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sabato 22 dicembre 2012

Il Cardinal Darío Castrillón Hoyos spera che per l'anno della Fede la FSSPX si ricreda e trovi un accordo con la Santa Sede

Questa notizia diffusa oggi da le Forum Catholique, riprende un'agenzia di stampa spagnola che dà risalto ad una recente intervista del Cardinal Castrillón Hoyos. Purtroppo nulla di nuovo - dal momento che il pensiero del Cardinale è ben noto - se non la riapertura di un discorso che sembrava accantonato indefinitamente, ma non senza i luoghi comuni nei confronti della Fraternità. Il fatto è che la questione torna alla ribalta; purtroppo accompagnata dal solito 'mantra' del Concilio...

ROMA, 21 Dicembre 2012 (ACI/EWTN Noticias).- Il Cardinal Darío Castrillón Hoyos spera che per l'anno della Fede la Fraternità San Pio X si ricreda e trovi un accordo con la Santa Sede per trovarsi presto in piena comunione con la Chiesa di Roma.

Il Cardinal Hoyos è un punto di riferimento in materia di ecumenismo ed è stato lui, dal Vaticano, a dirigere in passato i colloqui e le trattative con i lefebvriani. È stato insieme a lui che il Papa ha revocato nel 2009 la scomunica che pesava sui vescovi ordinati da Mons. Marcel Lefebvre.

“Ho una grandissima speranza che molto presto si verificherà la piena riconciliazione con la Fraternità di San Pio X”, ha dichiarato il Cardinal Hoyos lo scorso 14 dicembre in una intervista concessa a Roma ad ACI Prensa.

Bisogna ricordare che la FSSPX si trova in posizione scismatica dalla Chiesa dal 1986, quando Lefebvre ordinò quattro vescovi senza l'autorizzazione di Papa Giovanni Paolo II, provocando la scomunica di quanti parteciparono alla cerimonia.

Il Cardinal Hoyos, che è stato Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha anche dichiarato che l'Anno della Fede può servire come impulso per portarci tutti ad una cosa: “a camminare con Gesù, a camminar con Gesù con il verbo eterno fatto carne nel grembo di Maria. Siano con lui, egli non ci abbandona, perché egli non è un ricordo, non è come un profeta che ricordiamo, egli è il profeta risorto, Egli è il Signore risorto, il padrone della vita e della morte”.

“In ciò consiste la cosa più grande della nostra fede cattolica, siamo uniti in Gesù figlio di Maria, in Gesù, uguale al Padre e allo Spirito Santo, per quanto riguarda questo pensiamo la stessa cosa che pensa la fraternità di San Pio X”, ha aggiunto.

Nonostante negli ultimi tempi ci sia stato un avvicinamento, lo scorso novembre il Superiore Generale dee Lefebvriani, Bernard Fellay, ha rimarcato che il dialogo con la Con la Chiesa cattolica è stagnante ed allo stesso punto in cui lo ha lasciato Lefebvre ed essi pensano che la Chiesa percorra cammini troppo moderni.

Ora il Cardenal Hoyos, a 83 anni, celebra il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. È sacerdote dal 1952 ed è un punto di riferimento per la Chiesa Cattolica in materia di dialogo sia ecumenico, che per la pace, ha avuto il ruolo di dialogo tra il governo colombiano e le FARC.

In questa linea, nel 2002 il Porporato è riuscito a superare uno scisma con un altro gruppo allontanatosi dalla Chiesa, la Fraternità Sacerdotale San Giovanni Vianney, che è entrata in piena comunione con Roma dopo aver riconosciuto la legittimità del Concilio Vaticano II e del Novus Ordo Missae, due elementi fondamentali della Chiesa Cattolica odierna che i lefebvriani continuano a negare.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

5 commenti:

il vandeano ha detto...

Preghiamo che l'accordo si faccia con la conversione della chiesa modernista al cattolicesimo, e con l'annullamento del CV2.

Amicus ha detto...

"Il Cardinal Darío Castrillón Hoyos spera che per l'anno della Fede la Fraternità San Pio X si ricreda e trovi un accordo con la Santa Sede."
Magari: a patto che non sia un accordo come quello con la citata Fraternità di Campos, con il povero Mons. Rifan ormai prono al superconcilio e difensore del Novus ordo bugniniano.

Areki ha detto...

Non è la Fraternità San Pio X che debba "ricredersi" di alcunchè!
Ormai le critiche al Vat II le fanno moltissimi altri e non solo la Fraternità: sono tanti laici, tanti intellettuali, tanti preti, tanti storici, ecc..... ecc....
Allora che bisogna fare? Dobbiamo tutti "ricrederci"?
Lo si vada a dire a Mons. Gherardini, al Prof de Mattei, a P. Lanzetta e a tanti e tanti altri.....
Mentre chi non crede più nel Peccato Originale (cfr Ravasi) o nella presenza reale, quello non deve ricredersi?.....
Ma smettiamola una volta per tutte col puntare il dito sulla Fraternità come se tutti i problemi della Chiesa uscita dal disastroso pontificato di Maolo VI dipendano dalla Fraternità.....
Arriverà il giudizio di Dio, arriverà.....
Guardiamo che fine ha fatto il Patriarca di Costantinopoli e quella che una volta era la gloriosa chiesa di Bisanzio.....
Col Vat. II è cominciata una lenta ed inesorabile agonia da cui ne veniamo fuori nella misura in cui si ritorna alla Dottrina vera e alla Messa vera.

don Bernardo

Amicus ha detto...

Areki ha perfettamente ragione: è bene precisare che il mio "magari" si riferiva soltanto ad un possibile accordo.

Anonimo ha detto...

E' quel "ricredersi" che suona stonato. Perché a ricredersi dovrebbero essere altri, che risultano rigidamente attestati sulla difesa ad oltranza del concilio che non è e non può essere un mito né tanto meno un idolo.