Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 24 giugno 2013

L'emblema di una bianca sedia vuota

Che dire delle parole pubblicate di seguito? Stile, profondità, spessore umano e spirituale e - perché no? - cultura e amore alla Bellezza in tutte le sue manifestazioni, capacità di comunicarlo e darne le ragioni, che porta l'umano a raggiungere la sua pienezza in Cristo Signore. Non è per fare un confronto, che comunque si impone da sé, ma per registrare dei dati. Il più significativo, emergente dall'immagine a lato: un gran senso di vuoto, colmabile soltanto con l'aiuto della preghiera e dalla speranza di non dover continuare a registrare il conformismo dell'anticonformismo che porta solo confusione e disorientamento. Non c'è bisogno di commentare frasi dette o non dette. Non ci interessa. L'episodio ormai è tra quelli messi agli atti di una cronaca incalzante, piena di messaggi, molti in  codice (gran brutto vezzo!), molti fin troppo espliciti. Ma è emblematico di una realtà non più eludibile e dura da documentare e da vivere.
Auxilium christianorum, ora pro nobis!

Così scrive oggi Magister:
Il suo improvviso rifiuto di ascoltare la Nona Sinfonia di Beethoven offerta per l'Anno della fede è il suggello di un inizio di pontificato difficile da decifrare. Il successo mediatico di cui gode ha un motivo e un costo: il suo silenzio sulle questioni politiche cruciali dell'aborto, dell'eutanasia, del matrimonio omosessuale.

Un anno fa, dopo aver ascoltato alla Scala di Milano proprio la Nona Sinfonia di Beethoven, papa Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, aveva così concluso:
Dopo questo concerto molti andranno all’adorazione eucaristica, al Dio che si è messo nelle nostre sofferenze e continua a farlo. Al Dio che soffre con noi e per noi e così ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell’altro e di trasformarla in amore. Proprio a ciò ci sentiamo chiamati da questo concerto.
Mentre, il 17 ottobre 2009, in occasione di un concerto nell'Aula Paolo VI:
[...] La musica fa parte di tutte le culture e, potremmo dire, accompagna ogni esperienza umana, dal dolore al piacere, dall’odio all’amore, dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita. Vediamo come, nel corso dei secoli e dei millenni, la musica è sempre stata utilizzata per dare forma a quello che non si riesce a fare con le parole, perché suscita emozioni altrimenti difficili da comunicare. Non è pertanto un caso se ogni civiltà ha dato importanza e valore alla musica nelle sue varie forme ed espressioni.
La musica, la grande musica, distende lo spirito, suscita sentimenti profondi ed invita quasi naturalmente ad elevare la mente e il cuore a Dio in ogni situazione, sia gioiosa che triste, dell’esistenza umana. La musica può diventare preghiera. Grazie ancora a coloro che hanno organizzato questa bella serata. Tutti, cari amici, vi benedico di cuore.