Non faccio commenti. Vi invito ad ascoltare. Comunque vada, la consapevolezza dei cittadini meno massificati aumenta; mentre nel 2011 tutto è passato sulle nostre teste. Chissà che non possa fare la differenza.... se non ora quando?
"La Matrix Europea" - Francesco Amodeo
40 commenti:
Con questo intervento vengono azzerati tutti i giornalisti pennivendoli e servi volontari, e tutti i talk delle TV di regime... andrebbe diffuso in ogni modo.
https://www.laverita.info/di-maio-resiste-allassedio-dei-falsi-amici-2640153623.html
Salvini ha messo tutti nel sacco
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La mia tesi è che Matteo Salvini, con la propria scelta apparentemente avventata, abbia volutamente avviato la più straordinaria azione di demolizione politica degli avversari della storia della Repubblica.
Per capirlo facciamo un passo indietro, agli inizi del governo gialloverde.
L’alleanza Lega-M5S è stata siglata dalle due forze uscite vincitrici alle elezioni del 2018 ma non fu questa la leva dell’accordo. Il consenso e le alleanze politiche nelle varie epoche storiche si coagula di norma attorno alle cosiddette “fratture” per cui, ad esempio, agli inizi del ‘900 e per buona parte del secolo lo scontro politico fu tra capitale e lavoro, tra padroni e operai (frattura capitale/lavoro), poi successivamente e sino all’inizio degli anni ’90 si spostò sull’appoggio alternativo ai due blocchi USA/URSS (frattura libertà/comunismo) ed infine da allora ad oggi sulla adesione o meno al modello economico e politico costituito dalla Unione Europea (frattura del sovranismo).
La frattura del sovranismo oggi, almeno in Europa è quella dominante in quanto produce a sua volta aggregazioni partitiche ben riconoscibili.
Sia Lega che M5S erano portatrici di idee fortemente convergenti sul tema della non adesione alle regole imposte da Bruxelles e si trovavano, di fatto, dallo stesso lato della barricata.
Su questo forte collante di fondo nacque quindi il governo cosiddetto non a caso “populista” il quale, attorno alla frattura del sovranismo, si dovette dare delle regole comuni di convivenza (il Contratto di Governo) avendo al proprio interno molte istanze divergenti che in tal modo vennero canalizzate in un corpo di regole e in un programma condiviso.
Il meccanismo cominciò ad incepparsi agli inizi del 2019 ma non tanto per divergenze o veti incrociati sui singoli provvedimenti come Tav, Decreto Sicurezza, taglio dei parlamentari (veti che rallentavano l’azione di governo ma non la bloccavano stante il programma inizialmente condiviso) quanto per un inaspettato cambio di atteggiamento del M5S proprio nella frattura del sovranismo:
- il premier Conte a gennaio chiede consigli ad Angela Merkel su come fermare Salvini (!);
- la trattativa con Bruxelles per un deficit all’ 1,8% secondo i desiderata della UE ma bloccante per la ripresa degli investimenti nel nostro Paese (e che non avrebbe consentito alla Lega di attuare ad esempio la Flat Tax);
- la lettera di luglio di Conte e Tria alla commissione europea in cui si annuncia la prosecuzione delle politiche di austerità e, da ultimo come ciliegina sulla torta,
- il voto favorevole e determinante del M5S per la elezione a presidente della Commissione Europea di Ursula von der Leyen espressione più truce dell’ultra liberismo, dell’ultra europeismo e dell’austerità.
Questa capriola a 180° del M5S su posizioni che la Lega giudica come le vere cause dell’impossibilità dell’Italia di tornare ad essere competitiva con Germania e Francia, ha di fatto minato le reali basi sulle quali si era costruita una alleanza politica. Salvini si sarebbe ritrovato al seguito di un carrozzone guidato da M5S e poteri europei e sarebbe stato l’anatra zoppa del governo.
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A questo punto la sfiducia verso il governo avrebbe avuto 3 possibili conseguenze (non ce ne sono altre) tutte favorevoli alla Lega:
1. il M5S, terrorizzato dall’idea di nuove elezioni, pur di non far cadere l’esecutivo avrebbe accettato un rimpasto con l’esclusione dei ministri malvisti dalla Lega (Tria, Toninelli, Trenta) provocando così un netto sbilanciamento di potere a favore di quest’ultima;
2. il M5S rifiuta l’opzione 1 (peraltro reiterata dallo stesso Salvini e rifiutata dal M5S) e accetta di fare un governo con il Partito Democratico, nemico di sempre: probabile spaccatura nel prossimo futuro sia del PD che M5S e ancor più probabile emorragia di consensi (in particolare del M5S che dopo aver perso l’”ala sinistra” in occasione dell’alleanza con la Lega ora perderebbe anche l’”ala destra” in caso di alleanza con il PD). Alle prossime politiche la Lega vice le elezioni a mani basse. Unica controindicazione: il nascente governo giallo-fucsia combina qualcosa di buono. La probabilità che ciò avvenga, dati i trascorsi soprattutto in casa PD, è prossima allo zero;
3. si va allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni in autunno: la Lega (o in generale il centro-destra anche senza Forza Italia) vince a mani basse.
Fatte queste considerazioni la Lega ha deciso così di staccare la spina all’esperienza di governo nella consapevolezza di aver mantenuto coerenza sin dall’inizio dell’esecutivo sia in termini di programma sia in termini di volontà di contrasto alle regole imposte dalla UE; analoga coerenza è fortemente deficitaria nel M5S che da partito anti-sistema si è trasformato in pochi mesi a partito garante delle oligarchie europee di matrice franco-tedesco. Gli elettori di norma premiano la coerenza e puniscono l’incoerenza. Per questo le prossime politiche per il M5S potrebbero essere un vero e proprio bagno di sangue.
Che avrebbe prevalso l’opzione 2 (come poi sta accadendo) poteva apparire imprevedibile dati i trascorsi contrasti PD/M5S? Sì, ma sino ad un certo punto. Nei mesi scorsi erano stati più di uno i sospetti in casa leghista di una possibile intesa sottobanco tra i due partiti; la circostanza che essi abbiano trovato un accordo in soli 4 giorni dopo 10 anni di odio reciproco profuso a piene mani è quantomeno sospetta e potrebbe avvalorare la tesi dell’accordo preventivo. Era insomma un rischio calcolato.
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L’ipotesi di un possibile accordo tra PD e M5S ha creato una serie di dinamiche molto interessanti:
1. il Movimento 5 Stelle è stato costretto a gettare la maschera ed apparire per quello che in realtà è: un partito politico come gli altri, attaccato alle poltrone, attaccato al potere, timoroso di perdere quel potere a dispetto dei proclami iniziali (“noi non siamo come gli altri”). Lo spauracchio di nuove elezioni è ben evidente alla dirigenza del partito che in tale ipotesi verrebbe ridotta di oltre la metà la propria presenza in Parlamento con altrettanti deputati e senatori che dovrebbero anzitempo tornare alle occupazioni precedenti. È incredibile constatare come una vecchia teoria politologica dei primi del ‘900 sia sempre validissima ed anzi calzi a pennello nel caso del M5S (la “Legge Ferrea dell’Oligarchia” di Robert Michels è del 1911 e prevede che “lo sviluppo di un’organizzazione produce burocratizzazione e centralizzazione, che creano una leadership stabile, che col tempo si trasforma in una casta chiusa e inamovibile”. L’obiettivo principale dei partiti politici diventa la propria sopravvivenza e non l’azione politica);
2. il M5S propone nuovamente come premier incaricato Giuseppe Conte ormai funzionale ai poteri sovranazionali in netto contrasto quindi con lo spirito iniziale del Movimento e con 3. le aspettative di molti militanti ed elettori;
il PD ha rispolverato nuovamente le solite logiche partitocratiche di potere (le trattative sono impostate sulle poltrone e sugli incarichi ma nulla si sa del programma perché ancora neppure discusso) mostrando con evidenza plastica la vera ragione della propria esistenza ovvero l’essere la cinghia di trasmissione tra la dittatura della UE ed il nostro Paese; niente di nuovo direi…..
4. il possibile governo giallo-fucsia ha ricevuto gli apprezzamenti dell’Unione Europea, dei mercati (e ci mancherebbe!) e delle stampa mainstream (che ha trasformato in una settimana Giuseppe Conte da burattino in mano ai suoi vice-premier in apprezzato statista), tutte chiare indicazioni di ciò che ci attende ma soprattutto che un governo siffatto nasce e si reggerebbe unicamente in chiave anti-Salvini, anti-Lega, anti-sovranismo ma potenzialmente con pochi punti programmatici in comune.
Gli elettori non sono stupidi.
La reazione a queste dinamiche sarà INEVITABILMENTE una ulteriore polarizzazione dei consensi a danno prevalentemente dell’incoerente M5S (ed in misura minore del PD) e a netto vantaggio nel medio termine della Lega. La lettura dei commenti dei militanti e simpatizzanti ai post di Luigi di Maio sui social non lascia presagire nulla di buono per il M5S al quale difficilmente verrà perdonata l’alleanza con il nemico storico (forse anche lo stesso Di Maio si sta ravvedendo e proprio ieri ha dichiarato che o si accettano i 20 punti del suo programma o è meglio tornare al voto, chiara scelta di campo ed indicazione per gli iscritti alla piattaforma Rousseau ma anche presa di coscienza di aver compiuto l’idiozia del secolo).
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I provvedimenti che presumibilmente verranno assunti dal nuovo governo (ad esempio in tema di immigrazione con le varie coop rosse che stanno scaldando i motori per ripartire nuovamente con l’appropriazione di denaro pubblico a colpi di 5 miliardi all’anno dato che gli sbarchi riprenderanno a breve in grande stile ed abbondanza; a proposito…che fine ha fatto Minniti? Interpellato per il Ministero degli Interni? Troppo cattivo?) allontaneranno ulteriormente il mondo reale dalla elitè politica generando potenzialmente un pericoloso contrasto tra volontà popolare e potere nel nostro Paese che sarà inevitabilmente condizionato sempre più pesantemente dalla cupola di Bruxelles.
Prevedo alle prossime politiche un centro-destra populista (anche senza Forza Italia) al 50% dei voti e la possibilità di governare stabilmente per una intera legislatura.
Insomma, una decisione che pareva avventata e non ragionata da parte della Lega si sta traducendo in una spettacolare mossa per mettere nell’angolo l’avversario, fargli gettare la maschera e fargli perdere ulteriore consenso.
Mica male per un colpo di sole in pieno agosto, vero?
https://politicaesocieta2015.wordpress.com/2019/09/01/salvini-ha-messo-tutti-nel-sacco/
Cara Mic , Lei e' formidabile !
È una monarchia? Il Quirinale pretende i ministeri chiave.
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Pensateci. Sono giorni e giorni che ci sentiamo dare lezioni sulla democrazia parlamentare. E sul ruolo delle Camere. E sulla rappresentanza come valore. Benissimo. Qualcuno di questi professori di Repubblica parlamentare sa dirmi dove lo trovo rappresentato in Parlamento il Pdq(uirinale)? Quali voti ha preso? Quanti seggi ha alla Camera o al Senato? In base a quale principio della democrazia parlamentare può permettersi di rivendicare (letteralmente: scegliere in via preventiva) i quattro ministeri più importanti del governo? Forse è cambiata la Costituzione a nostra insaputa. Benissimo. Lo si dica.
Sergio Mattarella scenda dal Colle e si presenti ai colloqui con Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, si butti nella bagarre, partecipi alla trattativa. Magari, chi lo sa, oltre a Economia, Esteri, Difesa e Interno, gli danno anche il sottosegretario ai Beni culturali o il viceministro delle Politiche agricole. Caso mai non gli bastasse il resto Di Maio avrà tutti i difetti di questo mondo, ma alla fine non ha mica torto quando rivendica a sé un ruolo da vicepremier. Altrimenti il partito politico che ha avuto più voti alle ultime elezioni e che ha più seggi in Parlamento (lo diciamo sempre per i docenti di democrazia parlamentare che hanno occupato i talk show nelle ultime settimane), che fa? Si prende le briciole e sostiene il governo dei tecnici scelti dal Pdq(uiribale)?
https://m.dagospia.com/col-fiato-dal-colle-ormai-il-quirinale-pretende-i-ministeri-chiave-la-politica-italiana-e-cos-212626
La Verità: Il grillino dissidente: «Già penso alle schifezze che ci costringeranno ad approvare. Quello di Zingaretti non è un partito ma un sistema di potere che compra il consenso».
Però non è obbligato, o hanno incollato alla poltrona anche la sua coscienza?
Giulio Meotti:
“L'Italia è una metafora dell'Occidente in declino”. L'articolo del mese è a firma di Gerard Baker, l'ex direttore del Wall Street Journal. Lo traduco per voi. “È difficile immaginare un posto migliore per meditare sull'arco della storia della nostra civiltà rispetto alle colline dalla Toscana a Roma, una fascia di terra che ha avuto un impatto maggiore sulla civiltà rispetto a qualsiasi altra parte della Terra. Che succede adesso? La condizione dell'Italia moderna rivela il lamento biblico per un'altra civiltà perduta: 'Quomodo sedet sola civitas'. Com'è solitaria la città. A Roma questa settimana hanno quasi finito di mettere insieme il 62esimo governo (credo) in 75 anni. L'Italia non ha una vera crescita economica da 20 anni. Il debito pubblico è una volta e mezzo il suo Pil. Quasi tutti gli ambiziosi italiani che incontro vogliono che i loro figli vengano educati negli Stati Uniti o nel Regno Unito. Il paese è tra i primi in Occidente a entrare in una mortale spirale demografica. Il tasso di natalità italiano è inferiore alla sostituzione. La famiglia col figlio unico è uno standard e milioni di italiani non avranno fratelli, zie, zii, cugini. Le basi tradizionali della vita - famiglia, luogo di lavoro, comunità - sono stati erosi fino all'osso. L'osservanza religiosa è crollata. Nelle splendide chiese toscane che ho visitato c'erano più inestimabili opere di arte rinascimentale di quanti non fossero i fedeli. In gran parte del paese, lo spopolamento avanza. A spostarsi negli spazi vuoti sono ondate di immigrati, molti provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente. L'Italia è una specie di pioniere del declino occidentale”. Siamo diventati un case study su come muore una civiltà.
Ma perché non è forse la stessa cosa in tutta Europa, dove la situazione è anche peggiore? Il che non ci conforta ma dovrebbe destare oltre all'allarme la corsa ai ripari. Che peraltro da destra di sta svegliando.
Piuttosto ciò che evidentemente colpisce è che il declino risulti evidente anche dove c'è la culla della civiltà dell'Occidente europeo.
Da politica e società articolo molto interessante e veritiero.
Alessandra Cincolà
In attesa di valutare l’esito del voto online sulla piattaforma Rousseau e nel mezzo della fase finale della trattativa con il Pd per gestire la possibile formazione del nuovo governo, M5S e Partito democratico questa mattina hanno riunito i propri stati maggiori per discutere il da farsi. Nel frattempo, si rincorrono le ipotesi per sostenere o minare la fiducia in Parlamento.
Un'altra Ong tedesca fuorilegge entra in acque italiane nonostante il divieto delle nostre autorità. Tanto il caso Carola insegna che con la nostra magistratura non rischia nulla. Ora che Salvini non è più al Viminale, siamo fregati. In compenso nella ex Germania Est vince il partito Afd, contrario all'immigrazionismo. Che subito i media del pensiero unico definiscono di "estrema destra xenofoba". "Destra" non fa abbastanza paura, deve essere "estrema". Un po' come i cattolici che difendono la famiglia e la vita. Per i media diventano di colpo "ultracattolici".
In un mondo capovolto, dive dominano la finanza, le banche e il Sessantotto-pensiero, gli estremisti diventano moderati, mentre coloro che mantengono un minimo di buonsenso diventano estremisti.
Mora Martino
La prima notazione non la evito, sebbene sia ovvia l'obiezione: si può dire qualcosa di giusto, anche quando su aspetti fondamentali si erri pesantemente. Solo, dunque, per segnalare che tale Amodeo ha una visione generale del senso delle cose, che rasenta l'idealismo assoluto in salsa gnostico-scientistico-buddista: https://francescoamodeo.it/prodotto/non-avrai-altro-dio-al-di-fuori-di-te-formato-e-book/?v=cd32106bcb6d
La seconda notazione riguarda l'interessante articolo riportato sopra da "Altra analisi interessante". La variabile a sfavore del ragionamento, che più mi lascia dubbioso, è la necessità di una lunga memoria, che non vada persa dopo la dose triennale di sonniferi ideologici e demagogici che ci verrà propinata da questo governo giallo-rosso. Il pericolo è che tutto nelle menti dei più finisca per "normalizzarsi" piuttosto velocemente e questo giocherebbe a totale sfavore di Salvini nelle prossime elezioni. Non mi pare ci sia nulla di più umorale, instabile e basato su presupposti molto ambigui dell'elettorato 5stars... Sulle questioni morali di fondo non vedo differenze con quelli del PD (anzi, la vera gnosi tra i 5stars aleggia imperiosa), dunque basta qualche contentino in quella direzione (e purtroppo in questo senso i prossimi governanti dispongono di ampia faretra) e il dissenso anti-sistema si calmerà molto... e alla fine tutta 'sta emorragia di voti 5stars magari si riassorberà.
Non ne fubitavamo:
Il primo è stato Pierluigi Bersani: «Zuppi cardinale, ancora una volta papa Bergoglio indica la strada. Non solo per la Chiesa». Poi è stata la volta di Enrico Letta: «Un gran segno di speranza, che bella scelta. La gioia nell’apprendere che il Papa ha nominato Cardinale l’arcivescovo di Bologna Zuppi, quello che per tanti è don Matteo. Grazie Papa Francesco e grazie Comunità di Sant’Egidio».
La nomina dell’Arcivescovo di Bologna a cardinale salutata con euforia dalla Sinistra e da tutto lo stato maggiore Dem. Perché Zuppi fa cose, tutte dalla parte giusta e politicamente corrette: immigrati, Resistenza, primo maggio, diritti Lgbt. E per il Pd è un attimo pensare «questo è dei nostri».
Un esempio per non dimenticare quello che attende i Cattolici, da Wikipedia:
La Reconquista ([rekoŋˈkista], spagnolo e portoghese per "riconquista") fu il periodo durato 750 anni in cui avvenne la conquista dei regni moreschi musulmani di al-Andalus (dall'arabo الأندلس: come i musulmani chiamavano la parte di Penisola iberica da loro dominata dove si trovano le attuali Spagna e Portogallo meridionali) da parte degli eserciti cristiani, che culminò il 2 gennaio 1492, quando Ferdinando e Isabella, Los Reyes Católicos ("I Re Cattolici"), espulsero dalla penisola l'ultimo dei governanti musulmani, Boabdil di Granada, unendo gran parte della Spagna odierna sotto il loro potere (la Navarra verrà incorporata solo nel 1512). Il Portogallo invece era già nato nel 1139 come regno completamente autonomo...
A Roma la chiamano "sola". Soprattutto se considerate che a votare saranno gli iscritti da almeno 6 mesi con iscrizione certificata (come?) e si tratterà di poco più di 100.000 persone. E mi chiedo: che senso ha affidare a costoro la decisione sul governo, mentre viene negato il voto a milioni di italiani?
Copio-incollo dalla bacheca di Manlio di Stefano:
Ormai mi conoscete e quindi sapete che amo parlare chiaramente e dire le cose come stanno. Il voto di domani su Rousseau ha conseguenze precise e nette in entrambi i casi, in base alle quali ho deciso di votare SÌ. Eccole:
SE VOTI SÌ
1. Nasce un governo fondato su un programma nuovo che ci garantisce comunque continuità sulle cose buone già fatte, anche in tema di immigrazione, ma inserisce una forte spinta sui nostri temi storici come l’economia circolare, la green economy, il taglio ai costi della politica e gli aiuti alle famiglie;
2. Il MoVimento 5 Stelle continua a rappresentare il 33% del Parlamento con una maggioranza quasi doppia rispetto al secondo partito più rappresentato;
3. Il M5S continua ad avere la maggioranza netta dei ministeri indirizzando quindi in modo netto le politiche del Governo;
4. Giuseppe Conte resta Presidente del Consiglio;
5. Riusciamo a concludere l’iter di buona parte dei provvedimenti già avviati;
SE VOTI NO
1. Mattarella scioglie le Camere e si torna alle urne;
2. Si insedia un nuovo Governo intorno alla metà di novembre quindi impossibilitato a fare una manovra fiscale. Di fatto è possibile prevedere l’aumento dell’IVA e la cancellazione di Quota100 e del Reddito di Cittadinanza;
3. Stando ai sondaggi attuali (per quel che valgono) consegniamo il Paese al trio Salvini-Berlusconi-Meloni;
Questi sono, in modo molto sintetico, i punti fermi del futuro prossimo e ve lo dico in modo davvero chiaro: non sono affatto sereno in nessuno scenario possibile, perché ho conosciuto il PD di Governo e so cosa possa significare. Ma so anche che un futuro governo, senza il M5S, farà al 100% tutte quelle politiche che noi, invece, contrastiamo da anni. Oggi esserci è fondamentale e con un sistema elettorale proporzionale l’esserci sarà sempre condizionato da accordi pre-formazione del Governo.
Accordi che in questo caso ci sono e sembrano positivi. A voi quindi la scelta, la mia è di votare sì.
Troppe chiacchiere, solite prese per i fondelli.
Non era una sola domanda secca?
Non si è capito che questa è l'era dell'ipocrisia.
Attenzione dunque!
Non era una sola domanda secca?
La domanda credo sia quella già nota. Ma quella riportata è una delle molte suggestioni lanciate da rappresentanti di calibro, che di certo influenzano una base così eterogenea e anche altalenante...
Dall'altro lato c'è il no di Paragone e altri dissidente, meno agguerriti, da quel che vedo da uno sguardo sui social...
Show di Conte in Tv appello agli elettori dei 5stelle....
Di Maio estromesso da vice premier
https://www.corrispondenzaromana.it/lonu-prima-fa-danni-poi-anche/
https://www.corrispondenzaromana.it/lonu-prima-fa-danni-poi-anche/
E poi c’è chi vuol far credere che siano tutte fantasie della Destra, magari estrema, di Salvini e dei soliti sovranisti... A parlare di «sostituzione di massa» è un rapporto dell’Onu intitolato «Replacement Migration»
Appunto , il massimo della superbia, si e' messo l'ONU al posto di Dio -
Un governo eletto (dall'Europa)
Come si fa a negarlo? Il nascente governo Conte bis una sua legittimazione ce l’ha eccome; e non solocostituzionale, ma pure europea. Non è un’ipotesi complottista e neppure leghista, ma un’evidenza lampante. Nel giro di pochi giorni abbiamo infatti scoperto che il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, «apprezza davvero» l’operato Giuseppe Conte, il commissario europeo al bilancio uscente Günther Oettinger ritiene che occorra «fare tutto il possibile per facilitare il lavoro del nuovo esecutivo italiano», perfino Jean-Claude Juncker si è rivolto al premier incaricato per «augurargli il meglio».
Come se non bastasse, sabato Repubblica ci ha informato en passant – quasi fosse una notiziola – che Angela Merkel ha telefonato alla sede del Pd per dire che «il governo va fatto ad ogni costo per fermare i sovranisti» (31/8/2019, p.3). Oggi invece è stato il turno Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari Economici secondo cui il governo Pd-M5S è «un’esperienza che deve essere tentata». Ora, in tempi normali tutte queste iniziative, esternazioni e lodi sperticate ad un premier incaricato che deve ancora ottenere la fiducia del Parlamento si sarebbero chiamate con il loro nome: ingerenze e sleali intrusioni negli affari di un Paese sovrano.
Siccome però per fermare i «sovranisti» andrebbero bene pure Gargamella e Maga Magò, ecco che il becco europeo in casa nostra non solo non viene visto come la vergogna che è, ma nella mente dell’euroinomane convinto di essere europeista assume perfino la sembianza di una rassicurante conferma. Come dire: visto? Altro governicchio: è un’ideona, anche mamma Angela e papà Jean-Claude sono d’accordo. Morale: chi ancora dubitasse del fatto che Matteo Salvini abbia fatto bene a far saltare l’alleanza gialloverde, ha ora la conferma che tale mossa sia stata non solo giusta ma sacrosanta. E se non siete d’accordo, provateci voi a fare i sovranisti con quelli un tempo rivoluzionari e oggi burattini Ue. Auguri.
Giuliano Guzzo
L'appello del grillino che ha deciso di votare SI
Le sue spiegazioni sono chiare e anche abbastanza convincenti, dal punto di vista di
un militante di quel partito.
Non ci sarà da stupirsi se domani vinceranno i SI.
DAlle elezioni anticipate, per di più ingarbugliate , i 5S hanno tutto da perdere, al momento.
Un Conte-bis non è detto che debba durare poco, per nostra disgrazia.
L'Europa che conta lo aiuterà in tutti i modi.
O.
Silvio Berlusconi a Giuseppe Conte: " Se ci saranno momenti di difficoltà, noi saremo disponibili"
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13498052/silvio-berlusconi-giuseppe-conte-noi-ci-siamo-tradimento-salvini.html
L'uomo per tutte le stagioni
https://www.facebook.com/MatteoDiBenedettoBologna/photos/a.1241526092675989/1292133370948594/?type=3&theater&ifg=1
Qui siamo al Peppone e Don Camillo
Noi che siamo stati presi alle spalle 'almeno' tre volte: Napolitano-Monti, Ratzinger-Bergoglio, Mattarella-Conte, non abbiamo ancora capito come procede la presa per i fondelli.
Questo è gravissimo. Gravissimo. Questi traditori della 'Patria e della Fé' il mestiere loro l'hanno svolto, in barba a tutti i lamenti, le analisi, le denunce nostre. Noi abbiamo sbagliato ad approcciarci loro con guanti di velluto, a non dar fiducia al nostro giudizio. Abbiamo sbagliato noi. Noi siamo o colpevoli o insani.
Dopo aver subito la congiura Napolitano-Monti, la primissima cosa da fare a Camere riunite sarebbe stata quella di cancellare le figura del 'senatore a vita'. E sarebbe stato un bel segnale per fare intendere loro, con garbo ed eleganza che, 'non c'è' trippa per gatti'.
Ogni Domenica riunirsi a Piazza san Pietro con scritta, su grandi striscioni, la preghiera di San Michele Arcangelo nei suoi passaggi più pregnanti, in latino. Sette anni, ogni Domenica, educatamente. Avrebbe evitato a Bergoglio ed ai suoi cortigiani di strafare e ai cattolici addormentati di essere turlupinati anche nel giorno del Signore.
Conte è stato il protagonista dell'ultima congiura ai nostri danni. Anche questa preparata prima, da tempo, canovaccio personaggi ed interpreti. E noi ancora una volta idioti, allocchi. Ma di Maio perché ha sempre insistito con il volere Conte primo ministro? Perché si fidava o perché parte della commedia...tragica purtroppo?
Conclusione: siamo un popolo incline ad ascoltare 'le storie', senza coesione sociale, predisposto alla schiavitù. In otto anni violentato in modo continuativo con tre picchi di fredda, premedita furia. Inoltre con metà degli italiani che invitano i violentatori a violentarci ancora...?!?!?!
Forse anche questi blog non sono altro che un mezzo per incanalare e far decantare il dissenso. Le rivolte degli schiavi non sortiscono che noncuranza e repressione. Rimangono però liberi di pregare e di invocare, Guai a voi!
Cosa di aspetta, Anonimo, da uno strumento come un blog?
Più che informare correttamente evitando di trascinare le persone in irrealistiche manifestazioni non credo sia possibile. Ovvio che poi c'è il terreno della concretezza. Ma per questo occorre un leader e l'organizzazione. Lei ce l'ha?
Il nobile compito di tutti i giorni.
Nella sua breve misura.
Dentro l’operoso nascondimento che ci tocca.
A far ordinato e composto lo spicchio di mondo che abitiamo.
Per chi lo abita con noi.
A servire il presente.
Li’ dove cresce il futuro.
Nelle incombenze minute, nei gesti inavvertiti, nella solitudine che solo Dio conoscerà.
Sicuri nella speranza.
Perché non si vive di ciò che chiamiamo grande, e il sublime sta, nascosto, alla Tua soglia.
Nel nostro limite, che non siamo noi a fissare.
Che abbia l’ampiezza del mondo, o i confini del villaggio.
Sempre, le dimensioni della storia.
Quando confina con l’eterno.
Se solo gli si lasci spazio.
In una non delusa speranza.
@ Anonimo/a
3 settembre 2019 08:01
Bravissimo/a!
Grazie per avercelo ricordato.
A me francamente l'operoso nascondimento mi sta ormai un pó stretto...
Irina 7.01,
BRAVA !
Ascoltiamo con attenzione la tunisina Sonia Mabrouk, uno dei volti del giornalismo radio-televisivo francese. Ha appena scritto un libro, “Douce France”, anticipato da Le Figaro e che andrebbe mandato a memoria. “Se un numero crescente di europei teme l'arrivo dei migranti è principalmente a causa della loro religione. Che questa paura sia legittima o meno, abbiamo il dovere di tenerne conto. Molti leader politici e media evitano accuratamente di discutere di questi problemi. Peggio ancora, alcuni ritengono utile dare lezioni urlando: 'Non ti vergogni?'. Ma temere che il tuo paese cambierà, che la tua cultura declinerà, che la tua identità sarà diluita, non è xenofobo ma, al contrario, getta le basi per un vero dibattito sociale”. Scrive sempre la musulmana Mabrouk: “Nessuno può negare seriamente il contributo del cristianesimo alla nostra cultura. Se l'incendio di Notre-Dame de Paris ha commosso è perché ha toccato con precisione qualcosa d'indicibile. Mentre le fiamme stavano mangiando la cattedrale ci siamo sentiti orfani di una storia e un'identità”. Brava, bella e coraggiosa Sonia! Averne una così nei media italiani.
Giulio Meotti
Ma perché Meotti, oltre a citare la giornalista francese " in positivo", non cita e critica tutti quei giornalisti e maîtres a penser, a cominciare da Henri Bernard Levy, che da decenni criticano pesantemente, anzi demonizzano, il Cristianesimo, ed il Cattolicesimo in particolare, e tutta la civiltà europea, che ne è scaturita? E non mi riferisco solo a opinion makers francesi, ma Inglesi, italiani, americani. ecc. ecc. ?
Elena Vigliano:
Eco-idiozie e "gretini" italiani.
Di Maio vuole eliminare i termovalorizzatori: verrà impedito alla Lombardia di smaltire da sola un terzo dei rifiuti nazionali e togliere le castagne dal fuoco alle regioni del sud proprio grazie ai suoi impianti.
Diventeremo l'unico paese in Europa a non avere termovalorizzatori.
Una vicenda che ricorda quella con la quale la sinistra ha voluto il referendum per spazzare via il nucleare lasciando l'Italia priva di indipendenza energetica in balia dei ricatti dei fornitori esteri e circondata da centrali nucleari su tutti i propri confini
E quella sulle trivelle nella quale Croazia, Montenegro e Grecia, continueranno ad effettuare ricerche e perforazioni con le trivelle per le estrazioni del gas nell'Adriatico mentre avremo il paradosso che l’Italia, per difendere la presunta salute dell’Adriatico, non solo avrà a poche miglia trivelle attive, in barba ai benefici "ecologici", ma si vedrà sottrarre il gas e il petrolio eventualmente scoperti nei fondali adriatici.
LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO
di Gianfranco Amato
L’Italia intera è col fiato sospeso, in attesa di conoscere l’esito della votazione che scaturirà dall’ormai mitica “Piattaforma Rousseau” del movimento Cinque Stelle. La rete televisiva La7 trasmette persino una diretta no-stop condotta da Mentana in attesa dei risultati. Sembra di rivivere il clima delle ultime elezioni europee.
Saranno comunque i 115.372 iscritti a quella piattaforma che decideranno se l’Italia avrà o no il governo giallo-rosso, e se il Partito democratico, per la quarta volta in cinque anni, tornerà al potere senza elezioni, ovvero senza aver consultato il popolo italiano.
Ora, a prescindere dalle polemiche e dai dubbi sulle modalità tecniche di questa manifestazione di democrazia diretta del mondo grillino, mi pare che una considerazione si possa fare.
Ho ascoltato con interesse le obiezioni giuridiche degli esimi costituzionalisti che si stanno stracciando le vesti di fronte a quella che definiscono una «sceneggiata anticostituzionale».
Ho sentito il ragionamento impeccabile del prof. Sabino Cassese. Ho ascoltato i rilievi ineccepibili del prof. Cesare Mirabelli, ex presidente della Consulta. Ho letto le puntuali e solide considerazioni del prof. Giovanni Maria Flick, anche lui ex membro della Corte costituzionale. Per carità, è vero che secondo l’art. 92 della Costituzione spetta al Presidente della Repubblica nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri. Tutto giustissimo dal punto di vista formale. Ma dal punto di vista sostanziale? Ho ascoltato anche le ragioni di chi difende l’opzione della Piattaforma Rousseau e mi ha colpito il fatto che l’articolo della costituzione che costoro invocano sia proprio il primo. Il loro ragionamento si fonda sul fatto che la sovranità appartenga al popolo, come recita appunto l’art. 1 della nostra Magna Carta. E, quindi, è giusto ricorrere al popolo. A questo punto, però, è lecito porsi una domanda: perché occorre attendere il sacrosanto parere di 115.372 italiani – con tanto di diretta televisiva – e non quello dei restanti 50.861.908 che si sono espressi alle scorse politiche. Perché solo un centinaio di migliaia di elettori devono essere privilegiati rispetto alle decine di milioni di altri elettori. Non ci sono due popoli italiani. Allora, non era forse meglio applicarla fino in fondo la cosiddetta «democrazia diretta» e chiamare tutti gli elettori a pronunciarsi sul futuro politico del nostro Paese? Non sarebbe stato meglio attendere l’esito delle urne in elezioni regolarmente indette secondo la Costituzione, piuttosto che una piattaforma informatica privata per 115.372 privilegiati? Lo scenario cui stiamo assistendo, in realtà, non è dei più edificanti. Anche perché evidenzia il limite di questa indecorosa operazione trasformista. Mi chiedo come faccia il Partito Democratico, in queste imbarazzantissime ore, a giustificare l’attesa dell’esito parzialissimo di una consultazione popolare. Se il popolo va consultato deve essere tutto il popolo. Su questo l’art.1 della Costituzione è chiarissimo: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Tutto il popolo non una parte di esso!
Uno dei guasti della democrazia moderna è la rappresentanza astratta.
Prima della Rivoluzione francese i membri dei vari parlamenti venivano mandati per decidere un argomento preciso e rappresentavano un determinato raggruppamento di persone (su base territoriale, di associazione lavorativa etc.). Sapevamo bene che mandavamo Tizio perché rappresentasse una determinata istanza. Se Tizio poi andava a fare l'esatto contrario sapevamo bene con chi dovevamo prendercela.
Nella democrazia moderna ogni parlamentare rappresenta l'intera nazione (articolo 67 della Costituzione italiana). Ogni deputato rappresenta tutti, cioè non rappresenta nessuno, se non sé stesso e i suoi interessi. Risultato: voti un movimento per mandare tutti a casa, e quelli che tu hai fatto eleggere fanno il governo con chiunque pur di restare al potere.
Il governo che stanno varando è decisamente di sinistra.
Verrebbe la tentazione di abbandonarsi al senso di frustrazione e rifugiarsi nel proprio particolare; ma sarebbe un errore.
È invece necessario, in Parlamento, fare opposizione serrata su tutti i provvedimenti deleteri e fiato sul collo.
E, in ogni agorà a disposizione, utilizzare strumenti di comunicazione, associativi, aggregativi e referendari (per esempio sull'immigrazione).
"Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti."
Prima della Rivoluzione francese....
Prima della Rivoluzione Francese, tranne che in Inghilterra, i parlamenti non decidevano
un bel niente dal momento che non esistevano, come organi politici deliberanti per la nazione.
In Francia erano organi giudiziari, presieduti nominalmente dal Re e da lui in carne e ossa
quando interveniva a "decidere in Parlamento" determinate questioni importanti, coinvolgenti le leggi e i costumi del Regno, la sua costituzione (Lits de Justice).
Inizialmente, nel Medio Evo, i Parlamenti erano assemblee di notabili laici e clericali, rappresentanti i vari ceti della nazione, convocati quando voleva dal Re per determinate
questioni. Spesso si trattava di ottenere l'assenso per nuove tasse o per imprese militari.
Si aveva "il Re in Parlamento". Ma il consesso parlamentare era considerato sempre un organo consultivo non deliberativo, la decisione finale era sempre del Re. Certo, se nel Parlamento usciva fuori che i ceti rappresentati non volevano pagare l'aumento delle tasse richiesto, p.e., il re poteva sempre imporlo ugualmente, ma lo faceva a suo rischio e pericolo. Di fatto gli conveniva abbozzare.
Le riunioni rare di tutti i ceti convocate dal Re di Francia per discutere questioni importanti erano gli Stati Generali. Sempre organi consultivi. Dagli Stati Generali convocati nel 1789, in seguito alla grave crisi costituzionale e finanziaria, partì la Rivoluzione Francese. Non erano convocati da circa 150 anni e la
situazione sociale si era nel frattempo modificata notevolmente a favore del terzo stato nascente. Fu un errore della Monarchia, averli trascurati per tanto tempo.
Il principio che il deputato rappresenta la Nazione e non è vincolato al contenuto del programma elettorale per cui è stato eletto ha i suoi difetti ma è stato stabilito per ovviare ai difetti che pure ha il principio opposto, capace di comportare la decadenza rapida e in serie dei deputati che non rispettino alla lettera il mandato ricevuto. Il problema è a monte, nella maturità politica del popolo, in generale.
H.
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