Che per il cattolicesimo, in Olanda, non fossero tempi felici si sapeva. Che in casi simili dei beni ecclesiastici possano essere ceduti, pure. Nessuno però si sarebbe mai aspettato che l' arcidiocesi di Utrecht, la più grande del Paese, sarebbe arrivata a mettere in vendita la propria cattedrale. Eppure è esattamente quanto sta accadendo, con il cardinal Willem Eijk alla ricerca di una nuova canonica.
Sì, perché a fronte del calo dei fedeli e quindi delle offerte l' arcidiocesi, la chiesa di Santa Caterina, non può più permettersela. Nonostante, lo si ripete, l' edificio, che ha mezzo millennio di storia ed è cattedrale dal 1853, sia a tutti gli effetti sede e casa dell' arcivescovo. Un evento che non ha precedenti.
«È il primo caso nella storia in cui un vescovo si ritrova senza un tetto per motivi di tagli», conferma il professor Peter Nissen, storico della Chiesa il quale sottolinea come in terra olandese si siano verificati solo due episodi in qualche modo simili: nel XVII secolo, quando il vescovo di Roermond fu costretto a spostarsi perché la sua congregazione era cresciuta troppo di numero, e nel 1968, quando il vescovo di Breda lasciò la sua cattedrale, che risultava pericolante.
In nessun caso, però, la cattedrale era stata abbandonata per l' impossibilità di mantenerla. E mai, soprattutto, era stata messa in vendita come adesso, con l' arcidiocesi che spera di cederla al vicino Museum Catharijne Convent, un ex convento, tanto per restare in tema, trasformato in galleria d' arte. All' origine di questa situazione, una secolarizzazione che si sta rivelando letale. Basti dire che, se nel 1980 i cattolici di Utrecht erano 942.000, oggi sono poco più di 750.000.
Quelli che però frequentano la chiesa sono ancora meno dato che, secondo dati diffusi dalla Radboud university di Nijmegen, ammonterebbero a 158.000. Il che spiega come mai, delle 377 parrocchie che si contavano negli anni '50, oggi ne restino poco più di 200, e se la musica non cambierà tra meno di dieci anni, su 280 chiese, ne rimarranno aperte al culto forse una quindicina.
Per la cattedrale Utrecht però è diverso, dato che non è solo la casa del cardinal Eijk. È un simbolo. Di qui una crescente mobilitazione dei cattolici olandesi che, al grido di «salviamo la cattedrale di santa Caterina», hanno lanciato una petizione per opporsi alla sconsacrazione e alla vendita della chiesa, annunciata in seno al consiglio parrocchiale lo scorso 18 febbraio.
Nel frattempo, come si diceva, Eijk, arcivescovo di Utrecht dal 2007, sta cercando un tetto. Al momento la sue destinazioni più probabili potrebbero essere la parrocchia di Sant' Agostino, sempre in città, oppure ad Apeldoorn, che però dista oltre 60 chilometri dalla città.
Più che una trasferta, quello dell' arcivescovo rischia dunque di essere in un vero proprio esilio. Che a questo punto può essere scongiurato solo dall' attivismo dei parrocchiani, animati dalla convinzione che «chiudere la cattedrale e così rimuovere la visibilità del cattolicesimo dal centro città non farà che prevenire la crescita della comunità in futuro». Al momento la loro petizione, lanciata su Internet, ha avuto quasi 1.800 adesioni. Il destino della più grande cattedrale cattolica d' Olanda resta più incerto che mai. - Fonte
2 commenti:
Quando ho saputo di questa notizia, mi son detta, per un euro l'avrei comprata volentieri. Ma in questo caso, come nel caso di castelli e/o dimore aristocratiche cittadine, quello che sbanca è la manutenzione mensile.
Abbiamo voluto fare quelli al passo dei tempi, abbiamo voluto espellere lo Spirito dalla Chiesa, è conseguenza quindi che non restino che rovine, cadaveri, tra le mani. E non meraviglia che il costo sia un euro, buona grazia che l'arcivescovo non debba pagare chi la prenderà.
Questa è un'altra conseguenza dell'aggiornamento. Molto bene. Auguri.
Primavera della chiesa, no, siamo nell'era glaciale della Chiesa. Preghiamo e speriamo che qualche buon Cristiano, pur surgelato, possa sentir in sé rifluir la Vita alla Luce che illumina le nazioni.
https://www.byoblu.com/2019/02/28/il-lupo-travestito-da-agnello-maurizio-blondet/
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