Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 29 settembre 2013

Il nuovo corso dei Francescani dell'Immacolata, tra bugie, reticenze e svarioni mediatici

Ottima obbiettiva sintesi di Marco Mancini, su Campari & De Maistre, del "caso" dei Francescani dell'Immacolata. Specchio del clima avvelenato nei confronti della Tradizione, ora imperante con l'avallo di Bergoglio..

Forse mai si è avuta una prova così evidente di come nella Chiesa si mescolino componente divina e umana, grazia e mondanità, santità e peccato, come nella vicenda riguardante i Frati Francescani dell’Immacolata.

Riepiloghiamo i fatti: nel luglio 2012, a seguito del disagio manifestato da alcuni religiosi dell’Ordine circa lo stile di governo e alcune decisioni (soprattutto in materia liturgica) assunte dal fondatore e Superiore Generale Padre Stefano Manelli, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, guidata dal cardinale brasiliano João Braz de Aviz, ha ordinato una visita apostolica, incaricando del compito mons. Vito Angelo Todisco. La visita, che ha avuto il suo elemento cardine in un questionario inviato a tutti i religiosi, si è conclusa con un decreto, approvato “ex auditu” da Papa Francesco, che ha disposto il commissariamento dell’Ordine e il divieto per tutti i suoi membri di celebrare la Messa nella forma straordinaria del Rito romano (il c.d. rito antico), salvo esplicita autorizzazione delle autorità competenti. Il Commissario Apostolico, il cappuccino Padre Fidenzio Volpi, ha poi nominato padre Alfonso Bruno – già membro del Consiglio Generale dell’Ordine –  nuovo Segretario Generale.

Rispetto ai fatti esposti sopra, la pubblicistica e la blogosfera cattolica si sono divise. Da parte “tradizionalista”, il commissariamento è stato presentato come il risultato di una trama ordita da un gruppo di frati dissidenti, coadiuvati da alcuni ambienti di Curia, che ha finito per gettare fango su Padre Manelli e sull’Ordine in generale e che avrà l’effetto di distruggere una realtà che negli ultimi anni, in piena controtendenza rispetto ad altre famiglie religiose, ha registrato una crescita continua, anche in termini di vocazioni. Più in generale, si è denunciato il pericolo di una nuova “caccia alle streghe” nei confronti degli ambienti ecclesiali più aperti al richiamo della Tradizione, come dimostrerebbe anche il divieto relativo alla celebrazione della Messa tridentina.
A queste accuse si è risposto che le scelte operate negli ultimi anni dai capi dell’Ordine, specie quella di dare grande spazio al Rito antico e di abbracciare una sensibilità “tradizionalista”, hanno suscitato disagio e divisioni, con il rischio di allontanare l’Ordine da un autentico “sentire cum Ecclesia” e dal suo originario carisma. Legittimo sarebbe, dunque, l’intervento delle autorità romane, e meritoria l’opera di denuncia di quei frati che si sarebbero rifiutati di prestare la loro opera a favore di gruppi tradizionalisti e “criptolefebvriani”, i quali avrebbero esercitato un’influenza negativa sui precedenti responsabili dei Francescani dell'Immacolata.

Personalmente non ho contatti diretti con l’Ordine e non sono in grado di garantire da quale parte penda la bilancia, anche se per onestà intellettuale devo confessare che diversi collaboratori di questo blog hanno valutato in maniera molto critica il commissariamento. L’unica cosa sulla quale mi sentirei di mettere la mano sul fuoco è l’assoluta santità di vita e buona fede di padre Manelli e dei suoi più stretti collaboratori. Detto questo, in questa storia occorre prendere atto di alcuni elementi, che forse possono aiutarci a districare l’intera vicenda.

Dopo la nomina di padre Alfonso Bruno a Segretario Generale, Francesco Agnoli, giornalista ed apprezzato esponente del mondo c.d. “tradizionalista”, lo ha accusato apertis verbis di ipocrisia e doppiezza, sospettandolo di essere tra i responsabili del sovvertimento del governo dell’Ordine. Subito la “Stampa” ha pubblicato un’intervista di Andrea Tornelli proprio a padre Bruno: il frate non solo si è difeso, ma ha anche contrattaccato. In particolare, ha giustificato il suo graduale spostamento sulle posizioni dei dissidenti con un approfondimento “delle dinamiche interne”, che lo avrebbe portato a “convergere in direzione della carità e della giustizia”. Non solo: ha anche respinto le critiche mosse al questionario disposto dal Visitatore apostolico, spiegando come soltanto dopo i risultati, che sarebbero stati favorevoli agli stessi dissidenti, esso sia divenuto oggetto di contestazione da parte dei maggiorenti dell’Ordine.

Inutile dire che l’intervista non mi è piaciuta affatto: non solo per le domande formulate “in ginocchio” da Tornielli, ma soprattutto per le risposte di padre Alfonso Bruno, che danno la sgradevole sensazione – tutta personale, sia chiaro – di una certa ipocrisia. Insomma, sortiscono l’effetto contrario di quello sperato e danno, semmai, maggiore credibilità alla denuncia di Agnoli.

Come se non bastasse, l’ottimo Fides et Forma ha pubblicato la lettera con la quale il Consiglio Generale dell’Ordine contestava, nel mese di maggio 2013, le modalità della Visita apostolica e in particolare i contenuti del questionario. Leggendo la missiva, scopriamo – sorpresa! – che tra i firmatari vi era anche padre Bruno! Insomma, a maggio l’attuale Segretario Generale era d’accordo con padre Manelli e gli altri nel denunciare le mancanze del Visitatore, oggi invece è diventato l’uomo di fiducia del Commissario e sputa nel piatto in cui ha mangiato fino a ieri. Goffo è stato il tentativo, orchestrato ancora una volta da Tornielli su “Vatican Insider”, di difendere l’indifendibile: “le firme – scrive il vaticanista – erano state raccolte in fretta” e, comunque, subito dopo aver siglato la lettera padre Bruno “aveva […] fatto sapere immediatamente alla Santa Sede di non condividerla”. Quando la toppa è peggio del buco, si direbbe. Anche a non voler sospettare cattiva fede e opportunismo nella condotta del neo-Segretario Generale, nel migliore dei casi si tratta di vigliaccheria, o quantomeno di perenne indecisione: solo questo basterebbe a sconsigliare di affidare al padre incarichi di responsabilità all’interno dell’Ordine, specie in una fase così delicata. Il Commissario apostolico, padre Fidenzio Volpi, non ha evidentemente posto mente a tutto ciò.

Nello stesso articolo in cui ha improvvisato una così labile difesa, Tornielli ha dato diffusione ai risultati del questionario, pubblicati con grande enfasi dal sito ufficiale dei Francescani dell’Immacolata, anch’esso passato saldamente – dopo i primi giorni di confusione mediatica, in cui abbiamo assistito addirittura alla pubblicazione di note “semi-ufficiali” – nelle mani di padre Bruno, come anche la pagina Facebook, sulla quale torneremo più avanti. Guardate – ha strillato Tornielli, parlando di “risultato eloquente” – la maggioranza dei frati era a favore del commissariamento! I numeri, però, vanno letti con attenzione. Ad esempio, diamo un’occhiata al quesito sullo stile di governo del Superiore Generale. Il sito dell’Immacolata, o padre Bruno che dir si voglia, lo presenta così: il 39% dei religiosi ha barrato la casella “Tutto va sostanzialmente bene”, il 61% ha invece selezionato l’opzione “Esistono problemi”. Di questi ultimi, il 26% ritiene che i problemi possano essere risolti con un Capitolo Generale ordinario, in programma per il giugno 2014, mentre ben il 74% opta per la soluzione “Capitolo Generale Straordinario/Commissariamento”.
Peccato, però, che nel questionario le opzioni “Capitolo straordinario” e “Commissariamento” fossero separate: non è chiaro per quale motivo ora vengano riunite, se non per gonfiare il dato relativo all’ultima alternativa. A ben guardare, il 55% dei religiosi interpellati ha ritenuto che non vi fossero problemi o che i problemi potessero essere risolti attraverso gli ordinari strumenti di governo dell’Ordine, una quota inferiore ha espresso il desiderio di un Capitolo Straordinario chiarificatore, mentre un’infima minoranza – a giudicare dal fatto che la sua consistenza non viene esplicitata – si è espressa a favore del Commissariamento: altro che l’“eloquente” plebiscito di cui favoleggia Tornielli! Senza contare il fatto che un 30% dei circa 200 frati interpellati non ha risposto al questionario e che altri 170 frati non sono stati neanche chiamati in causa, essendo di voti semplici, come ha sottolineato l’ottimo Lorenzo Bertocchi (cfr. anche l’analisi di Fides et Forma). Il che getta ancora una volta una pesante ombra sulle modalità di svolgimento della Visita apostolica, condotta pressoché esclusivamente in forma telematica.

Evitiamo di dilungarci, poi, sulla tendenziosità di taluni quesiti: dai riferimenti alla “spiritualità dell’uomo contemporaneo” e al “Concilio Vaticano II” nelle domande sulla liturgia antica, allo spregiativo accostamento dell’aggettivo “ciecamente” al verbo “ubbidire”, inserito tra le opzioni selezionabili dai frati qualora - e il questionario, consultabile interamente qui, lo dà quasi per scontato - “il Superiore Generale e il Consiglio Generale, con la «NORMATIVA LITURGICA PER IL “VETUS ORDO» del 21 novembre 2011, fossero andati al di là di quanto stabilito nel Capitolo Generale del 2008”.

Dicevamo della pagina Facebook: i nuovi amministratori vi esercitano una rigida censura sui commenti "scomodi", i cui autori vengono spesso e volentieri bannati. Come se non bastasse, ieri si sono presi anche la briga di condividere uno status ferocemente critico, per non dire insultante, nei confronti di Roberto De Mattei, ritenuto una delle “eminenze grigie” che avrebbero condotto i frati sulla cattiva strada del “tradizionalismo”. Oggi si replica, bastonando con molta poca carità – tra gli altri – lo stesso Bertocchi, Cristina Siccardi e il già citato Francesco Agnoli. Ora, che il profilo ufficiale di un Ordine religioso dia spazio a queste beghe di cortile, fungendo da manganello mediatico di una delle fazioni in lotta e assumendo l’aspetto di un pollaio, per non dire di una cloaca, è semplicemente riprovevole. E’ chiaro indice, oltre che della totale mancanza di decoro, di una certa “mondanità spirituale” e di quel “carrierismo” che pure Papa Francesco ha biasimato più volte, in questi primi mesi di Pontificato. E, se questo è lo stile del “nuovo corso”, allora forse si capiscono molte altre cose anche sul resto. E' troppo sperare che qualcuno a Roma ci rifletta un po’ su?[1]

ULTIM'ORA:
Pensavamo di aver già visto abbastanza, evidentemente non era così. Forse innervositi dai commenti critici, gli amministratori della pagina cominciano a perdere anche un po' di lucidità: così, capita loro di scrivere a cuor leggero che "i tradizionalisti hanno plagiato p. Stefano. Preghiamo per lui. Ora gestiscono i soldi dell'Istituto e l'amico del grande marrano [riferimento al prof. De Mattei] fa il lavandaio". Leggere per credere. Così, con una leggerezza da far accapponare la pelle. Nel frattempo, una buona metà della redazione del nostro blog è stata bannata. Un Ordine che fino a qualche mese fa era uno straordinario esempio di virtù cristiane sta precipitando nel ridicolo e nessuno sembra avere voglia di porvi rimedio.
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1. Roma non riflette, spara a zero.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto, tanto, troppo rumore per nulla.

In ogni caso, Tornielli a zappare, in compagnia di Rodari.

Micus

Angelo ha detto...

I FI mi sono sempre sembrati i classici cerchiobbottisti: addirittura cercavano di dimostrare la continuità del VII colla tradizione. Ora, della continuità, apprezzeranno gli esiti sulla loro pelle. Chi è causa del suo mal...

Anonimo ha detto...

Angelo sei sempre il solito e ti dò spago perché ti conosco ;)

Padre Lanzetta (e con lui altri), tanto per fare un nome, è cerchiobottista oppure semplicemente fa una lettura in continuità possibile e giustamente rispettosa (non provocatoria da duro e puro che può essere controproducente perché aggressiva), mettendo in risalto contemporaneamente le storture?

In fondo non è quello che tento di fare anch'io, nel mio piccolo, che forse ho un po' meno savoir faire (che secondo me è carità) di lui? ;)

Anonimo ha detto...

Molto, tanto, troppo rumore per nulla.

Beh il tanto rumore è direttamente proporzionale alla posta in gioco e c'è molto da dire (e viene detto) su tutti i fronti, anche da parte nostra.
La differenza si può già notare negli stili di comunicazione e nella correttezza, del tutto assente nella genìa dei ribelli in combutta con la Congregazione...

Anonimo ha detto...

Intanto martedì prossimo 1 ottobre il primo ex-seminarista proveniente dai FI entrerà al seminario FSSPX di Flavigny. Inizia l'esodo?

Anonimo ha detto...

Dall'alto nessuno interverrà...simils cum similibus!
La visita è stata tutta una farsa ben architettata da una mente furba, con l'avallo della congregazione.
Indegno il comportamento del nuovo segretario generale che perde tempo su Facebook a difendere l'indifendibile, .. Roma fa male a chi la frequenta...

hpoirot ha detto...

cerchiobottisti, avete detto cerchiobottisti?

Donne cardinale, il sogno di Ratzinger
"Voleva Madre Teresa con la porpora"

"Se dipendesse da me anche le donne dovrebbero accedere al cardinalato e la prima dovrebbe Madre Teresa, per quanto ha fatto per i più poveri con le sue Missionarie della Carità", confidò Ratzinger a Franca Zambonini, firma storica del settimanale Famiglia Cristiana, durante la presentazione a Milano de "La Matita di Dio", la biografia dedicata dalla giornalista alla religiosa e Premio Nobel per la pace).

L'incontro avvenne verso la metà degli anni Novanta, ricorda oggi Franca Zambonini, specificando che l'attuale Papa emerito a quel tempo "vedeva con grande favore il potenziamento del ruolo della donna nella Chiesa in ambiti più decisionali, e l'istituzione del cardinalato femminile, a partire da Madre Teresa, poteva essere certamente un segnale importante di rinnovamento".

http://www.repubblica.it/esteri/2013/09/29/news/ratzinger-67512389/

Luigi ha detto...

P. Bruno mi ricorda tanto il figlio sorpreso dal papà con le mani nella nutella...e scappa dal patrigno. Preghiamo che se ne accorga!
Ah....l'esser ghiotti delle mondanità romane! ...

Anonimo ha detto...

Sono sorpreso da questo baccano mediatico. E' come se il chiasso sotto le mentite spoglie della preoccupazione liturgica volesse nascondere altro. Vuoi vedere che il frate superattaccato è un eroe cha ha scoperto qualcosa di grosso?

Anonimo ha detto...

Neanche su questo blog se ne vedono di commenti contrari quindi non edo perché a voi deve essere data ospitalità quando voi la negate agli altri. E probabilmente questo commento non passerà.

sentinella ha detto...

Premesso che sono d'accordo sul fatto che i FI siano stati ingiustamente commissariati, voglio solo fare due precisazioni. La prima riguarda l'identità canonica dell'Istituto FI che è una "Congregazione" e non un Ordine religioso.
La seconda è in merito ai voti che si emettono nell'istituto in questione, che sono voti semplici (temporanei o perpetui)e non voti solenni, perché questi ultimi sono emessi solamente in un istituto religioso che sia stato canonicamente eretto come "Ordine". Grazie per l'ospitalità.

Angelo ha detto...

Grazie, ma nessun Lanzetta o monsignori kazaki mi potranno mai convincere che DH, GS, UR, etc. sono in continuità. Visto che Mons. Gherardini afferma che non lo sono, e visto che nè Lanzetta nè altri sono sciocchi, ecco l'accusa di cerchiobbottismo.

Anonimo ha detto...

Per anonimo 17:04

Sono sorpreso da questo baccano mediatico. E' come se il chiasso sotto le mentite spoglie della preoccupazione liturgica volesse nascondere altro. Vuoi vedere che il frate superattaccato è un eroe cha ha scoperto qualcosa di grosso?

Ho già detto che il "baccano mediatico" è direttamente proporzionale alla posta in gioco: Il Rito Antiquus, ingiustamente vietato a sacerdoti e fedeli.

Non è detto che nei FI sia o fosse tutto rose e fiori; ma il suo supposto super-eroe non brilla per comportamento corretto. E questo è già un biglietto da visita...

Anonimo ha detto...

Per Angelo:

Grazie, ma nessun Lanzetta o monsignori kazaki mi potranno mai convincere che DH, GS, UR, etc. sono in continuità.

Né Lanzetta né Mons. Schneider (né altri critici del concilio) escludono che in questi e in altri documenti conciliari ci siano ambiguità ed elementi di discontinuità.

Questo non significa che, tolti gli elementi spuri e disambiguate le ambiguità con un'apposito nuovo Sillabo per il XXI secolo, come lo ha chiamato mons. Schneider, la verità non possa essere ripareggiata.
E' necessario che un Papa lo riconosca, lo voglia e lo faccia.

Anonimo ha detto...

Neanche su questo blog se ne vedono di commenti contrari quindi non edo perché a voi deve essere data ospitalità quando voi la negate agli altri. E probabilmente questo commento non passerà.

Forse lei non segue questo blog e le spara a casaccio.

Non durano a lungo i commenti contrari che non innescano dialogo perché parlano in mala fede e per partito preso in partenza senza appello: l'ideologia dominante ha sfaccettature diverse e ha fatto molte vittime...

Anonimo ha detto...

Donne cardinale, il sogno di Ratzinger
"Voleva Madre Teresa con la porpora"


Forse era il sogno di Giovanni Paolo II.

Quello delle donne cardinale non mi sembra il problema più grosso che si debba affrontare in questa crisi nella Chiesa.
Teoricamente, visto che dal sacro collegio cardinalizio non sono esclusi i laici, forse teologicamente il problema non si porrebbe. Sempre che non se ne servano per "aprire le porte" al sacerdozio femminile; ma non ne vedo il nesso...

Comunque la questione non mi interessa e su questo non vale neppur la pena perder tempo.
Ci sono questioni ben più sostanziali in ballo...

Angelo ha detto...

Quindi: un papa --chissà chi, certo non questo fesso-- riconoscerà che nei documenti del Concilio ci sono errori. E che credibilità avrebbe, in tal caso, la Chiesa? A me una chiesuola del genere --una chiesa che dice: scusate, ci siamo sbagliati, ma ora ripareggiamo tutto-- mi fa orrore; tra l'altro, mi pare ciò cozzi contro l'inerranza del Magistero.

rosa ha detto...

Se mai ci fosse un Papa tale, caro Angelo, dovrebbe non chiedere scusa, ma riconoscere ambiguità e dissonanze e con un atto di Magistero, tipo enciclica, chiarire una volta per tutte. Potrebbe anche proclamare nuovi dogmi, a sostegno o no del CVII, ed a quel punto TUTTI, sacerdoti e laici, saprebbero come comportarsi, mentre lasciare le cose così è semplicemente un c...o. Certo, ci vuole un Papa con le p...e, e forse Bergoglio lo è. Ma anche lui decida: vuoel essere un Vescvo in mezzo ad altri vescovo e non il Successore di Pietro, Vicario di Cristo ? Bon, proclami come dogma che d'ora in poi la guida della Chiesa è affidata ad un collegio, perchè così vuole il mondo di oggi, ed amen. Se ci sarà poi uno scisma, ne affronterà le conseguenze, come successe agli Ortodossi prima, ai Papi dello Scisma d'Occidente poi, ed a Enrico VIII dopo.
Rosa

Anonimo ha detto...

Comunque uno non è che può proclamare dogma qualsiasi cosa: i dogmi servono solo ad esplicitare meglio una Verità di Fede già insita nel Magistero di sempre, nella dottrina immutata, non servono mica per cambiare le cose e proclamino verità valide per tutti i tempi. Non può essere proclamato un dogma che affermi la collegialità o neghi il Primato petrino; è come se venisse proclamato come dogma che la resurrezione non vi è stata. Sarebbe la dimostrazione che il Papa che fa una cosa del genere sta abusando dei suoi poteri. Le ambiguità sono un problema, ma se vi fossero errori espressi nel magistero papale sarebbero un problema anche maggiore.
Quindi è vero che un Papa un giorno tornerà ad esprimersi in maniera dogmatica, ma solo chiarire i punti controversi e per negare gli errori insiti nei documenti consiliari e nelle affermazioni degli ultimi 50 anni: mai a favore degli stessi!

Dante Pastorelli su Raffaella blog ha detto...

Quanto al cardinalato, oggi, diversamente che in passato, i cardinali devon esser almeno preti a norma del l'art. 351 del CIC.
In genere vengon anche elevati all'episcopato,per prevenire, come in passato, le proteste dei patriarchi cattolici orientali che si vedevan precedere nelle processioni e nelle cerimonie da cardinali non vescovi.

rosa ha detto...

per anonimo 9.25: concordo con te, la mia era una provocazione. Se ritengono che i dogmi ed il MAgistero avdano interpretati alal luce dei tempi nuovi, lo dicano a chiare letetre e li modifichino di conseguenza. E quindi aprano uno scisama o uan nuova Riforma - o Enrico VIII o Lutero. Altrimenti taccaico e rimettano le cose al loro psoto. E chiedano l'aiuto di Dio, la Sua Grazia, per essere Papi. Meno ciacole, meno Messe a S. Marta ed incontri amichevoli con rabbini ed altri, più raccoglimento e preghiera. E rilettura dei testi dei Papi precedenti,anche Paolo VI, così imparano pure l'Italiano, per non dire il Latino.
Rosa