Per la salvezza eterna dell'uomo, di ogni uomo, e non per renderlo cosciente di una salvezza già avvenuta: per questo c'è la Chiesa.
La differenza sta tutta qui. Ormai il Cattolicesimo in mezzo a noi ha preso un'altra forma, questo fatto è sotto gli occhi di tutti. La preoccupazione non è più la salvezza delle anime. Chi frequenta ancora le chiese, difficilmente sentirà predicare questo che è il cuore del cristianesimo: Nostro Signore Gesù Cristo è l'unico Redentore, occorre pentirsi e cambiare vita, essere battezzati e accostarsi ai sacramenti, occorre vivere in grazia di Dio per la salvezza dell'anima nostra. No, di tutto questo non si parla più. E lo vedremo in questo “Anno della fede”, nel quale, ahimè, si sarà preoccupati di celebrare le date della Chiesa, ma non si affermerà la preoccupazione della salvezza delle anime.
Perché tutto questo? Semplicemente perché dopo il Concilio si è di fatto prodotta una mutazione della fede cattolica, i cui tragici frutti cogliamo pienamente in questi tempi.
Hanno in testa molti, troppi, quasi tutti, che la salvezza delle anime è già avvenuta, e che ora bisogna solo rendere coscienti gli uomini di questo dono dall'alto. È una Chiesa, questa, che ha spostato tutto sull'umano, sull'antropologia, sul benessere della persona, sulla ricerca della felicità.
Ma questo è ancora Cristianesimo? Gesù non è venuto perché senza di Lui non possiamo salvarci? Non è morto in Croce per liberarci dal potere del Demonio e per riaprirci il Paradiso? Non ha comandato ai suoi discepoli di predicare il Vangelo sino agli estremi confini della terra e di battezzare?: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato” ...non è scritto così?
Invano attenderete, nei dibattiti televisivi sul Concilio, che l'ecclesiastico di turno vi parli della questione della salvezza eterna. Ma se non è in gioco questo, che ci sta a fare l'ecclesiastico di turno e la Chiesa stessa? Capita di vedere un Cardinale, quello di Milano, su “LA7”, sfoderare un irenismo ridicolo e cieco sulla situazione della Chiesa (“Quando visito le chiese, sono sempre piene”... “Non è vero che c'è crisi”), sentirlo parlare di un fumoso cristianesimo in un discorso che assomiglia più ad una lezione di antropologia, reagire infastidito alle chiare affermazioni del Prof. De Mattei sulla spaventosa crisi seguita al Vaticano II, mentre il laico di turno, nel caso Giuliano Ferrara, ricorda che occorre parlare anche dell'Inferno, oltre che della “pienezza umana” portata da Cristo. Siamo a questo punto: quelli fuori della Chiesa ricordano alla Chiesa l'essenziale, che essa non predica più.
Ma attenti tutto questo è più che drammatico, perché cambiare la prospettiva vuol dire cambiare tutto.
Se lo scopo è rendere migliore, più cosciente la vita di quaggiù, e non la salvezza eterna, siamo di fronte ad una modificazione profonda del Cristianesimo, siamo di fronte ad una nuova religione, che non è più quella di Nostro Signore Gesù Cristo. Siamo di fronte alla religione dell'uomo, e non alla religione di Dio.
Un grande sacerdote santo, il Père Emmanuel Andrè, chiamava tutto questo “Naturalismo”: tutto è ridotto alla natura, all'uomo. È il più grande e devastante cancro del Cattolicesimo. E lo stesso Pére Emmanuel diceva che occorre, di fronte a questo male, essere “uomini di Dio, uomini di reazione”: entrambe le cose... di Dio e di reazione. Sì: occorre PREGARE E REAGIRE, dire basta!, non avere più a che fare con coloro che stanno affossando la Chiesa e la fede Cattolica.
Sono nostri pastori coloro che custodiscono il cattolicesimo, non coloro che lo svendono trasformandolo in antropologia religiosa per entrare nei salotti culturali di questa stanca società occidentale. Come fare per sapere se i pastori sono degni di essere ascoltati e seguiti? È semplice: se parlano ancora della salvezza eterna, se parlano dei Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Se nel loro parlare tutto questo non compare mai, diffidate, hanno già cambiato la fede.
31 commenti:
oh questa è bellina !...e se nessun parroco predica i Novissimi, non ascoltiamo più nessuno, e dunque dove andremo ? traslochi forzati fuori provincia o regione, causa pastori inidonei ? un conto è dirlo....oppure stiamo a Messa turandoci le orecchie alle omelie. Ma allora tanto vale stare a casa, come qualcuno consigliava.
Nessuno di noi pensa che nessun sacerdote predica i novissimi; ma il fenomeno, purtroppo esiste ed è abbastanza generalizzato. Ed è bene guardarsene.
Per chi è 'formato' alla retta fede il problema è relativo. Sono le nuove generazioni quelle a rischio.
Sì, finalmente; tutto giustissimo e sacrosanto; ma....spiegatemi, perchè se queste stesse cose di natura così realmente drammatica (essendo tale oggettivamente la situazione della Chiesa rinata dal concilio), se le dice un blogger viene spesso censurato o bollato come pessimista e catastrofista ?
con sentita partecipazione al problema, spero di poter mettere a fuoco alcuni punti.
L'autore dunque dice:
-"questo è più che drammatico, perché cambiare la prospettiva vuol dire cambiare tutto. "
più che drammatico, è vero, occorre prender coscienza della gravità di ciò che accade; ma allora costui, dicendo "più che drammatico" è privo di speranza ? è uno che vede tutto sul tragico ? è esagerato ed estremista, come molti ci dicono, di non esagerare coi toni cupi, che tanto tutto andrà bene prima o poi ? (certo lo so che "non praevalebunt", allora restiamo imperturbabili su tutto? non si può, ache gli atei devoti ci sorpassano...)
-"siamo di fronte ad una modificazione profonda del Cristianesimo, siamo di fronte ad una nuova religione, che non è più quella di Nostro Signore Gesù Cristo. Siamo di fronte alla religione dell'uomo, e non alla religione di Dio."
vero, verissimo, lampante per chi ha un briciolo di buonsenso e retta ragione.
Ma allora perchè un (o una) blogger qui tempo fa diceva che no, (non temete?) non è affatto nata una nuova Chiesa da 50 anni in qua ?
-Sì: occorre PREGARE E REAGIRE, dire basta!, non avere più a che fare con coloro che stanno affossando la Chiesa e la fede Cattolica.
sacrosanto ! ma come si fa a reagire, quando ci si sente dire, anche negli autorevoli blogs: "adeguatevi, obbedite ai pastori che vi guidano, non vi ribellate, non polemizzate, state in pace con tutti, smorzate i toni, non sollevate dissensi"....come si fa a reagire in silenzio e accettando tutto per questa aberrante pace (=pace-connivenza col demonio che affossa la Fede) ?
-"Come fare per sapere se i pastori sono degni di essere ascoltati e seguiti? È semplice: se parlano ancora della salvezza eterna, se parlano dei Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Se nel loro parlare tutto questo non compare mai, diffidate, hanno già cambiato la fede.
E come faccio io, se nella mia città (o anche intera diocesi, per un certo "clima" ben diffuso dall'alto) si può dire che TUTTI I PASTORI tacciono sui Novissimi, sul pericolo di dannarsi, come posso evitare quei pastori ? io non posso andar fuori città, per una serie di motivi, allora resto senza Messa ? qui dove io vivo si dà per scontato che tutti siamo "avviati all'eternità", senza ben specificare in che tipo di "sistemazione": ovvio che sia la migliore per tutti, scontato.
E tutti vanno a Messa e ai funerali, "giulivi" e spensierati, perchè tutti andranno in Paradiso in carrozza, e senza passaggi "purificativi" (figuriamoci nominare un certo "carcere" temporale, o fuoco....che retrò!).
No problem.
Ma allora a che serve la Messa ?
(chissà se gli ottimisti alti prelati e pastori spensierati si pongono questi quesiti che ci travagliano giornalmente, circa la salusa animarum che pare non preoccuparli minimamente...)
(chissà se gli ottimisti alti prelati e pastori spensierati si pongono questi quesiti che ci travagliano giornalmente, circa la salus animarum che pare non preoccuparli minimamente...)
C'è chi se li pone e chi non se li pone.
Mi spiace per chi scrive. E' uno degli aspetti della "Passio Ecclesiae" che possiamo solo affidare al Signore.
Quanto al commento iniziale e successive consderazioni, per quanto riguarda questo blog, non si è mai fatto alcun cenno ad "adeguamenti" acritici contrari alla Verità. C'è stato semplicemente un momento di saturazione alle "recriminazioni infinite"...
Più che un momento direi un lungo periodo in cui si leggevan da un post all'altro autocompiangimenti, paginate di rivelazioni private che si ripetevano e ci venivan ammannite come se non le conoscessimo e, ove non le avessimo mai sentite, non avessimo capito alla prima, alla seconda, all'ennesima.
A tutto ci dev'esser un limite. Questione di buon senso.
Nessuno qui ha mai ha ceduto in niente rispetto alla sana dottrina e negli articoli e nei commenti siamo sempre stati chiari, non solo genericamente sullo stato della Chiesa, ma anche nei riferimenti a posizioni di ben noti prelati ad ogni livello.
Forse l'anonimo/a che spesso riappare per recriminare sull'invito a non limitarsi alle lamentazioni, non comprende l'importanza di un articolo "recriminante" uscito dalla penna di un gruppetto di sacerdoti coraggiosi che ci mettono la faccia, che han sofferto l'emarginazione, e si rivolgon in modo non piagnucoloso ma forte e virile ai fedeli.
Nei loro scritti, non solo quello oggi riportato, non c'è mai lo sterile pessimismo, ma un'audace e proficua lotta a difesa della Fede.
Una certa differenza mi sembra che ci sia proprio e che non la veda chi non la vuol vedere.
Inoltre la loro parola vale, per la loro autorevolezza, mille volte quella di tutti noi messi insieme.
"sacerdoti coraggiosi che ci mettono la faccia, che han sofferto l'emarginazione, e si rivolgon in modo non piagnucoloso ma forte e virile ai fedeli.
Nei loro scritti, non solo quello oggi riportato, non c'è mai lo sterile pessimismo, ma un'audace e proficua lotta a difesa della Fede.
Inoltre la loro parola vale, per la loro autorevolezza, mille volte quella di tutti noi messi insieme."
Ne abbiamo tanto bisogno di sacerdoti come loro.
Che Il Signore ci mandi tanti santi sacerdoti, salvatori e santificatori delle anime.
Andando al concreto per le soluzioni del problema.
Se gli autorevoli e santi sacerdoti
ci dicono, con monito più che attendibile, imperioso grazie al loro spirituale prestigio:
"Diffidate di coloro che tacciono ecc....evitateli ! non li ascoltate, fuggite i cattivi pastori ecc...vi cambiano la Fede!", e questo è un pericolo REALE E SERIO, per l'anima, (non un mito invfentato da persone fantasiose) allora qualcuno sempre autorevole ci dovrà pur indicare COME, dove, si possa fuggire o rifugiarsi, mentre noi migliaia di poveracci, fuggendo (solo chi capisce il pericolo, cioè lo 0,1%, ovvio!) da un fronte di fuoco che sta bruciando il bosco, nella fuga ne incontriamo un altro più feroce e divorante del primo ? dove andare, chi ascoltare, quando da una chiesa all'altra si va di male in peggio?
Vorrei che i benemeriti sacerdoti stessero nella mia diocesi, per capire ciò che dico e mi sciogliessero l'amaro dilemma:
stare a casa o andare a Messa e subire nolenti ogni domenica scempiaggini e frivolezze (nella migliore ipotesi) o volgarità, empietà, eresie, stupidaggini blasfeme velate o volute (nella peggiore) ?
è facile dire "evitateli" quando chi lo dice può scegliere.
Laddove siamo assediati si pone il serio problema di tralasciare la Messa domenicale, e non ho trovato nel web ancora una risposta esauriente di cui fidarmi.
E' ora che tutti sappiano e capiscano il dramma: che tante Messe sono altamente diseducative per i fedeli che le ascoltano - di qualunque età, giovani o vecchi- e che ne sono inquinati tutti, come ho riscontrato dai sintomi palesi conseguenti all'"assorbimento" di parole inquinanti, mese per mese (confronto quest'anno coi precedenti, e vedo un crollo verticale nel senso del sacro, della devozione esteriore e interiore, e delle certezze dottrinali. La Fede non è che vacilli, sta crollando, riducendosi a grandi riunioni amicali-musicals con sottofondo di chitarre martellanti, spesso fin dal presbiterio e anche nei momenti salienti, tipo la Comunione....)
Cioè fanno più male che bene, soprattutto agli acritici e giovanissimi, ma anche agli svegli ed anziani, che si accasciano sfiniti sotto l'assalto eresia+empietà.
Ma non c'è scelta, se non quella di stare a casa. Mica tutti possono fare tot km ogni domenica.
D.
Cioè fanno più male che bene, soprattutto agli acritici e giovanissimi, ma anche agli svegli ed anziani, che si accasciano sfiniti sotto l'assalto eresia+empietà.
Ma non c'è scelta, se non quella di stare a casa. Mica tutti possono fare tot km ogni domenica.
La Passio Ecclesiae
Ognuno parla sulla base della propria esperienza e di quella di amici e conoscenti.
Io non so dove tu ANONIMO D abiti, quindi come si fa a parlar sul concreto? Che cosa di concreto si può suggerire alle ombre che parlano dall'ombra?
Mi rifiuto di credere che tu abiti in una regione dove non ci sia un sacerdote, uno solo che ancora conservi la Fede, e presso cui tu possa trovare la possibilità di santificazione.
Se poi vivi nel deserto religioso, cerca di individuar il sacerdote meno pericoloso, e, visto che sei in grado di discernere ciò ch'è cattolico e ciò che non lo è,
partecipa ugualmente alla Messa che ha in sé, pur nel nuovo rito, i mezzi indispensabili per la salvezza, e soprattutto lo strumento principe: Cristo. Il resto lo lasci perdere.
Leggo che ci sono anziani che si accasciano sotto i colpi dell'eresia: ebbene, tu che hai le idee più chiare perché non li aiuti a reagire, perché non concordar con loro loro le modalità per assistere ad una S. Messa che elevi invece che affossare? Formate un gruppo, contattate un sacerdote anche d' altra diocesi, e riunitevi in una casa se non avete nei dintorni più accessibili una chiesa dove si celebri una S. Messa con tutti i crismi. Insomma organizzatevi,
Certo non tutti posson far ogni domenica un tot km. ma se non tutti una parte almeno sì. Non credo che tutti sian vecchi e sciancati: non si tratta, talvolta, di poca buona volontà?
Qui, a Firenze, in tempi lontani, si andava a Bologna per trovare una Messa antica, poi i sacerdoti della Fraternità, celebravano in una casa privata ed io ci andavo non sempre, ma parecchie volte. Successivamente abbiamo avuto l'indulto, nell'85. Ma sapessi che fatica trovare il sacerdote quando chi doveva venire non si faceva vedere per settimane: s'è girato tutti i conventi della provincia, e si andava a prender e riportar il prete al suo èpaese. Ne so qualcosa di km e km fatti. E da Livorno, Pistoia, S. Giovanni Valdarmo, Siena ecc., per anni venivano i fedeli che poi hann'ottenuto la Messa Summorum Ponitificum.
Niente è facile, ma se ci si adagia nel piangersi addosso non s'ottiene niente. A volte noi eravamo in chiesa e il sacerdote all'ultimo momento telefonava che non sarebbe venuto o addirittura non si presentava senza spiegazione: a quel punoto ciascuno cerca di ottemperareil precetto adattandosi al meno peggio. E la fede nopn l'abbiamo perduta.
Dante ha ragione, ragione, ragione da vendere. Queste sue parole sono sopratutto da meditare: "Partecipa ugualmente alla Messa CHE HA IN SE', pur nel nuovo rito, i mezzi indispensabili per la salvezza, e sopratutto lo strumento principe: Cristo."
E ci sono tanti modi di partecipare. Nella chiesa che frequento abitualmente a Trieste ci sono spesso, durante la Messa, fedeli che assistono dalla cappellina del Santissimo. L'altare maggiore si vede bene, ma non c'e' la pressione psicologica per spingere a "partecipare" (alzati, siediti, rispondi, invoca, segno di pace, come altrettanti burattini). Una signora in particolare - non so chi sia - tiene il rosario fra le dita e lo sguardo fisso al tabernacolo per tutta la Messa. La stessa cosa accade a Padova, alla basilica del Santo. Vi sono spesso fedeli che pregano nella cappella del Santissimo, vanno all'altare maggiore per la Comunione, e poi tornano a pregare davanti al tabernacolo.
Drammatizzare non serve; testimoniare invece si'. E se lo fanno quei fedeli cui ho accennato, possiamo farlo anche noi.
Dante, la messa con l'indulto é come le bistecche di soia...
Ma io vi chiedo: se, a quanto si dice qui e si ripete su tanti siti cattolici, la Messa moderna contiene l'essenziale per salvarsi, a che serve arrovellarsi e viaggiare verso posti lontani, o stressarsi in faticose adunanze, (spesso vanificate) o attese deluse ecc..... tanti affanni e forse acerbi scontri con i familiari che NON comprendono tale aspirazione (metteteli nel conto, sono frequentissimi) per cercare ad ogni costo, quella antica come fosse questione di VITA O MORTE ? magari a costo di trascurare i doveri del proprio stato (madre, casalinga, aiuto anziani e bambini ecc. che assorbono molto tempo, più ancora di domenica) mettendo a rischio la pace famigliare ?
il dilemma si riduce all'osso così: se uno non può arrivare a prendere quel Pane salutare e purissimo, allora dovrà accontentarsi dell'alimento adulterato, pieno di inclusi velenosi, che, a furia di mangiarlo, procurano malattie mortali per la Fede. Cioè pare che ci si dica: meglio mangiare cibo avvelenato che morire di fame, come se stessimo schiacciati sotto le macerie di un terremoto e (mi si perdoni l'immagine cruda sentita nei fatti di cronaca vera) bere da qualche scolatura l'acqua sporca o simili....pur di sopravvivere. Ma è così o no ?
Se la Messa NO è di buona natura e sostanza nutritiva, non ha alcun senso che si faccia questo dibattito fervente, aperto dal luglio 2007, nè che ci si affanni per avere la Messa di sempre o tridentina, nè che si discuta di Tradizione da ritrovare.
C'è la continuità della Fede e Dottrina nella Messa NO o non c'è? se c'è, basta così; stiamo contenti e andiamo avanti col NO.
Se la Messa NO è buona, non cerchiamo la presunta "migliore", irraggiungibile nello spazio e tempo. (o quelli che la possono avere sono figli di serie A?)
Cade del tutto ogni problema e dilemma; la Messa di S. Pio V non serve più a nulla, superata come la locomotiva a vapore davanti ai mezzi moderni ultraveloci, o il primo telefono di fronte ai cellulari.
Oppure ..............?
Per tutti coloro che soffrono, in attesa della restaurazione, che ci sarà. Quando lo sa il Signore:
"Partecipa ugualmente alla Messa CHE HA IN SE', pur nel nuovo rito, i mezzi indispensabili per la salvezza, e sopratutto lo strumento principe: Cristo."
Molto eloquente la testimonianza di Luciana Cuppo, ugualmente da seguire.
Del resto è quel che accade a me tutte le volte che non posso fare i Km per partecipare alla Messa VO. Anche in una città come Roma succede ed è pur sempre una grazia rispetto a diocesi che ne sono completamente prive!
Ci sono i mezzi indispensabili ? appunto, ecco la questione principale che dovrebbe orientare le scelte. Come dire, se avete il pane non cercate il dolce. Appunto su questo era incentrato il mio commento postato poco fa con il quesito sospeso in tante coscienze fortemente turbate dal caos odierno (mentre la desistenza delle alte docenze continua nelle ambiguità, v. Canizares), dove chiedo in sostanza:
ma nel NO, si tratta che esso pane buono oppure no?, visti gli effetti inquinanti su chi lo mangia, iniziando dai sacerdoti che stanno perdendo essi per primi la Fede e la vera Dottrina, che non sanno insegnare più ?
aspetto la pubblicazione del commento che ho postato dieci minuti fa, prima di questo.
kelly
Ieri sera, alle 23,23, ho infarcito di errori di battitura il mio intervento: "cerca" è saltato il "va" dell'imperfetto; "ottemperare il" invece che "al": avevo corretto cancellando il verbo che avevo usato in precedenza e m'è rimasto l'articolo: un obbrobrio. Colpa della fretta anche, ma soprattutto della mancanza delle idonee lenti dopo il recente intervento oculistico. Quando le avrò starò più attento. Ora mi devo arangiare ancora per una ventina di giorni con le vecchie.
Grazie, Luciana, per aver condiviso, come Mic, la mia posizione ed anche la motivazione che mi spinge ad invitar a non cader nel pessimismo catastrofista e piagnucoloso che non sortisce alcun risultato, e che non è cattolico.
Anche se la situazione è oscura, noi abbiamo il dovere di testimoniar con forza la nostra fede e di portar la luce dove si brancola e trovar la luce, magari qualche raggio soltanto, anche lì dove si si fa di tutto per offuscarla.
Per la partecipazione alla Messa si segua l'insegnamento di Pio XII nella Mediator Dei, come fanno, forse senza saperlo, quelle persone che, come dal tuo intervento, pregan davanti all'altare o seguon la Messa col rosario fra le dita.
La testimonianza, inoltre, a mio avviso, tanto è più formativa quanto più proviene da persone che combatton a viso aperto.
Ma questa mia battaglia è spesso contrastata e giudicata antipatica vanteria, senso di superiorità, volontà di mortificar gli altri, insensibilità verso certe situazioni particolari, e magari da quelli stessi che salgon in cattedra ed esaltano (giustamente) il comportamento dei martiri martiri... Per me, invece, questa mia posizione è semplicemente coerenza nella testimonianza ed esortazione alla coerenza. Se i cattolici non son coerenti nella difesa della Fede, se han paura di metterci la faccia, con quale, non dico autorevolezza, perché siamo semplici fedeli, ma almeno con quale legittimità e dignità, con quale credibilità la si può richiedere alla gerarchia?
Come vi capisco !! Anch'io per necessita' sono costretto a frequntare la messa modernista,ma ,secondo coscienza ho adottato alcuni accorgimenti per vivere questo momento in maniera piu' degna per un cattolico.
Anzitutto, fornito di un messale del 1962, leggo le letture, le antifone e le preghiere secondo la antica liturgia. Recito il Gloria, il Credo e il Padre Nostro in latino. Alla predica, per non sentire melensaggini ed eresie, recito il S. Rosario. Non partecipo alle moderniste 'preghiera dei fedeli' , 'mistero della fede', e cerco di non dare 'il segno della pace'. Infine dall''Agnus Dei' in poi, mi inginocchio, e , recitato il 'Domine non sum dignus' e il Confiteor mi reco a ricevere la S.Comunione, curando di riceverla il bocca e da un sacerdote. La gente mi guarda incuriosita, ma almeno mi sento piu' in pace con la coscienza.
Ci sono i mezzi indispensabili ? appunto, ecco la questione principale che dovrebbe orientare le scelte. Come dire, se avete il pane non cercate il dolce.
Kelly, proprio non ci siamo. Quando si vuol essere polemici per forza si esce dalla realtà.
Da nessuno dei nostri interventi scaturisce il principio "se avete il pane non cercate il dolce"! Quel che abbiamo detto è, invece, se non avete la possibilità (purtroppo succede in molte diocesi) di avere il dolce, contentatevi del pane perché nel NO celebrato da santi sacerdoti e senza abusi - nonostante lo riconosciamo deficitario -l'essenziale, cioè il Signore, c'è...
Poi, speriamo e preghiamo perché il dolce abbia a ritornare alla grande, come si dovrebbe!
Dante, la messa con l'indulto é come le bistecche di soia...
No, hpoirot, proprio non ci siamo!
La Messa è la Messa. Non alimentiamo queste deplorevoli divisioni tra amanti della Tradizione, altrimenti davvero facciamo il gioco del nemico...
Ma io vi chiedo: se, a quanto si dice qui e si ripete su tanti siti cattolici, la Messa moderna contiene l'essenziale per salvarsi, a che serve arrovellarsi e viaggiare verso posti lontani, o stressarsi in faticose adunanze, (spesso vanificate) o attese deluse ecc..... tanti affanni e forse acerbi scontri con i familiari che NON comprendono tale aspirazione
Kelly, questa mi pare l'ennesima geremiade a tutti i costi.
Mi spiace se nasce da un'esperienza personale e non è solo un'ipotesi; ma penso che ognuno debba regolarsi in base alla sua situazione personale.
Sul discorso di vedere del 'veleno' nella messa NO, non sono d'accordo. Anche se non la condivido e ci soffro anch'io, credo che chi vive la retta fede e vive il Santo Sacrificio come molti di noi hanno detto in post che precedono, non rischi l'avvelenamento... l'antidoto è la Presenza Reale del Signore. Il resto, in caso di necessità, passa in second'ordine.
A meno che non si pensi che il NO è invalido. Ma questo non lo crediamo, almeno quando ci sono sacerdoti che celebrano con l'intenzione della Chiesa. E io ne conosco molti.
Poirot, ti facevo più intelligente.
ma da un pezzo a questa parte mi son ricreduto.
So di cosa parlo e conosco i santi sacerdoti che han per noi celebrato la Messa dell'indulto, il vero Sacrificio, e ci hanno edificato, salvo qualcuno nei primi tempi di rodaggio quando s'andava per tentativi e dopo il voltafaccia del primo incaricato dal vescovo, con la loro presenza e la loro parola. Francescani, Olivetani, Figli di Dio, Canonici del Duomo ecc.
Per un ventennio abbiamo avuto come guida un cappuccino, dotto professore di diritto canonico, autore di notevoli testi, giudice rotale, poi, a seguito della sua malattia seguita da morte, i giovani di Gricigliano.
Ma già, per te, la Chiesa è solo a Econe. E' questo fanatismo che allontana dalla Fraternità anche coloro che ne hanno apprezzato l'opera.
Di soia, scusa, ma te lo devo proprio dire, e non di carne, son fatti gli anonimi a cui piace combatter nell'ombra e gettar fango persino sulla Messa antica solo perché celebrata da non lefebvriani.
Ma onestamente, io non ritengo proprio di aver fatto nessuna "geremiade" (a parte che non basterebbe Geremia in persona per certi spettacoli); ho esposto semplicemente una situazione vissuta IN PRIMA persona, quanto a severissime diffide ricevute in famiglia (coniuge) a non interessarmi dell'argomento "Messa antica" -nè nominarla, nè cercare posti lontani da raggiungere con mezzi pubblici o passaggi di nonsisachi- e devo anche glissare su queste conversazioni di blog (ogni tanto ricevo minacce di formattazione vecchio PC personale su cui navigo). Molti qui, tra laici e clero, preferiscono "non sapere non vedere", il problema Messa non esiste. Non capisco perchè mi si accusi di inventare o recitare una lamentela infondata. Credete che uno si diverta ad esporre certi sgradevoli impedimenti e ricatti ? pensate che io sia una mitomane ? beh, dovreste fare un piccolo soggiorno nella mia diocesi per vedere "che aria tira" fuori dalle città più sveglie riguardo alla restaurazione liturgica.
Non sapete certe realtà e non potete giudicare "geremiade" ciò che sto descrivendo, e dove spesso più che piangere, ridiamo (visto che è una grottesca barzelletta ciò che spesso che si sente nelle messe....)
Per il resto vi dirò, che faccio proprio come il "vandeano" (a cui va detto "grazie" per le idee): alcune scappatoie dall'orrore le trovo anch'io, immersione in apnea nelle brutture coatte, rivolgo preghiere e pensieri "altrove"; solo non ricordo preghiere in latino, ma mi inginocchio, mi turo le orecchie nel frastuono, fingo di non sentire le omelie pazzesche (non è tanto facile), chiedo perdono per le blasfemie svariate di atti e parole (anche di preti) e amen. Chiaro che mi adeguo al "meno peggio", l'ho forse negato ?
Questa è la "minestra" che il convento ci passa, e il Signore lo sa benissimo e Gli chiedo misericordia per tutti.
Ovvio.
kelly
Il comportamento del VANDEANO mi ricorda tanto quello d'un amico sardo che da anni cerca inutilmente d'introdur nella sua diocesi una Messa VO. Non ha perso la Fede, ma continua a combattere.
Quanto a KELLY ed altri: in punto di morte vi confessereste, chiedereste l'estrema unzione ad un sacerdote diocesano, da cui pure vi sentite lontani spiritualmente?
In estate, benché con amarezza e nostalgia, partecipo alla Messa NO. Talora ascolto sciocchezze nell'omelia o rilevo atteggiamenti per cui mi sento in dovere di discuterne col sacerdote. Qualche volta vengo licenziato magari educatamente, a volte n'è nata un'amicizia ed anche collaborazione. Uno celebra, per ora privatamente, il VO. Addirittura vengo invitato a proclamar l'epistola e le altre letture riservate oggi al popolo. Con alcuni è stato per anni uno scontro senza esclusione di colpi e denunce al vescovo. Insomma ho cercato, nei limiti delle mie povere possibilità, di portare il mio contributo, anche aggiungendo del mio nella preghiera dei fedeli o eliminando le parole che mi sembravano non corrette. Anche i colloqui con altri fedeli non mi sembra siano stati tutti inutili.
Indubbiamente se a Lucca i "tradizionalisti" riusciranno ad ottener la Messa antica - con qualche amico vanamente abbiamo bussato alla porta dei vescovi per anni - farò i 30 km all'andata e i 30 al ritorno, nonostante l'età, per conseguir una maggior elevazione spirituale.
Condivido le difficoltà pratiche e dottrinali di molti intervenuti.
E condivido le osservazioni di Dante. Reputo molto esemplari le vicissitudini da lui raccontate.
Certo che la Messa sulla porta di casa ce la possiamo scordare tutti! Sia con il VO che con il NO (considerate solo l'età media dei sacerdoti e anche con il NO tra poco le difficoltà saranno ancor maggiori, almeno nei piccoli centri).
Secondo me il problema della Messa può essere quasi tragico (vedi la creatività balzana di certe celebrazioni), ma solo nella misura in cui noi non siamo coscienti dei limiti e delle manchevolezze della liturgia riformata.
Se siamo coscienti di questi limiti (vedi il breve esame critico dei card. Ottaviani e Bacci), parte del problema l'abbiamo non dico risolto ma possiamo iniziare a cercare delle soluzioni valide.
Il problema é quando crediamo di vivere nel migliore dei mondi possibili con il NO e non ci avvediamo delle possibili implicazioni, a volte implicite, che può sottintendere.In questo caso, parafrasando il titolo di una conferenza, potremmo ritrovarci a morire protestanti senza accorgercene. Il pericolo a volte é reale.
La Messa é importantissima ma presume nel fedele la fede cattolica, la dottrina cattolica (non per niente, nei primi secoli, i catecumeni erano ammessi solo alla prima parte della Messa). E questa, la fede, non nasce dal nulla. Ci é donata da Dio, ma presuppone il nostro impegno, lo studio e l'amore per la Verità per conservarla e svilupparla.
Questo secondo me é un punto ancor più carente di quello della Messa secondo il NO.
Anzi se il catechismo odierno ci presentasse la dottrina cattolica Tradizionale, di sempre, senza le ambiguità conciliari e postconciliari, questa sarebbe la vittoria: il resto seguirebbe senza intoppi.
Parlo per esperienza personale: é lo studio, il porsi domande, la ricerca della Verità che mi ha condotto dapprima a riscoprire il catechismo di San Pio X e poi quasi come logica conseguenza la Messa di sempre.
E per mia fortuna la trasferta é ancora sostenibile (un'ora per andare ed una per tornare).
Ho però ascoltato e memorizzato anche le altre soluzioni proposte: non si sa mai, viviamo in un mondo di delicati equilibri...
VIANDANTE ha ragione quando afferma che nel NO ci sono implicazioni non educative in senso pieno, benché la modifica apportata alla definizione di Messa dopo l'esame critico di Ottaviani e Bacci abbia in qualche modo raddrizzato, se non in tutto almeno nella sua essenza, il valore del S. Sacrificio.
Io non ho mai nascosto le difficoltà che si incontran nel seguir il NO ed anche i pericoli per i meno informati e formati, anzi li ho sempre segnalati con giudizio negativo. Ma qui entra in campo anche la nostra opera, il nostro impegno verso gli altri. Non siamo il popolo di Dio? Allora facciamoci, ciascuno secondo le posibilità e nel suo ambiente, portatori di Verità, nonostante i sorrisetti di commiserazione che potremo incontrare e che i più vecchi tra noi hann'incontrato, a volte vere e proprie persecuzioni.
Leggo ora il nuovo intervento di Kelly che precede il mio delle 16,01 e che non avevo letto perché ancor non comparso.
E' difficile comprender i casi personali e indicare modalità per risolverli, se non generiche, specie quando ci sian divisioni in famiglia. Il buon senso e la necessità di non creare strappi devon consigliare comportamenti cauti, opportuni.
A tal fine si dev'offir anche la sofferenza d'una Messa che risulta insoddisfacente per il clima di superificialità che pervade la celebrazione.
Però resta la mia domanda: è possibile che non ci sia un sacerdote sano nella diocesi?
Io non conosco la situazione di tutte le diocesi italiane, per carità, ma dovunque ritengo che una buona guida spirituale si possa trovare. Se la situazione è quella che descrivi, c'è poco da ridere: la Messa trasformata in barzelletta è sacrilegio su cui piangere e far salire questo pianto sino a Nostro Signore.
però, se ci son problemi familiari, alla stampa ci si può rivolgere in modo anonimo per denunciar nefandezze.
Mi conforta vedere che il sig. Pastorelli ammette casi di rispettabili motivazioni di un anonimato.... si tratta di sapersi mettere talvolta nei panni altrui, visto che non tutti possono parlare liberamente in pubbliche (o mediatiche) arene di certi argomenti scottanti, affrontando a viso aperto i multiformi rischi connessi a quelle battaglie.
Ora, se volessimo tornare verso il centro del tema proposto, a cui il problema "Messa moderna" è strettamente connesso, io leggo che i sacerdoti di Vocogno parlano di dramma, non di cose leggere o risibili, anche se tante messe sono quasi da circo, e ne vediamo esempi sul web ormai da anni, provenienti da tutto il mondo.
Anche il blogger più sprovveduto ha capito la deduzione fondamentale: che proprio dalla natura stessa del NO scaturiscono gli abusi liturgici e le deviazioni dottrinali, se è vero che lex orandi --> lex credendi.
L'art. dice:
"Dopo il Concilio si è di fatto prodotta una mutazione della fede cattolica, i cui tragici frutti cogliamo pienamente in questi tempi."
Qui si parla chiaro e tondo di mutazione, non è una bazzecola. E non ci piove.
Donde viene la mutazione ? dalla mutazione liturgica seguita e promossa dal gran concilio del sec. 20.mo, per ecumenismo rivolto ai protestanti.
A Liturgia alterata segue fede alterata e dottrina deformata. Non è questo che ci hanno insegnato i benemeriti blogs della Tradizione, per anni (grazie a Dio) a noi piccoli ignoranti che non sapevamo nulla di tale stretta relazione Liturgia-Fede-Dottrina, fino al giorno del MP ?
Se, istruendoci, come narra ad es. Viandante, qui sul web, acquisendo consapevolezza (qui è il punto importante: diventare consapevoli di ciò che accade) tante volte abbiamo letto, e acquisito per certo che, mentre la Messa antica è teo-centrica, quella NO è antropocentrica, sicuramente esse portano l'anima in due direzioni OPPOSTE, la prima verso il Cielo, la seconda verso la terra, appiattendola nella finitudine, nell'aldiqua, spingendola ad appagarsi dei miseri beni e piaceri materiali.
E' su questo che i sacerdoti di Vocogno stanno lanciando l'allarme ? sì, su questo.
Ed essi lo fanno a vantaggio dei fedeli inermi e ignoranti, che non si accorgono della frana su cui poggiano i piedi, credendo, come dice Viandante, che tutto sia normale.
Il grande pericolo è proprio qui: l'adagiarsi nelle false sicurezze, il dimenticare che, quanto alla Fede, siamo in una situazione di emergenza, che non è cambiata da 40 anni, o dal 1988, se non in peggio.
Rischiamo di sottovalutare il pericolo, e di venire trascinati dalla corrente di degrado, che ci porta a morire protestanti, mentre dormiamo sul "meno peggio" credendolo il meglio possibile (viandante).
Qui vorrei rivolgere una domanda a coloro che hanno letto il libro di don Nicola Bux: "Come andare a Messa e non perdere la Fede".
Sapete, nelle Paoline della mia città ho paura ad entrare, anche perchè nel pot-pourri della vetrina compare in bella mostra un....candelabro ebraico (vattelapesca gli usi "pastorali"...)
Il libro ha quel titolo sloganistico da "know-how" che vuole un po' sdrammatizzare, ma vorrei sapere se c'è qualcuno che lo ha letto e possa garantire la sua utilità pratica, con benefici
collaudati, come quando installiamo un efficiente
antivirus nel computer, tempestivamente, per difendere tutto il sistema dagli attacchi, prevenendo danni seri o incurabili ai programmi e all'intera macchina ?
bv
Mi conforta vedere che il sig. Pastorelli ammette casi di rispettabili motivazioni di un anonimato
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Pochi, molto pochi. La maggior parte son coloro che approfittan dell'anonimato per motivi non rispettabili, ad es. per non esporsi a critiche, per non far conoscere i propri orientamenti a persone che posson esser d'aiuto nella carriera, ed anche per il malcostume dell'aggressione.
Una madre di famiglia oppressa dal coniuge, per evitar una dolorosa e grave frattura può, a mio avviso, soffrir in silenzio e mantener l'anonimato.
Ma ricordiamoci sempre di ciò che disse Cristo: metterò il figlio contro il padre ecc. Dinnanzi alla Verità non ci son motivi rispettabili: dev'esser sempre professata, costi quel che costi.
E resta sempre valida la domanda: in una condizione di effettiva persecuzione cosa farebbero questi anonimi?
Solitamente cerco nei limiti di assistere per il precetto alla Santa Messa in VO. Non è facile anche perché gli orari ed i luoghi richiedono sacrifici. Con questo non metto assolutamente in dubbio la validità e la liceità (nel senso che è stato approvato dal Papa vero legislatore) del NO senza abusi.
Se preferisco il VO è perché in una parola mi sento “a casa”; perché apprezzo il senso di Sacro, di Mistero, di riverenza verso Cristo; perché sento di più la continuità con la Rivelazione Divina, con il Magistero, la Tradizione e la dottrina di sempre, l'espressione più perfetta e più chiara della Fede cattolica; perché la Santa Messa VO è un bellissimo rito e sembra di stare in Paradiso. Non è perché ritenga il NO senza abusi un rito protestante e non cattolico. Non è la mia posizione.
Leggo che in alcune zone c'è solo il NO e spesso detto con abusi. Mi dispiace davvero.
Condivido il consiglio di Dante: se ci sono Sante Messe NO dette decentemente andate a quelle. Se ci sono abusi è necessario valutare. Se sono tali che rendono la messa invalida, allora è meglio restare a casa.
Per quanto riguarda il commento di Hpoirot, semplicemente non capisco perché la Santa Messa in VO celebrata da Sacerdoti non FSSPX sarebbe come la bistecca di soia.
Perché forse Hpoirot ritiene che non venga insegnata nelle omelie da quei Sacerdoti la retta dottrina, ma vangano insegnati gli errori del Concilio in maniera subdola usando come paravento la Santa Messa VO? Magari con la complicità della “roma modernista” che avrebbe concesso l'indulto solo a questo scopo?
Sono queste calunnie ciò che viene detto nelle varie Cappelle e Priorati della FSSPX?
Però mons. Gherardini e Padre Lanzetta, i cui libri vengono recensiti positivamente anche da “Tradizione Cattolica”, che hanno denunciato a viso aperto le ambiguità e gli gli errori che si annidano nei testi del Concilio, sarebbero da inserire nella categoria degli “indultisti” secondo i vostri schemi.
Allora come la mettiamo: solo dalla FSSPX si fanno le bistecche come Dio comanda o magari anche in altri ristoranti con la regolare licenza si mangia bene?
Allora come la mettiamo: solo dalla FSSPX si fanno le bistecche come Dio comanda o magari anche in altri ristoranti con la regolare licenza si mangia bene?
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Il bonario umorismo toscano di Marco tocca il centro del problema.
Ma Poirot che ne sa di bistecche? Forse mangerà le quiches.
Sto aspettando che qualcuno dia risposte e/o approfondimenti ai temi suscitati nel comm. ore 19.53, (specie la grave mutazione della Chiesa denunciata dai sac. di Vocogno) e ad alcuni argomenti suscitati dall'anonimo delle ore 16.05.
Dalle risposte serie e argomentate c'è sempre molto da imparare. Resto in attesa, grazie a tutti i dialoganti.
A leggendo imparo
Posso solo abbozzare una mia personale risposta ed é questa.
Io mi posso informare, studiare ed indagare la situazione attuale della Chiesa (ed é ciò che io faccio e che molti blogger fanno), ma la vita cristiana non é questa.
Gli allarmi dei sacerdoti di Vocogno sono sacrosanti, ma devono essere anzitutto un invito a riscoprire la vita cristiana di sempre (preghiera, accostamento ai sacramenti, offerta di sè nelle attività che svolgo e là dove sono, ecc.).
È questo l'invito e la missione che dovrebbero essere di tutta la Chiesa, non solo di questi due sacerdoti e non molti altri. Purtroppo tutto questo (mi limito ai fatti, non mi dilungo nel cercare colpevoli o nell'indagare cause) non si fa quasi più in molte diocesi. Certo ci sono ancora molti santi sacerdoti, ma ahimè non mi sembra che rappresentino la tipologia più diffusa di preti postconciliari.
Il discutere su internet può aiutare ma non é la vita cristiana, anzi a volte può diventare una specie di gossip. Ed anche le risposte alla nostra personale situazione non possono dipendere dall'opinione di questo o quel blogger. Davanti a Dio ognuno é responsabile di sè stesso (con possibili attenuanti o aggravanti) e quindi ognuno personalmente deve pregare, digiunare o agire con i mezzi che la misericordia di Dio e della Chiesa gli concede per cercare di discernere la propria situazione.
In poche parole, se ha già la fortuna di conoscere la dottrina Tradizionale, torni all'essenziale: alla vita cristiana. Internet può aiutare ma non é l'essenziale.
Se non conosce la dottrina Tradizionale, in un primo tempo forse questo mezzo potrà aiutarla, ma poi cerchi una Messa e dei buoni sacerdoti: con la dottrina in tasca ha anche i criteri per il discernimento e questa in fin dei conti mi sembra l'essenza dell'articolo.
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