Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 23 novembre 2020

Conseguenze del 'confinamento' sui giovani. È il momento di usare il grosso calibro

Un lettore: 
“Sulle conseguenze psicologiche del lockdown, le racconto. Mio figlio più grande ha quindici anni (ne ho quattro, due femmine due maschi), frequenta (?) il secondo anno del Liceo Classico ed è in “DAD”. È una persona brillante, alcuni anni fa ha scritto due racconti horror, sullo stile di Lovecraft (aveva letto tutti e tre o quattro i volumi che raccolgono i racconti), davvero ben fatti per un tredicenne. Legge tanto e apprende velocemente. L’anno scorso è stato promosso con 10 sia a greco che latino. È da tempo a casa, dopo un inizio d’anno scolastico in parziale presenza, hanno sospeso le lezioni ed ora le segue la mattina a casa al tablet e il pomeriggio studia.
Sta deperendo a vista d’occhio, non fisicamente, ma psicologicamente. Veste perennemente in pigiama e vestaglia, ha lo sguardo perso da knerd, risponde appena, tortura la sorella canzonandola, a volte con crudeltà e sta perdendo la capacità di studiare.
Studia senza prospettiva. Sta arrivando a lasciarsi andare, ha orari assurdi e fa spesso notte per fare i compiti. Sta solo a casa per ore, senza compagnia.
Stamattina l’ho salutato con le solite raccomandazioni, l’ho visto in vestaglia e pigiama, avevo davanti a me un deportato di un campo di concentramento. Mi guardava senza espressione, come se mi dicesse: “perché mi abbandonate da solo a casa, cosa pretendete da me”. 
Mi piangeva il cuore mentre guidavo. Non potevo non andare al lavoro e sapevo di avere il dovere di stare con lui. Si può accettare il male se rivolto a noi, ma un padre non può accettare il male fatto al figlio.
Siamo cavie di un gigantesco esperimento di ingegneria sociale preparato da decenni, con scientifica, consapevole, disumana crudeltà. Direi satanica.
Mio figlio non è in una condizione diversa dalle piccole vittime di quei medici nazisti di cui si narra che facessero esperimenti su un gemello per vedere come reagiva l’altro.
Sta morendo di solitudine e, credo, come lui, altre migliaia di giovani brillanti o meno, buoni o meno, bravi o meno. 
La cosa più terribile è che io e mia moglie ne siamo consapevoli e non possiamo fare molto. Parlarne non serve perché è come raccontare ad un affamato che il pane c’è, esiste ed è buono.
Anche gli altri tre figli soffrono, ma vanno a scuola, hanno la loro parziale normalità, vedono compagni, vivono e raccontano storie...
Ci vuole una grande fede per credere che tutta questa sofferenza verrà trasformata in bene dal sommo Bene. Come lo dico a mio figlio che il Signore gli ha chiesto di pagare il prezzo di una colpa non sua, di espiare per quelli che gli stanno facendo questo male.
Voglia scusare il mio sfogo, ma, oltre a mia moglie, non credo che qualcuno, come ad esempio i miei colleghi di lavoro, capirebbe. Sono allineati, fobizzati, igienizzati, mascherati... proni. Faccia pure della mia nota l’uso che crede”. 
Quello che con il confinamento gli Speranza, gli Arcuri, i Conte stanno facendo ai ragazzi è un delitto ancora più grave che i suicidi a catena degli imprenditori disperati e dei vecchi fatti morire per le cure volontariamente sbagliate, che hanno sulla (assente) coscienza, per cui già si accumulano montagne di carboni ardenti in eterno. Ed è un crimine dalle conseguenze incalcolabili per la stessa civiltà. Il quindicenne bravo, studioso e brillante “sta morendo di solitudine” (e con lui tutti gli altri adolescenti), letteralmente non per metafora. Perché quella è l’età formativa per eccellenza in cui la personalità si sviluppa nello sciame dei coetanei: l’individualità infatti non esiste ancora, e si forma dall’esterno verso l’interno, nella vita insieme ai ragazzi: banda giovanile, giovani congiurati, compagni di scuola, fanno insieme in unità le esperienze vitali. È il tempo delle grandi amicizie e dei grandi ideali, sogni d’avventura e di conquista eroica, ed eroiche vocazioni. 
Come dev’essermi già capitato di dire, le “bande giovanili” di adolescenti sono quelle in cui è avanzata la civiltà indo-europea: nel Ver Sacrum, la Primavera Maledetta, quando i raccolti cominciavano a mancare (prima che si conoscesse, dunque, la rotazione agraria) gli adolescenti venivano ritualmente espulsi dalla tribù perché si conquistassero nuove terre. Con un rito funebre, di morte. 
La fiaba di Pollicino che viene mandato a perdere coi fratelli, è il più antico ricordo di questa cruda realtà; lo sciame di adolescenti era spendibile; ma realtà crudele e magica insieme, perché la banda giovanile primordiale, che avrebbe incontrato mostri, streghe nelle case di marzapane, orchi cannibali (ah, la fame onnipresente!, eccitante all’eroismo e alla lotta, e alle visioni metafisiche dei Custodi e Protettori invisibili!), si era dotata di poteri soprannaturali, duramente guadagnati con le iniziazioni, i riti segreti che le ragazze non dovevano vedere, i digiuni e i pasti in comune di minestra nera spartana, le prove di coraggio e di resistenza alla fatica…. 
Da qui son nate le organizzazioni politiche prime, che erano insieme “fratrie” (di coetanei che si chiamavano fratelli, prima che esistesse la famiglia), ed etairie di uguali, e società segrete religiose, e club atletici, dove nascevano i canti delle gesta compiute nel passato epico, si addestravano le confraternite dei danzatori mascherati, Salii (saltatori), e nella casa degli scapoli erano custoditi scudi scesi dal cielo, pegni sicuri di Potenza – e sicurezza – infallibile. 
Di questa pedagogia assoluta, è rimasto ben poco, avendo il mammismo tenerista progressismo fatto di tutto per rendere gli adolescenti viziosi, imbelli e passivi come amebe. Ma i quindicenni intelligenti sentono appunto l’andare a scuola coi compagni, uniti nella fratria, come un bisogno dell’anima vitale e mistica profonda. 
Averli privati di questo è un delitto che equivale a un genocidio di un popolo, il bruciare i semi della rinascita. Sarebbe meglio farli morire in guerra che così. 
Cosa rispondere a questo padre? Che, umanamente, è il momento di uccidere; sempre meglio che morie e veder morire così i propri figli, i propri vicini che si impiccano, i vecchi che muoiono intubati perché gli sono vietati i farmaci. 
Dico questo: assumere l’attitudine militare. Dove tutto sembra perduto, cedere alla depressione è tradimento, abbandono della formazione. 
È il caso di tirar fuori i grossi calibri, che troppo di rado abbiamo usato. 
In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” . 
C’è un vecchio testo di Chiara Lubich che dice in modo intelligente perché Dio vuole che preghiamo accordandoci in due o tre, al punto da garantire l’esaudimento di “qualunque cosa”, senza alcun limite, se lo facciamo: forse, perché se ci si mette d’accordo su cosa chiedere, le richieste sono purificate dall’interesse egoistico. Ma ancor più, perché vuole “la concordanza dei cuori”, una comunità – la più piccola comunità, due persone “che si accordano”, la banda giovanile primaria. 
Allora “sono Io in mezzo a voi”, dice. È la verità, ed è il momento di prenderlo alla lettera. 
Nel distanziamento sociale obbligato, bisogna che ogni famiglia si viva come un commando oltre la linea, in clandestinità, che usa l’arma assoluta: accordarsi per chiedere a Dio, attraverso Gesù, che vadano in malora le loro macchinazioni. Che questo potere satanico globale che sembra impossibile da vincere, e anche solo da contrastare, finisca come merita, nel fuoco infernale già qui ed ora.
Gesù stesso lo dice chiaramente: «qualunque cosa». Non c’è quindi nessun limite”, ricorda Chiara Lubich. E aggiunge parole che parlano al nostro oggi disperato: “Forse la tua famiglia, tu stesso, i tuoi amici, le associazioni di cui fai parte, la tua patria, il mondo che ti circonda mancano di innumerevoli aiuti perché tu non li hai chiesti. Accordati con i tuoi cari, con chi ti comprende o condivide i tuoi ideali e così uniti [ma anche fedeli al Signore -ndr] da meritare la presenza di Gesù tra voi, chiedete. 
E chiedete più che potete: chiedete durante l’assemblea liturgica [che è il Santo Sacrificio, il momento più alto del culto a Dio -ndr]; chiedete in chiesa; chiedete in qualsiasi luogo; chiedete prima di prendere decisioni; chiedete qualsiasi cosa. E soprattutto non fate in modo che Gesù resti deluso dalla vostra noncuranza, dopo avervi dato tanta possibilità. Gli uomini sorrideranno di più, gli ammalati spereranno; i bimbi cresceranno più protetti, i focolari familiari più armoniosi; i grandi problemi potranno essere affrontati anche nell’intimo delle case… E vi guadagnerete il Paradiso”. 
Ciò è esattamente vero. Quattro figli e voi due, caro papà addolorato, fate un grosso commando. Che vi amiate come Lui vuole, è evidente. Siete un’orda primordiale, scatenatevi. E tutti i miei lettori in due o tre, si scatenino. Questa guerra la vinciamo. - Fonte

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Provate a vedere se la scuola San Pancrazio vi può aiutare in qualche modo:
https://scuolaparentalesanpancrazio.it/
È un collegio ormai consolidato legato alla messa tridentina. Ci sono studenti da tutta l'Italia.

Anonimo ha detto...

''banda giovanile, giovani congiurati, compagni di scuola, fanno insieme in unità le esperienze vitali''

Esperienze vitali nella scuola post - Sessantotto, ma per favore... Avrei dato chissà cosa per studiare a casa invece di avere a che fare con tossici, bulli e professori ideologizzati della peggior specie...

(Non sto facendo 'apologia' del lockdown, sia chiaro)

Anonimo ha detto...

L'Occidente usuraio, mercantile, tecnologico, laicista, dirittista, individualista , egualitarista e pansessualista rappresenta la "società aperta ", la più chiusa spiritualmente della storia umana. E' il luogo del nichilismo realizzato dove il sole tramonta, mentre tramonta, anche demograficamente la civiltà.
Nonostante le sue infinite miserie spirituali, l'Occidente oligarchico e mercatista della società aperta e del capitalismo assoluto totalitario, pretende di ergersi a maestro dell'intera umanità. E in particolare di quell'Est europeo e cristiano che non accetta la sua Sovversione antropologica.
Ungheria e Polonia devono tenere duro e far saltare i ricatti ideologici dell'Unione Europea.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Uno dei tanti modi per realizzare il genocidio morale e fisico dei popoli in Occidente, ben programmato da questi satanisti, italiani soprattutto, più solerti e spietati di tutti gli altri governanti devoti al deepstate infernale !

Invece gli anziani hanno perso "l'abitudine" ha detto...

Il parroco si è avvicinato e, scambiati i convenevoli di rito, non ho potuto evitare di chiedergli: «Ma come mai non c’è nessuno in Chiesa?».
La risposta è arrivata subito, come fosse una cosa ovvia: «Ma a causa del Coronavirus! Le persone han perso l’abitudine di venire a Messa».

Dunque, i cattolici si son trovati improvvisamente con una decina di domeniche “libere” e… han trovato da far di meglio che andare a Messa.
Compresi diaconi permanenti, accoliti e “importanti” membri eletti nel Consiglio Pastorale della comunità. Anzi: Comunità.

Anonimo ha detto...

“Sine dominico vivere non possumus”,

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/11/24/chiese-chiuse-che-cosa-e-cambiato-nella-guerra-alla-liberta-religiosa/

“Sine dominico vivere .. possumus”,?

Anonimo ha detto...

Il Covid19 è solo l'occasione prossima, diciamo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso o la pagliuzza che ha rotto la schiena del cammello, le cause remote sono brutte e banali: messe sciatte in bruttissime chiese, eliminazione del senso del sacro, eliminazione del senso del peccato. Eliminando il senso del peccato si elimina la necessità della grazia, eliminando la necessità della grazia si elimina la necessità di un salvatore, eliminando la necessità del Salvatore la messa non ha più senso. Molti continuavano ad andarci per abitudine, il covid ha cambiato l'abitudine e anche l'ultima ragione se n'è andata...

W Cristo RE ! ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2020/11/coronavirus-irlanda-stato-di-polizia.html
Stiamo tornando a : La guerra cristera - o rivolta dei cristeros - fu una sollevazione popolare che avvenne in Messico tra il 1926 e il 1929 contro le politiche laiciste, anticattoliche e anticlericali del governo messicano ..

Anonimo ha detto...

Il vero dramma di tutto questo non è tanto nelle restrizioni, durante la guerra tanti giovani e giovanissimi hanno sperimentato ben altro, ma è nel sistema di menzogna nel quale il covid 19 è usato come paravento. I giovani e giovanissimi non sono ancora in grado di smascherare l'inganno ma, oscuramente lo avvertono; un'ombra spirituale pesante come macigno accompagna la tresca mondiale che ipocritamente viene coperta dietro comportamenti all'apparenza civili. Questo inganno planetario opprime le persone già disorientate dalla confusione perseguita come metodo di asservimento, così si ottiene una popolazione confusa, oppressa, impaurita e pronta alla resa. Questo accade agli adulti che avrebbero tutti gli strumenti per informarsi e guardare in faccia la realtà, non così i giovani che non hanno ancora gli strumenti per far tana al Nemico in chiunque si sia incarnato. E questo sistema di crudeltà mentale usato anche con i giovani non è solo da marciapiede è anche da vomito.

Ora sotto la pressione dell'opinione pubblica le scuole forse riapriranno ma, la porta di accesso alla verità dell'inganno rimarrà serrata. Nulla cambierà. L'unica speranza è nel ritrovarsi tra compagni, nell'iniziare tra loro a mettere in parole un malessere incomprensibile. Balbetteranno cercando le parole come balbettarono imparando la lingua madre ma, questa volta nello sforzo di far luce sulla dissimulata menzogna che pesa sulle loro giovani spalle e sul loro cuore, cercando una valutazione, un giudizio che sia veritiero, comunque sarà dolore, ma lo sforzo comune darà loro coraggio, il coraggio della Verità. I loro Angeli Custodi li aiuteranno, guidati dall'Arcangelo Raffaele. E noi preghiamoli gli Angeli Custodi di questa generazione che deve combattere contro le potenze dell'aria incarnate nei buonisti dissimulatori maestri delle male intenzioni.

Anonimo ha detto...

MARTIROLOGIO ROMANO SECONDO IL CALENDARIO DEL VETUS ORDO

Oggi 24 novembre 2020 si festeggia San Giovanni della Croce Sacerdote, Confessore e Dottore della Chiesa, compagno di santa Terésa nella riforma dei Carmelitani; il cui giorno natalizio si commemora il quattordici Dicembre.
Collaboratore di Santa Teresa d'Avila nella fondazione dei Carmelitani Scalzi, Dottore della Chiesa, Giovanni della Croce risulta sempre più un affascinante maestro: le sue parole e il suo messaggio sanno di mistero, del mistero di Dio.
Nasce a Fontiveros in Castiglia (Spagna) nel 1542, da una famiglia poverissima. Orfano molto presto del padre; una madre laboriosa e intraprendente per far fronte alla fame. Il piccolo Juan viene subito colpito dalla durezza della vita. Provato nel fisico, ma temprato nello spirito, si dà da fare come infermiere per mantenersi agli studi cui si sente portato.
Emerge ben presto la sua voglia di Dio e di Assoluto. A 20 anni decide di entrare nel noviziato dei Carmelitani. Arriva al Sacerdozio a 24 anni, ma si scopre dentro una gran voglia di una vita rigorosamente consacrata nel silenzio e nella contemplazione, una voglia che neppure i brillanti studi teologici nella prestigiosa università di Salamanca riescono a sopire.
Ci pensa Santa Teresa ad offrirgli una soluzione, invitandolo a partecipare alla Riforma dell'Ordine Carmelitano. Maestro dei novizi, attira tanti giovani che desiderano condurre una vita come lui. Nello spazio di pochi anni, pieni di fatiche apostoliche sulle strade assolate o ghiacciate di Spagna, accanto a profonde sofferenze, incredibili ed esaltanti esperienze mistiche.
La sua perfezione ascetica, la sua vita d'orazione, la sua elevatezza. di spirito e d'ingegno, l'esperienza mistica personale e la conoscenza dell'ampia esperienza mistica del Carmelo Riformato, la vasta dottrina, la profonda interiorità, e soprattutto la viva fiamma d'amore che lo vivificava e lo consumava fecero di lui non solo un grande santo, ma anche un grande maestro.

Anonimo ha detto...

...segue
Scrive poemi e trattati che sprigionano la sua sapienza mistica, quella che non viene dai libri e dagli studi, ma che si "sa per amore". Muore a Ubeda il 14 dicembre 1591, a soli 49 anni, facendo sue, in un trasporto d'amore, le parole del Cantico dei cantici: "Rompi la tela ormai al dolce incontro!".
Il suo linguaggio: poetico e pieno di immagini e simboli, il linguaggio della passione e dell'amore. Con spirito nuovo, da umanista rinascimentale, offre un valido aiuto per il cammino cristiano dell'uomo moderno. Il cammino che propone è necessario e il risultato possibile anche se può sembrare una cosa ardua
Giovanni della Croce invita alla rinuncia, che non è negazione di sé o abdicazione da sé, ma promozione del meglio di sé. L'opera di Giovanni della Croce, se non invita ad un approccio immediato, ridesta tuttavia sempre almeno curiosità e fascino. Sono molte le persone comunque che l'hanno preso sul serio, come Teresa di Gesù Bambino, Elisabetta della Trinità, Edith Stein ..., e tanti altri, ci assicurano che l'itinerario proposto da Giovanni della Croce è accessibile. La sua spiritualità non sradica e non impone un programma fisso di vita. Pur rimanendo nei nostri quotidiani impegni, ci chiede di vivere nell'attenzione amorosa, un orientamento a Dio totale e rigorosamente esclusivo.
Il suo magistero orale e scritto, illumina tutto il percorso cui l'anima è chiamata per il raggiungimento del "Monte", dei vertici della spiritualità ove si compie il mistero amoroso dell'unione con Dio.
La Chiesa ha riconosciuto il valore universale della dottrina ascetica e mistica di S. Giovanni della Croce proclamandolo Dottore della Chiesa Universale.
Quel che è certo è che tutti i pensieri, tutti i detti di S. Giovanni della Croce sono proprio articoli che regolano il modo di camminare sulle orme di Cristo. Un codice della strada, sì, della vera strada: l'imitazione di Cristo, di Colui che è Egli stesso via. Ed è altrettanto certo che il passaggio obbligato è quello della Croce.

Anonimo ha detto...

Marrino Mora parole sante !
Solo che ti sei fermato alla prima osteria, al primo girone infernale, scendi più nel profondo, affonda il bistuti nella carne e vedrai quanti tumori repellenti troverai prima di arrivare al fondo delle cose...anche le ossa sono ormai marce
Per questa operaione chirurgica ci vuole però coraggio e la disposizione d'animo idonea giusta ovvero a buttare via ogni soprastruttura di "conforto", a lasciare le gonne della mamma e camminare da soli, oppure a lasciare la riva e affrontare il mare aperto
Ogni cosa al suo tempo

Anonimo ha detto...

Ungheria e Polonia sono stati ri-chiamati da Merkel, basta che lei alzi un sopracciglio e minacci di togliere loro le generose sovvenzioni UE, che si sdraieranno a tappetino e non fiateranno più, peggio ancora sarà quando Merkel se ne andrà, Steinmeier che pare sarà suo successore come kanzler, è molto ma molto peggio di lei........non fatevi soverchie illusioni, si può solo sperare in una resistenza sotterranea, niente più.

mic ha detto...

Purtroppo la drammatica testimonianza del padre non riguarda un fenomeno isolato ma troppo ignorato o sottovalutato da chi dovrebbe gestire la cosa pubblica, che non se ne cura. E persino molti genitori sembrano entusiasti della DAD, anzi ora DDI. E questo è ancor più preoccupante!

Anonimo ha detto...

E io, preside, denuncio: “State trasformando la vita dei nostri ragazzi in un incubo”

https://la-voce-della-coscienza.blogspot.com/2020/10/e-io-preside-denuncio-state.html

Anonimo ha detto...

Sono state analizzate le linee guida ministeriali contenute nel piano scuola 2020-21 e i danni che queste rischiano di produrre. Si tratta di danni psicologici a lungo termine per bambini e ragazzi che sono stati già denunciati in una lettera di oltre settecento psicologi e psichiatri italiani,

Anonimo ha detto...

Se state alternative alla DAD, contattate gli amministratori del sito RINASCITA DELLE SCUOLE CATTOLICHE. Sono impegnati nel mettere in contatto tra di loro genitori e scuole che vogliono un'educazione cattolica senza schermi:

https://www.rinascita.education/it/make-catholic-schools-great-again/

Sono anche su Telegram: https://t.me/rinascitascuolecattoliche

Anonimo ha detto...

Home Schooling. Home Schooling! Ripeto: HOME SCHOOLING!!! unica via di salvezza.

Giulia Ienco ha detto...

I ragazzi si deprimono non perché non vanno a scuola, ma perché non disciplinano la giornata. Ogni studente dovrebbe levarsi al mattino e prepararsi per l'inizio della giornata, in primis sostituendo al pigiama un vestiario consono, anche se sobrio. Avere cura del proprio aspetto come se si dovesse uscire, serve sicuramente a mettersi in moto. Si studia da casa, ma l'impegno deve essere lo stesso. Anzi, sicuramente si potrà trovare più comodo l'elasticità oraria, ma deve esserci necessariamente una disciplina che la regoli. Altrimenti, si ha l'impressione di non avere nulla da fare. Trovo che in ogni presente del nostro quotidiano, se lasciamo fissa la disciplina oraria, nulla cambia.

mic ha detto...

La disciplina di certo aiuta e conviene. Ma non è vero che "non cambia nulla" quando viene meno la socializzazione, il confronto e la maieutica insostituibile della presenza dell'insegnante, gli sguardi, la dinamica viva dei significati pronunciati e appresi, con tutta la carica emotiva e non solo, del sentire interiore che li accompagna, l'acuirsi o il risveglio dell'interesse e dell'attenzione per una particolare intuizione o azione o emozione condivisa... E potrei continuare a lungo!

Il virtuale non può sostituire il reale. E a che prezzo!

Giulia Ienco ha detto...

E' vero, il virtuale non può sostituire il reale, ma bisogna cercare di percorrere questo momento di emergenza nel modo migliore. Forse "non cambia nulla" è stata un'espressione infelice, ma voleva solo significare "sopravviviamo" e facciamolo nel migliore dei modi.

Anonimo ha detto...

Io a scuola non voglio (volevo) né socializzare né confrontarmi né fare maieutica (preferivo altri contesti per quelle cose). Ma capisco bene che la scuola pubblica non serve certo per insegnare/imparare, ma, in primis, a dispensare il famigerato 'pezzo di carta' e, in secundis, per fare indottrinamento ideologico. Ah, oltre che per parcheggiare i ragazzi al sicuro mentre mammà è al lavoro (visto che la società liberal-capitalistica è riuscita astutamente a far credere alle donne che, se non lavorano, non sono 'realizzate' e non valgono nulla...)

Anonimo ha detto...

Sono pochi i ragazzi con auto/disciplina, sono quelli che hanno interessi personali per lo studio, per qualche materia, perché sanno quello che vogliono fare 'da grandi'; gli altri si faranno nel tempo, si spera. Alcuni sono metodici di nascita, altri vanno ad estro di nascita, gli ordinati e i disordinati. Anzi anime ordinate e anime disordinate. Questi tratti si armonizzano più o meno durante l'intera vita. La scuola è il primo assaggio dell vita, comunque già dalla culla alcune persone riescono ad intuire alcune caratteristiche del tipo in fasce che hanno davanti. Invecchiando si dimentica, ma alcuni insegnanti rimangono nel cuore, pochi pochissimi, come rimane il ricordo di pochi compagni di classe e di pochissime delle pagine studiate, frammenti, esempi, moniti a cui però si ritorna sempre a nuovo.

Anonimo ha detto...

Sono pochi i ragazzi con auto/disciplina, sono quelli che hanno interessi personali per lo studio, per qualche materia, perché sanno quello che vogliono fare 'da grandi'; gli altri si faranno nel tempo, si spera. Alcuni sono metodici di nascita, altri vanno ad estro di nascita, gli ordinati e i disordinati. Anzi anime ordinate e anime disordinate. Questi tratti si armonizzano più o meno durante l'intera vita. La scuola è il primo assaggio dell vita, comunque già dalla culla alcune persone riescono ad intuire alcune caratteristiche del tipo in fasce che hanno davanti. Invecchiando si dimentica, ma alcuni insegnanti rimangono nel cuore, pochi pochissimi, come rimane il ricordo di pochi compagni di classe e di pochissime delle pagine studiate, frammenti, esempi, moniti a cui però si ritorna sempre a nuovo.

Anonimo ha detto...

Continuando così diventeranno tutti hikikomori, che in Giappone sono una piaga sociale difficile da estirpare e da curare, non se ne sa il numero, ma sono tantissimi, sempre davanti a uno schermo, non si vestono, non si lavano, non mangiano più, a volte i genitori esasperati fanno intervenire la polizia che li porta via a forza, vogliamo ridurci/li così?

Anonimo ha detto...

https://lanuovabq.it/it/didattica-a-distanza-ecco-i-danni-e-la-chiamano-normalita