Il testo che segue potrebbe essere la conclusione — o forse sarà solo una pausa, perché c'è ancora molto da dire! — della serie di Via Mediaevalis sugli angeli nella cultura e nella teologia del Medioevo. Gli articoli precedenti: L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo qui;
Fiat Lux: La creazione degli angeli qui; Gli angeli: giardinieri nella creazione di Dio qui; Gli angeli agli occhi del medioevo qui.
Lussuria, Orgoglio, Rovina Irredimibile:
La Caduta degli Angeli nella Vita Medievale
Non possiamo concludere questo viaggio attraverso l'angelologia medievale senza affrontare un argomento che, ahimè, non è minimamente edificante come gli altri di questa serie. È, in effetti, esattamente l'opposto di edificante. È decisamente deprimente, sia spazialmente che emotivamente, ma deve comunque essere affrontato: in primo luogo, perché siamo in tempo di Avvento e la Luce neonata sarà tanto più luminosa se i nostri occhi si saranno adattati all'oscurità.
E, in secondo luogo, perché non tutti gli angeli, come abbiamo visto la volta scorsa qui, apprezzano le poesie e i dipinti dell'umanità, o meglio, alcuni angeli "apprezzano" solo quelle poesie e quei dipinti che sono tanto depravati e grotteschi quanto loro.
Parlo degli angeli che, nell'immaginario medievale, si trasformarono in bestie e caddero nelle fauci fiammeggianti degli inferi. Li chiamiamo demoni, ma sono demoni in virtù del loro stato, non della loro natura. Da una prospettiva ontologica, sono semplicemente angeli; facciamo bene a ricordarcelo di tanto in tanto, perché gli angeli, come hanno sottolineato gli ultimi due articoli, sono come noi. La differenza tra angelo e demone, tra bellezza e degradazione, gioia e miseria, gloria e rovina, inizia in quella stessa terribile facoltà che conduce il grande dramma della vita umana alla commedia o alla tragedia : la libertà e la capacità di scegliere.
Molti si lamentano della divina Provvidenza per aver permesso ad Adamo di trasgredire; lingue stolte! Quando Dio gli diede la ragione, gli diede la libertà di scegliere, perché la ragione non è altro che scegliere; altrimenti sarebbe stato un mero Adamo artificiale. —John Milton, “Areopagitica”La caduta degli angeli non è spiegata chiaramente nella Sacra Scrittura; non è facilmente indagabile attraverso metodi teologici; non è nemmeno pienamente comprensibile alla mente umana. E tuttavia è, senza dubbio, uno degli eventi più significativi della storia umana.
In primo luogo, la caduta degli angeli è assolutamente centrale per il modo in cui la razza umana, specialmente la (enorme) porzione di essa influenzata dalle tradizioni giudaico-cristiane, comprende la propria esistenza. Gli esseri umani guardano al panorama spaventoso di guerra, falsità, avidità, tradimento, lussuria, schiavitù, omicidio, il panorama, cioè, della nostra stessa peccaminosità, e cercano invano una qualche logica primordiale al mysterium iniquitatis, il mistero del male nel nostro mondo, e nelle nostre vite, e nei nostri cuori. Forse l'apparente follia di tutto ciò ci sopraffarebbe semplicemente se non facessimo ricorso alla risposta data nella Genesi: non è iniziato con noi. L'abbiamo continuato, abbiamo curato e annaffiato quella randagia, velenosa erbaccia dell'iniquità, ma il seme è stato piantato da un altro, un altro-che-umano che è caduto prima di noi, e ci ha ingannato: "E il serpente disse alla donna: Non morirete affatto".
In secondo luogo, la caduta degli angeli ha portato a quella ripugnante schiera di spiriti maligni così incombente sulla nostra psicologia, spiritualità e teologia. I demoni appaiono frequentemente nella vita di Cristo, negli scritti dei Padri, nelle teorie degli studiosi; sono i nostri tentatori, i nostri avversari, i nostri racconti ammonitori; e servono come allegorie reali, seppur invisibili, del disordine e della deformità che dimorano sinistramente nelle nostre anime. E non dimentichiamo che la grazia della redenzione e la speranza della beatitudine eterna sono misteriosamente intrecciate, tramite la felix culpa (l'exultet, nell'immagine a lato), con la malizia dell'angelo che fu il primo di tutti i diavoli.
Infine, hanno ispirato, se una parola così nobile può riferirsi ai demoni dell'Inferno, innumerevoli opere d'arte, tra cui due dei più grandi capolavori mai emersi dall'immaginazione umana: la Divina Commedia e il Paradiso perduto. I lettori di Dante devono sopportare gli orrori dei demoni, persino dello stesso Arcinemico, prima di passare attraverso gli incoraggianti cerchi del Purgatorio e le magnifiche sfere del cielo. E il Paradiso perduto di Milton è il supremo poema epico inglese, un poema "scritto" da un uomo troppo cieco per scrivere e di un genio così travolgente da sfidare quasi la credenza. Il tragico e sinistro dramma di Satana e dei suoi angeli nocivi è carico di possibilità artistiche. Intensamente intrigante, forse pericolosamente, la loro storia è comunque un elemento integrante e risonante dell'esperienza umana. È, in modo significativo, anche la nostra storia.
Perché, in una parola, gli angeli caddero? La risposta che mi aspetterei è "orgoglio", perché questa è la spiegazione che ha a lungo dominato il tentativo della cultura occidentale di comprendere l'origine dei demoni e, per estensione, del male stesso. Se viveste nell'alto Medioevo, tuttavia, probabilmente avreste una risposta molto diversa: la parola sarebbe "lussuria".
Prendiamo in considerazione alcune citazioni dei Padri della Chiesa:
Dio ... ha affidato la cura degli uomini e di tutte le cose sotto il cielo agli angeli che ha nominato sopra di loro. Ma gli angeli hanno trasgredito questo incarico, e sono stati catturati dall'amore per le donne, e hanno generato figli che sono quelli che sono chiamati demoni. (Giustino Martire, Seconda Scusa )Unioni illecite ebbero luogo sulla terra, poiché gli angeli si unirono alle figlie della razza umana; e queste generarono loro figli che per la loro grandezza straordinaria furono chiamati giganti. (Ireneo, Dimostrazione della predicazione apostolica )Avendo assunto queste forme, ... parteciparono anche della concupiscenza umana, e, essendo stati sottoposti ad essa, caddero nella coabitazione con le donne. (Omelie Clementine)
Queste idee, che si basano su un passaggio notoriamente oscuro del sesto capitolo della Genesi, continuarono nel Medioevo, dove si armonizzarono naturalmente con la venerazione mistica e fantasiosa della cultura medievale per la Bibbia. Non sono qualificato per difendere, da un punto di vista teologico, gli aspetti profondamente sconcertanti di una teoria che fu accettata da cristiani devoti e intelligenti del lontano passato. In ogni caso, data la prevalenza della teoria nel cristianesimo patristico e altomedievale, propongo che debba essere vera, nel suo nucleo o in alcune delle sue sfaccettature.
Non so dire se questa verità sia di carattere parzialmente letterale, o in gran parte tropologico, o puramente allegorico. In effetti, preferisco dire poco su questo argomento e lasciarlo principalmente al vostro giudizio e alle vostre meditazioni. Tuttavia, farò questa osservazione: un filo conduttore di questa serie è stata la stretta correlazione tra la società medievale e la società angelica. Ho suggerito che gli angeli, nella spiritualità medievale, non erano solo una presenza pervasiva, ma anche profondamente personale. I cristiani medievali ammiravano e veneravano gli angeli, ma si rivolgevano anche agli angeli per avere intuizioni sulle loro vite. Il desiderio carnale per le donne umane ha portato gli angeli alla loro rovina? Non lo so. Ma so, o almeno sono abbastanza sicuro, che la gente comune nei villaggi e nelle città medievali non ha incontrato molte persone che si sono rovinate attraverso atti astratti e intellettualizzati di orgoglio disordinato. Ciò che vedevano invece erano molte vite screditate e danneggiate, a volte persino distrutte, dalla lussuria.
«Lo maggior don che Dio per sua larghezza
fesse creando, e a la sua bontate
più conformato, e quel ch’e’ più apprezza,
fu de la volontà la libertate;
di che le creature intelligenti,
e tutte e sole, fuoro e son dotate.
—Dante, Paradiso, canto 5
Ammetto volentieri che la mia mente razionalista moderna si trova molto più a suo agio con la teoria che alla fine è diventata il consenso teologico sulla caduta degli angeli, ma devo anche riconoscere che la ribellione orgogliosa non è una spiegazione infallibile per questa caduta.
In fin dei conti, nessuna spiegazione è infallibile: come potrebbe una creatura razionale scegliere l'esilio e il tormento, pur essendo così vicina all'amore, alla bellezza e alla perfezione di Dio Onnipotente, e non avendo carne per combattere contro lo spirito? Questo è un mistero, e lo sarà sempre. Se la scelta fosse stata davvero molto difficile, a causa di condizioni che non conosciamo o non possiamo comprendere, perché gli angeli caduti furono esclusi dal patto di redenzione che fu offerto all'umanità?
Questa questione della redenzione per gli angeli caduti era, in effetti, un altro dilemma angelologico che accese gli intelletti dei teologi medievali. Furono proposte almeno quattro diverse teorie, nessuna delle quali particolarmente utile a mio parere, ma la visione favorita da Tommaso e Bonaventura è almeno soddisfacente a livello poetico: quando sai quanto sanno gli angeli, non c'è una seconda possibilità.
Quanto vasto, quanto spaventoso, quanto sublime è il potere nascosto nell'atto imperscrutabile che chiamiamo così casualmente scelta ! Quanto incomparabile è questo dono, questo fardello, del libero arbitrio! Lascia cadere dalla vita umana la maschera di banalità che a volte indossa: pensa agli angeli e all'immensità di un semplice pensiero con cui viene fatta la selezione del bene o del male! Immagina la tensione, il dramma di quel momento cataclismatico in cui Lucifero, guardando con occhio sereno verso l'orizzonte dell'eternità, oscillò tra sé e Dio, sé e Dio, sé e Dio, finché non fu pronunciata la parola irrevocabile: "Scelgo me stesso: non serviam !" E con l'ultima sillaba che vibra ancora sulla sua lingua maledetta, è giù, "come un fulmine che cade dal cielo".
Dante dice che il più grande dono di Dio, dopo l'esistenza stessa, è il libero arbitrio. La magnifica, celeste commedia degli angeli mostra cosa può attenderci se la usiamo bene. La mostruosa, infernale tragedia dei demoni mostra cosa può accaderci se la usiamo male.
6 commenti:
L'Antifona O del 20 dicembre
O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris, et umbra mortis.
O (Astro) Sorgente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre, e nell'ombra della morte
Il nome della delegata episcopale Rebecca nella Preghiera eucaristica. È questa la trovata del vicariato di Brabante-Vallone (arcidiocesi di Malines-Bruxelles), per volontà della stessa delegata, Rebecca Charlier-Alsberge, nominata un anno fa da mons. Luc Terlinden. Con un decreto del 6 novembre, la delegata episcopale ha deciso che, durante la celebrazione eucaristica, potrà prendere la parola per tre volte: dopo il saluto liturgico iniziale, prima della benedizione finale e dopo il Vangelo, per «far risuonare la parola di Dio»; la delegata sarà inoltre a fianco del celebrante nella processione d'ingresso ed in quella d'uscita, associandosi ai “saluti” che il celebrante rivolgerà ai fedeli, da lui riceverà direttamente il segno di pace verrà nominata nel canone della Messa, subito dopo la menzione dell'ordinario.
https://lanuovabq.it/it/gerarchie-sinodali-in-brabante-comanda-la-delegata-rebecca
Ecchelala'!
Non si consideri innocuo il presepe. Capisco che farlo passare per tale, buttandola sul sentimentale se non sul folcloristico, sia anche un modo per farlo digerire agli atei e ai non cristiani. Ma il presepe contiene un nocciolo teologico durissimo e ce lo spiega un professore agnostico (quasi una ridondanza) ossia Maurizio Bettini, filologo classico dell’università di Siena. Col suo “Il presepio” (Einaudi), “percorso antropologico” intorno alla rappresentazione della nascita di Gesù, inizialmente sembra che voglia smontare il giocattolo, per relegarlo in soffitta tra i balocchi del bambino cattolico che fu. Poi, pagina dopo pagina, fra grotte e mangiatoie, angeli e animali, e a prescindere dalle intenzioni dell’autore, il valore affiora. Verso la fine, la cultura di Bettini rende ai Magi la loro verità: “Melchiorre, Gaspare e Baldassarre aggiungono alla certificazione della natura divina di Gesù anche una smentita delle religioni diverse dal cristianesimo e l’affermazione della sua verità esclusiva”. Non si consideri innocuo il presepe: i multietnici Magi sono la negazione del multiculturalismo. Roba forte, divisiva davvero.
Camillo Langone, 2018
Nel passatto la rovina data dalla "lussuria" era provata dalle malattie sessualmente trasmissibili. Gonorrea e sifilide in primis. Dato che è più probabile contrarle da rapporti con persone diverse più che dalla propria, si capisce che un soggetto malato era facile da considerare, di conseguenza, lussurioso. Che l'orgoglio porti al desiderio di ribellione e allontani quindi gli uomini dal matrimonio che un tempo si pensasse che lussuria e orgoglio fossero simili non è così sbagliato. L'uomo "scientifico" ha preso la malsana abitudine di ragionare a compartimenti stagni, ma ogni cosa è legata ad un'altra: vizi e virtu tanto quanto apparato circolatorio e respiratorio. Se poi lo pneumologo ed il cardiologo non riescono a capirsi è un problema...del paziente.
Disprezza te stesso, quando vieni lodato: sia in te lodato colui che opera per mezzo tuo. Non voler dunque operare per la tua lode il bene che fai, ma per la lode di colui da cui hai di che fare il bene. Da te hai solo la forza di agire male, da Dio quella di agire bene.
(Sant'Agostino)
Leggo : un altro che umano che è è caduto prima di noi....che significa? ... poi leggo ancora che gli Angeli, decaduti o non, erano considerati umani nel Medio Evo... Poi leggo la Bibbia: il serpente era l'animale terrestre... ed ancora il citato cap.6 : i figli di Dio ( Angeli) maschi , si unirono alle belle figlie degli uomini ( femmine ). E da dove vengono le belle figliole? Coi Padri dico che sono le discendenti di Caino ( e notisi che sono i figli di Dio maschi soltanto --- Gesù nella genealogia è discendente di Adamo figlio di Dio---- a prendersi per mogli ( moglie si diviene col rapporto sessuale, altrimenti si è sposi, vedasi Maria Sposa di Giuseppe) le belle figliole degli uomini. Ed il termine uomo compare con il nome che Eva dà a Caino .Adamo non dà lui il nome al primogenito e non lo riconosce figlio a sua immagine mentre riconosce tali Abele Set e gli altri figli e figlie. Da quanto sopra emergerebbe chiaramente che con Angeli furono chiamati i discendenti di Set, cioè i figli di Dio. D'altronde da dove sono venute due speci umane diverse ? ( ció è documentato dal cap.6 Genesi e poi dalla genealogia di Abramo dove col calcolo che si fa, emerge che Noè era vivo quando nacque Abramo,, e Sem muore dopo Abramo stesso e si capisce così perchè i Padri considerassero Melchisedec come Sem). Ora gli Angeli erano i figli di Dio di Genesi. Ed il peccato fu di lussuria causato dalla superbia ( di fare una sua stirpe si direbbe) e disobbedienza a Dio , cioè non amore aDio. Prova non superata. La stessa mela non c'è in Genesi ma chi ne parla sa di significare un peccato sessuale perchè la mela era attributo sessuale di Venere. Ció ci fa comprendere molte cose , d'altronde un corpo spirituale non puó generare da uno materiale. Tuttavia gli Angeli non furono solo i figli di Set ( che vissero secoli fino a Noè e Sem ancora e poi altri sempre a discendere, con Abramo 175 anni), furono chiamati angeli perchè superiori in tutto e di tanto , ai figli di Caino ( erano quasi come Adamo prima del
peccato, Enoc infatti non muore). Infatti il primo atto creativo fu la luce, che non è sole e luna, creati nei giorni successivi. Quindi gli Angeli spirituali furono questa luce, come si diceva anche in questi articoli . Angeli spirituali, la luce primordiale, angeli umani come creati da Dio ( o quasi perchè post peccato Adamo) i figli di Set, figli di Dio del sesto capitolo Gn..
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