Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 11 settembre 2021

11 settembre 2001. 20 anni dopo non ci siamo ancora ripresi - L’11 Settembre e la rinuncia a combattere

Per non passare sotto silenzio, ma con l'esaustiva sobrietà che ci è congeniale, riprendo il commento di Giuliano Guzzo sulla tragica ricorrenza di oggi riguardante un atto terroristico in cui morirono molti innocenti, commesso da Al Qaeda. Resta ancora da chiedersi perché gli USA continuino ad appoggiare in Siria Al Qaeda fornendo armi e supporto logistico. Ma a questa domanda non avremo risposta dal mainstream mediatico politico. Solo la Russia è stata in grado di colpire davvero il terrorismo islamico wahabita e salafita. Ma al di là di questa domanda puntuale, trovate, a seguire, alcuni accenni alle ragioni del collasso dell'occidente latino interessanti per le analogie col collasso attuale dell'Occidente europeo.

11 settembre 2001. 20 anni dopo non  ci siamo ancora ripresi

A 20 anni dall’11 settembre 2001, la drammatica verità è che non ci siamo ancora ripresi. Insieme alle 3.000 vittime di quegli attentati, che oggi doverosamente ricordiamo, se n’è andata molto di più dell’idea dell’invulnerabilità degli Stati Uniti (che dopo Pearl Harbor si credeva ripristinata): se n’è andata ogni illusione di serenità collettiva. In effetti, dopo l’emergenza terroristica è esplosa quella economica, poi quella pandemica, che dura tutt’ora sommata, di fatto, alle altre due.
Il crollo delle Torri Gemelle è stato dunque, di fatto, l’inizio di un ciclo di paura e di incertezza, di debolezza e di instabilità: in mezzo, alternati ai brividi, solo temporanei sprazzi di spensieratezza. Non abbiamo superato perciò superato quel trauma perché, di fatto, ci siamo ancora dentro. Del resto, lo stesso terrorismo ha continuato a mietere vittime sia nel cuore dell’Occidente – si pensi agli attentati di Londra, Madrid, Parigi, Nizza, Strasburgo, Vienna – sia altrove nel mondo, rafforzandosi molto anche in Africa.
Ma se 20 anni dopo l’11 settembre non ci siamo ancora ripresi, dobbiamo dircelo, è in buona parte responsabilità nostra. Non solo perché l’Afghanistan, Paese il cui rovesciamento fu il simbolo della risposta militare occidentale proprio all’11 settembre, ora è nuovamente in mano talebana, ma anche e soprattutto perché non abbiamo mai saputo del tutto elaborare il lutto di vent’anni fa. La ferita psicologica e spirituale aperta dalla devastazione del World Trade Center sanguina ancora.
Sanguina perché, se una parte, quella neocon, dell’Occidente si è illusa di sistemare le cose invadendo l’Afghanistan (poi l’Iraq, quindi bombardando Libia, infine sognando la Siria) – all’insegna di uno scontro di civiltà 2.0 – , l’altra, quella più liberal, ha preferito rimuovere del tutto il problema. Come? Illudendosi che il fanatismo islamista non esista, liquidando tutto, banalmente, come follia agita da gente ignorante, mentre già gli attentatori dell’11 settembre, che hanno operato con estrema lucidità, avevano titoli di studio di tutto rispetto.
Un’altra ragione per cui, dopo 20 anni, non ci siamo ancora ripresi, è che l’11 settembre 2001 la vulnerabilità occidentale è stata sì messa brutalmente a nudo, con sangue e terrore: ma esisteva già. Negli Usa come in Europa, l’identità ma soprattutto l’anima dell’Occidente era già parzialmente smarrita. L’illusione di poter vivere nella continua prosperità, senza un comune patrimonio religioso e civile – anzi rigettando la storia comune come galleria di errori ed orrori -, ci aveva cioè già condotti sul precipizio. Il terrore islamista non ha fatto che spingerci dentro. (Giuliano Guzzo)

* * *
L’11 Settembre e la rinuncia a combattere

Roma non fu battuta dai barbari sul campo di battaglia. Perse qualche scontro. Anche grave, ma certo molto meno drammatico dell’Allia o di Canne.
Il collasso dell’Occidente latino fu figlio di una crisi politico-economica  – e così recitano i buoni manuali – ma in primo luogo di una crisi spirituale, non indotta dal cristianesimo, come ancora ripete qualche sciocco seguace di Gibbon. Il cristianesimo garantì invece la sopravvivenza della Pars Orientis per mille anni ancora ma il collasso dell'occidente latino avvenne perché la sua classe dirigente pagana non individuò più valori bastevoli e forti da opporre agli attacchi al limes renano e danubiano.
Insomma: Roma vinse fino alla fine – ai Campi Catalaunici, ad esempio – ma fu travolta quando rinunciò alla battaglia. Per la percezione che, in fondo, NON NE VALEVA PIÙ LA PENA e che il suo tempo era compiuto. Meglio di ogni storico lo ha compreso ed espresso Verlaine in versi famosi: 
“Io sono l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d'oro.
Soletta l'anima soffre di noia densa al cuore.
Laggiù, si dice, infuriano lunghe battaglie cruente…”

Quando iniziò la rinuncia. Il discorso è lungo e non voglio tediare i lettori con una lezione di storia. Cito allora solo due date e due confini. 
Nel 9 dopo Cristo, a Teutoburgo, Arminio, a tradimento – era cittadino e tribuno romano: primo esempio di "lealtà tedesca" - ordinò un agguato contro tre legioni in marcia verso Colonia. Fu una carneficina. Augusto – e Tiberio dopo di lui – si accontentarono di tenere a bada i Germani con qualche spedizione memorabile e in primo luogo consilis et astu. Ma il confine dall’Elba fu riportato al Reno.
Chiunque può comprendere cosa avrebbe significato far entrate la Germania orientale nel mondo latino otto secoli prima che a ciò provvedesse Carlo Magno. Avremmo avuto un’Europa diversa, non attraversata dalla faglia tra Francia e Germania, tra civilisation e Kultur. Tutto sarebbe stato diverso. O non sarebbe avvenuto. Dalla Riforma, a due guerre mondiali. All’Olocausto. 
Il 9 agosto del 117, a Selinunte, Marco Ulpio Traiano moriva per i postumi di un ictus. Gli successe, in circostanze molto controverse e mai chiarite, Elio Adriano. Che, rovesciando la politica estera del prozio, fece dell’impero una cittadella assediata e soddisfatta. E ritirò le legioni della Mesopotamia.
Se lo spazio greco-latino si fosse stabilmente esteso in quell’area, non avremmo avuto i Sassanidi e il manicheismo, la nascita del sincretismo islamico e la dissoluzione dell’Asia e dell’Africa greca, romana e cristiana. Non avremmo avuto Maometto, califfati, imperi ottomani, talebani. E neppure Al Qaeda e l’11 settembre del 2001.
Un paese che misura le guerre in anni È GIÀ SULLA VIA DEL TRAMONTO. Roma combatté un secolo contro Cartagine e non mollò la presa fino a quando, impietosamente, non passò l’aratro e il sale sulla rovine della sua avversaria. Ma così le si aprì il dominio dell’ecumene.
In Afghanistan si era da soli venti anni.  E non bastano venti anni per costruire un nuovo stato. Bastano appena per generare semi di nuove speranze in una generazione. Ce ne sarebbero voluti cento per completare l’opera. Quelli che passarono - tanto per dire – tra la conquista di Cesare e l’ingresso dei primi maggiorenti galli nel senato romano. Ma la Francia, la Germania occidentale, il Belgio erano diventati Europa. Civiltà. (Biagio Buonomo)

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi, 11 settembre, Google ricorda non l'attentato che cambiò la nostra storia, ma Christine de Pizan, una scrittrice e intellettuale vissuta tra 1300 e 1400. Interessante e importante quanto si vuole, ma...

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo su Roma, ma eviterei di andare troppo indietro a fare congetture altrimenti potremmo persino dire che se Eva non avesse colto la mela non ci sarebbe stato bisogno di Gesù Cristo.
Vorrei ricordare il vero 11 settembre cristiano: quello del 1683. Jan Sobieski, Carlo V di Lorena e sopratutto il fenomenale Beat Marco d'Aviano che guidano la coalizione tutta cattolica contro i turchi e li battono. Se ci faceste un articolo sarebbe molto ben accetto ai lettori (potrei farvelo anche io, sono laureato in Storia, da pubblicare magari il prossimo anno. Se ce una mail del gestore del blog mi metto in contatto).
Grazie e cordiali saluti.

mic ha detto...

Grazie per la disponibilità!

Ricordo che nel corso degli anni abbiamo ricordato Marco d'Aviano e l'11 settembre
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/09/11-settembre-anniversario-dlela.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/09/il-profeta-disarmato-della-misericordia.html

E' gradito ogni contributo di approfondimento che potremmo pubblicare per il 7 ottobre (Regina delle Vittorie)
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/10/7-ottobre-ci-rivolgiamo-alla-madonna.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2017/10/ed-era-il-7-ottobre-rosario-al-confine.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/10/regina-delle-vittorie-prega-per-noi-e.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/10/7-ottobre-2015-444-anniversario-della.html

La mail: romaperenne@gmail.com

Anonimo ha detto...

https://letturine.blogspot.com/2021/09/il-secolo-delle-panzane-promemoria.html

Anonimo ha detto...

🔴 L'11 Settembre 1683 iniziò la storica battaglia di Vienna, in cui l'Europa combatté e vinse contro l'Impero Ottomano fermandone l'espansione. Se la città fosse caduta, si sarebbe aperta la strada agli islamici, per arrivare fino a Roma.
In questa impresa spicca la figura del monaco Marco d'Aviano, che riuscì ad incendiare gli animi dei soldati cristiani (tra cui migliaia di truppe della Serenissima) stanchi del lungo assedio e col morale a terra. Padre Marco divenne il “salvatore dell’Europa”; il 27 aprile 2003 è stato beatificato in Piazza San Pietro da papa Giovanni Paolo II.

Anonimo ha detto...

Urca quanti articoli. Grazie della mail! Leggo con calma tutti i pezzi e poi la contatto.
Saluti

Anonimo ha detto...

L'isterismo mediatico che si mise in moto dopo l'11 settembre 2001, al grido di "siamo tutti americani", non è molto diverso, in fondo, dall'isterismo attuale per il covid e poi i vaccini.
Qualcosa di simile era già avvenuto con Mani Pulite.
Quando si mette in moto, all'unanimità, la macchina mediatica, possiamo essere certi che la fregatura è dietro l'angolo.
Il circo mediatico ha da sempre il compito sistemico di guidare il gregge dove il potere vuole
Martino Mora

Anonimo ha detto...

@ 11 settembre 2021 19:48

Bravo, complimenti!

Catholicus ha detto...

11 settembre 1683

Le forze cristiane, guidate da Giovanni III Sobieski, mettono fine all'assedio turco su Vienna.
La giornata, cominciata con la Santa Messa celebrata da Marco d'Aviano, si concluse con la carica degli Ussari alati che sbaragliò l'esercito ottomano.

Sempre siano lodati Gesù Cristo e Maria Santissima.

Anonimo ha detto...


Non ci siamo ancora ripresi...
Né si vede come potremmo mai riprenderci,
continuando così...
Unica piccola speranza: l'intervento divino
ad illuminare come sulla via di Damasco tanti
al momento ottenebrati...
Che la Chiesa cattolica sia di origine divina lo
prova il fatto che sia riuscita nei secoli, sin
dall'Alto Medioevo, a
resistere a crisi tremende, che avrebbe sepolto
qualsiasi altra istituzione, solo umana, appunto.
C'è comunque tarlo angoscioso la sensazione che
si possa anche essere alla vigilia della Parusia,
data l'ampiezza e la profondità incredibili della
corruzione morale di questo mondo, sempre più via
di testa.

#neverforget ha detto...

Se Mattarella non riesce ad aggiungere l'aggettivo "islamista" o "islamico" dopo il sostantivo "terrorismo". Se perfino nel ventennale dell'11 settembre non riusciamo a chiamare per nome i responsabili, a cosa sono serviti questi 20 anni?

Anonimo ha detto...

Il 12 settembre del 1683 ci fu la famosa Battaglia di Vienna. La Lega Santa pose fine all’assedio ottomano alla città austriaca.

A chi davvero si dovette questa grande vittoria che di fatto salvò l’intera Europa cristiana? Sì, l’intera Europa cristiana, perché, se fosse caduta Vienna con la sua importanza simbolica, i Turchi avrebbero avuto l’entusiasmo alle stelle per andare oltre. Dicevamo dunque: a chi si dovette questa grande vittoria? Risposta: alla resistenza dei Viennesi. Però chi fece sì che i Viennesi resistessero quando ormai il loro morale era a terra perché nessuno veniva ad aiutarli? Ebbene, l’artefice della resistenza di quel popolo fu un santo cappuccino italiano, il beato Marco d’Aviano (1631-1699). Questi, grande predicatore e frate taumaturgo, ordinò ai Viennesi di resistere perché la Vergine avrebbe sicuramente inviato qualcuno in aiuto. E così fu. Quando ormai tutti umanamente avevano perso la speranza, ecco arrivare Giovanni Sobiezski, re della Polonia, il quale, con i suoi ussari alati, riuscì a sbaragliare gli assedianti turchi.

A questo fatto si lega un aneddoto che pochi conoscono. I Turchi, essendo musulmani, non facevano uso né di vino né di altri alcolici, erano invece grandi consumatori di caffè, che forse utilizzavano come stimolante ed energetico.

Quando -e non se lo aspettavano- arrivarono i polacchi e furono sconfitti, lasciarono presso le mura di Vienna una grande quantità di sacchi di polvere di caffè.

La gioia dei Viennesi fu incontenibile. Le donne, che poco avevano a disposizione, decisero di mescolare quella polvere di caffè al latte. Venne fuori una bevanda colore marroncino che fu chiamata cappuccino in onore del cappuccino Marco d’Aviano.

Ma non finisce qui. Queste donne crearono dei dolcetti a forma di mezzaluna islamica che dovevano essere “affogati” nel cappuccino, per ricordare che chi aveva davvero “affogato” quei musulmani era stato il cappuccino padre Marco.

Insomma, per farvela beve, il noto e gustoso accoppiamento cappuccino e cornetto sarebbe nato proprio in quell’occasione.

Che dire allora? Buon appetito!

Per chi voglia almeno informarsi: ha detto...

https://raggioindaco.wordpress.com/2021/04/22/il-dottor-ryan-cole-spazza-via-lintera-propaganda-del-covid-19/

Mazzucco 2011?Sì,aveva tutti i capelli. ha detto...

Per ricordare le vittime del 11 settembre.
Video dal canale "luogocomune2"

Ringraziamo i giornalisti perché con la stessa professionalità dimostrata in questo video ci stanno informando sull'emergenza Covid!

https://gloria.tv/post/qt3x2NjkPyEn2M3tEnW4e2xtz

Beh,loro sono molto piu' tolleranti : ha detto...

"Si entra in loggia solo con il Green Pass, che noi abbiamo stabilito come obbligatorio; la stessa prescrizione varrà ovviamente per l’evento che terremo nei giorni 1 e 2 ottobre al PalaCongressi di Rimini per il tradizionale raduno annuale della gran loggia, cui parteciperanno circa 2.500 persone”. Così all’AdnKronos il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, l’organizzazione della massoneria più rappresentativa. “ Per cui — spiega Bisi — da noi si entra solo se si è vaccinati, o con il tampone nelle 48 ore precedenti o se si è guariti dal Covid. E per entrare si dovranno superare tre passaggi per tre controlli: fuori dalla sede per mostrare il Green pass con il documento di identità personale, all’ingresso per la misurazione della temperatura corporea, al varco con la lettura ottica del QrCode specifico per l’evento. E l’intero staff addetto all’organizzazione e all’accoglienza degli accreditati è vaccinato con doppia dose”.
https://medium.com/@grandeorienteit/massoneria-bisi-goi-green-pass-obbligatorio-anche-per-entrare-in-loggia-82bdb54581a6

Anonimo ha detto...

Ave Maria.

Benedetto sempre sia,
il santo nome di Maria.
Lodato, onorato e invocato sempre sia,
l’amabile e potente nome di Maria.
O santo, soave e potente nome di Maria,
possa sempre invocarti durante la vita e nell’agonia.

Nel giorno della Festa

O Maria, nella nostra vita a chi ricorrere se non a te, invocando il tuo Santissimo Nome? Per te si dispersero le eresie dalle battaglie più pericolose la Chiesa uscì trionfante. Per te le persone, le famiglie, le popolazioni furono non solo libertate, ma tante volte anche preservate dalle più gravi avversità. O Maria, sia sempre viva la nostra fiducia in te, così in ogni nostro bisogno possiamo sperimentarti per quella che sempre ti mostri: il soccorso degli indigenti degli indigenti, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi, la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori, la perseveranza dei giusti, la misericordia di tutti. Amen