Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 26 settembre 2019

Difendiamo il Creato (non «l’ambiente»)

Le parole non sono mai solo parole, dovremmo essere tutti d’accordo. Ebbene, se le cose stanno così urge ribadire l’importanza – giacché l’argomento è tanto di moda – di difendere il Creato, non l’ambiente. Lungi dall’essere questione di lana caprina, il distinguo è fondamentale. Perché il Creato rinvia al Creatore: l’ambiente, al massimo, a Greta o Pecoraro Scanio. Da una parte dobbiamo cioè gratitudine all’eterna generosità del Padre, dall’altra alla temporanea autonomia di un’auto elettrica, capirai che roba; inoltre in un caso possiamo considerarci orgogliosamente i vertici di tutto ciò che esiste – addirittura «immagine e somiglianza» di Dio (Gen 1,26) –, nell’altro possiamo solo aspirare ad essere, se va bene, zelanti netturbini.
Inoltre, se so che devo tutelare il Creato so anche che Qualcuno, un giorno, me ne chiederà conto – e quindi mi adopererò con maggiore attenzione – se invece si tratta solo di proteggere l’ambiente potrò sempre dire: che me ne importa? Del resto, viviamo in un’epoca in cui è riconosciuto il «diritto» al suicidio: ma dove sta scritto, di grazia, che non posso scegliere di suicidarmi giorno per giorno, inquinando, devastando, sporcando? Chi siete voi per impedirmelo con i vostri sermoni ecologisti? Come si può vedere, quella tra Creato e ambiente tutto è fuorché una semplice distinzione. Peccato che non la faccia più nessuno, forse perché appunto il Creato ci parla dell’esistenza di Dio, e quindi implicitamente di doveri, di comandamenti e devozione incondizionata. Altro che raccolta differenziata. (Giuliano Guzzo)

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Noi non solo viviamo perennemente nel futuro, ma nel convincimento che il presente sia l'attimo fuggente ed il nostro passato un passato di bestie, quindi solo nel futuro prossimo venturo saremo ottimi esseri umani. Non è così, una spolveratina sommaria alla storia lo conferma. Allargando un termine aggiornato, il Medioevo fu la società più olistica che la nostra civiltà abbia attraversato.

olismo Tesi secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto. Questo principio generale è stato variamente articolato in diverse discipline. Nel campo delle scienze umane si parla di o. a proposito di quelle concezioni secondo cui oggetto delle scienze sociali sarebbero non gli individui e le loro azioni e preferenze, ma le strutture di cui gli individui farebbero parte e alle cui azioni esse non sarebbero riducibili. Tali concezioni sono criticate, nel campo delle scienze umane, dall’individualismo metodologico (➔ individuo).

In epistemologia s’intende con o. la tesi secondo la quale un’ipotesi scientifica non ha un proprio circoscritto ambito di conseguenze empiriche tramite cui possa essere sottoposta a controllo, essendo ogni ipotesi connessa direttamente o indirettamente a porzioni più o meno vaste della teoria cui appartiene, se non addirittura ad altre teorie, dal che segue che il controllo empirico riguarda la teoria nella sua globalità. Questa tesi (nota anche come tesi di Duhem-Quine) doveva minare le basi del neopositivismo e dare nuovo impulso, entro la filosofia analitica, al dibattito sul significato: in filosofia del linguaggio si parla infatti di o. a proposito di quelle teorie secondo le quali non è possibile determinare il significato di un enunciato isolatamente considerato, dipendendo esso dalle connessioni che l’enunciato intrattiene con il resto del linguaggio (Treccani)

"il tutto è più della somma delle parti di cui è composto." Partiamo da qui.

Nel Medioevo il tutto lo si trova sintetizzato nel Monachesimo, nell'Ora et Labora dei conventi, ove Religione, Lavoro, cioè Cura del Creato, Scienza e Tecnica, Economia, Cultura, Politica formano un tutto armonico nello scorrere ordinato delle Ore, dei Giorni, delle Stagioni, che nella Liturgia trovano la loro Verità, Santità e Sacralità.
Certamente se l'uomo non riscopre questo mistero manifesto, seme, cuore, mente del buon governo di se stesso, del proprio rapporto con Dio, con il Prossimo, con il Creato, non potrà resistere alle spinte di un totalitarismo che lo vuole bestiale ed idiota, drogato e dissoluto e altamente tecnologizzato. Con quella tecnologia che, volutamente, sta spegnendo le sue capacità cognitive ed intuitive illudendolo di possedere conoscenza e capacità che più non ha e finirà col perdere in futuro.

Anonimo ha detto...

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3175_FSSPX_Sinodo_che_salva_Amazzonia_e_Chiesa.html

Anonimo ha detto...

Nella recente ricorrenza di San Padre Pio, leggendo qualcosa di lui, mi ha stupito venire a conoscenza del favore nutrito dal santo stigmatizzato per i fenomeni di Garabandal, le cui apparizioni furono temporalmente sovrapposte al Concilio Vaticano II. Oggi sono ancora viventi (all'incirca settantenni) tre delle quattro veggenti allora bambine.
La Chiesa non ha mai approvato ufficialmente l'accaduto, ma diversi miracoli e accadimenti persino filmati (questa volta i registratori e le anche cineprese c'erano già...) insieme al parere di Padre Pio, possono aiutare a superare il potenziale scetticismo di molti.
A Garabandal i messaggi arrivarono dalla Beata Vergine e da San Michele Arcangelo. E già allora il dito indicava il problema della perdizione di molti cardinali, vescovi e sacerdoti e del pericolo per le anime. Era appena trascorso il fatidico 1960, quando si sarebbe dovuto rendere pubblico il terzo segreto di Fatima. Quel che la Madonna ha annunciato (un avvertimento, un miracolo e -se ignorati- un castigo) in questi ultimi tempi di "impazzimento" generale (per non dire di apostasia diffusa), stante anche l'età delle veggenti, sembra arrivare ad un dunque. Padre Pio è morto nel 1968, ma a lui, così trapela, è stato concesso di vedere in anticipo quel che accadrà. Intanto, lì come a Fatima, Lourdes, La Salette etc, erano chieste, con urgenza e necessità, preghiera e penitenza.
In più la sottolineatura riguardante una particolare attenzione al culto del Santo Sacrificio, che effettivamente negli anni a seguire ha conosciuto una flessione imbarazzante e triste che perdura tuttora, se non fosse per salutari eccezioni che la Grazia di Dio concede qua e là.
San Michele in particolare esortò a fare sacrifici e a meditare sulla passione di Gesù (notare che la Santa Messa è -essenzialmente- il sacrificio di Gesù). Il famoso miracolo, che farà seguito all'avvertimento entro l'anno, accadrà di giovedì, a marzo, aprile o maggio, in un giorno tra l'ottavo e il sedicesimo del mese, coincidendo con un evento nella Chiesa che non lo provocherà, ma appunto coinciderà con il giorno del miracolo.
Nel 2020 avremo il 9 aprile il giovedì santo e il 14 maggio il (famigerato?) "ricostruire il patto educativo globale" le cui finalità ricordano un po' gli intendimenti dell'imminente sinodo amazzonico e del "nuovo umanesimo" da più parti vagheggiato in questi ultimi mesi. Giusto per ragionarci su ed elevarci sopra le agende scritte sulla terra da chi si confronta solo con il mondo. Più interessante l'agenda celeste per chi è nel mondo.

Unam Sanctam ha detto...

Qui si può leggere un commento sul rapporto autenticamente cristiano che si dovrebbe avere col Creato, ben diverso da quello immanentista proposto da Greta e compagni: https://traditiomarciana.blogspot.com/2019/09/il-rapporto-con-il-creato-in-unottica.html

Da Fb ha detto...

Crederò alla farsa degli scioperi, dei raduni, delle ammucchiate "contro il riscaldamento globale" quando vedrò gli studenti (e i loro insegnanti) portarsi da casa la bottiglietta di vetro, smettere di fumare, di buttare cibo avanzato, rinunciare a tutto ciò che è davvero inquinante, a partire dai telefonini, dai computers, dalle borse e dalle scarpe di plastica e dai motorini e dai Suv sui quali si fanno accompagnare a scuola.

Una farsa grottesca e pietosa. La gente muore, è vero. La gente soffre, è vero. Ma le cause non sono "il riscaldamento globale", verso cui la nostra attenzione e la nostra protesta sono furbescamente dirottate.

Le cause sono il neoliberismo e le politiche di globalizzazione schiacciante, che soffocano popoli, bambini, anziani, il mondo intero.

Per carità, finitela con queste pagliacciate.
Fuori argomenti e programmi d'azione seri.
Se ne avete.

P.s. oggi sarò a Scuola, arriverò col treno e il monopattino, come sempre, con la mia bottiglietta di vetro e farò lezione anche se dovessero esserci tutti i banchi vuoti.

Anonimo ha detto...

In tutto questo delirio "verde" non vedo alcuna logica, ma solo isteria pubblica e opportunismo politico.
Domanda: ma la manifestazione di oggi degli studenti per il #clima, che senso ha? Di regola si manifesta contro chi governa se non è d'accordo con qualcosa. Ma qui i governi (tutti) si son detti d'accordo con le questioni ambientaliste.
In realtà non è una manifestazione. Dietro Greta vi sono interessi economici molto forti (come ha correttamente sostenuto Giulio Tremonti), che spingono le masse a seguire l'onda, senza alcuna logica. Siamo di fronte ad un ambientalismo elitario, dove ad essere colpiti saranno i frigoriferi e le utilitarie della povera gente.
Inaccettabile anche la giustificazione d'ufficio proposta dal neo-ministro della pubblica istruzione per chi oggi salta la scuola per andare ad una manifestazione elitaria. Solita idiozia.
Ascoltate il Premio Nobel Carlo Rubbia e capirete come tutto questo rumore costruito attorno alla ragazzina svedese sia una delle più grandi truffe della modernità
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

DERUBATI DEL FUTURO
Se Greta e i suoi coetanei sono stati derubati del futuro non è certo perché i mari sarebbero ridotti in un certo modo, oppure se nell'aria ci sarebbero troppe polveri sottili o per qualche grado in più (a riguardo ricordiamo che il XIII secolo fu un secolo molto caldo e non c'era certo l'inquinamento umano), bensì perché la cultura, cioè il giudizio sulle cose e sull'esistere che si è offerto loro è monco del futuro, in quanto non c'è tempo possibile laddove viene censurata totalmente la domanda dell'eterno. E' solo l'eterno che può spiegare e rendere ragione al tempo. Quando il ragazzo riflette sul senso della propria vita, non è perché, affacciandosi alla finestra vede il cielo uggioso o avverte il sole torrido, bensì perché avverte soprattutto un'assenza, che è quella della ragione per il suo spendersi, sacrificarsi e lottare. Se al giovane vengono tarpate le ali, è finito.
Se questi decide inconsapevolmente di farsi del male con una vita banalmente spericolata, praticando violenza gratuita, ingurgitando senza senso superalcolici per stordirsi e non pensare, o perfino inserendo nel suo corpo la menzogna illusoria della droga, è perché consapevolmente o inconsapevolmente avverte l'assenza di un fondamento su cui poggiare il proprio esistere.
http://itresentieri.it/si-e-vero-ai-ragazzi-e-stato-rubato-il-futuro-e-la-speranza-ma-non-certo-per-qualche-grado-termico-in-piu/

Anonimo ha detto...

Uberto Crescenti, Professore Emerito di Geologia Applicata dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, già Magnifico Rettore e Presidente della Società Geologica Italiana, anima del comitato promotore della petizione dei 500

"L’uomo non è assolutamente responsabile del riscaldamento del pianeta : sarebbe troppo potente se riuscisse a condizionare il clima! Non è possibile, è come dire che l’uomo possa fermare i terremoti. Non è possibile fermare i terremoti, come non è possibile modificare il clima. Sono fenomeni naturali con leggi e cause proprie e con i quali dobbiamo convivere e attrezzarci come, in egual misura, dobbiamo difenderci dagli effetti dei terremoti. L’approccio è lo stesso."

Anonimo ha detto...

IO CONOSCO GRETA

Sì, la conosco. E anche molto bene. Mi si incarna davanti da circa trent’anni. In ogni classe in cui sono entrato c’è una Greta. Ossia una sedicenne che è convita di essere una leader; di possedere – grazie a una miracolosa infusione e non allo sforzo dello studio – un fascio di conoscenze indiscutibili di cui si fa profetessa. E quale che sia l’ambito in cui esercita la sua missione – la politica, l’ecologia, il femminismo – spinge le sue posizioni verso il grado più radicale. In modo che nessuno possa superarla in purezza integralistica.

Su queste basi la Greta che conosco non ammette il contraddittorio, non accetta che le sue idee siano oggetto di discussione. Chi si permette di eccepire è uno stupido oppure è mosso da malafede o da qualche oscuro interesse. Mai la sfiora il sospetto che sia lei il burattino di idee fisse, la vittima di un’anchilosi gnoseologica che non le consentirà mai di comprendere la realtà ma solo di immaginarla a suo modo,

La Greta che conosco io ha ammiratori. Li cerca, li conta. Li fidelizza. Ma non ha amici. L’amicizia è un rapporto orizzontale. La mia Greta vuole solo dei fedeli che, a ogni oracolo che pronuncia, la applaudano e ne ripetano il verbo dovunque possono.

La Greta che conosco è una fallita. Non riesce a organizzare un percorso di studio decente perché immediatamente scopre che quanto le viene insegnato è infintamente meno interessante delle sue personali elucubrazioni. E semmai lavorerà, pretenderà solo e soltanto ruoli alla sua altezza. Anche se è una barista. Anche se è una shampista. Gli altri dovranno prendere lei e solo lei come modello. E se non lo fanno e anzi si permettono di insegnarle un mestiere che non conosce, sbatte la porta e se ne va.

La Greta che conosco ama il mondo ma lo vuole a sua immagine. Ama l’umanità basta che la adori. Ma non sa amare il prossimo. E neppure un uomo. Che, se vuole averla accanto, deve limitarsi a essere il sacerdote del suo culto. E se il poveretto non accetta questo ruolo, Greta lo licenzia su due piedi. E resta sola. Davanti a uno specchio in cui immagina riflesso un mondo adorante che non esiste. Ma che a lei basta. Povera ragazza infelice.
(Biagio Buonomo)

Anonimo ha detto...

Questo quadro dell'adolescente infelice è anche quello di JMB che da quell'età non è ancora uscito, è rimasto incantato davanti allo specchio, 'in cui immagina riflesso un mondo adorante che non esiste'.

Grazie, Biagio Buonomo!

Anonimo ha detto...

https://www.startmag.it/energia/vi-svelo-bugie-e-inganni-dei-filo-greta-thunberg-parla-il-prof-prestininzi/

Anonimo ha detto...

Solo Enrico Mentana tra ieri oggi ha già messo una decina di post su Greta, stessa cosa la Stampa, Repubblica, Corriere della Sera, l'Ansa ecc... ecc..... Non riesco a stare dietro a tutti i post che mettono per dare la mia risposta. Neanche fosse scoppiata la terza guerra Mondiale i media si sarebbero mobilitati in questo modo. Intanto Cina e India se ne fottono alla grandissima, neanche sanno chi sia Greta, gli Stati Uniti mandano in Cina a smaltire l'inquinamento e i giovani Europei Gretiani credono di salvare il Mondo con le manifestazioni, come credono di salvarci dall'Islamizzazione con i gessetti colorati.
Diego Cheli

Anonimo ha detto...

Follia irrazionale senza piu freni e limiti:
La Mattel, dopo BARBIE donna e KEN maschio, mette in vendita nuove bambole "fluid gender" "per liberare i bambini dall'antico stereotipo del maschile e femminile (Scienza e DNA ? ) ".
Il NWO relativista impone ideologie deliranti e, di esse si nutre, divorando i figli come Crono.

Anonimo ha detto...



Ma questa celebre Greta non è andata anche a una manifestazione del pride LGBT?

Su Padre Pio e Garabandal ha detto...

Nella recente ricorrenza di San Padre Pio, leggendo qualcosa di lui, mi ha stupito venire a conoscenza del favore nutrito dal santo stigmatizzato per i fenomeni di Garabandal.
FALSO.
Padre Pio aveva fatto affiggere alla bacheca del convento un annuncio più meno del seguente tenore:" Padre Pio NON SI INTERESSA AD APPARIZIONI NON RICONOSCIUTE, in particolare di quelle di Garabandal. Al contrario invita a frequentare esclusivamente SANTUARI approvati ed, in generale, circa tale materia (apparizioni; rilevazioni private, etc.) a far proprio il giudizio che ne vorrà dare la Santa Madre Chiesa".

Anonimo ha detto...

In una delle ultime trasmissioni di 'Dritto e Rovescio' che travate su Youtube. l'onorevole Giorgia Meloni ha sottolineato che quando le manifestazioni vengono 'giustificate' dal Ministro dell'Istruzione, si è in regime totalitario.

https://www.youtube.com/watch?v=CMA-jxK-E44

Seguite Giorgia Meloni in diretta dagli studi di Dritto e Rovescio su Rete 4. Imperdibile!
minuto 6:40/8:15

Anonimo ha detto...

Massimo Maraviglia:
"Ecco la pedagogia della piazza nel nostro sistema democratico.... invitare dei ragazzi a manifestare senza controparte, senza trasgressione, senza coraggio.
Mi vengono in mente i film "Lo chiamavano/Continuavano a chiamarlo Trinità", in uno dei quali un allevatore un po' mafioso si mette d'accordo con un banda di ladroni contro una comunità di poveri contadini. L'allevatore pattuisce un pagamento in cavalli per il servizio della banda a danno dei contadini. Il capo però gli chiede di poter rubare i cavalli, perché ottenerli in pagamento gli sembra troppo onesto. Quindi il ladro, con un certo effetto comico, ruba i cavalli con il consenso del derubato.
Ora i ragazzi manifestano contro l'inquinamento di cui la classe politica sarebbe responsabile, con il consenso, l'avallo e anzi lo sprone di quella medesima classe politica. Dov'è l'inganno? Che sapore ha una manifestazione/sciopero con giustificazione annessa? Semplice, si tratta di partecipare in massa a un evento di onanismo politico, in cui il medesimo soggetto si compiace di autotrasgredirsi, mediante l'uso autoreferenziale di parti del suo corpo. Il sistema usa le masse per produrre il piacere dell'opposizione e della contestazione, un piacere a cui le masse partecipano e di cui al tempo stesso sono mezzo. Così tutti hanno la sensazione di essere liberi in questo rito nel quale invece si esaltano gli aspetti più gregari della personalità, l'irresponsabilità dell'essere massa, il vero anonimato di gridare quello che gridano tutti, di fare con baldanza e sfrontatezza tutto quello che è stato concesso.
Una grande manifestazione ottriata, come lo erano le costituzioni graziosamente concesse dal sovrano, ecco l'"evento" di ieri. Un grande esperimento pedagogico rousseauiano in cui il bambino, irretito dalle arti del Maestro, crede di compiere spontaneamente tutto ciò che il Maestro vuole... in fondo una grande menzogna che rappresenta la cartina al tornasole del nostro sistema, sempre più impegnato a sussumere le giovani generazioni dentro il meccanismo del consenso mediante la manipolazione sistematica del loro immaginario, che trova già pre-disposte e pre-digerite e pre-approvate le forme della contestazione e le possibilità del futuro."

Anonimo ha detto...

Una volta si abbandonava la classe per protestare «contro» un sistema che non funzionava. Con i cortei di ieri la «ribellione» è diventata accettazione del pensiero unico che ci vuole tutti un po' più ignoranti, ininfluenti e sottomessi al business «verde».
(Maurizio Belpietro)

Anonimo ha detto...

Ed ora cari ragazzi ci aspettiamo la stessa mobilitazione per la difesa dei Principi non negoziabili, e della Cultura della Vita.

Anonimo ha detto...

Campa cavallo...che l'erba cresce!