Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 5 gennaio 2015

Card. Marx: I cattolici possono imparare da Lutero

Appunto, quel che si diceva. Da Die Welt :
Berlino - L'anniversario della Riforma nel 2017 è considerato un evento significativo anche per la Chiesa cattolica, secondo il presidente della Conferenza episcopale tedesca, il cardinale Reinhard Marx. «Lutero non aveva lo scopo di dividere la Chiesa, ma, con i suoi richiami alla riforma, voleva richiamare l'attenzione su ciò che oscurava il messaggio del Vangelo». L'arcivescovo di Monaco, scrive in una colonna del giornale del Consiglio Culturale tedesco Politik & Kultur. «Dopo 50 anni di dialogo ecumenico congiunto, è possibile che un cristiano cattolico legga i testi di Lutero apprezzandoli e impari dai suoi pensieri.» [ fonte ]

18 commenti:

Alessandro Mirabelli ha detto...

Lui Marx ha imparato più che bene da Lutero. Lo si vede dalle cazzate che dice. Che rimarrebbero tali se fossi io a pronunciarle. Purtroppo le pronuncia lui e gli viene data corda, troppa, dalla stampa asservita.

Anonimo ha detto...

Siamo nel delirio assoluto

RAOUL DE GERRX ha detto...


Mais d'où sort-il, ce gros Reinhard Marx ?

D'un magasin de farces et attrapes ?

A-t-il décidé, lui aussi, comme son collègue de New York — autre poids lourd du Sacré Collège —, de nous faire mourir de rire ?

Se prépare-t-il pour le prochain carnaval de Munich ? (J'ai dit "carnaval", je n'ai pas dit "conclave".)

Est-il candidat au titre de "Fool of the Year 2015", comme son collègue Karl Lehmann l'a été en 2005 ?

http://www.traditioninaction.org/RevolutionPhotos/A105rcLehmannFooll.htm

Ces pauvres paillasses se rendent-ils compte, avec barbe ou sans barbe, avec culotte ou sans culotte (voyez Lehmann), qu'ils sont complètement ridicules et totalement discrédités, non seulement aux yeux des catholiques (il y en a encore quelques-uns), mais aussi, très certainement, des luthériens, s'il en reste ?

Anonimo ha detto...

Marx dovrebbe dimettersi e abbracciare ufficialmente da dottrina protestante la quale nella sua intima essenza è antievangelica perché mina alla radice la dimensione soprannaturale della vita cristiana.

Josh ha detto...

@Alessandro

"Purtroppo le pronuncia lui e gli viene data corda, troppa, dalla stampa asservita."

d'accordo con te, ma ancor più direi gli è stata data corda da chi non l'ha sospeso o scomunicato, chiunque insegni reiteratamente cose contrarie alla fede, nel momento giusto.

Angelo ha detto...

Un assaggio per lorsignori, che tendono a dimenticare le eresie del loro eroe, ora pontefice nel (falso) nascondimento: http://www.lastampa.it/2008/11/19/blogs/oltretevere/benedetto-xvi-martin-lutero-ha-ragione-la-riabilitazione-cattolica-dell-eretico-vyXKTiNJFcnOx76xheYm1I/pagina.html Non bastano le scarpette rosse o una certa finezza teologica a evitare di cadere nel neomodernismo.

Josh ha detto...

Cosa mai i cattolici possono imparare da Lutero?
a ritenere la giustizia di Cristo imputataci per i Suoi meriti, conquistatici nella Sua Passione e Morte,
e dopo aver ricevuto questa incommensurabile eredità immeritata,
continuare a peccare sempre più fortemente, senza ravvedimento nè santificazione?

E invece nulla è caduto delle condanne di Trento:

_9.Se qualcuno afferma che l'empio è giustificato per sola fede, nel senso che non si richiede nient'altro per cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione, e che non è assolutamente necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà: sia anatema
(DS, 1559)

_11.Se quacuno afferma che gli uomini sono giustificati o per la sola imputazione della giustizia di Cristo o per la sola remissione dei peccati, esclusa la grazia e la carità che è riversata nei loro cuori dallo SS e inerisce ad essi; o anche che la grazia, con cui siamo giustificati, è solo favore di Dio: sia anatema (DS, 1561)

_12.Se qualcuno afferma che la fede che giustifica non è altro che la fiducia nella misericordia divina, che rimette i peccati a motivo di Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema (Ds, 1562)

_24. Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata e neanche aumentata dinanzi a Dio con le buone opere, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione ottenuta, e non anche causa del suo aumento: sia anatema.(DS, 1574)

a cui si aggiungono molti altri errori luterani: la certezza di salvezza solo per fede impugnata, nell'errata comprensione di Ep. Romani su fede/opere, Tito 3, Galati 2-3, e il completo travisamento di Efesini 2.

S. Giacomo ha affrontato il tema della fede senza opere di ravvedimento e santificazione, "la fede senza le opere è morta"
e "anche i demoni credono, eppure fremono" (Gc 2,19)

altro che pecca fortiter sed crede fortius.

l'idea di lutero, poi, dell'uomo talmente caduto a cui non rimane nemmeno la possibilità infinitesima di bene o di opera buona, è riflesso del carattere negativo di lutero, più che una giusta interpretazione della dottrina del peccato originale e la grazia, diviene una rottura insanabile tra natura/grazia, con accenti gnostici-manichei, in cui la natura sembra irredimibile (crederlo oltre a contraddire la stessa S. Scriptura sarebbe una n-sima mancanza di fede)e come che la grazia non riesca a fare a sufficienza....quindi a tutta risposta ci si butta nell'irrazionale e nel fatalismo.
E' come uno che partito in cerca apparentemente di una fede più autentica, finisce per negare tutte le dottrine della fede.

In realtà la grazia può tutto, anche trasformare ciò che nemmeno possiamo immaginare,
MA dobbiamo lasciarla operare, non resistere allo SS. all'opera.

Per cui se lo tengano stretti loro, marx e kasper e le comunità di base, sciroccati di ogni genere e quelli del dio Queer, lutero.

viandante ha detto...

@Angelo

Condivido. La fede per essere vera fede deve possedere le seguenti qualità:
- essere universale, integra, cioè estendersi a tutte le verità rivelate
- deve essere salda, forte, resistente e non cedere alla prima obiezione
- viva, deve vivere mostrando dei frutti , cioè opere di carità
- costante. Deve essere una luce continua nella mia vita e non a intermittenza

Ora, molto umilmente nell'articolo si parla solo dell'opposizione tra fede e opere (fede viva), per la quale già si potrebbe discutere. Infatti la fede da sola non porta alle opere se il soggetto non è in grazia di Dio. Le opere di un cattolico sono meritorie se lui si trova in stato di grazia, altrimenti no.

Però ad esempio tutta quella che é la teologia cattolica della grazia santificante non trova corrispondenza in Lutero e proprio per questo non hanno i sacramenti e quei pochi che sono rimasti sono solo segni esteriori ma non segni efficaci come insegna il catechismo. Quindi già solo per questo aspetto la fede riferita ai protestanti non è integra, non abbraccia tutto il nostro credo.
In questo senso, ecumenicamente, ci si vuol mostrare uniti, ma in realtà anche papa Benedetto non accettava l'eucaristia come semplice presenza simbolica di Cristo, la sapeva presenza sostanziale di Cristo!
E quindi secondo Sant'Agostino se anche solo una sola verità ci divide, quella sola differenza fa dell'altro un eretico.

Tra l'altro uno che commette peccato mortale, perde la grazia e quindi la possibilità della vita eterna (se non si confessa), ma non perde per forza la fede. E difatti senza fede non si va in Paradiso, ma la fede da sola non è sufficiente.

Josh ha detto...

Angelo, lì però nel tuo art. linkato, B XVI non ha detto dappertutto un'eresia, anche se per me era più prudente non camminare sul bordo scivoloso del burrone.

devo prendere l'inizio dell'art.

http://www.lastampa.it/2008/11/19/blogs/oltretevere/benedetto-xvi-martin-lutero-ha-ragione-la-riabilitazione-cattolica-dell-eretico-vyXKTiNJFcnOx76xheYm1I/pagina.html

riporto:

"Martin Lutero non sbagliava quando sosteneva che ci si salva solo per fede. Lo sostiene Papa Benedetto XVI, che, nel corso dell'udienza in piazza San Pietro, sottolinea, però, che non bisogna opporre la 'fede' alle 'opere', come faceva il padre della Riforma che spaccò la cristianità nel Cinquecento."

cioè B XVI riprende le cose che ho citato prima anche io.
S. Paolo -perchè il tutto germina intorno a come si intende S. Paolo- afferma 'il giusto vivrà per fede' , intendendo ovviamente anche opere tali da essere specchio della propria fede, ma in contemporanea abbiamo S. Giacomo: 'dov'è la tua fede se non è vivificata dalle opere?'.

B XVI infatti condanna in Lutero il separare i 2 aspetti, fede e opere, che sono uniti. Se uno ha fede vera, è ovvio che ne sarà trasformato e farà una vita santa, con degne opere conseguenti.
E' ovvio teologicamente se si è onesti, direi...è meno ovvio nella vita d'oggi...se già si separa impunemente la dottrina dalla pastorale, beh allora c'è anche chi separa la fede dalle opere....

ancora S. Paolo e non Lutero:
'è per grazia che siete salvati, mediante la fede: ora tutto questo non viene da voi, ma è dono di Dio, non per opere, affinchè nessuno di glorii; ma le buone opere vanno compiute, intese come preordinate da Dio stesso'
quindi la nostra risposta all'opera di Cristo deve essere sempre ravvedimento e santificazione, e non peccare fortiter tanto abbiamo già i meriti di Cristo.

Questo scoglio di Lutero che sempre travisa S. Paolo e S. Giacomo Ratzinger non glielo passa a Lutero, non lo condona a Lutero, e B XVI lo dice quando afferma
' non bisogna opporre fede e opere'
perchè ciò che conta anche in S. Paolo è la fede, sì, ma che se è tale opera insieme alla carità. Tanto che gli esempi di fede in S. Paolo sono per es. Abramo che accetterebbe di sacrificare Isacco, una fede quindi che opera nelle azioni.
Lì Ratzinger non dice certo che ha ragione Lutero, ma resta nei valori del NT.

ancora dal tuo art.

"La concezione luterana di 'giustificazione' per 'sola fide' "è vera se non si oppone la fede alla carità e all'amore", ha detto Ratzinger rivolgendosi a migliaia di fedeli raccolti all'interno del colonnato berniniano. "La fede è guardare Cristo, affidarsi a Cristo, attaccarsi a Cristo, e ciò significa anche conformarsi con Cristo, alla forma della sua vita, che è l'amore. La fede opera per mezzo della carità. Nella fede che crea la carità, tutta la fede è realizzata".

è che nel luteranesimo manca l'affermazione di necessità di risposta di santificazione nell'uomo all'opera di Cristo.
Dobbiamo conformarci a Cristo (le opere dunque conseguenti alla fede) ma questo B XVI lo dice.

dall'art.
"Benedetto XVI ha dedicato la catechesi odierna, come quelle delle scorse settimane, alla figura di San Paolo..."

Paolo rimane incompreso e mutilato nel luteranesimo, ma tra le righe lì l'ha pur detto anche B XVI (accontentandosi un po', l'ha detto...).
Oggi siamo ben oltre....

certo si poteva dire tutto direttamente, senza "riabilitare" nessuno perchè non va riabilitato. Aggiungo che non è l'unico travisamento biblico grave, questo, da parte di lutero....

Josh ha detto...

cade proprio a fagiolo, in relazione a quanto scritto sopra, l'ammonimento di S. Pietro nella 2nda Lettera al cap. 3:

"3 Questo anzitutto dovete sapere, che verranno negli ultimi giorni schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo le proprie passioni 4 e diranno: «Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione». 5 Ma costoro dimenticano volontariamente che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall'acqua e in mezzo all'acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio; 6 e che per queste stesse cause il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì. 7 Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina degli empi.

8 Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. 9 Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. 10 Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta.

(>>>>necessità della santificazione, quindi delle opere della fede)

11 Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà, 12 attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! 13 E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.

14 Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.

(riflessione di S. Pietro su quelli che torcono S. Paolo!)


15 La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16 così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose.

In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.

17 Voi dunque, carissimi, essendo stati preavvisati, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall'errore degli empi; 18 ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell'eternità. Amen!"

Josh ha detto...

Ovvero, S. Pietro rivela che già allora come in futuro ci sarà chi basandosi erroneamente sul carisma teologico e profetico di S. Paolo, con quelle sue espressioni particolari, lo traviserà a propria perdizione.

Prima di tutto giova dire che prima di "stabilire" una dottrina, non basta certo, alla luterana, estrapolare un passo che ci sembra più comodo senza contesto, senza la miriade di altri passi correlati che lo confermino.

Perchè è poi così che ci si pone lontando dalla verità, strumentalizzando alcune parole, separandole dalle altre e innalzandole a ideologia.

le esortazioni che S. Paolo fa, come scrive S. Pietro, in tutte le sue epistole, sono in realtà la venuta di Cristo, il giudizio, le cose finali in genere e SEMPRE la condotta santa e fruttuosa da tenere, piena di buone opere e dei frutti dello Spirito Santo.

Per es. Tito 2,11
"11 È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, 12 che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, 13 nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; 14 il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone."

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tornando a S. Pietro su falsificatori di S. Paolo:

" nelle quali epistole (ἁις) sono alcune cose diffìcili a capire, che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione. "

si può pensare ai passi delle Epp. Paoline dove si ragiona della libertà cristiana, che non è certo liceità a peccare fortiter: Romani 6-7; 14; 1Corinzi 8-10; Galati 5 ecc. Di questi e tanti altri passi potevano giovarsi, torcendone il senso, i falsi dottori e quanti facevano della libertà un manto per coprire i loro vizi 1Pietro 2,16; 2Pietro 2,19; Galati 5,13; Romani 6,1. Non dimentichiamo che lutero dice di partire dalla Ep. ai Romani .

S. Pietro li definisce ignoranti perchè non giunti ancora ad afferrar la verità, instabili (Cfr. 2Pietro 2,14) perchè ancora malfermi nella fede e indecisi nella loro vita cristiana, quindi portati a dare a certi passi, non il senso che l'autore aveva in mente, ma quello confacente alle loro passioni. Così fanno, non solo per gli scritti apostolici, ma in genere per le altre Scritture. Torcendone il senso per volgerlo a favore della loro corruzione essi, invece che alla loro salvezza, le fanno servire alla loro propria perdizione finale.

Ecco perchè è sempre basilare ricordare la necessità della configurazione a Cristo.
E ricordare le beatitudini nei Vangeli.
Finchè non viviamo in noi quelle....

Ed è per questo che Lutero resta fuori, secondo, giustamente, l'analisi di Trento.

Anonimo ha detto...

Che confusione...
Marx poi è uno degli otto.
Chissà poi perchè proprio otto...
simbolo proprio del caos

Josh ha detto...

Aggiungo ancora, sulla distruzione dei Sacramenti da parte dei protestanti:
non è solo eresia, che c'è,
è pure politica, cioè: guardiamo pure in basso, in questioni di mero interesse materiale quando si parla di protestantesimo.

negando la validità dei Sacramenti cattolici si voleva come privare la Chiesa Cattolica, definita spregevolmente Romana, dell' esclusiva- la vedevano così- dell'amministrazione di Sacramenti della salvezza: è per questo che in principio si nega tutta la sacramentologia, si dice che non hanno valore, che non salvano, non più significando causant, non più avrebbero efficacia ex opere operato;
dei Sacramenti restano pallide ombre nel protestantesimo, fino all'annullamento quasi totale nelle varie 'ondate' successive di 'riforma', finchè ognuno si autosalva da sè come gli pare, si autocomunica, si autoassolve, la salvezza diventa fatto individuale e slegato dai Sacramenti.

Grottesco poi pretendere di sottrarre questo alla Chiesa Cattolica, i Sacramenti farseli da sè, come per recrimiare una propria 'libertà',
e poi finire ostaggi dello Stato laico come è avvenuto nei paesi protestanti.

Stefano78 ha detto...

Il Cardinale ci sta mandando "all'inferno". Perché, chi segue Lutero, fa esattamente quella fine

Anonimo ha detto...

Il Cardinal Marx (e sarebbe da interrogarsi sul perché sia stato fatto cardinale - e prima vescovo- un sacerdote dalla dottrina evidentemente eterodossa) ha comunque (date le fattezze suine) una innegabile affinità con quello che fu definito il "porcus Saxoniae".
Claudio

Anonimo ha detto...

Perché non si fanno luterani costoro? ?

Rr ha detto...

Anonimo 15:55:
perché se si fanno protestanti, perdono ogni visibilità. Non più interviste, non più comparsate TV, non più libri venduti esoldi, tanti soldi, guadagnati. E perche in Germania i cattolici che pagano al Kirchensteur sono ancora tanti, più dei protestanti che la pagano.
Il cardinale s' e' costruita una residenza in quel di Roma che nessun Capo luterano ha.
Finche' continueranno a ricevere soldi dai fedeli, non cambieranno mai.
Rr

Cattolico ha detto...

caro Stefano, se S.E. vuole andare all'inferno, ci vada pure, sarà in ampia compagnia, di scuro. Ma noi poveri cattolici indifesi, teniamoci alla larga da questi signori, che tutto sono fuorché pastori di anime Bnedetto Mons. Léfèbvre, magari i FF I avessero il coraggio che ebbe lui e scegliessero di obbedire a Cristo anziché ai tiranni dalla finta misericordia