Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 23 settembre 2022

Sancte Pie a Pietrelcina ora pro nobis !

Il sito lafedecattolicacristiana.blogspot.it riporta alcune notizie in merito a cosa san Pio da Pietrelcina pensò a proposito del Concilio e di alcune riforme legate a questo evento. Il sito, a sua volta, ha ripreso da Lettre aux Amis de Saint François del Monastero di Morgon, di Fr. Jean, OFM Cap., febbraio 1999, fasc. n. 17. Leggiamo con attenzione.
Padre Pio era un modello di rispetto e di sottomissione verso i suoi superiori religiosi ed ecclesiastici, specialmente quando era perseguitato. Malgrado ciò, non poté restare silenzioso davanti alle deviazioni che erano funeste alla Chiesa.
Prima della fine del Concilio, nel febbraio 1965, qualcuno gli annunciò che presto si sarebbe celebrata la Messa secondo il nuovo rito, ad experimentum, in lingua volgare, rito che era stato composto da una commissione liturgica conciliare al fine di rispondere alle ispirazioni dell’uomo moderno. 
Padre Pio scrisse immediatamente a Paolo VI, prima ancora di avere visto il testo, per chiedergli di essere dispensato da questa esperienza liturgica e di potere continuare a celebrare la Messa di San Pio V.
Quando il Cardinale Bacci venne a visitarlo per portargli l’autorizzazione richiesta, Padre Pio si lasciò sfuggire un lamento in presenza del messaggero del papa: «Per pietà, mettete fine rapidamente al Concilio». Quello stesso anno, in mezzo all’euforia conciliare che prometteva una nuova primavera della Chiesa, egli confidò ad uno dei suoi figli spirituali: «In questo tempo di tenebre, preghiamo. Facciamo penitenza per gli eletti».
Altre scene della vita del Padre sono molto significative; ad esempio, la sua reazione all’aggiornamento degli ordini religiosi voluta dal Vaticano II. Le seguenti citazioni provengono da un libro che ha avuto l’imprimatur: «Nel 1966, il Padre Generale dei Francescani venne a Roma un po’ prima del capitolo speciale che doveva trattare delle costituzioni, al fine di chiedere preghiere e benedizioni a Padre Pio. Incontrò Padre Pio nel chiostro. “Padre, sono venuto per raccomandare alle vostre preghiere il capitolo speciale per le nuove costituzioni….”. Aveva appena pronunciato le parole “capitolo speciale” e “nuovi costituzioni”, che Padre Pio fece un gesto violento ed esclamò: “Tutto ciò è solamente un non-senso distruttore”.
“Ma, Padre, dopo tutto, bisogna tenere conto delle giovani generazioni… i giovani si evolvono secondo le loro mode… ci sono dei bisogni, delle nuove richieste….”. “La sola cosa che manca, disse il Padre, sono l’anima e il cuore, sono tutto, intelligenza e amore”. E partì per la sua cella, si rigirò e disse, puntando il suo dito: “Non dobbiamo snaturarci, non dobbiamo snaturarci! Al giudizio del Signore, San Francesco non ci riceverà come suoi figli”! Un anno dopo, la stessa scena si ripeté all’epoca dell’aggiornamento dei cappuccini.
Un giorno, alcuni colleghi discutevano col definitore generale, il consigliere vicino al provinciale o al generale di un ordine religioso, quando Padre Pio, assumendo un atteggiamento scandalizzato, esclamò, con un sguardo severo nei suoi occhi: «Che cosa volete a Roma? Che cosa intrallazzate? Volete cambiare anche la regola di San Francesco»? Il definitore replicò: «Padre, si vorrebbero proporre dei cambiamenti perché i giovani non vogliono più saperne della tonsura, dell’abito, dei piedi scalzi…». «Cacciateli! Cacciateli! Che cosa bisogna dire? Forse che fanno un favore a San Francesco prendendo l’abito e seguendo la sua regola di vita, o non è piuttosto San Francesco che offre loro questo grande dono?». - Fonte

* * *
Come comportarsi in Chiesa e durante la Messa

(Lettera di san Pio da Pietrelcina alla figlia spirituale Annita Rodote)

"Ad evitare irriverenze ed imperfezioni nella casa di Dio, nella chiesa, che il divin Maestro suole chiamar la casa di orazione, ti esorto nel Signore a praticare le seguenti cose.

Entra in chiesa in silenzio e con gran rispetto, tenendoti e riputandoti indegna di comparire davanti alla maestà del Signore. Tra le altre devote considerazioni, pensa che l'anima nostra è tempio di Dio, e come tale dobbiamo conservarla pura e monda davanti a Dio ed agli angioli suoi e copriamoci il volto di rossore per aver dato tante volte adito al demonio con le sue insidie, con le sue lusinghe al mondo, con i suoi fasti, alla carne con il non aver saputo tener puro il nostro cuore e casto il nostro corpo, per aver dato, dico, adito ai nostri nemici di insinuarsi nei nostri cuori, profanando in tal guisa il tempio di Dio, quale noi diveniamo pel santo Battesimo.

Prendi poi l'acqua benedetta e fa bene e con lentezza il segno della nostra redenzione.

Appena sei in vista del Dio sacramentato, fa' devotamente la genuflessione.

Trovato il posto, inginocchiati e rendi a Gesù sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua adorazione. Confida a lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a lui di operare in te come meglio gli piace.

Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell'alzarti, nell'inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande devozione.

Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi entra e chi esce; non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta vicino; studiati di non profferir parola con chi che sia, a meno che la carità ovvero una stretta necessità non lo esiga.

Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa' bene le pause e non affrettarti mai.

Insomma, diportati in guisa che tutti gli astanti ne rimangano edificati e siano per mezzo tuo spinti a glorificare e ad amare il Padre celeste.

Nell'uscire di chiesa abbi un contegno raccolto e calmo: saluta per primo Gesù sacramentato, domandagli perdono delle mancanze commesse alla sua divina presenza e non partirne da lui se prima non gli hai chiesto e da lui non ne hai ottenuta la paterna benedizione".
(25 luglio 1915. Epistolario, Vol. III)

Ave Maria!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio il maestro per i nostri tempi.

Avvertimenti di Padre Pio in tempo di apostasia ha detto...

E NON ASCOLTATE PIÙ NESSUNO...

Viviamo in un'epoca di collasso. Il cristianesimo è diventato obsoleto e Dio gli permette di punire le nazioni.

Ricordati... Quando verranno quei tempi:
- i Comandamenti di Dio,
- le preghiere del mattino e della sera,
- il Santo Rosario,
- i Sacramenti,
- il catechismo,
- i santi
- e fate tutto nella fede dei nostri padri, nella fede dei nostri padri!
- Nella fede dei nostri padri!!
- E non ascoltate più nessuno.

23 settembre 1968, morte di Padre Pio da Pietrelcina, Santo della Chiesa Cattolica.

Anonimo ha detto...

Su padre Pio circolano un sacco di fake. Non so quanto queste fonti siano affidabili.

Enzo basile ha detto...

Tutti gli atti dell' empio Wojtyla sono nulli

Missione di propiziazione di S.Pio, e di ciascun cristiano. . ha detto...

L’adesione volontaria alla sofferenza di Cristo in san Pio da Pietrelcina
https://www.youtube.com/watch?v=_YJlixVePCE

Anonimo ha detto...

TRANSITO DI PADRE PIO
Poco dopo le ore 21 del 22 settembre 1968, quando il padre Mariano si era già allontanato dalla cella n. 4 ed io vi ero entrato, Padre Pio per mezzo del citofono mi chiamò nella sua stanza: era a letto, coricato sul fianco destro. Mi domandò soltanto l'ora segnata dalla sveglia posta sul suo comodino. Dai suoi occhi arrossati asciugai qualche piccola lagrima e ritornai nella stanza n. 4 per mettermi in ascolto presso il citofono sempre acceso. Il Padre mi chiamò ancora per altre cinque o sei volte fino alla mezzanotte; ed aveva sempre gli occhi rossi di pianto, ma di un pianto dolce, sereno. A mezzanotte come un bambino pauroso mi supplicò: «Resta con me, figlio mio»; e cominciò a chiedermi con molta frequenza l'orario. Mi guardava con occhi pieni d'implorazione, stringendomi fortemente le mani. Poi, come se si fosse dimenticato dell'orario richiestomi in continuazione, mi domandò: «Vagliò, a ditte a Messe?». Risposi sorridendo: «Padre spirituale, è troppo presto adesso per la Messa». Ed egli replicò: «Beh, stamattina la dirai per me». Ed io: «Ma ogni mattina la dico secondo le sue intenzioni». Successivamente volle confessarsi e terminata la sua sacramentale confessione disse: «Figlio mio, se oggi il Signore mi chiama, chiedi perdono per me ai confratelli di tutti i fastidi che ho dato; e chiedi ai confratelli ed ai figli spirituali una preghiera per l'anima mia». Risposi: «Padre spirituale, io sono sicuro che il Signore la farà vivere ancora a lungo, ma, se dovesse aver ragione lei, posso chiederle un'ultima benedizione per i confratelli, peri figli spirituali e peri suoi ammalati?» E lui: «Sì che li benedico tutti; chiedi anzi al Superiore che la dia lui per me questa ultima benedizione». Infine mi ha chiesto di rinnovare l'atto della professione religiosa. Era l'una quando mi disse: «Senti, figlio mio, io qui a letto non respiro bene. Lasciami alzare. Sulla sedia respirerò meglio». L'una, le due, le tre erano di solito gli orari in cui soleva alzarsi per prepararsi alla santa Messa, e prima di sedersi sulla poltrona soleva fare quattro passi per il corridoio. Quella notte notai con mia grande meraviglia che camminava dritto e spedito come un giovane, tanto che non vi era bisogno di sostenerlo. Giunto sull'uscio della sua cella disse: «An-diamo un po' sul terrazzino». Lo seguii tenendogli la mano sotto il braccio; egli stesso accese la luce e arrivato vicino alla poltrona si sedette e guardò in giro per il terrazzino curiosando: sembrava che con gli occhi cercasse qualcosa. Dopo cinque minuti volle tornare nella cella. Cercai di sollevarlo, ma mi disse: «Non ce la faccio». Infatti si era appesantito. «Padre spirituale, non si preoccupi», gli dissi incoraggiandolo e prendendo subito la sedia a rotelle che era a due passi. Per le ascelle lo sollevai dalla poltrona e lo posi a sedere sulla sedia. Egli stesso sollevò i piedi da terra e li poggiò sul predellino. Nella cella quando l'ebbi adagiato sulla poltrona, egli indicandomi con la mano sinistra e con lo sguardo la sedia a rotelle mi disse: «Portala fuori». Rientrato nella cella, notai che il Padre incominciava ad impallidire. Sulla fronte aveva un sudore freddo. Mi spaventai, però, quando vidi che le sue labbra cominciavano a diventare livide. E ripeteva continuamente: «Gesù, Maria» con voce sempre più debole.

Anonimo ha detto...

...segue
Mi mossi per andare a chiamare un confratello, ma egli mi fermò dicendo: «Non svegliare nessuno». Io mi avviai ugualmente e correndo mi ero allontanato di pochi passi dalla sua cella, quando mi richiamò ancora. Ed io pensando che non mi richiamasse per dirmi la stessa cosa tornai indietro. Ma quando mi sentii ripetere: «Non svegliare nessuno», gli risposi con un atto di implorazione: «Padre spirituale, adesso mi lasci fare». E di corsa mi avviai verso la cella di padre Mariano, ma vedendo aperto l'uscio di fra Guglielmo entrai, accesi la luce e lo scossi: «Padre Pio, sta male». In un momento fra Guglielmo raggiunse la cella del Padre ed io corsi a telefonare al dottor Sala. Questi giunse dopo dieci minuti circa e appena vide il Padre preparò subito l'occorrente per fargli un'iniezione. Quando tutto fu pronto fra Guglielmo ed io cercammo di sollevarlo, ma non riuscendovi dovemmo adagiarlo sul letto. Il dottore fece l'iniezione e poi ci aiutò a riadagiarlo sulla poltrona, mentre il Padre ripeteva con voce sempre più fievole e con il movimento delle labbra sempre più impercettibile: «Gesù, Maria». Frattanto chiamati dal dottor Sala cominciavano ad arrivare Mario Pennelli, nipote di Padre Pio, il Direttore sanitario della Casa Sollievo dottor Gusso, e il dottor Giovanni Scarale; mentre chiamati da me erano già arrivati il padre Guardiano, il padre Mariano ed altri confratelli. Mentre i medici davano l'ossigeno prima con la cannula e poi con la maschera, il padre Paolo da San Giovanni Rotondo amministrava al Padre spirituale il Sacramento degli infermi e gli altri confratelli inginocchiati all'intorno pregavano. Alle ore 2,30 circa dolcemente chinò la testa sul petto: era spirato.

24 settembre 2022 - Madonna della Mercede. ha detto...

Santa Maria in Aula Regia
Oggi è la festa della Madonna della Mercede.
Mercede deriva dallo spagnolo e, a sua volta, dal latino, e significa: ricompensa gratuita, grazia. Si può quindi dire che Madonna della Mercede significa: Signora della grazia gratuita, ovvero Signora della misericordia.
Si racconta che il 1° agosto del 1218, festa di San Pietro in Vincoli, San Pietro Nolasco ebbe una visione della Santissima Vergine, la quale si fece conoscere come la Mercede (ovvero la Madre della Misericordia) e lo esortò a fondare un Ordine religioso avente come fine principale quello di riscattare i cristiani finiti in schiavitù.
https://www.youtube.com/watch?v=9Hw71vT9ha4

Anonimo ha detto...

Blondet
ULTIMO TRENO CONTRO LA CATASTROFE “Votate qualcuno che dica chiaramente un forte e secco NO alla guerra e NO all’invio delle armi in Ucraina” - (di Claudio Messora) Mai la terza guerra mondiale è stata così vicina. Interrompere l’invio delle armi in Ucraina è ormai questione di vita o di morte.

Catholicus.2 ha detto...

Omnipotens sempitèrne Deus, qui sanctum Pium, presbyterum, crucis Filii tui singulàri gràtia participem esse donasti et per eius ministérium misericòrdiæ tuæ mirabilia renovàsti, concède nobis, ut, eius intercessióne, passiónibus Christi iùgiter sociàti, ad resurrectiónis glóriam feliciter perducàmur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat per omnia sæcula sæculorum.