Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 18 gennaio 2021

Fraternità e fratellanza: due visioni rivali. 

Il 18 novembre 2020 si è tenuto il Convegno on-line “Poveri tutti. All’economia serve la conversione non l’utopia” (annunciato qui). Condotto la Federico Catani, il Convegno ha ospitato le relazioni di Riccardo Cascioli, Stefano Fontana, Ettore Gotti Tedeschi e Julio Loredo, Pubblichiamo qui il testo dell’intervento di Stefano Fontana sui concetti di fraternità e fratellanza. 

Due visioni rivali
Ci sono varie dottrine della fraternità e della fratellanza. Però, soprattutto a partire dalla modernità tali dottrine si sono ridotte a due, rivali tra loro e che potremmo chiamare la dottrina cattolica e la dottrina mondana della fraternità. La prima è conforme al Logos, la seconda è conforme alla Gnosi. Logos e Gnosi continuano anche in questo campo la loro lotta. 
La concezione che ho chiamato cattolica della fraternità e che assume in sé anche la visione della retta ragione, colloca la fraternità su tre piani, in relazione ordinata tra loro. Ad un primo piano, che possiamo chiamare ontologico, la fraternità ha una dimensione naturale relativa alla reale presenza in tutti gli uomini della medesima natura umana, come co-principio del loro essere. L’ordine naturale è fondato sui principi di analogia e partecipazione: tutti gli uomini sono collocati in questo ordine allo stesso livello, quindi godono di una serie di caratteri essenziali o specifici comuni a tutti. Posiamo parlare di una fraternità nell’essere. Da qui nascono una grammatica naturale universale e una legge morale naturale universale. Gli uomini vedono lo stesso mondo, hanno gli stessi fini e possono comunicare tra loro. A questa realtà ontologica ci si riferisce quando si parla di “genere umano”. 

Ad un secondo livello la fraternità ha una dimensione morale. In questo senso si può parlare di una fratellanza “nel bene”. Sul piano ontologico rimaniamo tutti fratelli, ma in quello pratico ci contrapponiamo mediante le nostre azioni buone o malvage. La fraternità c’è solo “nel bene”, con il male non si può “fraternizzare”. La fraternità politica – o “amicizia civica” come la chiamava Aristotele – è un capitolo di questa fraternità morale. Essa concerne la condivisione del bene comune e fonda il corretto concetto di cittadinanza. La comune cittadinanza si fonda sulla fraternità nel bene e non viceversa. Pensare ad una cittadinanza universale indipendente dal bene conosciuto e perseguito porta fuori strada. 

Ad un terzo livello la fraternità assume una dimensione soprannaturale e salvifica. Si tratta della fratellanza in Gesù Cristo che ci fa vivere in un unico Corpo e che ci raccoglie come la chioccia raccoglie la sua covata. È la fraternità resa possibile dalla partecipazione alla grazia divina. 

Questi tre livelli non sono uno di seguito all’altro, come i gradini di un scala. La fraternità naturale e quella morale dipendono da Cristo Creatore, la fraternità soprannaturale da Cristo Redentore, quindi alla fine costituiscono un sistema unico. Senza Cristo Salvatore, quindi senza la Chiesa e i sacramenti, si finisce per dimenticare la fraternità ontologica e per indebolire o stravolgere la fraternità morale. Senza la presenza di Dio nella vita pubblica non è possibile una vera fraternità civica. Il piano naturale della fraternità ontologica e morale non riesce ad essere se stesso senza la fraternità soprannaturale. I fratelli sono tali perché hanno uno stesso Padre, non c’è fraternità senza Padre o con Padri diversi. 

Nella modernità è però nata una versione rivale di fratellanza. I nomi da ricordare sono tanti: Campanella, Rousseau, i teorici della democrazia totalitaria all’epoca della Rivoluzione Francese, Babeuf, anarchici come Bakunin e Cafiero, la religione dell’umanità di Comte, Fourier e i suoi falansteri, la fraternità di classe del comunismo che sarebbe diventata fraternità universale dopo la rivoluzione, la fratellanza della Massoneria. E non dimentichiamo Kant e il suo progetto per una pace universale. Cosa accomuna tra loro queste varie visioni della fratellanza? La loro artificialità, ossia la mancanza di presupposti che, come si sa, è la caratteristica di fondo del pensiero moderno. I tre livelli visti nella visione precedente – naturale, morale e soprannaturale – sono presupposti della fratellanza, ma appunto la visione moderna rifiuta ogni presupposto. Da qui alcune caratteristiche incompatibili con la visione cattolica: il suo carattere utopico perché cosa sarà è più importante di cosa è; il suo carattere violento perché innaturale e ogni lesione dell’ordine naturale è violenza, il suo carattere rivoluzionario per il suo rifiuto di ciò che è in nome di ciò che si vuole che sia; il suo carattere dispotico perché solo un forte potere centrale artificiale è in grado di imporre l’artificio; il suo carattere di massa come somma di individui disincarnati; e infine il suo carattere ateo nella forma di una nuova religione civile globale sincretistica e immanentistica. 

L’enciclica Fratelli tutti e l’inclusione liquida
La relazione tra le due visioni rivali attraversa tutta la storia della modernità ed è passata per tre fasi. La prima è stata di chiara contrapposizione. Le encicliche Humanun genus e Quod apostolici muneris di Leone XIII ne sono un valido esempio. La seconda è stata di conciliazione e si è svolta nel postconcilio: la visione personalista della dignità umana, il senso di colpa per non aver compreso le esigenze moderne dell’individuo, l’accondiscendenza ai nuovi fenomeni sociali secondo il principio dei “segni dei tempi”, un dialogo inter-religioso affrettatamente impostato … hanno fatto sì che la concezione cattolica della fraternità abbia cercato di conciliarsi con quella mondana, nel mentre la Chiesa cercava di conciliarsi col mondo. In questo secondo lungo periodo non sono mancate le attestazioni del magistero sulla rivalità tra le due visioni, ma nel complesso la Chiesa sembra essere scivolata andata una conciliazione. Nel nostro tempo, infine, siamo in una fase che potremmo chiamare di inclusione della fraternità cattolica dentro la fraternità mondana. Questo mi sembra un tratto caratteristico dell’enciclica Fratelli tutti. 

L’enciclica parla di una fraternità che possiamo considerare esistenziale, una comune presenza nel tempo. Non accenna ai fondamenti di questa fraternità né ai suoi fini ultimi, se non in alcuni paragrafi finali. Quando si riferisce a Dio Padre ne parla in modo generico, come il Dio di tutte le religioni, quindi un Dio non unico né personale. La fraternità è vista come una con-vivenza in cammino di soggetti nomadi, “viandanti fatti della stessa carne umana”, “figli di questa stessa terra” che devono imparare a dialogare. La Chiesa cattolica è un soggetto tra i tanti presenti in questa communitas globale e la religione di Gesù Cristo è una delle tante spiritualità utili per questo anonimo “guardare avanti”, questo “sognare insieme”, senza poter pretendere una qualche funzione fondativa della fraternità. Possiamo anche dire che la fraternità, secondo la Fratelli tutti, è la fraternità mondana in cui la fraternità cattolica deve inserirsi per essere veramente una fraternità umana. Alla fraternità non si arriva, dalla fraternità si parte. Il mondo è sempre stato fraterno, anche se solo oggi questo aspetto risulta evidente data l’interconnessione e il Coronavirus. Il male coincide con i danni che potranno derivare all’umanità se non saprà dialogare, danni mondani, come le guerre o il degrado ambientale: il male è solo umano, la fraternità è solo umana, la via della salvezza è il dialogo umano. Non è il peccato a rompere la fraternità, ma è semmai la fraternità rotta dalla mancanza di dialogo che produce il peccato, considerato ora come peccato sociale, non come offesa a Dio ma come rifiuto del con-vivere nel tempo su questa terra. Nella Fratelli tutti la svolta antropologica della teologia risulta piuttosto evidente: la Chiesa deve lavorare per favorire rapporti fraterni dentro un dialogo universalistico, paritetico, senza verticalismi che sarebbero come dei muri. Si tratta di una fraternità secolare e post-religiosa. Ad essa la fede cattolica non ha più nulla da dire di proprio, perché essa – la fraternità umana – non ha più nulla di specifico da chiedere alla Chiesa. Anzi, la fede cattolica può essere in ritardo rispetto a quanto altre agenzie sociali e culturali stanno già facendo per la fraternità globale. Si può dire che il Covid abbia fatto più della Chiesa per la fratellanza. 

La fraternità cattolica e le religioni
Al paragrafo numero 5 la Fratelli tutti dice che Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro». Ma questo Dio è il Dio di Abu Dhabi, non è il Dio della rivelazione cristiana professato e confessato dalla Chiesa cattolica. L’enciclica invita ad una fratellanza interreligiosa, nella quale la fede cattolica è parte di una comunità universale esistenziale che cammina nel tempo come una delle tante religioni finalizzare ad animare il percorso. Tutte le religioni sono accessorie rispetto ad una comunità fraterna che è sostanziale per virtù propria.

Torniamo ai tre livelli della fraternità cattolica visti in precedenza. Il primo livello era quello ontologico. Il dialogo fraterno tra le religioni proposto dalla Fratelli tutti non riesce a garantire questa fraternità ontologica. Per esempio nell’Islam non esiste una dimensione ontologica e naturale e gli uomini non partecipano della stessa sostanzialità, dato che si dividono antropologicamente in musulmani, donne e schiavi. L’umanità secondo l’Islam è divisa e per niente fraterna dal punto di vista ontologico. Il secondo livello era quello morale. Continuando a fare l’esempio dell’Islam, in questa religione non esiste una morale naturale o razionale ma esistono solo i decreti inappellabili e insondabili di Dio. Su cosa allora fondare un dialogo fraterno e non sulla comune realtà ontologica, né sul diritto naturale e nemmeno sulla ragione naturale? C’è poi il terzo livello, quello trascendente e salvifico. A meno di considerare questo livello come proprio di tutte le religioni, anche su questo livello, più ancora che negli altri, non può esistere una fratellanza universale che sarebbe di parte. Stefano Fontana - Fonte

15 commenti:

Anonimo ha detto...

18 gennaio, festa della Cattedra di San Pietro a Roma...

"L'Italia, ideata e voluta da Dio come terra in cui ha sede il centro della sua Chiesa, fu oggetto, come di un suo speciale amore, così di una sua specialissima azione. Nessun popolo ha, come il popolo italiano, i suoi destini congiunti con l'opera di Cristo"
(Pio XII, dal "Discorso ai marchigiani residenti a Roma", Basilica Vaticana, 23 marzo 1958)

Tra S.Egidio e la scuola di Bologna e i cattolici adulti (da un bel po').... ha detto...

– “Insieme” – del partito cui Conte starebbe lavorando. Ma sentiamo direttamente Valerio Valentini: “l’impegno in favore del premier non starebbe solo in un tasto da schiacciare martedì prossimo, quando Conte dovrà affrontare il rodeo di Palazzo Madama. “Ma è l’inizio di un percorso”, insomma l’atto fondativo di un possibile partito di stampo progressista, moderato e ovviamente cattolico. E la benedizione del Vaticano…starebbe perfino nelle suggestioni che ruotano intorno al nome del partito di Conte. Perchè “Insieme” di cui tanto si parla, è un simbolo già ideato nell’ottobre scorso dall’economista Stefano Zamagni, presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, con l’ambizione di riunire tutti i cattolici in un’unica forza politica. Che possa essere guidata da Conte?

Questo se lo sono sentiti dire due senatori forzisti di fede carfagnana da un prelato che s’era attivato, pare, su supposto mandato di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio”. Insomma, caro Tosatti, la faccenda pare più complessa di quanto appaia. Inutile aggiungere che tutto torna; non mi stupirei affatto, visto e....
https://www.marcotosatti.com/2021/01/18/faria-cei-e-vaticano-sogni-folli-dietro-lincredibile-appoggio-a-conte/

Tra gli scritti di Don Giuseppe Tomaselli ho trovato un suggerimento preziosissimo : Perche' siano piu' efficaci le richieste al Cielo chiediamo la intercessione delle anime del Purgatorio affinche' si sblocchi prima possibile la situazione che stiamo vivendo. In cambio ognuno prometta loro preghiere e S.Messe .

Anonimo ha detto...

Francesco è un ultra-modernista nel senso che con lui si assiste al superamento pure delle dottrine personalistiche e modernistiche del CVII e si passa direttamente al materialismo, all'ecologismo, alla psicanalisi e a chissà a cos'altro (a condizione che sia ateo, immanentistico e anti-metafisico).

Da Fb ha detto...

Saró onesto: ho paura.
Ma, personalmente, non ho paura del covid, che esiste. Sinceramente non è una cosa che mi fa paura più di un tumore o di patologie ben più gravi che sono praticamente sempre mortali.
Più che altro mi fa paura tutto quello che sta succedendo intorno a me.
Mi fa paura che oggi pomeriggio passeggiavo per la mia città tra uomini e donne imbavagliati, come se fosse normale.
Mi fa paura la paura che state incutendo alle persone, senza avere un minimo di equilibrio, di senso della misura.
Mi fa paura che nessuno parli mai della fine di tutto questo, mi fa paura quando leggo che il mondo è cambiato per sempre, mi fa paura che non parliate di soluzioni che siano diverse dalla richiusura.
Anzi mi fa paura quando indicate nel vaccino inedito e sperimentale l'unica soluzione salvifica.
Mi fa paura che da 10 mesi ormai siamo in scacco di una malattia di cui nessuno conosce la reale pericolosità, sulla quale ci sono troppi dubbi, troppe ombre, troppi non detti.
Documenti secretati, silenzi, mezze verità, non mi fanno stare tranquillo.
Non sono una negazionista, sia chiaro, il virus esiste.
Il punto però non è questo.
Il punto è che mi fa paura che quasi vi divertiate a generare paura.
Mi fa paura che parliate ancora di chiusure, lockdown, di chiudere i negozi, i ristoranti, le scuole.
Mi fa paura che piano piano ci si stia abituando alla paura, ci si stia abituando a non abbracciarsi, a non darsi la mano, a non vivere.
E mi fa paura che respirare con un bavaglio in faccia, che copre bocca e naso, stia diventando normale.
Siete voi a farmi paura.
Copiato ed incollato.

Anonimo ha detto...

Questi son tutti ghirigori per dire che loro con Dio, Uno e Trino, non si vogliono impegnare e... pretendono che siamo noi ad impegnarci con le loro proposte sincretiste

Ormai i loro giochetti di uomini di mondo dalle larghe vedute li conosciamo e diciamo basta! Nessuno, neanche il mondo infine, rispetta chi bacia le scarpe altrui. Chi vuole baciarle, le baci. Chi vuole farsi il vaccino, vada a farselo fare. Chi si vuol vendere alla plutocrazia finanziaria, si venda...

Noi invece cerchiamo di essere Cattolici. Che è il massimo che possiamo fare se mai un giorno riuscissimo ad esserlo.

Anonimo ha detto...

Confedilizia: Monti ha già distrutto l’edilizia, non basta ?
L’idea di Monti – che lui ha ricevuto dalla Commissione europea – è colpire con la patrimoniale le piccole attività già rovinate dal covid, che non avendo avuto non dico profitti, ma liquidità, non possono pagare in moneta. Pagheranno col sequestro delle loro proprietà immobiliari, secondo il progetto del Forum di Davos esplicitato da Economist : l’abolizione della piccola proprietà privata immobiliare, le case d’abitazione, per sostituirle con un sistema di affitti.
E’ la convergenza degli oligarchi con la “sinistra” di Fratoianni e Orfini, che da mesi propongono la patrimoniale: non sui veri multi –miliardari sfondati (non hanno proferito proposta di tassare i superprofitti di Gates, Amazon, Zuckerberg , Benetton) ma sui quelli con patrimoni da 500 mila euro: ristoranti, pizzerie, palestre, agriturismi, alberghetti valevano, prima del Covid collasso, molto di più.
Ciò perché il movente radicale per cui uno si definisce di sinistra è l’invidia, e l’invidia si sfoga contro i quasi eguali che conosce e vede, – tipicamente il piccolo imprenditore, il collega con più cultura di lui, la partita IVA di successo perché di talento, il coltivatore diretto (kulako) – non contro i veri sfondati, che esulano dalla sua esperienza e gli sono invisibili – per mancanza di immaginazione.

https://www.maurizioblondet.it/monti-si-unisce-a-fratoianni-e-orfini/

Mi sorge il dubbio che siano affetti da 'porfiria'; sono particolarmente sensibili alla luce, preferiscono dormire di giorno e lavorare di notte. E ovviamente la caratteristica principale: bevono sangue.

Anonimo ha detto...

ISTERISMO:
Ciò che preoccupa di più non è il coronavirus (che esiste realmente) ma l'angoscia da coronavirus. Un'angoscia senza precedenti, se la confrontiamo con l'epidemia "asiatica" del 1957 o con l'epidemia "cinese" del 1968, che pure falcidiarono la popolazione italiana, ma che non causarono un isterismo di massa lontanamente paragonabile all'attuale. Quest'isterismo, che poggia sull'angoscia individuale e collettiva di morte, è volontariamente e ossessivamente indotto dai mass media. Ma per quanto la manipolazione mediatica sia evidente anche ai ciechi, e quindi voluta, essa non potrebbe ottenere l'effetto panico collettivo totale, se non facesse leva sull' incontenibile angoscia di morte dell'uomo contemporaneo. Interrogarsi sui motivi di questa angoscia è quindi essenziale.
Ce cosa è cambiato da allora, dal 1957 e dal fatidico (per molti versi) 1968? Direi almeno tre cose fondamentali.
La prima è naturalmente il meccanismo mediatico. La televisione non era ancora l'inseparabile compagna di giornata di una consistente parte della popolazione, e in generale il bombardamento delle notizie, anche a causa della presenza di internet, è oggi molto più pervasivo di allora. E quindi la sua influenza nefasta è oggi molto più diffusa e profonda.
La seconda - la più importante - è la scristianizzazione della popolazione italiana, alla quale hanno contribuito nei decenni gli stessi mass media. Nel 1957 e in parte ancora nel 1968 gli italiani erano ancora un popolo religioso, addirittura molto religioso rispetto agli standard attuali. Ora non lo sono più. Non hanno più quindi la religione e il sacro come risorse di senso che attenuino l'angoscia di morte. Se non esiste la vita eterna, se tutto finisce qui con la nostra morte corporale, allora il pensiero della morte diventa inaccettabile. E il coronavirus, la nuova malattia sconosciuta, diventa la nuova peste bubbonica.
La terza - importante quasi quanto la seconda - è la spaventosa secolarizzazione della Chiesa cattolica che nel 1968 era già avviata, ma certo ad uno stadio inziale rispetto ad oggi. Poichè l'ecclesiastico oggi parla da politico, da volontario onlus, o da assistente sociale, egli non può offrire alcuna riserva di senso e di speranza agli stessi fedeli. Bergoglio è l'esempio perfetto dell'ecclesiastico che ha rimosso dal suo messaggio tutte le questioni ultime che rigiardano il destino dell'anima e della vita eterna. E nella Chiesa attuale migliaia di bergoglini hanno rimosso da anni, anzi decenni, nelle lore omelie e nella loro pseudo-catechesi, ridotte al "vogliamoci bene" - nel senso più insulso e melenso - ogni discorso di autentica speranza sovrannaturale per l'uomo angosciato. E' un clero che non sa nè vuole essere più sale della terra. E che merita, quindi, di essere calpestato da tutto e da tutti, come insegna il Vangelo. Esso è ormai insipido, per usare un eufemismo, e del sale insipido nessuno sa che farsene. Non c'è bisogno di puntualizzare che questo clero sta dando un bel contributo, e non da oggi, al depauperamento spirituale dell'uomo contemporaneo, anche se vi sono altre cause.
In conclusione: più l'uomo è secolarizzato, scristianizzato, desacralizzato, più è massificato e angosciato nel profondo (nonostante il suo sbandierato gaio edonismo, che paga a caro prezzo) e quindi manipolabile. E più è manipolabile, più il sistema mediatico diventa onnipotente. E lo conduce dove vuole.
(Martino Mora)

Anonimo ha detto...

Salvatore Canto:
Probabilmente il fallimento di tutte le rivoluzioni è stato dovuto al fatto che chi le ha tentate era convinto che il male stesse tutto fuori di sé e non anche dentro di sé, per cui una volta ottenuto il potere, e quasi sempre in modo violento, ha riversato il male interiore nella nuova società che aveva costruito. L'unica vera rivoluzione, che però non è mai stata fatta veramente, è quella cristiana, perché il Cristianesimo sostiene che il male l'uomo prima deve sradicarlo dal proprio cuore e solo dopo e con l'indispensabile aiuto divino può tentare con successo di trasformare il mondo.

Anonimo ha detto...

Lo hanno detronizzato! E' il mio libro preferito. Ben 50 anni fa la Verità era già stata detta nella sua essenzialità da un grande Profeta e Padre della fede. Quando incontrai faccia a faccia mons. Lefebvre il 7 aprile 1980 a Venezia - allora ero ateo disperato pieno di successo e leader dei Giovani Comunisti all'Università Statale di Milano, e venivo dalla Lotta Rivoluzionaria armata degli anni '70 - il suo sguardo di Padre (è la Paternità, Abramo Mosè Pietro Paolo Ambrogio ... che fa la differenza, e non altro, in un Pastore della Chiesa) - in un frangente storico eccezionale: davanti ai miei occhi vidi due schieramenti di migliaia di persone in guerra (simile allo scontro tra due manifestazioni di Fascisti e di Comunisti a cui ero abituato), da un lato i cattolici della Tradizione e dal lato opposto i cattolici della Rivoluzione - mi disse questa verità centrale: tutte le ideologie moderne non sono altro che il tentativo di usurpare il Trono di Gesù Cristo Re di tutti i Regni della terra. - rdv

Anonimo ha detto...


fallimento di tutte le rivoluzioni..Ma vediamo in che senso

Dei loro obiettivi di massima, dell'utopia che volevano realizzare in terra. In questo, hanno fallito certamente. Ma la rivol. franc. per es. non è solo i Giacobini. Il cambiamento tuttavia l'hanno prodotto, anche se in modo imperfetto o impuro che dir si voglia. Le rivoluzioni borghesi hanno introdotto la sovranità popolare, il governo sotto la legge, responsabile di fronte ad un parlamento eletto dal popolo, il capitalismo nelle sue varie forme, l'idea della libertà individuale come idea predominante. Insomma, cambiamenti costituzionali e nella mentalità che ancora restano. Le rivoluzioni comuniste hanno pure modificato istituzioni e mentalità, portando le masse popolari (inquadrate) nella storia, come si suol dire, e non sono ancora finite, se è vero che il comunismo è ancora al potere in diversi importanti Stati, sia pure in un modo anomalo rispetto al suo stesso passato e alla teoria comunista "autentica".
Questo non toglie che entrambe le rivoluzioni sembrino arrivate al capolinea, per quanto riguarda la validità delle loro ideologie, che mostrano un'involuzione impressionante. La rivoluzione liberale è affogata nella Rivoluzione Sessuale ossia nella melma più repugnante e nel capitalismo finanziario, attore principale della deindustrializzazione che sta ammazzando Europa e America. Quella marxista, per sopravvivere, ha dovuto prender in prestito i sistemi del capitalismo più sfrenato, però diretti scientificamente dallo Stato totalitario.
Sarebbe stato questo il momento ideale per la Chiesa, per riproporsi nell'opera missionaria, se fosse stata capace di presentarsi intatta nella sua fede e nei suoi costumi. INvece, questo è il dato storico che non si riesce a spiegare, la decadenza e corruzione della Chiesa è andata di pari passo con la decadenza delle ideologie secolari da sempre sue nemiche: si può dire che l'abbiano trascinato nel gorgo. Pensiamo al "maritainismo", ai danni che ha combinato dentro la Chiesa.
Ora, mondo profano ed ecclesiale sono entrambi accomunati in un unico processo di autodistruzione, del quale non si riesce a vedere la fine.
Che forse sarà improvvisa: però qui, nel dire questo, ci poniamo su di un altro piano, razionalmente non verificabile.
Policratico

Anonimo ha detto...

@Anonimo
18 gennaio 2021 19:07

''il suo sguardo di Padre''

Quanto è importante avere una solida figura paterna... Lo dico anche per esperienza personale.

Ci hanno lacerato anche l'immagine dell'arcobaleno . ha detto...

Biden alla Casa Bianca. È l’ora della verità per i cattolici americani?
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

Cattolici arcobaleno ( nel senso di 'arc en ciel', non di bandiera gender)

Anonimo ha detto...


FT, Washington DC

Conoscenti da Washington: la città e il Distretto sono chiusi. Sembrano
Zona di Guerra. Ci sono più truppe americane dei
soldati presenti negli ultimi anni in Afghanistan, Irak, Siria.
Foto da un servizio di LSNews:
Alte reti metalliche nere,quadrate, mobili,
con dietro basse barriere di cemento, isolano tutta la parte che comprende
Congresso, Corte Suprema, Casa Bianca. Il recinto perimetrale di
queste ultime porta alte barriere con filo spinato, addirittura.
L'atmosfera è spettrale. Le attività commerciali sono tutte chiuse, diversi
esercizi hanno le tavole di legno installate sulle vetrine, contro
i vandali. Non ci saranno invitati, cerimonie, feste, niente di niente.
Nessuno li vuole. Sembra [articolo su ilGiornale] che una mobilitazione simile sia stata
fatta anche nelle altre capitali americane, quelle statali.

OPinione : da un lato il duo Biden-Harris ha paura. Hai visto mai.
Dall'altro c'è il
sospetto che qualcuno esageri apposta, come se dovessero venire chissà quali
orde ad attaccarli, nella speranza di far fuori Trump con l'impeachment.
SEmbrano voler creare un clima da Colpo di Stato incombente per raggiungere
il loro scopo contro Trump. Trasformare il centro di Washington in una vera e propria
zona di guerra, impiegando, pare, tra venti e trentamila soldati della
Guardia Nazionale [!!],
sembra ridicolo, oltre che del tutto sproporzionato. Si tratta di un'emergenza
perfettamente gestibile rinforzando la polizia con qualche migliaio di soldati della
Guardia Nazionale (e forse con qualche centinaio solamente).
L'apparato di polizia del Capitol ha in organico già 2500 poliziotti. Anche
calcolando che quelli efficienti siano la metà, non bastavano, con in aggiunta
un due-tremila soldati?
Biden si insedia in un clima di paranoia galoppante, creato sin dalla
vittoria di Trump quattro anni fa e aumentato da mesi dai Dem con
il favorire i lockdown indiscriminati e soprattutto le violenze da
guerra civile della sinistra estrema loro alleata e complice. Oltre
che paranoico, il clima è fortemente ostile ai neoeletti da parte di una buona
metà della popolazione, compresa quella che alberga milioni di modesti
lavoratori, spesso neri, che adesso si vedono le frontiere spalancate
da Biden e pensano sin da ora di non riuscire a vincere la concorrenza degli immigrati
a basso costo, che non verranno più bloccati alle frontiere.

Anonimo ha detto...

Il quadro sueposto rappresenta perfettamente ai miei occhi cio' che questa pletora di "uomini e donne in politica " rappresentano : solo se' stessi e i loro privilegi come se non dovessero mai morire come se non dovessero mai rendere conto a nessuno dei loro atti .
E' terribile pensare che in 2000 anni il sacrificio di Gesu' non sia riuscito a cambiare il cuore dell'uomo !

Anonimo ha detto...

Leggo che l'unica volta in cui l'elezione di un presidente USA si svolse con un tale apparato militare ed allontanamento forzato dei cittadini fu quando divenne presidente Abraham Lincoln.......sapete come andò a finire......