Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 14 giugno 2013

Tramonto della teologia, ma soprattutto del Munus docendi: prassi ateoretica e collegialità...

Conclusioni di Le Figaro, nel documentare la visita del primate Anglicano Justin Welby al papa. Qui la notizia riportata da news.va.
Che dire? Se non ribadire lo sconcerto e lo sgomento di fronte all'ormai più che evidente sovvertimento della Chiesa e del Papato così come consegnatici da due millenni di storia e di Tradizione?
Singolare che sia stato il primate anglicano a citare Benedetto XVI, nominato di striscio da Francesco per citare l'Ordinariato (Anglicanorum Coetibus), ma solo per dire « sono certo che ciò permetterà di meglio conoscere e apprezzare nel mondo cattolico le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali che costituiscono il patrimonio anglicano ». Capito? La citazione di Benedetto del primate Anglicano: « la nostra "meta è così grande da giustificare la fatica del cammino" (Benedetto XVI, Spe salvi, n. 1) ». Aggiungo ancora: Dice tra l'altro Francesco a Welby: « La storia delle relazioni tra la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa di Roma è lunga e complessa, non priva di momenti dolorosi ». Sta sorvolando sul fatto che in questa storia ci sono migliaia di martiri a causa della fedeltà alla Santa Messa cattolica e alla Fede cattolica. Non è il caso di tornare sul passato, ma nemmeno di evocare eventi drammatici in modo così banale. Infine, mi sembra grave che con queste parole il papa (dico un Papa) e dunque la Chiesa Cattolica riconosca agli anglicani lo status di Chiesa, invece che di confessione eretica.
La rivoluzione innescata dal Concilio sembra stia prendendo il largo, accelerata dall'abdicazione di Papa Benedetto e dalla prassi ateoretica instaurata da Bergoglio. Risultato: una Chiesa sempre più fluida e cangiante, in continuo divenire, costantemente "al passo con i tempi". Non più nel mondo ma non del mondo:  più simile ad una ONG, che ad alla divina Istituzione che è. Se si confermeranno le avvisaglie che si vanno prefigurando. Potremmo dire che le fonti ci danno una visione progressista. Ma ormai cosa c'è rimasto che non lo sia? Realismo o allarmismo, in questa conclusione?

Non teologi ma pragmatici: Entrambi appassionati di questioni sociali
[...] Contrariamente ai loro predecessori (Rowan Williams e Benedetto XVI), non hanno un profilo di teologi ma di pastori, molto pragmatici entrambi.
Justin Welby, 56 anni, è un padre di famiglia di 5 figli. Diplomato all'Università di Cambridge, ha svolto una carriera come quadro finanziario nell'industria petrolifera. Esattamente come papa Francesco è appassionato per le questioni sociali.
È dunque prevedibile che il loro confronto verterà sulla crisi mondiale, il ruolo della finanza, la giustizia sociale. Un tema che interessa moltissimo papa Francesco. Contemporaneamente all'enciclica sulla fede iniziata da Benedetto XVI e che egli porterà a termine - lo ha confermato giovedì - il papa sta lavorando alla sua prima vera enciclica sul tema della povertà. 
[...] Il problema della decisionalità nella Chiesa è basilare nel quadro degli incontri formali delle discussioni teologiche (ciclo Arcic III) tra anglicani e cattolici. Ma dietro questa questione, apparentemente tecnica o manageriale, c'è il tema dell'autorità e del potere affrontato direttamente.
Ora tutti i segnali dati da papa Francesco fin dall'inizio vanno nel senso di una maggiore «collegialità» e «sinodalità» nel governo della Chiesa. Lo ha ribadito pubblicamente giovedì alla struttura vaticana incaricata all'Organizzazione di Sinodi. Al contrario, dunque, di una visione piramidale e centralizzatrice.
Se questa evoluzione fosse confermata, il che sarebbe una sorta di rivoluzione, non sono solo gli anglicani che se ne rallegrerebbero - come al momento dell'elezione di papa Francesco -, ma ciò avverrebbe anche nel mondo ortodosso e in quello protestante. Essi attendono da molto tempo un'evoluzione della Chiesa cattolica in tal senso. [Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Collegialità, sinodalità emerse - insieme ai rischi del "pelagianesimo" e dello "gnosticismo" non meglio identificati - nell'incontro di giovedì con i vescovi
[...] Quanto agli argomenti indicati dai membri del Consiglio, il Pontefice si è soffermato in particolare sulla famiglia, denunciando soprattutto la crisi del matrimonio e dicendo che nell'incontro di ottobre del gruppo di cardinali costituito il 13 aprile scorso sarà discussa l'iniziativa di uno studio da realizzare sulla pastorale familiare. Dopo aver sottolineato il profondo legame tra ecologia del Creato ed ecologia umana, il Santo Padre ha invitato i presenti a riflettere anche sul «grave problema» dell'antropologia secolarizzata. «La laicità è diventata laicismo» ha avvertito. E ha messo in guardia dai rischi dello gnosticismo e del pelagianesimo, la cui mescolanza dà vita oggi a una «cultura nuova» che costituisce per i cattolici «un problema antropologico molto serio». [Sorprendono e inquietano questi reiterati riferimenti, buttati lì senza sviluppare alcun discorso più approfondito, già emersi con scalpore a apprensione per i riferimenti alla Tradizione, intrisi di pregiudizio, nell'incontro col CLAR.]
Venendo infine alla questione del rapporto tra sinodalità ed esercizio del ministero del vescovo di Roma, Papa Francesco ne ha sottolineato la grande importanza e ha assicurato che già da ora è al centro della riflessione del gruppo degli otto porporati [vedi anche]. È necessario, a suo avviso, ricercare una «strada nuova» sulla quale la sinodalità possa esprimere «la sua propria singolarità unita al ministero petrino». Per il Pontefice si tratta di «una sfida grande», nella quale un ruolo decisivo spetta proprio alla segreteria del Sinodo dei vescovi.

21 commenti:

Silente ha detto...

Chiedo scusa se vado fuori argomento, (comunque, forse a proposito di Munus docendi, non così tanto...) ma volevo segnalare a Mic e a tutti i lettori l'uscita di un bel libro curato da Fausto Belfiori e Carlo Fabrizio Carli: "Fede e fedeltà - Testimonianza di un "prete romano" - Intervista con don Ennio Innocenti", edito da Fede & Cultura.
Don Innocenti, purtroppo poco conosciuto anche nell'ambiente tradizionalista, è un Sacerdote "tradizionale", allievo di Mons. Gherardini (che fu suo relatore alla tesi di laurea), osservatore attento e partecipe del nostro tempo, autore di diversi testi nel campo della storia, della storia del pensiero e del diritto, ha svelato, tra l'altro, il peso delle influenze gnostiche sulle teorie freudiane. Critico di Teilhard, De Lubac, Rahner (che definisce "il massimo responsabile della sovversione della teologia cattolica"), è stato giornalista e collaboratore dell'Osservatore Romano, del Gazzettino, del Secolo d'Italia. Per 27 anni ha curato la rubrica radiofonica "Ascolta, si fa sera".
Il libro-intervista di Belfiori e Carli è agile e scorrevole, ma al contempo profondo e illuminante. Unica critica: l'assenza di un apparato bibliografico (alcune indicazioni sono però sparse nel testo). Comunque, da consigliare a tutti.

Anonimo ha detto...

Colpisce che Francesco ha accolto Welby con le stesse parole di Paolo VI a Michael Ramsey durante la sua storica visita del 1966. Non è la prima volta che cita Paolo VI.
Avuto riguardo alla ferula, sembra il suo papa di riferimento.

Anonimo ha detto...

Chissà perchè non si è chiamato Paolo VII.
Ah, la povertà...

Anonimo ha detto...

Mi fate pensare che invece è stato il primate anglicano a citare Benedetto XVI, nominato di striscio da Francesco per citare l'Ordinariato (Anglicanorum Coetibus), ma solo per dire "sono certo che ciò permetterà di meglio conoscere e apprezzare nel mondo cattolico le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali che costituiscono il patrimonio anglicano." Capito?

La citazione di Benedetto del primate Anglicano: la nostra «meta è così grande da giustificare la fatica del cammino».

Anonimo ha detto...

Dice tra l'altro Francesco a Welby:

"La storia delle relazioni tra la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa di Roma è lunga e complessa, non priva di momenti dolorosi."

In questa storia ci sono migliaia di martiri a causa della fedeltà alla Santa Messa cattolica e alla Fede cattolica.
Mi sembra poi grave che in questo modo il papa (dico un Papa) e dunque la Chiesa Cattolica riconosca agli anglicani lo status di Chiesa, invece che di confessione eretica?

Anonimo ha detto...

scusate, è dai tempi di Paolo VI che c'è questo atteggiamento verso gli anglicani. Non credo necessario ricordare le diverse comunicationes in sacris compiute dallo stesso Benedetto XVI. Quello che fa Francesco è pessimo, ma sarebbe fare il gioco dei media il presentarlo come una rivoluzione. La rivoluzione, su queste cose, c'è stata da un pezzo.

Anonimo ha detto...

Ma è proprio per questo che ho detto che la rivoluzione innescata dal concilio con Bergoglio sta prendendo il largo subendo un'accelerazione...

Anonimo ha detto...

quanto al nome "chiesa" dato agli anglicani, è meno grave darlo così, nel discorso, che formalizzare dottrinalmente la definizione di "vera chiesa particolare" per il mondo ortodosso, come hanno già fatto GPII e BXVI

Anonimo ha detto...

Sì, purtroppo è storia vecchia, ma sta subendo un'accelerazione ed una svolta ancor più accentuata per effetto della sinodalità e della collegialità,
- adombrata dal concilio,
- applicata da Giovanni Paolo II che la inserì nel nuovo Codice di Diritto Canonico trasformandola così in legge.(Costituzione Apostolica Sacrae disciplinae leges, 25 gennaio 1983),
- moderata da Benedetto,
- esplosa con Bergoglio.

Anonimo ha detto...

C'è da dire che con i vescovi il papa ha affrontato, forse solo accennato, prima che allo gnosticismo e al pelagianesimo, a diversi problemi compreso in particolare quello della famiglia famiglia, denunciando soprattutto la crisi del matrimonio e dicendo che nell'incontro di ottobre del gruppo di cardinali costituito il 13 aprile scorso sarà discussa l'iniziativa di uno studio da realizzare sulla pastorale familiare. Dopo aver sottolineato il profondo legame tra ecologia del Creato ed ecologia umana, il Santo Padre ha invitato i presenti a riflettere anche sul «grave problema» dell'antropologia secolarizzata. «La laicità è diventata laicismo»

Dunque, qui, sta riprendendo il traccia di Giovanni Paolo II (Familiaris consortio) e Benedetto XVI. Ovvio che in questo caso non è in ballo l'organizzazione ma il Magistero. Attendiamo e speriamo, anche se i tempi sono bui.

Anonimo ha detto...

nell'incontro di ottobre del gruppo di cardinali costituito il 13 aprile scorso sarà discussa l'iniziativa di uno studio da realizzare sulla pastorale familiare.

Ero sinceramente partita in positivo; ma mi viene ora da riflettere:
siamo a giugno, in molti paesi sono già state prese decisioni allarmanti in molti altri incombono, e dunque dobbiamo aspettare ottobre e il "consiglio della corona" per avviare uno studio sulla pastorale famigliare. Ma stiamo partendo da oggi o la Chiesa ha già le soluzioni che sono solo da esplicitare e proclamare urbi et orbi senza perdere tempo prezioso, per tante anime assetate e inquiete e, oltremodo violentate nei loro convincimenti più intimi, ma soprattutto nella loro umanità, preziosa agli occhi del Signore, che ci è finito in Croce prima di risorgere?

Anonimo ha detto...

Sugli anglicani, Leone XIII (Apostolicae curae) non aveva dichiarato l'invalidità delle loro ordinazioni?
L'insegnamento del Pastore della Chiesa universale può sorvolare su questo ?

Japhet ha detto...

la Chiesa ha già le soluzioni che sono solo da esplicitare e proclamare urbi et orbi senza perdere tempo prezioso, per tante anime assetate e inquiete e, oltremodo violentate nei loro convincimenti più intimi, ma soprattutto nella loro umanità, preziosa agli occhi del Signore, che ci è finito in Croce prima di risorgere?

Ma se anche tuonasse ex cathedra indossando la mozzetta e le scarpe (ortopediche) rosse, chi lo ascolterebbe?
In una società come quella di oggi che rifiuta i principi cristiani e impone i suoi dogmi ormai passando anche alla punizione del dissenso Ricordi i giovani armati di rosario arrestati in Francia?

Anonimo ha detto...

Ma se anche tuonasse ex cathedra indossando la mozzetta e le scarpe (ortopediche) rosse, chi lo ascolterebbe?

La Società non è un monolite. Esiste una cultura imperante che con arroganza sta tentando di imporre i suoi dis-valori; ma ci sono tante persone, di formazione trasversale, che ancora riescono ad applicare l'uso di ragione e a non farsi massificare oltre certi limiti non più tollerabili.

Un Papa che non perdesse la sua Autorità morale e innanzitutto spirituale, eserciterebbe in primo luogo la sua funzione di confermare tante persone non più politicamente corrette neppure tra i cattolici.
E, poi, farebbe risuonare ancora, nel mondo, Cristo e le Sue parole che non restano senza effetto.

hpoirot ha detto...

Innanzitutto un grande plauso(!) a mic per il suo lavoro, sempre puntuale nel denunciare quello che ormai tutti non vogliono (sembrano?) più vedere.

Firmate, ci dicevano, per il bene della Tradizione per FORTIFICARE le forze "interne" che si battono oggi e si batteranno anche domani CON VOI (voi=SPX).

Dove sono oggi queste forze interne? Qualche mese fa' Padre Cavalcoli ha dato per iscritto dell'eretico alla SPX perché emetteva la possibilità che il CV2 contenga degli errori (quando ce n'é uno per capitolo).

Ma dov'é il Cavalcoli quando il papa erige a Chiesa un vero gruppo eretico? alla faccia della "giusta intepretazione del subsisit-in ?!?!

Dove sono le critiche PUBBLICHE della S.Pietro, dal Cristo Re, dei F.I., del Cavalcoli, degli Schneider, Burke, Rey, Scola ... di tanti "valorosi amici" tradizionali che avremmo abbandonato nel non firmare???

Cavalcoli, che ha passato 15 anni sotto GPII in un totale assoluto, si é ringalluzzito sotto BXVI e ha cominciato a pontificare spieganto a tutti come intepretare il CV2. Sotto Francesco rimette la coda tra le gambe e ritorna al comodo e facile silenzio ...

Lo sport preferito dei conservatori é la vela: vado dove soffia il vento, ecco perché cominciavo con l'elogio a mic.



Amicus ha detto...

"nell'incontro di ottobre del gruppo di cardinali costituito il 13 aprile scorso sarà discussa l'iniziativa di uno studio da realizzare sulla pastorale familiare."
Cioè escogiteranno un trucco per una sanatoria generale dei divorziati 'risposati', da estendersi ovviamente anche al futuro. Cosa già prospettata da Benedetto XVI.
Che volete, è il Concilio. E poi è così ecumenico (anglicani, pseudo-ortodossi &C. divorziano e si 'risposano' a più non posso).
Spero non mi direte che siete contrari alla Chiesa dell'unità, della bontà e della tenerezza.

Anonimo ha detto...

Unitá in Chi?

Anonimo ha detto...

Hai ragione, Amicus, la "pastorale familiare" si riferisce alle questioni interne alla Chiesa, non alle leggi e ai problemi di cui stiamo parlando.
Di quelli, tranne un vago accenno alla "crisi del matrimonio", non c'è proprio traccia.
Fino a quando svicolerà?

Stefano78 ha detto...

@Poirot

Firmate, ci dicevano, per il bene della Tradizione per FORTIFICARE le forze "interne" che si battono oggi e si batteranno anche domani CON VOI (voi=SPX).

Lo dico ancora. E se oggi siamo nella più completa confusione, nella frammentazione e nella DISPERSIONE nel mondo Cattolico TRadizionale, è proprio perchè NON E' STATO BEN FRUTTIFICATO IL TEMPO PROPIZIO.

Lo ripeto: Papa Bendetto XVI viveva in una situazione MOSTRUOSA. La verità di questa affermazione è data dai FATTI, non da "giustificazionismo". La conferma è data anche da come si è concluso il suo Pontificato! Abbiamo perso tempo! Troppo tempo! Abbiamo perso tempo dietro alle "puntualizzazioni", pure giuste. Dietro agli immancabili sospetti, pure giusti. Dietro alle reticenze e dietro a un RADICALISMO e ad una CHIUSURA che non era del Superiore Generale, Mons Fellay! Egli avrebbe voluto di più, ma ha dovuto anche lui constatare LA VOSTRA DIVISIONE INTERNA! Chi gode di questo stato di fatto sono i nostri NEMICI! I nemici della Chiesa. I lupi travestiti da agnelli!
Avremmo dovuto TUTTI unirci, all'unisono, sotto un soluzione simile a quella dell'IBP! ERA L'ORA DI DIVENTARE come l'IBP! E poi, UNIRSI! TUTTI! Perchè la battaglia è unica! E il momento per questionare ed approfondire ci sarebbe stato!

Troppo PURISMO! Troppa saccenza! Troppa chiusura! Ora siamo "dispersi", confusi. Se prima c'erano gerarchie pronte a distruggerci, ora lo stanno già facendo! Troppo comodo dire sempre "è colpa degli altri che non ci sono"! La possibilità c'è stata data! Certamente tutte le critiche e le reticenze da parte della SPX erano comprensibili e in qualche misura anche giuste. MA NON ERANO TALI DA DOVER RINUNCIARE!

Ora siamo allo sbando. Ecco dove sarebbero finiti i "Tradizionali". Rimanere in questa situazione, ha precluso la diffusione capillare della TRadizione, in questa situazione assurda. Continuando così abbiamo reso la Tradizione come un elemento "per pochi" e per "radicalisti" che non hanno contatto con la realtà.

Stefano78 ha detto...

..mi riferisco anche ai "moderatisti". Radicalisti e moderatisti (quelli delle conciliazioni a tutti i costi!) si sono incontrati! Ognuno CHIUSO! Invece di poter discutere SERENAMENTE, di crescere nella critica costruttiva, nel poter affrontare ogni argomento, con il fine e la base dell'Unità fondata sulla Tradizione Cattolica, si è preferito esporsi all'attacco! Si è preferito rimanere CHIUSI! Ognuno CHIUSO nel suo "orto"! Abbandonati alle provocazioni, chiusi negli attacchi e nei contrattacchi. La Tradizione si è mostrata frammentata, perchè lo è! La "disputa teologica" Cattolica è morta! E la Scolastica PURE! Checchè ne dicano certi tradizionalisti più Scolastici di San TOmmaso!

Anonimo ha detto...

Gentile,

Ma Francesco, dove ha studiato la storia della Chiesa?

Egli confonde Pelagio con Jansen, il nemico dei Gesuiti...

La pratica di contare le preghiere è incarnata nel Rosario proprio...quindi...è contrario al Rosario?

Poi, se Egli apertamente e senza rimorso disprezza le preghiere mariane offerte per lui, pensa Egli che altri fideli inviaranno le lore offerte di preghiere più al qualcuno tanto ingrato in ricevergli?...

La sisteme educativa Gesuitica (Ratio Studiorum) non ha insegnato questo modo di comportarsi...