Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 26 febbraio 2021

Presentazione del 12° Rapporto dell'Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân

Sull’ecologia girano troppe bugie. L’ecologismo contemporaneo si fonda su alcune convinzioni errate o, comunque, non dimostrate.
Si tratta di una propaganda martellante di alcuni concetti o principi, che l’ecologismo sostiene come fossero verità assoluta. Questi, in particolare, sono i più assurdi:
  • l’uomo è un pericolo per il pianeta e per l’ecologia;
  • e, in quanto pericolosa, la presenza umana deve essere ridotta di numero o eliminata dal pianeta;
  • per ridurre o eliminare la presenza umana dal pianeta, è lecito diffondere le pratiche della contraccezione, dell’aborto e dell’eutanasia.
A queste aberrazioni, l’ecologismo ne aggiunge altre, senza il sostegno di alcuna prova scientifica. E cioè:
  • l’inquinamento è un effetto dello sviluppo umano;
  • l’aumento della povertà è dovuto all’aumento della popolazione;
  • le emissioni umane di anidride carbonica sono la causa principale del riscaldamento globale;
  • bisogna sposare il dogma dell’esaurimento delle risorse naturali (carbone, petrolio), da sostituire con le fonti rinnovabili (energia eolica, solare, idrica), ritenute a torto completamente pulite.
Purtroppo, l’ecologismo ideologico sta ottenendo ampi consensi anche nella Chiesa. E, in nome della dottrina ecologista, si sta cercando di piegare la teologia cattolica ad un “ecologismo pastorale” di nuova concezione, che non ha nessun sostegno del Magistero della Chiesa.
Questo Dodicesimo Rapporto dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân (dal titolo “Ecologismo e Globalismo, nuove ideologie politiche”), appena pubblicato da Cantagalli, mette a nudo le bugie dell’ecologismo, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.
Presentazione su Youtube

PER L'ACQUISTO RIVOLGERSI CON UN EMAIL ALL'OSSERVATORIO
a questo indirizzo: info@vanthuanobservatory.org

12 commenti:

gsimy ha detto...

da laureato in scienze ambientali mi sanguinano gli occhi
però mi sforzo di commentare qualche affermazione che viene imputata agli ecologisti (intesi come movimento politico) o all'ecologia (intesa come scienza che studia le relazione negli e fra gli ecosistemi)

- l’uomo è un pericolo per il pianeta e per l’ecologia; ni. intanto tutte le definizione di 'ambiente' che vengono usate per fondare la legislazione ambientale intendono anche la componente antropica (gli esseri umani e le loro manifestazioni) come parte integrante. quello che si ritiene vero (certo) è che certi modelli di sviluppo possano rendere 'disfunzionali' vari sistemi ambientali, con vari problemi in quanto questi sono di supporto all'attività umana

- l’inquinamento è un effetto dello sviluppo umano. affermazione vera, almeno con il modello produttivo attualmente prevalente, che preleva risorse, le trasforma e produce rifiuti che vengono 'espulsi dal sistema' senza essere riutilizzati. questo contrasta con ciò che avviene nei sistemi naturali, che invece sono circolari e che quindi lo scarto di qualcuno viene riutilizzato da qualcun altro. ma anche senza addentrarsi in queste disquisizioni filosofiche i fatti mostrano che abbiamo riversato nell'ambiente tutta una serie di sostanze che gli ecosistemi non riescono a metabolizzare (plastiche in primis) o che riescono a farlo solo con gravi scompensi (metalli, POP, nutrienti in eccesso etc); non serve dire che tutto questo alla fine causa danni anche agli esseri umani;

- le emissioni umane di anidride carbonica sono la causa principale del riscaldamento globale. esiste un discreto consenso scientifico in questo campo, e la correlazione è ormai evidente. in primis perchè la CO2 è un potente gas serra, la sua concentrazione è aumentata molto in 250 anni (da 280 a 410 ppm) e l'impronta isotopica di questo gas in atmosfera si è modificata in un modo spiegabile solo con il fatto che questa provenga dalla combustione di idrocarburi&co, e non da processi geologici.

- bisogna sposare il dogma dell’esaurimento delle risorse naturali (carbone, petrolio), da sostituire con le fonti rinnovabili (energia eolica, solare, idrica), ritenute a torto completamente pulite. anche le fonti rinnovabili sono fonti naturali... a meno che il sole, il vento e il flusso dell'acqua siano artificiali. il problema è che i combustibili fossili non siano considerabili rinnovabili, in quanto il loro tempo di rigenerazione è infinitamente più lunghi dei tempi di consumo, e che quindi il loro esaurimento accadrà prima o poi. l'unico motivo per cui il peak oil è stato spostato in avanti è il fatto che l'aumento dei prezzi e l'innovazione tecnologica hanno permesso di sfruttare riserve considerate irraggiungibili o non convenienti economicamente (es. pozzi in alto mare e fracking). c'è un interesse a non esaurire o rendere troppo rare queste riserve per la produzione di vari polimeri non riciclabili, oltre che per il fattore energetico. che poi anche le rinnovabili abbiano i loro difetti è cosa ben nota (es l'intermittenza, la necessità di avere sistemi di accumulo più efficienti), ma in un'analisi costi-benefici si vede la loro convenienza, in primis nella loro più equa distribuzione (il 60% del petrolio è in mano al medio-oriente, il sole è dappertutto, solo per fare un esempio)

il resto sono affermazioni (incompatibili con la fede cristiana) che appartengono a una precisa frangia del movimento ambientalista che confina con il marxismo, ma non appartiene in toto ad esso, moltissime persone vedono nello sviluppo sostenibile un modo per conciliare i tre aspetti dell'ambiente: società, economia ed ecosistemi.

Anonimo ha detto...

“Ovunque vediate un altare, lì c’è la civiltà”. (Joseph de Maistre)

Anonimo ha detto...

26 febbraio 1861 - 2021, bicentenario della morte di Joseph de Maistre...

"L'origine di ogni errore consiste nell'idea della perfezione originale dell'uomo."
“Una Costituzione che va bene per tutti i popoli, non va bene per nessun popolo.”
"Ovunque vi sia un altare, lì esiste la civilizzazione…Da un lato, il principio religioso presiede a tutte le creazioni politiche; dall’altro, tutto scompare non appena esso si ritira.”
"Bisogna predicare senza sosta ai popoli i benefici dell'autorità, e ai re i benefici della libertà."
"Il castigo governa l'umanità intera; il castigo la custodisce; il castigo veglia mentre gli uomini di guardia dormono. Il saggio considera il castigo come la perfezione della giustizia. Che un monarca indolente cessi di punire, e il più forte finirà per bruciare il più debole."
“Uno dei grandi errori di un secolo che li professò tutti, fu di credere che una costituzione politica potesse essere scritta e creata a priori, mentre ragione ed esperienza si uniscono per dimostrare che una costituzione è un’opera divina e che proprio ciò che vi è di più fondamentale e di più essenzialmente costituzionale nelle leggi di una nazione non potrebbe mai essere scritto.”
(Joseph de Maistre)

Anonimo ha detto...

https://www.lanuovabq.it/it/ci-risiamo-ricoveri-in-crescita-perche-non-si-cura-subito

INTERVISTA A MANGIAGALLI
Ci risiamo: ricoveri in crescita perché non si cura subito
ATTUALITÀ27-02-2021 Andrea Zambrano
«I nostri colleghi di Brescia lo dicono da giorni: i ricoveri aumentano perché la gente non viene curata subito. Ho scritto a Sileri per cambiare i protocolli di cura. Da criminali puntare sull'attesa con Tachipirina». Il dottor Mangiagalli, della rete dei medici in prima linea, torna a chiedere la revisione dei protocolli terapeutici domiciliari: «Si sta ripetendo il film dello scorso anno. E in molti ormai non chiamano neanche più il medico perché sanno che non verranno visitati».

La prevalenza del vigliacco ha detto...

Come definire quei magistrati che erano al corrente del “sistema” denunciato Luca Palamara nel suo libro intervista con Alessandro Sallusti, conoscevano quei metodi, quei veti, quelle omissioni, quei killeraggi e quelle disparità di trattamento tra compagni da salvare e nemici da sfasciare, avevano la possibilità di fermarli, di denunciarli o almeno dissociarsi ma non lo hanno fatto? Le definizioni possono essere tante, ma si riassumono in una che non si presta a equivoci: vigliacchi. Sono vigliacchi.

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/la-prevalenza-del-vigliacco/

La prevalenza del vigliacco/2 ha detto...

Come definire quegli storici e accademici che assistono allo scempio continuo della ricerca e della verità, in virtù di leggi liberticide, cancel culture e politically correct, sanno benissimo che la storia andò diversamente rispetto alle verità ufficiali imposte dalla dominazione ideologica; ma pur avendo la possibilità e l’autorevolezza per confutare e denunciare quei misfatti, o perlomeno per dissociarsi, non lo fanno e preferiscono tacere? Anche qui si possono trovare tante definizioni, magari eufemistiche, ma la più adatta resta quella: vigliacchi. Sono vigliacchi.

Come definire quegli intellettuali, quei giornalisti, quei direttori di giornali che lasciano alterare la realtà delle cose e la verità di uomini e fatti e vi si conformano, sanno che molti venerati potenti sono palloni gonfiati e tanti battitori liberi sono esclusi e ignorati con le loro tesi e le loro opere solo perché non sono conformi al potere; potrebbero dissociarsi dal sistema ideologico-mafioso, denunciare le storture e dire quel che onestamente pensano e vedono, ma non lo fanno? La risposta non muta, variano le sfumature ma la definizione migliore è ancora quella: vigliacchi. Sono vigliacchi.

Come definire quei sacerdoti, quei teologi, quei vescovi che notano la disfatta della loro fede, la ritirata della loro religione dal mondo, il cedimento ad altre religioni e la subordinazione all’ateismo dominante, il disagio dei credenti rispetto a certe posizioni in rottura con la tradizione cattolica e con l’esempio di santi, papi, teologi, ma tacciono, non testimoniano la verità, non hanno il coraggio di dire le cose come stanno e cosa realmente pensano della riduzione socio-umanitaria, mediatica, etico-ecologica, della loro fede? Per dirla col linguaggio aspro della verità come scandalo, la definizione più giusta è ancora la stessa: vigliacchi. Sono vigliacchi.
...

Sainteté ha detto...

Effundam spiritum meum. Tous les peuples étaient dans l’infidélité et dans la concupiscence, toute la terre fut ardente de charité : les princes quittent leurs grandeurs, les filles souffrent le martyre. D’où vient cette force ? C’est que le Messie est arrivé. Voilà l’effet et les marques de sa venue.
- Blaise Pascal, Pensées, 283

Anonimo ha detto...

Eugenio Capozzi:
A questo punto è chiaro: sul Covid il governo Draghi continua pienamente nel solco di quello Conte. Per certi versi addirittura aggrava ulteriormente l'approccio emergenzialista di quello. Restano i DPCM, restano i confinamenti, il coprifuoco, le chiusure, i divieti di spostamento fino a oltre Pasqua, e chissà fino a quando. Non c'è il minimo segnale della rinascita, del ritorno alla vita. Chi nella nuova maggioranza aveva chiesto un cambio di linea non è stato preso minimamente in considerazione. Così come sono stati umiliati e calpestati tutti gli imprenditori, esercenti, ristoratori, operatori del turismo e della cultura, illusi e ridotti alla disperazione.
Si continua imperterriti, come se nulla fosse, nella logica alienata e autolesionista di inseguire fantasmi come le "varianti", di confondere portatori sani (la stragrande maggioranza) con malati, e di inventarsi una emergenza ospedaliera inesistente, ignorando che i morti sono sempre meno, ignorando quella che dovrebbe essere la priorità: curare tempestivamente i casi potenzialmente più gravi, abbandonati invece alla solitudine domiciliare e l'ospedalizzazione mortifera. [Senza aver stilato i nuovi protocolli in base alle esperienze acquisite]
Ancora più grave è che si leghi il ritorno alla normalità alla possibilità del tracciamento dei casi (vano e impossibile in una epidemia para-influenzale che interessa l'intero paese). E, peggio ancora, ad una campagna vaccinale. Perché vaccini in quantità sufficiente da immunizzare gran parte della popolazione non ci saranno ancora per chissà quanti mesi.[e molte sono le incognite di quella che più che una campagna di vaccinazione, è una ardita e intollerabile sperimentazione di massa] Perché la vaccinazione di massa è inutile, e serve solo alle fasce a rischio, quindi è uno sforzo tanto immane quanto folle. Perché comunque il virus continuerà a mutare continuamente, e nessun vaccino sarebbe sufficiente, e tra qualche mese saremmo da capo a dodici.
Ritorno alla normalità sociale e cure mirate sarebbe l'unica strategia sensata. Ma ci si ostina nell'insensatezza. In questo modo si prolunga all'infinito una paralisi che sta letteralmente uccidendo il paese, sul piano economico e su tutti gli altri. Si approfondisce ulteriormente una depressione collettiva che ci sta portando verso la disgregazione, forse verso la violenza.
È chiaro che la nascita di questo governo era vincolata a proseguire su questa strada. Che sono arrivati ordini precisi da fuori, dal cuore di tenebra del continente che ha deciso di proseguire con il regime della bio-sicurezza e del confinamento. Mettendo in conto l'eutanasia di una civiltà.
Draghi ha evidentemente accettato di obbedire a questa linea, sperando che la bella stagione e i vaccini gli diano una mano. Ma rischia di aver sbagliato di grosso i suoi calcoli. Siamo sull'orlo del precipizio sociale. Il suo esecutivo si sta già avviando a una fine precoce e ingloriosa, consumato da rabbia e frustrazione crescenti. Chi è entrato nella maggioranza sperando di influenzare la linea politica del governo nel senso della ripresa e della riapertura farebbe bene ad abbandonare la barca il prima possibile, per non affondare con essa.

C'è una logica in questa follia ha detto...

L’ambientalismo di oggi è una grande bolla ideologica. Incubato da decenni, ora è giunto ad una fase programmaticamente pervasiva. L’idea di fondo è che l’ambiente è malato e la causa principale della malattia è l’uomo. Perfino il Covid, che con l’ambiente non ha niente a che fare, è stato proposto come sintomo della gravità del male che colpisce il pianeta. Siamo vicini alla catastrofe: il messaggio deriva non solo e non tanto da Greta Thunberg, davanti alla quale si sono prostrati interi parlamenti e Organismi internazionali, ma dalle agenzie ONU, dai centri di ricerca allineati, dalle grandi fondazioni, dai media del mondo intero e dagli opinions leaders del sistema. Andremo incontro ad un devastante riscaldamento globale causato dalle nostre emissioni di anidride carbonica, saremo travolti da catastrofi climatiche e dovremo familiarizzare con pandemie ricorrenti. Le risorse non rinnovabili si esauriscono, urge potenziare quelle rinnovabili e sostenibili e dare vita ad una green economy fondata sulla circolarità, la sostenibilità, l’equilibrio con la natura e su relazioni umane sobrie e solidali.

Anonimo ha detto...

ll positivismo, con la sua pacchiana ignoranza dei limiti delle conoscenze (anche e soprattutto scientifiche), col suo disprezzo per la cultura umanistica e la filosofia che lo porta ad ignorare i grandi insegnamenti socratici -“so di non sapere” e “conosci te stesso” (innanzitutto, e oltre alla natura)“- ad essere del tutto privo della consapevolezza dei limiti umani e a cadere in pericolosissimi deliri di onniscienza e di onnipotenza tecnologica, é una forma bella e buona (si fa per dire…) di IRRAZIONALISMO (e anche di antiscientismo, a ben vedere, in quanto fraintendimento della reale natura e portata, oltre che dei reali limiti, della scienza correttamente intesa; anche del suo intrinseco, inestimabile valore in sé, indipendentemente dalle sue ricadute tecnologiche, come allargamento degli orizzonti umani, come fatto autenticamente culturale).

Non é che il pendant presuntuosamente saccente dell’ antiscientismo altrettanto sbracatamente irrazionalismo dei maghi, dei “visionari” (termine non per niente oggi molto in voga), delle superstizioni ed oroscopi (che pure nei media politicamente corretti con il veteropositivismo dei pieriangeli convive beatamente senza particolari problemi “di coppia”).
Aveva ragione il vecchio Engels. che già ai tre quarti del XIX secolo (sic!) acutamente notava nella Dialettica della natura:

«Gli scienziati credono di liberarsi dalla filosofia ignorandola o insultandola. Ma poiché senza pensiero non vanno avanti e per pensare hanno bisogno di determinazioni di pensiero accolgono però queste categorie, senza accorgersene, dal senso comune delle cosiddette persone colte dominato dai residui di una filosofia da gran tempo tramontata, o da quel po’ di filosofia che hanno ascoltato obbligatoriamente all’università, o dalla lettura acritica e asistematica di scritti filosofici di ogni specie, non sono affatto meno schiavi della filosofia, ma lo sono il più delle volte purtroppo della peggiore; e quelli che insultano di più la filosofia sono schiavi proprio dei peggiori residui volgarizzati della peggiore filosofia».

L’ hybris dello scientismo e il delirio di onnipotenza del capitalismo (l’ illusione che ad ogni problema creato dall’ uso mercantile, predatorio ed imprudente, e cioé in effetti DA IGNORANTI, delle conoscenze scientifiche si troverà sempre un “miracoloso” rimedio tecnologico) sono inseparabili a costituire un unicum come due facce della stessa medaglia; e se non superati per tempo tendono inevitabilmente a portare l’ umanità all’ estinzione “prematura e di sua propria mano”, come diceva Sebastiano Timpanaro.
Giulio Bonali

Anonimo ha detto...

...Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?...
Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio.
BENEDETTO XVI - dal "Angelus del 17 febbraio 2013"

Anonimo ha detto...

L'ecologismo, sarà una tematica chiave dei prossimi anni, che inciderà in molteplici ambiti, sia nel Paese che in Europa. Non lasciare spazio all'ideologia di sinistra e alla produzione "senza regole" di Pechino, che danneggia proprio l'ambiente e le nostre imprese, è il l'obiettivo da non mancare.