nella teologia di quel Papa ci siano effettivamente degli errori. Perché chiederselo, visto che le cose nella Chiesa vanno così bene? Si grida allo scandalo, si evocano chissà quali oscuri complotti e si incita a non leggere il libro, già condannato a priori.
Contro la canèa dei conformisti che ci azzanna da ogni lato, ci conforta sentirci ancora una volta eredi di una tradizione culturale il cui motto era : Amicus Plato sed magis amica veritas.
PP

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda la correzione, ribadisco quanto già detto l'altro giorno: Radaelli, nell'introduzione del libro, chiarisce che una correzione è per Ratzinger, l'altra per Bergoglio, il quale dovrebbe parimenti correggersi sulla scorta dei contenuti del libro.

Luisa ha detto...


"Tu e Luisa rimanete sulle generali nel difendere ad oltranza e non ribattete sugli argomenti."

Questa tua frase che ripeti ad oltranza potrebbe anche essere una forma di espressione di quella superbia che aleggiava sul post dedicato al libro di Radaelli, ebbene io lascio volontieri la discussione attorno a quel libro e all`eretico "R" ( anche scrivere il suo nome per intero è talvolta uno sforzo incommensurabile per taluni) che (questa è fresca fresca) si è comportato "in modo inetto e pusillanime di fronte alle Potenze di questo mondo", consapevole della mia colpevole e cocciuta ignoranza, che così spesso mi è rinfacciata da chi """sa""", lascio la discussione agli studiosi, agli specialisti che pensano, con le loro dispute zeppe di argomenti, di poter essere d`aiuto nella crisi profonda in cui siamo immersi, che si illudono , o hanno la superbia di pensare, che il loro modo di agire, i loro argomenti, sarebbero capace di "di scuotere la massa, laica e clericale, dal conformismo e dall'inerzia nella quale vegeta da troppo tempo".
Non è di dispute fra "specialisti", impermeabili e inaccessibili ai più, sterili in effetti positivi ma feconde in confusione, in argomenti dati ai fautori del nuovo corso per vanificare gli sforzi di chi sta remando con coraggio nella tempesta, che la Chiesa ha bisogno oggi, non è così che le coscienze di chi si dice ancora cattolico potranno essere toccate, senza pretendere di scuoterle all`inizio, è ben altro che chi ama la Chiesa e soffre aspetta da chi ha la capacità, la possibilità e la responsabilità di agire e reagire.

Anonimo ha detto...

No Luisa,sbagli a lasciare a chi sa.
Non è necessario essere grandi specialisti per rendersi conto del falsi insegnamenti conciliari sponsorizzati da GPII E Benedetto XVI.
Il fatto è che bisogna guardare in faccia la realtà e tu e qualcun altro non volete proprio farlo.
Per la serie, se le mie idee non collimano con i fatti tanto peggio per i fatti.
Comunque è vero che non entrate mai nel merito e probabilmente non avete neanche letto il libro di Radaelli.
Ipotizzare un "ravvedimento" di Ratzinger dopo l'elezione a Papa è oggettivamente falso ed è stato lui stesso ad affermarlo.
Che i prodromi della crisi fossero presenti prima del concilio è risaputo, la differenza sta nell'atteggiamento dei papi prima e dopo il concilio.
Antonio

Anonimo ha detto...


Le denunce, mediante studi faticosi e meditati, degli errori e delle eresie materiali galoppanti nell'odierna Gerarchia cattolica, causa profonda della sua ormai macroscopica "desertificazione", per i conformisti, per coloro che vogliono restare nell'ignoranza colpevole, altro non sono che "dispute fra specialisti, impermeabili e inaccessibili ai più, sterili etc.". Costoro sono oggettivamente complici dei distruttori della Chiesa.
PP

Anonimo ha detto...

Sig.ra Luisa,
guardi che si può essere affezionati ad una persona senza per questo ritenere un atto di lesa maestà contraddirla o correggerla. A ben vedere consigliare e correggere gli erranti è atto di autentica Misericordia e Carità! Si lasci dunque correggere da chi le vuol bene e non si sottragga dal riprendere chi le è caro!

Alfonso ha detto...

Cara Luisa, mi dispiace per lo sconforto che ti fa lasciare la discussione sulla persona e sull'opera di Ratzinger. Io, consapevole di appartenere a quella schiera di fedeli cattolici, ai quali manca la "conoscenza su ciò che è successo nella Chiesa negli ultimi 50 anni e in particolare sulla nouvelle théologie", mi sono obbligato a non parteciparvi, volendo seguire il valido ed onesto consiglio di leggere e meditare quanta più ampia ed accurata documentazione mi sarà possible consultare, onde potere dire la mia "con cognizione di causa e non in base a reazioni istintive". Questo lo dico, perchè so bene quanto sia sentimentale la mia simpatia, piena di affetto istintivo, per Ratzinger. PS: condivido e mi attengo al detto: "Amicus Ratzinger sed magis amica veritas".

Anonimo ha detto...

Io a questo punto direi che mi pare che per questo round abbiamo detto tutto quello che c'era da dire, cioè praticamente tutti i partecipanti abituali di questo blog hanno chiaramente espresso le proprie posizioni, i propri convincimenti e i propri dubbi. È irrealistico pensare che nel breve termine qualcuno cambi idea, anche perché gli argomenti sono tosti e non nuovi. Quello che dovevamo fare era commentare la novità, la novità era l'avvenuta pubblicazione del libro e la sua recensione di mons. Livi, e direi che la novità è stata commentata sufficientemente. Se, come penso, la pubblicazione del libro darà origine ad una disputa teologica con molti partecipanti nei prossimi giorni, settimane e mesi, ci saranno ulteriori esternazioni su cui prendere posizione.

Non penso abbia senso insistere a discutere su quello che c'è ora sul tavolo (tenendo conto che in pochi hanno letto il libro, e che molti di noi - me per primo - non lo leggeranno non essendo a portata, ma attenderanno commenti intermediati più fruibili); anzi, inevitabilmente, in mancanza di altre possibilità, si tenderà ad andare sempre più su questioni personali, il che non fa bene. Penso che si possa supporre che la pietas e l'intelligenza di ognuno di noi siano sufficienti perché, pur non avendo cambiato idea, ognuno abbia recepito le posizioni dell'altro e possa iniziare a meditarci su, in un processo che non può essere breve.

Ovviamente non intendo consigliare niente ad alcuno, né sostituirmi alla responsabilità dei moderatori che vigilano sul corretto funzionamento di questo blog.

Luisa ha detto...

-"Per la serie, se le mie idee non collimano con i fatti tanto peggio per i fatti."
Concordo e questo vale anche per chi accusa Joseph Ratzinger-Benedetto XVI di essere un eretico, ecc. ecc. ecc., e tanto peggio (è solo un piccolo esempio) se quei tradizionalisti puri e duri convinti di essere nella verità, possono avere accesso alla Santa Messa antica o di sempre grazie al Summorum Pontificum, tanto peggio se il Magistero di Benedetto XVI viene a smentire in modo palese e imbarazzante( per loro) quelle accuse infamanti, ma sono fatti che non interessano quei detrattori a prescindere.

-"A ben vedere consigliare e correggere gli erranti è atto di autentica Misericordia e Carità! Si lasci dunque correggere da chi le vuol bene e non si sottragga dal riprendere chi le è caro!"

Un professore può correggere, un maestro può correggere, ebbene io non considero Radaelli, PP e alii come dei professori, sono altri che considero maestri e la loro umiltà li caratterizza.

-"... per coloro che vogliono restare nell'ignoranza colpevole, altro non sono che "dispute fra specialisti, impermeabili e inaccessibili ai più, sterili etc.". Costoro sono oggettivamente complici dei distruttori della Chiesa."

Wow Pasqualucci riprende la "mia ignoranza colpevole" ma allora non tutto è da gettare ):), ma come si può discutere con chi considera che Benedetto XVI è un distruttore della Chiesa?
Ne vale la pena?
No.
Ed io non ho tempo e energia da perdere in quelle vani e sterili dispute che soddisfano forse l`ego di taluni ma che non aiutano la Chiesa e chi soffre, che ostacolano chi non ha ancora messo i remi in barca e con coraggio resiste e lotta.

E intanto prendo un pò di altezza e vado a respirare aria pura e fresca di cui la mia anima è assettata, vado a rileggermi le omelie di Benedetto XVI per la solennità dell`Epifania.

Anonimo ha detto...

Luisa, avrebbe fatto meglio ad ascoltare ciò che ha detto Fabrizio Giudici!

marius ha detto...

"Questa tua frase che ripeti ad oltranza potrebbe anche essere una forma di espressione di quella superbia che..."

Ahi ahi...
Luisa, qui si sta sconfinando nel foro interno!

Cesare Baronio ha detto...

Riconoscere gli errori ed il potenziale eversivo di Bergoglio è cosa relativamente semplice, perché questi non ricorre ad alcuna mediazione nell'esprimere il proprio pensiero, peraltro confuso e privo di logica. Qui siamo alla ribellione tout-court, all'enunciazione di spropositi e farneticamenti indegni di una persona compos sui.

Ma se si è giunti a tanto eccesso, lo si deve anche ad altri non meno gravi errori, veicolati purtuttavia da un atteggiamento composto e cortese, da un eloquio garbato, da un'apparenza rassicurante e talvolta contraddittoria, da parte di Benedetto XVI. Il quale, nonostante molte cose buone, anzi direi quasi proprio in virtù di queste, ha nondimeno veicolato la difesa della laicità dello Stato, la dottrina eterodossa sull'alleanza con il popolo ebraico, speculazioni ardite sul Limbo non prive di conseguenze dottrinali ecc.

Prima ancora, con piglio diverso e carattere tipicamente slavo, abbiamo visto per la prima volta un Papa convocare in Assisi i rappresentanti delle religioni: non solo eretici e scismatici di altre confessioni cristiane, ma anche idolatri, animisti e seguaci del nulla, che hanno celebrato i loro riti immondi e le loro prostituzioni - per usare un termine biblico - nelle chiese di quella povera città umbra. Abbiamo visto Giovanni Paolo II baciare il corano, ricevere il segno infernale di Shiva sulla fronte, incontrare i rappresentanti del b'nai b'rith e nello stesso tempo lo abbiamo sentito difendere la morale naturale e cattolica, definire ex cathedra l'impossibilità per le donne di accedere all'Ordine Sacro ecc.

La costante dei pontificati recenti va al di là degli aspetti caratteriali e del temperamento più o meno esuberante dei singoli Pontefici: esso dev'essere individuato nell'adesione alla mentalità che ha generato il Concilio, allo spirito di vertigine che ha lasciato credere sconsideratamente che la Chiesa non avesse più bisogno di difendersi dai nemici, ma si trovasse invece in una posizione di dialogo con il secolo, del quale essere alleata per le grandi sfide della modernità. Così il Concilio e i suoi Papi hanno contribuito - ciascuno a suo modo - al disarmo dottrinale, morale, spirituale e liturgico della Chiesa, abbandonandola all'assalto di armate sempre più agguerrite.

Quindi denunciare Bergoglio nulla toglie alla necessità - che impone la coerenza - di comprendere e svelare altri errori consimili in chi ha permesso che Bergoglio diventasse Vescovo e poi Cardinale. Se un simile figuro è stato giudicato degno della mitria prima e della porpora poi, ciò è dovuto ad una condivisione, se non degli eccessi più macroscopici, quantomeno della loro base ideologica.

Luisa ha detto...

Ma marius che cosa dici, sei molto selettivo...:)

Maurizio ha detto...

Luisa, non c'entra niente con l'oggetto di questa discussione, ma...
...sarei curioso di sapere se Ratzinger non l'ha mai delusa in nulla, se tutto ciò che Ratzinger ha fatto è per lei privo di macchia...
Mi riferisco in particolare alla sua abdicazione: come rimase, lei, quando ciò accadde? Non fu delusa dal Vicario di Cristo? Non ritenne che lasciando il pontificato si era dato a gambe levate di fronte ai "lupi" (e dire che il giorno dell'intronazione chiese a tutti di pregare perché ciò non avvenisse)? E se per caso ha creduto alla tesi della "ingravescente aetate", cioè che Benedetto XVI avesse lasciato per le sue precarie condizioni di salute, non ha considerato il ben differente atteggiamento, l'esempio eroico di Giovanni Paolo II, che di fronte alle difficoltà date dalla sua salute, aveva portato a termine fino in fondo la sua missione?
E non ha pensato che sia stato supremamente inopportuno (a dir poco!!!) venirsene improvvisamente fuori, dopo 2000 anni, a creare l'istituzione del "Papa Emerito"? Che non si sa bene a cosa serva, se non a creare confusione, tra l'altro con quello che fa dire a Gaenswein ...

Anonimo ha detto...

Il rifiuto ostinato di esaminare i rilievi argomentati mossi alla teologia di R, di cui non si è mai pentito e che non ha mai modificato, come espressamente ha detto lo stesso interessato più volte, per verificarne le ragioni, e, se infondati, in tutto o in parte, confutarli, o, se fondati, accettarli, correggendosi e correggendo chi è in errore, denota un attaccamento disordinato alla persona di R, disordinato perché superiore all’amore per la verità. Disordine che potrebbe essere determinato o alimentato dalla confusione, che mi pare caratterizzi questa teologia, tra fede e carità, intelletto e amore. La famosa dislocazione della monotriade di ameriana memoria.

L’amore che non procede dalla verità, accolta con un atto dell’intelletto, ma che pretende di essere esso stesso fonte della verità. Ma è il contrario che insegna la Chiesa. Perché lo Spirito procede dal Figlio e non viceversa. Perché non si può amare qualcuno o qualcosa che non si conosce. Perché Gesù disse ai suoi di predicare il vangelo, disse di insegnare quanto avevano imparato, non disse “andate ed amate tutti gli uomini”. Dalla testimonianza di quelle verità sarebbe conseguito l’amore per quel Dio giusto e misericordioso di cui essi parlavano.
Questa confusione trapela dalle ricorrenti definizioni della fede come “incontro” con Dio, “esperienza” di Dio, sempre pervase da uno “spirito” che non sgorgherebbe dalla verità (rivelata da Dio e insegnata senza contraddizioni dalla Chiesa), ma sarebbe fonte della verità e renderebbe “sapienti” coloro che, rifiutando di conoscere e di aderire con l’intelletto alle verità di fede proposte dalla Chiesa, si immergono in esperienze “mistiche” in unione al divino.

Si capisce quindi come, a fronte di fatti contestati (nello specifico teologia di R espressa nei libri e anche negli atti magisteriali compiuti), invece che l’esame attento di questi fatti e dei rilievi, invece che la verifica della fondatezza o meno di essi, invece dell’argomentazione nel merito, si levano alte grida scandalizzate, ci si straccia le vesti. Questi rilievi sono ritenuti infondati, non perché verificati tali, ma perché contrari alla propria considerazione dell’oggetto dei rilievi, fondata sulla propria “esperienza” e protetta dallo spessissimo muro di gomma del proprio amore.

Infatti una delle più frequenti accuse mosse a chi si permette di criticare l’operato di R, è di odiare la persona di R, accusa che conferma questo muoversi sul piano del sentimento, questo incentrare le proprie attenzioni sulla persona (piano del “cuore”), invece che sul piano della ragione, alla luce della quale i rilievi o sono fondati o sono infondati, i fatti contestati o sono veri o sono falsi.

Anna

Luisa ha detto...


"...sarei curioso di sapere se Ratzinger non l'ha mai delusa in nulla, se tutto ciò che Ratzinger ha fatto è per lei privo di macchia..."

Maurizio, se lei avesse letto i miei commenti conoscerebbe la risposta...

"Mi riferisco in particolare alla sua abdicazione: come rimase, lei, quando ciò accadde? Non fu delusa dal Vicario di Cristo? .....E se per caso ha creduto alla tesi della "ingravescente aetate", cioè che Benedetto XVI avesse lasciato per le sue precarie condizioni di salute.."

Non non sono stata delusa , sono stata "scioccata" perchè malgrado il sempre più evidente crescente degrado della sua salute non me lo aspettavo, e sì credo alle ragioni che ha dato per il suo ritiro, se vediamo, dalle poche foto che abbiamo, come sta oggi, malgrado il riposo e la cessazione dall`esercizio attivo del mandato che ha ricevuto dal Signore e che esige una forza fisica e morale che non aveva più, non ho difficoltà a pensare che se avesse dovuto continuare malgrado la sua sfinitezza non sarebbe più di questo mondo, e non penso affatto che quel che è successo durante gli anni in cui Giovanni Paolo II non era più ai comandi a causa della sua malattia sia un esempio ideale da dare, basta pensare all`eredita che ha lasciato a Benedetto XVI con le cordate varie attaccate ai loro privilegi e che di fatto governavano la Chiesa, al sistema che avevano organizzato, alle lobby varie, agli scandali messi sotto il tappeto e che sono scoppiati durante il Pontificato del suo successore.
È mia convinzione che Benedetto XVI, consapevole del suo stato di salute e dei rischi futuri ad esso legati, consapevole dell`estrema gravità della sua decisione, abbia voluto evitare che la Chiesa rivivesse quel che ha vissuto durante la malattia e l`agonia di Giovanni Paolo II.
Quanto alla scelta di farsi chiamare "papa emerito" la storia forse ci dirà perchè lo ha fatto.
Un caro saluto.

Anonimo ha detto...

Dire che tutte le posizioni sono soggettive equivale a dire che tutti gli insegnamenti della Chiesa,tutti i dogmi sono soggettivamente interpretabili, anziché essere la pietra angolare a cui rapportare,per poterli distinguere, il vero dal falso.
Troppo comodo mettere tutto sul piano dell'opinabile, magari accusandoci di estrapolare alcune frasi dal contesto,cosa assolutamente falsa o,peggio ancora, farci passare per i "fratelli maggiori" della nota parabola.
Evidentemente giudicare le persone,magari per foro interno,è preferibile che confutarne le tesi, entrando nel merito. Cosa,per altro, che continuate a fare.
Detto ciò vi saluto anche io, anche perché è sconfortante vedere i fedeli della tradizione divisi,non da "quisquilie e pinzillacchere", per dirla come Totò, ma da questioni di fondo.
Antonio

marius ha detto...

Luisa, intendevo dire che parlare di forma di superbia all'indirizzo di Mic lo ritengo alquanto fuori luogo...

Luisa ha detto...

Ed io ti ripeto marius che sei alquanto selettivo, ma sei libero di pensarlo, sei libero di ritenere che certe affermazioni siano alquanto fuori luogo ed altre no:)

marius ha detto...

Tutt'altro, Luisa,
in tutta questa vicenda io ho unicamente sostenuto (e non posso che continuare a ribadirlo) che tutto il problema sta nel fatto che conosciamo l'autore di determinate affermazioni, per cui di conseguenza la valutazione delle medesime ne rimane irrimediabilmente influenzata.
La mia selettività è quindi tutta proiettata sui contenuti.

Ti racconto un mio aneddoto, qualcosa mi è capitato circa nel 2013.
Mia moglie ed io allora eravamo in contatto con una cara signora consacrata laica avente una grande sensibilità per la genuinità dottrinale della predicazione. Spesso ci capitava di portarci reciprocamente esempi di svarioni eretici tratti da omelie o da articoli di preti della nostra diocesi.
Un bel giorno le portammo un ritaglio di giornale con un'affermazione eretica di quelle che proprio procurano i capelli a raggiera. Lei scandalizzatissima ci esclamò:
"a Roma, subito a Roma dovete inviare questo pezzo! devono assolutamente saperlo nella Curia Romana, e prendere subito provvedimenti verso il responsabile, perché non se ne può più di simili tradimenti della Santa Dottrina portati avanti così impunemente!"
E noi a rispondere: "Ma Cristina, è già a Roma!"
E lei, incredula: "L'avete già inviato? Bravissimi, siete davvero bravissimi!"
E noi: "No, no, intendiamo dire che è proprio da Roma che proviene"
E lei non capiva (Bergoglio era salito al soglio pontificio da qualche mese e ne sparava già di tutti i colori).
Poi con il dovuto tatto le rivelammo il nome dell'autore.
Risultato: quella scandalosa affermazione d'un colpo si doveva interpretarla così o cosà, bisognava contestualizzarla, bisognava essere prudenti, doveva essere stato uno sbaglio di trascrizione, può darsi che il Papa non conoscesse abbastanza la lingua italiana e facesse confusione, che fosse stato mal consigliato, e chi più ne ha più ne metta...

Morale:
Anch'io sono stato un grande fan di BXVI. Forse forse ancor più di te: infatti mia moglie ed io non ci limitammo a seguire e ad amare il suo magistero, ma a difenderlo pubblicamente in loco anche con sottoscrizioni al fine di salvaguardare la pubblicazione sulla stampa cattolica locale delle sue catechesi del mercoledì, e prendendo posizione contro l'autorità ecclesiastica che lo denigrava pubblicamente.
Ma era l'amore alla verità che ci muoveva, come ci muove oggi nel riconoscere che... non era tutto oro quello che allora luccicava.

Gederson ha detto...



In questo anno la pubblicazione del primo volume dell'opera omnia di Joseph Ratzinger compie 10 anni. Molti qui hanno accompagnato la vicenda e hanno letto i testi sul questo avvenimento. Il cardinale Müller nella presentazione pubblicata nel giornale L'Osservatore Romano scrive:

"Ogni singolo tomo è autorizzato personalmente dal Santo Padre, sia per quanto concerne il complesso tematico, che per la scelta dei testi. L'obiettivo è l'esaustività dell'opera. (...)" La collana viene pubblicata in Germania dall'editore Herder - L'opera omnia di Joseph Ratzinger
http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com.br/2008/10/mons-gerhard-ludwig-mller-presenta.html

Nel testo "Presentato il primo volume dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger"
se può leggere:

E’ quanto sottolinea mons. Gerhard Ludwig Müller:

“I suoi scritti uniscono le cognizioni scientifiche della teologia alla figura di una fede viva e vissuta. Benedetto XVI ha sempre potuto attingere alla sua mirabile conoscenza della storia, della teologia e dei dogmi che egli trasmette in maniera illuminante, mettendo in risalto la divina visione dell’uomo su cui tutto si fonda. Essa diviene accessibile ai molti attraverso il repertorio lessicale e linguistico adottato da Joseph Ratzinger. Tematiche complesse vengono rese trasparenti nella loro intima linearità”. http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com.br/2008/10/presentato-il-primo-volume-dellopera.html

Almeno nei testi che hanno presentato l'opera omnia di Joseph Ratzinger non vi è notizia di alcuno cambiamento del suo pensiero. Quindi, non vi è una distinzione ufficiale fatta dal proprio Ratzinger dei tempi in cui era giovanne teologo dai tempi posteriori. Quindi, voglio sapere in che cosa se basa l'informazione di che lui ha cambiato qualcosa nel suo pensiero? Esiste qualcuno testo del proprio dove lei parla di questo cambiamento? Alcuna persona prossima a lui che parla di questo cambiamento?

Per finire, raccomando la lettura di due testi del giornale SìSìNoNo:

"I ricordi di un nuovo teologo: "La mia vita" del card. Ratzinger"
http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/11/Ratzinger_nuovo_teologo.html

Un documento "ecumenico" che tocca la dottrina sulla validità della Santa Messa
Il documento sull'anafora di Addai e Mari
http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/10/Addai_Mari.html

Il secondo testo è oggi troppo attuale!



Gederson ha detto...

[Off-topic]

IL GIORNALISMO LIBERALESCO GIUDICATO DA PAPA PIO IX.
http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/17/Steccanella_Giornalismo_liberalesco.html

L'attegiamento di Pio IX verso la stampa del suo tempo è troppo diverso di quello dopo il Concilio. La stampa di quello tempo non ha rubato il Concilio Vaticano I dalla Chiesa...

Andrea M. ha detto...

Da pubblicare per dibattito:

http://www.lastampa.it/2018/01/06/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/la-confusione-nella-chiesa-la-provoca-chi-moltiplica-il-dissenso-LtAlRGPgfmpWIpfGBidf5O/pagina.html

Gederson Falcometa ha detto...

"In questa prospettiva gli attacchi sistematici contro il Papa attuale rientrano in una precisa regia: colpire il Pontefice, inviso a molti per il suo impegno per i poveri, i migranti, ecc".

Caro Andrea M.,

Questa frase se trova nell'intervista di Massimo Borghesi rilasciata alla Stampa. Io sono Brasiliano, conosce bene l'opzione preferenciale per i poveri della teologia della liberazione. Questa opzione se basa in una interpretazione sbaglia (ed eretica) Matteo 25, 31-45. Bergoglio ha aderito a questa falsa interpretazione, per questo dice sempre che saremo giudicati per quello che facciamo ai bisognosi, ma i bisognosi di che dei versetti di Matteo sono quelli che credono in Gesù, non i poveri per essere poveri. Il caso è che Bergoglio attribuisce ai poveri la funzione sacerdotale del NT. Questo è ovvio quando se considera che saremo giudicati da quanto abbiamo fatto ai bisognosi. San Tommaso d'Aquino nella Catena Aurea riporta l'interpretazione di S. Girolamo:

Libremente podíamos entender que Jesucristo hambriento sería alimentado en todo pobre, y sediento saciado, y de la misma manera respecto de lo otro. Pero por esto que sigue: "En cuanto lo hicisteis a uno de mis hermanos", etc., no me parece que lo dijo generalmente refiriéndose a los pobres, sino a los que son pobres de espíritu, a quienes había dicho alargando su mano: "Son hermanos míos, los que hacen la voluntad de mi Padre" ( Mt 12,50).

http://hjg.com.ar/catena/c249.html

Una traduzione mia:

Liberamente se poteva capire che Gesù Cristo avendo la fame sarebbe alimentato in tutti poveri, e essendo saciato, e allo stesso modo in rispetto dell'altro. Però, per questo che segue: "In quanto lo avete fatto a uno di miei frattelli" ecc, no sembra che ha detto generalmente in riferimento ai poveri, ma a quelli che sono poveri di spirito, a quelli ai quale aveva detto: "sono fratelli miei, quell che fanno la volontà di mio Padre" (Mt 12, 50)

Anonimo ha detto...


--Gederson : giuste osservazioni.

Piccola notazione sulla traduzione.
Y sediento saciado = e saziato della sua sete.
[ sediento, agg. : assetato; arido, inaridito, etc. - saciado, part. pass. di saciar: saziare, satollare; lett.: e saziato (in quanto) assetato].
G.
[PS. in ogni caso, questi che ci invadono, non sono affatto poveri, né di spirito né materialmente, basta vedere il fisico che mostra la maggior parte di loro e l'arroganza manifesta. E' gente che potrebbe benissimo stare a casa sua, a lavorare. Ma la Umma, la comunità islamica in Europa e altrove, deve esser rafforzata numericamente, sino a schiacciarci con il suo peso, forte della decadenza che ci affligge, anche per colpa della Chiesa postconciliare. Continuano ad arrivare, ONG etc. sempre all'opera; per il momento sono solo 80 al giorno (2400 al mese, di media, quasi 30.000 l'anno, che è sempre tanto, ma di sicuro il numero aumenterà).
Questi sono i fatti e prima Bergoglio abdica meglio è. Speriamo che i "cardinali coraggiosi" superstiti non sprechino un altro anno tra interviste, conferenze, sermoni, Messe, Rosari, Giaculatorie, Esortazioni... Quando occorrono i fatti, il Signore vuole i fatti, com'è vero che vuole da noi le opere, per la nostra salvezza!]

marius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
marius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...



http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/10/perche-ratzinger-non-e-eretico-la-parola-alla-difesa/