Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 12 giugno 2013

Le parole in libertà del Papa e le strumentalizzazioni pesanti dei media

Le ormai irrefrenabili parole in libertà del papa suscitano di tutto e vengono strumentalizzate nei modi più impensati. Mentre noi continuiamo ad interrogarci sul loro significato ultimo e preciso e ancora non riusciamo a venirne a capo, c'è chi va molto più in là e davvero ci costruisce su discorsi complessi che portano acqua al proprio mulino ideologico. Ho appena letto su Vatican Insider questo passaggio di un'intervista al reporter Usa, Michael Winters che, per arrivare a giustificare il papa di aver osato nominare i gay con la nota affermazione al CLAR che nella Curia esiste una "lobby gay", si lancia in questa menata:
-- Il Papa, però, avrebbe parlato espressamente di lobby gay.--
«Certo, perché è un problema che esiste all’interno del Vaticano. Sappiamo che è là, perché era presente nella famosa relazione dei tre cardinali. Tuttavia non esiste una distinzione ideologica all’interno della Chiesa tra etero e gay. Anzi, semmai è vero il contrario: i prelati omosessuali spesso sono i più conservatori e tradizionalisti, decisamente contrari a qualunque apertura su temi come le unioni gay o la parità dei diritti. [il che oltretutto è una contraddizione in termini. Che correlazione c'è tra omosessualità e tradizionalismo e/o chiusura su unioni gay e parità di diritti?] Il problema è che alle volte si uniscono in cordate per fare i propri interessi, e questo è inaccettabile al Papa. Francesco vuole riformare la Curia, per liberarla da tutte le lobby e le correnti che le impediscono di operare come dovrebbe. Quindi critica il gruppo dei gay, come criticherebbe qualunque altra formazione interna che punta a condizionare il lavoro del Vaticano».
-- Come verranno prese queste sue dichiarazioni negli Stati Uniti? --
«Molto bene, penso, perché in America c’è la chiara percezione che la Chiesa ha bisogno di fare pulizia. Questo sentimento è nato con gli abusi sessuali, ma non solo, e adesso si è allargato al funzionamento e alla missione generale del Vaticano. È un problema che riguarda la riforma della Curia, ma anche i processi interni per la gestione della Chiesa».
Potremmo ignorare notizie come questa perché dovrebbero lasciare il tempo che trovano. Ma disturba perché fa il paio con quanto pubblicato ieri da Tornielli che, com'è suo solito, non manca l'occasione per lanciar bordate sulla Tradizione: in questo caso su Tradizionalisti e pelagianesimo (altra perla del nuovo papa nella stessa circostanza. Per non parlare della 'conta' dei rosari e delle altre espressioni che denotano da parte del papa pregiudizio e assoluta non conoscenza della Tradizione). Tornielli arriva persino a citare il passo di un testo sul pelagianesimo di Benedetto XVI che con la Tradizione non ha proprio nulla a che vedere. Solo che lui, con la sua peraltro ignorante strumentalizzazione, fa testo e raggiunge un maggior numero di persone. E anche se non passiamo la cosa sotto silenzio, il confronto è numericamente impari...

Ma le dichiarazioni del papa molto più gravi - e più ignorate dai media - sono quelle sulla CDF e sul concetto di incarnazione, sulle quali sarà il caso di tornare a parte perché ancora più serie e dirompenti. E conto di farlo, superando la prudente attesa che mi ero ripromessa, avuto riguardo alla non ufficialità  delle notizie, la cui fonte tuttavia Rorate Caeli ha appena confermato. E così l'Apic.

30 commenti:

Luisa ha detto...

Ti rigrazio per questa tua riflessione, cara mic, che condivido in toto.
Stiamo navigando in acque surreali, papa Bergoglio parla in libertà come se fosse inconsapevole, o se ne infischiasse, delle sue nuove responsabilità, non può essere ingenuo, è un enigma, mettiamola così.
Intanto, mentre lui parla, chi gli sta costruendo un monumento, dietro quella facciata luccicante e quel polverone che da settimane sollevano ad arte, si fanno i fatti loro.

Latinista ha detto...

Sulla pretesa connessione tra tradizionalismo (in questo caso religioso) e perversione omosessuale:
È uno dei modi in cui viene declinata la ben nota teoria degli omosessuali per cui chi combatte l'omosessualismo in realtà è lui stesso un omosessuale, magari solo latente. Una teoria che non sembra avere altro fondamento che la volontà di inibire le voci scomode ("Non farci la guerra, o penseranno che tu sia dei nostri").
Ora, l'attaccamento a certe tradizioni è tra le cose che portano naturalmente a un'avversione per l'omosessualità, e quindi devono essere neutralizzate insinuando il loro collegamento con l'omosessualità stessa. Ho trovato traccia di questa tattica perfino in un campo relativamente innocuo come l'interpretazione dei testi antichi, per tradizionalisti morti e sepolti da duemila anni. Non mi stupisce che ci vada di mezzo anche il ben più attuale e quindi "pericoloso" tradizionalismo cattolico: si tratta solo di smascherare questo modus operandi.

Anonimo ha detto...

Ma JorgeMario non poteva almeno dire "donatisti" anziché "pelagiani"?


Latinista ha detto...

Riguardando la foto: ma quelli sono frati e suore? E per di più in udienza dal Papa?

Anonimo ha detto...

Hai ragione. Anche l'immagine è eloquente mostra un "circolo" di amici, una riunione alla pari, molto informale.
Non sembra un'udienza papale.
Normalmente non mi piacciono i formalismi; ma trovo che in certi casi l'altezza del ruolo vada rispettata. Ne va della perdita di autorevolezza, ma soprattutto denota poca o nulla consapevolezza e rispetto e banalizzazione della funzione rivestita.

Anonimo ha detto...

Veramente la lobby gay vaticana, da quel che si sente dire, e' tutto tranne che vicina ai tradizionalisti. Personaggi che recentemente hanno sponsorizzato le storiche pretese dei movimenti gay sono stati mons. Paglia e mons. Piero Marini, gente notoriamente avversa alla tradizione. Felice

Anonimo ha detto...

Checchè se ne dica e qualunque ragione ci possa essere dietro, la prima picconata è stata l'abdicazione di Papa Benedetto. Questa è una nefasta conseguenza, che ancora una volta la Chiesa e i credenti stanno subendo.

Carmelina da Raffaella blog ha detto...

anonimo delle 12:54, non e' Bergoglio a saper gestire i media. sono i media che hanno interesse a gestire il personaggio bergoglio. e' ormai chiaro che per i media Bergoglio e' "buono" perche' possiede quei tratti caratteriali e linguistici da narrativa di appendice popolare. parlare bene di Bergoglio non costa niente perche' la sua figura e' considerata disgiunta dal corpo della Chiesa Cattolica. lui e' buono malgrado sia papa, malgrado sia parte della chiesa cattolica, malgrado parli del demonio, malgrado parli in maniera ostile dell'aborto e via dicendo. all'interno della chiesa cattolica, la sua figura e' considerata rivoluzionaria da coloro che stanno sognando dai tempi del concilio vaticano ii una chiesa-congregazione in cui il primato di Pietro deve essere sacrificato per ristabilire l'unita' con le comunita' protestanti e per far aderire alla riforma la dottrina cattolica. Bergoglio e' uno per cui al centro c'e' la carne dell'ammalato, del povero e poi tutto il resto. la figura ideale di papa-missionario (non Papa della Parola) che questi cercavano per abbattere non la curia ma il concetto stesso di Santa Sede, di ministero petrino. Benedetto era l'esatto contrario. era tuttuno con il corpo della Chiesa cattolica: i media lo vedevano come il bersaglio ideale per concentrare e intensificare gli attacchi alla chiesa cattolica. colpendo lui, si colpiva la Chiesa. all'interno della chiesa, Benedetto era una vera e propria pietra tombale su tutte le aspirazioni di riformatori tardo-protestanti col gagliardetto da conciliarista matricolato. le sue dimissioni, a questi non bastano. lo vogliono vedere morto, possibilmente seppellito fuori dalle mure vaticane. non lo tolleravano da vivo, non lo tollereranno da morto. faccio una previsione: la sua figura continuera' ad essere denigrata anche quando non ci sara' piu', come accadde a quel papa che venne diseppellito, messo sotto processo e condannato da cadavere. mi chiedo perche' per certe persone sante il calvario non ha mai fine mentre per altre alla fine c'e' almeno la magra consolazione della gloria degli altari. quando a Benedetto sara' concesso l'onore almeno di un "GRAZIE", Signore? Non credi di chiedere troppo a un tuo figlio? SCUSATE LO SFOGO, MA IL SENSO DI INGIUSTIZIA A VOLTE MI PRENDE ALLA GOLA COME UN CAPPIO.

Sam su Raffaella blog ha detto...

Ecco che si torna al punto, a ciò che sgomenta veramente in tutto quel che sta accadendo!!! Il punto essenziale non è la corruzione di alcuni uomini di Chiesa, ma il pericolo che in questa babele salti la sana dottrina della fede!!!


"Fatto sta che ora non si potrà più fare finta di nulla, anche perché il problema va ben oltre l’esistenza di un gruppo - più o meno ampio – di prelati gay che si proteggono a vicenda occupando posti chiave nelle istituzioni della Chiesa. Intendiamoci, già questo è un fatto gravissimo, visto che parliamo anche di alcune brillanti carriere ecclesiastiche “guidate”, di uomini di Chiesa ricattati e di scandali vari (rileggere per favore alcuni eventi degli ultimi quattro anni).
Eppure c’è molto di più e di peggio, ovvero il tentativo di mutare la dottrina della Chiesa in tema di omosessualità. Non a caso Benedetto XVI alla vigilia dello scorso Natale, nel discorso alla Curia Romana ha definito la cultura di genere una delle più gravi sfide che deve affrontare la Chiesa: non era riferito soltanto a ciò che è cultura dominante nel mondo, ma anche a ciò che accade nella Chiesa.
Il punto è che sempre più docenti di teologia morale, nei seminari e nelle università pontificie, insegnano che l’omosessualità è una condizione da accettare e non un “disordine oggettivo” come la definisce il Catechismo della Chiesa cattolica; insegnano che il disagio provato dagli omosessuali non deriva da un problema oggettivo di identità ma dall’ostilità del mondo circostante (ed ecco perché ci sono ecclesiastici e riviste cattoliche che sposano la lotta all’omofobia). Alcune diocesi hanno promosso piani pastorali che vanno proprio in questa direzione, favorendo la formazione di gruppi di omosessuali cattolici che vogliono vivere serenamente la loro condizione. Altre diocesi, pur non arrivando a tanto, tollerano l’esistenza di parrocchie e gruppi che si muovono nella stessa direzione."

La Santa Trinità ci salvi e ci liberi!

Anonimo ha detto...

Non a caso Benedetto XVI alla vigilia dello scorso Natale, nel discorso alla Curia Romana ha definito la cultura di genere una delle più gravi sfide che deve affrontare la Chiesa: non era riferito soltanto a ciò che è cultura dominante nel mondo, ma anche a ciò che accade nella Chiesa.

Ne abbiamo parlato qui

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/con-un-cattolico-adulto-al-campidoglio.html

Jacobus ha detto...

Se uno non vuole non puó o non riesce a pontificare dall'alto, avranno la meglio quelli che pontificano da terra.

Anonimo ha detto...

Sarebbe ora che il Vescovo di Roma si rendesse conto che è anche Papa e che non può permettersi più queste
assurde uscite.

Le chiacchiere da bar magari le può fare un pretucolo di periferia con le sue parrocchiane del vespro, tra un pasticcino e una camomilla.

Questi svarioni mediatici e dottrinali sono veramente imbarazzanti e se non derivano da ignoranza, o malafede di chi le dice o le riporta allora siamo veramente messi male. Forse sarebbe meglio che oltre alle benedizioni silenziose si passasse direttamente al papato silenzioso.

Matteo

Anonimo ha detto...

Non è per niente contraddittorio che un eclesiastico omosessuale si dichiari contro le unioni di fatto delle persone dello stesso sesso.
Vedi il caso del cardinale ed arcivescovo scozzese Keith Michael Patrick O'Brien (1938) già al governo pastorale della Arcidiocesi di di Saint Andrews ed Edimburgo.
Da una parte aveva dichiarato che: “legalizzare le unioni omosessuali è come legalizzare la schiavitù”.
Dall’altra deve comunicare la sua volontà di non partecipare al conclave per non catturare su di sé l'attenzione dei media, in seguito alle accuse di "comportamenti inappropriati" (si lega “molestie sessuali”), avanzate da tre sacerdoti e da un ex sacerdote. Poi, nel marzo 2013 ha chiesto pubblicamente scusa, ammettendo le sue colpe.

Anonimo ha detto...

"In the Curia, there are also holy people, really, there are holy people. But there also is a stream of corruption, there is that as well, it is true..."

Dire che vi è continuità tra Tradizione e Vaticano II, non è una specie di corruzione?

Per quanto riguarda il documento di Aparecida, il Papa Benedetto XVI non gli ha approvato, ma ha dato la libertà alla sua pubblicazione...



Gederson ha detto...

"Non a caso Benedetto XVI alla vigilia dello scorso Natale, nel discorso alla Curia Romana ha definito la cultura di genere una delle più gravi sfide che deve affrontare la Chiesa: non era riferito soltanto a ciò che è cultura dominante nel mondo, ma anche a ciò che accade nella Chiesa".

Ricordo che in quella occasione Benedetto solo ha ripetuto quello che ha detto un rabbino (che novità no?). E doppo di più meno una settimana Mons. Vincenzo Paglia è stato eletto Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e sostiene che gli Stati devono accelerare le unioni di fatto (unione gay). Di seguito Benedetto XVI ha rinunciato, mentre doveva corrigere pubblicamente mons. Vincenzo Paglia per beneficio di tutti cattolici.

Esercitare la necessaria autorità in questi casi (e in particolare nei casi di teologia) è ciò che abbiamo più bisogno. In questo senso possiamo avere più speranza in Bergoglio che in Ratzinger che capisce il Papato in modo tutto particolare, per questo se può leggere il libro "- L'elogio della coscienza: la verità interroga il cuore". Benedetto non avrebbe mai detto che aveva un lobby gay nella Curia romana, ha sempre protetto il più possibile la Curia, che lo ha pugnalato alla schiena.

In termine di rivoluzione, me sembra che nessuno potrà fare più che Benedetto, lui ha creato ha carica di "Papa emerito", sarà che Bergoglio può fare cosa peggiore?



Gederson ha detto...

"Veramente la lobby gay vaticana, da quel che si sente dire, e' tutto tranne che vicina ai tradizionalisti. Personaggi che recentemente hanno sponsorizzato le storiche pretese dei movimenti gay sono stati mons. Paglia e mons. Piero Marini, gente notoriamente avversa alla tradizione. Felice"

Ebbene, i sostenitori di lobby gay nella Curia hanno nomi, ma come sono dove sono e hanno la libertà che hanno, non possiamo sapere. Il sospetto che se la Chiesa seguire a l'orientazzione dell'ultimo Concilio non si farà nulla e in circa di 50 anni, qualcuno parlerà anche di una ermeneutica della rottura ...







Anonimo ha detto...

Romano dice,

Preghiamo per il Santo Padre: sembra che egli ha gran bisogno di una luce dal Cielo...

Andrea Carradori ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

È falso che gli omosessuali nella chiesa siano tutti tradizionalisti, ma è verissimo che tra i tradizionalisti sia alta la percentuale degli omosessuali. Omosessuali seri, devoti, amanti della chiesa e del papa, ottimi cittadini e cristiani, che non c'entra o niente con lobby di potere.

Anonimo ha detto...

Infatti, ultimo anonimo, non sono chiamati in causa gli omosessuali, ma la "lobby", cioè il nefasto centro di potere esistente in Vaticano, ma purtroppo anche fuori, nella cultura dominante.
Del resto è ben noto come non solo in Francia anche gli omosessuali più ragionevoli aderiscono al movimento per la famiglia naturale.

Anonimo ha detto...

Matzuzzi su Il Foglio
...
A differenza di Pio X, Francesco ha preferito calarsi nella realtà politica del problema, non parlando né di peccato né di colpa. Lo ha fatto il 6 giugno scorso nella Biblioteca vaticana, riconoscendo che tutti i sospetti circolati nelle settimane che coincisero con la storica rinuncia di Benedetto XVI, corrispondono al vero: sì, “c’è una corrente di corruzione”, la lobby gay esiste ed è pure forte e condiziona il governo della curia. “Bisogna vedere cosa possiamo fare”, ha detto secondo quanto riportato da un sito cileno. Poche parole perché scoppiasse un pandemonio, che secondo il vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister, era scontato: “Bergoglio adotta un sistema di comunicazione particolare, diretto. Fino a oggi ha funzionato, ma era abbastanza naturale che prima o poi iniziasse a creare delle difficoltà”.

Gli interlocutori sudamericani sono venuti meno al patto che il Papa chiede ai suoi ospiti prima di iniziare la conversazione riservata: ci diciamo tutto francamente e in modo schietto, ma dovete promettere che nulla di quanto si dirà qui dentro sarà poi rivelato all’esterno. “Per tre mesi questo sistema ha funzionato”, aggiunge Magister. Certo, difficile pensare che in un contesto diverso, a Santa Marta o sul sagrato di San Pietro, Francesco avrebbe accennato all’esistenza di una lobby gay, al contenuto dei faldoni misteriosi redatti dai tre cardinali ultraottantenni e poi messi in cassaforte da Ratzinger. Eppure, per il vaticanista dell’Espresso era un’allusione voluta, fatta tra amici, tra gente che conosceva e che poi ha messo online la trascrizione della conversazione. Ma se le frasi di Bergoglio hanno creato qualche imbarazzo oltretevere – il “no comment” di padre Lombardi era indicativo – nell’episcopato c’è anche chi plaude all’uscita papale: “Finalmente lo ha detto”, commenta un vescovo italiano che preferisce rimanere anonimo.

http://www.ilfoglio.it/soloqui/18601V

Anonimo ha detto...

E su Il Sole 24Ore

...
«Bergoglio non ha certo alle spalle una carriera di prelato di Curia dedito solo a maneggiare le questioni di politica - afferma un monsignore d'Oltretevere – ma è pur sempre un gesuita, e come tutti i suoi confratelli abituato a gestire con abilità le faccende delicate». Le prossime mosse di Francesco saranno da studiare con grande attenzione.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-12/tempesta-sacri-palazzi-parole-134227.shtml

Stefano78 ha detto...

...ma veramente si è dichiarato "disorganizzato"..

Anonimo ha detto...

Giusto per rimanere in tema. Stamattina il papa, dopo aver annunciato la prossima enciclica-a-quattro-mani, ha sottolineato, alla segreteria del Sinodo dei Vescovi, che occorre "coordinazione tra la sinodalità e il vescovo di Roma". È la collegialità...
Mattia Rossi

rocco ha detto...

"ma è verissimo che tra i tradizionalisti sia alta la percentuale degli omosessuali. "

il nostro amico anonimo ha condotto uno studio?
da quali dati oggettivi trae solidita' una simile affermazione.

e non fidasrsi nemmeno dei cd gay ragionevoli, perche il gay ragionevole, non fa outing se non per testimoniare la sua conversione, e il suo rifiuto categorico della sua condizione. quindi non fidarsi dei gay che dicono che la Chiesa ha ragione, ma continuano nell'ostentare la loro vita sessualmente disordinata, lo fanno per ingannare i "piccoli" , i semplici.
stiamo alla frutta, afrodisiaca a quanto pare , e la gente vaneggia.

rocco ha detto...

tra l'altro cosi' vi rimando il testo dell'alleluja nelle celebrazioni alle quali ho avuto la sventura di partecipare ultimamente:
"...perche' la FESTA siamo noi che camminiamo verso il ciel"

summa theologica modernista. messa nemmeno piu' banchetto ma festa, e la festa siamo noi....prima hanno eliminato il sacrificio e tra un po faranno fuori pure Cristo.

rocco ha detto...

comincio a intravedere la fine che hanno fatto fare al prete burino nel film "scherzi da prete" per fare fuori dal vaticano i preti che ancora sono legati alla tradizione. vedrete.

Anonimo ha detto...

Che tra il clero esista un'alta percentuale di omosessuali è cosa nota, e non è una novità di questi tempi, ma nella storia lo status ecclesiastico ha sempre attirato quegli uomini con una certa inclinazione che non potendosi o volendosi sposare, cercavano di crearsi una posizione attraverso il sacerdozio. Comunque non è giusto fare di tutta un'erba un fascio, ci sono sacerdoti omosessuali come ci sono quelli eterosessuali, esattamente come nella società laica. Resta il fatto che è inconcepibile sostenere il fatto che i preti omosessuali sono maggiori fra i tradizionalisti. E' una dichiarazione asservita ad un ideologia precisa, in questo caso antitradizionalista. Potranno esserci e ci sono sacerdoti tradizionali omosessuali, ma che questi rappresentino la maggioranza è proprio un'insulto frutto di ignoranza.
Tuttavia il problema non è il singolo prete omosessuale che se ne sta per i fatti propri, ma il sistema di coalizzazione che si può creare tra preti omosessuali, soprattutto nei centri di potere come le curie diocesane o la Santa Sede. Luoghi che mi sembrano tutto, fuorché tradizionalisti. Ecco il problema della "lobby gay" che indubbiamente esiste a livello di potere centrale. Il problema, quindi, sia rsolto evitando contrapposizioni ideologiche e partitiche, ma con imparzialità per il bene della Santa Madre Chiesa.

Micus

Anonimo ha detto...

In ogni caso un Papa, che sia pure non ufficialmente riconosce esplicitamente un problema del genere, dovrà pur dar segnali di far qualcosa di concreto.
Papa Benedetto si è giocato la pace la salute e pure il pontificato...

rocco ha detto...

"ma nella storia lo status ecclesiastico ha sempre attirato quegli uomini con una certa inclinazione che non potendosi o volendosi sposare, cercavano di crearsi una posizione attraverso il sacerdozio."

quindi una volta se eri sodomita ti facevi prete.

eccone un'altro. ecco gli effetti delle (dico ancora presunte)parole del papa.

ma per favore.....