Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 10 gennaio 2021

La religione del “volemose bene”. Le radici della crisi

Andrea Mondinelli si riallaccia al mio discorso [qui] in relazione all'ultima apostatica iniziativa di Bergoglio e, con acribia, mette in risalto le radici non remote del problema. Un tema già affrontato; ma in questo caso sarà utile focalizzarne i prodromi. Repetita iuvant.

Che fine ha fatto il valore espiatorio della Croce?
Cara Maria,
giustamente affermi: “Per quale ragione Cristo si è incarnato, è morto sulla Croce, è risorto, è asceso al cielo, ha inviato il Suo Spirito e ha fondato e costituito la Chiesa col compito di insegnare, guidare e santificare i Suoi attraverso atti di potenza dall’alto (i Sacramenti), che accompagnano il cristiano per tutta la vita perché in lui si produca quell’effetto soprannaturale che nessun’altra azione esteriore potrebbe produrre?

La risposta rivelatrice è quella di Ratzinger, nella intervista di Servais:
Quando Anselmo dice che il Cristo doveva morire in croce per riparare l’offesa infinita che era stata fatta a Dio e così restaurare l’ordine infranto, egli usa un linguaggio difficilmente accettabile dall’uomo moderno (cfr. gs iv 215.ss) [È UNA FRASE DI RATZINGER CONTENUTA IN GS IV E NON DELL’INTERVISTATORE. -NDA]. Esprimendosi in questo modo, si rischia di proiettare [in] su Dio un’immagine di un Dio di collera, afferrato, dinanzi al peccato dell’uomo, da [uno stato affettivo] sentimenti di violenza e di aggressività paragonabile/i a quello che noi stessi possiamo sperimentare. Come è possibile parlare della giustizia di Dio senza rischiare di infrangere la certezza, ormai assodata presso i fedeli, che [il Dio] quello dei cristiani è un Dio «ricco di misericordia» (Efesini 2, 4)?
La concettualità di sant’Anselmo è diventata oggi per noi di certo incomprensibile. È nostro compito tentare di capire in modo nuovo la verità che si cela dietro tale modo di esprimersi. Per parte mia formulo tre punti di vista su questo punto:
  1. La contrapposizione tra il Padre, che insiste in modo assoluto sulla giustizia, e il Figlio che ubbidisce al Padre e ubbidendo accetta la crudele esigenza della giustizia, non è solo incomprensibile oggi, ma, a partire dalla teologia trinitaria, è in sé del tutto errata. Il Padre e il Figlio sono una cosa sola e quindi la loro volontà è ab intrinseco una sola. Quando il Figlio nel giardino degli ulivi lotta con la volontà del Padre non si tratta del fatto che egli debba accettare per sé una crudele disposizione di Dio, bensì del fatto di attirare l’umanità al di dentro della volontà di Dio. Dovremo tornare ancora, in seguito, sul rapporto delle due volontà del Padre e del Figlio.
  2. Ma allora perché mai la croce e l’espiazione? In qualche modo oggi, nei contorcimenti del pensiero moderno di cui abbiamo parlato sopra, la risposta a tali domande è formulabile in modo nuovo [Ecco servita la nuova religione! Ndr]. Mettiamoci di fronte all’incredibile sporca quantità di male, di violenza, di menzogna, di odio, di crudeltà e di superbia che infettano e rovinano il mondo intero. Questa massa di male non può essere semplicemente dichiarata inesistente, neanche da parte di Dio. Essa deve essere depurata, rielaborata e superata. L’antico Israele era convinto che il quotidiano sacrificio per i peccati e soprattutto la grande liturgia del giorno di espiazione (yom-kippur) fossero necessari come contrappeso alla massa di male presente nel mondo e che solo mediante tale riequilibrio il mondo poteva, per così dire, rimanere sopportabile. Una volta scomparsi i sacrifici nel tempio, ci si dovette chiedere cosa potesse essere contrapposto alle superiori potenze del male, come trovare in qualche modo un contrappeso. I cristiani sapevano che il tempio distrutto era stato sostituito dal corpo risuscitato del Signore crocifisso e che nel suo amore radicale e incommensurabile era stato creato un contrappeso all’incommensurabile presenza del male. Anzi essi sapevano che le offerte presentate finora potevano essere concepite solo come gesto di desiderio di un reale contrappeso. Essi sapevano anche che di fronte alla strapotenza del male solo un amore infinito poteva bastare, solo un’espiazione infinita. Essi sapevano che il Cristo crocifisso e risorto è un potere che può contrastare quello del male e che salva il mondo. E su queste basi poterono anche capire il senso delle proprie sofferenze come inserite nell’amore sofferente di Cristo e come parte della potenza redentrice di tale amore. Sopra citavo quel teologo per il quale Dio ha dovuto soffrire per le sue colpe nei confronti del mondo; ora, dato questo capovolgimento della prospettiva, emerge la seguente verità: Dio semplicemente non può lasciare com’è la massa del male che deriva dalla libertà che Lui stesso ha concesso. Solo lui, venendo a far parte della sofferenza del mondo, può redimere il mondo.
Il pensiero di Ratzinger è ben preciso:
Se tuttavia nel nostro testo si afferma ancora che Gesù ha operato la redenzione col suo sangue (Eb. 9, 12), questo sangue non va inteso come un dono materiale, come un mezzo espiativo da misurarsi quantitativamente, bensì come la pura concretizzazione di quell’amore che ci viene additato come spinto fino all’estremo (Gv. 13, 1) [ “Introduzione al cristianesimo” di J. Ratzinger ].
E prosegue:
Stando così le cose, l’essenza del culto cristiano non sta nell’offerta di cose, e nemmeno in una certa qual loro distruzione, come dal secolo XVI in poi si può leggere sempre più insistentemente nei trattati teorici concernenti il sacrificio della messa, ove si afferma che proprio in questo modo bisogna riconoscere la suprema autorità di Dio sull’universo. Tutti gli sforzi fatti dal pensiero in questo senso sono ormai stati decisamente superati dall’avvento di Cristo, e dall’interpretazione che ce ne dà la Bibbia. Il culto cristiano si concretizza nell’assoluta dedizione dell’amore, quale poteva estrinsecarsi unicamente in colui, nel quale l’amore stesso di Dio si era fatto amore umano; e si esplica nella nuova forma di funzione vicaria [sostituzione] inclusa in questo amore: nel fatto che egli si è incaricato di rappresentarci e noi ci lasciamo impersonare da lui. Esso comporta pure che noi ci decidiamo una buona volta ad accantonare i nostri conati di auto-giustificazione [ “Introduzione al cristianesimo” di J. Ratzinger ].
Dunque, sulla Croce, Cristo non ha offerto realmente il suo corpo e il suo sangue, e neanche la sua vita temporale, Egli ha offerto solo il suo «io» e la sua «persona» o il suo amore! Così, la religione dell’espiazione si ritrova disintegrata nella religione del puro amore, oso dire della falsa misericordia! Infatti, dell’offesa e del disordine del peccato, non una parola; delle pene del peccato, non una parola; della riparazione, del merito, della soddisfazione, dell’espiazione di Cristo, non una spiegazione. Niente di tutto ciò, perché tutto ciò è solo un orpello nella religione del puro amore. Pertanto, i sacramenti diventano, a dir poco, superflui ed infatti nel video sono implicitamente derubricati a “tradizione” tra le tradizioni.

Il messaggio del sincretismo ecumenico si sposa benissimo con la teologia dell’amore universale. Infatti, se la redenzione in salsa ratzingeriana è servita solamente a togliere il male dal mondo, allora ognuno può benissimo pregare secondo qualsiasi religione del “volemose bene”, sia pure pagana, eretica o apostatica...
Andrea

43 commenti:

gsimy ha detto...

Secondo me state un po' estrapolando e decontestualizzando le frasi di Benedetto:
- è vero che molte frasi ed espressioni di Anselmo sono difficilmente accettabili al giorno d'oggi, perché lui viveva in un contesto culturale e sociale di un certo tipo e per esprimere ed esporre certe verità bibliche lui usa termini e concetti comprensibili agli uomini del suo tempo, come ordine e onore, che però oggi hanno un senso del tutto diverso e sono fraintendibili, e rischiano di creare incomprensioni, come quella di una contrapposizione all'interno della Trinità tra il Padre offeso e il Figlio che subisce l'ira (cosa non esistente negli scritti di Anselmo, ma spesso presente in certa spazz.. ehm letteratura devozionale). Quindi Ratzinger sta tentando di esprimere le verità di fede con un linguaggio nuovo
- non è mica uno scandalo dire che non fu la donazione del Sangue ma 'l'amore spinto all'estremo' di cui il Sangue versato è segno a compiere l'espiazione. Già molti teologi seguendo la Scrittura dicono che ciò che ci ha salvati è stato il fatto che Gesù, Dio e Uomo, ci ha salvati per la Sua Obbedienza alla Volontà Divina fino alla Morte sulla Croce. E questa Volontà Divina, che non è altro che il progetto salvifico ed eterno della Trinità di rendere le creature razionali partecipi della Sua Gloria, è quello che Ratzinger chiama 'Amore'.
- nell'ultimo estratto il futuro Papa Emerito se la sta esplicitamente prendendo con i teologi post-tridentini che avevano supposto che l'essenza di un sacrificio, qualunque esso fosse, consistesse necessariamente in una distruzione dell'offerta, anche spirituale, simbolica o morale. Per riuscire a giustificare la verità di fede che la Messa è un Sacrificio vero, proprio e propiziatorio si erano sprecati a trovare questa distruzione in qualche punto della liturgia: chi nella Frazione, chi nella Comunione del Sacerdote e/o dei fedeli, chi nella Consacrazione separata delle due specie, chi nello stato di Cristo nell'Eucaristia etc. A parte la fragilità di molte di queste tesi, esse avevano il difetto principale di rendere il Sacrificio della Messa un qualcosa di totalmente altro con il Sacrificio della Croce, offuscando la sua relazione con Esso. Ratzinger semplicemente sta esponendo la tesi, fondata sui documenti Tridentini, che la Messa è un Sacrificio perché è la ripresentazione sacramentale della Croce a Dio e a noi, ovvero dell'Amore di Dii per noi e della donazione totale di Gesù, per mezzo del quale, e solo grazie a Lui, noi possiamo essere in grado di rendere grazie al Padre.

Questi sono i miei due spiccioli

Anonimo ha detto...

Si è creata ormai una notevole confusione nella Chiesa riguardo al significato del Papato. Da una parte la rinuncia di Benedetto XVI ha dato l'idea dell'esistenza di "due Papi", cosa che non è assolutamente concepibile. E dall'altra papa Francesco, tra relativizzazioni del ruolo e "cambi di paradigma" rischia di predicare «una fratellanza umana senza Gesù Cristo» e intavolare un dialogo con l'islam all'insegna del relativismo religioso. Necessario ritrovare il carattere Cristocentrico del Papato. Il cardinale Gerhard L. Müller pubblica un intervento sul vero significato del Papato.

Anonimo ha detto...

In piccolissimo lo si può vedere nel fatto che compiere il male è solo un lasciarsi andare, compiere il bene richiede uno sforzo, un contra/stare se non altro il peso, la corrente. La differenza vera subentra tra il lasciarsi andare e l'abbandono in Dio, nella Divina Provvidenza, che è più sottile ma, che contiene in sé l'abitudine a saper riconoscere il bene e il male, la propensione al bene o al male, l'abitudine a riconoscere le buone ispirazioni, cioè una quotidianità con il Signore. Come ogni disciplina il bene richiede esercizio quotidiano, così l'amore per essere conosciuto nella sua verità necessita di un esercizio quotidiano intelligente, un quotidiano contra/stare il peso e la corrente del mondo. In grado sommo lo stare contro il mondo lo ha mostrato la strana e santissima strada di Gesù Cristo,in particolare nella passione, nella agonia, nella morte e nella Sua resurrezione. Ed anche sulla Croce non è stato Gesù Cristo che si è lasciato andare alla corrente del mondo, ma ha giudicato il mondo condannandolo davanti ad esso stesso e il mondo nell'oscurità dell'ora ha avuto un sussulto e ha compreso, per poi ricadere immediatamente dopo sotto il suo peso, trascinato dalla sua corrente. Quindi l'amore inteso cattolica/mente è frutto maturo dell'amore intelligente, cioè capace di scegliere tra il mondo e l'esempio, l'insegnamento di Gesù Cristo, la Sua Croce e la Sua Resurrezione che come la nostra inizia qui sulla terra attraverso, in particolare, i Sacramenti che la Chiesa conserva ed amministra.

Quindi l'amore non è in una simpatia umana, non è nel tepore trovato nel freddo invernale tra la folla, sul treno della metro, né nelle buone maniere di società, né tra le lenzuola lo si trova, né nella buona azione di una colletta, l'amore non si vende e non si compra. L'amore è un impegno sacro preso davanti a Dio e davanti agli uomini che viene provato dalla vita e risanato dai sacramenti sempre più onestamente e santamente ricevuti.

Il rischio che il Cristianesimo ed in particolare il Cattolicesimo diventi una religione sentimentale è grandissimo, anzi il rischio è stato già ampiamente superato e questa tensione snervata dell'amore sentimentale, diventato 'ismo' senza sostanza, è stata affiancata e poi retta solo ed unicamente dalla ipocrisia. Ed è solo l'ipocrisia che parla da moltissimi amboni ogni giorno, compreso quello più alto, parole svuotate dal tempo la cui sostanza nessuno quasi conosce più.

Anonimo ha detto...

In piccolissimo lo si può vedere nel fatto che compiere il male è solo un lasciarsi andare, compiere il bene richiede uno sforzo, un contra/stare se non altro il peso, la corrente. La differenza vera subentra tra il lasciarsi andare e l'abbandono in Dio, nella Divina Provvidenza, che è più sottile ma, che contiene in sé l'abitudine a saper riconoscere il bene e il male, la propensione al bene o al male, l'abitudine a riconoscere le buone ispirazioni, cioè una quotidianità con il Signore. Come ogni disciplina il bene richiede esercizio quotidiano, così l'amore per essere conosciuto nella sua verità necessita di un esercizio quotidiano intelligente, un quotidiano contra/stare il peso e la corrente del mondo. In grado sommo lo stare contro il mondo lo ha mostrato la strana e santissima strada di Gesù Cristo,in particolare nella passione, nella agonia, nella morte e nella Sua resurrezione. Ed anche sulla Croce non è stato Gesù Cristo che si è lasciato andare alla corrente del mondo, ma ha giudicato il mondo condannandolo davanti ad esso stesso e il mondo nell'oscurità dell'ora ha avuto un sussulto e ha compreso, per poi ricadere immediatamente dopo sotto il suo peso, trascinato dalla sua corrente. Quindi l'amore inteso cattolica/mente è frutto maturo dell'amore intelligente, cioè capace di scegliere tra il mondo e l'esempio, l'insegnamento di Gesù Cristo, la Sua Croce e la Sua Resurrezione che come la nostra inizia qui sulla terra attraverso, in particolare, i Sacramenti che la Chiesa conserva ed amministra.

Quindi l'amore non è in una simpatia umana, non è nel tepore trovato nel freddo invernale tra la folla, sul treno della metro, né nelle buone maniere di società, né tra le lenzuola lo si trova, né nella buona azione di una colletta, l'amore non si vende e non si compra. L'amore è un impegno sacro preso davanti a Dio e davanti agli uomini che viene provato dalla vita e risanato dai sacramenti sempre più onestamente e santamente ricevuti.

Il rischio che il Cristianesimo ed in particolare il Cattolicesimo diventi una religione sentimentale è grandissimo, anzi il rischio è stato già ampiamente superato e questa tensione snervata dell'amore sentimentale, diventato 'ismo' senza sostanza, è stata affiancata e poi retta solo ed unicamente dalla ipocrisia. Ed è solo l'ipocrisia che parla da moltissimi amboni ogni giorno, compreso quello più alto, parole svuotate dal tempo la cui sostanza nessuno quasi conosce più.

Anonimo ha detto...

Chi sta incitando al vaccino? La senatrice a vita biancocrinita, Bergoglio, Elisabetta e Filippo di Gran Bretagna. A me bastano questi quattro nomi per avere la certezza che sia un'operazione dei nemici dell'umanità. P.S.: aggiungo un altro biancocrinito italiano, che risiede su un famoso colle...

Anonimo ha detto...

Ricordate che, già da ben venti anni, esiste un movimento globalità di sinistra, chiamato Agenda 21, che si propone di realizzare entro il 2021 determinati obiettivi, naturalmente legato al principe di questo mondo? Significativo il fatto che proprio ora siamo nel 2021 e pandemia e vaccini spadroneggiano...che sia la "soluzione finale" pensata contro l'umanità?

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/ennio-innocenti-in-memoria-di-un-maestro/

ENNIO INNOCENTI – in memoria di un maestro
Luigi Copertino 9 Gennaio 2021
ENNIO INNOCENTI

in memoria di un maestro

Ho appena avuto notizia della chiamata in Cielo di un caro amico e maestro, don Ennio Innocenti, teologo della scuola romana, quella di un tempo. Cristiano insieme “pacelliano” e “montiniano”.

Fedele alla Tradizione ma senza cadere negli eccessi di un certo tradizionalismo museificante. Tomista serio sulla scia di padre Cornelio Fabro ma anche “mistico” alla scuola di don Divo Barsotti, a lui si devono importanti e fondamentali studi sulla “gnosi”. Una categoria, quest’ultima, all’interno della quale, ed a dispetto di tanta confusione alimentata da certuni che fanno della riflessione tomista un becero razionalismo teologico, Ennio Innocenti ha avuto il merito di enucleare la “gnosi pura” differenziandola dalla “gnosi spuria”. La prima finisce per identificarsi con la Rivelazione, piuttosto che soltanto con le sue declinazioni teologiche e filosofiche, mentre la seconda mostra chiare radici ofidiche che sono quelle della suadente tentazione originaria per la quale l’uomo sarebbe “dio” per natura e non per gratuita partecipazione (Genesi 3,5)....

tralcio ha detto...

Forse c'è un problema che sta a monte dell'acribia con la quale si argomenta.

E cioè che noi abbiamo il peccato originale, per cui in noi agisce una potenza spirituale che non è nostra, ma dell'istigatore a delinquere che mette guerra nei nostri pensieri.
Se non si smaschera questo tentatore, se non si accetta di fare i conti con la tentazione, innanzitutto svelandone la presenza e ammettendone la sfida, in me, adesso, si rischia solo di dare soddisfazione all'istigatore, scontrandoci tra di noi, mentre lui resta nascosto.

Come scrisse San Simeone il nuovo teologo, ben prima che la parola "nuovo" ponesse in moto i succhi gastrici in modo patologico, a un sopravvento delle passioni corrisponde un ottenebramento per cui non capiamo più bene nemmeno il contesto in cui ci appassioniamo.

A quel punto rischia di venir meno l'umiltà, con essa la verità e di conseguenza la carità.

Il papato è un ministero esercitato in nome e per conto di Cristo (Dio) e non dell'uomo.
Esso consiste nel confermare, da pastore, la fede in Cristo del gregge.
Gesù ci ha mostrato il Padre e a questo punto quella è l'unica immagine che conta.

Che Padre ci mostra Cristo? Quale il "fastidio" culturale/psichico che può causare?
Come, al mutare del pensiero del tempo, tale "fastidio" può cambiare per forma e intensità?

Dio è solo misericordia, per cui ogni forma di giustizia risulterebbe troppo "dura"?
Dio è solo incollerito, per cui dobbiamo solo temerne la punizione per quanto "giusta"?
Se a dire chi sia Dio sono le nostre passioni o preferenze, bè allora Cristo non serve più.

Basta un papato che esprima lo spirito del tempo, in ossequio al mondo.
Un papato che soddisfi il vuoto esistenziale degli uomini, inseguendo il mondo.
Un papato, per dirla proprio con Gesù a Pietro, che si merita un secco "vade retro".
Cioè: stai al tuo posto, Pietro. Non ragionare secondo l'istigatore a delinquere.

Però vale anche per i critici, acribia compresa. Nelle parole di Ratzinger solo la passione della rabbia può vedere le stesse argomentazioni di chi sta dissolvendo il papato nella fratellanza universale. Dio è stato offeso e l'offesa è tanto grande che solo il sangue stesso del Verbo fatto carne può pagarne il fio. La "collera" di Dio non è alternativa ne' alla Sua giustizia, ne' alla Sua misericordia: è il Figlio a versare il sangue -innocente!- che salva l'uomo. Ma l'uomo deve smetterla di pensarsi offerente di qualcosa di più e di meglio che di mettersi finalmente alla presenza di Dio, facendosi colmare dalla sua luce e smascherando tutti i fuochi fatui che costituiscono l'agire dell'istigatore a delinquere.

Oggi la Chiesa ne pullula, ma non mischiamo chi non crede nemmeno al peccato originale e tutto sommato considera ogni peccato una sciocchezzuola moralistica, con chi ha ben chiaro che è il peccato originale ci ammorba e ogni peccato è un disastro che ci aliena dalla Verità e soprattutto che mette a repentaglio eternamente il destino della nostra anima.

Chi non distingue confonde e la confusione rischia di travolgere l'acribia.
La Santa Messa è il Sacrificio di Dio per l'uomo. Non è "l'offerta dei nostri doni", quasi fossero una tassa da pagare. Caso mai è la nostra comunione al Sacrificio di Cristo. Il Santo curato d'Ars scriveva: "Questa santa vittima è Gesù Cristo stesso, che è Dio come suo Padre, e uomo come noi. Egli si offre tutti i giorni sui nostri altari, come in altri tempi sul Calvario, e con questa oblazione pura e senza macchia, Egli rende a Dio tutti gli onori che gli sono dovuti, e salda in favore dell’uomo tutti i debiti che l’uomo deve al suo Creatore; Egli si immola ogni giorno, per riconoscere il dominio sovrano che Dio ha sulle sue creature, e così l’oltraggio che il peccato ha recato a Dio, è pienamente riparato".

Il battesimo di Gesù non è come il nostro, ma è una buona occasione per pensare al nostro.

tralcio ha detto...

Forse c'è un problema che sta a monte dell'acribia con la quale si argomenta.

E cioè che noi abbiamo il peccato originale, per cui in noi agisce una potenza spirituale che non è nostra, ma dell'istigatore a delinquere che mette guerra nei nostri pensieri.
Se non si smaschera questo tentatore, se non si accetta di fare i conti con la tentazione, innanzitutto svelandone la presenza e ammettendone la sfida, in me, adesso, si rischia solo di dare soddisfazione all'istigatore, scontrandoci tra di noi, mentre lui resta nascosto.

Come scrisse San Simeone il nuovo teologo, ben prima che la parola "nuovo" ponesse in moto i succhi gastrici in modo patologico, a un sopravvento delle passioni corrisponde un ottenebramento per cui non capiamo più bene nemmeno il contesto in cui ci appassioniamo.

A quel punto rischia di venir meno l'umiltà, con essa la verità e di conseguenza la carità.

Il papato è un ministero esercitato in nome e per conto di Cristo (Dio) e non dell'uomo.
Esso consiste nel confermare, da pastore, la fede in Cristo del gregge.
Gesù ci ha mostrato il Padre e a questo punto quella è l'unica immagine che conta.

Che Padre ci mostra Cristo? Quale il "fastidio" culturale/psichico che può causare?
Come, al mutare del pensiero del tempo, tale "fastidio" può cambiare per forma e intensità?

Dio è solo misericordia, per cui ogni forma di giustizia risulterebbe troppo "dura"?
Dio è solo incollerito, per cui dobbiamo solo temerne la punizione per quanto "giusta"?
Se a dire chi sia Dio sono le nostre passioni o preferenze, bè allora Cristo non serve più.

Basta un papato che esprima lo spirito del tempo, in ossequio al mondo.
Un papato che soddisfi il vuoto esistenziale degli uomini, inseguendo il mondo.
Un papato, per dirla proprio con Gesù a Pietro, che si merita un secco "vade retro".
Cioè: stai al tuo posto, Pietro. Non ragionare secondo l'istigatore a delinquere.

Però vale anche per i critici, acribia compresa. Nelle parole di Ratzinger solo la passione della rabbia può vedere le stesse argomentazioni di chi sta dissolvendo il papato nella fratellanza universale. Dio è stato offeso e l'offesa è tanto grande che solo il sangue stesso del Verbo fatto carne può pagarne il fio. La "collera" di Dio non è alternativa ne' alla Sua giustizia, ne' alla Sua misericordia: è il Figlio a versare il sangue -innocente!- che salva l'uomo. Ma l'uomo deve smetterla di pensarsi offerente di qualcosa di più e di meglio che di mettersi finalmente alla presenza di Dio, facendosi colmare dalla sua luce e smascherando tutti i fuochi fatui che costituiscono l'agire dell'istigatore a delinquere.

Oggi la Chiesa ne pullula, ma non mischiamo chi non crede nemmeno al peccato originale e tutto sommato considera ogni peccato una sciocchezzuola moralistica, con chi ha ben chiaro che è il peccato originale ci ammorba e ogni peccato è un disastro che ci aliena dalla Verità e soprattutto che mette a repentaglio eternamente il destino della nostra anima.

Chi non distingue confonde e la confusione rischia di travolgere l'acribia.
La Santa Messa è il Sacrificio di Dio per l'uomo. Non è "l'offerta dei nostri doni", quasi fossero una tassa da pagare. Caso mai è la nostra comunione al Sacrificio di Cristo. Il Santo curato d'Ars scriveva: "Questa santa vittima è Gesù Cristo stesso, che è Dio come suo Padre, e uomo come noi. Egli si offre tutti i giorni sui nostri altari, come in altri tempi sul Calvario, e con questa oblazione pura e senza macchia, Egli rende a Dio tutti gli onori che gli sono dovuti, e salda in favore dell’uomo tutti i debiti che l’uomo deve al suo Creatore; Egli si immola ogni giorno, per riconoscere il dominio sovrano che Dio ha sulle sue creature, e così l’oltraggio che il peccato ha recato a Dio, è pienamente riparato".

Il battesimo di Gesù non è come il nostro, ma è una buona occasione per pensare al nostro.

Anonimo ha detto...

Ma il Minutella che, CONTRO OGNI EVIDENZA e CONTRO CIO' CHE HA AFFERMATO LO STESSO RATZINGER, considera Ratzinger ancora Papa che ha da dire sulle eterodossie ratzingeriane, fra cui quella riportata in questo articolo e quella che gli ebrei non avrebbero bisogno di convertirsi al cattolicesimo per salvarsi?
Credo che sappia perfettamente anche lui che Ratzinger, ben lontano dall'avere la VOGLIA e la CAPACITA' di guidare la Chiesa, non farebbe mai nulla per contrastare Bergoglio (e, se anche volesse, NON NE è PIU' IN GRADO).
Perché continua a "papolatrare" Ratzinger?
Forse per autonominarsi (alla morte di Ratzinger) suo successore e "PAPA" del "PICCOLO RESTO MINUTELLIANO", che lui identifica con la "Chiesa Cattolica"?
Come si fa a seguire un personaggio del genere, che afferma fra l'altro che la fare la Comunione UNA CUM sarebbe ricevere il corpo dell'Anticristo, dimostrando quindi di ignorare (o di VOLER IGNORARE) addirittura le basi della teologia sacramentaria?

Lucignolo ha detto...

Non c'è niente di Cattolico nella religione del "volemose bene". Piuttosto c'è il Buddha dell'Amore, Maitreya, di connotazione New Age, ideale per vendere oggettini e saponette, profumi e candeline, oltre che per rilanciare mediaticamente l'immagine fuffa di un papa-santone, guru e rock-star...

gsimy ha detto...

ho trovato il testo completo dell'intervista https://www.sannicolao.it/Download/files/PapaEmerito_2016_03_16_IntervistaFede.pdf

che sostanzialmente conferma quello che ho scttto nel mio precedente commento: non nega i concetti di fondo di Anselmo, ma li rilegge con i concetti della kenosis e dell'assoluta donazione dell'Uomo-Dio per noi

Anonimo ha detto...

@ Anonimo 9:45 : ".che sia la "soluzione finale" pensata contro l'umanità?"; caro amico, proprio stamane è uscito su Una Vox un articolo che si formula la stessa domanda, proponendo alcune ipotesi interpretative al riguardo. Ecco il link: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3703_Catholicus_Soluzione_finale.html

Anonimo ha detto...

@ Anonimo 10:23 : "fare la Comunione UNA CUM sarebbe ricevere il corpo dell'Anticristo"?
caro amico, questa tesi, ostinatamente sostenuta da don Minutella e contrastata da Francesco Lamendola, è ben presentata in questo video (un dibattito a tre voci: don Minutella, Lamendola e Meluzzi) "http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/video-di-francesco-lamendola/9803-video-lamendola-meluzzi-don-minutella; inoltre, proprio ieri Lamendola ha ribadito il suo punto di vista "http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/9830-di-chi-e-la-santa-messa"

Anonimo ha detto...

Viganò: “l'abolizione del Giuramento anti-Modernista è una diserzione, un tradimento di inaudita gravità“
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/9833-vigano-e-il-modernismo

Anonimo ha detto...


L'amore di cui parla Ratzinger è rancido, rappresenta il rifiuto della Croce,
la trasformazione del cristianesimo in una religione del sentimento, della
sensibilità, per l'appunto del "volemose bene" che tanto "annamo tutti
alla Casa der Padre", forse che il Padreterno può mandare qualcuno
all'Inferno? Ma dài.. Lo trasforma in una pappa del cuore che dissolve ed inghiotte tutti i dogmi, a cominciare da quello del peccato originale, e finisce
col tradimento più completo e ipocrita, perché mascherato da buone
intenzioni e da amore per l'umanità: il tradimento di tutti questi
chierici che convogliano a nozze con tutte le false religioni possibili
ed immaginabili, dai monoteismi anticristiani ai peggiori culti pagani.

T.

Anonimo ha detto...

Ora sarà chiaro a tutti coloro che siano disposti a ragionare il perché Ratzinger non solo non ha rimosso nessun vescovo per il solo fatto di essere eretico (rimuoveva solo coloro che si macchiavano di peccati sgraditi ANCHE al mondo) ma ha addirittura promosso personaggi eterodossi come Ravasi!
E perché "IL PAPA TEOLOGO" non si pronuncia contro la PACHAMAMA IN VATICANO?
Forse condannare l'eresia e l'idolatria è "un linguaggio difficilmente accettabile dall’uomo moderno"?

Anonimo ha detto...

Ratzinger è sostanzialmente Kant, Hegel e soprattutto Heidegger con un tocco di amore per le buone maniere e l'antico (la messa in latino [che, quand'era papa, lui MAI celebrò, comunque sia], i paramenti preconciliari...).

Anonimo ha detto...

Abbiamo un Papa oggi? Ne abbiamo 2 ed è visibile ciò e pubblicamente universale.Neppure novità questa che fin dal primo antipapa,santificatosi poi, san Ippolito, si è verificata varie volte in venti secoli e questa è solo l'ultima.Di nuovo ed inaudito resta che si accettino in doppio, essendo la prima volta che si sostengono a vicenda,presumo per un qualche accordo segreto dato che i nuovi cardinali vanno SEMPRE a prostrarsi al pensionato.Il che tuttavia non salva capra e cavoli trattandosi di eretici in massa,da quanto si capisce.L'anticristo ultimo si presenta come nuovo messia e potrebbe esserci presentato in questo anno del Signore 2021.I tempi sono maturi:arriveremo a 3 e dato che ci verrà presentato dal secondo magari inginocchiandosi ad esso,ritengo però impossibile che abbia l'umiltà di farsa di riconoscere una sittomissione qualsiasi al primo emerito,come neppure il suo profeta attuale fa nella Messa a Dio, ma non teme nel farlo ai capi kazari di cui bacia le pantofole in atto apostatico sommo)...mi sa che il clero seguirà pure il terzo. Comunque le eresie di Ratzinger ne fanno un piccolo pontefice già di suo, pontefice perlomeno relativo di fronte a Cum ex apostolatus officium. Ma se nessuno alzerà la voce Dio stesso la alzerà e la sta alzando piuttosto forte dal 2020..In sintesi se papa abbiamo questi è Ratzinger e non Bergoglio, se pure papa non ortodosso. Affermare la verità sarebbe bene ma questo non pare volersi ancora alla data. E quindi ne vedremo ancora,i cavalieri dell'Apocalisse sono previsti dai Simpson! per il 20 p.v..

mic ha detto...

Per gsimy
li rilegge con i concetti della kenosis e dell'assoluta donazione dell'Uomo-Dio per noi

Concetti ben presenti nella nostra formazione. Ma, quando manca la necessità dell'espiazione siamo ad una affermazione monca e sviante dell'azione salvezza operata da Cristo Signore.
Il tema lo avevo affrontato da un'altra angolazione qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/09/approfondimenti-joseph-ratzinger-la.html

Unificherò i contenuti e approfondirò anche con riferimento ai commenti qua su...

Anonimo ha detto...

A proposito del Sacrificio; una vecchia formula recitava " l' uomo doveva (espiare) e non poteva, Dio non doveva ma poteva". Ora, se partiamo da qui, possiamo evitare le ambiguita' sulla Redenzione. Gesu' espia come uomo e redime perche' e'Dio. L' uomo e' tale in corpo e anima (materia e forma ), quindi anche la materia e' interessata, e percio' la distruzione e' reale, ma sopratutto in Gesu' il Suo sangue.e' materia della espiazione, come la obbedienza al Padre e' forma. Nel Regno ci si entra solo coll' anima? Se ci si va col corpo, anch' esso andava (va) redento, quindi sacrificato.

Anonimo ha detto...

https://rumble.com/vcm2f1-9-1-2021-perch-abbandonare-whatsapp-e-passare-a-signal-mn-75a-ripubblicato.html

Andrea M. ha detto...

Ratzinger: “La concettualità di sant’Anselmo è diventata oggi per noi di certo incomprensibile. […] La contrapposizione tra il Padre, che insiste in modo assoluto sulla giustizia, e il Figlio che ubbidisce al Padre e ubbidendo accetta la crudele esigenza della giustizia, non è solo incomprensibile oggi, ma, a partire dalla teologia trinitaria, è in sé del tutto errata”. 

Questa sopra descritta NON è la teologia di Sant’Anselmo d’Aosta, ma solamente una sua parodia!

Un mio caro amico e valente attempato teologo domenicano, non sapendo che erano pari pari parole di Ratzinger, mi scrisse:

Caro Andrea,
le tue osservazioni e critiche alle tesi di quel teologo evidentemente luterano sono indubbiamente giuste. La sua interpretazione del sacrificio redentore di Cristo non è affatto basata sul  Nuovo Testamento, ma è chiaramente falsa ed eretica, mentre tu  hai una posizione imbattibile, essendoti poggiato sull'interpretazione di S. Agostino e di S. Anselmo, che stanno alla base della dottrina dell'Aquinate, fino a Pio XII e al Catechismo della Chiesa Cattolica.

Anonimo ha detto...


Bisognerebbe anche ricordare che, nell'Enciclica Spe salvi, Ratzinger elogia de Lubac per aver dimostrato (dice) che la salvezza per il cristiano non è meramente individuale, egoistica.
Essa si svolgerebbe nell'ambito del popolo. INsomma, giri di parole per giustificare l'idea di una salvezza collettiva, l'apparire dell'errore della "Salvezza garantita a tutti" dall'Incarnazione del Verbo (Allerloesung). Questo errore è a fondamento del falso ecumenismo praticato dalla Gerarchia cattolica attuale.
Ratzinger non ha mai nascosto la sua ammirazione per de Lubac e Teilhard de Chardin.
Questo dovrebbe pur dire qualcosa e aprire le menti ad una valutazione crtica dei suoi scritti.
R. professa inoltre la correlata nozione di "Chiesa eucaristica": la Chiesa sarebbe nata dall' Ultima Cena non dalla Pentecoste. Prima quindi della discesa dello Spirito Santo.
Tra l'altro nell'Ultima Cena le pie donne non c'erano. C'erano invece nel Cenacolo, compresa la S.ma Vergine. Anche su questo punto R. non va d'accordo con la tradizione della Chiesa, sull'origine della Chiesa.
T.

Anonimo ha detto...

Oggi il nuovo messale dice " Colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di chinarmi.. "ovvero non era prima di Giovanni Battista..le Bibbie di prima erano tarocche quindi quando dicevano che e "era prima di me". Non è voler ridurre Gesù a semplice uomo che ci rivela che noi siamo dei come dice il nostro clero.E che siamo tutti salvi ormai e basta morire per andare nella luce.A me pare che fosse gnosi cabalistica ma....

gsimy ha detto...

@Andrea M
avendo letto anni fa il primo libro del Cur Deus Homo e ricordandomi qualcosa ritengo che più che una parodia sia volontaria omissione su molti aspetti trattati da Anselmo, come per esempio, che il progetto redentrice di Dio oltre a rendere di nuovo l'uomo capace di accedere al Paradiso doveva anche ripristinarlo nella sua condizione di dignità preesistente alla caduta, e solo un Dio fatto Uomo poteva farlo, e la sua continua insistenza sul fatto che Dio ha creato le creature razionali per renderle partecipi della Sua Gloria

gsimy ha detto...

@anonimo delle 9:45

l'Agenda 21 comprende una molteplicità di obiettivi scaturiti dalla Conferenza di Rio nel '92, e comprende una molteplicità di temi, in gran parte legati alle questioni ambientali, di cui molti anche condivisibili
poi il 21 non sta per 2021, ma per XXI secolo

Fuorii tema ha detto...

Sembra che Speranza questa sera sara' ospite del megafono di Fazio

Anonimo ha detto...

A me pare che fosse gnosi cabalistica ma....

Da questa succinta esposizione mi pare di evincere che lei sia un profondo conoscitore della "gnosi cabalistica" (così la chiama). Voci di corridoio mi suggeriscono che tale studio "impegnativissimo" sia riservato, tra gli ebrei canuti, ai più preparati e versati e...altro
Per lei, invece, le Sephirot non hanno più segreti, ha perfettamwente conosciuto le 32 vie della sapienza e quindi il Sepher Yezirah non ha problemi ermeneutici irrisolti: l'ha letto, assimilato, digerito e ora lo ha condensato in una sola frase

Complimenti!

Martino

Anonimo ha detto...

Preghiera alla Sacra Famiglia (approvata da Papa Pio IX)
+ O Santissima Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, speranza e consolazione delle famiglie cristiane, accogliete la nostra: noi ve la consacriamo interamente e per sempre. Benedite tutti i membri, dirigeteli tutti secondo i desideri dei vostri cuori, salvateli tutti. Noi ve ne scongiuriamo per tutti i vostri meriti, per tutte le vostre virtù, e soprattutto per l’amore che vi unisce e per quello che portate ai vostri figli adottivi. Non permettete mai che qualcuno di noi abbia a precipitare nell’inferno. Richiamate a voi quelli che avessero la disgrazia di abbandonare i vostri insegnamenti e il vostro amore. Sorreggete i nostri passi vacillanti in mezzo alle prove e ai pericoli della vita. Soccorreteci sempre, e specialmente nel momento della morte, affinché un giorno possiamo trovarci tutti riuniti nel cielo intorno a voi, per amarvi e insieme benedirvi per tutta l’eternità. Così sia. +

(Preghiera dell’Associazione famiglie consacrate alla Sacra Famiglia, approvata da Papa Pio IX, 1870)

Fonte: Preghiera alla Sacra Famiglia (approvata da Papa Pio IX)

Anonimo ha detto...

Martino,
Chi è lei per valutare le competenze cabalistiche altrui?
Eviti l'ironia e sia più umile e rispettoso!
Il commentatore che lei ha criticato ha detto qualcosa di cattolicamente errato?
Se così fosse argomenti nel merito invece di attribuire agli altri CONOSCENZE o MANCATE CONOSCENZE!
Non capisco perché la Guarini si ostini a pubblicare i commenti dei troll che mancano di rispetto agli altri commentatori.

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...

Martino,
Chi è lei per valutare le competenze cabalistiche altrui?
Eviti l'ironia e sia più umile e rispettoso!


E Lei che ne sa se io ho competenze sufficienti per dissentire dalle facili formulette nate da irrazionale suggestione e non da una conoscenza "scientifica" della mistica giudaica?
 
Il commentatore che lei ha criticato ha detto qualcosa di cattolicamente errato?

Ha introdotto un argomento estraneo sul quale evidentemente non sembra possedere neanche un'infarinatura. La cabala, come altre vie. Merkavah, Hekhalot,  è ortodossa e quindi organica all'ebraismo e come tale va trattata


Se così fosse argomenti nel merito invece di attribuire agli altri CONOSCENZE o MANCATE CONOSCENZE!


Io non attribuisco un bel niente è il signore che scrive che  proclama di averle. Se uno in un blog cattolico dichiara che la terra è piatta, si avrà pure diritto di ironizzare, oppure si può affermare di tutto protetti dall'ombreòlo del blog cattolico?  


Non capisco perché la Guarini si ostini a pubblicare i commenti dei troll che mancano di rispetto agli altri commentatori.


Mi sfugge il concetto di troll, in quanto alla mancanza di rispetto posso ben affermare che ha cominciato qualcun altro. La "gnosi cabalistica" lasciamola ai legittimi detentori, e nel mondo cattolico a  Eugenio da Viterbo, a Reuclin, a Pico della Mirandola, a Kircher. Tali personaggi non nascono tutti i giorni e men che mai al giorno d'oggi, con la chiesa di oggi



Se scrivere motivatamente quello che si pensa è un delitto di lesa maestà pavento una sommessa e malcelata  idea di rogo...un retrogusto di bruciato

Martino


Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Non credo a un Ratzinger eretico.
Spero di esprimermi senza errori teologici che non ho intenzione di commettere, ma non essendo un teologo, potrei...
1) Un linguaggio accessibile alla sensibilità di oggi non significa che debba avere necessariamente un significato teologico diverso e l'approfondimento di un concetto non significa negarlo o cambiarlo.
2)l senso di sacrificio dell'Antico Testamento, che prevedeva la distruzione di qualcosa, non è in contraddizione col suo compimento che consiste soprattutto nell'offerta che Gesù fa di se stesso, adeguando perfettamente la sua volontà umana a quella divina.
3)San Paolo dice che se anche si offrisse in olocausto il proprio corpo, senza l'amore, cioè senza l'offerta della propria persona, a nulla vale.
E sappiamo che un'elemosina vale se si fa con amore cristiano, che comporta sempre un'offera di se stessi. Un qualunque atto di amore così fatto significa donazione soprannaturale di sé.
Ma è l'offerta che comprende l'elemosina che ne è conseguenza, non l'elemosina che di per se comprende l'offerta. Infatti si può fare un'elemosina senza amore.
Per cui penso che Gesù abbia offerto se stesso e di conseguenza, con se stesso, anche il suo Corpo e il suo Sangue. Il Corpo e il Sangue significano l'offerta di sé, che perrò è iniziata con l'Incarnazione. Ogni atto di Gesù è salvifico perché comporta l'offerta di sé. La Croce è il culmine. E' il luogo dove ha offerto tutto anche dal punto di vista concreto, visibile.
Noi siamo salvi perché egli è Dio, perché la sua Persona è divina, altrimenti non saremmo salvi. Per cui ha offerto la sua Persona. E, con la sua Persona divina, tutto, anche la sua natura umana, che è divina per la sua Persona divina.
La teologia ci dice che Dio poteva salvarci anche senza Croce, ma Dio non ha voluto ed è conveniente che la salvezza sia avvenuta per mezzo della Croce, e in tal senso la Croce è necessaria.
Non credo che Ratzinger volesse dire diversamente.

mic ha detto...

Martino,
La Guarini cerca di dare spazio a tutti con qualche limite dato dal fatto che non può sempre vagliare con attenzione la miriade di commenti di ogni genere che arrivano ogni giorno...
La stessa Guarini si chiede anche se non si possano affermare le proprie idee senza ironie o polemiche...
A volte i troll si riconoscono solo in seconda battuta... ora verificheremo.

Anonimo ha detto...

Il teologo francese De Lubac, apprezzato in Spes salvi, ha in effetti reinterpretato il dogma «fuori dalla Chiesa non v’è salvezza», invocando una salvezza collettiva: non v’è salvezza per l’individuo senza una comunità di salvezza. Cosa che sarebbe del tutto tradizionale, se non fosse che tutto si limiterebbe a questo. Non sarebbe necessario che ciascuno degli infedeli entri un bel giorno nel seno della Chiesa, basterebbe che tutti e ciascuno facciano parte dell’umanità che è sulla strada dell’unità grazie al cristianesimo:


"In che modo, dunque, vi sarebbe una salvezza per i membri se per assurdo il corpo non fosse anch’esso salvo? Ma la salvezza per questo corpo – per l’umanità – consiste nel ricevere la forma di Cristo, e questo si fa solo per mezzo della Chiesa cattolica. […] Non è essa, infine, cha ha il compito di realizzare l’unificazione spirituale di tutti gli uomini, nei termini in cui essi vi si prestano? Così, questa Chiesa, che come corpo invisibile di Cristo si identifica con la salvezza finale, in quanto istituzione visibile e storica è il mezzo provvidenziale di questa salvezza. «Solo in essa si rifà e si ricrea il genere umano» (Sant’Agostino, ep. 118, n° 33, PL 33, 448)" (H. DE LUBAC, Catholicisme, les aspects sociaux du dogme, Cerf, 1938, pp. 164-165.).

Sant’Agostino, però, non parla di unità del genere umano, ma della sua ricreazione, il che non è una semplice sfumatura. Significa forse che il Padre de Lubac ritiene che sia più facile imprimere la forma di Cristo nell’insieme dell’umanità, piuttosto che imprimerla col battesimo in ognuna dei miliardi di anime da salvare? Sarebbe una brillante soluzione platonica.
Un’altra soluzione, più elegante, è proposta dal sulfureo gesuita: ciascuno dei miliardi di esseri umani ha avuto ed ha ancora il suo ruolo nella preparazione evangelica dei secoli, malgrado il brancolare «di ricerche, di penose elaborazioni, di parziali anticipazioni, di giuste scoperte naturali e di soluzioni ancora imperfette» (p. 172). Queste pietre viventi dell’impalcatura per l’edificazione del corpo di Cristo non saranno rigettate «una volta ultimato l’edificio» (p. 172):

"Provvidenzialmente indispensabili per l’edificazione del Corpo di Cristo, gli «infedeli» devono beneficiare a loro modo degli scambi vitali di questo Corpo. Per un’estensione del dogma della comunione dei santi, sembra dunque giusto pensare che, benché essi non siano di per sé posti nelle condizioni normali per la salvezza, potranno nondimeno ottenere questa salvezza in virtù dei legami misteriosi che li uniscono ai fedeli. In breve, essi potranno essere salvati perché fanno parte integrante dell’umanità che sarà salvata (217 - H. DE LUBAC, Catholicisme, les aspects sociaux du dogme, Cerf, 1938, p. 173.)".

Questo non è più platonismo, è fantateologia: all’immaginaria preparazione evangelica nel paganesimo si attribuisce una virtù meritoria della grazia in favore degli oscuri artigiani di questa preparazione. Ma la ricompensa di un’immaginaria elaborazione potrà essere altro che una grazia altrettanto immaginaria?

Anonimo ha detto...


San Paolo ha detto che anche se offro in olocausto il mio corpo ma non ho l'amore
a nulla serve...

Veramente, il termine paolino usato si è sempre tradotto con "carità", se non mi
sbaglio.
"Se distribuissi tutti i miei beni ai poveri e se anche dessi il mio corpo ad esser bruciato, se non ho la carità, tutto questo non giova a nulla." (1 Cor 13, 3). Il greco dice agape e il latino charitas. Il latino non traduce con amor. Ma in italiano "amore" non rende del tutto il senso di "charitas". Il cattolico deve avere lo "spirito di carità" (carità cristiana) nel quale rientra l'amore per il prossimo per amor di Dio.
Ora, sostenere che la Croce rivela soprattutto l' amore verso di noi del Cristo che si sacrifica, è esatto ma non è completo.
Il sacrificio acquista qui il suo particolare significato perché la vittima è innocente. Ma proprio perché innocente Egli si sacrifica, piegandosi in modo totale alla volontà del Padre. Solo così poteva espiare l'ira del Padre nei confronti dell'uomo ribelle e acquisire il perdono per i peccati nostri. Il Padre ha voluto questa vittima innocente, il Figlio addirittura, a Lui ab aeterno consustanziale, per placare la sua ira nei nostri confronti (significato espiatorio dell'Euc.) e per concederci misericordia
per gli stessi, naturalmente se li confessiamo e cambiamo vita (significato propiziatorio).

Se nell'Ucaristia si mette in rilievo prevalentemente il momento dell' Amore, oscurando tutto il resto, allora ne viene fuori una visione quae sapit haeresim, avvicinandosi, come fa, alle erronee concezioni protestanti. Si finisce con la Messa banchetto di lode ed esaltazione della Resurrezione, del Cristo Glorioso, invece che del Cristo Crocefisso.
E in tal modo è oggi spessissimo intesa la Messa del NO. E non potrebbe essere diversamente visto che non si crede più al Giudizio dopo la morte (individuale e finale, collettivo, che ripete il primo davanti a tutti) né all'esistenza dell'Inferno e del Purgatorio, considerati nozioni mitiche. Se il Cristo non è più Giudice, se non dividerà più l'umanità in eletti e reprobi alla fine dei tempi (Mt 25), se l'aldilà è solo benigno (e l'Inferno esisterebbe non come luogo ma solo come stato d'animo di abissale tormento e rimorso per pochi crudelissimi uomini), allora è ovvio che nell'Eucaristia, nella Messa si deve vedere solo l' Amore.
Che non è la carità paolina ma un "amore" che avrebbe salvato tutti, a prescindere, indipendentemente dal contributo del loro libero arbitrio, da come sono effettivamene vissuti. Ma con questo "amore", andiamo fuori dal seminato.
T.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

T.: la ringrazio per la precisazione.
Io ho parlato di amore, ma intendevo proprio la carità. Cioè l'amore soprannaturale.
Non posso essere che daccordo sul fatto che il "resto" non va oscurato, ma penso che la precisazione di Ratzinger non voleva oscurare, ma fare una precisazione che, proprio perché tale, va inserita in un contesto più ampio.
Sono certo che anche per Benedetto XVI è la carità che salva.

Anonimo ha detto...


Che la missione della Chiesa sia quella di attuare l'unità del genere umano, senza convertirlo ma nell'unione di tutte le religioni, facendogli capire che l'Amore di Cristo l'avrebbe già salvato ---

questa è un'impostura che la Gerarchia cattolica attuale insegna tenacemente dal VAticano II in poi. La salvezza, per ciascuno di noi, non è nell'Amore di Cristo, come inteso da Ratzinger e sodali, ma nella Croce di Cristo.

"Prendila dunque la tua croce e segui Gesù: giungerai alla vita eterna. Egli ti ha preceduto portando la sua croce, ed è morto sulla croce per te affinché tu potessi portare la tua con l'aspirazione ardente di morirvi sopra. Perché se morrai con Lui, con Lui parimenti vivrai; e dopo essergli stato compagno nella sofferenza, lo sarai anche nella gloria..." (L'Imitazione di Cristo, II, cap. XII, tr. C. Vitali, BUR, 1957, p. 81). E all'inizio del capitolo: "Dure sembrano a molti codeste parole - Rinuncia a te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù [Mt 16, 24]. Ma ben più duro sarà sentirsi dire queste altre, in ultimo: - Via da me, maledetti, andate nel fuoco eterno! [Mt 25, 41].

L'unità del genere umano, in una salvezza garantita a tutti già in questo mondo, questo falso concetto non fa parte della vera Rivelazione. Come si evince dai Vangeli e in particolare da Mt 25, alla fine dei tempi il Cristo Giudice dividerà i n e t e r n o
l'umanità in Eletti e Reprobi. E ritornerà all'improvviso ("rapido come il lampo.."). Pertanto, di tra i vivi colti dalla sua venuta, forse tanti milioni, una parte andrà in dannazione, per tacere di quelli già passati al giudizio da quando esiste il genere umano. Di quale unità cianciano allora, questi sciagurati preti neomodernisti?
T.

Anonimo ha detto...

Lei non è aggiornato, verrà distribuito il bonus/paradise!

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

T:
indubbiamente chi negasse che la salvezza viene dalla Croce di Cristo non solo non è cattolico, ma nemmeno cristiano. La salvezza viene dalla Croce e basta.
Ma poiché la Croce non va contrapposta all'Amore divino, ma anzi ne è la conseguenza e il culmine attraverso cui scaturisce la salvezza, parlare dell'amore salvifico di Dio presupponendo la Croce, non è un'eresia.
E, soprattutto riguardo a Benedetto XVI, presupporre che sia convinto che senza Croce non c'è salvezza, è doveroso.
ùTutto va visto nel contesto. Anche per questo la Chiesa dice che una proposizione, per essere considerata eretica, deve essere sia chiara, che ostinata.

Anonimo ha detto...


Ma nel "ragionamento" dei Papi postconciliari, che la salvezza venga esclusivamente dalla Croce, restando l'Amore divino verso di noi sullo sfondo come presupposto della Croce stessa, lo si deve dare quasi sempre per implicito.
Non è più dottrina chiara e corrente.
Non può esserlo, dal momento che vengono messi da parte i Novissimi, unitamente
al dogma del peccato originale.
Il presupposto della Croce di Cristo non è comunque solo nell'Amore divino, che
vuole il sacrificio dell'Innocente per dare al genere umano la possibilità della
salvezza. È anche nell'esigenza di Giustizia che muove Dio, irato per i peccati
continui degli uomini, sempre ribelli alla sua volontà: come riparazione, che possa
però essere salvezza per molti, il Padre esige la testimonianza del sangue da
parte dell'Innocente. Quindi: Amore per il genere umano da un lato, giusta il quale
il Padre vuole che tutti possano salvarsi + Giustizia divina nei confronti del genere
umano, ragion per cui la salvezza è possibile solo a certe condizioni: fede in Cristo,
osservanza della sua legge o comunque osservanza della legge di natura se si è per
nascita fuori della Chiesa (le condizioni del battesimo di desiderio implicito). In molti
non adempiranno a queste condizioni e non si salveranno.
Oggi, se si parla della divina Giustizia e delle sue condizioni per la salvezza, si viene
zittiti, in primo luogo da parte dei vescovi stessi.

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI ha superato come emerito i giorni del Pontificato, arrivando ieri a 2.874 giorni, uno in più di quanti trascorsi come Pontefice regnante

Anonimo ha detto...


Il silenzio su aspetti fondamentali della Teologia della Croce ha anche altre
motivazioni.

Una è sicuramente la seguente.
Il carattere espiatorio del Sacrificio significa: la vittima santa ed innocente
espia, proprio in quanto santa e innocente, per colpe che non ha commesso;
espia quindi per le colpe del genere umano, ribelle e peccatore.
Ed espia non con un semplice digiuno e preghiere ma con una morte crudele,
provocata dall'applicazione ingiusta di un procedimento penale giusto, in
quanto ammesso dall'ordinamento giuridico di praticamente tutti gli Stati
del mondo antico.
Ma questo significa che Dio Onnipotente accetta la pena di morte e ha voluto
che essa fosse usata ingiustamente per un fine doppiamento giusto: la
possibilità della salvezza data a tutti, anche se molti non si salveranno,
per colpa loro; la necessità di espiare (in quel modo) i peccati degli
uomini nei confronti di Dio.
Ma oggi il discorso sulla pena di morte è vietato, nel modo più assoluto.
La sua ripulsa è tuttavia frutto dell'umanitarismo torbido che ci affligge,
quello che inghiotte i cammelli dei peccati più tremendi e filtra i moscerini...
Dio però trova normale la pena di morte e la pretende, come testimonianza del
sangue, in tempi di persecuzione. La pretende, per premiarci nella vita eterna.
Non per umiliarci.
T.