Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 9 gennaio 2018

Raymond Card. Burke. Predica in Epiphania Domini 2018

In Epiphania Domini - Predica
Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini
Roma, 6 gennaio 2018
Is 60, 1-6
Mt 2, 1-12
Sia lodato Gesù Cristo!

La festa della Natività del Signore è inseparabilmente unita alla festa della Sua Epifania. Dio Figlio è nato dalla Vergine Maria per la salvezza del mondo e, perciò, tutto il mondo è attratto dalla luce che promana dal Suo Volto dal momento della Nascita. La stella che i Re Magi seguono simboleggia quella luce che attrae ogni uomo di buona volontà alla fonte di vera luce, alla fonte della verità e dell’amore divino: Dio Figlio Incarnato, il Bambino Gesù Nostro Salvatore.
Questa luce non ci attrae ad un qualcosa di passeggero, che può interessarci per qualche tempo, ma che poi svanisce. Questa luce ci attrae verso Dio stesso che è disceso dal cielo per abitare in mezzo a noi, per abitare nella Sua santa Chiesa per la nostra salvezza. Non possiamo mai esaurire la fonte di verità e d’amore alla quale la stella di Betlemme ci attrae. Conoscere, amare e servire il Signore abbraccia l’intero arco della nostra vita ed anticipa, già qui in terra, la vita eterna. Per questa ragione, seguendo la stella, portiamo con noi le nostre offerte da donare al Re dell’Universo. Essenzialmente, portiamo i nostri cuori per donarli, per farli riposare per sempre, nel Suo Cuore Divino. Il Bambino Gesù si manifesta non come uno spettacolo passeggero, ma come la presenza fedele e duratura di Dio in mezzo a noi, della quale ogni uomo, nel suo intimo, ha fame e sete.

Il profeta Isaia ci illustra il profondo senso della festività odierna. Veramente, nella Natività, “la gloria del Signore brilla sopra” Gerusalemme, ma è una luce che illumina non soltanto i figli e le figlie di Gerusalemme, ma tutte le genti. Ecco le parole ispirate di Isaia: “Cammineranno le genti alla tua luce; i re allo splendore del tuo sorgere”. È la luce che conduce tutti gli uomini alla Chiesa, la vera Gerusalemme, dove Cristo continua sempre la Sua opera salvifica fino all’Ultimo Giorno.

Dom Prosper Guéranger medita la profezia di Isaia con queste parole:
O gloria infinita di questo gran giorno, nel quale comincia il movimento delle genti verso la Chiesa, la vera Gerusalemme! O misericordia del Padre celeste che si è ricordato di tutti i popoli sepolti nelle ombre della morte e del peccato! Ecco che la gloria del Signore si è levata sulla Città santa; e i Re si mettono in cammino per andarlo a contemplare. L’angusta Gerusalemme non può più contenere la calca di gente; è inaugurata un’altra città santa, e verso di essa si dirigerà la moltitudine dei gentili di Madian e d’Efa. Apri il seno nella tua materna gioia, O Roma! ... [L]’umanità intera viene a prendere nel tuo seno una nuova nascita. Apri le tue braccia materne, e accogli noi tutti che veniamo dal Mezzogiorno e dall’Aquilone portando l’incenso e l’oro a Colui che è il Re tuo e nostro.
La festa della manifestazione del Signore alle Nazioni ispira la perenne attività missionaria della Chiesa e l’unione di ogni cristiano a quest’opera missionaria. La Chiesa, quale Corpo Mistico di Cristo, non può cessare mai di andare incontro a tutte le Nazioni annunciando la verità e l’amore di Dio Incarnato, manifestando il Volto di Cristo visto per la prima volta dai Rei Magi a Betlemme.

Possiamo allora rivedere i nostri fratelli e le nostre sorelle del mondo nei Re Magi del Vangelo. Nonostante la loro distanza da Cristo o il loro ostinarsi a non volerLo raggiungere, il Signore li chiama a Sé e vuole l’offerta dei loro cuori. Essi debbono trovare in noi la testimonianza che la verità e l’amore si trovano già in questo mondo, in Cristo che è vivo e presente nella Chiesa per la salvezza di tutto il mondo. Offriamo questa testimonianza soprattutto ogni volta che ci avviciniamo all’altare del Sacrificio di Cristo per unire i nostri cuori al Suo glorioso Cuore trafitto.

Dom Prosper Guéranger coglie il senso del nostro pellegrinaggio terreno, riflettendo sulla manifestazione di Cristo, Re di tutti i cuori, quando i Rei Magi si avvicinarono alla mangiatoia di Betlemme:
I Magi, primizie della Gentilità, sono stati introdotti presso il gran Re che cercavano, e noi tutti li abbiamo seguiti... Tutte le fatiche di quel lungo viaggio che porta a Dio sono dimenticate; l’Emmanuele rimane con noi, e noi con lui. Betlemme, che ci ha ricevuti, ci custodisce per sempre, perché a Betlemme possediamo il Bambino, e Maria Madre sua...  Supplichiamo questa Madre incomparabile di presentarci essa stessa il Figlio che è la nostra luce, il nostro amore, il nostro Pane di vita nel momento in cui ci avvicineremo all’altare verso il quale ci conduce la Stella della fede. Fin da questo momento apriamo i nostri tesori; teniamo in mano il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra, per il Neonato. Egli gradirà questi doni con bontà, e non sarà in ritardo con noi. Quando ci ritireremo come i Magi, lasceremo come loro i nostri cuori sotto il dominio del divino Re, e anche noi per un’altra strada, per una via del tutto nuova, rientreremo in quella patria mortale che deve ancora trattenerci, fino al giorno in cui la vita e la luce eterna verranno a far sparire in noi tutto ciò che vi è di ombra e di tempo.
Dopo la Santa Messa di questa mattina, utilizzando i gessetti benedetti, segneremo le porte delle nostre abitazioni con la Croce di Cristo e le prime lettere dei nomi dei Rei Magi per significare che veramente le nostre case ed i nostri cuori appartengono a Cristo Re, che la nostra vita terrena è realmente un pellegrinaggio che conduce alla vita eterna e che attendiamo la consumazione del nostro pellegrinaggio terreno, al ritorno di Cristo Re nella gloria.

Oggi, nelle cattedrali del mondo, dopo il canto del Vangelo, si annuncia ai fedeli “il giorno della prossima festa di Pasqua”. Questo annuncio ci ricorda la finalità della Nascita e dell’Epifania del Signore: l’offerta della Sua vita sulla Croce per la salvezza del mondo. Questo annuncio ci ricorda che il Cuore di Cristo Re è stato trafitto dalla lancia del soldato Romano, dopo la Sua morte sulla Croce, per rimanere sempre aperto nella gloria al fine di ricevere il dono dei nostri cuori.

Condotti dalla stella della Fede all’altare sul quale Cristo Re non cessa mai di rendere sacramentalmente presente il Suo Sacrificio sul Calvario, eleviamo i nostri cuori, uniti al Cuore Immacolato di Maria, al Suo glorioso Cuore trapassato. Offrendo il tesoro dei nostri cuori al Cuore Eucaristico di Cristo, questi saranno purificati da tutto ciò che non è di Dio e saranno fortificati per perseverare nel seguire la stella della Fede che ci porta sempre a Dio Padre, nel Suo Figlio Unigenito Incarnato, per opera dello Spirito Santo. Così, nel pellegrinaggio della nostra vita terrena, rimarremo con Cristo, vivo nella Chiesa, sulla via che ci conduce alla mèta del nostro pellegrinaggio: la vita eterna alla presenza di Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – insieme con gli angeli e tutti i santi. Allora, con i Rei Magi, proveremo “una gioia grandissima”, una gioia che è eterna; mentre adesso, sempre insieme ai Rei Magi, prostriamoci e adoriamo il Signore. 
Cuore di Gesù, Re e centro di tutti i cuori, abbi pietà di noi.
O Maria, Regina concepita senza peccato originale, prega per noi.
San Giuseppe, Sposo della Madre di Dio, prega per noi.
O Santi Re Magi, pregate per noi.
San Filippo Neri, prega per noi.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.
Raymond Leo Cardinal BURKE

9 commenti:

Matteo ha detto...

Ascoltare, o leggere, una qualunque cosa che esca dalla mente e dal cuore del Card. Burke ti fa stare bene. Perché la Verità ti rende liberi, la Parola di Dio ti dona serenità.

Ma, confesso tristemente, che ancora oggi non riesco a capirne l'atteggiamento donabbondiesco.
Facendo finta che i Promessi Sposi siano una storia vera... Don Abbondio non voleva celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia per paura della reazione di Don Rodrigo, ma almeno il matrimonio non lo aveva proposto Don Abbondio....

Oggi assistiamo ad una correzione formale suggerita proprio dal Card. Burke, e mai emessa. Chi ha la Verità nel cuore non ha paura, quindi il Card. Burke non ha paura. Ma allora? Quanto dispiacere nel vedere cotanto immobilismo. Almeno non avesse gettato il sasso....

Alfonso ha detto...

Sulla missione della Chiesa di Cristo: "La Chiesa assolve appieno la sua missione solo quando riflette in se stessa la luce di Cristo Signore".
Il Card. Burke afferma:"La festa della manifestazione del Signore alle Nazioni ispira la perenne attività missionaria della Chiesa e l’unione di ogni cristiano a quest’opera missionaria. La Chiesa, quale Corpo Mistico di Cristo, non può cessare mai di andare incontro a tutte le Nazioni annunciando la verità e l’amore di Dio Incarnato, manifestando il Volto di Cristo visto per la prima volta dai Re Magi a Betlemme."
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI affermò: "Cromazio di Aquileia, nel suo Commento al Vangelo di Matteo, mettendo in relazione Balaam con i Magi, scrive: “Quegli profetizzò che Cristo sarebbe venuto; costoro lo scorsero con gli occhi della fede”. E aggiunge un’osservazione importante: “La stella era scorta da tutti, ma non tutti ne compresero il senso. Allo stesso modo il Signore e Salvatore nostro è nato per tutti, ma non tutti lo hanno accolto” (ivi, 4,1-2).
" ... fare dell’umanità una famiglia ... Questo piano divino è tuttora in corso e ha avuto il suo momento culminante nel mistero di Cristo. Da allora sono iniziati gli “ultimi tempi”, nel senso che il disegno è stato pienamente rivelato e realizzato in Cristo, ma chiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini. La stessa Chiesa, depositaria della benedizione, è santa e composta di peccatori, segnata dalla tensione tra il “già” e il “non ancora”. Nella pienezza dei tempi Gesù Cristo è venuto a portare a compimento l’alleanza: Lui stesso, vero Dio e vero uomo, è il Sacramento della fedeltà di Dio al suo disegno di salvezza per l’intera umanità, per tutti noi."
"L’arrivo dei Magi dall’Oriente a Betlemme, per adorare il neonato Messia, è il segno della manifestazione del Re universale ai popoli e a tutti gli uomini che cercano la verità. E’ l’inizio di un movimento opposto a quello di Babele: dalla confusione alla comprensione, dalla dispersione alla riconciliazione."
(Il) “mistero” della fedeltà di Dio costituisce la speranza della storia. Certo, esso è contrastato da spinte di divisione e di sopraffazione, che lacerano l’umanità a causa del peccato e del conflitto di egoismi. La Chiesa è, nella storia, al servizio di questo “mistero” di benedizione per l’intera umanità. In questo mistero della fedeltà di Dio, la Chiesa assolve appieno la sua missione solo quando riflette in se stessa la luce di Cristo Signore, e così è di aiuto ai popoli del mondo sulla via della pace e dell’autentico progresso. Infatti resta sempre valida la parola di Dio rivelata per mezzo del profeta Isaia: “… le tenebre ricoprono la terra, / nebbia fitta avvolge le nazioni; / ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te” (Is 60,2). Quanto il profeta annuncia a Gerusalemme, si compie nella Chiesa di Cristo: “Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere” (Is 60,3).
"C’è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti. “Questa grande speranza può essere solo Dio … non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano” (Enc. Spe salvi n. 31): il Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme e nel Crocifisso-Risorto. Se c’è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà. Se manca la vera speranza, si cerca la felicità nell’ebbrezza, nel superfluo, negli eccessi, e si rovina se stessi e il mondo."
https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2008/documents/hf_ben-xvi_hom_20080106_epifania.html

Anonimo ha detto...

Dal sito ufficiale della Diocesi di Trento, l'omelia di mons. Lauro Tisi:
http://www.diocesitn.it/site/voi-migranti-come-i-magi-domanda-e-provocazione/

“I migranti come novelli Re Magi”. Il paragone è dell’arcivescovo Lauro, parlando in cattedrale davanti ai popoli (una quarantina) riuniti per la benedizione nella solennità dell’Epifania (leggi anche qui). “Siete per noi domanda e provocazione, ci dite che il mondo così non funziona perché c’è chi ha tutto e chi non ha niente”. “Voi portate il valore della diversità da avvicinare senza paura”.

“I cristiani – ha spiegato don Lauro – sono eterni migranti, chi ama si alza la mattina e si mette in movimento, esce per frequentare e donare vita: è nel nostro dna, l’uomo che sta fermo muore. Dio stesso è migrante, la Trinità ne è evidenza concreta, e le differenze esistenti tra i popoli della terra non possono costituire un problema per chi crede in essa. Le bandiere che avete portato sono una provocazione a non avere paura degli altri, dunque migriamo nell’amore, la nostra casa è nel volto del fratello che va incontrato e festeggiato”. “Meno male che siete arrivati – ha evidenziato monsignor Tisi -: un popolo seduto è destinato a morire, voi ci fate capire che bisogna cambiare, siete angeli di Dio mandati a svegliarci, a dirci che è bello essere diversi. I Magi sono tornati a casa per altra via: è la via di Gesù, dell’accoglienza, dell’essere contenti che ci sono gli altri e della diversità. Impariamo a percorrerla senza paura, la Chiesa non deve creare barriere”.

Accoglienza è la parola risuonata anche nel saluto iniziale dei migranti rivolto al Vescovo ringraziandolo per il bene loro mostrato, per le strutture messe a disposizione dalla Diocesi e per l’impegno nell’educare la comunità trentina all’apertura nei loro confronti.

La celebrazione è stata allietata da canti che hanno creato un’atmosfera gioiosa, dalla vivacità dei colori dei costumi tradizionali e dall’alternarsi di lingua francese, polacca e inglese nel proclamare la liturgia della Parola, e si è conclusa con l’invito alla preghiera per i fratelli perseguitati nella fede di Pakistan, Somalia e Siria e per i 5000 morti nel mar Mediterraneo lo scorso anno. (p.n.)

Anonimo ha detto...

Legatelo con una camicia di forza, questo è un pazzo pericoloso ambulante!

Anonimo ha detto...

Ce ne vorrebbero come il card. Burke!

Michele Durighello ha detto...

Grazie a Maria e grazie a sua Eminenza!!

Alfonso ha detto...

Le stupidità bisognerebbe lasciarle evaporare all'aria aperta, onde non sentirne gli ammorbanti miasmi. Però, dopo avere letto l'omelia del cardinale Burke e riletto quella di Papa Benedetto XVI, non posso trattenermi dall'esternare un pensierino su una almeno delle stupidità delle tante eruttate dal tisico stoma, pensiero che non vuole essere assolutamente blasfemo.
Fu detto lo scorso 17 marzo 2017, in un'udienza nel Palazzo Apostolico: "anche dentro la santissima Trinità stanno tutti litigando a porte chiuse, mentre fuori l'immagine è di unità". Deve essere proprio degenerata la lite dentro la santissima Trinità, se Dio stesso si è deciso a farsi Lui stesso migrante ed ogni Persona della Trinità si è messa in "movimento", ognuna per una strada diversa. Ma si sa che tutte le strade portano a Roma, dove il Bergoglio Le attende e misericordiosamente Le accoglierà a santa Marta.

Anonimo ha detto...

A proposito del card. Burke, questo articolo mi sembra notevole:

https://www.churchmilitant.com/news/article/cdl.-burke-debunks-cdl.-muellers-exception-for-divorced-and-remarried

In sintesi, Burke smonta la tesi di Mueller sulla questione dei risposati senza sentenza di nullità, ma che sono convinti in coscienza che il matrimonio è nullo. Canonicamente la risposta è scontata - qui se ne è già parlato - ma sostanzialmente mi pare la prima volta che Burke contraddice Mueller - cosa purtroppo diventata inevitabile, visto il democristianisteggiare del secondo.

Passaggio chiave:

During the interview, Cdl. Müller stated, "It is possible that the penitent may be convinced in conscience and with good reasons of the invalidity of the first marriage even though they cannot offer canonical proof." Speaking of such Catholics living as husband and wife in a second civil marriage, the cardinal stated, "In this case, the marriage that is valid before God would be the second one, and the pastor could grant the sacrament."

Cardinal Raymond Burke was asked last September by the Hungarian independent Catholic news website, Katolikus Válasz, "Are there really such cases? His Eminence responded, "Such cases do not exist." He further explained:

No priest has the authority to declare a marriage null in the internal forum. Marriage is a public state in the Church, and the judgment regarding an accusation of nullity of marriage must be made in accord with the long practice of the Church. If a college of judges in a matrimonial tribunal is not able to arrive at moral certitude regarding the nullity of a marriage after a careful and thorough examination of the petition of nullity, how can an individual priest be capable of making such a judgment having to do with the eternal salvation of the soul in question?

Nunzia ha detto...

BELLA LA PREDICA, BELLI I PARAMENTI, BELLA LA SOLENNITA', BELLO TUTTO... MA INTANTO E' PASSATA LA SECONDA EPIFANIA E ANCORA NON SI MUOVE NULLA...