A breve tornerò su Pio XII per affrontare alcuni accenni di modernismo presenti, secondo un sacerdote nostro lettore, in alcuni suoi documenti; il che mi ha interpellata non poco, pur nella consapevolezza che i germi dell'attuale crisi vengono da lontano e hanno attraversato anche il suo pontificato. Sono molto legata alla sua figura che ho sempre ammirato e ai suoi insegnamenti, anche perché è il Papa della mia giovinezza dal quale ho ricevuto le prime benedizioni apostoliche... Sto cercando di approfondire e credo che sarò in grado di aggiustare il tiro. Il che sarà, spero, fruttuoso per tutti.
Non che avessero, o abbiano, alcuna ragione valida per ritardare un atto ormai dovuto; ma tant’è, come nel caso di padre Léon Dehon, che doveva essere proclamato santo nel 2005 e invece è rimasto “sospeso” a tempo indeterminato, ragioni valide, di questi tempi, non ne occorrono più: basta un sospetto, basta un bisbiglio, specie se arriva dagli onnipresenti e onnipotenti fratelli maggiori, e le pratiche si arrestano, le lingue si trattengono, i discorsi cadono come per magia.
Nel caso di Pio XII, poi, le “colpe” inespresse, ma assai gravi, che pesano sulla sua memoria sono almeno tre: oltre al preteso “silenzio” sulla persecuzione antiebraica dei nazisti, durante la Seconda guerra mondiale, ci sono la scomunica ai comunisti, col decreto del 1949 (mentre il suo successore Roncalli, per propiziarsi la benevola neutralità del regime sovietico, avrebbe stretto l’infame accordo di Metz del 1962) e, più in generale, l’aver fatto quanto poteva per ritardare quel processo di modernizzazione della Chiesa e del cattolicesimo che tanto stava a cuore ai massoni in abito talare, visto e considerato che il ritardo da recuperare nei confronti del mondo moderno, a giudizio del massone cardinal Martini, era di almeno due secoli.
Fra le altre cose, Pio XII aveva curato moltissimo la devozione mariana e, facendo ricorso la sola volta in tutto il XX secolo all’infallibilità papale, aveva proclamato il dogma dell’Assunzione di Maria (con la bolla Munificentissimus Deus, nell’Anno Santo 1950). Aveva anche chiesto prudenza nel dibattito sull’evoluzionismo, ora non più rigettato, ma ribadendo l’incompatibilità della visione scientifica materialista e la fede cattolica, e seguitando giustamente a considerare l’evoluzionismo come un’ipotesi biologica e non una verità dimostrata definitivamente.
Ma la “colpa” più grave di tutte è stata, agli occhi di quei signori, l’aver ritardato la convocazione di un concilio ecumenico, progetto che gli eretici modernisti travestiti da cattolici progressisti stavano portando avanti già da tempo, e che tessevano instancabilmente nell’ombra, come ragni in attesa della preda. Pio XII, in effetti, vedeva che la struttura amministrativa della Chiesa necessitava di riforme e si era anche chiesto se non fosse il caso di indire un concilio; ma si era sempre trattenuto per una ragione molto semplice: conosceva assai bene la penetrazione della massoneria nell’alto clero e temeva, a ragione, che i vescovi massoni avrebbero colto prontamente l’occasione per sferrare l’attacco decisivo contro la liturgia e la dottrina. Fu lui, infatti, a dare in forma privata, o piuttosto in segreto, al coraggioso sacerdote don Luigi Villa, l’incarico di condurre la sua pericolosa missione volta a tracciare una vera e propria mappa della presenza massonica nella Chiesa, come già lo aveva esortato a fare san Pio da Pietrelcina, col quale questi s’era incontrato nel convento di San Giovanni Rotondo, e che era preoccupato quanto il Santo Padre per la stessa minaccia; missione che, infatti, sarebbe costata a don Villa la bellezza di sette tentativi di assassinio, tutti sventati fortunosamente, ma non sempre senza danni anche piuttosto seri, grazie alla protezione della Santissima Vergine Maria, alla quale si era affidato.
Parlando con il suo amico conte Enrico Pietro Galeazzi (1896-1986), architetto e progettista della basilica di Sant’Eugenio a Roma, Pio XII una volta ebbe a dire (in: Paolo Risso, Gesù dove lo hanno messo?, a p. 9 del numero del 22/11/20 del Settimanale di Padre Pio, l’ottima rivista dei Francescani dell’Immacolata che continua ad uscire, nonostante il commissariamento dell’istituto voluto da Bergoglio fin dal luglio del 2013):
Supponga, caro amico, che il comunismo sia uno degli strumenti di sovversione più evidenti usati contro la Chiesa e la Tradizione della Rivelazione divina: allora noi assisteremo alla contaminazione di tutto ciò che è spirituale: filosofia, scienza, legge, insegnamento, arti, media, letteratura, teatro e religione.
Sono scosso dalle confidenze che la Santissima Vergine ha fatto alla piccola Lucia di Fatima. Questo insistere da parte della Buona Signora sul pericolo che minaccia la Chiesa è un avvertimento divino contro il suicidio che rappresenterebbe l’alterazione della Fede nella sua liturgia, nella sua teologia e nella sua anima.
Sento intorno a me che i novatori vogliono smantellare la Sacra Cappella [la Chiesa], distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e procurarle rimorsi per il suo passato storico. Ebbene, mio caro amico, sono convinto che la Chiesa di Pietro dovrà rivendicare il suo passato, altrimenti si scaverà la sua stessa tomba.
Io combatterò questa battaglia con tutte le mie forze all’interno della Chiesa, come al di fuori di Essa, anche se le forze del male forse un giorno potrebbero approfittarne per distorcere la mia persona, le mie azioni o i miei scritti, come si prova oggi a deformare la storia della Chiesa. Tutte le eresie umane che alterano la Parola di Dio sono fatte per sembrare di essere migliori di Essa.
E a un cardinale di curia, con accenti ancor più profetici (op. cit., p. 11):
Verrà un giorno i cui il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio; e la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Essa sarà allora tentata di credere che l’uomo è diventato Dio, che il Figlio suo Gesù Cristo non è che un simbolo, una filosofia come tante altre. Nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Gesù li aspetta; e grideranno, come la Maddalena in lacrime davanti alla tomba vuota: «Dove lo hanno messo?».
Sarà allora che si alzeranno i sacerdoti dall’Africa, dall’Asia, dalle Americhe – quelli formati nei seminari missionari – che diranno e grideranno che il “pane della vita” non è un pane ordinario, ma il Corpo di Cristo, che la Madre dell’Uomo-Dio non è una madre come le altre. E essi saranno fatti a pezzi per aver testimoniato che il Cristianesimo non è una religione come le altre, poiché il suo capo è il Figlio di Dio e la Chiesa Cattolica è la sua Chiesa.
Colpisce, oltre la lucidità dell’analisi di Pio XII sulla situazione della Chiesa, la dimensione profetica delle sue parole. Il fatto è che noi ci siamo talmente abituati alla situazione presente, o, nel caso dei più giovani, l’hanno sempre vista così, da non percepire neanche più quanto d’incongruo, di disordinato, d’intrinsecamente sbagliato vi è in essa. Noi oggi entriamo in una chiesa per pregare e non rivolgiamo istintivamente lo sguardo al tabernacolo col Santissimo, non cerchiamo per prima cosa quel lumino rosso che segnala la Presenza Viva di Gesù Cristo nel suo tempio, e infatti spesso non c’è, o non è visibile, perché molti bravi preti modernisti hanno pensato bene di nasconderla, di metterla in qualche altare laterale o addirittura in sacrestia: non sia mai che “certe superstizioni da Medioevo” allignino nella loro parrocchia, nella quale è lecito parlare solo di problemi sociali, di migranti, di ambiente e di cambiamento climatico, e non si nomina quasi più Gesù Cristo, né si parla di questioni etiche che sono tabù per gli anticattolici, come l’aborto, per “non creare divisioni” ma in compenso ci si riempie la bocca di continuo con espressioni come: Francesco ha detto così, Francesco ha fatto colà, come ci ricorda sempre papa Francesco, ecc. Allo stesso modo, si direbbe che per molti “cattolici”, o sedicenti tali, sia cosa normale udire un papa, o sedicente tale, dire che Maria era una donna, anzi, una ragazza come tutte le altre; ma in Pio XII l‘intuizione che un simile scandalo sarebbe arrivato, e che sarebbe arrivato proprio dalla gerarchia, come del resto la Madonna ha tante volte profetizzato, da Fatima a La Salette, nella prima metà del XX secolo, ha qualcosa di soprannaturale. E basterebbero queste intuizioni, questi lampi di acuta, dolorosa consapevolezza, come peraltro li ebbe padre Pio da Pietrelcina, il santo frate perseguitato oltre ogni limite di cattiveria da una gerarchia marcia di corruzione, per misurare tutta la grandezza di Pio XII: anche se non è passato alla storia con l’appellativo di “papa buono”, come il suo successore.
Ricordiamo che con l’enciclica Humani generis del 12 agosto 1950 Pio XII aveva condannato alcune erronee opinioni della cultura moderna che andavano a minare direttamente le basi stesse della dottrina cattolica, in particolare la cosiddetta Nuova Teologia (Nouvelle théologie di matrice francese) e il neo-modernismo che, a detta di Jacques Maritain, si configurava allora come una vera polmonite, laddove il modernismo dei primi anni del Novecento era stato al confronto una semplice febbre da fieno; e al tempo stesso riaffermava l’accordo fra ragione naturale e Rivelazione cristiana, sul solco della grande teologia tomista: con la sola luce naturale della ragione si può provare con certezza l’origine divina della religione Cristiana.
Vale la pena di rileggersi il passaggio centrale del terzo capitolo dell’enciclica, dedicato al rapporto tra ragione e fede e deplorante la tendenza a disprezzare il filone più ricco e vitale dalla teologia cattolica, il tomismo, per una smania disordinata e inconcludente di novità fine a se stessa:
Tutti sanno quanto la Chiesa apprezzi il valore della ragione umana, alla quale spetta il còmpito di dimostrare con certezza l’esistenza di un solo Dio personale, di dimostrare invincibilmente per mezzo dei segni divini i fondamenti della stessa fede cristiana; di porre inoltre rettamente in luce la legge che il Creatore ha impressa nelle anime degli uomini; ed infine il còmpito di raggiungere una conoscenza limitata, ma utilissima, dei misteri (Cfr. Conc. Vat. D. B. 1796).
Ma questo còmpito potrà essere assolto convenientemente e con sicurezza, se la ragione sarà debitamente coltivata: se cioè essa verrà nutrita di quella sana filosofia che è come un patrimonio ereditato dalle precedenti età cristiane e che possiede una più alta autorità, perché lo stesso Magistero della Chiesa ha messo al confronto con la verità rivelata i suoi principî e le sue principali asserzioni, messe in luce e fissate lentamente attraverso i tempi da uomini di grande ingegno. Questa stessa filosofia, confermata e comunemente ammessa dalla Chiesa, difende il genuino valore della cognizione umana, gli incrollabili principî della metafisica cioè di ragion sufficiente, di causalità e di finalità ed infine sostiene che si può raggiungere la verità certa ed immutabile. (…) Qualsiasi verità la mente umana con sincera ricerca ha potuto scoprire, non può essere in contrasto con la verità già acquisita; perché Dio, Somma Verità, ha creato e regge l'intelletto umano non affinché alle verità rettamente acquisite ogni giorno esso ne contrapponga altre nuove; ma affinché, rimossi gli errori che eventualmente vi si fossero insinuati, aggiunga verità a verità nel medesimo ordine e con la medesima organicità con cui vediamo costituita la natura stessa delle cose da cui la verità si attinge. Per tale ragione il cristiano, sia egli filosofo o teologo, non abbraccia con precipitazione e leggerezza tutte le novità che ogni giorno vengono escogitate, ma le deve esaminare con la massima diligenza e le deve porre su una giusta bilancia per non perdere la verità già conquistata o corromperla, certamente con pericolo e danno della fede stessa.
Se si considera bene quanto sopra è stato esposto, facilmente apparirà chiaro il motivo per cui la Chiesa esige che i futuri sacerdoti siano istruiti nelle scienze filosofiche "secondo il metodo, la dottrina e i principi del Dottor Angelico" (Corp. Jur. Can., can. 1366, 2), giacché, come ben sappiamo dall'esperienza di parecchi secoli, il metodo dell'Aquinate si distingue per singolare superiorità tanto nell'ammaestrare gli animi che nella ricerca della verità; la sua dottrina poi è in armonia con la Rivelazione divina ed è molto efficace per mettere al sicuro i fondamenti della fede come pure per cogliere con utilità e sicurezza i frutti di un sano progresso...
Pare che alcuni documenti di Giovanni Paolo II, come l’enciclica Veritatis splendor del 6 agosto 1993, e di Benedetto XVI, in particolare l’enciclica Caritas in veritate del 29 giugno 2009, ma anche la “lectio magistralis” Fede, ragione e università, nota come Discorso di Ratisbona, del 12 settembre 2006, riecheggino e sviluppino questo aspetto della pastorale di Pio XII. Con una grossissima differenza, però: che mentre i papi del post-concilio si sono dovuti arrampicare sugli specchi per mettere d’accordo le novità conciliari col tomismo e il Magistero perenne, inventandosi un’ermeneutica della continuità che di fatto non esiste, tale difficoltà non si pone affatto per Pio XII. Anche da ciò si può misurare la statura di colui che è stato l’ultimo grande papa della Chiesa cattolica.
Francesco Lamendola, 25 Gennaio 2021 - Fonte
24 commenti:
La tempesta perfetta! Una volta si diceva "Dio, Patria, Re " che al di là del suo significato letterale voleva significare che un popolo, nel suo cammino storico, ha bisogno di un obiettivo e di punti di riferimento ben precisi per non smarrire il cammino! Poi con la seconda guerra mondiale e con la vittoria, in particolare in Italia, del più forte partito comunista europeo, è iniziato un cammino, un percorso tutto orientato a sinistra e dove le tre parole suddette sono state, nel tempo, prima demonizzate e poi buttate in discarica, pur essendo ancora oggi presenti in Costituzione!
Dio, il Dio d'Israele, quello dei 10 comandamenti, rivelatosi come Padre nella Trinità in Cristo, è stato sostituito da un generico Dio omnicomprensivo di tutti gli dei del mondo, prodotto ultimo del sincretista Bergoglio, primo Papa ad aprire San Pietro a riti e culti che una volta sarebbero stati definiti "pagani " ma oggi elevati a pari dignità con il cristianesimo!
La Patria, termine con cui si indicava il patrimonio di cultura, tradizioni, usi e costumi, lingua, e terra dove riposano i nostri "padri" è diventata bestemmia, anche qui siamo annegati in un generico essere "cittadino del mondo " selvaggiamente globalista, ed abbiamo abolito il concetto di "famiglia nazionale", oltre a disintegrare il concetto di "nucleo familiare " con una guerra ideologica che ha portato alla ridicola ma significativa sostituzione di "padre e madre " con il genitore numerato!
Il re è stato abolito e sostituito con una oligarchia che lotta ferocemente per mantenere lo scranno e la greppia, mentre tutte le istituzioni, i pesi ed i contrappesi che normalmente definiscono una democrazia sono saltati!
La Giustizia, da tempo, non esiste più, la Magistratura ha continui "coming out " con magistrati di rango, di potere, che confessano, alla Lotti-Palamara, di aver agito per motivi politici, contro avversari politici, per favorire una parte politica, nella fattispecie italiana la sinistra!
Questa oligarchia politica di cui sopra non risponde più al popolo italiano ma ad un potere politico-finanziario europeo che dirige tutte le nostre scelte, al punto da dire, oggi, "a capo del governo va bene chiunque (purché nostro fantoccio) tranne i "sovranisti", come ha dichiarato la presidente della UE!
Di conseguenza, non volendo aprire le porte del potere ai "barbari sovranisti "assistiamo ad un immondo mercimonio parlamentare, dove tutte le istituzioni, dalla più alta, cercano di amalgamare l'acqua dei 5 stelle con l'olio della sinistra, senza tema del ridicolo, e sfidando le leggi della fisica e della chimica che mai permetteranno la omogenea miscela acqua e olio! Ma bisogna farlo, per non consegnare il potere ai "barbari sovranisti" che, pare "stravincerebbero" le elezioni, cosa che i "democratici" della sinistra democraticamente devono evitare, costi quel che costi!
lo spettacolo è talmente indecente che qualche, raro, esponente della stessa sinistra, preso da conati di vomito, pubblicamente ammette (Luca Ricolfi) che la sinistra non è "matura democraticamente" (tradotto sono rimasti comunisti intolleranti di qualsiasi opposizione) e che agiscono da comunisti nella occupazione del Potere!
Aggiungete, a tutto questo, una crisi economica e sociale senza precedenti, un debito pubblico alla greca, e, ciliegina sulla torta, un virus che senza essere la peste certamente non è proprio una influenza! In poche parole non sappiamo dove stiamo andando, non abbiamo più punti di riferimento e stelle polari che ci guidano, e le nostre guide pensano solo a mantenere i loro privilegi!
Ci sono tutti gli ingredienti per la tempesta perfetta! Sarà anche naufragio? È molto probabile, ma a volte il naufragio è necessario, oltre che inevitabile, quelli che sopravvivono recuperano la ragione ed i punti di riferimento e riprendono il cammino! Amen e Awoman come dicono i pazzi di RimbamBiden!
CONOSCIAMO IL SANTO DEL GIORNO: SAN PIETRO NOLASCO, CONFESSORE
MARTIROLOGIO ROMANO SECONDO IL CALENDARIO DEL VETUS ORDO
Oggi 28 gennaio 2021 si festeggia San Piétro Nolàsco Confessore, Fondatore dell'Ordine della beata Vergine Maria della Mercéde per la redenzione degli schiavi.
S. Pietro Nolasco nacque da nobile famiglia a Recaud presso Carcassonne in Francia l'anno 1189 e, fin da fanciullo si distinse per la singolare carità verso il prossimo. Fu presagio di queste virtù quando, piangendo nella culla, uno sciame d'api volò sopra di lui e costruì un favo di miele nella sua destra. Fu allevato nella casa paterna con molte cure. Perse il padre a quindici anni, continuò a vivere con sua madre, che non si risposò, per consacrarsi alla cura del figlio ed al servizio di Dio.
Pietro fu al servizio di Simone Conte di Montefort della Crociata contro gli Albigesi. Dopo la celebre battaglia di Muret, nella quale Pietro Re d'Aragona perdette la vita, il Conte, impietosito della sventura e della debolezza del giovane Jacopo rimasto suo prigioniero in età di sette anni, gli dette come precettore il Nolasco, che soddisfece all'impegno in maniera perfetta. Il giovane re gli diede tutta la sua stima e confidenza, e Pietro se ne servì per riformare la Corte con la santità dei suoi costumi. La devozione alla Vergine e la carità verso i Cristiani fatti prigionieri sotto i Mori furono le sue due virtù caratteristiche.
Fondò l'Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi (confermato ed approvato dalla Sede Apostolica), al quale, oltre i tre soliti voti di povertà, castità ed obbedienza, aggiunse il quarto d'impegnare cioè i beni ed anche le proprie persone alla redenzione degli schiavi. Pietro stesso venne eletto Primo Generale di questo Ordine nuovo, che governò finchè visse con molta prudenza e rettitudine. Benedisse il Signore talmente questo novello istituto, che attirava folle non solo di popolani, ma anche di nobili, che offrivano se stessi e i loro beni per la redenzione degli schiavi. Così fin dai primi anni ne fu riscattato un gran numero non solo in Spagna, ma anche in Africa, dove San Pietro si recò più volte di persona con grandi stenti, fatiche e perfino pericoli della vita.
La fama della sua santità giunse sino in Francia al Re S. Luigi, che desiderò vedere e parlare con Pietro Nolasco. Anch'egli dediderava conoscere un principe di così singolare pietà: in occasione di un viaggio in Linguadoca del Re S. Luigi, il Santo vi si recò per visitarlo, e dimorò qualche tempo presso di lui con grande giubilo del Santo Re, che gli comunicò il suo disegno di andare con un'armata in Levante a liberare quei cristiani dal barbaro giogo degli infedeli e lo invitò a seguirlo. Pietro accettò l'invito: ma ne fu impedito da una fastidiosa infermità che lo colpì e lo fece soffrire fino alla morte.
S. Pietro rifulse meravigliosamente nella castità illibata, nell'umiltà, nell'astinenza e in ogni altra virtù. Celebre per il suo dono di profezia, predisse cose future, tra cui la più famosa fu, che il Re Giacomo avrebbe ripreso Valenza, occupata dai Mori. Era consolato da frequenti apparizioni dell'Angelo Custode e della Vergine Madre di Dio. Infine indebolito dalla vecchiaia, cadde malato e giunse in fin di vita. Dopo aver esortato i suoi confratelli alla carità verso gli schiavi, munito dei santi sacramenti, rese lo spirito a Dio a mezzanotte della vigilia della Natività del Signore l'anno 1250. Fu canonizzato da papa Urbano VIII nel 1628. Alessandro VII ordinò di celebrare la festa il 31 di gennaio e papa Pio XI la trasferì al 28 di gennaio e attualmente è commemorato nel martirologio romano il 6 maggio.
In Pio XII si sommano circostanze familiari, culturali, sociali e disposizioni personali alla vita consacrata a Dio, Uno e Trino, che non possono essere ignorate nella scelta di un Pontefice della Chiesa Cattolica. La democratizzazione della chiesa è iniziata nel vaglio degli aspiranti al sacerdozio. Circostanze di nascita e formazione devono sempre essere in equilibrio con le disposizioni personali, se i due piatti della bilancia, quello delle circostanze ambientali e quello delle disposizioni personali, non sono in equilibrio perfetto si espone l'intera Chiesa Cattolica a grandi sbandamenti, a gravi fratture, ad una diffusa e profonda contaminazione della Fede. La biografia almeno dei possibili papabili dovrebbe essere conosciuta a perfezione da tutti i partecipanti al conclave. Non sono tollerabili le cordate interne al conclave specie se si fondano sulla ignoranza della vita ed opere dell'eleggendo. L'elezione di Bergoglio posa su due gravi mancanze: a) la presenza in conclave del gruppo di pressione, autodefinitosi a posteriori, Mafia di San Gallo, che chi sapeva ha mancato doverosamente di denunciare al momento opportuno, che era proprio quello; b) la mancanza di una biografia,proprio quella, con note firmate di coloro che sono stati i suoi diretti superiori. Aver proceduto 'alla cieca' a questa elezione è stata una colpa GRAVISSIMA di OMISSIONE da parte di tutti i membri del conclave. Mi auguro che da questa nefasta negligenza si tragga il dovuto insegnamento e che tutti i cattolici consacrati ed i cattolici laici spendano la loro restante vita per rimediare agli errori, alle eresie, mai veramente e sinceramente messe fuori dalla porta della loro mente, del loro cuore, della loro volontà.
Scusate il posizionamento della notizia, ma non volevo che si perdesse tra tante:
https://www.huffingtonpost.it/entry/in-cina-tamponi-anali-per-verificare-linfezione-da-covid_it_60116f01c5b67848ee7cfbe9
La Cina ha iniziato a utilizzare su scala più ampia i tamponi anali per testare i soggetti considerati ad alto rischio di contagio Covid-19, seguendo una nuova modalità ritenuta più efficace nella rilevazione del virus....
N.B. Segue tutta l'argomentazione...
Personalmente ritengo che, siccome la verità ha un a sua forza dirompente, implicitamente questa verifica pratica è una ammissione simbolica del vero scopo politico e sociale, ultimo e primario ad un tempo, del Covid 19.
Leggo in questo articolo (traduco solo la parte essenziale, il resto potete leggerlo da soli):
"La diocesi di Charlotte non è l'unica. Mentre Papa Francesco predica un accompagnamento per tutte le persone spiritualmente alla ricerca e castiga il clericalismo - una volta ha descritto i giovani sacerdoti che hanno privilegiato l'applicazione dei regolamenti della chiesa come" piccoli mostri "- i seminari negli Stati Uniti continuano a diplomare i sacerdoti per l'ordinazione che non guardano a Francesco, ma a Papa Giovanni Paolo II per l'ispirazione È una sorta di scisma tranquillo, goffo e inquieto nella pratica e nella disciplina della chiesa".
https://www.ncronline.org/news/accountability/came-latin-incense-and-burned-books-out-went-half-parishioners
….pur nella consapevolezza che i germi dell'attuale crisi vengono da lontano e hanno attraversato ANCHE il suo pontificato.
Ben detto : ANCHE.
Allora perché focalizzarsi su Pio XII ?
Altra cosa : "Pio XII rappresenta l' OPPOSTO della Chiesa che essi hanno in mente e che STANNO REALIZZANDO a grandi tappe.
Giusto parlare di OPPOSTO, quindi è crisi O sostituzione?
E, poi, "stanno realizzando"......Ma non l'anno già relizzata nel 50° di Nostra Aetate con lo statuto del "DICASTERO PER IL SERVIZIO DELLO SVILUPPO UMANO INTEGRALE" ?
anche per pinco Pio XII è il papa della giovinezza ma sono pinco e quindi questo fatto non deve significare nulla.
Negli ultimi anni del suo pontificato Pio XII è stato rattristato da due pesanti croci da portare: la crescente deviazione dottrinale dei gesuiti, catturati dallo spirito del mondo moderno e smaniosi di far vedere di non essere da meno di quest’ultimo nel loro modo di proporre il Vangelo, e i preti operai, che con l’intenzione dichiarata di portare Gesù nelle fabbriche, avevano finito per portare Marx nelle chiese, nei seminari, nelle parrocchie e nelle facoltà teologiche. In fondo, erano due facce di una stessa medaglia e avevano in comune un tratto essenziale: l’indebolirsi della fede, il soccombere della fede sotto le sfide delle ideologie moderne, sempre più aggressive e sempre più anticristiane. L’ultima cosa di cui c’era bisogno, in quegli anni, ossia negli anni ’50 del Novecento, era allentare la guardia e fare finta che i pericoli fossero scomparsi, che i nemici fossero dileguati, che ormai si potessero gettare ponti ovunque e abbattere ogni muro. Ciò avrebbe significato il suicidio del cristianesimo. Pio XII lo capiva, lo sapeva, e per questo il suo grande modello era Pio X: un papa di umili origini, un papa che era venuto dall’ambiente contadino, da quella società contadina del Nord-Est d’Italia dove, nella seconda metà del XIX secolo, la fede cattolica era ancora profondamente radicata e improntava di sé e dei suoi antichi valori la vita delle famiglie, né la massoneria era ancor giunta, come in Piemonte, in Toscana, in Romagna e in altre regioni, a dominare pressoché interamente la vita pubblica. Un papa che aveva saputo vedere in piena luce il pericolo mortale rappresentato dal tentativo di modernizzare il cattolicesimo, e che aveva reagito con la massima energia, lui di animo così buono e modesto, senza curarsi affatto se il mondo lo avrebbe compreso o se lo avrebbe condannato, come ha fatto in realtà, giudicandolo poco lungimirante, chiuso nel passato, incapace di cogliere i segni del rinnovamento che sgorgavamo da tante fonti della vita cristiana. No: Pio X aveva visto giusto perché aveva conservato una grandissima fede; e Pio XII voleva tenersi unito a quel modello, vivere all’ombra di quell’ideale.
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/9871-gesuiti-e-preti-operai
"SVILUPPO UMANO INTEGRALE"… Qu'est-ce que c'est que ce charabia ? On dirait une annonce publicitaire de charlatan en "body building"…
Imaginons un instant Jésus s'adressant à la foule : "Je vais vous apprendre ce que c'est que le Développement humain intégral ! "
Pachamamesque !
Sig.Anonimo 11,04,
Lei passa da Pio XII all'elezione di bergoglio denunciando le carenze che hanno portato alla sua elezione.
Sarebbe opportuno conoscere le "" carenze "" che hanno portato alla elezione di roncalli e successori dal momento che la cosiddetta "crisi" -in effetti sostituzione- si è prodotta, in pratica, con il CV2.
Tornando a Pio XII : era un diplomatico, non uno stilita. Possibile che non avesse notizia della conferenza di Seelisberg? Del W.C.C.? Dell'attività di roncalli e montini per citarne soltanto due? Facile fare i profeti!
Per quanto riguarda la continuità di un "cattolicesimo" in una chiesa ridotta al suo contrario, basta inglobare una società che pratica la Tradizione in modo che funga da "CERTIFICATO DI ORIGINE" controllato e garantito.
Elementare Watson! Non si dice così?
pinco spera tanto di sbagliarsi e chiede lumi.
conoscere le "" carenze "" che hanno portato alla elezione di roncalli e successori dal momento che la cosiddetta "crisi" -in effetti sostituzione- si è prodotta, in pratica, con il CV2.
I retroscena... anche qui?
Di Montini si sa che Pio XII lo allontanò dalla curia mentre Roncalli ce lo riportò....
Sul resto un papa non è né onnisciente né onnipotente; ma nel suo caso nessuno può negare che sia stato un gran papa. Tanto più quando si è sgonfiata la leggenda nera montata ad arte sui suoi motivati silenzi; che poi tali non erano del tutto e sono stati compensati da fatti concreti riconosciuti anche dallo stato d'Israele.... La realtà è complessa e non la si può liquidare con l'accenno preconcetto a una serie di dati messi lì come preludio ad un evidente giudizio sommario...
Non abbiamo bisogno di complicarci la vita là dove non è poi così problematica...
Dimenticavo: il Vat.II non lo indisse lui; ed anzi non lo volle perché evidentemente conosceva molti dei galli in quel pollaio..
Ho risposto in termini rapidi ed essenziali perché non ho il tempo di consultare le fonti più accreditate. Ma ça suffit... anche perché non sono un lector unius libri, in questo caso quello dell'antigiudaismo ad oltranza.
E tanto più che la questione del dialogo con l'ebraismo l'ho da tempo liquidata a dovere qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/p/modifica-della-dottrina-della.html
Lasciamo stare le critiche a Pio XII che sono state fatte dall'esterno, dai non-cattolici; critiche spesso prevenute e artificiose.
Le critiche mosse dall'ambiente cattolico conservatore sono in genere queste:
-avrebbe aperto la porta al metodo storico-critico nell' esegesi, un pertugio proprio nella Humani generis, pertugio che poi gli esegeti neomodernisti avrebbero trasformato in una voragine. Non sono un esperto in materia, ma la critica mi sembra eccessiva.
- Si sarebbe isolato dalla stessa Curia, accentrando troppe cariche nella sua persona. Assumeva atteggiamenti troppo ieratici. Non aveva una personalità che incoraggiasse il contatto umano etc. Ho anche letto, per caso, che quando era Nunzio (mi pare) in Germania durante la I gm, dovette andare a visitare uno o due volte i campi di prigionia dove si trovavano i soldati italiani (piuttosto male in arnese, in genere). Ebbene, ci sono testimonianze di prigionieri ai quali apparve freddo e scostante, lontano dai loro gravi problemi. Certo, non aveva la c.d. "calda umanità" o meglio la rotonda bonomia contadina del c.d. "Papa buono", Angelo Roncalli, che ha iniziato la presente demolizione della Chiesa! IN ogni caso, anche ammettendo che Pio XII fosse per carattere temperamento freddo e riservato, quid ad nos? Voglio dire: che critiche sarebbero? Del tutto superficiali e persino ridicole. Ognuno sua madre l'ha fatto in modo diverso dagli altri, no? Nel giudicare le persone pubbliche, statisti, pontefici, contano gli atti, le azioni non il carattere più o meno piacevole della loro personalità.
- Ha "aperto", sia pure cautamente, alla democrazia, cominciando da quella americana. Vero, falso? Era anche una scelta imposta dalle circostanze. A chi si doveva appoggiare la Chiesa, nel 1945, per come si erano messe le cose a livello mondiale? a Stalin?
- Non ha pensato a mettere sufficienti uomini fedeli al dogma nei posti chiave. Roncalli, appena eletto, ha subito cominciato a sfornare cardinali in serie, in maggioranza progressisti, a cominciare da Bea, intellettualmente modesto, di poi eminenza grigia del Concilio, contro Ottaviani. Questa può essere una critica valida, sul piano meramente tattico. Perché non ha ad esempio fatto cardinale mons. Lefebvre, che stimava moltissimo? Ha fatto cardinale il cugino, neomodenista, un po' più anziano. Un Marcel Lefebvre cardinale al Vaticano II avrebbe fatto sfracelli, in difesa della fede. Vabbe', queste sono le critiche del poi. Però è forse vero che Pio XII avrebbe dovuto essere più spregiudicato nella lotta contro i neomodernisti e più duro con i teologi ribelli.
San Pio X non si sarebbe limitato a silenziare e togliere dagli scaffali i vari del Lubac, Rahner, etc. Li avrebbe costretti a scegliere tra la pubblica ritrattazione dei loro errori e la messa al bando ufficiale.
Z.
@ pinco
le carenze da me denunciate sono quelle che il buon senso e una media esperienza di vita suggeriscono, cordata interna che sa chi deve eleggere e perché e ignoranza degli altri sulla cordata interna e sul nome fatale del candidato.
Entrambe le conferenze che lei cita, Seelisberg (1947)e Amsterdam (1948), avvengono a II guerra mondiale appena conclusa, periodo in cui chiaramente vi era il desiderio di migliorare, consolidare tutti i rapporti.
Migliorare, consolidare i rapporti di buon vicinato, non significa riunificare la Fede sulla VERITA', differenza certamente chiarissima a chi fu diplomatico e stilita insieme intuendo, sopportando, arginando tradimenti manifesti e striscianti.
Nella chiesa come nello stato e come nella società civile in senso lato non vi è e non vi può essere rimedio duraturo di convivenza cristiano/cattolica, quindi veramente umana, se non vi è una conversione continua delle singole persone durante tutta la loro vita.
La conversione continua del popolo, delle moltitudini dipende principalmente dal buon insegnamento e dal buon esempio dei consacrati, che dovrebbero essere persone semplici ripiene di amor di Dio, Uno e Trino.
Ma veramente il card. Martini era massone? Che prove ci sono?
ad Anonimo 29gennaio 2021 -04:11, !!
appunto ! Dovrebbero essere.
Un errore certo e grave di Pio XII:
La riforma della Settimana Santa, affidata peraltro a personaggi quali... Bugnini!
Un altro errore:
Il compiacimento nei confronti di un certo "démocratismo cristiano" , non solo italiano, ma mondiale, che è l'essenza di quello che Mons. Williamson giustamente chiama "cinquantismo" (le folle che cantavano "Noi vogliamo Dio", ma in realtà erano già schierate e pronte per qualcos'altro che non fosse Dio).
Diciamo che di errori "politici" i Papi ne hanno commessi a non finire, nel corso dei secoli.
Il caso del ralliement di Leone XIII, che pure smascherò e condannò mirabilmente la Massoneria, è notorio.
Diciamo che Pio XII non era un San Pio X.
@ Claudius
la pagina intera affittata sul Corsera con l'elogio funebre del fratello Martini da parte del GOI, mi pare basti.
@ Anonimo
in effetti leggo ora una pagina del GOI in cui si saluta la dipartita del "fratello" card. Martini, dicendo esplicitamente che Martini fu iniziato alla massoneria. Si trova a https://www.grandeoriente-democratico.com/Adesso_che_le_celebrazioni_retoriche_Martini.html
Sono sbigottito.
Comincio a capire molte cose su questo signore...
Ho letto un libro di Gadda in cui, riguardo alle visite del futuro Pio XII ai prigionieri di guerra italiani in Germania (fra cui lo stesso Gadda), ne parla in modo favorevolissimo , rimarcando la figura paterna,forte ed al contempo affettuosa del futuro pontefice .Lo scrittore che non mi risulta essere stato particolarmente credente ,si dice anche che fosse omosessuale, afferma che quella visita commosse molti prigionieri fino alle lacrime. Dopo il bombardamento di Roma il Papa (quello si) si recò senza indugio nel quartiere di S.Lorenzo che aveva subito i danni più rilevanti e le foto ce lo mostrano in mezzo al popolo ,a braccia aperte ,quasi a voler abbracciare tutti .Certo visto quel che sarebbe successo subito dopo la sua morte ,adesso,é facile dire che sarebbe stato meglio se fosse stato più spietato e meno accomodanteBisogna dire però che certi metodi sbrigativi e grossolani non tutti sono umanamente capaci di attuarli.Pio XII si limitava a rendere inoffensivi i nemici della Chiesa non immaginando che a breve sarebbero diventati quasi tutti "periti"del CV2.
"Certi metodi sbrigativi e grossolani.."
Allora dobbiamo dire che le scomuniche inflitte da san Pio X ai preti modernisti, giustamente cacciati dalla Chiesa, come il Bonaiuti, o comunque costretti a togliere il disturbo, erano "metodi sbrigativi e grossolani"? Rifiutando di applicare le sanzioni previste dal diritto della Chiesa quando necessario, si sono lasciati emarginati ma impuniti tutti i teologi progressisti o novatori, nonostante non avessero mai accennato ad alcuna forma di pentimento, di abiura delle proprie errate e perniciose idee.
E così Roncalli, si è trovato bell'e pronto l'esercito di guastatori da immettere in massa nelle Commissioni conciliari, come consultori, cosa che ha fatto subito, dietro il paravento della concordia, della riconciliazione e simili ipocrite affettazioni.
Lui, come Papa, si riconciliava tuttavia con l'errore, cominciava già con quest'atto il tradimento, dava il via.
Diversi di questi teologi in odor di eresia erano anche in odor di vita immorale. Rahner aveva l'amante, una donna che è venuta allo scoperto dopo la sua morte, mostrando le lettere che lui le aveva scritto negli anni. Il gruppo degli olandesi al Concilio aveva al seguito donne dalle funzioni imprecisate. Forse l'arcobaleno non era ancora apparso all'orizzonte della pretagna senza fede, malfida e traditrice?
IL Giorno del Giudizio tutto sarà comunque svelato e la divina Giustizia darà a ciascuno il suo.
https://www.marcotosatti.com/2021/01/29/shoah-quei-2800-ebrei-aiutati-direttamente-da-papa-pacelli/
Si leggano le 854 pagine di “Saggio sullo Zarathustra” di Sossio Giametta (Aragno) oppure ci si fidi di me: contengono lo svelamento della figura di Nietzsche. Gesto accennato tempo addietro da Giorgio Colli e stavolta completato. Giametta, grande nicciologo, spiega che Nietzsche non è un filosofo e dimostra come sia invece un poeta, un critico della civiltà e, importantissimo, il fondatore di una nuova religione: la religione del corpo e della terra. Proprio la religione oggi vincente, quella a cui aderiscono le masse salutiste e ambientaliste. Nietzsche è uno strano fondatore inascoltato in vita ed esaudito da morto, eterodiretto da forze oscure (“Non poteva avere contezza di ciò che si realizzava attraverso di lui, del suo essere strumento di un processo plurisecolare”). Forze davvero spaventose se nello “Zarathustra” e nei testi circostanti viene propugnata “un'animalizzazione sistematica dell'uomo”. Si leggano le 854 pagine di questo saggio o ci si convinca subito, da questa mia sintesi estrema, che la morte di Dio ha come inevitabile conseguenza la fine dell'uomo (se non si è bestie, o al servizio della Bestia, nulla di cui rallegrarsi).
Camillo Langone
IL paradosso di Nietzsche : pur profetando il "mondo nuovo", della morte di Dio, dell'individuo ridotto ai suoi istinti, del "rovesciamento di tutti i valori",
nello stesso tempo lo criticava, martellando implacabilmente le mitologie del
progresso, della democrazia, del socialismo, la falsa "morale del gregge",
insomma tutti i "buonismi" ipocriti
e superficiali che dalla Rivoluzione Francese in poi ci affliggono, coprendo
la spinta al rovesciamento di tutti i valori, il materialismo dilagante.
Mentre nella critica alle ideologie laiche e secolari N. coglie spesso nel
segno, cade invece clamorosamente nella critica al Cristianesimo.
Nel senso che questa è la parte più debole della sua speculazione.
Definendo la morale cristiana un'"etica del risentimento" mostra di non
averla capita affatto. Accorpandola alla spregiata "morale del gregge" mostra
di non intenderne il carattere in realtà aristocratico, poiché vuol fare di
ogni credente, ricco o povero che sia, un'anima eletta, nobile.
Citando N. bisogna poi considerare che si citano anche frammenti e periodi
compiuti rimasti inediti nei suoi manoscritti, anche quelli del periodo finale
della sua vita, quando la follia era ormai galoppante. I manoscritti di
questo periodo andrebbero presi con cautela.
Ma è indubbio il carattere esaltato del pensiero di N., il suo irrazionalismo, che
tuttavia vuole darsi un metodo, la sua megalomane pretesa di liberarsi di Dio,
consegnandosi ad un titanismo intellettuale che gli avrebbe
alla fine bruciato il cervello.
Riesce ad affascinare anche per via delle sue grandi capacità di scrittore.
Continuando Schopenhauer, vuole dissolvere il tessuto razionale della vita, esaltando la vita come impulso, volontà di potenza, autoaffermazione dell'io, immanenza assoluta, spontaneità solare, ritorno ad un paganesimo in realtà letterario.
IL suo epigono e continuatore è stato Heidegger, la cui adesione al nazismo mostra anche emblematicamente l'autoannientamento del pensiero tedesco.
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