Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 29 settembre 2018

Potenti nell'operare, zelanti nel servire e perspicaci nel conoscere la sapienza di Dio - Silvio Brachetta

Per la Festa liturgica dei Santi Arcangeli - 29 settembre, riprendiamo l'articolo di Silvio Brachetta  su Vita Nuova di Trieste. Vedi precedenti nel blog: qui - qui.

Nella prima Elegia duinese, Rainer Maria Rilke sostiene che «ogni angelo è tremendo», perché – dice di sé – «se uno di loro al cuore mi prendesse, io verrei meno per la sua più forte presenza». Non c’è possibilità di non essere schiacciati dall’intensità ontologica, dal vigore esistenziale dell’angelo, così come l’angelo sarebbe sopraffatto dall’infinita potenza dell’essere puro, da Dio. Ma né Dio vuole schiacciare l’angelo, né questi l’uomo, poiché la sopraffazione del Bene e dei buoni è cura amorevole dei più deboli.
Ogni angelo, poi, è come un universo, uguale a sé medesimo e assai diverso dagli altri. Pur di sostanza spirituale, semplicissima e indivisibile, l’angelo è smisurato – non infinito, poiché creato, ma incommensurabile, poiché di enorme perfezione rispetto all’uomo e alle creature materiali. L’angelo è l’indizio vivente secondo cui la provvidenza di Dio non vuole avere un controllo immediato del cosmo, ma mediato dalle creature: quanto ad alcune delle operazioni della sapienza, il sempiterno volere e la ragione della Ss. Trinità si effondono dalle prime sfere angeliche alle ultime – e poi da queste all’uomo – e dall’uomo alle creature animali, vegetali e inanimate.

I Sette Spiriti di Dio

Dionigi l’Aeropagita descrive i «nove cori angelici». Nella prima sfera, degli spiriti più prossimi all’eterna fiamma dell’amore, i serafini, i cherubini e i troni, ardono nella perfezione della scienza e somministrano la sapienza divina a tutto il creato. Le dominazioni, le virtù e le potenze della seconda sfera governano l’universo, mediante la scienza ricevuta da Dio, ad opera degli angeli superiori. Dalla terza sfera si muovono i principati, gli arcangeli e gli angeli, il cui ministero è quello del quale portano il nome: sono i messaggeri, tra Dio e l’uomo – mal’akh, in ebraico e ànghelos, in greco, si traducono con «messaggero» o «ambasciatore».

Tutta la Scrittura e la Tradizione contemplano l’opera di Dio, accompagnata sempre dalla presenza degli angeli. Il mistero degli angeli è persino maggiore di quello di Dio, non perché gli angeli siano più complessi o misteriosi, ma perché la Scrittura parla molto di Dio e meno degli angeli. È Dio che salva, non l’angelo. Dio creatore salva per mezzo dell’angelo-creatura e a Dio, quindi, va orientata per prima la nostra conoscenza.

Se dunque di Dio si può conoscere solo quello che la provvidenza ha voluto rivelare, tanto più dell’angelo (che è solo creatura) permangono alti misteri, per i quali vale il detto di Ludwig Wittgenstein: «Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere». Ecco dunque sorgere un grande mistero, quando l’arcangelo Raffaele dice a Tobia: «Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre innanzi alla presenza della maestà del Signore» (Tob 12, 15). Perché l’arcangelo Raffaele compare nella prima sfera, quando invece l’Areopagita colloca gli arcangeli nella terza? E perché a Raffaele si aggiungono altri due arcangeli – Michele e Gabriele – anch’essi associati dai primi Padri della Chiesa a quelle «sette lampade di fuoco accese di faccia al trono, che sono i Sette Spiriti di Dio» di cui parla l’Apocalisse (4, 5)?

Forse una spiegazione viene proprio dal nome “arcangelo”, che si traduce come “capo degli angeli” (da àrchein, comandare). O forse alcuni arcangeli dimorano presso le schiere serafiche e cherubiche. Questo non è dato a sapere, poiché non è stato rivelato. E non è stato rivelato nemmeno il nome degli altri quattro Spiriti che, assieme a Michele, Gabriele e Raffaele ne condividono la dignità e l’ufficio. È vero che la Tradizione patristica restituisce quattro nomi – Uriele, Barachiele, Jeudiele e Selatiele – ma non sono nomi che provengono dalla Scrittura. Benché, dunque, la Scrittura sia solo una delle fonti della Rivelazione (assieme alla Tradizione), è però la fonte primaria e il fatto che alcuni nomi siano taciuti significa che è del tutto opportuno che lo restino fino alla consumazione dei tempi. La ragione la conosce solo Dio.

Figure centrali nell’opera della salvezza

Questo è il motivo per cui il 29 settembre è la festa liturgica dei tre soli santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele: non si vuole escludere gli altri quattro – ai quali ci si può sempre rivolgere in preghiera – ma si vuole farne memoria, per via della loro missione del tutto peculiare nella storia della salvezza umana. San Gregorio Magno scruta questo mistero con sapienza nelle sue Omelie sui Vangeli. Il termine “angelo” – scrive San Gregorio – «denota l’ufficio, non la natura». Infatti, i santi spiriti dei cieli «sono angeli solo quando per mezzo loro viene dato un annunzio». Non solo, ma «quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli».

Così fu per san Michele, Gabriele e Raffaele, ai quali fu affidato l’annuncio di grandi eventi: Michele fu il capitano delle schiere angeliche che fronteggiarono Lucifero; Gabriele portò l’annuncio a Maria della nascita del Salvatore; Raffaele curò la cecità di Tobia e rappresenta l’archetipo degli angeli custodi. San Michele, nella Scrittura, è una figura decisamente centrale, rispetto alle altre creature spirituali. Daniele lo presenta come il primo dei principi e il custode d’Israele. Al pari della Beata Vergine, Michele è spesso raffigurato con il dragone sotto i piedi, perché entrambi hanno una parte decisiva nella lotta contro i demoni. L’Apocalisse lo cita cinque volte con l’epiteto di «capo supremo dell’esercito celeste». Assai diffusa la venerazione di questo arcangelo, in Oriente e in Occidente, dove molti santuari e chiese gli sono dedicati. Il suo nome (Mi-ka-el, in ebraico “chi come Dio?”) corrisponde forse al grido di risposta al «non servirò» di Lucifero.

Grande spazio ha, nella Bibbia, anche la missione di san Gabriele (gabri-el, “forza di Dio”) che, molto prima dell’Annunciazione lucana, profetizza a Daniele l’avvenire del popolo d’Israele, dal ritorno in patria, dopo l’esilio babilonese, all’avvento del Messia. Dinnanzi alla Vergine, egli si presenta come colui che «sta al cospetto di Dio» (Lc 1, 19). Gabriele annuncia pure la futura paternità a Zaccaria, per cui sua moglie Elisabetta darà alla luce san Giovanni Battista. Il ministero di san Raffaele, come per gli altri due arcangeli, è anch’esso contenuto nel nome (rafa-el, “medicina di Dio”) e rappresenta la modalità con cui il Signore sovviene alle malattie carnali e spirituali degli uomini. Raffaele appare a Tobiolo in forma umana. Mangia e beve, ma dichiara anche che questa sua carnalità non è altro che apparenza. Pur essendo nominato solo nel libro di Tobia, Raffaele è comunque uno dei protagonisti della vicenda.

La differenza tra l’angelo e l’uomo

Delle gerarchie angeliche, descritte dall’Areopagita, san Tommaso d’Aquino offre un’acuta chiave di lettura teologica: «alla prima gerarchia spetta considerare il fine; alla gerarchia di mezzo, disporre universalmente le cose da fare; all’ultima, invece, applicare le disposizioni agli effetti, e cioè eseguire l’opera» (S.Th., I, 108, 6). Se insomma è vero, come afferma Matteo nel Vangelo (18, 10) che gli «angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio [di Gesù]», alcuni angeli lo vedono con perfezione maggiore ed altri con perfezione minore. Questo accade non perché Dio sia parziale o ingiusto, ma perché la provvidenza ha disposto che non tutte le creature abbiano lo stesso grado di perfezione e, quindi, la stessa capacità introspettiva.

Per questo motivo, agli angeli dei tre cori più vicini alla maestà di Dio è dato di poter contemplare la sapienza con la perfezione maggiore, a quelli invece dei cori intermedi Dio ha concesso di poter disporre della creazione. Gli ultimi tre cori hanno un contatto diretto con gli uomini ed eseguono le opere della sapienza divina. Eppure nessun angelo è stato escluso dalla visione di Dio, nella misura in cui egli la può recepire, in quanto tutti i beati vedono Dio faccia a faccia. Gli angeli inoltre, afferma san Tommaso, conoscono in modo diverso: «gli angeli superiori hanno una conoscenza più universale della verità rispetto agli angeli di classe inferiore». Per quanto riguarda, invece, «la conoscenza di Dio in se stesso, il quale tutti gli angeli vedono nello stesso modo – nella Sua Essenza – non esiste distinzione gerarchica tra gli angeli».

San Bonaventura da Bagnoregio riconosce negli angeli «quattro attributi»: la «semplicità dell’essenza», la «distinzione personale», la «memoria, l’intelligenza e la volontà» e la «libertà dell’arbitrio» (Breviloquium, II, 6). La differenza con la natura umana è data dal fatto che l’uomo non è semplice nell’essenza, ma è composto da organi, nonché è costituito da una parte materiale (corpo) e da una spirituale (anima). Un’altra differenza concerne la minore perfezione e la mortalità. Bonaventura elenca, quanto agli angeli, altri quattro attributi associati ai primi: la «potenza nell’operare», lo «zelo nel servire», la «perspicacia nel conoscere» e l’«immutabilità, tanto nel bene quanto nel male, dopo la scelta». Qua si vede meglio la differenza uomo-angelo. L’angelo è più potente, conosce meglio ed è più zelante dell’uomo. L’angelo inoltre, con un unico atto della volontà, sceglie immediatamente il bene o il male – e tale scelta è definitiva poiché, conoscendo Dio per visione, sa esattamente cosa riceve o a cosa rinuncia. L’uomo, al contrario, a causa della propria imperfezione, nella scelta tra il bene e il male, decide parzialmente e ha del tempo per il pentimento.

15 commenti:

Quanta preghiera! ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/chiesa-anno-2018-ho-visto-cose-che-voi-anime-belle

mic ha detto...

ATTO DI CONSACRAZIONE A S.MICHELE ARCANGELO

Principe nobilissimo delle angeliche Gerarchie, valoroso guerriero dell'Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli Angeli giusti, mio dilettissimo Arcangelo S. Michele, desiderando io di essere nel numero dei tuoi devoti e del tuoi servi, a Te oggi per tale mi offro, mi dono e mi consacro. Pongo me stesso, la mia famiglia e quanto a me appartiene sotto la tua potentissima protezione.
È piccola l'offerta della mia servitù, essendo io un miserabile peccatore, ma Tu gradisci l'affetto del mio cuore. Ricordati che se da oggi avanti sono sotto il tuo Patrocinio, Tu devi in tutta la mia vita assistermi, procurarmi il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro salvatore Gesù e la mia dolce Madre Maria, ed impetrarmi quegli aiuti che mi sono necessari per arrivare alla corona della gloria.
Difendimi sempre dal nemici dell'anima mia specialmente nel punto estremo della mia vita.
Vieni, allora, o Principe gloriosissimo ed assistimi nell'ultima lotta e con la tua arma potente respingi lontano da me, negli abissi d'inferno, quell'angelo prevaricatore e superbo che prostrasti un dì nel combattimento in Cielo. Amen.
S. Michele Arcangelo, difendici nella lotta affinché non periamo nell' estremo giudizio

irina ha detto...

Con la perfidia e la corruzione che ci circonda è difficile raccogliersi in questi pensieri che pur sono stati, in piccolo, anche nostri. Uguale nella preghiera che spesso rimane solo concentrazione, a dirne bene. Questo deserto inflitto a milioni di cuori è cosa gravissima, perchè siamo nati per la vita eterna e se possibile fin da qui. Siamo qui per salire, non per precipitare nelle discariche del mondo ma, sembra che lo scopo vero, di quelle che dovrebbero essere le nostre guide, sia solo ed unicamente il secondo.
Conforta non essere soli, in compagnia certa di creature buone che ci custodiscono sempre, con grande attenzione, per il nostro bene qui e ora e in vista di quello eterno. Ma il nostro rapporto vero con Loro è saltuario, intermittente e non sempre siamo consapevoli di averli accanto, nè siamo capaci di comprendere l'aiuto che ci stanno dando. Ora concentrandoci sugli Arcangeli, che hanno compiti più ampi degli Angeli, se fossimo più fini, più esperti, più capaci, dovremmo essere in grado di intendere, con tutto il nostro essere, cosa stanno trasmettendoci. Azzardo, forse è l'Europa onestamente Cristiana, di nazioni sorelle, che stenta a nascere, lo scopo per il quale gli Arcangeli ci stanno radunando; Europa onestamente Cristiana che moltissimi, assolutamente, non vogliono che nasca, mai più ancora. Forse è questa Europa Cattolica, tornata pura, leale, onesta, quella che diventerà nel mondo modello naturale per milioni di altri esseri umani discepoli di NSGC. Nulla è impossibile a Lui. E gli Arcangeli aiutano i popoli sempre.

Italicus ha detto...

Che san Michele Arcangelo ci benedica e protegga tutti. E salvi la Chiesa, l'Europa, l'Italia. E ci dia la forza della battaglia quotidiana.

Anonimo ha detto...

O DIVINA MADRE, invia i SANTI ARCANGELI per difenderci e per respingere da noi il crudele nemico.

tralcio ha detto...

Grazie per questo meraviglioso testo, qui proposto! Ne riprendo alcuni spunti.

Che meraviglia, specialmente di questi tempi, contemplare la scena di noi "schiacciati dall’intensità ontologica, dal vigore esistenziale dell’angelo, così come l’angelo sarebbe sopraffatto dall’infinita potenza dell’essere puro, da Dio. Ma né Dio vuole schiacciare l’angelo, né questi l’uomo, poiché la sopraffazione del Bene e dei buoni è cura amorevole dei più deboli".

E' bello contemplare che ogni angelo è come un universo, uguale a sé medesimo e assai diverso dagli altri. Di sostanza spirituale, semplicissima e indivisibile, l’angelo è smisurato – non infinito, poiché creato, ma incommensurabile, poiché di enorme perfezione rispetto all’uomo e alle creature materiali. L’angelo è l’indizio vivente secondo cui la provvidenza di Dio non vuole avere un controllo immediato del cosmo, ma mediato dalle creature.

La provvidenza ha disposto che non tutte le creature abbiano lo stesso grado di perfezione e, quindi, la stessa capacità introspettiva. Gli angeli inoltre, afferma san Tommaso, conoscono in modo diverso: «gli angeli superiori hanno una conoscenza più universale della verità rispetto agli angeli di classe inferiore». Per quanto riguarda, invece, «la conoscenza di Dio in se stesso, il quale tutti gli angeli vedono nello stesso modo – nella Sua Essenza – non esiste distinzione gerarchica tra gli angeli».

La differenza con la natura umana è data dal fatto che l’uomo non è semplice nell’essenza, ma è composto da organi, nonché è costituito da una parte materiale (corpo) e da una spirituale (anima). Un’altra differenza concerne la minore perfezione e la mortalità. Bonaventura elenca, quanto agli angeli, altri quattro attributi associati ai primi: la «potenza nell’operare», lo «zelo nel servire», la «perspicacia nel conoscere» e l’«immutabilità, tanto nel bene quanto nel male, dopo la scelta».

Qua si vede meglio la differenza uomo-angelo. L’angelo è più potente, conosce meglio ed è più zelante dell’uomo. L’angelo inoltre, con un unico atto della volontà, sceglie immediatamente il bene o il male – e tale scelta è definitiva poiché, conoscendo Dio per visione, sa esattamente cosa riceve o a cosa rinuncia.

L’uomo, al contrario, a causa della propria imperfezione, nella scelta tra il bene e il male, decide parzialmente e ha del tempo per il pentimento.

Anche tra gli angeli c'è stato chi ha rifiutato, per orgoglio ed invidia, il volere divino.
E l'uomo è stato tentato a fare altrettanto, introducendo con il peccato originale la corruzione della creazione materiale.

Il Verbo fatto carne umana, motivo dell'invidia degli angeli ribelli e del loro capo, ha preso dimora nella nostra natura per redimerla dal peccato, sottraendoci all'esilio nella terra finita sotto il dominio del principe delle tenebre. Cristo Luce è il nostro Redentore. E Maria Santissima, Sua Madre nella carne, è ora assunta in cielo, anche nella sua carne, accanto al Figlio che siede alla destra del Padre, nella gloria dei santi e degli angeli dei quali è Regina!

Mi vengono i brividi solo a pensarci, sentendomi così piccolo, lontano e peccatore.

Sia lodato Gesù Cristo, Nostro Signore!
Sono le 12.00: Angelus Domini nuntiavit Mariae...



Anonimo ha detto...

Un numero crescente di vescovi (corre voce ma ci piacerebbe vederli tutti) riconosce la necessità di recitare regolarmente la preghiera a San Michele Arcangelo dopo la messa a causa della crisi degli abusi sessuali che sta colpendo la Chiesa. Che prima ancora di essere crisi morale è crisi di fede.
Per non parlare dei venti di eresia...

Sancte Michael Archangele, defende non in proelio...

mic ha detto...

Et concepit de Spiritu Sancto!...

Webmaster Santo Rosario per l'Italia ha detto...

Oggi è la festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Ricordiamo la preghiera a San Michele Arcangelo, a cui il Timone ha appena dedicato un articolo. Ricordiamo che due settimane fa, ispirati dall'iniziativa di un vescovo statunitense, abbiamo lanciato una petizione ai vescovi italiani per il ripristino di questa preghiera. In questo breve lasso di tempo altre sette diocesi statunitensi si sono aggiunte e LifeSiteNews ha formulato una petizione analoga per i fedeli d'oltreoceano. Preghiamo e operiamo perché anche nel nostro Paese qualche vescovo si muova analogamente.

Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio,
contra nequitias et insidias diaboli esto presidium;
imperet illi Deus, supplices deprecamur;
tuque, princeps militiae coelestis,
satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute, in infernum detrude.
Amen.

San Michele Arcangelo, difendici nella lotta;
sii nostro presidio contro la malignità e le insidie del diavolo.
Che Dio lo soggioghi, chiediamo supplicando.
E Tu, Principe della milizia celeste,
caccia nell’inferno Satana
e gli altri spiriti maligni che a perdizione delle anime
vanno errando per il mondo.
Amen.

Anonimo ha detto...

Santi Arcangeli di Dio, Michele, Gabriele e Raffaele, pregate per noi e per la nostra Chiesa.

Catholicus-Rieti ha detto...

In Nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti.

Princeps gloriosissime caelestis militiae, sancte Michael Archangele, defende nos in proelio et colluctatione, quae nobis adversus principes et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiae, in caelestibus.
Veni in auxilium hominum, quos Deus creavit inexterminabiles, et ad imaginem similitudinis suae fecit, et a tyrannide diaboli emit pretio magno. Proeliare hodie cum beatorum Angelorum exercitu proelia Domini, sicut pugnasti contra ducem superbiae Luciferum, et angelos eius apostaticos: et non valuerunt, neque locus inventus est eorum amplius in coelo. Sed proiectus est draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus et satanas, qui seducit universum orbem; et proiectus est in terram, et angeli eius cum illo missi sunt.
En antiquus inimicus et homicida vehementer erectus est. Transfiguratus in angelum lucis, cum tota malignorum spirituum caterva late circuit et invadit terram, ut in ea deleat nomen Dei et Christi eius, animasque ad aeternae gloriae coronam destinatas furetur, mactet ac perdat in sempiternum interitum.
Virus nequitiae suae, tamquam flumen immundissimum, draco maleficus transfundit in homines depravatos mente et corruptos corde; spiritum mendacii, impietatis et blasphemiae; halitumque mortiferum luxuriae, vitiorum omnium et iniquitatum.
Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia eius impias miserunt manus. Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suae; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.
Adesto itaque, Dux invictissime, populo Dei contra irrumpentes spirituales nequitias, et fac victoriam.
Te custodem et patronum sancta veneratur Ecclesia; te gloriatur defensore adversus terrestrium et infernorum nefarias potestates; tibi tradidit Dominus animas redemptorum in superna felicitate locandas. Deprecare Deum pacis, ut conterat satanam sub pedibus nostris, ne ultra valeat captivos tenere homines, et Ecclesiae nocere.
Offer nostras preces in conspectu Altissimi, ut cito anticipent nos misericordiae Domini, et apprehendas draconem, serpentem antiquum, qui est diabolus et satanas, ac ligatum mittas in abyssum, ut non seducat amplius gentes.

Anonimo ha detto...

Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, 29.09.2018
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/29/0707/01504.html

Dario Maria Minotta su Fb ha detto...

Oggi non voglio pregare i Santi Arcangeli.
Oggi col cuore voglio dire a loro grazie! Un enorme grazie per come è possibile e davvero un grazie con tutto il cuore e la mia anima.

Grazie per esserci nella mia vita e per tutte le volte che sono intervenuti senza che me ne rendessi conto o senza che mi fosse venuto in mente di chiedere il loro aiuto.

Grazie, onore e gloria a te, San Michele che sei comandante e principe delle milizie celesti. Grazie per infondermi la forza di avere sempre schifo del peccato cosciente. Grazie per ricordarmi che nessuno e niente è più di Dio o come Dio nei miei pensieri, nei miei desideri e nei miei progetti. Grazie per essere accanto al mio angelo custode e per collaborare con lui in nome di Dio per la salvezza della mia anima per la quale tu per primo combatti. Sbriciola tutto ciò che nel mondo e in me non è Dio e Sua Presenza perchè tutto si incendi di Spirito Santo: fuoco sulla terra. Il sangue cristiano dei martiri sia il grido della tua ira. Grazie comandante. Tu per me, io per te.

Grazie, onore e gloria a te, San Raffaele che curi e proteggi l'amore sponsale. Grazie perchè so che il tuo intervento al Sinodo sulla Famiglia sarà eccezionale e al massimo di quello che puoi fare e dare... al di là di ogni pensiero umano. Grazie che nella malattia mi aiuti a sopportare e ad offrire rendendo il mio male fisico un'arma eccezionale contro il male spirituale. Grazie anche per aver cura delle ferite che nella mente, nella psiche, nell'anima e nella volontà vi sono a causa dei miei peccati o di quelli di altri fratelli e sorelle. Tu curi, tu porti alla guarigione, tu custodisci a gloria di Dio. Tu rafforzi il mio coraggio. Tu allontani la mia paura. Tu la mano forte quando sono nel dubbio. Dio c'è. E c'è sempre. Anche ora.

Grazie, onore e gloria a te, San Gabriele forza di Dio e condottiero di 70 schiere angeliche. Come hai diretto la volontà di Dio su Sodoma, ora annienta il gender, la pedofilia e tutto ciò che è contro la purezza e la bellezza. Le menzogne che sporcano la Verità e le falsità mascherate da verità. Nei tribunali, nella politica, nelle varie istituzioni religiose e non, e nelle mie parole o in quelle che ascolto. Tutto si rinsaldi e restauri in Cristo del quale tu hai dato l'annuncio alla nostra Mamma e pure tua e nostra Regina della quale siamo servi per amore. Grazie Gabriele per darmi pensieri belli quando mi scoraggio, grazie per dirmi ancora "tu sei Suo figlio e Suo amico" come a Maria dicesti che sarebbe stata Sua Madre.

A voi Santi Arcangeli, GRAZIE. NON VI VEDO MA VI SENTO.

Silvio Brachetta ha detto...

Grazie Maria!

Assumiamoci le nostre responnsabilita' ha detto...

https://www.veritatemincaritate.com/2018/09/giovedi-27-settembre-secondo-giorno-del-triduo-in-preparazione-alla-solennita-di-s-teresa-di-gesu-bambino-e-del-volto-santo/

https://www.dropbox.com/s/d3432ly3ts02iz2/180927-Omelie-2GiornoTriduoSTeresina.m4a?dl=0

San Vincenzo De’ Paoli, Ripetizione dell’orazione, 28 Luglio 1655, Conferenze ai Missionari

“Avverto la compagnia in generale di una mancanza che parecchi commettono qui alla presenza di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ho osservato che molti facendo la genuflessione davanti al Santissimo Sacramento , non la fanno fino a terra , o la fanno senza devozione. L’avevo notato altre volte, e mi ero proposto di avvertirne la Compagnia… e affinché quelli che non fanno con devozione la genuflessione, come conviene alla gloria e alla maestà di Dio vivente, se ne correggano, mi sono creduto in dovere di non differire più oltre e di avvertire come faccio la Compagnia, perché vi faccia più attenzione. I motivi che ci inducono a fare questa prostrazione con la dovuta devozione esteriore ed interiore, ed è così che devono fare i veri cristiani sono: l’esempio del Figlio di Dio, e quello di altre comunità religiose. Il Figlio di Dio si prostrò (…) Io pure, in questo, non ho mai dato l’esempio che dovevo. Purtroppo la mia età e il mio mal di gambe me lo impedicono. Se, tuttavia , vedrò che la Compagnia non si corregge, mi sforzerò di far il meglio che mi sarà possibile, anche se per rialzarmi dovrò appoggiarmi con le mani contro terra, pur di dare l’esempio”