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venerdì 7 dicembre 2012

La lenta erosione dei valori cristiani. Lettera del metropolita Hilarion al cardinale Vingt-Trois

Lo avevo già programmato; ma viene a proposito dopo l'articolo precedente.
Sta assumendo sempre più evidenza la degenerazione della morale e di tutti i valori fondanti la nostra civiltà; ma finché sacerdoti e vescovi non smetteranno di puntare gli occhi sulle conseguenze, cercando di agire su di esse, piuttosto che sulla causa, ci si illude con soluzioni che sono solo umane, trascurando e quindi vanificando l'opera umano-divina che il nostro Maestro e Signore continua a compiere fino alla fine dei tempi nella e attraverso la Sua Chiesa. La causa della degenerazione è la crisi della Verità creduta difesa e vissuta così come si è consegnata a noi attraverso la Rivelazione Apostolica e la Tradizione autentica. Se «le forze sane della società» non sono fondate nella Verità, piuttosto che nella solidarietà - che è solo un pallido riflesso del dono-di-sé in Cristo che solo feconda persone e strutture - non arriveranno da nessuna parte. Perché non ci si salva con una condotta morale, frutto di buona volontà ma disancorata dalla retta fede; perché è l'etica che scaturisce dalla Fede non viceversa...
È con questa consapevolezza che registro la recente iniziativa del Metropolita Hilarion di cui ci informa l'Osservatore Romano. Un vescovo, un sacerdote è innanzitutto un Annunciatore, un Maestro, un Santificatore e una Guida, non un sociologo né un moralista. È solo Cristo Signore nella Sua Chiesa che dona ad ogni uomo, che è domanda di significato, di vivere i valori non come imposizioni esterne alla propria coscienza, ma come il fiorire vigoroso delle proprie domande fondamentali. Prima di fornire qualunque riposta, occorre tornar a suscitare le domande e ritrovare la sacralità della vita e della storia...

Mosca, 29 - «Osserviamo con dispiacere l'erosione dei principi morali nella vita privata e pubblica che si sta producendo in un Paese con profonde radici cristiane». Per questo, è auspicabile che «i francesi rimasti fedeli alla morale tradizionale non siano rimasti indifferenti a un'iniziativa delle autorità francesi inaccettabile per i cristiani» e che «le forze sane della società» continuino a difendere attivamente tale morale. In una lettera inviata nei giorni scorsi al cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale francese, il metropolita di Volokolamsk, Hilarion (Alfeyev), presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha espresso il sostegno e la volontà della Chiesa ortodossa russa di lavorare insieme alla Chiesa cattolica nella difesa dei valori cristiani.

«La mia lettera -- scrive Hilarion -- fa eco all'inquietudine suscitata dalle notizie provenienti dalla Francia sul progetto di legge che prevede la legalizzazione dei matrimoni omosessuali, elaborato dal Partito socialista al potere. Con la presente, vorrei esprimere la mia solidarietà e il mio sostegno alla vostra posizione coerente e senza compromessi che mette in evidenza il punto di vista veramente cristiano su questo problema». Il metropolita, assicurando che il Patriarcato di Mosca è pronto ad agire insieme alla Conferenza dei vescovi di Francia per la difesa dei valori etici del Vangelo, si dice comunque fiducioso anche in virtù delle «numerose manifestazioni che si sono svolte recentemente in molte città della Francia contro la legalizzazione delle unioni fra persone dello stesso sesso».

Com'è noto, il 7 novembre il Consiglio dei ministri francese ha approvato un disegno di legge sui matrimoni omosessuali che riconosce come “matrimonio” l'unione di due persone indipendentemente dal loro sesso ed estende a queste coppie anche il diritto di adozione. L'iniziativa, sostenuta dal presidente della Repubblica, François Hollande, ha suscitato nel Paese numerose proteste. Manifestazioni di massa hanno avuto luogo nelle settimane scorse a Parigi, Marsiglia, Lione, Tolosa, Nantes e in altre città. In alcuni casi, i cortei sono stati organizzati da organizzazioni laiche, in altri per iniziativa della Chiesa cattolica e delle comunità musulmane.

Va inoltre ricordato che sia il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Mohammed Moussaoui, sia il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, sono intervenuti sull'argomento esprimendo la loro netta contrarietà al mariage pour tous. Moussaoui, citando il Corano, ha ribadito che il matrimonio, secondo la religione musulmana, è un patto fondato sul reciproco consenso teso a stabilire un'unione legale e duratura fra un uomo e una donna e alla creazione di una famiglia stabile guidata dai due coniugi. Il matrimonio omosessuale non è dunque assolutamente conforme ai principi della giurisprudenza musulmana. Bernheim -- facendo riferimento alla Bibbia, al diritto e all'antropologia -- ha invece sottolineato che il progetto «mette in discussione uno dei fondamenti della nostra società»; per il gran rabbino, che critica il «pensiero dominante», tale disegno di legge potrebbe portare a interferire addirittura con l'aspetto genealogico, con lo statuto del bambino e le identità sessuali.

La Chiesa cattolica francese si è espressa con fermezza anche nella recente assemblea plenaria della Conferenza episcopale. Il cardinale Vingt-Trois, nel suo discorso di chiusura, ha teso la mano verso le persone omosessuali, spiegando che la Chiesa è sempre disponibile ad accompagnare anch'esse sul «cammino verso la santità» ma sottolineando che quello del matrimonio è «un inganno» per gli stessi omosessuali e ricordando, ancora una volta, «i grandi assenti di questo dibattito: i bambini».
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(©L'Osservatore Romano 30 novembre 2012)

1 commento:

viandante ha detto...

Sarebbe interessante sapere invece quale é il punto di vista della nostra gerarchia cattolica riguardo questa notizia che giunge dalla Russia:
nella Russia è stato deciso che: la omofobia non esiste e che coloro i quali partecipino a manifestazioni di sostegno alle idee gay sono considerati fuori legge e sanzionati.

Ho paura che il teologically correct non renda altrettanto chiare le idee dei nostri pastori.